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Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,12).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
(Iniziative a tutela delle piccole e medie imprese fornitrici di grandi aziende di distribuzione - n. 3-00087)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Alfonso Gianni, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ciccioli n. 3-00087 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 1).
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, l'onorevole Ciccioli, nella sua interrogazione, pone a diversi ministeri quesiti di grande importanza, alcuni di carattere generale ad altri di carattere particolare.
Per quanto riguarda la questione di carattere generale relativa allo Stato e al possibile ed auspicabile sviluppo del mondo delle piccole e medie imprese, il Governo risponde con la presentazione di diverse norme a sostegno dello sviluppo, in particolare del sistema delle piccole e medie imprese, che sono inserite, come l'onorevole Ciccioli sicuramente sa, nelPag. 5disegno di legge finanziaria e sulle quali torneremo a riflettere ampiamente in tale sede.
Al quesito di carattere specifico posto dall'onorevole Ciccioli, posso rispondere che, per ciò che concerne i mancati pagamenti o i tempi lunghi degli stessi nelle transazioni commerciali tra grandi distributori e piccoli imprenditori ed i loro fornitori, si deve rilevare come la questione attenga ad aspetti squisitamente civilistici lasciati alla piena autonomia delle parti e che investono tutto il mondo dell'attività economica e basato essenzialmente sulla fiducia tra operatori.
Tuttavia, si è già cercato di intervenire sugli aspetti patologici del fenomeno, prevedendo normativamente misure che contenessero gli effetti dannosi dei ritardi dei pagamenti. A detta finalità risponde il decreto legislativo n. 231 del 2002 che ha dato attuazione alla direttiva 2035 della Comunità europea, il cui scopo era di uniformare la disciplina dei pagamenti all'interno dell'Unione europea, atteso l'eccessivo ritardo nell'adempimento delle obbligazioni pecuniarie nell'ambito delle transazioni commerciali. Detto decreto legislativo, che regola i rapporti tra creditori e debitori per ciò che concerne i ritardi di pagamento per tutti i contratti stipulati a far data dal giorno 8 agosto 2002 - data di entrata in vigore delle predette disposizioni -, prevede la decorrenza automatica degli interessi moratori, tutela il credito con un saggio di interesse uniforme per l'intera Unione europea e statuisce il diritto di risarcimento dei costi per il recupero delle somme.
I soggetti interessati sono la pubblica amministrazione, intesa in senso lato, e gli imprenditori, intendendo per tale ogni soggetto esercente un'attività economica organizzata o una libera professione.
Con tale definizione si è estesa l'applicazione della normativa a tutti quei soggetti che svolgono un'attività economicamente rilevante ed autonoma ad esclusione, quindi, ovviamente, del lavoro subordinato. Oggetto della normativa sono transazioni commerciali e per tali si intendono: i contratti, comunque nominati, tra imprese e tra imprese e pubbliche amministrazioni che comportano, in via esclusiva o, quanto meno, prevalente, la consegna di merci o la prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo.
È precisato, dunque, che non ci si riferisce ad ogni reciproco rapporto oggetto delle transazioni commerciali, ma soltanto ad ogni pagamento effettuato a titolo di corrispettivo. È fatta salva la disciplina codicistica più favorevole per il creditore in base alla quale sono dovuti gli interessi senza necessità di costituzione in mora, se la prestazione deve essere eseguita a domicilio del creditore (articolo 1219, del codice civile).
Ai sensi dell'articolo 1183 del codice civile, inoltre, in mancanza del termine, la prestazione è debitamente ed immediatamente esigibile, con la possibilità per il creditore di fissarlo anche per fare decorrere gli interessi.
Con riguardo, in particolare, ai contratti aventi ad oggetto la cessione di prodotti alimentari deteriorabili, il decreto legislativo n. 231 del 2002 prevede che il pagamento del corrispettivo debba essere effettuato entro il termine legale di 60 giorni dalla consegna. Con successivo decreto 13 maggio 2003 del ministro delle attività produttive - così allora si chiamava il titolare di quel dicastero -, sono stati elencati i prodotti alimentari individuabili come deteriorabili ai quali applicare il predetto termine di 60 giorni.
La normativa in questione, inoltre, introduce, allo scopo di garantirli, puntuali forme di protezione degli interessi degli operatori e ne prevede, altresì, la tutela anche in forma collettiva. Le associazioni di categoria degli imprenditori presenti nel Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL), prevalentemente in rappresentanza delle piccole e medie imprese di tutti i settori produttivi e degli artigiani, sono infatti legittimate ad agire a tutela degli interessi collettivi.
