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Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,05).
(Discriminazioni fondate sulle differenti identità sessuali in Russia - n. 3-00009 e n. 3-00274)
PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Franco Russo n. 3-00009 e Grillini n. 3-00274, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanza e Interrogazioni sezione 1).
Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Famiano Crucianelli, ha facoltà di rispondere.
FAMIANO CRUCIANELLI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il diritto a dichiararsi omosessuale è stato legalmente riconosciuto in Russia nel 1993. Ciò ha favorito un graduale miglioramento delle condizioni della comunità omosessuale, che non è più totalmente emarginata e sottoposta ad ogni genere di discriminazione come in passato. Tuttavia, molto deve essere ancora fatto affinché gli omosessuali siano considerati parte integrante della società russa, con pari dignità ed uguali diritti. Ciò ha fatto sì che il numero delle violenze nei confronti degli omosessuali aumentasse considerevolmente del corso degli ultimi anni. In larghi strati della popolazione russa si guarda infatti con condiscendenza alle manifestazioni di intolleranza nei confronti della minoranza omosessuale, comprese quelle violente. Il rapporto dell'Alto Commissario del Consiglio d'Europa per i diritti umani, presentato nel 2005, relativo alla sua missione in Russia, aveva già rilevato l'effettivo dilagare dell'omofobia in Russia attraverso incitazioni verbali all'odio pronunciate non solo da gruppi estremisti, ma anche da autorità quali la Chiesa ortodossa e, altresì, sotto forma di episodi di violenza e aperta discriminazione.Pag. 2
Il Commissario rilevò con preoccupazione l'esistenza di una proposta di legge, presso la Duma, volta a ripristinare il reato di omosessualità (proposta di legge che non ha poi avuto, fortunatamente, seguito). Nel corso degli ultimi mesi si è assistito ad un ulteriore deterioramento della situazione, con un incremento degli atti di violenza nei confronti della comunità omosessuale che desta legittima preoccupazione.
Per combattere questi fenomeni si possono percorrere diverse strade. La prima strada è quella delle tutele giurisdizionali. Spetta naturalmente in prima battuta alla società civile russa, attraverso le sue associazioni e i suoi organismi non governativi, ribellarsi alle discriminazioni ai danni degli omosessuali, sollevando la questione di fronte alle autorità nazionali. Qualora il ricorso alle vie legali a livello nazionale non consentisse di giungere ad una soluzione soddisfacente, le stesse associazioni per la tutela dei diritti degli omosessuali potrebbero poi adire direttamente la Corte europea per i diritti dell'uomo per denunciare la violazione da parte della Russia dell'articolo 14 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, del 1950, il quale esplicitamente vieta le discriminazioni fondate sul sesso. Sono queste la forza e la straordinaria attualità della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, che assicura direttamente ai cittadini degli Stati che ne fanno parte la possibilità di un ricorso giudiziale. Una volta che la Corte di Strasburgo avesse appurato la violazione spetterebbe poi al comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, in cui siede un rappresentante per ogni stato membro, controllare la corretta esecuzione della sentenza da parte delle autorità russe. È in questa fase che l'Italia potrà svolgere con piena efficacia una funzione di controllo e di pungolo nei confronti delle autorità russe.
Oltre a quella giurisdizionale, vi è poi la strada delle pressioni politiche. È un fronte su cui l'Unione europea e l'Italia hanno già cominciato a muoversi. La questione dei diritti umani in Russia forma oggetto di specifiche consultazioni Unione europea-Russia la cui terza sessione si è tenuta a Vienna il 3 marzo 2006. Nel corso di tali consultazioni, l'Unione europea solleva regolarmente anche il tema della libertà di espressione e del rispetto delle minoranze e dell'uguaglianza di genere.
Per quanto riguarda in particolare gli episodi riferiti dagli onorevoli interroganti, la Presidenza austriaca dell'Unione europea ha infatti effettuato, il 16 giugno, un passo presso le autorità russe per sottolineare la preoccupazione europea per episodi di razzismo e di discriminazione nei confronti della comunità omosessuale verificatisi nel paese. Il vicedirettore del dipartimento diritti umani del Ministero degli affari esteri russo, signora Koronova, ha tenuto a ribadire, in risposta al passo della Presidenza, che la Federazione russa è uno stato pluralista dove i diritti degli omosessuali sono garantiti. Si è trattato di assicurazioni cui l'Unione europea, per voce della Presidenza, ha replicato chiedendo di essere informata in merito alle indagini intraprese dalle competenti autorità russe.
