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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 7 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Valducci 7.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 264
Votanti 263
Astenuti 1
Maggioranza 132
Hanno votato sì 28
Hanno votato no 235
Sono in missione 65 deputati).
Prendo atto che i deputati Dato e Balducci non sono riuscite a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zorzato 7.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 278
Votanti 269
Astenuti 9
Maggioranza 135
Hanno votato sì 24
Hanno votato no 245
Sono in missione 65 deputati).
Prendo atto che i deputati Dato e Balducci non sono riuscite a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bertolini 7.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, vorrei sottolineare un aspetto: sono rimasto stupito dall'intervento del ministro svoltosi in quest'aula in sede di illustrazione di una parte del disegno di legge finanziaria non più tardi della scorsa settimana, quando ha sostenuto che le disposizioni dell'articolo 7 comportano l'applicazione del federalismo fiscale. Penso - lo dico, usando toni un po' forti, non consoni agli interventi che svolgo usualmente - che sia una bestialità!
L'articolo 7 non determina l'applicazione del federalismo fiscale; tale articolo 7, inserito nella legge finanziaria, obbliga i comuni ad utilizzare la leva fiscale: l'addizionale IRPEF, la tassa di scopo e la tassa di soggiorno. Vengono introdotti nuovi balzelli, come la tassa di scopo e la tassa di soggiorno, che non faranno altro che aumentare la confusione fiscale nei confronti dei cittadini, con poco apprezzamento da parte dei comuni.
L'addizionale IRPEF è di per sé un'imposta sbagliata, perché trasforma un'imposta progressiva (articolo 53 della Costituzione) in un'imposta proporzionale: colpisce tutti i redditi in maniera proporzionale. Pertanto, gran parte dell'irrisorio vantaggio previsto a favore dei redditi bassi dalla manovra fiscale del Governo verrà completamente annullato dalle addizionali IRPEF che gli enti locali, i comuni e le regioni saranno costrette ad introdurre, a seguito della riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato.
Ricordo che nella normativa precedente era previsto un limite sia nella quantità dell'imposta addizionale IRPEF (era previsto il limite dello 0,5, mentre con tale manovra si può portare fino allo 0,8), sia nella quantità annuale che i comuni potevano prevedere di anno in anno. Nella normativa precedente era previsto che i comuni non potessero, sempre nell'ambito del limite dello 0,5, aumentare l'addizionale IRPEF per una percentuale superiore allo 0,2 e ciò per permettere una progressività nell'attuazione di questa imposta.
Con questa norma, invece, permetteremo ai comuni di introdurre in un solo anno l'addizionale IRPEF portandola fino al massimo consentito. Quindi, se un comune ancora non ha introdotto l'addizionale IRPEF, in un solo anno potrà prevedere di raggiungere la percentuale dello 0,8, mentre prima, come dicevo, non si poteva superare lo 0,2 per cento di aumento.
Pertanto, pur rimanendo contrario all'aumento fino allo 0,8, bisognerebbe prevedere il limite dello 0,2 per cento, perché altrimenti, a fronte dei tagli a carico degli enti locali, vi sarebbe una rincorsa dell'addizionale IRPEF. Ciò è profondamente sbagliato e non rappresenta l'attuazione del federalismo fiscale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, con questo articolo si cominciano ad introdurre le tasse a carico dei cittadini. Con l'approvazione di alcuni articoli precedenti, è stata prevista la «rispalmatura» dell'IRPEF: in teoria qualcuno avrebbe dovuto pagare di meno e qualcuno di più, ma ho l'impressione che tutti paghino di più! Inoltre, contrariamente alle previsioni dell'attuale maggioranza, sostenute nei 5 anni precedenti in Commissione ed in aula (e mi riferisco al blocco delle addizionali, come risulta dal testo delle proposte emendative presentate nello scorso mandato), oggi il primo atto che essa pone in essere è lo sblocco delle addizionali.
Fra l'altro, come anticipato prima, poiché di fatto vi sono anche delle coperture - questo emendamento fa cassa - alla fine si prevedono più tasse per i cittadini.
Con l'articolo 3 abbiamo «spalmato» ed aumentato le aliquote (vedi il discorso delle auto) per tutti i cittadini, soprattutto i meno abbienti; oggi con questa addizionale, che di fatto i comuni saranno obbligati o quanto meno invogliati ad applicare, introduciamo ancora nuove tasse a carico di cittadini che hanno reddito.Pag. 6
Con riferimento agli articoli precedenti avevamo proposto l'introduzione di una clausola di salvaguardia per i cittadini, affinché il nuovo modulo fiscale non costasse di più. Chi voleva poteva scegliere tra i due sistemi, il nostro ed il vostro, a garanzia che non vi fossero aggravi fiscali, ma ci avete detto di no, quindi immaginate che qualcuno pagherà di più!
