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TESTO INTEGRALE DEGLI INTERVENTI DEI DEPUTATI FELICE BELISARIO E KARL ZELLER.
FELICE BELISARIO. Signor Presidente della Camera dei deputati, Signor Presidente del Consiglio e Signori ministri, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, dopo una lunga e aspra campagna elettorale, naturale conclusione di una legislatura che ha prodotto ed acuito divisioni in un clima che ha fermato lo sviluppo del Paese, il nuovo Governo, nella pienezza dei suoi poteri e delle sue funzioni, è pronto a lavorare con pazienza, competenza e passione, sostenuto da una maggioranza coesa e vogliosa di portare a soluzione i tanti problemi lasciatigli in saldo negativo dal Governo precedente.
Presidente Prodi, se volessimo caratterizzare le comunicazioni che Ella ha reso a questa Assemblea, potremmo dire senza incertezze che esse indicano un indirizzo moderno della funzione di governo che deve esprimersi in un clima di serenità, concertazione ed ottimismo. Non vi è chi non abbia colto nelle Sue parole la preoccupazione di dover lavorare sodo con la Sua squadra, prendendo in mano le redini di uno Stato in cui le contraddizioni economiche, sociali, culturali e politiche sono state esasperate, chissà se deliberatamente, ma che devono essere superate in fretta per il bene di tutti i nostri connazionali e non certamente di una sola parte.
La novità vera è rappresentata dalla Sua determinazione nella voglia di fare, speculare alle straordinarie potenzialità di un intero «sistema Italia», impantanato in una evidente difficoltà economica che, ne siamo certi, le scelte di governo e il trend internazionale positivo ci aiuteranno a lasciarci alle spalle.
Due sono i punti che vorrei brevemente trattare e che stanno molto a cuore all'Italia dei Valori: l'uno, le condizioni per ridare competitività al sistema economico e stabilità alle relazioni sociali; l'altro, il funzionamento della giustizia.
Sul primo, vorrei ricordare che l'economia liberale si fonda sul rispetto di regole certe e condivise. In Italia di regole ce ne sono forse fin troppe, non sono sempre chiare e a volte è mancata persino la volontà di farle rispettare, se addirittura non è emersa quella di eluderle.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l'economia è stata in balia dei più furbi e prepotenti che in ogni settore della vita pubblica e privata sono stati portati in continuazione a sfruttare sanatorie, prescrizioni, condoni di varia natura, indulti e quanto di simile. Purtroppo, ed Ella lo conferma nelle sue comunicazioni, è passata l'idea che è possibile, pur violando consapevolmente la legge, sperare di farla franca. Prima ancora dei codici è stata Pag. 108calpestata l'etica dei comportamenti che deve presiedere ad ogni azione umana.
Al punto in cui siamo tutti, famiglia, mondo della istruzione e delle cultura, volontariato, forze produttive e sociali, e ovviamente prima degli altri noi politici, dobbiamo sanare questo vulnus pericoloso per i nostri giovani bombardati da modelli di vita a volte tutt'altro che encomiabili.
Ecco allora che, per ridare credibilità al nostro sistema economico, va innanzitutto stanato, senza esitazioni e blandizie, tutto quel mondo imprenditoriale sommerso che sottrae risorse fresche ad una equilibrata politica di risanamento e di investimenti. Vanno ridati fiducia e sostegno al sistema delle piccole e medie imprese che sono il tessuto connettivo dell'Italia. Pur nella necessaria compatibilità con la libera concorrenza, va salvaguardata la proprietà italiana di grandi imprese che sono strategiche per il paese connotandone alcune di esse persino l'immagine stessa. Va combattuta la criminalità organizzata che condiziona visibilmente la imprenditoria e la vita socio-economica di almeno quattro regioni, ma che tende a nazionalizzare, e sempre più spesso internazionalizzare, influenza e guadagni. È finanche pleonastico sottolineare che gli investimenti stranieri, già fortemente diminuiti nell'ultimo quinquennio, andranno ad annullarsi in queste regioni perché nessuno avrà voglia di investire sapendo in partenza di avere un socio influente e pericoloso come le mafie. Al riguardo desidero suggerirle il rifinanziamento del fondo antiracket e antiusura proprio per contribuire con forza a liberare il mondo delle imprese, specie nel meridione d'Italia, dallo strangolamento dell'usura e dal ricatto della malavita. Il Mezzogiorno, Ella lo ha riaffermato, non è un peso ma una risorsa: per questo deve liberarsi al più presto di ogni forma di malaffare, vero e proprio veleno sociale.