Il Governo italiano ritiene comunque necessario che la comunità internazionale, inclusa l'Unione europea, continui a portare all'attenzione delle autorità russe la questione della discriminazione della comunità omosessuale presente nella Federazione russa, esigendo una maggiore e più convinta tutela della stessa comunità, in conformità con gli impegni assunti dal paese con l'adesione agli strumenti internazionali in materia di diritti dell'uomo.
Per quanto riguarda, infine, l'ipotesi di una convenzione ad hoc a garanzia della libertà delle persone nel campo delle scelte sessuali, vorrei ricordare che il divieto di discriminazione, ivi compresa quella che si fonda sul sesso, è esplicitamente menzionata, non solo nella già citata Convenzione europea, ma anche nella maggior parte delle convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Ad esempio, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, all'articolo 2, recita che «ad ogni individuoPag. 3spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale, sociale, di ricchezza, di nascita, di altra condizione». La medesima tutela è garantita dal Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 che, all'articolo 26, prevede che «tutti gli individui sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. A questo riguardo, la legge deve proibire qualsiasi discriminazione e garantire a tutti gli individui una tutela eguale ed effettiva contro ogni discriminazione, sia essa fondata sulla razza, il colore, il sesso, la lingua, la religione, l'opinione politica o qualsiasi altra opinione, l'origine nazionale o sociale, la condizione economica, la nascita o qualsiasi altra condizione». Sul punto, vale la pena peraltro segnalare che il Comitato per i diritti umani delle Nazioni unite, nel 1994, ha equiparato, nel caso «Nicholas Toonen vs. Australia» la parola «sesso» all'espressione «orientamento sessuale».
Ciò detto, per quanto riguarda eventuali ulteriori iniziative nel quadro della lotta ad ogni forma di discriminazione, l'Italia continuerà a valutare in ambito multilaterale, anche con i partner europei, ogni proposta ritenuta utile volta alla tutela dei diritti della persona contro ogni forma di discriminazione, ivi inclusa quella basata sugli orientamenti sessuali.
PRESIDENTE. L'onorevole Guadagno, Vladimir Luxuria, ha facoltà di replicare per l'interrogazione Franco Russo n. 3-00009.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Ringrazio il sottosegretario ed esprimo la mia grande soddisfazione per la risposta che è stata data, perché denota sicuramente una grande sensibilità nei confronti di tutti i cittadini del mondo, compresi gli omosessuali e i transessuali. Lei ha ricordato che, in Russia, solo nel 1953 è stata cancellata una legge che puniva con pene detentive le persone omosessuali. Infatti, il Gay pride che si è tenuto il 27 maggio di quest'anno era proprio in ricordo del tredicesimo anniversario dell'abolizione di questa legge. Questo tentativo di pride, che sarebbe stato il primo in Russia, è stato violentemente e brutalmente ostacolato sia da fondamentalisti ortodossi sia da gruppi di ispirazione nazista. Vediamo con preoccupazione la nascita di tanti gruppi di ispirazione filonazista in tante nazioni ex comuniste dell'Est, come la Polonia (dove tra l'altro - anche lì - è avvenuto, a Poznan, un episodio di violenza nei confronti degli omosessuali) o l'Estonia.
Lei ha ricordato sicuramente tutte le convenzioni che tutelano le persone, indipendentemente dall'orientamento sessuale e dalla loro identità di genere e ha preso, per il Governo italiano, l'impegno a garantire la tutela di queste persone. Credo che questo sia un sollievo per l'organizzatore del primo pride tentato a Mosca, Nikolaji Alekseyev, che magari potrà riprovare l'anno prossimo ad organizzare a Mosca un altro pride, magari con il sostegno dell'Unione europea. Guardiamo con preoccupazione ad alcuni tentativi fatti all'interno del Governo russo e anche della Duma. Come lei ha ricordato, quest'ultimo non ha fortunatamente avuto successo, ma a margine dello stesso pride di cui non è stata permesso lo svolgimento, vi è stato un improvvisato comizio omofobo tenuto da un deputato della Duma, Nicolaj Kurjanovic. Quindi, rinnovando l'impegno e la mia soddisfazione per l'impegno da parte del Governo, vigileremo tutti affinché, quando si parla di Unione europea e si hanno relazioni diplomatiche con rappresentanti delle altre nazioni, venga affrontato anche il tema dei diritti della persona, indipendentemente dall'orientamento sessuale, dalla provenienza geografica o dalla religione.
PRESIDENTE. L'onorevole Grillini ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 300274.
