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Discussione delle mozioni La Loggia ed altri n. 1-00029 e D'Alia ed altri n. 1-00037 sulle iniziative volte a far proseguire le procedure per realizzare il ponte sullo stretto di Messina (ore 15,25).
(Intervento del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Tommaso Casillo.
TOMMASO CASILLO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture. Signor Presidente, onorevoli deputati, cercherò di far recuperare tempo all'Assemblea. Il Governo, fin dal suo insediamento, ha evidenziato di non considerare, attesa l'esiguità delle risorse economiche disponibili, il programma diretto alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina come prioritario, ritenendo invece di dover rivolgere preventivamente la sua attenzione ed i relativi fondi alla realizzazione di altre iniziative infrastrutturali, considerate di maggior necessità per lo sviluppo del Paese ed in particolare per il rilancio della Sicilia e della Calabria.
Si è comunque da subito precisato come tale posizione non dovesse essere intesa nel senso di un giudizio di inutilità dell'opera, sebbene il problema del suo finanziamento, trascurato nel passato, unitamente ad altre esigenze strutturali a carattere essenziale, abbia imposto scelte volte a stabilire delle precedenze realizzative. Se ciò non significa che il Governo è intenzionato a chiudere definitivamente la questione «ponte», come peraltro dimostrano le iniziative assunte in sede di manovra finanziaria, nel cui ambito sono state effettuate scelte importanti a tal riguardo, si sta procedendo con una programmazione diretta a predisporre quanto infrastrutturalmente necessario nel contesto di una priorità di un'indispensabile riqualificazione infrastrutturale dell'intera area interessata a porre le basi per una futura realizzazione del ponte.
In particolare, ci si riferisce alla decisione di far uscire la società Fintecna dalla compagine azionaria dello Stretto di Messina, facendo rilevare la relativa quota da parte dell'ANAS, lasciando comunque in vita la società Stretto di Messina Spa, peraltro senza modificarne la missione originaria. Queste importanti decisioniPag. 35sono evidentemente finalizzate a garantire la realizzazione del programma di opere infrastrutturali di adduzione allo stretto, rendendosi necessario rimuovere l'elemento di rigidità costituito dalla previsione della riserva legale, di cui alla legge 17 dicembre 1971, n. 1508, cedendo il relativo ramo di azienda ad ANAS Spa, ferma restando la partecipazione al capitale sociale delle regioni Sicilia e Calabria nonché di altre società controllate dallo Stato e di amministrazioni ed enti pubblici. Si vuol fare riferimento, in particolare, alle cosiddette opere complementari, funzionali e compensative.
Si prevede, inoltre, che le risorse finanziarie inerenti agli impegni assunti da Fintecna nei confronti di Stretto di Messina per la realizzazione del collegamento stabile viario e ferroviario fra la Sicilia e il continente (una volta che le azioni di Stretto di Messina, possedute da Fintecna siano state trasferite ad altra società controllata dallo Stato) saranno attribuite al Ministero dell'economia e delle finanze ed iscritte in apposito capitolo nel bilancio dello Stato denominato «Interventi per la realizzazione di opere infrastrutturali in Sicilia e Calabria», il cui utilizzo è stabilito con decreto del ministro delle infrastrutture, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, di intesa con le regioni Sicilia e Calabria.
L'attivazione di tale meccanismo determina il rilancio del programma infrastrutturale nell'area di collegamento tra la regione Sicilia ed il continente, attraverso la realizzazione di opere di adduzione allo stretto senza onere alcuno per lo Stato e con notevoli implicazioni occupazionali.
È di tutta evidenza, quindi, che il Governo, con la manovra finanziaria, ha puntato soprattutto a salvaguardare quanto era irrinunciabile per la realizzazione delle infrastrutture ritenute prioritarie. Nel contempo, ha rivolto la sua attenzione a quelle misure dirette a fornire copertura ad opere che, ancorché programmate ed in fase di avanzata esecuzione, erano tuttavia prive di risorse impiegabili. Ora invece c'è almeno la certezza che i cantieri che si apriranno lavoreranno fino al completamento dell'opera. D'altronde, è notorio come l'attuale situazione in cui versa la finanza pubblica permetta di compiere un passo alla volta, stabilendo nell'ambito di una dettagliata programmazione di carattere generale, anno per anno, nei confronti di quali iniziative - necessarie a rilanciare la Calabria e la Sicilia - concentrare le risorse disponibili.
Gli sforzi del Governo e quindi del Ministero delle infrastrutture sono volti a recuperare il ritardo infrastrutturale attraverso un programma certo e trasparente, prevedendo altresì una leale collaborazione con le regioni e gli enti locali, allo scopo di mettere in campo tutte le risorse disponibili e responsabilizzare ogni livello politico e decisionale. L'obiettivo è quello di programmare un mosaico di interventi, in grado di ridisegnare quella parte dell'Italia meridionale compresa tra la Sicilia e la Calabria, facilitando la mobilità e rendendo efficienti i servizi per i cittadini.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.