In ogni caso va perseguito con fermezza lo snellimento delle procedure burocratiche i cui ritardi sono diventati un costo insopportabile per tutti i cittadini e, soprattutto, per le imprese. La trasparenza della pubblica amministrazione, di cui la politica deve essere sentinella vigile e intransigente, è vitale per evitare che all'interno della P.A. si annidino sacche di malcostume che possono portare a fenomeni di corruttela, ahinoi, sempre incombenti che danneggiano realmente il mondo produttivo.
Presidente Prodi, onorevoli colleghi, comprenderete l'attenzione che l'Italia dei Valori presta alla giustizia e al rispetto della legalità.
La storia del nostro partito e la positiva peculiarità del nostro leader ci impongono di tenere gli occhi bene aperti. Una giustizia più giusta non è quella che consente la dilatazione dei processi penali per un frainteso eccesso di garantismo e neppure quella che non è riuscita a tagliare i tempi dei processi civili, né quella che consente processi amministrativi caratterizzati da un rito fin troppo sommario nella fase cautelare.
Noi pensiamo ad una giustizia funzionale e celere dove le risorse finanziare consentono il necessario aumento degli organici giudiziari, il potenziamento degli Uffici amministrativi, il completamento dei concorsi per ufficiali giudiziari, l'acquisto e la manutenzione di strumenti informatici e quel o di materiale di cancelleria.
Non serviva e non serve solo la riforma dell'ordinamento giudiziario, voluta dal centrodestra nella scorsa legislatura in modo confuso e con intento punitivo, per dare efficienza ad un settore vitale per la democrazia. Tale riforma, con buona pace di chi l'ha voluta, va immediatamente sospesa ed annullata.
Chiediamo l'attuazione in tempi brevi, ci auguriamo a regime in questa legislatura, del processo civile telematico che potrebbe essere la chiave di volta per eliminare lungaggini, rinvii e quanto altro. Ormai questo sistema giudiziario è subito come una autentica insolenza dai cittadini che non riescono ad avere certezza né dei propri diritti e, purtroppo, neppure di quelli degli altri.
In questo settore non mi nascondo il particolare clima di emergenza che attraversa il mondo penitenziario e ritengo che ogni provvedimento debba essere meditato, Pag. 109preceduto da una chiara indicazione delle priorità di riforma. Poi possono essere presi provvedimenti che, diversamente, sarebbero un momentaneo rattoppo, mentre bisogna superare definitivamente la fase della emergenza mantenendo la certezza dei diritto con le necessarie garanzie individuali, ma anche realizzando la inviolabile certezza del sistema sanzionatorio.
Ho la consapevolezza che nella nostra maggioranza non mancheranno i necessari approfondimenti, in una dialettica che saprà fare sintesi virtuosa della diversità già peraltro ricondotta ad unità dal comune programma. Ma su questo specifico tema c'è il bisogno del confronto, della collaborazione e la condivisione di tutto il Parlamento o di gran parte di esso.
A pochi giorni dal 2 giugno, nel sessantesimo anniversario dell'avvio dei lavori della Assemblea Costituente intendo qui ribadire l'impegno dell'Italia dei Valori per respingere con il referendum la riforma che stravolge la nostra Costituzione, bisognosa di un deciso restyling ma non di una manomissione.
È in omaggio proprio ai nostri costituenti che intendo concludere con le parole di uno di loro, Piero Calamandrei: «Per fare buona politica, non c'è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie la buona fede, la serietà e l'impegno morale. In politica la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l'essere un buon affare».
A lei, e al suo Governo, Presidente Prodi, auguri di buon lavoro.
A questa Assemblea l'augurio di un impegno costante e proficuo, libero da faziosità e intolleranza.
KARL ZELLER, Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la SVP ha seguito con grande attenzione le dichiarazioni programmatiche del Presidente Prodi. Esse sono in linea con il programma elettorale della coalizione condiviso anche dal nostro partito. Vorrei ricordare a quest'Aula che la decisione di schierarci per noi, che stiamo storicamente al di fuori dei due blocchi, non era facile. La SVP non è mai stato e non sarà mai un partito di sinistra. Come partito di raccolta delle minoranze linguistiche tedesca e ladina la SVP è un classico partito di centro. Tanti dei nostri elettori avrebbero preferito una non scelta e quindi una posizione equidistante tra i due blocchi. Però l'attuale sistema bipolare, imposto anche dalla vigente legge elettorale, non consente una tale scelta se non al prezzo di essere fortemente penalizzati in termini di rappresentanza politica in Parlamento. Determinante per la nostra scelta era la personalità del Presidente Prodi che anche in passato aveva dimostrato di essere un grande amico delle autonomie speciali e delle minoranze linguistiche e che ci ha dato ampie garanzie per lo sviluppo dinamico della nostra autonomia. L'alleanza con le forze del centrosinistra non significa comunque che la SVP diventi una parte organica dell'Unione o dell'Ulivo. Restiamo un partito di centro, con la propria autonomia e indipendenza, sebbene facente parte della coalizione di centro-sinistra. Cercheremo quindi di rafforzare l'anima centrista della coalizione.
