Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,05).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
(Discriminazioni fondate sulle differenti identità sessuali in Russia - n. 3-00009 e n. 3-00274)
PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Franco Russo n. 3-00009 e Grillini n. 3-00274, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanza e Interrogazioni sezione 1).
Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Famiano Crucianelli, ha facoltà di rispondere.
FAMIANO CRUCIANELLI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il diritto a dichiararsi omosessuale è stato legalmente riconosciuto in Russia nel 1993. Ciò ha favorito un graduale miglioramento delle condizioni della comunità omosessuale, che non è più totalmente emarginata e sottoposta ad ogni genere di discriminazione come in passato. Tuttavia, molto deve essere ancora fatto affinché gli omosessuali siano considerati parte integrante della società russa, con pari dignità ed uguali diritti. Ciò ha fatto sì che il numero delle violenze nei confronti degli omosessuali aumentasse considerevolmente del corso degli ultimi anni. In larghi strati della popolazione russa si guarda infatti con condiscendenza alle manifestazioni di intolleranza nei confronti della minoranza omosessuale, comprese quelle violente. Il rapporto dell'Alto Commissario del Consiglio d'Europa per i diritti umani, presentato nel 2005, relativo alla sua missione in Russia, aveva già rilevato l'effettivo dilagare dell'omofobia in Russia attraverso incitazioni verbali all'odio pronunciate non solo da gruppi estremisti, ma anche da autorità quali la Chiesa ortodossa e, altresì, sotto forma di episodi di violenza e aperta discriminazione.Pag. 2
Il Commissario rilevò con preoccupazione l'esistenza di una proposta di legge, presso la Duma, volta a ripristinare il reato di omosessualità (proposta di legge che non ha poi avuto, fortunatamente, seguito). Nel corso degli ultimi mesi si è assistito ad un ulteriore deterioramento della situazione, con un incremento degli atti di violenza nei confronti della comunità omosessuale che desta legittima preoccupazione.
Per combattere questi fenomeni si possono percorrere diverse strade. La prima strada è quella delle tutele giurisdizionali. Spetta naturalmente in prima battuta alla società civile russa, attraverso le sue associazioni e i suoi organismi non governativi, ribellarsi alle discriminazioni ai danni degli omosessuali, sollevando la questione di fronte alle autorità nazionali. Qualora il ricorso alle vie legali a livello nazionale non consentisse di giungere ad una soluzione soddisfacente, le stesse associazioni per la tutela dei diritti degli omosessuali potrebbero poi adire direttamente la Corte europea per i diritti dell'uomo per denunciare la violazione da parte della Russia dell'articolo 14 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, del 1950, il quale esplicitamente vieta le discriminazioni fondate sul sesso. Sono queste la forza e la straordinaria attualità della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, che assicura direttamente ai cittadini degli Stati che ne fanno parte la possibilità di un ricorso giudiziale. Una volta che la Corte di Strasburgo avesse appurato la violazione spetterebbe poi al comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, in cui siede un rappresentante per ogni stato membro, controllare la corretta esecuzione della sentenza da parte delle autorità russe. È in questa fase che l'Italia potrà svolgere con piena efficacia una funzione di controllo e di pungolo nei confronti delle autorità russe.
Oltre a quella giurisdizionale, vi è poi la strada delle pressioni politiche. È un fronte su cui l'Unione europea e l'Italia hanno già cominciato a muoversi. La questione dei diritti umani in Russia forma oggetto di specifiche consultazioni Unione europea-Russia la cui terza sessione si è tenuta a Vienna il 3 marzo 2006. Nel corso di tali consultazioni, l'Unione europea solleva regolarmente anche il tema della libertà di espressione e del rispetto delle minoranze e dell'uguaglianza di genere.
Per quanto riguarda in particolare gli episodi riferiti dagli onorevoli interroganti, la Presidenza austriaca dell'Unione europea ha infatti effettuato, il 16 giugno, un passo presso le autorità russe per sottolineare la preoccupazione europea per episodi di razzismo e di discriminazione nei confronti della comunità omosessuale verificatisi nel paese. Il vicedirettore del dipartimento diritti umani del Ministero degli affari esteri russo, signora Koronova, ha tenuto a ribadire, in risposta al passo della Presidenza, che la Federazione russa è uno stato pluralista dove i diritti degli omosessuali sono garantiti. Si è trattato di assicurazioni cui l'Unione europea, per voce della Presidenza, ha replicato chiedendo di essere informata in merito alle indagini intraprese dalle competenti autorità russe.
