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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame questioni pregiudiziali - A.C. 1750)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, colleghi deputati, l'abuso o l'uso massiccio della decretazione d'urgenza non riguarda soltanto questa legislatura appena avviata ma costituisce una caratteristica tipica del processo di formazione delle leggi nella Repubblica italiana e rappresenta senza dubbio una patologia. Tuttavia, rispetto alle questioni pregiudiziali per motivi di costituzionalità presentate con riferimento al decreto-legge in esame, è manifesta la loro infondatezza.
Infatti, il decreto-legge in esame è parte integrante della manovra finanziaria per il 2007. Esso funge da significativa fonte di copertura per la legge finanziaria presentata, per un ammontare pari a 6.900 milioni di euro. E non è la prima volta che la legge finanziaria trova parte della propria copertura attraverso un decreto-legge. Anzi, nella precedente legislatura ciò ha costituito una prassi usuale, fino ad arrivare anche ad adottare decreti-legge collegati alla legge finanziaria dopo la presentazione della stessa in Parlamento.
La straordinaria necessità ed urgenza di questo provvedimento deriva dalle finalità e dagli scopi che esso ha, vale a dire garantire il riequilibrio dei conti pubblici a seguito degli effetti disastrosi della politica di bilancio del precedente Governo.
Il decreto-legge contiene infatti in grande prevalenza norme di carattere fiscale e di riorganizzazione della pubblica amministrazione. Al riguardo, due sono le fondamentali giustificazioni della straordinaria necessità ed urgenza. In primo luogo, la necessità di attivare subito le misure di riorganizzazione della pubblica amministrazione - che per loro natura sono complesse -, in modo da esplicare gli effetti finanziari attesi a partire dal 1o gennaio 2007. In secondo luogo, la necessità di evitare comportamenti elusivi da parte di quei contribuenti che possano risultare svantaggiati dalle modifiche introdotte dalla nuova normativa fiscale.
Addirittura, ritengo che il decreto-legge in esame sarebbe dovuto essere ancora più corposo rispetto al testo presentato dal Governo; infatti, credo che la nuova normativa in merito alla tassazione sulle rendite finanziarie avrebbe trovato migliore collocazione in questa sede, piuttosto che in un disegno di legge delega presentato dall'esecutivo come collegato alla finanziaria.
In termini generali, quindi, le pregiudiziali risultano infondate, sia in ragione della prassi consolidata, sia in ragione del contenuto e degli scopi del decreto-legge.
Voglio ricordare al deputato Cota che, rispetto allo stanziamento per il teatro Petruzzelli, vi è un precedente, quello del decreto-legge n. 72 del 2004, che il deputato Cota sicuramente avrà votato.
Anche le motivazioni specifiche e particolari addotte a fondamento delle pregiudiziali appaiono infondate. L'articolo 41, riguardante l'estensione degli effetti dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001 sulla cessazione automatica della carica dirigenziale, si riferisce infatti a personale non appartenente ai ruoli dei dirigenti delle amministrazioni dello Stato. Perciò esso si applica a quegli incarichi dirigenziali affidati dal precedente Governo a persone esterne al ruolo dirigenziale dello Stato e, quindi, sulla base di una decisione discrezionale e in base ad un rapporto fiduciario. In questa fattispecie non vi è alcuna violazione dell'articolo 97 della Costituzione, al contrario si potrebbe affermare che ci sarebbe un ripristino dello spirito, se non dellaPag. 21lettera, di quell'articolo dopo l'abuso di affidamenti di incarichi dirigenziali esterni fatti dal precedente Governo.
Rispetto alla questione pregiudiziale Elio Vito n. 2, essa è esclusivamente politica e troverà occasione di essere approfondita nel dibattito di merito.
Alla luce di tali considerazioni, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea esprimerà un voto contrario sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fincato. Ne ha facoltà.
