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TESTO AGGIORNATO AL 10 NOVEMBRE 2006
(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il viceministro Visco (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). Ne ha facoltà.
VINCENZO VISCO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, a proposito del subemendamento Antonio Pepe 0.3.500.17, testé approvato, vorrei confermare ciò che aveva già anticipato il sottosegretario Grandi, ossia che non c'è bisogno di copertura.
La parte relativa alla compensazione si può tranquillamente espungere per il semplice fatto che, nelle valutazioni che abbiamo compiuto per proporre il nostro emendamento, era previsto sia il silenzio-assenso, che, infatti, abbiamo recepito, sia l'introduzione di una soglia di esclusione. Del resto, la ratio della norma è esclusivamente quella di combattere frodi robuste e massicce di cui potremmo essere a conoscenza in anticipo.
Per questo motivo, non vi è la necessità della copertura. Del resto, la cifra che ricordava il collega Grandi di 700-800 milioni messi a ruolo dopo tre anni dimostra esattamente che gli effetti finanziari di questa norma erano considerevolmente minori.
PRESIDENTE. Dunque, per quanto riguarda il subemendamento in questione, la parte del testo che va dalle parole «conseguentemente» in avanti si intende espunto.
Trattandosi di una correzione che riguarda la copertura finanziaria e che discende da una conseguenza di natura tecnica, attinente alle valutazioni degli oneri finanziari, conformemente ai precedenti, l'Assemblea si limita a prenderne atto.
Dovremmo ora procedere alla votazione...
MARCO ZACCHERA. Presidente...!
PRESIDENTE. Deputato Zacchera, vuole parlare sull'ordine dei lavori?
MARCO ZACCHERA. Presidente, chiedo di parlare per dichiarazione di voto sul subemendamento Crosetto 0.3.500.27, sul quale l'Assemblea stava discutendo prima della sospensione dei lavori.
PRESIDENTE. Sì, lo stavo introducendo...
Passiamo alla votazione del subemendamento Crosetto 0.3.500.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, la rottamazione forzata delle autovetture ha scatenato nelle persone anziane problemi enormi. Poiché il ministro Visco è presente in aula, credo che tale questione debba essere affrontata brevemente.
Non teniamo mai conto di quanto venga usata un'autovettura. Molto spesso, le autovetture vecchie non sono tali, poiché vengono poco utilizzate dalle persone anziane. Dal punto di vista economico, per queste persone, sovente, è impossibile cambiare autovettura. Ecco perché ritengo che un Governo serio debba tener conto di questo problema, per esempio, precisando un limite di reddito (è il caso del subemendamento Crosetto), oppure il numero di chilometri percorsi, oppure, semplicemente, se l'autovettura ha il bollino blu, perché, in tal caso, non sta inquinando. Quindi, non si capisce perché la rottamazione debba essere obbligatoria.
Questi problemi, che sembrano semplici, al di fuori di qui diventano per migliaia e migliaia di famiglie davvero importanti. Penso che dovremmo tutti tener conto di ciò.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo solamente perché vi è stato un chiarimento in sede di Comitato dei nove. Devo riconoscere che il Governo è stato molto chiaro, poiché si è espresso contro il subemendamento in esame, sostenendo che esso «costa».
Il fatto che il Governo faccia tale affermazione non mi stupisce, e voglio solamente sottolineare che si tratta della prova che la tassa automobilistica in oggetto colpirà tutti, anche (e molto) i cittadini che posseggono un reddito inferiore a 15 mila euro. La dimostrazione è data dal fatto che tale imposta produrrà introiti notevoli.
Il problema è che questo tributo colpirà soprattutto i cittadini con i redditi più bassi, poiché l'assurdità di tali disposizioni - la cui finalità è assolutamente positiva, poiché si propongono di ridurre il più possibile l'emissione di gas - consiste nel fatto che colpirà, per l'appunto, i ceti più deboli. Vorrei evidenziare che, per assurdo, non verranno più colpiti (o lo saranno marginalmente) i possessori di Mercedes 5000 o di Range Rover, mentre saranno costretti a pagare di più quei poveri cittadini che non hanno i soldi per cambiare la propria autovettura!
Informo, quindi, che insisteremo per la votazione del nostro subemendamento, nonostante il parere contrario espresso dal Governo e dalla Commissione, ed invitiamo qualche collega della maggioranza - giusto per testimonianza - a votare a favore di una proposta che riteniamo giusta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, dichiaro di voler sottoscrivere il subemendamento in esame ed esprimo la mia piena adesione alle osservazioni formulate ed alle motivazioni addotte a suo sostegno.
Nessuno contesta la validità dell'intero impianto normativo, il quale mira a ridurre l'inquinamento e a raggiungere nuovi standard di qualità dell'aria; tuttavia, vorrei rilevare che, a causa del modo in cui questa materia è stata affrontata in sede regionale (particolarmente nella mia regione, il Piemonte), anche l'aumento dell'imposta sul possesso degli autoveicoli, qualora non venisse approvato il subemendamento Crosetto 0.3.500.27, costituirebbe un'ulteriore, grave penalizzazione per i cittadini.
Vorrei ribadire, infatti, che tale misura colpisce quelle fasce più deboli della popolazione che non hanno la possibilità di acquistare nuove auto e che già pagano regolarmente il bollo. Non è previsto, inoltre, un incentivo sufficiente: infatti, in sede attuativa, vale a dire a livello regionale, è stata definita una somma, pari a mille euro, che non incide sostanzialmente sull'impossibilità, per molti anziani e per molte persone che dispongono di redditi «popolari», di rinnovare i loro autoveicoli.
Credo, pertanto, che la misura proposta dal subemendamento in esame rappresenti almeno un segnale di sensibilità e di attenzione nei confronti di quelle fasce «popolari» che il disegno di legge finanziaria in esame asserisce di voler assolutamente tutelare; tuttavia, se dovesse essere respinto il subemendamento Crosetto 0.3.500.27, allora tale asserzione non risulterebbe essere veritiera!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo per invitare i colleghi a svolgere una riflessione su questo tema. È stato dichiarato che alcuni dei pilastri della manovra finanziaria sono l'equità e, in maniera particolare, la redistribuzione del reddito.
Se si esaminasse la copertura finanziaria del subemendamento Crosetto 0.3.500.27, tuttavia, tale affermazione verrebbe smentita in maniera molto evidente. Non è ammissibile, infatti, pensare di fare Pag. 57cassa nel modo più semplice, vale a dire aumentando il bollo sugli autoveicoli e, soprattutto, colpendo la fascia più debole della popolazione, vale a dire gli anziani. Ciò perché si tratta dei soggetti che non hanno la possibilità di acquistare un mezzo di locomozione nuovo.
Vorrei osservare che è stato commesso un notevole errore di comunicazione quando è stata spiegata la proposta di variazione del bollo sulle auto, poiché si è affermato che tale operazione avrebbe colpito soltanto l'8 per cento delle automobili. Ciò non è vero, poiché essa colpisce l'8 per cento delle autovetture nuove e, soprattutto, riguarda l'85 per cento del parco mezzi circolante! È questo il problema, che, peraltro, avrà anche impatti molto forti. Per un «euro 0» sopra i 100 kilowatt vi sarà un incremento del 74,4 per cento.
