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Si riprende la discussione.
TANA DE ZULUETA (Verdi). Osservato che la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è rivelata di notevole efficacia per l'effettivo miglioramento della situazione in Libano, rileva che le crisi della regione mediorientale sono tutte interconnesse. Evidenzia altresì la particolare importanza della missione in Libano, dal cui esito dipenderanno in gran parte le prospettive di sicurezza e di stabilità dell'area. Sottolineata la necessità di rilanciare il processo di pace nel suo complesso, esprime apprezzamento per la puntualità e la tempestività con cui il Governo ha finora informato il Parlamento sull'evoluzione della missione in Libano.
ELETTRA DEIANA (RC-SE). Nel confermare il pieno sostegno del suo gruppo alla partecipazione italiana alla missione di interposizione nel Sud del Libano sotto il mandato ed il comando delle Nazioni Unite, sottolinea la discontinuità tra le scelte di politica estera operate dal Governo di centrodestra e l'impegno profuso dall'attuale Esecutivo a favore di un rafforzamento del ruolo dell'ONU, di una riaffermazione del principio del multilateralismo e dell'incremento dell'azione diplomatica.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI (FI). Osservato che, nell'attuale contesto internazionale, l'attività diplomatica ed una politica estera moderata sembrano aver perso la propria efficacia, giudica errato rifiutare pregiudizialmente il dialogo con le diverse componenti del fondamentalismo islamico: evidenziata, infatti, la complessità e la continua evoluzione della realtà dei paesi mediorientali, sottolinea la necessità che il Governo fornisca chiarimenti circa gli obiettivi che intende perseguire in tale ambito.
SALVATORE CANNAVÒ (RC-SE). Nel ritenere che la guerra preventiva degli Stati Uniti contro l'Iraq abbia inasprito il fenomeno del terrorismo internazionale, giudica fondamentale un ripensamento del multilateralismo secondo un approccio meno occidentalista; richiamati, quindi, taluni aspetti d'ambiguità della missione UNIFIL, auspica che il Governo fornisca rassicurazioni, in particolare, in merito alla sua natura di operazione di pace. Ritiene inoltre necessario ritirare il contingente italiano dall'Afghanistan.
FRANCESCO BRUSCO (FI). Nell'evidenziare l'inefficacia della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell'ONU che, a suo avviso, non riuscirà a favorire il disarmo delle milizie Hezbollah, assicura che la sua parte politica, nonostante la ferma opposizione al Governo in carica, farà prevalere il senso di responsabilità per tutelare i militari italiani impegnati in missione di pace, nonché gli interessi del Paese e del mondo occidentale nel suo complesso.
SERGIO D'ELIA (RosanelPugno). Evidenziati i limiti e la fragilità della risoluzione 1701, sottolinea che la sicurezza dello Stato d'Israele non può essere delegata alle potenzialità militari del suo esercito e dei suoi armamenti. Nel paventare altresì i rischi connessi alla crescente connotazione nazionalistica di tale Stato, ritiene urgente costruire un'alternativa politico-istituzionale a livello sovranazionale, ispirata ai principi propri del pacifismo mondiale.
PRESIDENTE. Per consentire una riunione del Comitato dei diciotto, sospende brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 17,05, è ripresa alle 17,25.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
CARMELO BRIGUGLIO (AN). Ricordato che il suo gruppo ha sempre sostenuto la partecipazione italiana a missioni militari internazionali che perseguono obiettivi umanitari, ritiene vadano chiaritiPag. VIalcuni aspetti della missione UNIFIL e del ruolo che l'Italia è chiamata a svolgere in tale contesto; adombra infatti il dubbio che, oltre all'obiettivo dichiarato della pacificazione dell'area e del disarmo delle milizie Hezbollah, si pensi anche di fermare surrettiziamente l'azione difensiva di Israele. Invita, quindi, il Governo e la maggioranza a seguire una linea di politica estera coerente e chiara e a fornire all'opposizione i chiarimenti richiesti al riguardo.
ITALO TANONI (Ulivo). Ritiene che il Governo italiano abbia opportunamente agito con determinazione in una fase particolarmente delicata della crisi mediorientale; pur nella consapevolezza dei rischi connessi alla missione in Libano, auspica quindi che il provvedimento d'urgenza in discussione sia convertito in legge con un'ampia convergenza delle forze politiche.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
ITALO TANONI (Ulivo). Invita pertanto l'opposizione a mostrare senso di responsabilità sostenendo convintamente la missione italiana in Libano.
ALESSANDRO FORLANI (UDC). Giudicata ineludibile la necessità di garantire il disarmo delle milizie Hezbollah, anche attraverso il recupero della piena sovranità del governo Libanese sul proprio territorio, ritiene che la soluzione dei gravissimi problemi dell'area mediorientale debba essere individuata nella costruzione di uno Stato palestinese in grado di convivere pacificamente con Israele. Richiamati altresì i primi risultati positivi già conseguiti attraverso il rafforzamento della missione UNIFIL, auspica che la cospicua presenza internazionale nel Sud del Libano possa costituire la premessa per un processo di distensione che investa anche la Siria, l'Iraq e l'Iran.