LAURA FINCATO. Signor Presidente, in merito alle argomentazioni addotte nelle questioni pregiudiziali, occorre in primo luogo segnalare come la presentazione nel corso della sessione di bilancio di decreti-legge collegati alla manovra finanziaria corrisponda ad una prassi assolutamente consolidata, che ha trovato tra l'altro numerose conferme recenti ad opera dei Governi di centrodestra.
I rilievi espressi nelle questioni pregiudiziali risultano, dunque, oltre che infondati sul piano regolamentare, anche contraddittori in quanto sollevati da chi se ne era ampiamente servito quando rivestiva responsabilità di Governo.
Su un piano generale, ricordo, in particolare nel caso di decreti-legge collegati alla manovra finanziaria, come la sussistenza dei requisiti di necessità ed urgenza richiesti dall'articolo 77, comma 2, della Costituzione, come interpretato nella prassi concreta dell'ordinamento repubblicano, debba essere valutata sulla base del complesso delle misure contenute nel provvedimento. È alla coerenza delle specifiche misure rispetto ai complessivi obiettivi della manovra che occorre guardare per verificare il rispetto delle condizioni poste dall'articolo 77 della Costituzione. Ed è comunque necessario segnalare, sotto il profilo tecnico, come l'utilizzo del decreto-legge per anticipare l'entrata in vigore di talune parti della complessiva manovra finanziaria rientri pienamente nella logica del legislatore costituzionale.
È evidente come alcune delle misure contenute nella manovra necessitino, per poter realizzare efficacemente i propri obiettivi, di entrare in vigore immediatamente. È questo il caso delle norme di natura tributaria e fiscale, che nel caso specifico, appunto, costituiscono parte significativa, addirittura prevalente dal punto di vista del rilievo contenutistico, del decreto-legge n. 262. Per quanto attiene alle altre norme di riforma o alle disposizioni di carattere ordinamentale, rilevo come l'esigenza di rivedere gli assetti organizzativi di alcuni settori della pubblica amministrazione, ovvero di riordinare la disciplina di taluni settori, rivesta un carattere di urgenza. Tali interventi sono strutturalmente connessi con le finalità proprie della manovra.
L'accusa secondo cui il decreto-legge n. 262 violerebbe il dettato costituzionale, in quanto contiene riforme complesse ed articolate che concernono un ampio spettro di settori, finisce per smentirsi da sola in quanto tale affermazione dimostra appunto come il decreto-legge, lungi dal rappresentare il mero contenitore di misure casuali e tra di loro scollegate, costituisca un tassello essenziale di un mosaico di interventi relativi ad una pluralità di settori, ai quali il Governo riconosce rilievo strategico per conseguire gli obiettivi programmatici definiti con il DPEF 2007-2011.
Per quanto riguarda invece l'asserito contrasto del provvedimento con le disposizioni in materia di omogeneità di contenuto dello strumento del decreto-legge, appare anche in questo caso singolare che la critica provenga proprio da quelle forze politiche che hanno inaugurato la prassi, non certo particolarmente rispettosa delle esigenze di comprensibilità e corretta relazione delle norme legislative, di approvare leggi finanziarie costituite da un solo articolo, sviluppato in addirittura 612 commi, come da ultimo nel caso della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per il 2006).Pag. 22
Passando ad altri rilievi specifici contenuti nelle questioni pregiudiziali, rilevo come le norme contemplate nel Capo XI rispondano ad una finalità del tutto conseguente all'obiettivo indicato nel DPEF 2007-2011: ridurre le spese della pubblica amministrazione, incrementandone l'efficacia. Anche in questo caso rilevo come la modalità si limiti sostanzialmente a precisare l'ambito di applicazione di una disposizione riscritta nel corso della passata legislatura: l'articolo 3, comma 1, lettera a), della legge n. 145 del 2002. Perciò appare ancora una volta singolare che le critiche per un supposto utilizzo indiscriminato dello spoils system provengano proprio da quelle forze politiche che nella scorsa legislatura hanno introdotto tale previsione.
