Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 16,17).
(Piano di ristrutturazione del gruppo Ferrovie dello Stato - n. 2-00132)
PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare l'interpellanza Volontè n. 2-00132 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2), di cui è cofirmatario.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, in questo periodo si stanno susseguendo notizie che riguardano la holding Ferrovie dello Stato e quindi anche il destino di Trenitalia.
Qualche giorno fa vi è stata la sostituzione dell'amministratore delegato e presidente del gruppo Ferrovie dello Stato.
Inoltre, dopo questa sostituzione e la nomina dell'ingegner Moretti alla carica di amministratore delegato e del dottor Cipolletta a quella di presidente della holding Ferrovie dello Stato, sono circolate alcune notizie in ordine ad un possibile «spacchettamento» di Trenitalia. Questa, infatti, potrebbe essere divisa in tre distinte società: una per il settore cargo, una per quello della media e lunga percorrenza ed una per il settore del trasporto regionale.
Queste società, come sosteniamo nella nostra interpellanza, dipenderebbero direttamente dalla holding Ferrovie dello Stato, cui resterebbe anche la proprietà di Rete ferroviaria italiana.
Vogliamo pertanto sapere dal Governo se vi sia effettivamente un cambiamento di indirizzo e se vi siano nuovi processi in atto. Ciò anche perché, signor sottosegretario, il Parlamento, fino ad oggi, è rimasto all'oscuro di tali movimenti e, soprattutto, di questi nuovi programmi di carattere industriale.
Ricordo che nel 2001 fu costituita la società Rete ferroviaria italiana. Ciò perché deve esistere un distacco formale, in ottemperanza ad una normativa comunitaria, tra le infrastrutture e l'operatore del trasporto (vale a dire, Trenitalia), anche al fine di evitare condizionamenti del mercato e di garantire l'imparzialità della struttura, nel momento in cui anche il trasporto ferroviario sarà sempre più aperto alla concorrenza di altri operatori.
Qualcuno ha parlato di «dirigismo». Io vorrei capire, pertanto, se ci troviamo di fronte ad un nuovo dirigismo; desidero comprendere, inoltre, di quale dirigismo si tratti, anche perché non vi è dubbio che la holding Ferrovie dello Stato aumenta la concentrazione dei poteri, anche nei confronti delle altre società.
Se i dati sono questi, allora, ci avvieremmo surrettiziamente verso un processo che ci induce a parlare di «ente» Ferrovie dello Stato. Per quanto riguarda le FS, ricordo che siamo passati da un ministro competente che era presidente del consiglio di amministrazione, dell'ente e delle altre società ad una holding, al tentativo, in atto in questo momento, di tornare indietro di anni.
Non intendo esprimere alcun giudizio; tuttavia vorremmo capire quale sia il processo in corso. Infatti, non è possibile interessarsi delle Ferrovie dello Stato facendo semplicemente riferimento a coloro che sono chiamati, dall'assemblea degli azionisti, a rivestire incarichi di rilievo nella società.
Mi rivolgo al sottosegretario per i trasporti, che personalmente stimo. Probabilmente, a questa interpellanza (e, forse, è anche un po' colpa nostra) avrebbe dovuto rispondere un rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze. In effetti, se la holding compie alcune scelte ed avviene la ripartizione di Trenitalia in società distinte, non vi è dubbio che la responsabilità di tali processi appartiene sicuramente a tale dicastero, poiché detiene la maggioranza delle azioni.
Vorrei evidenziare che si nutre una notevole preoccupazione per quanto riguarda il futuro della società. Cosa c'è? Perché si effettua tale scelta? Lo si fa per risparmiare? Quali sono le difficoltà che sono emerse? Perché non si svolge un dibattito serio presso le Commissioni parlamentariPag. 73competenti per materia, anche per immaginare un possibile quadro operativo?
Certamente, ad esempio, vi è stata una notizia di questa mattina, diffusa dalla stampa, secondo la quale è già in corso il «licenziamento» - se possiamo definirlo così - nei confronti del presidente di Trenitalia. Qui ci troviamo di fronte ad una concezione di spoil system, dove l'azionista di riferimento è il Ministero dell'economia: ma c'è una capacità e una responsabilità del Governo di controllare ciò che avviene?
Quali sono gli ambiti e le competenze del Governo? Gli ambiti e le competenze del Governo, in questo caso - parlo anche del Ministero dei trasporti -, sono sempre più limitati ed asfittici, sempre più stretti. Tanto è vero che, in fondo, la realtà che emerge è che c'è sempre una forza che capitalizza energie sul piano della gestione del potere decisionale, in testa alla holding Ferrovie dello Stato, della rete ferroviaria italiana, e c'è una satellizzazione da parte delle società, che, ovviamente, si sacrificano alla concezione e alla disposizione del mercato.