PRESIDENTE. Il deputato Ciccioli ha facoltà di replicare.
CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, desidero ringraziare il sottosegretario perPag. 6la risposta fornita la quale tuttavia, pur molto dettagliata, è alquanto burocratica. La mia interrogazione è intesa certo ad ottenere informazioni, ma anche ad effettuare, nel contempo, una denuncia.
Notoriamente, infatti, la grande distribuzione, soprattutto in Italia, sta distruggendo il piccolo commercio, soprattutto quello dei centri storici, con la desertificazione dei centri cittadini commerciali ivi situati. Sta ora procedendo, peraltro, anche alla distruzione dei piccoli fornitori in quanto le grandi catene di distribuzione, soprattutto straniere - ormai quelle italiane sono assai poche -, agiscono in maniera ricattatoria ed in regime di monopolio nei confronti dei fornitori medi e piccoli; questi ultimi non hanno quindi altra scelta che fornire queste catene.
Il meccanismo è sostanzialmente il seguente. Alla scadenza, le grandi catene pagano solo una parte del materiale ricevuto in fornitura, così evitando di incorrere in procedure contenziose; quindi, generalmente dopo un certo periodo di tempo, e varie difficoltà connesse alla possibilità di rilevare le quantità pagate e quelle non pagate, provvedono o a contestare una parte della partita o a restituire dei resi, il che significa che tutto il rischio commerciale è a carico del piccolo o medio fornitore. Questi, infatti, o deve agire per le vie legali - che notoriamente hanno tempi così lunghi che sostanzialmente non vale la pena adirle - oppure devono cercare in qualche modo di resistere attraverso altri meccanismi anch'essi forieri di difficoltà commerciali. Quindi, io ritengo che il citato decreto legislativo n. 231, che si applica ai contratti stipulati a partire dall'8 agosto 2002, rechi una normativa sostanzialmente inefficace; in pratica, si tratta dell'adozione di norme europee, ma sostanzialmente il provvedimento non produce effetti reali per quanto riguarda la protezione della piccola e media imprese la quale, in un regime commerciale come quello attuale, non ha altri canali.
Peraltro, le vicende relative all'ultima finanziaria renderanno ancora più marginali gli utili a causa di tutta una serie di misure adottate rispetto alle attività commerciali; è ovvio infatti che i grandi scaricheranno sempre gli oneri e le perdite sui piccoli fornitori sicché vi è assoluto bisogno di nuove misure di tutela. Lo richiedono le associazioni e la piccola e media impresa che, di fatto, rischia di scomparire dal mercato. Ed in Italia, la piccola e media impresa rappresenta milioni di dipendenti, di lavoratori e di operatori.
È un problema che ritengo debba necessariamente essere affrontato con nuove normative; pertanto, mi dichiaro insoddisfatto della risposta fornita che ha sì carattere informativo, ma non contiene alcun elemento di novità.
(Iniziative per la messa in sicurezza dell'autostrada Genova-Serravalle - n. 2-00065)
PRESIDENTE. L'onorevole Lovelli ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00065 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2).
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, questa interpellanza, presentata ormai da qualche mese, nasceva da una particolare vicenda creatasi lungo l'arteria autostradale Genova-Serravalle a seguito di un incidente mortale che ancora una volta aveva messo in evidenza la pericolosità di quel tratto di autostrada.
Si tratta di una questione che ha una storia più lunga e che merita particolare attenzione. Infatti, l'autostrada Genova-Serravalle è un'arteria storica nella realizzazione del sistema autostradale nel nostro paese, perché risale al 1936 e fu definita la camionale, in quanto aveva l'obiettivo principale di favorire il traffico delle merci tra il sistema dei porti liguri e la pianura padana. Peraltro, con il passare degli anni e con l'aumentare dei traffici, tale arteria si è rivelata insufficiente, tant'è vero che negli anni '60 fu realizzata anche un'autostrada alternativa nei collegamenti tra la Liguria e la pianura padana, vale a dire la A26, la cosiddetta Voltri-Sempione.Pag. 7
Com'è noto, sono state messe in campo anche altre ipotesi di infrastrutturazione, in particolare in campo ferroviario; mi riferisco al progetto del cosiddetto Terzo valico dei Giovi tra Genova e la pianura padana.