Scarso pregio assumono inoltre le argomentazioni addotte nei confronti dell'articolo 20, recante un'organica riforma dell'APAT, e del tutto inconsistenti appaiono i rilievi di incostituzionalità nei confronti di alcune misure agevolative di carattere fiscale per una presunta disparità di trattamento fra categorie di contribuenti.
Onorevoli colleghi, in conclusione, vorrei aggiungere che gli argomenti addotti nelle questioni pregiudiziali poco hanno a che fare, in realtà, con i contenuti del provvedimento che ci apprestiamo a discutere, ma mirano esclusivamente ad impedire la conversione di un decreto-legge cui la maggioranza riconosce rilievo politico fondamentale. Per le ragioni evidenziate, ritengo che le questioni pregiudiziali debbano essere respinte senza incertezze, proprio al fine di consentire al Parlamento di discutere nel merito, eventualmente migliorandolo, un provvedimento di grande importanza per rafforzare l'equità fiscale e sostenere la ripresa dell'economia nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capotosti. Ne ha facoltà.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, stupisce non poco, in verità, che questioni pregiudiziali siffatte siano rilevate da parte di chi, nel corso della precedente legislatura, ci ha abituato alla tecnica legislativa della decretazione utilizzata in maniera diffusissima.
In effetti, il Governo Berlusconi ha svolto il 36,81 per cento della propria attività legislativa con lo strumento del decreto-legge. Si è parlato addirittura del recepimento di un mutamento di stile, in quanto lo strumento del decreto-legge consentirebbe rapidità e quindi una maggiore incisività dell'azione di Governo, permettendo così di superare pastoie burocratiche e lentezze procedurali, che vengono imputate a quest'Assemblea.
Stupisce pertanto non poco che ciò che è buono per sé non valga poi per gli altri. In effetti, sotto questo profilo, chi è campione di libertà, o presunte tali, dovrebbe semplicemente apprezzare il ricorso ad uno strumento come il decreto-legge, che è ampiamente motivato, quanto ai requisiti costituzionali - come hanno già ben spiegato i colleghi che mi hanno preceduto -, in termini di riorganizzazione della macchina pubblica e di emergenza per quanto attiene alle questioni economiche. Evidentemente, questa scelta è stata necessitata dalla situazione che abbiamo ereditato. Dunque, anche per questo stupisce che vi sia una contraddizione non solo rispetto alla procedura, ma anche alla sostanza. Al riguardo, basta un solo esempio per sottolineare la contraddittorietà delle osservazioni. Con riferimento al merito, basta l'esempio dello spoils system. È singolare sentire l'alleanza delle presunte libertà inveire contro un'applicazione «quasi da spoils system», quindi contro uno strumento di modernizzazione che, se fatto precedentemente, sarebbe stato sbandierato come un risultato straordinario di efficacia, trasparenza e compattezza.
Dai rilievi formulati, si evince dunque l'assoluta pretestuosità ed infondatezza delle questioni poste, sia con riferimento alla procedura adottata, sia con riferimento al merito, visto che siamo costretti ad affrontare una serie di argomenti anche per limiti extranazionali. Spiace constatare che questa sia la risposta politica ad un atteggiamento, tenuto da questaPag. 23maggioranza e da questo Governo, che invece è di apertura al dibattito; la risposta che viene fornita è una risposta di chiusura, che chiede addirittura, anziché la discussione, il rigetto assoluto.
