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Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria (A.C. 1750) (Esame e votazione delle questioni pregiudiziali presentate) (ore 15,24).
(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 1750)
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le questioni pregiudiziali MaroniPag. 16e Cota n. 1 e Elio Vito ed altri n. 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 1750 sezione 1).
A norma dei commi 3 e 4 dell'articolo 40 del regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
Il deputato Cota ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Maroni n. 1, di cui è cofirmatario.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, il gruppo della Lega Nord ha presentato questa questione pregiudiziale perché riteniamo non soltanto che il decreto-legge n. 262, che è oggetto di conversione da parte del Parlamento, sia profondamente sbagliato quanto al contenuto e, quindi, arrechi gravi danni ai cittadini, ma anche che lo stesso violi la Costituzione e sia profondamente ed intrinsecamente incostituzionale, oltre a comportare la violazione di una serie di norme di legge.
Dico ciò perché, innanzitutto, come abbiamo evidenziato nella questione pregiudiziale, lo strumento prescelto per introdurre rilevanti modifiche di natura economico-finanziaria e tributaria, non può assolutamente essere un decreto-legge, ma dovrebbe essere una legge ordinaria.
In più, vorrei sottolineare che questo provvedimento contravviene ad uno dei principi fondamentali stabiliti dalla legge n. 400 del 1988, la quale dispone che i decreti-legge all'esame del Parlamento debbano avere una omogeneità di contenuto. Questo provvedimento non solo non è omogeneo, ma è quanto di più eterogeneo vi sia: esso reca inasprimenti della pressione fiscale ed introduce nuove tasse, nonché disposizioni le più diverse, le più incomprensibili. Una per tutte: la disposizione a favore del teatro Petruzzelli di Bari. Voglio ricordare un altro aspetto della incostituzionalità di questo provvedimento da noi denunciato, collegato alla mancanza del requisito di straordinaria necessità e urgenza, previsto dall'articolo 77 della Costituzione.
Come è possibile, colleghi, che in un decreto-legge siano contenute disposizioni che dovrebbero entrare in vigore addirittura dopo l'entrata in vigore della legge finanziaria?
Ho citato in precedenza la disposizione a favore del teatro Petruzzelli di Bari, 8 milioni di euro di contributi che vengono qui elargiti con uno spirito assolutamente da primissima Repubblica superassistenziale, ma altrettanto vale per le disposizioni che riguardano l'editoria, oppure per quelle relative all'obbligo, per i soggetti che riproducono articoli di riviste e di giornali, di corrispondere un compenso agli editori. Si tratta di disposizioni che entreranno in vigore dopo l'approvazione della legge finanziaria. È evidente quindi la violazione dell'articolo 77 della Costituzione, e la mancanza, con riferimento a queste disposizioni, dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza.
Questo è un aspetto che vorrei ancora una volta segnalare alla Presidenza della Camera, che svolge una funzione di garanzia nei confronti dei parlamentari e dei cittadini; non è possibile che strumenti inappropriati vengano utilizzati per perseguire obiettivi di carattere politico che, in questo caso, giudichiamo negativi, ma che soprattutto incidono sulla vita dei cittadini, in spregio alle norme della Costituzione!
Presidente, vorrei inoltre evidenziare come, nelle pieghe di questo provvedimento, sia inserita una norma che abbiamo trovato alquanto singolare e molto pericolosa. Non so se sia stata oggetto di attenzione da parte di tutti, visto che ha avuto scarsa risonanza sui mezzi di informazione. La norma è contenuta nell'articolo 41 e prevede sostanzialmente la «sovietizzazione» della pubblica amministrazione, attraverso un meccanismo di spoils system che parte dai principi contenuti nella legge Frattini, ma che in realtà li stravolge. Che cosa prescrive la norma che voi oggi chiedete di farciPag. 17approvare? Che tutti i dirigenti che sono stati nominati dal passato Governo, non soltanto i dirigenti di livello apicale, ma tutti i dirigenti, anche di livello inferiore, possono essere revocati, anzi, sono revocati di diritto, se non confermati entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore. Si tratta di una disposizione mai vista, che incide su contratti che sono stati regolarmente posti in essere e, che, se approvata, non manderebbe a casa soltanto i livelli apicali della pubblica amministrazione, ma anche i semplici dirigenti. Allora, è evidente che avete scambiato il Governo per il vostro ufficio di collocamento! È evidente che, alla faccia della razionalizzazione della spesa pubblica, dei sacrifici che chiedete ai cittadini, massacrando non soltanto la classe media, ma anche gli operai (attraverso l'esproprio del TFR) - alla faccia dei principi di giustizia che andate ipocritamente sbandierando - introducete una disposizione che moltiplica la spesa pubblica e, soprattutto, utilizzate la pubblica amministrazione per realizzare un vostro ufficio di collocamento!