Certo che ad un centralismo di ieri dei vecchi ministeri, si sostituisce un altro centralismo, senza una politica industriale seria e senza capire cosa sta succedendo per le ferrovie.
Credo che avremo modo, signor Presidente, signor sottosegretario, anche di sapere quali sono i progetti. Infatti, abbiamo saputo tramite gli articoli sulla stampa, ad esempio, che l'alta velocità finisce a Battipaglia e che non si procede più con l'alta velocità. Sappiamo dalla stampa quali sono i programmi per quanto riguarda l'intermodalità nei trasporti e i grandi collegamenti. C'è da capire se tutto questo è legato anche ad una nuova politica delle Ferrovie, in riferimento anche ai corridoi, alla TAV e al corridoio 5, ma anche al corridoio 1 Berlino-Palermo, in cui è compreso l'attraversamento stabile dello Stretto di Messina.
Non si possono operare, ovviamente, delle diversificazioni o uno spacchettamento delle divisioni senza capire cosa non è andato, cosa bisogna fare e perché c'è stata una perdita. Ho sempre detto, anche in quest'aula, che vi sono alcune asfissie e difficoltà per il cargo, anche rispetto alla mobilità via mare, dove c'è una ripresa molto evidente e sostanziale. Bisogna capire anche perché, rispetto alle ferrovie, non si è riusciti a costituire un trasporto alternativo delle merci rispetto al gommato.
Ci sono vari interrogativi e chiedo scusa al sottosegretario, perché ho inserito aspetti che non erano scritti nell'interpellanza, ma, ovviamente, mi affido alla sua cortesia per avere una risposta. Il dato vero è che siamo inquieti e perplessi. Non vorrei che, dopo avere ascoltato per tanti anni le accuse, da parte di qualcuno, di essere gestori biechi di potere, noi ci trovassimo di fronte ad una grande operazione di potere. Certamente, se colleghiamo tutti questi aspetti alla vicenda Telecom e ad altre vicende di questi giorni, c'è da essere preoccupati, perché sarebbero sacrificati il cittadino e l'utente, ai quali questo Governo ha dichiarato e promesso di porre grande attenzione.
Ma dove ci porta tutto questo? Ad un potere diversificato dal Governo oppure aumentano i controlli del Governo?
Signor sottosegretario, in questa fase non ci importa che Trenitalia venga ad essere diversificata. Vogliamo capire se alla luce degli accordi delle Ferrovie, tra il Governo e le società, siano stati rispettati i programmi. Vogliamo capire come avvengono i controlli e come può esserci un controllo da parte del Parlamento nei confronti delle Ferrovie.
So per esperienza che il Ministero dei trasporti ha sempre incontrato difficoltà ad avere una qualche incidenza apprezzabile sul piano politico nella gestione delle Ferrovie, tant'è vero che molti rappresentanti del Governo venivano in quest'aula dotati delle famose «veline», non predisposte dal Governo, bensì elaborate in prima istanza dalle holding o dalle varie società.
Occorre svolgere un discorso complesso. Signor Presidente, ecco perché questa interpellanza non è fine a se stessa.Pag. 74Mi auguro ci siano altre occasioni di dibattito e di confronto, e mi affido (non lo faccio per un fatto formale e di cortesia) alla serietà del sottosegretario, che ho conosciuto ed apprezzato, affinché si possa ritornare su questo argomento. Qui non è in ballo una maggioranza o un'opposizione. Qui sembra di essere sotto sequestro, condizionati da disegni che vengono da lontano, che non comprendono o, quanto meno, bypassano il Parlamento e il Governo. Credo sia una questione estremamente delicata, sulla quale certamente avremo modo di tornare.
Ecco perché il gruppo parlamentare dell'UDC - a cominciare dal suo presidente e dagli altri colleghi comunque impegnati nel partito e nel Parlamento - ha voluto sollecitare, attraverso questa interpellanza, un dibattito che mi auguro sia produttivo, riguardando un servizio così delicato e importante per il paese nel suo divenire in Europa e nel Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i trasporti, Andrea Annunziata, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ANNUNZIATA, Sottosegretario di Stato per i trasporti. Signor Presidente, con l'interpellanza oggi in discussione si evidenzia un'ipotesi di riorganizzazione di Trenitalia società per azioni, che verrebbe divisa in tre società distinte - merci, passeggeri media e lunga percorrenza e trasporto regionale - pur rimanendo sotto il controllo della holding Ferrovie dello Stato.
In occasione del recepimento delle prime direttive comunitarie in materia di liberalizzazione del trasporto ferroviario, il Governo ha provveduto ad adottare una politica di riforma, anticipando le innovazioni successivamente introdotte con il cosiddetto pacchetto infrastrutture.