Invito pertanto i colleghi a rivedere la loro posizione, tenuto conto che lasciare a quest'Assemblea il dibattito equivale a riconoscerle una funzione che le è propria, ma che troppe volte è stata calpestata nella legislatura precedente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliori. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore delle motivazioni e della sostanza delle due questioni pregiudiziali in esame, che i colleghi del gruppo di Forza Italia e della Lega Nord hanno proposto alla nostra attenzione. Dopo avere ascoltato tre colleghi della maggioranza, voglio evidenziare quanto siano francamente non supportate da motivazioni di carattere giuridico-costituzionale le posizioni per le quali i gruppi di maggioranza decidono di votare contro le questioni pregiudiziali presentate da alcuni gruppi dell'opposizione. Voglio dire, cioè, che i colleghi della maggioranza si sono nascosti dietro un'osservazione di merito che non ha affrontato i nodi giuridico-costituzionali posti alla base delle questioni pregiudiziali. Inoltre, si sono nascosti dietro l'osservazione che nella storia parlamentare del nostro paese vi sarebbe, e vi è, un oggettivo abuso della decretazione d'urgenza. Queste osservazioni dimostrano la labilità, l'insufficienza e la pochezza delle osservazioni contrapposte ai temi contenuti nelle questioni pregiudiziali in oggetto.
Da parte dei colleghi della maggioranza, noi avremmo voluto ascoltare osservazioni critiche rispetto alla lesione dell'articolo 77 della Costituzione, cioè in riferimento ai requisiti di eccezionalità e di urgenza richiesti tassativamente per la decretazione d'urgenza. Inoltre, avremmo voluto ascoltare una difesa, non di ufficio ma di sostanza, relativamente all'aggiramento della stessa legge n. 400 del 1988 e all'eterogeneità degli argomenti inseriti all'interno del decreto-legge oggetto di conversione. In altri termini, onorevoli colleghi, ci troviamo di fronte una maggioranza che, da un lato, afferma di volersi confrontare con l'opposizione e, dall'altro, dimostra di voler evitare ogni tipo di confronto, anche di natura giuridico-costituzionale, quindi di natura prepolitica, rispetto alla sostanza di questo provvedimento. Questo atteggiamento è poco politico e molto propagandistico, è un atteggiamento, cioè, che la dice lunga sulla volontà di questa maggioranza di utilizzare il Parlamento per un'approvazione sic et simpliciter del disegno di legge finanziaria, di cui il decreto-legge in esame rappresenta un elemento essenziale.
Non vorrei intervenire, onorevoli colleghi, sugli aspetti di sostanza di questo provvedimento. Non vorrei ricordare, come è stato fatto dai colleghi dell'opposizione, la surrettizia nuova tassa di successione, ben più grave della vecchia tassa di successione eliminata dalla prima legge finanziaria del Governo Berlusconi, nel 2001. Non vorrei intervenire neppure in merito all'articolo 14, che avvia il definanziamento dell'opera relativa alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Non vorrei intervenire sugli aspetti sostanziali di questo decreto-legge e, se lo faccio, è unicamente per testimoniare la sua eterogeneità e, quindi, la lesione di diritto e di fatto della legge n. 400 del 1988. Avrei voluto che su questi argomenti i colleghi della maggioranza fossero intervenuti in modo sostanziale e non avessero difeso in modo, di fatto, accademico questo decreto-legge. Così non è stato, a conferma del fatto che queste pregiudiziali sono di sostanza e testimoniano a tutta l'Assemblea le gravi lesioni, soprattutto, dell'articolo 77 della Costituzione.
Per questi motivi, il gruppo di Alleanza Nazionale esprimerà voto favorevole, con molta convinzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
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LUCIO BARANI. Signor Presidente, cari colleghi deputati, anche noi deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista esprimeremo voto favorevole sulle questioni pregiudiziali in esame, e lo faremo convintamente perché le motivazioni che i colleghi della maggioranza hanno addotto a supporto di questo decreto-legge non ci convincono. Affermare che questa legislatura si è ben avviata significa non essere in contatto con la realtà quotidiana del paese, significa non vedere, non sentire e non parlare, significa comportarsi come le tre scimmiette, significa non vedere e non sentire che cosa accade tutti i giorni di fronte al Parlamento, non vedere e non sentire le proteste di tutte le categorie di lavoratori italiani di ogni ordine e grado. Affermare che si faceva così anche in passato e che si continua a fare la stessa cosa non è giusto né corretto. Se si ritiene che la decretazione d'urgenza sia un errore, era un errore in passato ed è un errore adesso! Ammettete che state sbagliando! È un errore che voi giustificate sostenendo che lo commettevano anche gli altri; ma non è in questo modo che si risana strutturalmente il paese. È per questo motivo che vi chiediamo di rimboccarvi le maniche assieme a noi e di pensare al paese e non solo alla vostra «armata Brancaleone». Non si comporta così una vera sinistra riformista; si comporta così solo una sinistra massimalista che non vuole bene al paese! E poi, tutte le gabelle che ci sono in questa decretazione!