Siamo quindi di fronte ad un'arteria autostradale che appare ormai inadeguata, in quanto pensata in un'epoca con livelli di traffico meno rilevanti degli attuali e che per tale motivo periodicamente pone diversi problemi. Infatti, la tortuosità del tracciato e il fatto che quest'ultimo passi sopra il torrente Scrivia creano, in occasione di incidenti stradali, anche rischi ambientali nel caso del trasporto di sostanze tossiche o nocive. Questo si verificò in particolare nel 2002, quando fu dichiarata l'emergenza ambientale in tutta l'area perché gli acquedotti della zona, che forniscono circa 300 mila abitanti, furono a rischio di inquinamento. Ciò è accaduto anche di recente, pur se, fortunatamente, con conseguenze meno gravi.
Tra l'altro, dal punto di vista della normale incidentalità stradale, occorre sottolineare - aggiornando quanto già contenuto nella presente interpellanza - che in questi giorni nel suddetto tratto si sono registrati due gravi incidenti con l'ennesimo camion che è caduto sul greto del torrente Scrivia.
In sostanza, ritengo sia giunto il momento di affrontare il problema in modo deciso, individuando le possibili soluzioni. In verità, nel corso di questi anni, le verifiche a livello di tavoli istituzionali e tecnici sono state parecchie; in particolare, si sono mosse in questa direzione sia le province di Genova e di Alessandria, sia le prefetture, sia le regioni. Da ultimo, lo scorso 26 giugno vi è stata anche una riunione presso la prefettura di Alessandria alla presenza delle province, dei comuni interessati e della società Autostrade.
Nel corso delle discussioni e dei tavoli tecnici istituzionali di questi anni sono emerse proposte da parte dei comuni; in particolare mi riferisco al tratto autostradale che va da Busalla a Ronco Scrivia, con due centri abitati particolarmente coinvolti dal traffico autostradale, per il quale sono state formulate proposte di modifica del tracciato, anche in relazione al progetto complessivo, noto al ministero, che riguarda sul versante ligure la verifica della gronda autostradale di Genova.
Nell'ultima riunione del 26 giugno scorso sono state messe sul tappeto soluzioni tecniche - ho con me il verbale di tale riunione - alcune delle quali sono un corso di attuazione da parte della società Autostrade o sono quantomeno in programma; eventualmente, il viceministro potrà dire in proposito qualcosa in più. Vorremmo innanzitutto sapere quali sono le prime iniziative intraprese a seguito della riunione in prefettura del 26 giugno e cosa si sta facendo per mettere in sicurezza in modo più efficace un tratto autostradale sottoposto periodicamente alle problematiche da me segnalate.
Tuttavia, sarebbe interessante approfondire ulteriormente la materia, al di là dei possibili interventi di messa in sicurezza immediata, e conoscere gli interventi complessivi sul tracciato che entrino nel merito della concessione in atto tra società Autostrade e ANAS. Si tratta di un argomento di discussione in questi mesi; infatti, come ben sappiamo, riguardo alla società Autostrade è stata ipotizzata una revisione delle concessioni nonché la sottoposizione di un atto aggiuntivo. Pertanto, chiedo al Governo se, in tale contesto, possa o debba essere preso in considerazione un intervento su questo tratto autostradale (a mio avviso si deve) e, comunque, quali siano le modalità riguardo alla funzionalità e all'ammodernamento del tracciato per compiere passi in avanti risolutivi. Ricordo che tali miglioramenti sono funzionali sia a motivi di sicurezza stradale ordinaria, sia a ragioni ambientali, sia ad ovvi motivi di funzionalità del traffico tra l'area ligure e quella piemontese e padana, sia, in definitiva, al rilancio della portualità ligure. Questo è quanto vorremmo approfondire e conoscere con l'interpellanza in oggetto e chiediamo pertanto al rappresentante del Governo di darci risposte in merito.
PRESIDENTE. Il viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa, ha facoltà di rispondere.
ANGELO CAPODICASA, Viceministro delle infrastrutture. Signor Presidente, in riferimento alle problematiche evidenziate nell'atto di sindacato ispettivo in oggetto, testé illustrate ulteriormente dall'onorevole Lovelli, l'ANAS rende noto che lungo l'autostrada A7 Genova-Serravalle tra il 2002 e il 2006 sono stati registrati due incidenti stradali con merci pericolose che hanno comportato il blocco della carreggiata. Altri eventi di blocco connessi a merci pericolose devono essere ricondotti a fattori estranei all'infrastruttura autostradale, quali un guasto alla cisterna del mezzo, un incendio all'impianto limitrofo all'autostrada e così via.