La suddivisione dei ruoli e la separazione - all'interno dell'azienda ferroviaria integrata di proprietà statale (Ferrovie dello Stato società per azioni) - delle strutture aziendali rispettivamente responsabili della gestione dell'infrastruttura e della produzione dei servizi di trasporto, ha portato alla creazione di due distinte realtà aziendali, aventi la forma giuridica di società per azioni e, quindi, dotate di strutture giuridiche ed organizzative indipendenti.
La società di trasporto Trenitalia società per azioni è stata creata nel giugno 2000, mentre la società responsabile per la gestione dell'infrastruttura nazionale Rete Ferroviaria italiana Spa, è stata costituita nel luglio 2001. Le suddette società sono state poste sotto il controllo di una struttura di holding denominata «Ferrovie dello Stato».
La Commissione europea ha ritenuto tale assetto conforme alle linee guida e alle disposizioni specifiche contenute nelle direttive comunitarie in vigore.
Quanto affermato nell'interpellanza non trova riscontro nella documentazione in possesso del Ministero dei trasporti, anche tenuto conto che l'avvicendamento dei vertici della società ferroviaria è avvenuto, come noto, da pochi giorni e non ha consentito un confronto tra i medesimi ed il Governo.
Tuttavia, poiché ciò si ritiene indispensabile anche ai fini di una compiuta disamina dell'intero settore, si può affermare che le problematiche, come sopra evidenziate, saranno oggetto di approfondite riflessioni, in considerazione anche del fatto che, pur senza disconoscere quanto già stato realizzato ed essendo un settore di vitale importanza per il paese, è necessario dare un nuovo impulso a tutte le attività ad esso strettamente connesse.
Il Governo e gli utenti delle ferrovie vogliono, finalmente, treni più efficienti, più puliti e più sicuri.
È una questione di nodale importanza per il trasporto, per la mobilità e per il rilancio dell'economia, non solo per movimento delle persone. All'onorevole Tassone, al quale va la stessa stima che egli ha riservato a me, devo dire che ha aperto una questione di grossa portata e che è già presente nelle linee principali del piano generale che il Governo ha posto in essere.Pag. 75
Siamo quasi pronti a pubblicare tale piano, che vedrà il confronto con tutte le forze politiche. L'onorevole Tassone apre sulla problematica degli squarci preoccupanti e sull'importanza dei quali noi ci troviamo d'accordo. Nessuno intende nascondere nulla - come si diceva -, in quanto si tratta di problemi che vengono da lontano. Inoltre, apprezzo l'onorevole Tassone anche perché so che si è occupato di questa materia nel precedente Governo. Infatti, ereditiamo la problematica di tanti momenti negativi.
Il Governo ha cambiato i vertici, non solo per lo spoil system naturale, che comunque un Governo e la politica può mettere in essere per la legge che voi stessi avete approvato, ma si riteneva importantissimo e urgente procedere a tale cambiamento per le problematiche che ormai viviamo ogni giorno. Le Ferrovie, ormai, perdevano centinaia di milioni di euro l'anno e il Governo ha nominato sia l'ingegnere Moretti sia il professor Cipolletta, due personalità di altissimo livello, riconosciute come tali non solo da tecnici, ma anche da economisti. Già per questo si può dire che si conoscono, anche se per linee generali, le intenzioni e i programmi del capo della holding, l'ingegnere Moretti. A quest'ultimo va la nostra fiducia e credo che nei prossimi giorni, se non nelle prossime ore, il Governo avrà un confronto serrato per mettere a punto un programma di rilancio e di politica industriale che possa riavviare definitivamente un settore così nevralgico della nostra economia e della mobilità in Italia. È evidente che il Governo aprirà un confronto serrato non solo nelle Commissioni, ma sicuramente anche in quest'aula, tanto con la maggioranza quanto con l'opposizione. Per tale motivo ringrazio l'onorevole Tassone con il quale ci confronteremo presto su queste problematiche.
PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di replicare.
MARIO TASSONE. La sua sollecitazione alla replica m'incoraggia, visto che in quest'aula siamo rimasti in pochi: siamo in tre, che peraltro appartengono ad una storia comune, signor Presidente.
Ringrazio sinceramente il sottosegretario Annunziata, in quanto ha fatto uno sforzo estremamente serio, per alcuni versi, nell'articolare la sua risposta, evidenziando gli aspetti di possibile intreccio con delle valutazioni politiche che pur devono essere fatte. Questo mi fa capire, signor sottosegretario, che le valutazioni politiche iniziali non sono state sufficientemente approfondite; ma c'è un altro aspetto - e questo lo dico proprio ad adiuvandum, come si suol dire -, in quanto noi ci ritroviamo di fronte - e chiedo la sua attenzione, signor Presidente - ad uno spacchettamento ed una riforma delle Ferrovie, dove ci sono le infrastrutture e la rete ferroviaria italiana che, a mio avviso, attraverso questa divisione ha sempre più un potere di controllo nei confronti di una società.