Quindi, rivolgo un invito ai colleghi a riflettere su questo tema, perché, altrimenti, non sarete più credibili quando dite che si tratta di una manovra redistributiva, poiché, con una delle cose più semplici, ossia il bollo auto, si vanno a colpire gli anziani e le fasce più deboli.
Quindi, davvero vi invito a fare una riflessione attenta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, avevamo sostenuto che gran parte dei tagli effettuati alle regioni e ai comuni sarebbe ricaduta sui cittadini. La regione Toscana, non più tardi di qualche giorno fa, ha deliberato per i mezzi circolanti immatricolati in quella regione un aumento del 10 per cento del bollo per tutte le autovetture e per tutti i possessori, indipendentemente dal reddito. Così, nel prossimo mese, faranno tante altre regioni, compresa l'Emilia-Romagna.
Questo aumento, quindi, si somma a quelli che le regioni hanno già effettuato o stanno per effettuare. Se non poniamo un limite di reddito - lo dico, in particolare, ai deputati della maggioranza -, per molte classi sociali diventerà un lusso insostenibile possedere una macchina vecchia. Stiamo parlando di questo.
Ritengo che questo subemendamento, che non ha un costo enorme, vada contro a tale discriminazione forte che stiamo effettuando. Vi chiedo veramente una riflessione pacata su questo aspetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, vorrei riprendere il discorso relativo a questo subemendamento, che, come Alleanza Nazionale, abbiamo sottoscritto in fase di stesura con l'onorevole Crosetto e che pone le questioni già illustrate dai colleghi.
Si tratta di una ulteriore tassa, assolutamente iniqua, che colpisce i soggetti deboli, che, evidentemente, non hanno risorse sufficienti per fare fronte al possibile cambio di autovettura.
Condivido le considerazioni che ha appena svolto il collega, perché sappiamo molto bene che a questo tipo di tassazione se ne aggiunge un'altra da parte delle regioni, perché si tratta di una delle possibili leve che le regioni attualmente possono utilizzare per fare fronte ai tagli complessivi varati in questa legge finanziaria. Ciò è elemento di dibattito in questi giorni, mentre si accingono a varare le manovre tributarie. Tale questione dimostra concretamente come questo Governo, complessivamente, non alleggerisca la pressione fiscale sui cittadini, ma sostanzialmente la aumenti.
Quindi, invito ad un gesto di disponibilità, che credo debba essere nelle riflessioni e nelle corde di quella sinistra massimalista che più volte continua a rivendicare un'attenzione particolare nei confronti dei soggetti deboli, che, in realtà, non vengono presi in considerazione.
Riprendo il filone di lavoro aperto rispetto ai subemendamenti che sono stati già discussi precedentemente, laddove avevamo Pag. 58cominciato a porre questioni cardine legate all'istituzione di fondi per gli incapienti, all'handicap e, più in generale, alla sicurezza.
PRESIDENTE. La prego...
ALBERTO GIORGETTI. Si tratta di questioni che riprenderemo anche con i prossimi subemendamenti, ma sulle quali richiamiamo, ancora una volta, la maggioranza al senso di responsabilità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, dichiaro innanzitutto di voler aggiungere la mia firma a questo subemendamento.
Vorrei aggiungere una semplicissima battuta alle condivisibili riflessioni dei colleghi che hanno parlato prima di me. Questo subemendamento costituisce la prova provata che, grazie alla vostra manovra e al vostro impianto, anche i poveri piangeranno e piangono (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici di Sinistra e dei Democratici di Centro ))!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Ovviamente, anche noi condividiamo questo subemendamento. Per rifarmi a ciò che ha detto il collega precedentemente, i poveri non piangono: i poveri sono costretti ad andare a piedi!
Questo è ciò che hanno voluto il Governo e il viceministro Visco e che, sicuramente, vorrà questa maggioranza.
Non credo che questa sia una questione di equità.
Forse gli farete risparmiare la benzina o il bollo; come qualcuno ha già affermato, la regione Toscana lo ha già aumentato del 10 per cento. Quel collega si è dimenticato di dire che ha già aumentato l'addizionale IRPEF e la tassa sulla benzina. Questa non è giustizia sociale!
Non riusciamo a capire perché ve la prendiate con le classi più deboli; forse perché sono quelle che pagano sempre e comunque? Vi si chiedeva un piccolo sforzo per pensare agli indigenti, alle classi più povere, agli anziani, a quelli che fanno sacrifici per arrivare a fine mese e non possono spendere i propri soldi per cambiare la macchina o per pagare un bollo troppo caro.
Dunque, tornando a quanto affermato all'inizio, tali soggetti non devono piangere, ma devono andare a piedi e, con il trasporto pubblico locale di cui disponiamo, che Dio ce la mandi buona!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere il subemendamento in esame e per sottolineare come in effetti esista una serie di problemi, come ad esempio la questione relativa alle famiglie dei pensionati, che magari vivono con 500 o 600 euro di reddito al mese, che non beneficeranno di alcun vantaggio fiscale essendo già al di sotto della no tax area e che probabilmente hanno a disposizione solo una vecchia autovettura che con il proprio reddito non saranno in grado di cambiare.
Ebbene, tali famiglie vengono penalizzate e ad esse si aggiungono anche quelle famiglie di nuova costituzione, che hanno già un mutuo pesante da pagare e che non si possono permettere di cambiare autovetture che posseggono già da qualche anno perché le loro entrate non lo consentono.
Ritengo si tratti di una misura estremamente iniqua, soprattutto nei confronti delle fasce più deboli della nostra società.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori del subemendamento Crosetto 0.3.500.27 non accedono all'invito al ritiro. Passiamo ai voti.Pag. 59
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crosetto 0.3.500.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 522
Votanti 518
Astenuti 4
Maggioranza 260
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 281).
Prendo atto che il deputato Dato non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione del subemendamento Antonio Pepe 0.3.500.19.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Antonio Pepe 0.3.500.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 289).
Prendo atto che il deputato Dato non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione del subemendamento Crosetto 0.3.500.29.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crosetto 0.3.500.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 531
Maggioranza 266
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 288).
Prendo atto che i deputati Dato e Realacci non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione del subemendamento Garavaglia 0.3.500.3.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo per spiegare il subemendamento in esame, che nella sua semplicità può risolvere diversi problemi, in quanto non so se tutti i colleghi abbiano avuto la possibilità di valutarlo.
Già in sede di approvazione del decreto fiscale si è svolto uno specifico dibattito in merito agli scontrini, con la conseguente polemica proveniente da parte dei commercianti che si sono sentiti - a nostro avviso, legittimamente - additati ingiustamente come evasori.
Con il presente subemendamento si prevede la facoltà - anziché l'obbligo - per i commercianti di dotarsi di un registratore fiscale che trasmetta automaticamente i corrispettivi.