Così premesso, la società Autostrade pone in evidenza che lungo il percorso autostradale di cui trattasi sono stati messi in atto una serie di provvedimenti grazie ai quali, nonostante l'aumento del volume di traffico, il numero di incidenti si è di fatto notevolmente ridotto. Tra gli interventi programmati per far fronte a tale problematica si segnalano: il rinnovo di circa un milione e centomila metri quadri di pavimentazione, oltre al totale rifacimento dell'intera superficie; l'esecuzione di pavimentazione speciale whisper-grip ad altissima aderenza lungo tratte e curve individuate sulla base del numero e della dinamica degli incidenti occorsi. La stesa della suddetta pavimentazione è peraltro ancora in corso e lungo i tratti eseguiti nel 2005 si è registrata una riduzione del 50 per cento del numero degli incidenti. Si prevede, inoltre, la realizzazione di 58 interventi di potenziamento della segnaletica di presegnalazione e delineamento in curva, con la posa di nuovi dispositivi ad alto impatto, nonché l'installazione di pannelli a messaggio variabile, di cui 15 sono già realizzati, mentre è programmata per il primo semestre del 2007 la posa di ulteriori 6 pannelli.
ANAS, Autostrade per l'Italia e gli enti locali territorialmente competenti stanno procedendo ad effettuare valutazioni finalizzate ad ulteriori interventi, in merito ai limiti di velocità e all'impiego di nuovi sistemi di controllo del rispetto degli stessi tutor già installati lungo altre tratte autostradali.
Con specifico riguardo, inoltre, agli interventi previsti nel IV atto aggiuntivo alla convenzione vigente tra ANAS ed Autostrade per l'Italia, si rileva che fra gli stessi è prevista la realizzazione della nuova carreggiata nord della A7, dalla barriera di Genova ovest al chilometro 124,500 della A7.
PRESIDENTE. Il deputato Lovelli ha facoltà di replicare.
MARIO LOVELLI. Ringrazio il viceministro. Sono soddisfatto della risposta del viceministro, il quale si è soffermato sulle iniziative di fatto intraprese a seguito della riunione svoltasi in prefettura lo scorso 26 giugno. Mi pare che, da questo punto di vista, gli interventi più immediati, e quindi fattibili in termini utili e ravvicinati, per migliorare la sicurezza di quel tratto di autostrada, siano stati effettivamente realizzati, in particolare per quanto riguarda la pavimentazione stradale e l'installazione di nuovi ed innovativi strumenti di sicurezza.
Peraltro, prendo atto con piacere delle statistiche citate, che farebbero riferimento all'avvenuta riduzione del 50 per cento dell'incidentalità; tuttavia ricordo, come ho già detto in sede di illustrazione, che purtroppo proprio in questi giorni si sono registrati due gravissimi incidenti mortali che ripropongono il problema della pericolosità dei carichi pesanti, che possono finire dentro il greto del torrente. Dunque, su questo aspetto della difesa dell'attuale sede stradale, rispetto a conseguenze sull'esterno, ritengo ci sia ancora molto da lavorare e credo che ANAS e la società Autostrade debbano attivarsi in tal senso.
Prendo atto delle indicazioni fornite dal viceministro rispetto a quello che verrà fatto con il IV atto aggiuntivo. Peraltro, anche in questo caso sarebbe utile - al riguardo, servirebbe un intervento politico più diretto - che la discussione del IV attoPag. 9aggiuntivo prendesse in esame più complessivamente la situazione di quella infrastruttura e che affrontasse la questione di possibili modifiche di tracciato, che sarebbero risolutive di molte problematicità che abbiamo riscontrato e che nel corso di questa discussione ho già cercato di segnalare.
In conclusione, chiedo al viceministro di dare seguito anche operativamente, con un'iniziativa specifica, a quanto emerso nell'ultima riunione di prefettura, che aveva concluso i propri lavori dicendo che si sarebbe interessata la prefettura di Genova per l'istituzione di un tavolo di concertazione, al fine di monitorare le varie problematiche del traffico e controllare l'efficacia dei provvedimenti adottati.