FRANCO GRILLINI. Anch'io mi dichiaro molto soddisfatto. Vorrei anzi direPag. 4che, ascoltando la risposta del Governo, non potevo non fare un confronto con la precedente legislatura, nel livello di sensibilità e di informazione qui dimostrato, certamente non paragonabile con la precedente maggioranza.
Il sottosegretario Crucianelli ricordava che la legislazione antiomosessuale è stata abrogata in Russia nel 1993, con l'abolizione del famigerato articolo 221 del codice penale, che fu utilizzato a fini politici dalla dittatura sovietica per condannare artisti, intellettuali e dissidenti, accusandoli di omosessualità, anche quando omosessuali non erano. Quella norma è stata abrogata nel 1993, ma come tutti sanno non è sufficiente abrogare una legislazione razzista per risolvere il problema delle discriminazioni e dell'atteggiamento della popolazione, ma soprattutto delle autorità, nei confronti delle organizzazioni delle lesbiche, degli omosessuali, dei transessuali e della loro libertà di manifestazione. Tra l'altro, va ricordato che la Russia ha sottoscritto un trattato internazionale nel 1998, la Convenzione europea per i diritti dell'uomo, il cui articolo 11 garantisce la libertà di riunione. Credo che occorra richiamare anche la Russia di Vladimir Putin al rispetto delle convenzioni firmate, come peraltro ricordava l'onorevole sottosegretario.
Mi preme poi ricordare che l'azione e l'attività di Governo di pungolo - come ricordato dallo stesso sottosegretario - possono essere di grande rilevanza. Il nostro paese potrebbe porre a livello internazionale la questione dei diritti umani come clausola o condizione per la sottoscrizione di rapporti economici (credo che una discussione di questo tipo sia stata anche fatta dal Presidente del Consiglio Romano Prodi nel recente viaggio in Cina, durante il quale la questione dei diritti umani è stata posta con forza).
Credo che sia doveroso da parte del nostro Governo porre con forza e con decisione la questione dei diritti umani anche in riferimento alla questione omosessuale. Il problema non esiste solo nella Russia di Putin, purtroppo. Non c'è solo lì la difficoltà di manifestare, di riunirsi o di esprimere le proprie opinioni. Ad esempio, una vicenda analoga è avvenuta anche in Polonia, dove la pressione internazionale si è rivelata molto efficace perché finalmente quest'anno si è potuta svolgere la manifestazione del gay pride, cui hanno partecipato oltre 20 mila persone nelle vie di Varsavia. Tuttavia, negli anni passati tale manifestazione era stata vietata da colui che in seguito sarebbe diventato Capo dello Stato. I problemi posti dalla Polonia dei gemelli Kaczynski sono sotto gli occhi di tutti: razzismo, antisemitismo e mancanza di efficacia nel combattere la nascita di gruppi neonazisti.
Purtroppo, nell'est europeo vi è la presenza del fondamentalismo religioso, soprattutto dovuto alla Chiesa ortodossa ufficiale. A mio avviso occorre avere uno sguardo complessivo su tali fenomeni e fare attenzione ai problemi ancora esistenti nell'est europeo, come in Serbia, in Albania, in Lettonia, in Lituania, in Romania. Addirittura, l'Unione europea aveva invitato la Lettonia ad adottare, come condizione per l'adesione, una legislazione nella quale doveva essere sancito con nettezza e chiarezza il divieto delle discriminazioni dovute ad orientamenti sessuali. Ebbene, la Lettonia ha approvato una legge che invece rende lecite tali discriminazioni.
Credo che gli strumenti a disposizione del nostro Governo per fare pressione sono molti ed importanti. Innanzitutto, bisogna ricordare lo strumento degli scambi economici. Inoltre, è importante sottolineare che problemi di questo tipo sono assai gravi anche in altri paesi. Ricordo che sono ancora settanta i paesi in cui l'omosessualità è illegale; addirittura in sei paesi islamici è prevista la pena di morte. In questi casi, ritengo importante la concessione del diritto di asilo per i rifugiati, come è stato recentemente ricordato in Parlamento. Pertanto, invito il Governo ed il Ministero degli esteri ad essere disponibile con le organizzazioni italiane degli omosessuali, dei transessuali e delle lesbiche per valutare la concessione del diritto di asilo conseguente alle discriminazioni e ai drammi che avvengono inPag. 5molti paesi dove purtroppo l'omosessualità continua ad essere illegale, ad essere configurata come un reato e dove il diritto all'associazione e alla manifestazione continua ad essere negato.