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Si riprende la discussione.
LANFRANCO TURCI (RosanelPugno). Nel giudicare condivisibili ed opportune le modifiche apportate al testo originario del provvedimento d'urgenza in discussione, in materia di imposta di successione, sottolinea la particolare importanza delle disposizioni recate dall'articolo 12, concernenti la delicata materia delle infrastrutture, sulla quale auspica una riflessione approfondita nell'ambito della quale valutare l'opportunità di istituire un' authority ad hoc. Preannunzia, quindi, che il suo gruppo si riserva la presentazione di proposte emendative al disegno di legge finanziaria, che giudica complessivamente non soddisfacente, atteso, in particolare, il carattere confuso delle sue disposizioni in materia tributaria, peraltro frutto di una lettura pauperistica della società italiana, nonché per l'assenza di misure di riforma strutturale della spesa pubblica.
LAURA RAVETTO (FI). Nel manifestare l'orientamento contrario al provvedimento d'urgenza in discussione, che si configura quale strumento per aumentare la pressione tributaria, sottolinea che le sue disposizioni si caratterizzano per schizofrenia legislativa e scarsa chiarezza, oltre a rivelarsi inique ed incerte quanto ai loro effetti.
LUCIANO D'ULIZIA (IdV). Ritiene che il declassamento deciso da agenzie di rating sia dovuto all'entità del debito pubblico accumulato dal precedente Esecutivo di centrodestra, ma anche all'inadeguatezza della manovra economico-finanziaria per il 2007, che dovrebbe contenere misure più incisive per raggiungere gli obiettivi di risanamento, equità e sviluppo. Rilevato, inoltre, che la prospettata rimodulazione di scaglioni ed aliquote fiscali non è improntata alla necessaria progressività, sottolinea l'opportunità di incrementare la pressione fiscale nei confrontiPag. VIdei percettori di redditi particolarmente elevati. Invita, infine, l'Esecutivo a recepire talune indicazioni al fine di migliorare i contenuti della manovra.
GASPARE GIUDICE (FI) e ALBERTO FILIPPI (LNP). Chiedono che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo dei rispettivi interventi.
PRESIDENTE. Lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO (FI). Rilevato che l'incremento della pressione fiscale disposto con la manovra economica per il 2007 rischia di frenare la ripresa economica del Paese e contraddice gli impegni assunti durante la campagna elettorale dalla coalizione di centrosinistra, preannunzia il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione del provvedimento d'urgenza in discussione.
MARIA LEDDI MAIOLA (Ulivo). Osservato che nel corso dell'iter in Commissione il provvedimento d'urgenza in discussione è stato sensibilmente migliorato, sottolinea la necessità di definire una manovra economico-finanziaria rigorosa e che persegua opportunamente fini di equità sociale.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (FI). Rilevato che il declassamento dell'Italia da parte delle agenzie internazionali di rating rischia di determinare deleterie conseguenze per l'economia del Paese, lamenta l'anacronistico carattere vetero-socialista della manovra economico-finanziaria varata dal Governo; preannunzia quindi una ferma opposizione ove l'Esecutivo decidesse di inserire nel decreto-legge in discussione disposizioni in tema di tassazione del risparmio.
IDA D'IPPOLITO VITALE (FI). Ritiene che il provvedimento d'urgenza in discussione sia connotato da un'impostazione ideologica e rechi norme eterogenee e spesso in contraddizione rispetto agli obiettivi di equità e di sviluppo delineati nel DPEF per il periodo 2007-2011. Esprime, in particolare, un giudizio critico sugli effetti negativi della stretta fiscale prevista, sull'aleatorietà dei fattori cui sono legate le stime delle maggiori entrate e sulle norme relative al trattamento di fine rapporto. Pur condividendo, peraltro, molti degli obiettivi di fondo perseguiti con la manovra, ritiene inadeguati gli strumenti individuati per il loro raggiungimento.
ROBERTO GIACHETTI (Ulivo). Parlando sull'ordine dei lavori, invita il rappresentante del Governo a fornire, eventualmente in sede di replica, chiarimenti in merito all'ipotesi paventata dal deputato Della Vedova.