Ma perché continuare a modificare l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e aumentare a dismisura il numero dei dirigenti per sistemare - come avete sempre fatto - i vostri amici, parenti e conoscenti?
In agricoltura, perché prendersela così con i nostri operatori del settore che, con gravi difficoltà, debbono sopportare la concorrenza dei prodotti comunitari ed extracomunitari? Perchè reintrodurre la tassa di successione tra genitori e figli, parenti in linea diretta? Perchè si vuole così male ad un figlio che eredita qualcosa da un padre o ad un padre che vuol donare qualcosa ad un figlio? Questo non è né giusto né corretto!
Sicuramente non sono urgenti gli 8 milioni di contributi al teatro Petruzzelli di Bari, che è giusto concedere, ma non in questo modo, poiché tutto verrebbe ad essere vanificato. Dov'è l'urgenza di pagare all'editore una gabella da parte di chi riproduce articoli di riviste e giornali?
In materia d'immobili, di poste e di ferrovie servirebbe un intervento di tipo strutturale, ma non si pensa mai a fare intervenire il Parlamento in materia per cercare di riorganizzare il Ministero dei beni culturali, l'editoria e le comunicazioni: per non parlare poi delle disposizioni in materia universitaria!
Perché continuare a tassare tutto e tutti? Non è possibile, non è in questo modo che si vuol bene al paese e che si lotta per il suo sviluppo. Non è con questo provvedimento che s'impedisce il ponte sullo stretto. Perché si debbono bloccare opere pubbliche necessarie ed indispensabili attraverso comportamenti che ricordano quelli di un bambino? Poiché si è sostenuta una certa idea in campagna elettorale, la si vuol portare sino in fondo senza cercare di ragionare, di pensare allo sviluppo del paese attraverso l'apporto di modifiche strutturali.
È per questo che noi, in maniera convinta, voteremo a favore delle pregiudiziali di costituzionalità. Lo faremo nel rispetto della Costituzione, che viene sempre menzionata a qualsiasi livello, anche se nessun appartenente a questa maggioranza la vuole rispettare.
È per questo che vi invito a riflettere, poiché il vostro comportamento da «cavalli con i paraocchi» è una vergogna. Guardatevi attorno e capirete che questa legislatura non è stata ben avviata, ma è ben contestata dal paese (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, i Verdi assieme a tutti gli altri deputati appartenenti ai gruppi dell'Unione voteranno contro le pregiudiziali di costituzionalità presentate dai gruppi della Lega Nord e di Forza Italia.
Forse, avrei potuto anche esimermi dal motivare questo voto contrario dopo aver ascoltato gli interventi - susseguitisi, ovviamente, legittimamente - attraverso cui si sono illustrate le pregiudiziali da parte dei colleghi Cotta, Leone, Migliori e Barani. Infatti, coloro che li hanno potuti udire - vi è molta disattenzione in Assemblea - si sono accorti che, salvo qualche timido accenno (a cui farò riferimento) del collega Cotta, tutti gli interventi sono stati fortemente critici. Vi sono stati anche richiami alla mobilitazione popolare nei confronti della manovra economico-finanziaria del Governo Prodi.