Oggi, con lo sblocco delle addizionali (ricordo il nostro contenimento nel passato), fornite ai cittadini la certezza che gli amministratori, per dar conto delle loro promesse elettorali locali, applicheranno le addizionali, come diceva il collega Galletti, in alcuni casi anche in modo devastante, fino allo 0,8 per cento, e, quindi, di fatto, si aumenterà la pressione fiscale a tutti i cittadini.
Si parla di sviluppo, ma cominciando ad aumentare le tasse dal basso senza controllo, esso rimarrà sulla carta. Nella sostanza, come abbiamo sempre detto, vi saranno più tasse per tutti ed in ogni caso, rispetto alle vostre promesse («non vi prenderemo i soldi dalle tasche»), introdurrete nuove tasse: una volta le introduce il comune, una volta la provincia e poi la regione. Voi le avete già previste con l'approvazione degli articoli precedenti, tassando pesantemente i cittadini.
Contrariamente a quello che voi pensate, i cittadini, al momento di fare la dichiarazione dei redditi, si accorgeranno delle addizionali applicate dai comuni che voi amministrate, e, in tal modo, diranno che avevamo ragione noi. Abbiamo da sempre proposto, lo ricordo, il blocco di tali addizionali. A nostro avviso, se si vuole ottenere un contenimento della spesa, che può avvenire anche a livello centrale, si deve, allo stesso tempo, imporre dei risparmi agli enti locali. La possibilità di applicare addizionali rappresenta l'esatto contrario del contenimento della spesa locale.
PAOLO GRIMOLDI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, intervengo per segnalare alla Presidenza che davanti a palazzo Montecitorio avrebbe dovuto svolgersi la manifestazione dei dipendenti delle strutture sanitarie private convenzionate con il sistema sanitario nazionale. I manifestanti sono stati «spostati» - nonostante non siano no global e, quindi, non avrebbero spaccato vetrine o incendiato auto - da piazza Montecitorio a piazza Capranica.
Ricordo che le strutture sanitarie fungono da supporto per la sanità pubblica la quale, se non ne potesse disporre, collasserebbe in quanto non riuscirebbe a smaltire tutto il lavoro. I tagli di risorse previsti nella finanziaria per le strutture sanitarie porterebbero quelle più piccole a chiudere, mentre quelle più grandi gestirebbero esclusivamente il privato. Come si può vedere, si tratta, ancora una volta, di una finanziaria che avvantaggia chi ha i soldi e potrà sottoporsi ad esami clinici nelle strutture private, mentre chi i soldi non li ha dovrà mettersi in coda, per mesi e mesi, proprio perché queste strutture sanitarie non erogheranno più servizi pubblici a causa del taglio dei fondi disposto da questa finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevole Grimoldi, si tratta ovviamente di decisioni di ordine pubblico che competono alle autorità di pubblica sicurezza. La Presidenza, comunque, si informerà sull'accaduto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, il gruppo della Lega Nord Padania condivide lo spirito di cui all'emendamento Bertolini 7.3.
Con gli articoli 7, 8 e 9 del provvedimento si incide sulle imposte locali. Si può sostenere che, così facendo, nasce un nuovo tipo di federalismo in quanto il Governo dà la possibilità con l'articolo 7 di aumentare l'ICI, con l'articolo 8 di introdurre la tassa di scopo, e, infine, con l'articolo 9 istituisce l'imposta di soggiorno. Perché si tratta di un nuovo tipoPag. 7di federalismo? Perché da una parte si tagliano le risorse agli enti locali, dall'altra si dà loro la possibilità di compensare tali tagli, incrementando le imposte esistenti e prevedendone di nuove.
Il federalismo che ha sempre inteso la Lega Nord Padania è invece diverso. Non è un federalismo che comporta un aumento della pressione fiscale - come invece stabiliscono i tre articoli citati - ma prevede che quanto già viene versato dai residenti nei comuni, nelle province e nelle regioni rimanga lì per la gran parte, ed il rimanente confluisca invece in un fondo di compensazione per le aree meno svantaggiate. In questo caso, invece, si tagliano i trasferimenti di risorse, che dovrebbero essere garantiti agli enti locali, e si impone, in pratica, ad essi di aumentare le imposte, innalzando la pressione fiscale. In tal modo, si va contro ciò che, a nostro modo di vedere, è il vantaggio che deriva dal federalismo fiscale, cioè una diminuzione progressiva dell'imposizione generale degli enti locali che farebbe seguito sia ad una maggiore responsabilità delle amministrazioni sia ad un'azione di controllo operata dai cittadini, i quali verificano come sono spesi i soldi.