Il Governo italiano ritiene comunque necessario che la comunità internazionale, inclusa l'Unione europea, continui a portare all'attenzione delle autorità russe la questione della discriminazione della comunità omosessuale presente nella Federazione russa, esigendo una maggiore e più convinta tutela della stessa comunità, in conformità con gli impegni assunti dal paese con l'adesione agli strumenti internazionali in materia di diritti dell'uomo.
Per quanto riguarda, infine, l'ipotesi di una convenzione ad hoc a garanzia della libertà delle persone nel campo delle scelte sessuali, vorrei ricordare che il divieto di discriminazione, ivi compresa quella che si fonda sul sesso, è esplicitamente menzionata, non solo nella già citata Convenzione europea, ma anche nella maggior parte delle convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Ad esempio, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, all'articolo 2, recita che «ad ogni individuoPag. 3spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale, sociale, di ricchezza, di nascita, di altra condizione». La medesima tutela è garantita dal Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 che, all'articolo 26, prevede che «tutti gli individui sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. A questo riguardo, la legge deve proibire qualsiasi discriminazione e garantire a tutti gli individui una tutela eguale ed effettiva contro ogni discriminazione, sia essa fondata sulla razza, il colore, il sesso, la lingua, la religione, l'opinione politica o qualsiasi altra opinione, l'origine nazionale o sociale, la condizione economica, la nascita o qualsiasi altra condizione». Sul punto, vale la pena peraltro segnalare che il Comitato per i diritti umani delle Nazioni unite, nel 1994, ha equiparato, nel caso «Nicholas Toonen vs. Australia» la parola «sesso» all'espressione «orientamento sessuale».
Ciò detto, per quanto riguarda eventuali ulteriori iniziative nel quadro della lotta ad ogni forma di discriminazione, l'Italia continuerà a valutare in ambito multilaterale, anche con i partner europei, ogni proposta ritenuta utile volta alla tutela dei diritti della persona contro ogni forma di discriminazione, ivi inclusa quella basata sugli orientamenti sessuali.
PRESIDENTE. L'onorevole Guadagno, Vladimir Luxuria, ha facoltà di replicare per l'interrogazione Franco Russo n. 3-00009.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Ringrazio il sottosegretario ed esprimo la mia grande soddisfazione per la risposta che è stata data, perché denota sicuramente una grande sensibilità nei confronti di tutti i cittadini del mondo, compresi gli omosessuali e i transessuali. Lei ha ricordato che, in Russia, solo nel 1953 è stata cancellata una legge che puniva con pene detentive le persone omosessuali. Infatti, il Gay pride che si è tenuto il 27 maggio di quest'anno era proprio in ricordo del tredicesimo anniversario dell'abolizione di questa legge. Questo tentativo di pride, che sarebbe stato il primo in Russia, è stato violentemente e brutalmente ostacolato sia da fondamentalisti ortodossi sia da gruppi di ispirazione nazista. Vediamo con preoccupazione la nascita di tanti gruppi di ispirazione filonazista in tante nazioni ex comuniste dell'Est, come la Polonia (dove tra l'altro - anche lì - è avvenuto, a Poznan, un episodio di violenza nei confronti degli omosessuali) o l'Estonia.
Lei ha ricordato sicuramente tutte le convenzioni che tutelano le persone, indipendentemente dall'orientamento sessuale e dalla loro identità di genere e ha preso, per il Governo italiano, l'impegno a garantire la tutela di queste persone. Credo che questo sia un sollievo per l'organizzatore del primo pride tentato a Mosca, Nikolaji Alekseyev, che magari potrà riprovare l'anno prossimo ad organizzare a Mosca un altro pride, magari con il sostegno dell'Unione europea. Guardiamo con preoccupazione ad alcuni tentativi fatti all'interno del Governo russo e anche della Duma. Come lei ha ricordato, quest'ultimo non ha fortunatamente avuto successo, ma a margine dello stesso pride di cui non è stata permesso lo svolgimento, vi è stato un improvvisato comizio omofobo tenuto da un deputato della Duma, Nicolaj Kurjanovic. Quindi, rinnovando l'impegno e la mia soddisfazione per l'impegno da parte del Governo, vigileremo tutti affinché, quando si parla di Unione europea e si hanno relazioni diplomatiche con rappresentanti delle altre nazioni, venga affrontato anche il tema dei diritti della persona, indipendentemente dall'orientamento sessuale, dalla provenienza geografica o dalla religione.