Intanto, alla luce delle risposte che abbiamo ricevuto, è utile che questo tavolo di concertazione sia al più presto convocato. Inoltre, chiedo al viceministro che, a questo punto, sia lo stesso Governo a promuovere un tavolo interistituzionale ed interregionale che affronti, con un'analisi complessiva, la questione di tale tratto autostradale, inquadrandola tra le esigenze di ammodernamento che, come affermavo all'inizio, comprendono anche il miglioramento del flusso di traffici, al fine di dare un contributo all'economia di quelle zone. Si tratta, in altri termini, di intervenire perché le infrastrutture siano una carta in più per la ripresa dell'economia legata, in particolare, ai traffici dei porti liguri e non un intoppo che crea periodicamente problemi. Invito quindi il Governo ad assumere una iniziativa perché il tavolo sia istituito e siano poste a confronto le idee e le proposte degli enti locali, delle province e delle regioni con quelle della società Autostrade e dell'ANAS, al fine di individuare un percorso che, in tempi ragionevoli, dia soluzioni ancor più soddisfacenti e, auspicabilmente, definitive.
(Iniziative per migliorare la viabilità sulla strada statale n. 340 «Regina» - n. 3-00104)
PRESIDENTE. Il viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Benzoni n. 3-00104 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 3).
ANGELO CAPODICASA, Viceministro delle infrastrutture. Signor Presidente, prima di rispondere a questa interrogazione, vorrei assicurare l'onorevole Lovelli che la proposta finale, che egli ha avanzato, della istituzione di un tavolo tecnico interistituzionale è accolta dal Governo come raccomandazione e speriamo, al più presto, di darvi esito positivo.
Per quanto concerne le problematiche evidenziate nell'interrogazione Benzoni n. 3-00104, l'ANAS Spa fa conoscere che la strada statale n. 340 «Regina» non solo rappresenta per la regione Lombardia un importante itinerario di interesse turistico ma, soprattutto, costituisce l'unico collegamento della provincia di Como con la Valtellina e la vicina Confederazione elvetica.
Nella consapevolezza dell'importanza di detto collegamento viario, è stato istituito il CISR (Coordinamento istituzionale strada Regina), ai sensi del decreto legislativo del 18 agosto 2000, n. 267. È stato inoltre stipulato apposito accordo di programma tra la provincia di Como, i comuni di Menaggio, Bene Lario, Grandola ed Uniti, Mezzegra, Ossuccio, Porlezza, Tramezzo e l'ANAS, finalizzato a disciplinare il concorso dei soggetti competenti all'esecuzione delle opere afferenti la statale n. 340 «Regina».
In tale ottica, e in relazione alle criticità indicate nell'interrogazione cui si risponde, la società stradale rappresenta di avere proceduto nel modo seguente. Sono in fase di prossima realizzazione, ad opera delle amministrazioni comunali interessate, interventi già approvati dall'ANAS atti a migliorare il transito, anche pedonale, lungo i punti critici della statale. Tra gli interventi già effettuati rientrano l'installazione di semafori cosiddetti intelligenti che regolamentano il transito di mezzi pesanti ed autobus alla strettoia in comune di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio e Gravedona. Per altri due interventi che riguardano l'allargamento dellaPag. 10sede stradale in località San Giorgio e nel comune di Grandola e Uniti, per i quali esiste la progettazione esecutiva, il coordinamento istituzionale strada Regina ha reperito i finanziamenti e sta curando le procedure propedeutiche all'avvio dei lavori.
Tra gli interventi per il miglioramento della sicurezza sulla rete stradale, i cosiddetti punti critici, l'ANAS ha previsto gli abbassamenti delle livellette in corrispondenza dei sovrappassi nei comuni di Lenno, Tremezzo, Ossuccio e Sala Comacina. Tali interventi, a causa della attuale limitazione dei fondi disponibili, saranno riproposti nel prossimo piano di sicurezza stradale.
Per quanto riguarda il ponte su cui corre il vecchio tracciato della statale in comune di Lenno, risalente ai primi del 1900 ed oggetto dell'ordinanza ANAS n. 43 del 25 maggio 2006, le criticità rilevate potranno essere superate con l'intervento relativo ai punti critici.
Le situazioni di criticità in termini di transitabilità e sicurezza causate dalle numerose strettoie tra Argegno e Menaggio, che si aggravano nella stagione estiva per la sovrapposizione dei flussi viabilistici di carattere turistico con quelli ordinari e pesanti, hanno motivato il provvedimento del prefetto di Como per effetto del quale è stato sospeso il transito dei mezzi pesanti in specifiche fasce orarie.