L'altra faccia della medaglia è emblematica: in maniera speculare, abbiamo un dicastero (in precedenza unitario) che è stato suddiviso in Ministero delle infrastrutture e Ministero dei trasporti. Ancora bisogna ben capire! Anche se ho posto un quesito relativo alle Ferrovie - e riconosco che lo sforzo del sottosegretario Annunziata è molto serio -, occorre capire quali siano, rispettivamente, le competenze del Ministero delle infrastrutture e quali quelle del Ministero dei trasporti.
Invero, una divisione di competenze c'è già: tutto ciò che attiene alle infrastrutture, anche per quanto riguarda i trasporti, dipende dal Ministero delle infrastrutture; il Ministero dei trasporti sembra - chiedo perdono - il subappaltatore di scelte programmatorie operate dal Ministero delle infrastrutture, oppure il gestore di esse! Siamo in una situazione un po' atipica, di concessione: c'è un concedente e c'è un concessionario, un controllore ed un controllato. Per alcuni versi, ci troviamo di fronte, forse, allo stesso schema delle Ferrovie.
A mio avviso, il limite grosso di tutta questa situazione - e credo che il sottosegretario non possa non concordare con me - sta nella esclusione del Governo dalPag. 76controllo, che prima c'era, come ho sempre dichiarato. Non è possibile avere concessionari di infrastrutture per quaranta o cinquant'anni i quali, ad un certo punto, si sentono proprietari che non debbono rispondere a nessuno! Non vi può essere una gestione come holding Ferrovie dello Stato sulla quale non sono previsti controlli pregnanti da parte del Governo! Molte volte, invece, diffuse, antiche e nuove supponenze danno sostanza ad una nuova realtà, che fa parte della categoria dei poteri forti, dei poteri reali: quelli che contano, quelli che decidono e che incidono sulla vita del nostro paese.
In questi giorni, signor sottosegretario, ho seguito la sua attività - perché, come vede, sono un diligente parlamentare - ed ho constatato che lei ha compiuto uno sforzo per portare avanti un dibattito estremamente corretto e serio. Molte volte, invece, il Parlamento viene considerato, con sufficienza e con fastidio - certo! - produttore di parole e di nuvole, mentre le decisioni vengono prese altrove: il Parlamento è bypassato, non esiste, non c'è! Se c'è il Governo, c'è un Governo che è controllato dal Parlamento, se un Governo controlla anche le società. Questo è un grosso problema, una grande, vecchia questione, che noi dobbiamo, ovviamente, porci.
Signor Presidente, lei ha chiesto, come da regolamento, se io sia o meno soddisfatto (la formula recita proprio così). Ebbene, non sono soddisfatto! Sono, ovviamente, tra coloro che apprezzano, notevolmente in questo caso, la cortesia del sottosegretario, il quale ha voluto offrire una sua valutazione e, soprattutto, una risposta non rituale (gliene debbo dare atto), ma non sono soddisfatto.
Un collega, poc'anzi, affermava di essere turbato; io sono turbato ed inquieto, perché ci sono vari appuntamenti. Le Ferrovie sembrano camminare da sole, anche rispetto alle strade e ad altre cose. C'è un problema anche di sicurezza stradale: il potenziamento delle Ferrovie riguarda anche la difesa delle vite umane.
Ritengo che l'operazione alla quale ho fatto riferimento nell'interpellanza dovrebbe essere chiarita: in Parlamento, in questa sede legittima, ma soprattutto dal Ministero dell'economia e delle finanze, che nomina consiglio di amministrazione e amministratori delegati. Al riguardo, vorremmo capire se il Ministero dell'economia e delle finanze abbia un progetto industriale. È stato sempre criticato l'IRI (quando c'era, quante volte l'ho criticato in quest'aula!).
Quando ho criticato il Ministero delle partecipazioni statali, signor Presidente, tuttavia, c'era uno straccio di piano industriale, c'era un ministro che comunque veniva in Parlamento a rispondere. Qui non credo che ci siano delle responsabilità ben definite ed individuate, ma attraverso i meandri e il meccanismo delle società e delle sottosocietà ci si perde e si perdono gli appuntamenti con la storia e con lo sviluppo.
Ritengo che oggi, attraverso lo spacchettamento di Trenitalia in vari settori - cargo, settore della media e lunga percorrenza e trasporto regionale - ci sia veramente un tentativo di accorpamento reale e sostanziale, un ritorno all'antico senza nemmeno che sia tale (perché almeno sarebbe questa una scelta molto chiara e netta). Vedo invece una grande confusione, con l'aumento dei poteri forti al di fuori di questo Parlamento e degli stessi Governi.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze all'ordine del giorno.