PRESIDENTE. L'onorevole Grillini ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 300274.
FRANCO GRILLINI. Anch'io mi dichiaro molto soddisfatto. Vorrei anzi direPag. 4che, ascoltando la risposta del Governo, non potevo non fare un confronto con la precedente legislatura, nel livello di sensibilità e di informazione qui dimostrato, certamente non paragonabile con la precedente maggioranza.
Il sottosegretario Crucianelli ricordava che la legislazione antiomosessuale è stata abrogata in Russia nel 1993, con l'abolizione del famigerato articolo 221 del codice penale, che fu utilizzato a fini politici dalla dittatura sovietica per condannare artisti, intellettuali e dissidenti, accusandoli di omosessualità, anche quando omosessuali non erano. Quella norma è stata abrogata nel 1993, ma come tutti sanno non è sufficiente abrogare una legislazione razzista per risolvere il problema delle discriminazioni e dell'atteggiamento della popolazione, ma soprattutto delle autorità, nei confronti delle organizzazioni delle lesbiche, degli omosessuali, dei transessuali e della loro libertà di manifestazione. Tra l'altro, va ricordato che la Russia ha sottoscritto un trattato internazionale nel 1998, la Convenzione europea per i diritti dell'uomo, il cui articolo 11 garantisce la libertà di riunione. Credo che occorra richiamare anche la Russia di Vladimir Putin al rispetto delle convenzioni firmate, come peraltro ricordava l'onorevole sottosegretario.
Mi preme poi ricordare che l'azione e l'attività di Governo di pungolo - come ricordato dallo stesso sottosegretario - possono essere di grande rilevanza. Il nostro paese potrebbe porre a livello internazionale la questione dei diritti umani come clausola o condizione per la sottoscrizione di rapporti economici (credo che una discussione di questo tipo sia stata anche fatta dal Presidente del Consiglio Romano Prodi nel recente viaggio in Cina, durante il quale la questione dei diritti umani è stata posta con forza).
Credo che sia doveroso da parte del nostro Governo porre con forza e con decisione la questione dei diritti umani anche in riferimento alla questione omosessuale. Il problema non esiste solo nella Russia di Putin, purtroppo. Non c'è solo lì la difficoltà di manifestare, di riunirsi o di esprimere le proprie opinioni. Ad esempio, una vicenda analoga è avvenuta anche in Polonia, dove la pressione internazionale si è rivelata molto efficace perché finalmente quest'anno si è potuta svolgere la manifestazione del gay pride, cui hanno partecipato oltre 20 mila persone nelle vie di Varsavia. Tuttavia, negli anni passati tale manifestazione era stata vietata da colui che in seguito sarebbe diventato Capo dello Stato. I problemi posti dalla Polonia dei gemelli Kaczynski sono sotto gli occhi di tutti: razzismo, antisemitismo e mancanza di efficacia nel combattere la nascita di gruppi neonazisti.
Purtroppo, nell'est europeo vi è la presenza del fondamentalismo religioso, soprattutto dovuto alla Chiesa ortodossa ufficiale. A mio avviso occorre avere uno sguardo complessivo su tali fenomeni e fare attenzione ai problemi ancora esistenti nell'est europeo, come in Serbia, in Albania, in Lettonia, in Lituania, in Romania. Addirittura, l'Unione europea aveva invitato la Lettonia ad adottare, come condizione per l'adesione, una legislazione nella quale doveva essere sancito con nettezza e chiarezza il divieto delle discriminazioni dovute ad orientamenti sessuali. Ebbene, la Lettonia ha approvato una legge che invece rende lecite tali discriminazioni.