L'articolo 7, che dà possibilità di aumentare fino allo 0,8 per cento la parte facoltativa dell'imposta comunale sugli immobili, comporta un aumento della pressione fiscale. In campagna elettorale, il Governo di centrodestra è stato posto sotto accusa perché si sosteneva che esso avesse tagliato i fondi agli enti locali, i quali sono stati così costretti a ridurre i servizi. Ricordo, a questo proposito, le trasmissioni televisive in cui si poneva in rilievo che gli asili nido non potevano essere costruiti dai comuni perché, a vostro dire, il Governo Berlusconi aveva tagliato le risorse necessarie. Qui siamo di fronte ad un provvedimento con il quale il Governo taglia i fondi e concede agli enti locali la possibilità di reperire quanto è stato decurtato a livello centrale incrementando le imposte.
Tutto ciò, come è ovvio, inciderà sulle tasche dei cittadini e finirà per stravolgere completamente l'impostazione della finanziaria, la quale dovrebbe essere, secondo le vostre parole, redistributiva e a favore dei ceti medio-bassi.
In questo modo, gli enti locali, se non procedono ad un taglio dei servizi erogati, si trovano costretti ad incrementare le imposte locali. Se si tagliano i servizi, chi viene colpito? Non certo i ricchi, ma sicuramente i poveri, che sono poi quelli che abbisognano di tali servizi. Se si aumentano le imposte, chi viene colpito? Anche in questo caso, non saranno colpiti i ricchi, ma sicuramente i poveri. A tale proposito, è sufficiente fare riferimento alla tassa di soggiorno tenuto conto che i ricchi, nonostante la previsione di tale nuova imposta, andranno in vacanza.
In conclusione, ribadisco il nostro sostegno all'emendamento Bertolini 7.3 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al regolamento. Con riferimento a quanto detto poc'anzi dal collega Grimoldi. La Camera ha concordato con la questura, il prefetto e le forze dell'ordine su un'area, antistante Montecitorio, in cui le manifestazioni, rispettando le regole dell'avviso preventivo alla questura, sono consentite. L'area concordata viene concessa a tutti coloro che intendono manifestare.
Pertanto, risulta alquanto inquietante che ciò non sia avvenuto questa mattina con riferimento a persone che manifestano per tutelare un loro legittimo diritto. Il disegno di legge finanziaria, lo ricordo, aumenta le tasse per lo Stato e dimezza i costi quando a pagare sono i privati. Le strutture sanitarie più piccole, conseguentemente, rischiano di chiudere a seguito del taglio dei fondi.
Invito la Presidenza ad acquisire informazioni dalle autorità di pubblica sicurezza e ad accertarsi se vi siano stati dei motivi per i quali l'area citata era giàPag. 8«prenotata» per lo svolgimento di un'altra manifestazione. Se così non fosse, la Presidenza della Camera dei deputati dovrebbe, a mio avviso, inoltrare una protesta nei confronti della questura e della prefettura, perché il diritto di manifestare deve essere garantito a tutti i cittadini. Noi, come Camera dei deputati, abbiamo il dovere di tutelare anche gli spazi intorno a palazzo Montecitorio perché questo è il luogo della democrazia e, conseguentemente, non ci possono essere «figli e figliastri».
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, ribadisco che la Presidenza sta acquisendo informazioni sul problema sollevato da lei e dall'onorevole Grimoldi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, non vi sono dubbi che in questo momento vi siano due finanziarie, una a livello nazionale ed una a livello locale.
Osservo una sorta di ritorno sul luogo del delitto da parte del Presidente Prodi, il quale istituì, lo ricordo, l'addizionale IRPEF dello 0,5 per cento nel corso del suo primo Governo ed oggi, nel corso del suo secondo mandato, vorrebbe consentire un incremento di tale imposta fino allo 0,8 per cento. Colleghi, ma di quale federalismo parliamo e ci riempiamo la bocca? Il vero federalismo, e mi rivolgo agli amministratori locali del centrosinistra, si ha quando al trasferimento di nuove competenze a livello periferico si accompagna il trasferimento dei costi di quelle competenze. Qui, invece, viene data agli amministratori locali la possibilità di coprire quei costi istituendo nuove tasse.