Per rendere efficace il sopraccitato provvedimento prefettizio, l'ANAS ha provveduto all'installazione di idonea segnaletica verticale non solo lungo la statale 340 ma anche, con funzione di preavviso, lungo la statale 340 dir., in corrispondenza dell'innesto di ogni strada provinciale sulla statale 340 ivi compreso l'innesto con la strada statale 36, lungo il raccordo Como nord, in uscita dall'autostrada A9. Alla società Autostrade è stato richiesto di provvedere ad informare l'utenza mediante l'utilizzo dei pannelli a messaggio variabile.
Tutta la segnaletica di preavviso è stata posta in opera in posizioni tali da consentire la possibilità di inversione di marcia.
L'ANAS rende noto che il piano pluriennale della viabilità ANAS 2003-2012 indica per la strada statale 340 i seguenti interventi infrastrutturali permanenti: variante di Colonno-Sala Comacina e Ossuccio; riqualificazione della sede stradale in località Grandola; variante di Tramezzo; variante di Menaggio - lotto 2o Menaggio - Grandola; tratto Cressogno-Cima di Porlezza; variante di Argegno.
Relativamente alla strada statale 340 dir., gli interventi infrastrutturali previsti riguardano la variante Dongo-Gravedona-Domaso, lotto 1o variante di Dongo, la variante Dongo-Gravedona-Domaso, lotto 2o variante Gravedona - Domaso e la riqualificazione in sede tra il chilometro 20+000 e l'incrocio 340 dir/ss.36.
Per la variante di Dongo, primo lotto, la provincia di Como sta predisponendo il progetto definitivo che prevede una strada di categoria C per una lunghezza di circa 4 chilometri quasi interamente in galleria.
I suddetti interventi, non sono inseriti nel contratto di programma triennale 2003-2005, bensì nel piano decennale, con un costo stimato di circa 455 milioni di euro.
L'inserimento dei lavori sulla statale 340 nel prossimo documento di programmazione dipenderà dai finanziamenti totali che saranno stanziati a favore di ANAS nonché dalle esigenze complessive della rete stradale nazionale.
PRESIDENTE. La deputata Benzoni ha facoltà di replicare.
ROSALBA BENZONI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, la risposta all'interrogazione che abbiamo presentato ci lascia parzialmente soddisfatti per quanto riguarda gli interventi che ANAS ha messo in atto soprattutto al fine di affrontare le situazioni di emergenza e di limitazione di traffico che si sono determinate questa estate; comunque, dobbiamo sottolineare la situazione di inadeguatezza di una strada che la stessa ANAS ha sottolineato essere importante.Pag. 11
Queste situazioni di emergenza si rinnovano tutte le estati e stanno assumendo carattere strutturale, tanto che oggi la limitazione di traffico è stata prorogata al 31 dicembre 2006 e si tende a farla diventare permanente, pur alleviandone gli effetti per quanto concerne, soprattutto, il traffico locale e il transito dei mezzi pesanti appartenenti alle ditte locali. Questa è una limitazione grande per la nostra provincia, tenendo conto che la strada costeggia il lago di Como su tutta la sponda ovest e perciò è una strada di smistamento di tutto il traffico locale in un'area valliva molto importante di collegamento con la Svizzera.
Considero assolutamente fondamentale che tra le opere indicate nel piano decennale ANAS, almeno quella indicata come prioritaria, la cosiddetta variante tremezzina, la Colonno-Ossuccio, venga inserita nel prossimo piano triennale ANAS. Questa è una priorità, in quanto vi è un accordo di programma stipulato tra provincia di Como, Camera di commercio di Como, consorzio dei comuni interessati ed ANAS, accordo di programma che ANAS non ha ancora firmato, per una progettazione esecutiva di questo lotto assolutamente prioritario. La condizione affinché l'ANAS possa firmare l'accordo di programma è che l'opera sia inserita nel prossimo piano triennale, altrimenti perderebbe di significato l'intero accordo di programma, ritenuto da tutti gli enti della provincia di Como assolutamente indispensabile perché si possa avere una speranza di avviare i lavori in tempi brevi.
L'altro punto che vorrei sottolineare è la situazione di blocco dei lavori della galleria di Cressogno, la diramazione della strada «Regina» che va verso il valico di Valsolda e in Svizzera, un tratto di pochi chilometri che da 13 anni è in esecuzione e ancora non è stato completato a causa della sospensione dei lavori che si è determinata in occasione del taglio ai finanziamenti previsti dalla legge finanziaria per il 2006. Su tale punto credo sia necessario intervenire immediatamente.