In questo modo, si determinano due effetti. In primo luogo, si ottiene un risparmio per le casse dello Stato, perché l'acquisto dei registratori di cassa (sarebbe anche interessante capire chi beneficerà di questo maxi-ricambio del registratore, ma è un'altra questione) è interamente deducibile. Ora, diciamo una cosa semplice. Chi vuole lo acquista e beneficia della deduzione, però, chi acquista il registratore di cassa che trasmette in automatico i corPag. 60rispettivi la sera, non emette lo scontrino. Non ha più senso perché lo Stato li avrà tutte le sere.
Quindi, proponiamo che coloro che si dotano di questo nuovo registratore, e che sono già soggetti agli studi di settore, non abbiano più l'obbligo di emettere lo scontrino. È semplice e logico, in quanto lo Stato riceve i corrispettivi tutte le notti e non si capisce per quale motivo debba sussistere tale obbligo.
Viceversa, bisogna risolvere un altro problema e, in questo caso, facciamo risparmiare soldi allo Stato. Il piccolo negozio gestito, ad esempio, da una vecchietta che vende pane in cima alla montagna e non ha voglia né necessità di cambiare registratore e buttare via quattrini, perché si trova al termine della sua attività, può continuare senza questo nuovo registratore, emettendo lo scontrino.
Si tratta di un subemendamento di puro buonsenso che risolve due problemi in una sola volta: da un lato, evita un investimento inutile da parte di chi considera l'attività residuale e dall'altra, fa entrare soldi nelle casse dello Stato, che risparmia i soldi delle deduzioni da parte di chi non si dota dei nuovi registratori e, infine, libera dall'obbligo dell'emissione dello scontrino i commercianti che, in quanto soggetti agli studi di settore e controllati sotto questa via, perché dotati del nuovo registratore di cassa, che trasmette in automatico i corrispettivi tutte le notti, non avranno più alcuna necessità di sprecare la carta per l'emissione dello scontrino (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Propongo di accantonare il subemendamento in esame e di esaminarlo al termine dell'esame dei subemendamenti presentati all'emendamento 3.500 del Governo.
PRESIDENTE. Il relatore?
MICHELE VENTURA, Relatore. Sono favorevole (Commenti).
PRESIDENTE. La proposta ha un senso politico, a vedere dalle reazioni; tuttavia, non la si può adottare subito per ragioni tecniche, essendo i subemendamenti concatenati. Quindi, per potervi accedere, è necessaria una breve interruzione, anche di soli cinque minuti, dei nostri lavori.
Sospendo pertanto la seduta.
La seduta, sospesa alle 19,10, è ripresa alle 19,20.
PRESIDENTE. Do la parola al sottosegretario Grandi.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo propone all'onorevole Garavaglia la seguente riformulazione del suo subemendamento 0.3.500.3. Al 37-bis, aggiungere alla fine: «I soggetti che effettuano la trasmissione telematica emettono scontrino non avente valenza fiscale.».
In sostanza, è lo stesso meccanismo che adoperano i supermercati, o comunque coloro che emettono uno scontrino anche se non ha valore fiscale. Tutto ciò consente l'invio telematico veritiero e, nello stesso tempo, semplifica ciò che il subemendamento cercava di affrontare.
PRESIDENTE. Chiedo al deputato Garavaglia se accetti la riformulazione proposta dal Governo.
MASSIMO GARAVAGLIA. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il relatore concorda.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pag. 61Garavaglia 0.3.500.3, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato sì 490
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Dato e Adolfo non sono riusciti a votare.
Avverto che dall'approvazione del subemendamento Garavaglia 0.3.500.3, come riformulato, discende l'assorbimento della parte dispositiva del successivo subemendamento Crosetto 0.3.500.28 e la preclusione delle parti consequenziali del medesimo subemendamento.
Passiamo alla votazione del subemendamento Crosetto 0.3.500.30.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crosetto 0.3.500.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 284).
Passiamo alla votazione del subemendamento Crosetto 0.3.500.31.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crosetto 0.3.500.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 516
Votanti 515
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 286).
Passiamo alla votazione del subemendamento Crosetto 0.3.500.34.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crosetto 0.3.500.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 290).
Avverto che dall'eventuale approvazione dell'emendamento 3.500, del Governo, che ci accingiamo votare risulterebbero precluse le seguenti proposte emendative: Capitanio Santolini 3.3, 3.5, 3.6, 3.10, 3.15 e 3.16, Pedrizzi 3.4, 3.7, 3.11 e 3.14, Leo 3.8 e Garavaglia 3.9, 3.12 e 3.13. Pag. 62Risulterebbero, inoltre, precluse le seguenti proposte emendative: Leo 3.22, Campa 3.23, Fugatti 3.24, Mazzoni 3.53, nonché tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 4, compresa la votazione dell'articolo medesimo (si voteranno gli articoli aggiuntivi). Inoltre da pagina 233 fino a pagina 237, gli emendamenti Cesini 20.222, Buonfiglio 20.8, Misuraca 20.9, Valducci 20.10, Fugatti 20.11 e, Alberto Giorgetti 20.13. Infine, da pagina 254 a 257, gli emendamenti Bellotti 20.53, Raisi 20.54, Diliberto 20.96, Capitanio Santolini 20.56, Garavaglia 20.58 e 20.59, Palmieri 20.60 e, Di Virgilio 20.61.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.500 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, Alleanza Nazionale aveva segnalato questa mattina, all'inizio dei lavori, come, di fatto, con la presentazione di questi emendamenti si verificasse quanto lei ha appena affermato, ovvero che il Governo e la maggioranza, al di là di un confronto di merito su alcuni elementi marginali, come è accaduto anche con questi ultimi emendamenti, peraltro accolti - segnali comunque positivi, ma che non cambiano la nostra opposizione complessiva sull'articolo -, determinassero un percorso di preclusione complessiva nei confronti delle nostre proposte emendative. Ciò conferma l'atteggiamento di disponibilità al confronto e non di ostruzionismo dell'opposizione, che vuole approfondire nel merito le varie questioni.
A fronte della preclusione di una serie di emendamenti assolutamente qualificanti, è mio dovere, in sede di dichiarazione di voto, a nome di Alleanza Nazionale, recuperare gli aspetti fondamentali delle questioni poste. Noi innanzitutto ribadiamo che, nella riscrittura complessiva della curva attorno al tema dell'IRPEF - in particolar modo, gli interventi fatti sul versante dei carichi familiari e alcune questioni specifiche relative al sostegno delle esigenze familiari (vedi il tema badanti e altre questioni affrontate all'interno dell'articolo) -, complessivamente non c'è un miglioramento significativo per le tasche dei cittadini e, soprattutto, per le famiglie (questo è un tema che ha caratterizzato il dibattito sull'articolo 3, in ogni sua parte, anche in questi ultimi emendamenti e subemendamenti approvati).