Colleghi del centrosinistra, voi rappresentate il 70 per cento degli amministratori locali; che cosa direte, quindi, ai vostri sindaci, ai vostri assessori che saranno costretti ad aumentare enormemente l'imposizione fiscale per coprire il costo di tutti i servizi? Pensateci un attimo, siate amministratori prima di essere politici! Non potete votare un provvedimento di questo genere! E ciò lo dico nell'interesse dei cittadini i quali sono amministrati, in larga parte, da giunte di centrosinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, vorrei ricordare ai colleghi che i giorni 28 e 29 settembre - il 28 nel 1998 e il 29 nel 2006 - ai cittadini italiani ricordano una brutta data. Infatti, nel 1998 fu istituita da Prodi questa imposta fino allo 0,5 per cento, mentre adesso viene aumentata dello 0,3 per cento. Un tale aumento - 0,3 per cento - si traduce in realtà in aumento del 60 per cento: noi incrementiamo del 60 per cento un'imposta ai cittadini.
Non solo, ma ciò viene fatto da coloro che ormai sono chiamati, in quanto sindaci d'Italia, gli esattori del Governo centrale: a noi sindaci riducono i trasferimenti ma dobbiamo, per una sorta di autonomia fiscale, di federalismo fiscale, tartassare con le nostre mani i cittadini.
Tuttavia, i soldi che entreranno anche grazie a questa addizionale IRPEF arriveranno nelle casse del comune come minimo 365 giorni dopo il bilancio di competenza. Ciò vuol dire un anno dopo, costringendo così le amministrazioni comunali, ancora una volta, a farsi erogare prestiti dagli istituti di credito pagando i relativi interessi, calcolati in oltre mezzo miliardo di euro: ci pensate alle amministrazioni locali che non riusciranno a pagare gli stipendi ai dipendenti perché non ce la fanno proprio più? Bisogna che qualcuno si inventi una legge quadro di riformulazione dei bilanci delle autonomie locali e degli enti locali perché, altrimenti, andando avanti così, nessun sindaco potrà continuare a gestire il suo comune e a garantire i servizi sociali.
Questo intervento lo avevo già svolto ieri a proposito dell'ICI ma lo ribadisco oggi sull'IRPEF: noi stiamo distruggendo la cellula della nostra nazione, cioè i comuni. Stiamo distruggendo la capillarità del sistema Italia, l'economia e il paese. Quindi, l'appello che rivolgo è il seguente: un aumento del 60 per cento è irrazionale!Pag. 9
Infine, fate attenzione perché poi, fuori da questa sede, non potrete dire che eravate affetti da parasonnia, che non c'eravate o che se c'eravate dormivate: chi vota si assume la responsabilità e la deve urlare fuori, accettando anche gli insulti - giusti - che i cittadini e i comuni italiani indirizzeranno verso coloro che voteranno questo tipo di imposta, o meglio, di gabella che i comuni, da esattori, dovranno imporre ai cittadini!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bertolini 7.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 260).
Prendo atto che l'onorevole Ceccacci Rubino non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Garavaglia 7.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Anche il mio emendamento 7.4 si mira ad escludere l'applicazione di questa tassa. Molte considerazioni sono già state svolte dai colleghi sull'emendamento precedente. Vorrei aggiungerne solo una relativa ad una questione tecnica introdotta con questo articolo. Viene infatti detto che è possibile introdurre l'addizionale anche per i comuni che non l'hanno mai prevista prima. Ciò comporta, secondo noi, una grave discontinuità nonché una scorrettezza verso i comuni che l'hanno introdotta a tempo debito. Mi spiego. Non ricordo precisamente l'anno - mi sembra fosse il 2002 - ma ricordo la previsione secondo cui se non si fosse introdotta in quell'anno l'addizionale, poi, sarebbe stato impossibile farlo. Che cosa hanno fatto, allora, tanti amministratori comunali dotati di buonsenso, che tenevano al loro comune? Pur non avendone la necessità, hanno introdotto l'addizionale minima, allo 0,2 per cento, per non precludersi, negli anni a venire, la possibilità di utilizzare la leva dell'addizionale IRPEF.