GERARDO BIANCO (Ulivo). Nel ritenere che relativamente alla crisi libanese debba essere riconosciuto al Governo il merito di aver agito con fermezza, prontezza e tempestività, osserva che l'iniziativa italiana ha restituito al nostro Paese un ruolo rilevante all'interno dell'Unione europea. Rilevato inoltre che l'unico vero obiettivo della comunità internazionale dovrebbe essere quello di creare le condizioni per la piena sovranità del Libano al fine di pervenire alla stabilizzazione dell'intera area mediorientale, esprime soddisfazione per il preannunziato sostegno dell'opposizione alla missione militare in Libano.
PAOLO CACCIARI (RC-SE). Ritiene che l'iniziativa di inviare in Libano una forza militare di interposizione costituisca una condizione imprescindibile per scongiurare il rischio di degenerazione di un conflitto che è parte di quello arabo-palestinese, ma non sia di per sé sufficiente se non adeguatamente supportata da un'efficace attività diplomatica e negoziale; osserva altresì che solo una continua ed effettiva azione umanitaria svolta da volontari civili potrà consentire di evitare un'ulteriore destabilizzazione dell'area mediorientale.
PASQUALINO GIUDITTA (Pop-Udeur). Nel preannunziare il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di conversione del provvedimento d'urgenza in discussione, osserva che la missione UNIFIL si distingue da altre operazioni militari per il diverso quadro di riferimento internazionale; auspica peraltro che si registri un'ampia convergenza delle forze politiche sulla necessità di perseguire la stabilizzazione e la pacificazione dell'area mediorientale.
GUGLIELMO PICCHI (FI). Nel giudicare inappropriata l'enfasi del Governo italiano per il ruolo determinante che avrebbe svolto nell'ambito della definizione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, esprime perplessità sull'efficacia della missione UNIFIL in riferimento alla possibilità di disarmare le milizie Hezbollah, nonché,Pag. VIIpiù in generale, sulla contraddittoria politica estera attuata dall'Esecutivo e dalla maggioranza. Nel richiamare, quindi, gli aspetti critici del decreto-legge in discussione, lamenta, al riguardo, che il modo di procedere del Governo ha svilito il ruolo del Parlamento.
ALÌ RASCHID KHALIL (RC-SE). Sottolineata l'importanza del fatto che, per la prima volta, la comunità internazionale ha cercato di individuare soluzioni concrete per ristabilire la pace in aree interessate da conflitti ultradecennali, esprime apprezzamento per le iniziative sinora adottate dal Governo italiano, ispirate ad una logica di discontinuità con la politica estera statunitense.
GREGORIO FONTANA (FI). Nel confermare il sostegno del suo gruppo alla missione in Libano, giudica inaccettabile il tentativo di accreditare le scelte dell'Esecutivo quale segnale di discontinuità rispetto alla politica estera del Governo Berlusconi. Paventa quindi i rischi connessi alla predetta missione, evidenziati da un rapporto dell'intelligence europea, che individua il pericolo principale nella capacità offensiva di Hezbollah. Sottolineato quindi che la finalità prioritaria dell'intervento italiano deve essere quella di tutelare il diritto all'esistenza dello Stato d'Israele, premessa indispensabile per la pacificazione dell'area mediorientale, sollecita il Governo a fornire elementi di chiarezza rispetto alle modalità di svolgimento della missione ed agli obiettivi di politica estera perseguiti con l'intervento in Libano.
LEOLUCA ORLANDO (IdV). Nel condividere le considerazioni svolte dai relatori, osserva che il successo della missione militare in Libano, che giudica complessa e rischiosa, dipenderà dai risultati dell'azione militare ma anche e soprattutto dall'efficacia dell'attività politico-diplomatica che la accompagnerà.
SALVATORE CICU (FI). Nel ritenere che la situazione internazionale imponga una seria ed approfondita riflessione e l'avvio di un proficuo confronto tra le diverse forze politiche, auspica che si dia adeguata risposta alle preoccupazioni espresse dall'opposizione e che si riesca ad ottenere un maggiore coinvolgimento di altri paesi europei nella missione in Libano.
FRANCESCO BOSI (UDC). Nel ribadire il pieno sostegno del suo gruppo alla missione in Libano, manifesta apprezzamento per la proficua azione svolta dai militari italiani per la tutela dei diritti umani nelle aree di crisi internazionale.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori rinunziano alla replica.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Osserva che la missione in Libano si inscrive in un contesto di continuità storica della politica estera italiana, in vista dell'obiettivo di creare, attraverso un intervento multilaterale, le condizioni per la pace e la stabilità dell'area mediorientale; manifesta, al riguardo, apprezzamento per il ruolo centrale assunto, in tale ambito, dall'ONU e dall'Unione europea. Esprime inoltre soddisfazione per i proficui contributi emersi dalla discussione odierna, rivolgendo un ringraziamento alle forze di opposizione per l'adesione alla missione in Libano.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Sospende la seduta fino alle 21,45.
La seduta, sospesa alle 21,15, è ripresa alle 21,45.