Credo che gli strumenti a disposizione del nostro Governo per fare pressione sono molti ed importanti. Innanzitutto, bisogna ricordare lo strumento degli scambi economici. Inoltre, è importante sottolineare che problemi di questo tipo sono assai gravi anche in altri paesi. Ricordo che sono ancora settanta i paesi in cui l'omosessualità è illegale; addirittura in sei paesi islamici è prevista la pena di morte. In questi casi, ritengo importante la concessione del diritto di asilo per i rifugiati, come è stato recentemente ricordato in Parlamento. Pertanto, invito il Governo ed il Ministero degli esteri ad essere disponibile con le organizzazioni italiane degli omosessuali, dei transessuali e delle lesbiche per valutare la concessione del diritto di asilo conseguente alle discriminazioni e ai drammi che avvengono inPag. 5molti paesi dove purtroppo l'omosessualità continua ad essere illegale, ad essere configurata come un reato e dove il diritto all'associazione e alla manifestazione continua ad essere negato.
(Celebrazioni in occasione del cinquantesimo anniversario dell'invasione dell'Ungheria da parte dell'Unione Sovietica - n. 3-00030)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Famiano Crucianelli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Migliori n. 3-00030 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2).
FAMIANO CRUCIANELLI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, la rivoluzione del 1956, di cui quest'anno ricorre il cinquantenario, costituisce un evento di fondamentale importanza per l'identità democratica nazionale del popolo ungherese. Per questo la recentissima visita del signor Presidente della Repubblica a Budapest, lo scorso 26 settembre, ha costituito un momento di alto valore simbolico, che ha contribuito a rinsaldare i nostri legami con l'Ungheria, anche attraverso l'onore reso ai martiri dei moti del 1956.
In occasione del suo discorso all'Accademia ungherese delle scienze, il Capo dello Stato ha sottolineato come anche tra quanti non compresero l'autentica natura della rivoluzione ungherese nel momento in cui veniva sopraffatta dalla violenza dell'intervento sovietico, vi fu chi giunse poi - rivedendo radicalmente le proprie posizioni - alla chiara consapevolezza del significato di quello storico evento.
Deponendo corone di fiori al monumento dei martiri del 1956 e alla tomba di Imre Nagy, il signor Presidente della Repubblica ha rinnovato l'omaggio ai combattenti e alle vittime di un moto generoso, condannato all'isolamento e alla sconfitta in un mondo percorso dalle tensioni e dalle logiche di blocco della guerra fredda. Si trattava di un generoso moto di popolo che costituì, tuttavia, uno straordinario momento precursore della storica riunificazione del nostro continente nello spazio unitario di civiltà dell'Unione europea.
Per commemorare il cinquantesimo anniversario della rivoluzione ungherese, l'Istituto italiano di cultura di Budapest ha ospitato nei giorni 28-29 settembre 2006 una conferenza internazionale intitolata: «Il 1956 e l'Ungheria nelle memorie dei protagonisti. Alla ricerca della libertà e della democrazia». A margine della conferenza è stata allestita un'esposizione di libri e fotografie relative alla rivoluzione del 1956 nonché una retrospettiva cinematografica.
La manifestazione è stata organizzata dall'Ambasciata di Italia a Budapest in collaborazione con le locali rappresentanze diplomatiche di Australia, Canada, Francia, Svezia, Svizzera e Stati Uniti, il Centro Internazionale per la Transizione Democratica, l'UNHCR e la Croce Rossa internazionale. Lo scorso 26 settembre il signor Presidente della Repubblica, nel corso della sua visita a Budapest, ha visitato l'esposizione. Lo stesso ministro per gli affari esteri D'Alema parteciperà poi in veste ufficiale alle commemorazioni del cinquantenario della rivoluzione ungherese, che si terranno a Budapest il 22 e il 23 ottobre prossimi.
Desidero poi segnalare che, in occasione della visita in Italia del Presidente della Repubblica di Ungheria Làszlò Sòlyom, il prossimo 7 novembre l'Università La Sapienza ha organizzato una conferenza a Roma sul tema della rivoluzione del 1956. A tale evento è prevista la partecipazione di alcune tra le più alte cariche dello Stato. Segnalo infine che il Ministero degli affari esteri ha concesso il suo patrocinio alle manifestazioni celebrative del cinquantenario della rivoluzione ungherese, organizzate dall'associazione culturale italo-ungherese del Friuli-Venezia Giulia «Pier Paolo Vergerio» a Trieste il 31 marzo, a Duinio il 1o aprile e ancora a Trieste il 12 maggio e il 24 ottobre del 2006.