Nel far ciò, hanno dovuto scontare le rimostranze - ovvie - dei cittadini perché, essendo stata comunque introdotta una gabella dello 0,2 per cento, hanno subito anche il «costo politico» dell'introduzione dell'addizionale. Tuttavia ciò era stato fatto in un'ottica di correttezza amministrativa. Ora, invece, voi introducete anche per chi non l'aveva prevista prima la possibilità di imporre tale tassa: quindi, quei poveri sindaci che hanno fatto ciò nell'ultima data utile, hanno fatto la figura dei fessi. Questo modo di agire è profondamente scorretto e contrario ad un principio sacrosanto di continuità amministrativa. Le regole sono regole, non si possono cambiare per propria convenienza ogni volta, ad ogni piè sospinto.
Anche per questa ragione, riteniamo che non sia proprio il caso di prevedere una liberatoria per i comuni che non hanno mai introdotto prima questa tassa.
Venendo poi al merito della tassa, molto è già stato detto. Vorrei solo aggiungere due considerazioni sui comuni. È stato siglato uno pseudo accordo a palazzo Chigi tra il Governo e l'Associazione dei comuni, con cui si affermava di andare incontro alle istanze dei comuni medesimi, riducendo il taglio da 2,8 a 2,2 miliardi e dando un fondo per i piccoli comuni. Peccato che questo accordo non sia stato tenuto in considerazione perché la riduzione a 2,2 miliardi da 2,8 - cioè 600 milioni - è stata compensata da una pari riduzione dei trasferimenti. Quindi, la riduzione è puramente formale e sulla carta, un fatto ribadito anche sul sitoPag. 10dell'ANCI (quindi, una notizia ufficiale da parte di un'associazione certamente non di centrodestra).
Peggio ancora avete fatto per i piccoli comuni: c'era una richiesta di un fondo di 250 milioni, ne sono stati dati soltanto 200, ma peccato che questi 200 milioni siano stati prelevati dal Fondo per le aree sottoutilizzate, cioè quelle aree dove si trovano quasi tutti i piccoli comuni! Come al solito, con una mano date e con l'altra prendete!
Tuttavia, se così intendete operare con i sindaci e le amministrazioni, poi chiaramente non potete pretendere di avere, da parte loro, un appoggio incondizionato.
Per tale motivo, riteniamo necessario sopprimere questa ulteriore gabella che trasferisce a livello locale i tagli e la pressione fiscale che non siete in grado di operare a livello centrale.
Voteremo convintamente per la soppressione di questo comma e, sostanzialmente, dell'articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Ci sono parlamentari della maggioranza che ritengano sia di sinistra proteggere le fasce deboli: io penso che questo sia un valore che accomuna tutto il Parlamento. Tuttavia, per dare un'indicazione a questi parlamentari della maggioranza vi chiedo se vogliate fare, in questa finanziaria, una operazione di sinistra.
Si prenda, per esempio, un reddito imponibile IRPEF di 20 mila euro. Questo reddito, se di un residente in una regione o in un comune che ha applicato al 50 per cento le addizionali IRPEF, si trova a pagare 200 euro di IRPEF in più; un reddito di un milione di euro, sempre in quella zona, si trova a pagare una percentuale IRPEF di 20 mila euro in più. Capite quanto pesa di più sul reddito di 20 mila euro rispetto a quello di un milione di euro?
Allora, vogliamo inserire almeno un comma per cui i redditi inferiori ai 20-25 mila euro non paghino l'addizionale IRPEF? Almeno questo concedetelo, altrimenti andiamo veramente a penalizzare le fasce più deboli della popolazione.
L'addizionale IRPEF fu introdotta proporzionale all'inizio perché era residuale e incideva al massimo per lo 0,5 cento. Oggi l'addizionale IRPEF regionale, sommata a quella comunale, fa già l'1,8 per cento: non possiamo lasciarla proporzionale, dobbiamo trasformarla in progressiva, altrimenti andiamo a penalizzare i redditi più bassi!
Vi chiedo di fare ciò veramente col cuore: trasformiamo questo articolo attraverso un emendamento, accantoniamolo per un momento al fine di porre rimedio a questo grande problema che nasce dall'applicazione della norma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 7.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 263).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gioacchino Alfano 7.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gioacchino Alfano. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, il mio emendamento tende a ridurre l'addizionale comunale all'IRPEF dallo 0,8 allo 0,4 per cento. Riprendendo le considerazioni svolte dall'onorevole Napoli, ricordo che tale addizionale è stata istituita nel 1998 ed è impossibile ridurrePag. 11a zero questa risorsa per i comuni. La proposta, dunque, è di ridurla allo 0,4 per cento.