Non neghiamo di non essere riusciti a convincere tutto il nostro elettorato della bontà di questa alleanza di cui fanno parte anche partiti che si ispirano all'ideologia comunista. I nostri elettori si sono, almeno in parte, fatti disorientare dalla campagna populista di Berlusconi che dipingeva tutti che non erano con lui come comunisti. Abbiamo pagato un prezzo politico non indifferente in termini di voti. Il nostro comune impegno deve quindi essere quello di recuperare la fiducia dell'elettorato moderato. Ciò non potrà avvenire con belle parole ma solamente fatti concreti: Siamo convinti che con questo Governo saranno finalmente finiti i tempi delle leggi «una tantum», dei condoni e dei provvedimenti ad personam. Sicuramente saranno da revisionare alcune leggi del precedente Governo, ma siamo assolutamente contrari alla cancellazione indiscriminata di tutto quello che si era fatto. Questo vale per la Pag. 110legge Biagi, per la Bossi-Fini ma anche per una parte della cosiddetta devolution. Il mondo del lavoro ha bisogno di più flessibilità e la precarietà non va combattuta con imposizioni ma con incentivi per le imprese che decidono di stabilizzare i rapporti di lavoro. Siamo per una politica di immigrazione rigorosa e coerente che garantisca sì ai lavoratori extracomunitari una vita dignitosa, ma crediamo sia giusto richiedere a loro altresì il rispetto delle sensibilità, delle tradizioni e costumi della popolazione locale.
In ordine alla riforma costituzionale bisogna riconoscere che - con un voto trasversale - sono stati recepiti i nostri emendamenti a salvaguardia delle autonomie speciali, in particolare il principio che modifiche statutarie possano avvenire solo d'intesa tra Parlamento e Assemblee regionali e provinciali. Queste guarentigie devono comunque trovare ingresso nella Carta Costituzionale indipendentemente dall'esito dei referendum.
La vera sfida di questo Governo sarà la politica economica e fiscale: Il Governo Berlusconi ci ha lasciato una pesante eredità con un debito pubblico e un deficit alle stelle. Siamo convinti che la via giusta non siano riduzioni fiscali per guadagnarsi facili consensi ma la riconquista della competitività il che non sarà possibile senza una significativa riduzione del costo del lavoro. Condividiamo quindi l'obbiettivo del Governo di tagliare di 5 punti il costo dei lavoro da finanziare con la crescita e con tagli e certamente non con aumenti della pressione fiscale per le imprese. Ricordo che le tasse sulle rendite finanziarie in Italia sono inferiori di 8 punti alla media europea. Sarà pertanto necessario un riequilibrio tra le imposte per redditi finanziari e quelli d'impresa: Non è che chi crea posti di lavoro venga tartassato mentre chi investe solamente in borsa gode di un trattamento privilegiato.
Condividiamo un provvedimento di indulto o l'amnistia come richiesto anche dalle autorità ecclesiastiche. In tale contesto speriamo sia possibile risolvere il problema delle persone condannate negli anni sessanta all'ergastolo per gli attentati in provincia di Bolzano, per mettere finalmente una pietra tombale su tale periodo buio della nostra storia.
Siamo inoltre convinti che il Governo Prodi rifarà partire il motore dell'autonomia dinamica eliminando la situazione dì stallo degli ultimi cinque anni: Da anni le norme di attuazione in materia conservatorio, passaggio di ulteriori immobili demaniali e del personale amministrativo della giustizia, per la partecipazione al consiglio dei ministri, per citarne solo alcune, attendono di essere varati.
Signor Presidente, salutiamo con grande favore l'impegno da Lei assicurato per risolvere il problema delle centrali idroelettriche in scadenza che ci sta molto a cuore. Credo che questa sia la volta buona per trovare una soluzione condivisa da ENEL, provincia e comuni e per chiudere così un percorso iniziato con il suo precedente Governo.
Siamo anche convinti che entro breve questa maggioranza ratificherà il protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi, tanto osteggiata dalla precede maggioranza, che impedirà la costruzione di ulteriori autostrade transalpine.
Saranno anni difficili e carichi di lavoro. Noi siamo però fiduciosi che Lei e il suo Governo sarà duraturo. La SVP sarà un partner leale e darà il suo contributo per attuare il programma della coalizione, ma saremo altrettanto fermi nell'opporci a provvedimenti di matrice estremista che potrebbero intralciare lo sviluppo del Paese o che siano in contrasto con il comune sentire religioso e etico della maggioranza della popolazione.
Buon lavoro Presidente!