Non mi stupisco che l'opposizione critichi la manovra economico-finanziaria del Governo in carica. In ogni caso, in questo momento, è in corso un dibattito che dovrebbe avere esclusivamente un profilo di carattere costituzionale; invece tutti i deputati (compresi i colleghi Barani e Migliori) sono intervenuti criticamente nel merito; ciò, non c'entra assolutamente nulla con una pregiudiziale di costituzionalità.
Se i colleghi avessero la curiosità di leggere, ad esempio, la questione pregiudiziale Vito ed altri n. 2 (la più breve), presentata dai deputati del gruppo di Forza Italia - io ho pochi minuti a disposizione e non posso farlo in questa sede -, si accorgerebbero che essa reca interamente e solamente obiezioni di merito, con un esclusivo e generico richiamo, all'inizio della stessa, alla presunta violazione dell'articolo 77 della Costituzione.
Purtroppo, oggi i colleghi appartenenti ai gruppi della Casa delle libertà si sono dimenticati che, nel recentissimo passato, anche il precedente Governo di centrodestra ha sempre presentato una manovra economico-finanziaria cui era strettamente collegato un decreto-legge in materia tributaria e finanziaria. Dunque, criticare nel merito la manovra finanziaria è legittimo, ma farlo attraverso la presentazione di questioni pregiudiziali di costituzionalità, in assenza di motivazione adeguate - e vorrei rilevare che non ve ne sono -, è un po' strumentale, nonché assolutamente pretestuoso!
Ricordo che altri colleghi dei gruppi dell'Unione, precedentemente intervenuti, hanno già richiamato la prassi costante in tale materia, instaurata prima dell'attuale legislatura. Essi hanno evidenziato anche il carattere pretestuoso di numerosi rilievi di merito sollevati dai colleghi appartenenti ai gruppi della Casa delle libertà.
Dal momento che gran parte della questione pregiudiziale presentata dai colleghi del gruppo della Lega Nord Padania (che devo riconoscere essere stata scritta anche con molta puntualità e dovizia di argomentazioni) riguarda esclusivamente l'articolo 41 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262 (si tratta della questione del cosiddetto spoils system), la motivazione e le argomentazioni degli altri colleghi, precedentemente intervenuti sul punto, non possono che essere lette come una clamorosa autocritica rispetto all'uso che la Casa delle libertà ha fatto dello spoils system nella scorsa legislatura. Infatti, il collega Andrea Ricci, intervenuto per primo, ha giustamente ricordato che hanno fatto il loro ingresso nei Ministeri personaggi o personalità (o meglio, genericamente, delle persone) che con l'amministrazione dello Stato nulla avevano a che vedere!
È evidente che, a questo punto, la disposizione criticata può dare un po' di fastidio a chi ha piazzato, all'interno dei Ministeri e dei corpi dello Stato, tutte le persone che...
PRESIDENTE. La prego di concludere...
MARCO BOATO. ... a loro faceva piacere inserire; tuttavia, adesso devono semplicemente fare autocritica.Pag. 26
I tre obiettivi - e concludo, signor Presidente - della manovra economico-finanziaria...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Boato!
MARCO BOATO. ... sono il risanamento dei conti pubblici, lo sviluppo economico e l'adozione di misure volte a conseguire una maggiore equità sociale, ed al raggiungimento di tali obiettivi è finalizzato anche il decreto-legge in esame.
Ci confronteremo sul merito del provvedimento, in modo aperto e leale, in sede sia di Commissioni bilancio e finanze, sia di Assemblea; tuttavia, vorrei rilevare che non sussiste alcun presupposto per dichiarare incostituzionali le misure da esso recate. Per questo motivo, annunzio che sia il gruppo dei Verdi, sia l'intera Unione voteranno contro le questioni pregiudiziali presentate (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Maroni e Cota n. 1 ed Elio Vito ed altri n. 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 259).
Prendo atto che i deputati Borghesi, Iacomino e Mura non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere un voto contrario.
TESTO AGGIORNATO AL 11 OTTOBRE 2006