Innanzitutto, sarebbe opportuno dare ai comuni una facoltà sui redditi da evasione: portare l'aliquota allo 0,8 per cento significa disincentivare i comuni dal ricorrere ai redditi non dichiarati. Sarebbe più opportuno in questa fase, come diceva l'onorevole Galletti, accantonare l'esame dell'articolo 7. Infatti, si dà ai comuni la potenzialità di aumentare un'aliquota e non di «rincorrere» i redditi da evasione, quelli definiti più interessanti in alcune dichiarazioni della maggioranza.
In secondo luogo, e mi rivolgo al Governo, continuare a concedere ai comuni la possibilità di aumentare le proprie entrate con un'addizionale così automatica senza calcolarla sulla destinazione delle risorse è un ulteriore elemento critico. Dunque, manteniamo la risorsa ma non portandola allo 0,8 per cento, bensì lasciandola allo 0,4 per cento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gioacchino Alfano 7.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 261).
Prendo atto che l'onorevole Germontani non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gioacchino Alfano 7.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gioacchino Alfano. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, la norma stabilisce che l'addizionale è dovuta alla provincia e al comune nel quale il contribuente ha il domicilio fiscale alla data del 1o gennaio dell'anno cui si riferisce l'addizionale stessa. Vi sembra possibile che il contribuente debba essere sottoposto all'addizionale facendo riferimento al 1o gennaio dell'anno cui l'addizionale stessa si riferisce? Ritengo questo non solo ingiusto per la natura dell'imposta, ma anche di difficile applicazione pratica.
L'emendamento in esame non interviene dal punto di vista delle entrate e della politica fiscale, sia nazionale sia locale, ma tende a dare al contribuente una situazione di migliore vivibilità e di rapporto più fiducioso con lo Stato. Ad esempio, per i redditi di partecipazione in società il riferimento è al reddito assegnato al soggetto che viene maturato alla fine dell'esercizio, cioè il 31 dicembre.
Il mio emendamento, sul quale non riesco a capire per quale motivo il relatore ed il Governo abbiano espresso parere contrario, chiede soltanto che l'obbligo del contribuente sia espletato entro il 31 dicembre dell'anno di riferimento. In tal modo, quando il contribuente il 1o gennaio si reca dal soggetto delegato alle dichiarazioni, semplicemente dichiara la data in cui maturano i redditi e quella in cui deve essere applicata la addizionale. Potrebbero esservi, infatti, contribuenti che il 1o gennaio hanno il domicilio fiscale in una città e poi si trasferiscono e, quindi, dovrebbero ricorrere al consulente di un altro comune, poiché il contribuente sicuramente si rivolge a strutture localizzate nel comune in cui abita. Dunque, si tratta solo di un riferimento normativo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gioacchino Alfano 7.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 12
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 262).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 7.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 265).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gioacchino Alfano 7.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 264).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 7.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 267).
Passiamo alla votazione dell'articolo 7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, credo che dal dibattito svoltosi sugli emendamenti riferiti all'articolo 7 sia emerso un dato di fondo interno ad un confronto di merito da molti anni in atto tra il sistema delle autonomie locali ed il Governo centrale. Si tratta di riformare la fiscalità locale, che da qualche decennio a questa parte si fonda unicamente su due pilastri: l'ICI e l'addizionale IRPEF.
È necessario che su tali materie vi sia una riconsiderazione all'interno di un quadro più vasto di riforma del sistema delle autonomie, che il Governo ha preannunciato. Vorremmo entrare nel merito, ma il confronto di merito ci sfugge in quest'aula. Riproporremo altre questioni nel corso dell'esame degli articoli successivi perché non si può, da una parte, annunciare una riforma complessiva della normativa che sovrintende al funzionamento del sistema delle autonomie locali e, dall'altra, fare interventi di modifica del rapporto sul piano finanziario e fiscale che vanno in altra direzione.
Per tali considerazioni, il voto del gruppo di Alleanza Nazionale sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, vorrei ricordare che con questo articolo la maggioranza conferma il suo modo di pensare sul federalismo. In sostanza, non attribuisce nuove competenze, ma concede la facoltà di imporre nuove tasse. Storicamente, ci siamo battuti perché i comuni contenessero la spesa in considerazione del fatto che chi paga è sempre il cittadino. Vi è un aumento di pressione fiscale: da unaPag. 13parte hanno tagliato al centro, ma dall'altra consentono ai sindaci di aumentare le tasse ai cittadini. Alla fine, poiché il conto si fa sempre nelle tasche degli stessi, aumenterà il prelievo ed i cittadini avranno meno soldi da spendere per il loro benessere. Ovviamente, il sistema produttivo ne pagherà le conseguenze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Filippi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, anche nell'articolo 7 si dimostra come questo disegno di legge finanziaria sia veramente noioso, perché anche questo articolo chiede nuove tasse: dunque, la solita minestra riscaldata. Questa volta, però, viene data la possibilità alle amministrazioni locali di tassare i cittadini.