PRESIDENTE. L'onorevole Migliori ha facoltà di replicare.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, insieme al collega Menia, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, abbiamo presentato questa interrogazione per comprendere se il Governo italiano avesse l'intenzione di organizzare iniziative autonome, non di mero ricordo o meramente celebrative, bensì di riflessione, circa gli eventi del 1956 e l'invasione sovietica dell'Ungheria. La risposta del sottosegretario Crucianelli a nome del Governo, se fa coincidere le nostre riflessioni in premessa con quelle che egli ha svolto, arriva però a conclusioni operative che non possono lasciare soddisfatti.
Voglio dire che, se, come diciamo noi nella interrogazione - e Crucianelli conferma nella sua risposta -, gli eventi di Budapest del 1956 sono stati precursori delle esigenze di unità concreta dei popoli europei, che solamente quarant'anni dopo poterono vedere concretizzazione con la caduta del Muro di Berlino e se è vero che si trattò, come egli ha detto, di un generoso moto di popolo teso a sottolineare l'identità nazionale e democratica dell'Ungheria, quindi se quegli avvenimenti non possono essere circoscritti unicamente ad un popolo europeo, bensì appartengono alla memoria, a questo riguardo condivisa, di tutti i popoli europei, trovo allora che le iniziative che il Governo italiano ha assunto in merito siano francamente marginali.
Ho apprezzato, come tutti gli italiani, la serietà e la solennità con la quale il Presidente della Repubblica si è recato a Budapest la settimana scorsa. Non è un caso che nessun tipo di polemica culturale o politica si sia aperta sul suo atteggiamento, tenuto in quella sede a nome, io ritengo, di tutto il nostro paese. Ma, oggettivamente, se escludiamo questa pur significativa e solenne partecipazione del Presidente Napolitano a Budapest la settimana scorsa, a me pare francamente marginale l'impegno concreto del Governo per sottolineare questa ricorrenza, che, lo ripeto, non può essere semplicemente di natura celebrativa.
Che senso può avere una pur significativa iniziativa di carattere multilaterale, sostenuta dall'istituto culturale di Budapest, la presenza - aggiungo doverosa - del ministro degli affari esteri a Budapest i prossimi 22 e 23 ottobre, il patrocinio ad iniziative di carattere culturale in Friuli-Venezia Giulia o la partecipazione del Governo all'organizzazione di una mostra dell'Università romana, alla quale prenderà poi parte nel suo viaggio in Italia il presidente ungherese?
Noi, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, avevamo sollecitato iniziative di ben più ampio significato e respiro, capaci sul serio di rapportare gli avvenimenti del 1956 al contributo italiano, già da allora espresso, ai fini dell'Unione europea e ai fini della riunificazione, anche politica, dei popoli europei dopo la divisione del mondo in due blocchi.
In ciò, signor Presidente, consiste l'insoddisfazione - mia personale e del nostro gruppo - rispetto alla risposta avuta da parte del sottosegretario. Aggiungo anche che sia il Governo sia il Parlamento non possono considerare esaustiva della partecipazione italiana al cinquantesimo anniversario di Budapest la pur autorevole e significativa presenza del Presidente Napolitano, la settimana scorsa, proprio a Budapest. Chiederemo anche al Presidente della Camera dei deputati, onorevole Bertinotti, di assumere iniziative, congiuntamente al Parlamento ungherese, che reputo possano e debbano essere adottate per sottolineare seriamente - ripeto, non in modo celebrativo - la partecipazione vera, autentica del popolo italiano al dramma ungherese del 1956, che fu non solo il dramma dell'Ungheria, ma anche il dramma dell'Europa e della ricerca disperata dell'identità nazionale e della libertà del popolo magiaro.
(Progetto di realizzazione della superstrada della Valsugana - n. 2-00086)
PRESIDENTE. L'onorevole D'Agrò ha facoltà di illustrare la sua interpellanzaPag. 7n. 2-00086 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 3).