La disposizione è in palese violazione dell'articolo 3 della Costituzione, che sancisce quel principio di uguaglianza che voi tanto evocate, dato che considerate di serie B lavoratori che sono stati nominati dal precedente Governo, semplicemente perché non hanno il colore politico che piace a voi, la vostra stessa tessera, la vostra stessa appartenenza politica! Questo è il ragionamento che fate sistematicamente: indipendentemente dal loro valore, quei lavoratori devono andare a casa.
Inoltre, la disposizione è in palese violazione anche dell'articolo 97 della Costituzione, che stabilisce i principi di buon andamento e di imparzialità dell'amministrazione. È ovvio che un dirigente non debba essere cacciato soltanto perché è stato nominato da un Governo di un determinato colore, oppure perché non vanta una determinata appartenenza politica. Questa è un'altra violazione dei principi costituzionali da noi evidenziata.
A proposito della violazione della Costituzione, segnatamente del principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, desidero far notare, altresì, che tanto il provvedimento in esame quanto l'impianto del disegno di legge finanziaria producono forti discrepanze.
Avendo riguardo al contenuto del decreto-legge, penso, ad esempio, alla tassazione che riguarda gli autoveicoli. Il provvedimento in esame stabilisce che alcune vetture siano del tutto esenti da tassazione, che altre siano tassate in misura progressiva, ed altre ancora (come i SUV) in maniera ancora più incisiva. Mi chiedo quale criterio presieda a tale determinazione. Con riferimento alle autovetture, l'impostazione penalizza oggettivamente le classi più deboli della popolazione, cioè coloro i quali devono pagare un'imposta di bollo molto più elevata rispetto a chi ha la possibilità di cambiare la macchina ogni anno.
Si consideri, inoltre, che le predette disposizioni vanno collegate con quelle che alcune regioni hanno introdotto per vietare la circolazione, da un giorno all'altro (con preavviso di pochi giorni), alle autovetture che hanno più di dieci anni. Vengono colpite migliaia di famiglie che, improvvisamente, perdono la possibilità di circolare con la propria autovettura. E si badi che non si tratta delle famiglie dei ricchi - che voi dite di voler colpire - ma, ancora una volta, delle famiglie meno abbienti.
Rimanendo in argomento, con particolare riferimento alla tassazione degli autoveicoli, non può sfuggire che, mentre vengono tassati i SUV, non vengono tassate, ad esempio, le Ferrari o le Bentley. Guarda caso, c'è una azienda automobilistica che non produce SUV: si tratta della FIAT, che prende un altro beneficio mascherato...
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, onorevole Cota.
ROBERTO COTA. ... attraverso l'applicazione della soprattassa per i SUV!
È per i motivi testé elencati che abbiamo presentato la questione pregiudizialePag. 18Maroni n. 1 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. L'onorevole Leone ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Elio Vito n. 2, di cui è cofirmatario.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, il provvedimento in oggetto, sul quale la Casa delle libertà ha presentato due questioni pregiudiziali, sotto il profilo sia formale sia sostanziale assume un aspetto inquietante ed indecente.
Si tratta di un decreto-legge costosissimo composto di 48 articoli che contengono un mixage di disposizioni del tutto eterogenee tra loro e che non hanno alcuna caratteristica di necessità ed urgenza, così come prevede l'articolo 77 della Costituzione, condizioni necessarie per l'adozione dei decreti-legge.
Siamo di fronte ad un'evidente, anzi, evidentissima violazione del dettato costituzionale in materia di decretazione d'urgenza e non si comprende come un tale provvedimento possa essere stato firmato ed adottato.
Al di là di questa forzatura costituzionale e del giudizio di merito su tutto il provvedimento (al di là delle riforme e delle «riformette» contenute nel provvedimento), quello che più colpisce è la maniera surrettizia, che, tra l'altro, abbiamo già sperimentato in sede di esame della sessione di bilancio, con cui vengono introdotte alcune norme che erano state cassate dal Governo precedente. Mi riferisco all'imposta di successione.
È una tecnica che ha utilizzato il Presidente del Consiglio in campagna elettorale: all'accusa di voler aumentare l'ICI, rispose che non lo avrebbe fatto. Naturalmente, ha messo mano alle rendite catastali, il che significa (se due più due fa quattro e non siamo degli sciocchi, così come ritiene il Presidente del Consiglio) che l'aumento dell'ICI ci sarà. Come ci sarà la reintroduzione dell'imposta di successione, proprio nel momento in cui non si parla di imposta di successione, ma si crea una nuova tassa sulla proprietà legata alla cessione degli immobili mortis causa. Cosa è se non la reintroduzione dell'imposta di successione, in barba alla promessa che lo stesso Presidente del Consiglio aveva fatto durante la campagna elettorale, vale a dire che non avrebbe mai reintrodotto l'imposta di successione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)?
Abbiamo assistito ad una serie di altri passaggi. Ora si tenta di prendere in giro il paese in quanto, da un lato, non si reintroduce formalmente l'imposta di successione e, dall'altro, si introduce una serie di inasprimenti fiscali che, se approvata, avrà lo stesso effetto finanziario per i cittadini contribuenti se non più gravoso.