Il ministro Padoa Schioppa è venuto in aula a dirci che il disegno di legge finanziaria avrebbe rappresentato il federalismo fiscale in un modo mai avvenuto. Occorre spiegare al ministro che federalismo non vuol dire dare la possibilità alle istituzioni locali di aumentare le tasse ai cittadini; esso riguarda la gestione non di nuove tasse ma delle risorse esistenti.
Spiegheremo ciò in occasione dell'esame di ogni articolo, sperando che al termine dell'esame di questa finanziaria almeno il concetto di federalismo sia ben chiaro a questo Governo, che finora non l'ha ancora compreso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 268
Hanno votato no 191).
Prendo atto che gli onorevoli Beltrandi, Turci e Poretti hanno espresso erroneamente un voto contrario mentre avrebbero voluto esprimerne uno favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Sappiamo che circa l'80 per cento dei cittadini italiani posseggono una casa in proprietà. L'articolo aggiuntivo in esame sopprime l'imposta comunale sugli immobili sulla prima casa e, poiché almeno il 75 per cento dei cittadini proprietari di una abitazione sono a reddito basso, tale proposta emendativa rientra nella logica sbandierata da questa maggioranza, volta a tutelare le fasce basse di reddito.
Nella vostra riforma avete introdotto le detrazioni affermando che il metodo è più semplice e nella denuncia dei redditi avete previsto il reinserimento dei fabbricati, dei dati catastali, complicando in tal modo la vita dei cittadini.
Visto che tutta questa macchina burocratica che mettete in piedi comporta un costo aggiuntivo, mi sembra il minimo approvare questo semplice articolo aggiuntivo che esclude il pagamento dell'ICI sulla prima casa. Il costo per lo Stato è molto basso, dunque ritengo che realizzare ciò sia semplice, mentre non esprimere un voto favorevole su questa proposta emendativa significa nascondere la testa sotto la sabbia.
Mi auguro che l'articolo aggiuntivo sia fatto proprio dal Governo e dalla maggioranza, in quanto non si può professare di avere a cuore l'interesse dei cittadini a reddito medio-basso e poi invece penalizzarli. Tuttavia, vedo che la parte più estrema della maggioranza è interessata alla lettura dei giornali e non invece all'interesse degli italiani!
Spero comunque che sulla presente proposta emendativa vi sia uno voto compatto dell'Assemblea, al fine di tutelare veramente l'interesse degli italiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, in realtà avevo chiesto di intervenire sull'articolo 7, ma il mio ragionamento si aggancia bene anche all'articolo aggiuntivo in esame.
Colleghi, come un buon Papa, per essere tale, deve aver fatto il parroco di campagna, ritengo che il buon parlamentare dovrebbe aver fatto l'amministratore locale; infatti, in tal caso saprebbe di cosa stiamo parlando.
Avete impostato la vostra finanziaria sulla parola «equità», che in realtà non esiste; in questo testo dovrebbe parlarsi di disequità, in quanto cittadini con reddito anche notevolmente diverso pagheranno la stessa aliquota.
Torno su tale problematica in quanto ritengo di rappresentare in questo momento tutti i sindaci italiani (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). In questo caso vale il detto del re che dice: Non capisco perché il mio popolo non mi capisce più! Se continuate a trattare il popolo in questo modo, senza applicare la parola chiave «equità», sulla quale avete basato la manovra finanziaria, di certo i cittadini non vi comprenderanno più.
Pertanto, sostengo il presente articolo aggiuntivo, attraverso il quale sarà possibile non far pagare l'addizionale IRPEF ai cittadini con redditi medio-bassi. In questo caso, potrà parlarsi veramente di equità! Altrimenti, altro che parasonnia, il popolo se la prenderà con tutti noi, ma dagli atti parlamentari risulterà che io ho detto che quanto si sta prevedendo non è equo. Si sta stabilendo una tassa che è la più brutta, la più inutile ed iniqua che si possa introdurre, in quanto colpisce soprattutto le classi più deboli.