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, illustrerò molto brevemente la mia interpellanza. La Valsugana era nota per una canzone alpina. Oggi, purtroppo, è nota per il dramma, che si verifica soprattutto nei periodi estivi e nei weekend, della transitabilità. L'opera in questione è un'incompiuta. È una strada cui, da Trento a Venezia, molte amministrazioni hanno messo mano utilmente per realizzare una tratta veloce che colleghi la portualità veneta alla Mitteleuropa. Vi è una «strozzatura» di dieci chilometri che non si riesce a modificare. È un'incompiuta per tale motivo. È talmente incompiuta che, purtroppo, comporta situazioni non soltanto di difficoltà di traffico, ma di mortalità incidentale notevolissima.
A me interessava capire un dato: poiché credo si tratti di un'opera strategica, intesa quale possibilità, allorché completata, di determinare un risparmio di 150 chilometri, soprattutto per gli automezzi, per arrivare al Brennero, credo anche che la stessa abbia necessità di essere inserita in una scala di priorità, anche di questo Governo, che mi pare abbia deciso di togliere dalle proprie priorità alcune opere infrastrutturali non ancora iniziate, ma che dovrebbe, per quelle ancora incompiute, accelerare il processo di determinazione e di scelta di investimento per il loro completamento.
Attendo dal Governo una risposta, che spero sia conveniente anche alla filosofia che informa l'attuale maggioranza.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Luigi Meduri, ha facoltà di rispondere.
LUIGI MEDURI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture. Signor Presidente, con riferimento alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde, l'ANAS Spa riferisce che l'intervento in variante della strada statale n. 47 tra Pian dei Zocchi e Pove del Grappa è previsto nel piano decennale della viabilità dell'ANAS 2003-2012, per un importo presunto pari a 400 milioni di euro.
Per tale intervento, la provincia di Vicenza si è fatta carico della progettazione preliminare, in conformità alla convenzione 8 aprile 2003 tra regione Veneto, provincia di Vicenza e ANAS. L'incarico, i cui oneri sono ripartiti tra ANAS, per il 57 per cento, regione Veneto e provincia, per il restante 43 per cento è stato affidato all'associazione temporanea di imprese con mandataria SWS di Trento.
Il progetto prevede una strada di categoria B a due corsie per ogni senso di marcia, con banchine laterali e spartitraffico centrale, lunga circa 13 chilometri, per un costo stimato di circa 457 milioni di euro. L'ANAS, così come stabilito nella convenzione, ha controllato il progetto preliminare e ad ottobre del 2005 ha trasmesso le sue osservazioni al progettista per le opportune revisioni. Attualmente, è in corso la revisione del progetto da parte dell'ATI incaricata.
L'inserimento dell'opera nei piani programmatici dell'ANAS e la relativa copertura finanziaria restano subordinate alle indicazioni di priorità che saranno stabilite in relazione alle risorse finanziarie che si renderanno disponibili.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Agrò ha facoltà di replicare.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, è difficile dichiarare se si sia soddisfatti o meno. Comprendo l'attenzione che il sottosegretario Meduri ha posto nell'illustrazione di una cronistoria che, peraltro, non mi risulta così precisa. Infatti, i 450 milioni di euro (che sono indicati quale possibile cifra necessaria per il completamento) si riferiscono, probabilmente, ad un progetto diverso rispetto a quello che, invece, ha trovato concordi la provincia, i comuni e la regione, vale a dire quello che prevede la realizzazione di una galleria. È vero che, con la realizzazione di una galleria a canna unica, probabilmente rientreremmo in questo importo; peraltro, come afferma il signor sottosegretario conPag. 8molta amabilità, ciò è subordinato alle diverse priorità ed anche alla disponibilità di risorse. Quest'ultimo è il tema fondamentale. Riteniamo che questa sia una priorità, ma essa è connessa proprio all'aspetto ideologico e culturale con cui il Governo si riferisce ai piani di completamento delle infrastrutture di questo paese, pur sapendo perfettamente che cosa significhi questa arteria per la viabilità e la mobilità del Veneto, carente di infrastrutture e sostanzialmente bloccato in alcuni periodi dell'anno ed in alcune ore del giorno, e sapendo anche perfettamente che questa tratta effettivamente può snellire il traffico e migliorare i collegamenti di un'area congestionata, come la nostra, creando uno sbocco nella Mitteleuropa. Ritengo che questa realizzazione debba e possa trovare sensibilità da parte dell'attuale Governo e, quindi, appoggio, anche per quanto concerne le priorità finanziarie. Mi auguro che questa sensibilità ci sia e che una strana storia, così lunga (che si ripete molte volte in questo paese) almeno in questo caso abbia la possibilità di concludersi con un atto di eccellenza.