Riteniamo che intere fasce della popolazione non siano sostanzialmente ricomprese tra i fruitori dei leggerissimi benefici previsti all'interno di questo articolo. Restano temi inevasi, quale quello degli incapienti, dei soggetti deboli, delle famiglie con carichi particolarmente difficili - vedi il tema degli handicappati -, e, più in generale, quello della trasformazione delle deduzioni in detrazioni, che non consente, in particolar modo alle famiglie numerose, di avere un vantaggio concreto. Lo dimostra anche il fatto che, durante il dibattito su questo articolo 3, sostanzialmente, è stata anche rifiutata l'approvazione di una clausola di salvaguardia, che più volte è stata annunciata dal Governo come migliorativa del testo e di tutta la curva delle aliquote IRPEF. Così non è, altrimenti sarebbe stata accolta con grande serenità anche la clausola di salvaguardia come posta nella formulazione della proposta emendativi di Antonio Pepe, che prevedeva comunque la possibilità di utilizzare il sistema fiscale in vigore prima dell'introduzione di questo emendamento e, quindi, prima dell'entrata in vigore della legge finanziaria (un vantaggio fiscale che indubbiamente oggi non c'è). Infatti, complessivamente, questo intervento prevede anche elementi di carico fiscale ulteriore, i cui meccanismi saranno più chiari esclusivamente quando sarà approvata la legge (peraltro, sul loro funzionamento insistono ancora nostre gravi perplessità).
Ciò che ha animato i colleghi nella presentazione dei nostri emendamenti è l'obiettivo prioritario di dare risposte ai temi della famiglia. Abbiamo previsto, all'interno di vari emendamenti, un elenco di interventi di solidarietà; basti pensare al recupero del percorso legato alle deduzioni e non alle detrazioni.Pag. 63
Si tratta di deduzioni che rappresentano un'organicità migliore dal punto di vista fiscale, per dare risposte, in particolar modo, in ordine ai carichi familiari numerosi; e si tratta di detrazioni che, comunque, aumentano concretamente anche con il raddoppio dei percorsi legati alle somme previste in detrazione.
Quindi, avevamo proposto che, progressivamente, si attuasse quella strada che abbiamo più volte annunciato e che ritenevamo possibile percorrere, nel caso in cui fossimo stati maggioranza di Governo: mi riferisco al riconoscimento del quoziente familiare.
Riveste particolare interesse anche una serie di emendamenti con cui si propone il riconoscimento di una responsabilità civile nei confronti di alcuni cittadini, all'interno del percorso delle detrazioni, con riferimento ad impegni particolari. Ad esempio, avevamo proposto di prestare particolare attenzione al tema del personale militare impegnato in operazioni di pace, nonché alla responsabilità e al rischio che corrono ogni giorno gli operatori di polizia quotidianamente impegnati in operazioni di sicurezza. Ed avevamo proposto di considerare con attenzione la questione della detraibilità delle spese di affitto per i soggetti deboli.
Quindi, signor Presidente, avevamo previsto una serie di interventi che avrebbero migliorato in misura significativa il testo ed avrebbero fornito una risposta concreta ai soggetti deboli, dando l'idea di un percorso complessivo di abbattimento della pressione fiscale. Tale percorso viene completamente abbandonato con questo emendamento che non serve a nulla, dal punto di vista del miglioramento dell'equità fiscale. Pertanto, Alleanza Nazionale può esclusivamente contrastare l'emendamento in esame, esprimendo il proprio voto contrario (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sull'emendamento 3.500 del Governo, riferito all'articolo 3. Si tratta di un voto favorevole espresso in modo convinto, perché la riforma dell'IRPEF è uno dei cardini della manovra finanziaria per il 2007.
Attraverso questa riforma raggiungiamo un obiettivo programmatico che l'Unione si era prefissato: l'abolizione del secondo modulo Tremonti, fatto dal precedente Governo, che aveva segnato una riforma dell'imposta personale sul reddito di stampo regressivo, distribuendo privilegi e ulteriori vantaggi ai ceti più ricchi e benestanti della popolazione.
Invece, con questo emendamento, che riformula l'articolo 3 del provvedimento in esame, introduciamo una maggiore progressività dell'imposta personale sul reddito e, in questo modo, raggiungiamo un obiettivo, sia pure parziale, di redistribuzione.
Si inverte, così, una tendenza che, ormai, durava da tanti, troppi anni: quella di una distribuzione perversa del reddito anche attraverso un equilibrio distorto del carico fiscale che, fino ad oggi, ha sempre penalizzato i lavoratori dipendenti, i pensionati e i soggetti più deboli.
La riformulazione presentata dal Governo rispetto al testo originario con questo emendamento garantisce pienamente tutti coloro che hanno un reddito inferiore ai 40 mila euro e, in modo particolare, i lavoratori dipendenti, i pensionati e gli anziani ultrasettantacinquenni. Infatti, per i redditi al di sotto di questa cifra, anche tenendo conto delle addizionali comunali e regionali e, per i lavoratori dipendenti, dell'aumento dello 0,3 per cento dei contributi previdenziali, grazie alla formulazione contenuta nell'emendamento in esame, vi saranno vantaggi.
Noi ascriviamo anche a merito dell'iniziativa di Rifondazione Comunista, nel lavoro in Commissione, di avere prodotto un risultato che, a questo punto, è chiaro e preciso, e non dovrebbe lasciare adito a dubbi.Pag. 64
Concludo dicendo che occorre proseguire anche in futuro lungo questa direzione, perché il sistema fiscale italiano è estremamente distorto e penalizzante nei confronti dei soggetti più deboli, dei lavoratori e dei pensionati. Siamo soltanto ad una prima tappa di un percorso che dovrà portare, attraverso la riforma fiscale, ad una distribuzione socialmente più equa del reddito e della ricchezza.
Il problema degli incapienti, che rimane tuttora irrisolto, dovrà essere oggetto della massima attenzione da parte della maggioranza e del Governo dopo la legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, a titolo personale vorrei esprimere il mio completo e totale dissenso dall'emendamento 3.500 del Governo. Ciò per tutto quello che è stato oggi detto in quest'aula, ed anche scorrendo l'intero testo ora al nostro esame: si parla sempre di figli e di minori, tuttavia, sostengo che in questo articolo non viene assolutamente garantita la cosiddetta «equità orizzontale». Insisto sul fatto che, a parità di reddito, chi ha figli non può essere trattato come chi non ne ha.
Siccome in Italia l'ISTAT e tutte le indagini affermano che la povertà è correlata al numero dei figli, ciò significa che in questo Paese chi mette al mondo un bambino è punito per questo solo fatto. Quindi, non bisogna rimodulare in questo modo perché non è presente alcuna opzione seria per la tutela e per il sostegno delle famiglie. Ricordo che i soggetti più a rischio di povertà non sono i pensionati né le persone adulte, in qualche modo garantiti, bensì i minori. Quindi, ribadisco il mio totale dissenso da questo articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Delfino. Ne ha facoltà. Ricordo che ha disposizione un minuto.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale solo per esprimere la mia forte insoddisfazione perché il problema delle politiche familiari è prima di tutto culturale. La famiglia non va sostenuta in quanto povera e bisognosa, ma in quanto famiglia. Questa legge finanziaria per il 2007 non mette al centro la famiglia. Non siamo davanti, come invece sento dire da molti esponenti della maggioranza, ad una svolta epocale, ma alle solite logiche assistenziali. Crediamo invece che si debba applicare pienamente l'articolo 53 della Costituzione e gli altri articoli che danno una tutela forte e privilegiata all'istituto familiare e ai nuclei con figli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto a nome del gruppo di Forza Italia. Nella discussione di oggi è già emersa la nostra contrarietà. Non si tratta di una contrarietà pregiudiziale, viceministro Visco. Mi dispiace di non concordare con il collega Andrea Ricci che, nonostante la diversità di opinioni, stimo, avendo in proposito dato testimonianza in Commissione. Infatti, riteniamo che alla fine di questo percorso sulla fiscalità, quando contempleremo le varie imposte a livello locale - quelle comunali e provinciali -, le addizionali sulle macchine e i ticket sanitari, alla fine il reddito complessivo di tutte le fasce di cittadini sarà sicuramente intaccato.