(Tempi di realizzazione dell'autostrada Asti-Cuneo - n. 3-00239 e n. 3-00272)
PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Delfino n. 3-00239 e Fiorio n. 3-00272, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 4).
Il viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa, ha facoltà di rispondere.
ANGELO CAPODICASA, Viceministro delle infrastrutture. Signor Presidente, con riferimento alle problematiche evidenziate negli atti ispettivi cui si risponde congiuntamente, l'ANAS fa conoscere che il collegamento autostradale Asti-Cuneo è suddiviso in 15 lotti, dei quali 7 costruiti o in corso di esecuzione direttamente da parte di ANAS e altri 8 da costruire a carico della nuova concessionaria. L'aggiudicazione definitiva della gara all'associazione temporanea di imprese SALT Spa - Itinera Spa - Grassetto lavori Spa è avvenuta in data 29 settembre 2005. La convenzione ANAS - Società di progetto autostrada Asti-Cuneo è stata, quindi, stipulata in data 23 marzo 2006 e trasmessa al Ministero delle infrastrutture.
Il decreto interministeriale di approvazione dell'atto convenzionale, cui fa riferimento l'interrogazione del deputato Delfino, è stato firmato dal ministro pro tempore delle infrastrutture e trasporti e trasmesso in data 7 aprile 2006 per la controfirma del ministro dell'economia e delle finanze che, nello scorso mese di luglio, ha restituito detto decreto richiedendo alcuni approfondimenti di natura tecnico-finanziaria.
Occorre precisare che il Governo Prodi intende rivedere le regole del settore autostradale in concessione, nel senso di garantire una maggiore tutela degli interessi pubblici coinvolti, assicurando una più incisiva azione di controllo da parte di ANAS e di vigilanza da parte del Ministero delle infrastrutture.
In questa linea si inserisce l'articolo 12 del decreto-legge n. 263 del 3 ottobrePag. 12scorso, che prevede la redazione di un nuovo schema tipo del settore autostradale e la revisione delle convenzioni attualmente in essere entro l'anno.
Ovviamente, la predetta convenzione tipo, non ancora efficace, andrebbe coerentemente rivista prima della sua approvazione con decreto interministeriale. Tuttavia, per venire incontro alle richieste del territorio e per consentire l'immediato avvio della concessione, si è stabilito che l'ANAS sottoponga alla concessionaria una nuova convenzione, da approvarsi da parte dei ministri vigilanti, recante l'impegno a sottoscrivere il nuovo schema tipo nelle more della sua redazione.
Circa l'ulteriore osservazione del Ministero dell'economia e delle finanze, relativa al conflitto di interessi in ordine ad ANAS Spa - azionista del 35 per cento della società di progetto autostrada Asti-Cuneo -, si fa presente che il disegno di legge finanziaria per il 2007 prevede una netta separazione, amministrativa e contabile, della struttura di vigilanza dell'ANAS stessa. In tal modo, verrà superata anche tale problematica.
Per quanto riguarda, infine, lo stato dei lavori ed i finanziamenti, si precisa che sono in corso di ultimazione, da parte di ANAS, circa 39 chilometri e mezzo, mentre 50,7 chilometri sono in corso di ultimazione da parte del concessionario, con proprie risorse per circa 788 milioni di euro.
I lotti di competenza ANAS sono stati realizzati, complessivamente, per il 90 per cento ed il loro completamento è previsto per il febbraio 2007. Successivamente, questi verranno consegnati alla concessionaria, che dovrà provvedere al loro pedaggiamento, al loro esercizio ed alla loro manutenzione.
L'ANAS sta utilizzando, per l'operazione, risorse pubbliche già disponibili per circa 670 milioni di euro.
PRESIDENTE. Il deputato Delfino ha facoltà di replicare, per cinque minuti, per la sua interrogazione n. 3-00239.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, signor viceministro Capodicasa, debbo esprimere la mia insoddisfazione non tanto per il contenuto della sua risposta (molte delle affermazioni che ha reso, infatti, erano già riportate all'interno dell'interrogazione da me presentata), quanto per l'assoluta indeterminatezza dei tempi in ordine al rispetto degli impegni sottoscritti, in questo ultimo decennio, da Governi sostenuti da diverse maggioranze parlamentari relativamente ad un'opera strategica, fondamentale ed indispensabile. Si tratta, infatti, di una infrastruttura che la provincia Granda, la provincia di Asti e la regione Piemonte stanno attendendo da diversi anni.