(Tempi di realizzazione del corridoio di viabilità autostradale dorsale Mestre - Orte - Civitavecchia - n. 3-00194 )
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Luigi Meduri, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Pedulli n. 3-00194 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 4).
LUIGI MEDURI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture. Signor Presidente, nel merito della questione afferente alle modalità di attuazione degli impegni programmatici di investimento sulla E 45, l'ANAS Spa ribadisce il proprio costante impegno progettuale e finanziario per far fronte alle problematiche presenti sull'itinerario E 45. Tale impegno è documentato dal quadro complessivo degli interventi in corso, in fase di appalto e di progettazione, di cui al prospetto che metterò a disposizione della Camera dei deputati, suddiviso in base alla competenza territoriale.
Il piano di interventi comprende lavori sia di adeguamento e sistemazione sia di riqualificazione funzionale, per ovviare alle carenze strutturali dell'arteria, realizzata parecchi anni or sono e aggravata dall'aumento dei transiti, specie pesanti. A tal fine, sono stati effettuati interventi di manutenzione straordinaria che hanno interessato, in particolar modo, la sovrastruttura stradale e le opere di sicurezza e hanno comportato lavori su corpo stradale mirati ad ottenere una stabilizzazione dello stesso, per risultati duraturi e definitivi.
Chiaramente, si tratta di lavori particolarmente onerosi sotto il profilo finanziario; il costo elevato ha consentito pertanto la sistemazione di tratti limitati, che hanno permesso una sufficiente percorribilità che va comunque mantenuta e migliorata.
In merito alle perduranti e frequenti deviazioni del traffico dalla strada statale 3-bis sulla adiacente strada provinciale, l'ANAS riferisce che le tipologie di intervento previste, nonché l'attuale geometria della sede stradale, hanno richiesto inevitabilmente l'attivazione di scambi di carreggiata e, nel tratto compreso tra il chilometro 168,200 (svincolo di Verghereto) ed il chilometro 162,800 (svincolo di Canili), la deviazione del traffico sull'adiacente strada provinciale n. 138.
Dette deviazioni sono state disposte dal competente compartimento, in ossequio al vigente codice della strada e al relativo regolamento di esecuzione, e preventivamente discusse con gli organi territoriali. Ciò è avvenuto unicamente nei casi in cui si è ritenuto necessario garantire l'incolumità della sicurezza veicolare circolante lungo la statale 3-bis a causa del manifestarsi di imprevisti cedimenti strutturali delle opere d'arte del tratto montano, sino all'esecuzione dei necessari interventi di ripristino. La deviazione è stata altresì disposta quando la realizzazione dei previsti interventi di adeguamento strutturale alla normativa CNR delle opere d'arte stesse, tuttora in corso d'esecuzione, nonPag. 9ne consentiva il compimento in presenza di traffico, limitando le deviazioni imposte al tempo strettamente necessario e provvedendo, non appena possibile, al ripristino della normale circolazione veicolare.
La società stradale pone in evidenza che tale necessità è spesso imposta, nel tratto Verghereto-Canili, dalla limitazione di transito su unica corsia esistente in entrambe le direzioni di marcia in corrispondenza del viadotto Fornello, a causa dei problemi statici dello stesso. Per risolvere definitivamente tale problematica, sono in corso d'appalto lavori di rifacimento del viadotto stesso, per un importo di circa 14 milioni di euro, oltre ad interventi di manutenzione straordinaria della sovrastruttura stradale, in tratti saltuari, per circa 4 milioni di euro. Sono invece già in corso di esecuzione due interventi di riqualificazione funzionale della statale per un importo di oltre 23 milioni di euro e tre interventi di manutenzione straordinaria per un importo di circa 10 milioni di euro. È altresì in corso di esecuzione un intervento per la sistemazione stradale in tratti saltuari tra i chilometri 139 e 162,800, nei punti più ammalorati, in prossimità del confine toscano con l'Emilia Romagna.
