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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Distruzione del materiale raccolto con intercettazioni illegali e verifica della sicurezza del sistema di raccolta dei dati - n. 3-00344)
PRESIDENTE. L'onorevole Mazzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00344 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
ERMINIA MAZZONI. Presidente, con questa interrogazione intendiamo rappresentare al Governo due preoccupazioni. Con il decreto-legge n. 259 del 2006 si è introdotto nel nostro sistema una procedura urgente per la immediata distruzione delle intercettazioni raccolte illegalmente. Attualmente, è in discussione al Senato il disegno di legge di conversione di questo decreto, che prevede modifiche sostanziali della procedura a motivo di una rilevata incostituzionalità.
Le domande che poniamo al Governo sono le seguenti: sono state effettuate lePag. 51procedure di distruzione? In caso affermativo, con quale procedura? In caso contrario, a chi è affidata la conservazione del materiale intercettato illegalmente e quando e come si intende procedere?
In secondo luogo, le tormentate vicende che affliggono il nostro paese da troppo tempo e che, tra l'altro, ne minano l'immagine, hanno documentato una gravissima distorsione nel servizio di raccolta dei flussi informatici e, soprattutto, una carenza di regolamentazione nel rapporto tra il Ministero e il soggetto gestore, ossia la Telecom.
Ci chiediamo se il Governo intenda intervenire per modificare l'attuale procedura di affidamento dell'incarico di gestione e di raccolta dei flussi informatici e la regolamentazione dei rapporti al fine di garantire la segretezza del materiale raccolto.
PRESIDENTE. Il ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, in risposta all'onorevole Mazzoni, debbo dire che il procuratore della Repubblica di Milano, al quale è stata rivolta da parte mia apposita richiesta di informazioni, essendo il potere della magistratura autonomo, ha riferito che «nell'ambito del procedimento penale n. 30382/03, modello 21, relativo all'indagine Telecom, non risultano allo stato acquisite conversazioni telefoniche illegalmente raccolte». Egli, d'altra parte, già il 22 e il 25 settembre, in risposta ad analoga richiesta di informazioni, aveva riferito che «nel procedimento in questione non risultava contestata agli indagati alcuna ipotesi di reato di cui all'articolo 617 del codice penale e che l'attività di illecita raccolta di dati riservati attribuita all'associazione per delinquere, così come individuata e ricostruita, risulta allo stato essere stata realizzata mediante la commissione di delitti di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio, reati di falso e appropriazione indebita».
Con riferimento, invece, al quesito posto dall'onorevole interrogante, relativo anche alle verifiche da compiersi sul sistema di raccolta del flussi telefonici, preciso che, subito dopo lo scoppio dello scandalo, o presunto tale, Telecom, ho dato incarico al capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria di svolgere gli accertamenti amministrativi diretti a controllare se, nell'iter complessivo delle procedure che si seguono per effettuare intercettazioni telefoniche, erano riscontrabili anomalie.
Per quanto mi riguarda, intendo verificare la possibilità di accessi non consentiti, di dispersioni di informazioni o di utilizzo irregolare delle apparecchiature, così che il risultato delle intercettazioni possa venire a conoscenza delle persone estranee. Gli accertamenti saranno svolti nel più breve tempo possibile al fine appunto di individuare queste carenze tecniche e di proporre le necessarie misure per rimuoverle.
Porrò immediatamente a disposizione delle Camere, appena avrò questo riscontro di natura amministrativa, gli elementi che saranno acquisiti, giacché concordo pienamente con l'interrogante nel ritenere che le intercettazioni siano uno strumento straordinario di indagine e che debbano essere assicurate sia la segretezza delle indagini, sia la tutela della riservatezza di terzi estranei e degli stessi indagati rispetto ai fatti non rilevanti sotto il profilo probatorio.
PRESIDENTE. L'onorevole Mazzoni ha facoltà di replicare.
ERMINIA MAZZONI. Ringrazio il ministro Mastella per la risposta, soprattutto per la condivisione dell'ultima parte dell'interrogazione che ho proposto.
Devo dire, però, con onestà, che non mi ritengo soddisfatta, perché la risposta data dal ministro non mi tranquillizza anche perché essa non risponde esattamente ai quesiti.
Egli non ha detto a quest'Assemblea che cosa sia stato fatto in applicazione di quel decreto-legge, se siano stati realmente distrutti i dati e, peraltro, ha fatto riferimento ad una comunicazione del procuratorePag. 52di Milano in riferimento alla mancanza di intercettazioni e quindi al materiale raccolto illegalmente.
Allora, le formulo un'altra domanda che rimarrà sicuramente inevasa: se non c'erano flussi di conversazione raccolti illegalmente, come mai è stato approntato quel decreto-legge, uno strumento straordinario quindi, per provvedere urgentemente ad arginare un episodio grave? Riguardo al secondo quesito, attinente alla gravità delle vicende che viviamo ormai da troppo tempo, non credo che tale gravità possa essere affrontata con l'ennesima verifica o con l'ennesimo studio.
Ritengo che affidare al dipartimento del Ministero un accertamento, per verificare se ci siano mancanze o falle nel sistema di raccolta dei flussi informatici, sia un'attività inutile rispetto a dati che confermano già una distorsione gravissima del sistema. Mi sarei augurata che il Governo avesse già predisposto delle risposte e che potesse darmi un'indicazione maggiormente tranquillizzante rispetto ad ulteriori interventi legislativi da affiancare a quelli che già il nostro gruppo ha proposto e che attengono esclusivamente alla fase processuale e, quindi, a modifiche al codice di procedura penale. Spero che la vicenda sia all'attenzione del Governo e del ministro Mastella, essendo di una gravità elevatissima.