Non si sa più quanto vale questa legge finanziaria: 40 mila miliardi, 35 mila miliardi, 80 mila miliardi delle vecchie lire? Da qualche parte questi soldi escono. Non è una finanziaria che prevede tagli; ne ha alcuni formali che vengono compensati da nuove entrate. Citando i manifesti affissi da Rifondazione Comunista, le nuove entrate non provengono da ricchi o da super Pag. 65ricchi. Il contenuto del manifesto da me citato che raffigurava lo yacht non è veritiero. Infatti, questa legge finanziaria non intacca il possessore dello yacht da 50 metri, ma in modo univoco tutta la popolazione. La tocca in modo diverso, perché alcune fasce vengono colpite in modo demagogico con un leggero aumento - mi si passi il termine - ridicolo sull'incidenza dei grandi redditi, mentre in modo più repentino colpisce tutta la popolazione.
L'esempio fatto prima e i due subemendamenti dell'opposizione non approvati sono significativi. Il viceministro Visco si è rifiutato di far approvare la clausola di invarianza. L'opposizione aveva chiesto che nessuno che guadagna meno di 40 mila euro pagasse più tasse.
Benissimo - noi abbiamo detto - mettiamo allora una clausola per cui nessuno debba pagare più tasse se guadagna meno di 40 mila euro. Il Governo, però, ha rifiutato. Perché il Governo rifiuta una clausola di invarianza di questo tipo? Non esistono motivazioni politiche né motivazioni economico-finanziarie. Il Governo sa perfettamente che non può accettare una clausola di questo tipo in quanto sa perfettamente che anche coloro che hanno i redditi inferiori a 40 mila euro pagheranno, alla fine del percorso di questa finanziaria, più tasse.
Il ministro Tremonti accettò con facilità un'analoga clausola, perché sapeva che la sua riforma fiscale non avrebbe fatto aumentare le tasse per i redditi al di sotto di una certa cifra. Il viceministro Visco l'ha rifiutata. Ma non è solo questo! Il rifiuto avvenuto prima del subemendamento che salvava i redditi al di sotto dei 15 mila euro dall'imposta sulle auto significa la stessa cosa. Significa che il Governo sa benissimo che da quelle persone, cioè dal ceto più debole di questo paese, verranno i soldi previsti da questa finanziaria sul bollo auto, non dagli altri redditi.
Queste, onorevole Ricci, sono le dimostrazioni evidenti di una finanziaria presentata da un grande burocrate bancario internazionale che ha un obiettivo che in qualche modo persegue: quello di sistemare formalmente i conti pubblici del bilancio dello Stato. Lo fa a spese di tutti i cittadini, indifferentemente di tutti. Lo fa avendo in qualche modo - nel percorso di questi giorni è stato evidente - preso in giro un po' tutti, perché io sono convinto che il risultato di questa finanziaria deluderà tutti. Deluderà tutti, perché sta deludendo - lo hanno dimostrato i membri del Governo che hanno partecipato alle manifestazioni - tutti i ceti. Contro la legge finanziaria non ho mai visto in piazza artigiani, operai, commercianti, disoccupati, liberi professionisti, industriali. Non ho mai visto un disegno di legge finanziaria in cui si pubblicizza un accordo mentre il ministro Mussi (appena due ore fa) protesta contro i tagli, e lo stesso fanno il ministro della difesa ed il ministro dell'interno.
È una finanziaria su cui in quest'aula si manifesta una compattezza della maggioranza che mi ha impressionato, ma appena usciamo dall'aula questa compattezza viene meno, perché tutti coloro che sono seduti in questi banchi sanno perfettamente che questo disegno di legge finanziaria contiene delle misure che alla fine creeranno disequilibri. Non un solo collega è venuto in queste ore a dirmi: «quella proposta emendativa doveva passare» o «questa non è una cosa giusta». Poi quello che ognuno di voi sente personalmente non si trasforma in un voto. Alla fine avremo, forse anche per colpa nostra, ma principalmente per colpa vostra in quanto siete maggioranza, una legge finanziaria che non aiuterà questo paese. La responsabilità, per fortuna, non è dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Intervengo per esprimere e motivare il dissenso della Lega Nord su questo emendamento all'articolo 3. Questo articolo, con la rimodulazione dell'IRPEF, si poneva l'obiettivo dell'equità, uno dei pilastri, a vostro dire, Pag. 66del disegno di legge finanziaria. Invece, anche il dibattito di questa sera ha dimostrato che in realtà così non è. L'equità non c'è.
Innanzitutto, se eravate convinti veramente che questa norma portasse un miglioramento nelle tasche dei cittadini più deboli, quelli con redditi al di sotto di 40 mila euro, sarebbe bastato approvare la clausola di salvaguardia, accettando il subemendamento che stabiliva semplicemente che se il contribuente guadagna con il nuovo meccanismo può optare per esso, altrimenti mantiene quello precedente.
Il fatto che non si sia accettato questo è la dimostrazione che neanche voi siete certi che questa nuova rimodulazione dell'IRPEF porti all'equità. Secondariamente, avete anche il problema della comunicazione di una manovra molto complessa di rimodulazione. Infatti, è tanto complessa che voi stessi avete dovuto modificare la versione originale in maniera sostanziale, non solo con dei piccoli aggiustamenti, perché non si capiva più se il single guadagnava o perdeva rispetto alla famiglia.
La manovra dell'IRPEF è stata cambiata ma, ancora oggi, non si capisce bene chi ci guadagna. Lo dice non tanto il sottoscritto, ma addirittura l'ex moglie di Padoa Schioppa (che è un fior fiore di fede economista, brava almeno quanto l'ex marito), la quale ha dichiarato che la legge finanziaria opera una grande redistribuzione, ma non si capisce esattamente bene chi ne beneficia. Questo è il problema: c'è un gran caos e non si capisce chi ne trae vantaggio.
La Lega Nord aveva un'idea molto semplice: se si voleva aiutare la famiglia - e soprattutto le famiglie con figli -, bastava applicare il meccanismo del quoziente familiare e mantenere il bonus per i nuovi nati. Queste sono operazioni semplici e comprensibili a tutti. Voi avete scelto un'altra via, vedremo poi che cosa ne pensano i cittadini.