Risulta in fase di istruttoria la progettazione esecutiva, a carico dell'impresa aggiudicataria, dell'appalto integrato relativo ai lavori di adeguamento al tipo III norme CNR del lotto IV-2 stralcio tra i chilometri 175,490 e 185 per l'importo di circa 24,5 milioni di euro.
Oltre a ciò, sono in fase di progettazione numerosi interventi, di manutenzione straordinaria e adeguamento funzionale, ai fini dell'inserimento nella programmazione di ANAS.
Relativamente, infine, alla presenza di chiusure delle carreggiate senza cantieri aperti e alla presenza di cantieri che risultano funzionare a scartamento ridottissimo, con pochi mezzi meccanici, come riferito nell'atto cui si risponde, l'ANAS precisa che nella maggior parte dei casi le maestranze presenti sono quelle necessarie all'esecuzione delle lavorazioni nel rispetto dei relativi programmi di lavori che, comportando interventi su strutture esistenti in presenza di traffico, prevedono fasi lavorative tali da non permettere e da non richiedere la presenza in cantiere di un maggior numero di addetti o mezzi operativi. Nei casi in cui tale esigua presenza derivi invece da una insufficiente struttura produttiva impiegata dall'impresa rispetto alle reali necessità operative, gli uffici periferici competenti sono già intervenuti sollecitando una maggior produttività da parte dell'impresa appaltatrice mediante appositi ordini di servizio.
PRESIDENTE. L'onorevole Pedulli ha facoltà di replicare.
GIULIANO PEDULLI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Meduri per la risposta che mi ha fornito.
Innanzitutto, voglio confermare l'importanza che, nella programmazione delle infrastrutture nazionali, vi sia la conferma del corridoio autostradale relativo alla dorsale Mestre-Orte-Civitavecchia.
Ritengo sia importante che si attivi rapidamente il percorso per favorire l'avvio della realizzazione della grande opera - consapevoli delle condizioni nelle quali ci si è trovati in rapporto alla programmazione di grandi opere fatta in precedenza senza risorse - attraverso una concertazione con le regioni, con gli enti locali e con la compartecipazione dei privati.
Sappiamo che, nell'ambito di tale realizzazione, si procederà per stralci, pertanto il nostro invito è quello che, quando si entrerà nel merito, si dia priorità a quelle tratte che già oggi presentano maggiori problemi.
In ogni caso, occorre tenere distinta - come viene sottolineato continuamente in sede di incontri a livello locale - la vicenda riguardante la E55 dalle esigenze degli interventi di emergenza sulla E45. Infatti, la situazione è particolarmente pesante per quanto riguarda la tratta tra Pieve Santo Stefano e Bagno di Romagna, in ordine alla quale si registra una rilevante esasperazione da parte dei cittadini.
Tra l'altro, come ha sottolineato anche l'ANAS, a causa del rilevante aumento delPag. 10traffico, la tratta E45, spesso, costituisce un'alternativa alla parte appenninica dell'autostrada A1 Bologna-Firenze.
Bisogna, quindi, garantire l'agibilità e la sicurezza su tutto il tratto, ma particolarmente in alcune aree, dove si registrano cattive condizioni del manto stradale, assenza di corsie di emergenza e pericolosità dei varchi che esistono negli spartitraffico.
Prendiamo atto degli impegni che sono stati assunti e che sono di rilevanza assoluta. Invitiamo ad attuare una vigilanza affinché, rispetto alle condizioni della tratta in questione (che il sottoscritto compie ogni giorno), venga garantita la presenza di personale e di attrezzature adeguate e si compiano interventi rapidi.
Vorrei rivolgere un ultimo invito. Si è costituito un comitato dei sindaci e cittadini nella parte del valico di Verghereto. Invito il ministero a prendere contatto per avere un incontro con loro al fine di spiegare fino in fondo la situazione.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.
La seduta, sospesa alle 10,45, è ripresa alle 15,10.