Siamo di fronte a norme di segno negativo per alcuni comparti economici e che sotto il profilo economico ci sembrano totalmente irrazionali e controproducenti. Che senso hanno le norme contenute, in particolare, nell'articolo 4, che penalizzano fortemente l'agricoltura? Proprio nel momento in cui il nostro settore economico e finanziario (primario, per la verità) si trova in grave difficoltà per la concorrenza sempre più serrata sia dei prodotti di provenienza comunitaria sia di quelli di provenienza extracomunitaria, che si possono giovare di costi della manodopera infinitamente minori rispetto a quelli sostenuti dalle nostre imprese agricole, arriva questo provvedimento penalizzante per il comparto.
Del tutto paradossale è poi l'aumento dell'accisa per il gasolio (ricordo la battaglia che abbiamo fatto in materia; ricordo la pendenza di una proposta di legge presso questo ramo del Parlamento a firma del gruppo di Forza Italia) per l'autotrazione, in quanto il prezzo industriale di tale carburante ha subito, in quest'ultimi anni, aumenti del tutto anomali e penalizzanti per coloro che hanno avuto la ventura di acquistare autovetture con motore diesel. Ricordo, a questo proposito, che numerosissimi esponenti dell'attuale maggioranza ebbero a trasalire al solo pensiero di un'ipotesi di aumento delle accise, in seguito agli aumenti delPag. 19prezzo del grezzo del petrolio; ci fu una serie di attacchi a chi solo aveva potuto pensare o ipotizzare l'aumento delle accise. Ritroviamo ciò in questo provvedimento, naturalmente senza che alcun grido di dolore venga da quella parte.
Come ho accennato, il provvedimento reca una serie di norme relativamente a complessi e articolati comparti, dall'agricoltura al catasto, alle riscossioni, alla sostenibilità ambientale, al patrimonio immobiliare di Poste Italiane e Ferrovie dello Stato, alle attività di dragaggio, all'organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, all'editoria e alla comunicazione, all'università, al servizio dighe. Servizio, quest'ultimo, che, chissà perché, aveva bisogno di interventi urgenti! Si tratta, in realtà, di un settore che naturalmente è importante, ma che non aveva certo bisogno di un intervento con decretazione d'urgenza per essere portato all'attenzione del Parlamento; analogo discorso, peraltro, può farsi per tutti gli altri ambiti testé elencati.
Vi risparmio l'elenco di numerosi altri interventi micro settoriali recati dal provvedimento, la maggior parte dei quali non riveste affatto il carattere proprio di «disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria». Ma, tant'è, nonostante la piccola «pulizia» operata dal Presidente della Camera attraverso lo stralcio delle disposizioni estranee al contenuto proprio, tutta un'altra serie di norme e di titoli compresi nel disegno di legge finanziaria, che consta di ben 281 articoli, nulla ha a che vedere con la manovra economica e finanziaria; ma di ciò parleremo in altra sede.
Affastellare norme del tutto incoerenti e disomogenee rappresenta evidentemente un pessimo modo di legiferare che ha creato un intrigo normativo quasi inestricabile nel quale solo gli addetti ai lavori e con grossa fatica riescono ad orientarsi. Il Governo, con il varo di questo provvedimento, dimostra di non considerare affatto i diritti e le aspettative dei cittadini; se si legifera ignorando i dettami della Costituzione - con questo provvedimento, infatti, viene violato l'articolo 77 della nostra Carta -, evidentemente non si ha a cuore non solo il bene del paese ma neanche la dignità dei cittadini. Il rispetto delle leggi - e in particolare il rispetto di quella legge fondamentale che è la nostra Costituzione - rappresenta un elemento fondante della nostra comunità nazionale ed è grave che un Governo, con un provvedimento di tale fatta, così come viene dimostrato, ritenga di non doversene curare affatto.
Dato che questo provvedimento, varato in modo incostituzionale, è collegato, signor Presidente, alla manovra finanziaria, evidentemente esso reca apertamente tutta una serie di misure che devono ricevere il vaglio del Parlamento attraverso un esame condotto non in modo veloce e nell'impossibilità di un approfondimento specifico ma nelle sedi proprie. Dal momento che con la manovra si interviene minuziosamente su ben sei grossi comparti, non si capisce perché non si debba concedere alle Commissioni di merito la possibilità di analizzare i contenuti del provvedimento senza accelerare i tempi, così come la scansione dei tempi prevista per la finanziaria dal nostro regolamento viene fatta per l'intero provvedimento. Di ciò noi ci lamentiamo anche in questa sede; avremo modo di lamentarcene con la Presidenza della Camera anche in altre sedi più appropriate, ma attraverso il voto su queste pregiudiziali forse possiamo dare già un segnale. Questo provvedimento è ingiusto e dannoso per l'economia italiana e riteniamo sia doveroso che la Camera non proceda al suo esame e quindi non lo converta in legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Devo comunicare, rispetto al quesito posto alla Presidenza dal collega Strizzolo che giovedì prossimo il Governo riferirà in Commissione affari esteri in merito alla ripresa di esperimenti nucleari condotti dalla Corea del nord.