Un dato è certo: per coprire questa manovra, ad esempio, sono stati aumentati i bolli delle auto, soprattutto di quelle più vecchie e quindi di proprietà delle persone meno abbienti. Un altro dato è certo: aumenterà la tassazione locale, soprattutto l'ICI e l'addizionali IRPEF che, come tutti sanno, sono tasse regressive, cioè che colpiscono maggiormente i ceti più deboli. Dunque, voi credete di aver fatto un'operazione di equità, mentre i cittadini, soprattutto i meno abbienti, avranno modo già in primavera di vedere che il loro portafoglio sarà più vuoto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Presidente, intervengo solamente per sottolineare che l'emendamento che andiamo a votare va contro la famiglia con figli e contro coloro che hanno macchine obsolete, vale a dire le classi più deboli della popolazione. Non riesco a capire l'intervento di Rifondazione Comunista: avete fatto una castrazione finanziaria. Da questa legge finanziaria tra beneficio soprattutto chi non ha figli e costringete il popolo italiano a non fare più figli, come in Cina (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Non è corretto che ciò venga dai banchi di coloro che si ritengono sinistra europea, e state attenti ad usare questo termine. Una legge finanziaria equa è quella che tiene in debito conto la famiglia. Il Governo è stato costretto a fare un intervento assistenziale e non sicuramente un intervento sociale.
È per questo che noi votiamo contro, perché vogliamo famiglie con figli e che abbiano parità di diritti rispetto a tutte le altre. Se aveste messo il limite di 15 mila euro - non dico tanto - al di sotto dei quali fiscalmente nessuno avrebbe dovuto nulla, avremmo votato a favore. Tuttavia, non siete in grado di fare neanche questo, in quanto le tasse aumenteranno per tutti, anche per chi guadagni mille o duemila euro al mese!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 673.500 del Governo, come subemendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 529
Votanti 527
Astenuti 2
Maggioranza 264
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 234).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palmieri 3.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, questo emendamento va nella direzione della riduzione del danno che questo disegno di legge finanziaria opera contro la famiglia italiana. In particolare questo emendamento, a firma mia e dell'onorevole Gardini, vuole puntare l'accento sulla situazione delle famiglie numerose, vale a dire quelle con più di quattro figli. Credo che il dato della denatalità sia un problema che tutti dobbiamo fare nostro in quanto è evidente che, se non si fanno più figli, siamo inesorabilmente avviati al declino. Vogliamo pertanto riconoscere la tutela per le famiglie con un numero di figli superiore a quattro.
Questo numero di famiglie, che 35 anni fa erano qualche milione, oggi sono ridotte ad essere non più di 125 mila. È evidente che con l'impianto del vostro emendamento avete distrutto e sfaldato completamente la riforma Tremonti; avete ribaltato completamente - come ha ricordato eloquentemente anche l'onorevole Santolini - il principio della deduzione a favore dei figli che avevamo introdotto nelle precedenti leggi finanziarie; avete soppresso la libertà per le famiglie di decidere cosa fare dei propri denari senza prima doverli consegnare in mano allo Stato.
Allora, l'invito è di considerare l'emendamento Palmieri 3.2 ed esprimere su di esso un voto favorevole per tutelare almeno queste famiglie, che hanno un numero di figli che oggi è ormai una rarità. Invece di parlare di politiche a sostegno della famiglia, credo che sia più opportuno cominciare a sostenere le famiglie che hanno i figli. Costoro hanno già compiuto un atto di coraggio, rischiando - perché questo è il termine - di mettere al mondo i figli nel nostro paese oggi, e meritano il nostro sostegno attraverso gli interventi di politica fiscale contenuti nell'emendamento al nostro esame.
Per tale motivo, mi auguro che i settori dell'attuale e temporanea maggioranza - i quali nel loro programma elettorale e nelle polemiche di questi giorni hanno avanzato a grande voce il loro ruolo di difensori della famiglia in particolare di quelle numerose - abbiano il coraggio di votare questo emendamento e quello successivo a mia firma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, desidero aggiungere la mia firma a questo emendamento, e vorrei rilevare che le considerazioni testè svolte dall'onorevole Palmieri rappresentano una realtà incontestabile. L'Italia è il paese al mondo con maggiore denatalità e questo non perché gli italiani non vogliono i figli, ma perché la situazione economica non aiuta i giovani e le famiglie più povere. Quindi, venire incontro alle famiglie numerose, che diminuiscono sempre di più proprio per questo fattore, significa compiere un atto di giustizia e di solidarietà. Altrimenti, nel prossimo futuro pagheremo amaramente, in quanto le famiglie italiane saranno sempre più destinate ad essere superate dall'immigrazione, verso la quale non abbiamo nulla in contrario, ma la nostra italianità e civiltà verrà sicuramente mescolata con altre civiltà in maniera non soddisfacente.
Pag. 68PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'emendamento Palmieri 3.2 e per confermare che una vera politica della famiglia non può non portare ad una politica fiscale che tenda ad introdurre nel nostro paese, così come in altri paesi europei, il quoziente familiare. Torno a ribadire la domanda: come possiamo trattare in modo equo situazioni profondamente diverse? Nel nostro paese le famiglie con quattro o più figli sono circa 300 mila e rappresentano un capitale sociale sul quale la responsabilità del Governo, della maggioranza e di tutto il Parlamento dovrebbe essere attenta, sostenendo con maggiore efficacia gli sforzi e i sacrifici sostenuti da queste famiglie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere questo emendamento assolutamente di buon senso. Tra l'altro, è rivolto in favore della maggior parte delle famiglie italiane, caratterizzate da un quoziente familiare elevato, cioè proprio quelle famiglie, per intenderci, che l'estate non vanno a Pantelleria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lisi. Ne ha facoltà.
UGO LISI. Intervengo per dichiarare, anche a nome del collega Consolo, di aggiungere la firma all'emendamento Palmieri 3.2 e per ricordare ancora una volta a questo Governo e a quest'Assemblea che nella prossima settimana audiremo presso la Commissione affari sociali l'associazione Famiglie numerose. Anche questo è un buon segnale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha un minuto di tempo a sua disposizione.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Sarò breve, signor Presidente. Mi associo a questo emendamento che mi sembra qualificante rispetto all'obiettivo, che dovrebbe essere perseguito nel corso dell'intera legislatura, di riconoscere il valore sociale delle famiglie che hanno tanti figli, figli che pagheranno domani le tasse anche per coloro che non li hanno avuti, e che pagheranno la sanità e le pensioni. Si parla tanto delle pensioni che questi figli non avranno, ma che saranno obbligati a pagare anche a coloro che i figli non li hanno fatti.
Mi sembrano misure di buon senso, di equità e di giustizia: le famiglie italiane chiedono non l'elemosina, né trattamenti assistenziali, bensì chiedono trattamenti di promozione, di riconoscimento e di giustizia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Galletti. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha un minuto di tempo a sua disposizione.
GIAN LUCA GALLETTI. Vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento in votazione e ricordare soltanto una cosa molto semplice. Abbiamo svolto una discussione sui 40 mila euro di reddito che costituiscono una buona somma se non si hanno 4 figli. Se invece si hanno quattro figli, 40 mila euro di reddito lordo diventano poca cosa e ci vuole molto poco per arrivare sotto la soglia di povertà.