In base a quanto lei ci ha riferito, si propone, sostanzialmente, di rimettere in discussione la concessione (si ipotizza, quindi, la verifica della concessione medesima), nonché l'impegno che l'ANAS dovrebbe aver preventivamente assunto, nei confronti dell'associazione temporanea di imprese che hanno vinto la gara d'appalto, in ordine alle questioni che saranno definite sia dal decreto-legge da lei citato, sia dal disegno di legge finanziaria. Credo che nessuna società concessionaria possa sottoscrivere impegni di questo tipo «al buio», vale a dire senza che sia stata approvata una normativa definitiva in tale ambito.
Nulla mi ha detto, signor viceministro, in risposta al quesito molto specifico che avevo posto attraverso l'interrogazione in oggetto. Volevo sapere, infatti, quali iniziative il Governo intendesse assumere, a breve, affinché potessero finalmente decorrere i quattro anni per l'esecuzione di tutti i lavori previsti dalla gara d'appalto vinta dalla citata associazione di imprese. Non sappiamo, quindi, quali lavori effettivamente inizieranno nei prossimi mesi.
Vorrei dire che sono francamente stupito, anche perché sono consapevole della rilevanza dell'argomento. Ricordo, infatti, che ho tenuto assieme ai colleghi parlamentari della provincia di Cuneo, su sollecitazione del presidente Raffaele Costa, una serie di incontri e di riunioni proprio su tale tema. Lo stesso presidente della provincia ha avuto alcuni incontri con il ministro Di Pietro, nel corso dei quali èPag. 13stata periodicamente rappresentata la disponibilità ad un riavvio immediato dei lavori relativi agli otto lotti finanziati tramite la concessione in oggetto.
Quindi, la mia insoddisfazione è totale.
A suo tempo, con il precedente Governo, avevamo definito un «cronoprogramma» che prevedeva che, all'inizio del 2007, l'iter procedurale fosse assolutamente completato.
Non discuto le finalità, anche positive, di questa revisione. Ciò che chiediamo fortemente, in modo unitario, come forze politiche, sociali e produttive, è un «cronoprogramma» serio, un dato indicativo rispetto ai tempi (sebbene quelli di esame del disegno di legge finanziaria siano noti a tutti) degli adempimenti necessari.
Ci troviamo, infatti, in una situazione drammatica, direi kafkiana, e sono stati assunti impegni rispetto ad un'opera condivisa da tutti. Si è svolta una gara rispetto alla quale, negli anni precedenti, non è stata sollevata alcuna perplessità, né dalla Ragioneria generale né dal Ministero delle infrastrutture. Adesso che la società è costituita (so che i suoi vertici si riuniranno in questi giorni), essa è bloccata nella sua operatività, con costi enormi per la collettività nonché - signor Presidente, mi consenta un'ultima battuta - con costi enormi anche per la credibilità delle istituzioni.
Non accettiamo a questo modo di procedere e solleciteremo la Presidenza del Consiglio ad un incontro chiarificatore con i ministri delle infrastrutture e dell'economia e delle finanze. Altrimenti, non saremo più in grado di contenere le manifestazioni di protesta contro questa situazione assolutamente insostenibile e incomprensibile. In ogni caso, la ringrazio per la sua risposta.
PRESIDENTE. Il deputato Fiorio ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00272.
MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, la mia soddisfazione per la risposta del viceministro sulla questione sollevata è moderata. Il Governo ha dato alcune rassicurazioni rispetto ad una problematica che si manifesta da anni. Abbiamo sentito che sette lotti sono già stati appaltati e, sulla base degli impegni dell'ANAS, si prevede che i lotti Isola d'Asti e Motta Govone siano terminati entro febbraio 2007. Tempi più lunghi, invece, sono previsti per gli alti tratti tra Sant'Albano e Cuneo, che collegheranno definitivamente Asti con Cuneo. Ravvisiamo altrettanti problemi sulla tangenziale di Alba, sulla tangenziale sud-est di Asti e sulla tangenziale di collegamento sud-ovest di Asti.
Credo che, nel quadro della riorganizzazione delle regole del settore autostradale ANAS, l'impegno del Governo rispetto alla situazione contingente dell'Asti-Cuneo (rispetto alla quale è stata rilevata la necessità e l'urgenza di addivenire ad una definizione) sia un segnale positivo.
Concordo sul fatto che debba essere registrata di nuovo la situazione e che le parti, le province e il Governo, si incontrino per giungere ad una soluzione definitiva da comunicare al territorio.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento della interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.
La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 15,10.