REMIGIO CERONI (FI). Lamenta che il Governo, contraddicendo gli impegni contenuti nel programma dell'Unione, ha varato una manovra che prevede un inasprimento della pressione fiscale, senza un adeguato intervento sul piano della riduzione della spesa.
MARIA IDA GERMONTANI (AN). Giudicata iniqua ed inefficace la manovra economico-finanziaria per il 2007, basata su misure persecutorie ed ideologiche e volta a perseguire unicamente il fine di aumentare la pressione fiscale, osserva che l'iter particolarmente difficoltoso del provvedimento d'urgenza in discussione denota il carattere contraddittorio dell'azione dell'Esecutivo, che ostacolerà inevitabilmente lo sviluppo economico del Paese.
MARIA TERESA ARMOSINO (FI). Nel sottolineare il carattere classista della manovra economico-finanziaria per il 2007, giudica contraddittoria ed inefficace l'azione dell'Esecutivo, che si caratterizza in ogni settore per la connotazione speculativa delle iniziative intraprese. Rilevate, altresì, le deleterie conseguenze che deriveranno dall'attuazione della politica industriale perseguita dal Governo; manifesta un orientamento nettamente contrario al preannunziato incremento della pressione fiscale sui risparmi, nonché allePag. VIIdisposizioni concernenti il TFR. Rileva infine che la disciplina dell'articolo 12 del decreto-legge in discussione, in tema di aggiornamenti tariffari nel settore autostradale, lede la credibilità internazionale del Paese.
DOMENICO DI VIRGILIO (FI). Ricordato l'ampio dissenso registratosi nel Paese sulla manovra economico-finanziaria per il 2007, fondata essenzialmente sull'inasprimento della pressione fiscale, paventa l'introduzione di eccessivi controlli burocratici e tributari; manifesta, quindi, l'orientamento nettamente contrario della forza politica alla quale appartiene ai provvedimenti nei quali si articola la predetta manovra.
SIMONE BALDELLI (FI). Nel ritenere che la manovra economico-finanziaria per il 2007 sia eccessivamente onerosa per i cittadini e fortemente caratterizzata sul piano ideologico da un'ottica interventista e redistributiva, osserva che l'inasprimento della pressione fiscale rischia di frenare la ripresa economica del Paese; lamenta quindi la riduzione degli stanziamenti a favore dell'istruzione e l'incremento del costo del lavoro cosiddetto atipico.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
LELLO DI GIOIA (RosanelPugno), Relatore per la V Commissione. Ricordato il reiterato ricorso alla questione di fiducia da parte del precedente Governo, la cui politica economica ha peraltro inciso negativamente sulla situazione dei conti pubblici, evidenzia le profonde contraddizioni ravvisabili negli interventi di deputati dell'opposizione, che invita ad assumere un atteggiamento più obiettivo.
LAURA FINCATO (Ulivo), Relatore per la VI Commissione. Rileva che il provvedimento d'urgenza in esame costituisce il primo atto di una manovra finalizzata al risanamento dei conti pubblici ed al rilancio dell'economia, che dovrebbe essere giudicata senza atteggiamenti demagogici. Sottolinea quindi che vi è stato adeguato spazio per il dibattito, che ha consentito alle Commissioni V e VI di apportare numerose modifiche al testo originario del decreto-legge.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Ricorda che la manovra economico-finanziaria varata dal Governo persegue, quali obiettivi prioritari, il risanamento permanente dei conti pubblici, la promozione della crescita del Paese ed una maggiore equità sociale, unitamente al reperimento delle risorse necessarie per il completamento delle opere pubbliche in corso di realizzazione. Sottolinea quindi, in particolare, che le misure finalizzate all'equità sociale si basano sulla lotta all'evasione fiscale, sul sostegno alle famiglie numerose, sulla tutela dei lavoratori precari e sull'avvio del federalismo fiscale. Evidenzia inoltre che le norme relative alle concessioni autostradali si inquadrano nel più generale obiettivo di garantire una corretta regolamentazione dei mercati, per evitare un possibile abuso di posizione dominante o altre pratiche non rispettose delle logiche di mercato. Smentisce infine la presunta intenzione di introdurre in una proposta emendativa la prospettata armonizzazione della tassazione sulle rendite finanziarie.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.