Ritengo che si tratti di una osservazione da tenere in considerazione e che, anche se non verrà approvato (io, però spero che verrà votato dalla maggioranza), l'emendamento Palmieri 3.2 ponga all'attenzione di questo Parlamento un problema di discriminazione che oggi esiste.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pag. 69Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 3.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 523
Votanti 522
Astenuti 1
Maggioranza 262
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 283).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 3.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 524
Votanti 522
Astenuti 2
Maggioranza 262
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 284).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leo 3.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 521
Votanti 520
Astenuti 1
Maggioranza 261
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 279).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palmieri 3.21.
Prendo atto che i presentatori non accettano l'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Siamo alle solite Calimero... Anche questo emendamento, come il precedente 3.2 a mia firma, riguarda le famiglie numerose. Vi invito, essendo il testo molto breve, a leggerlo, anzi, se non vi offendete o non vi rubo troppo tempo, lo leggerò io: «I contribuenti con quattro o più figli a carico in sede di dichiarazione dei redditi possono detrarre dal reddito familiare complessivo le bollette inerenti i consumi di acqua, corrente elettrica e gas relativi all'anno cui si riferisce la dichiarazione dei redditi.»
Come abbiamo detto a più voci in quest'aula, e purtroppo soltanto dalla parte dell'attuale e temporanea minoranza, si tratta di una serie di emendamenti che vanno a tutelare, e questi in particolare, coloro che hanno avuto il coraggio e, raccogliendo il suggerimento di un collega, l'incoscienza di mettere al mondo tanti figli.
È noto che in Italia se più persone compongono la famiglia consumano evidentemente di più e finiscono per pagare di più. È evidente a tutti - dovrebbe esserlo in modo particolare alla sinistra - che questa misura colpisce soprattutto le famiglie numerose, che hanno meno mezzi. Abbiamo già detto che in Italia le famiglie numerose sono quelle che più delle altre cadono nelle fasce di povertà. Mi sembra quindi veramente un elemento di civiltà, oltre che di buonsenso, votare questo emendamento. Pag. 70
Mi rivolgo questa volta non più alla componente della maggioranza cosiddetta moderata, ma, appunto, alla componente di sinistra, perché dovrebbe stare a cuore a voi più che ad altri l'elementare elemento di giustizia sociale contenuto in questo emendamento.
Per questo motivo, rinnovo l'invito ad approvare questo emendamento, mettendovi non solo la mano sulla coscienza, ma anche una mano sul portafogli, per aiutare le famiglie numerose (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Solo ai fini di evitare fraintendimenti all'Assemblea, faccio notare che lei ha illustrato un altro emendamento, che invece è stato ritirato. Non ha letto infatti il testo dell'emendamento ora in esame.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 3.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 282).
Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Ceroni 3.38 e 3.39, Rampelli 3.27 e Capitanio Santolini 3.28 e 3.33 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ceroni 3.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 518
Maggioranza 260
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 281).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ceroni 3.39, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 524
Maggioranza 263
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 288).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 3.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 526
Maggioranza 264
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 530
Maggioranza 266
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 289).
Prendo atto che il deputato Realacci non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 287).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 3.43.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Con questo emendamento cerchiamo di dare una risposta ad un problema, che sempre più evidentemente si pone all'attenzione, incidendo pesantemente sui costi sia delle famiglie dei lavoratori, sia delle imprese stesse: è il costo sostenuto per lo spostamento casa-lavoro.
Si è tentato di affrontare questo aspetto nei contratti collettivi nazionali di lavoro. Soluzioni sono state individuate tra le parti, ma noi crediamo che una risposta importante e significativa, che dia il senso reale della volontà del Governo di voler andare incontro alle esigenze delle imprese, delle famiglie e dei lavoratori, sia quella che consente la deducibilità, per quanto riguarda le imprese, dall'imponibile ai fini IRPEF e IRES e dalla base imponibile IRAP, dei costi sostenuti dai datori di lavoro, o eventualmente rimborsati, per lo spostamento casa-lavoro dei lavoratori.
Crediamo si tratti di un'iniziativa che abbia una valenza sociale di grande rilevanza. Per questo faccio appello a tutte le forze politiche, che siedono in Parlamento e che si pongono l'obiettivo di tutelare i lavoratori, a dare una mano anche alle famiglie che sostengono i costi di questi lavoratori. Dunque chiedo formalmente che questo emendamento sia approvato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Leone 3.43, Capitanio Santolini 3.30, 3.29 e 3.34, Leo 3.54, Bernardo 3.45 e 3.55 e Garavaglia 3.47 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 3.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 526
Maggioranza 264
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 283).Pag. 72
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 528
Votanti 527
Astenuti 1
Maggioranza 264
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 530
Maggioranza 266
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 289).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leo 3.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 530
Maggioranza 266
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 290).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardo 3.45, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 527
Votanti 526
Astenuti 1
Maggioranza 264
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 285).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardo 3.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 531
Maggioranza 266
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 289).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Indìco...
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per chiedere il controllo delle tessere di votazione (Applausi di deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Pag. 73
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 3.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 417
Votanti 415
Astenuti 2
Maggioranza 208
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 226).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, io credo che quando ci sono centinaia di votazioni e molti emendamenti un po' di tolleranza sia anche comprensibile fra colleghi; infatti, c'è chi entra e chi esce, insomma ci si alterna. Ripeto: questo fa parte della reciproca tolleranza; però, dato che stiamo entrando in un orario «caldo» della giornata e siamo stati un po' sfidati ad andare avanti fino alle 22, alle 23, a mezzanotte, a sabato e domenica, e mi sembra che il numero legale sia circa 270 colleghi, voglio far notare che nella votazione che si è appena registrata, dopo che il collega Baldelli ha chiesto un controllo delle tessere che non è stato nemmeno effettuato, ma che è solo servito a disincentivare la pratica che lei sta comprensibilmente tollerando, la maggioranza ha avuto circa 226 voti, cioè 50-60 voti in meno rispetto al voto precedente. Credo che siamo ben oltre il limite della tolleranza; quindi, signor Presidente, prima di indire la successiva votazione, la inviterei a fare davvero il controllo delle tessere per una questione di trasparenza; così, per il tempo residuo che resta da qui fino alla fine della giornata, se la tolleranza consiste soltanto in un gesto di generosità nei confronti del collega momentaneamente assente, questa generosità è ampiamente contenuta dal numero di votazioni effettuate; se, invece, serve per mantenere arbitrariamente il numero legale è evidente che è una pratica che noi non possiamo tollerare.
PRESIDENTE. Invito i deputati segretari ad effettuare una verifica delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
I segretari svolgano la loro funzione (Commenti)...
MAURO FABRIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, intervengo per associarmi alla richiesta del collega Elio Vito, che, però, supera ogni ipocrisia.
Fino ad ora, dietro di lui, tre colleghi hanno votato per venticinque. Quindi, vorrei che il controllo venisse svolto in maniera equa per tutte le parti dell'aula (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur, L'Ulivo, Italia dei Valori, Verdi - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Attendiamo la verifica delle tessere di votazione (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Per favore...
I deputati segretari stanno svolgendo il controllo. Se l'Assemblea si ricompone, possiamo procedere alle votazioni.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Verro 3.46.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, sono rimasto negativamente colpito dal parere contrario espresso dal Governo che, con questo disegno di legge finanziaria, dipinge un paese che non c'è, perché l'eredità del Governo Berlusconi è un'eredità di maggiori entrate fiscali. Con questo disegno di legge finanziaria raccontate al paese gli effetti di una politica fiscale ed economica che saranno completamente devastanti.
Avete pagato lo scotto con il declassamento delle agenzie di rating ed è proprio di ieri la notizia che l'Europa vi ha ricordato che il sistema previdenziale italiano è tra i più sostenibili in Europa e, se lo è, è per merito del Governo Berlusconi.
Non avete seguito i consigli venuti dall'Europa, perché già la legge finanziaria di Tremonti e l'avvio della ripresa, come ricordavo precedentemente, avevano tonificato le entrate. Quindi, avreste potuto fare un disegno di legge finanziaria che, con un taglio non traumatico delle spese, avrebbe prodotto l'effetto del rientro del deficit europeo.
Perché vi ostinate a danneggiare il ceto medio e anche i più deboli? Francamente questo è un mistero. State perdendo vistosamente consenso nel paese è questo è un bene per il paese. State impoverendo il paese e questo è un male. Speriamo presto e volentieri di cambiare pagina (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Verro 3.46, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
ELIO VITO. Presidente, guardi là! Ma non è possibile!
PRESIDENTE. Vi prego...!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia).
(Presenti e votanti 350
Maggioranza 176
Hanno votato sì 95
Hanno votato no255).
Cosa succede?
ELIO VITO. Il Presidente Casini...
PRESIDENTE. La prego!
Passiamo all'emendamento...
ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, non vorrei fare la parte spiacevole del collega che fa nomi o denuncia altri, ma ricordo che, come gruppo di maggioranza relativa, siamo stati giustamente richiamati dal Presidente Casini a mantenere (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)... a mantenere il numero legale e dei nostri colleghi sono stati espulsi dall'aula!
Quindi, la invito a guardare tra i banchi della maggioranza i numerosi colleghi che, nonostante i controlli effettuati, hanno votato per due!
Se lei fa così, Presidente, noi...
PRESIDENTE. No, guardi, i segretari hanno fatto una verifica e il sorriso del Presidente Casini mi pare un autorevole commento.
Invito le deputate e i deputati ad attenersi rigorosamente, per favore, all'invito a votare ciascuno nel proprio scranno e solo per sé. I segretari hanno svolto una verifica ed invito ad assumere un atteggiamento di serietà nel prosieguo dei nostri lavori.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Antonio Pepe 3.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 75
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 433
Maggioranza 217
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 253).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Filippi 3.42, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 249).
Prendo atto che i deputati Compagnon e Formisano non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 439
Maggioranza 220
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 253).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione - Commenti).
Per favore (Commenti)... Per favore...!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 439
Maggioranza 220
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 254).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 257).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Commenti).
(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 258).
ANTONIO LEONE. Presidente!
PRESIDENTE. Per favore, perché grida? Se vuole può chiedere la parola (Commenti del deputato Leone)! Calma (Commenti)!
Sta chiedendo la parola?
ANTONIO LEONE. Si è visto?
PRESIDENTE. Deputato Leone, sta chiedendo la parola? Non ho capito...
Pag. 76ANTONIO LEONE. Non mi serve più!
PRESIDENTE. Grazie!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Commenti).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 260).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dionisi 3.48, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione - Commenti).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Commenti).
(Presenti e votanti 439
Maggioranza 220
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 253).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Moffa 3.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, chiedo al Governo e al relatore - oltre ai colleghi dell'Assemblea, ovviamente - di prestare un po' di attenzione, poiché si tratta del primo degli emendamenti, presentati dal gruppo di Alleanza Nazionale, che riguardano un tema che consideriamo particolarmente importante. Ricordo che, nei giorni scorsi, si è dibattuto molto su una delle grandi debolezze del disegno di legge finanziaria in esame, vale a dire la mancata riproposizione, per il 2007, dell'istituto del 5 per mille.
Tale istituto, come tutti i colleghi sanno, è finalizzato al sostegno delle associazioni, delle fondazioni e degli enti di ricerca, ed è stato particolarmente apprezzato nella scorsa legislatura. Ricordo che esso è stato introdotto, nell'ultimo anno, dal Governo di centrodestra ed ha incontrato l'apprezzamento di numerose realtà. L'istituto del 5 per mille, infatti, ha rappresentato per esse un importante strumento per potersi finanziare, nonché per rendere maggiormente chiara e trasparente un'attività assolutamente strategica nell'ambito del nostro tessuto civile.
Il gruppo di Alleanza Nazionale intende affermare con chiarezza, allora, che, all'interno del disegno di legge finanziaria in esame, che complessivamente vale 40 miliardi di euro, risulta veramente indecente il fatto che non si possano reperire 300 milioni di euro per ripristinare un intervento sicuramente positivo e significativo.
Pertanto, vogliamo dire con chiarezza che consideriamo il tema in questione uno dei capisaldi fondamentali del confronto tra maggioranza ed opposizione. Il gruppo di Alleanza Nazionale ritiene l'emendamento Moffa 3.50, infatti, una delle proposte emendative maggiormente significative al fine di avviare un confronto responsabile con la maggioranza. Ciò perché pensiamo sia essenziale continuare a mantenere un atteggiamento responsabile per potere giungere ad un miglioramento complessivo del disegno di legge finanziaria.
Quindi, cari colleghi, chiediamo di prestare attenzione all'emendamento in esame ed invitiamo il relatore a svolgere una riflessione su tale tema, poiché, in ogni caso, non sarà l'unica proposta emendativa con la quale affronteremo tale questione. Vorrei, comunque, che iniziassimo a trattare l'argomento con grande determinazione proprio in occasione dell'esame dell'articolo 3 del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lisi. Ne ha facoltà.
Pag. 77
UGO LISI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento in esame e per sottolineare come, a parole, si sia vicini al mondo dell'associazionismo e del volontariato, ma, nei fatti, questo Governo stia dimostrando tutt'altro. Dai diversamente abili, alle famiglie numerose, adesso siamo passati anche al 5 per mille!
Poi si dice che la sinistra in Italia è vicina al mondo dell'associazionismo! Totò diceva: mi faccia il piacere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, trattandosi di un argomento importante, che trova ampia sensibilità nell'aula, anche se questo significa non procedere, evidentemente, al voto sull'articolo 3, chiedo di accantonare l'esame dell'emendamento Moffa 3.50 (Applausi).
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole relatore.
A questo punto, mancando tre votazioni a seguito di questo accantonamento, mi pare assolutamente ragionevole sospendere la seduta.
Avverto che sono stati ritirati dai rispettivi presentatori gli emendamenti Alberto Giorgetti 20.97, Ravetto 189.1 e Garavaglia 189.2.
Avverto altresì che è in distribuzione un'errata corrige con l'articolo aggiuntivo 200.01, che erroneamente non è riprodotto nella terza parte del fascicolo degli emendamenti.
Il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.