State facendo una brutta cosa, sapendo di farla. State commettendo un reato con dolo, dunque l'elemento psicologico del reato finanziario è in tutti voi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, chiedo di poter sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01 che tiene conto di una grande realtà del nostro paese, vale a dire quella dei proprietari di prima casa.
Non si ha idea della preoccupazione che, in sede di acquisto della prima casa, viene manifestata da coloro i quali accedono, spesso per la prima volta, al bene proprietà-casa. E la preoccupazione, vi assicuro, non è tanto quella delle spese per l'acquisto dell'abitazione, quanto quella della tassazione della casa stessa per gli anni a venire.
Vi assicuro che chi ha il contatto diretto e continuo con questa fascia di cittadini può testimoniare, nel modo più assoluto e convinto, di quanto questo articolo aggiuntivo vada incontro alle esigenze e alle preoccupazioni soprattutto delle fasce più deboli dei nostri cittadini.
Sostengo quindi pienamente la presente proposta emendativa e mi auguro sinceramente che dai colleghi della maggioranza giunga la stessa considerazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ippolito Vitale.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, chiedo anch'io di poter sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in esame, in quanto ne condivido l'impostazione e la ratio.
Abbiamo sentito questa maggioranza e questo Governo parlare a lungo di una politica fiscale di equità, addirittura ipotizzando la possibilità di sgravio dei canoni di affitto e la previsione di incentivi per l'acquisto della prima casa, soprattutto per le persone meno abbienti e per le coppie giovani.
Ebbene, credo che l'articolo aggiuntivo in esame coerentemente si collochi in questa linea di pensiero. La casa è un diritto fondamentale e credo che prevedere l'abolizione dell'imposta comunalePag. 15sull'abitazione principale sia un segno di coerenza con l'annunciata politica di equità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, vorrei solo annunciare che i deputati di Alleanza Nazionale aggiungono la loro firma a questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, anch'io vorrei sottoscrivere questo articolo aggiuntivo per tutte le ragioni che sono state esposte fino ad ora.
Desidero farle presente, signor Presidente, l'attenzione che è riservata quest'oggi a temi così importanti. L'ho già detto in altre circostanze. La pregherei, Presidente, anche se so che lei non ha responsabilità, di invitare i colleghi a non considerare questa seduta come una seduta di routine della legge finanziaria. Sarebbe necessario che il Governo ci ascoltasse e si rendesse conto che, anche se questi interventi sono svolti a titolo personale, riguardano temi estremamente importanti, - come quello della casa - che, evidentemente, interessano tutti gli italiani e chi ci sta ascoltando.
Le sarei pertanto grato se potesse fare un richiamo a tutti i colleghi affinché si impegnino di più, anche in questa giornata, e non considerino quella in corso come una seduta nella quale si debba esclusivamente sbarcare il lunario rispetto alla finanziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paoletti Tangheroni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, ricordo che nel calcolo del livello di sviluppo, ormai, è inserito l'habitat come un diritto fondamentale a livello mondiale.
Noi crediamo - questo articolo aggiuntivo lo dimostra - che la prima casa costituisca un diritto fondamentale delle persone. Allora, se lei mi permette, Presidente, mi rivolgo, più che al Governo, che ormai abbiamo capito essere assolutamente sordo, agli amici e colleghi della maggioranza.
Abbiamo appena visto, in ossequio certamente a qualche accordo, approvare «vagoni» e «autostrade» di facilitazioni per il sistema bancario. Questo articolo aggiuntivo costituisce una facilitazione per le classi meno abbienti. Amici, una mano sulla coscienza e un sussulto di dignità!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, anche in questi giorni si discute molto del decreto sugli sfratti, la grande emergenza abitativa. Alle persone al di sotto di un certo reddito, che non siano proprietari e di case, gli enti pubblici, le regioni, le province, i comuni e lo Stato devono dare la casa. Quindi, ciò ha un costo non solo per la costruzione, ma anche per la manutenzione degli edifici.
Le famiglie al di sotto di un certo reddito, che con sacrificio hanno avuto o hanno l'opportunità di acquistare una casa, dovrebbero essere in qualche modo premiate, per incentivare altre famiglie a fare altrettanto, visto che esiste un riconoscimento della pubblica amministrazione, sottraendo così all'emergenza casa migliaia e migliaia di persone.
Se lo Stato riconoscesse agevolazioni per la prima casa, se abitata da famiglie al di sotto di un certo reddito, si abbatterebbe quel numero altissimo di persone bisognose che, nei prossimi mesi, rischia di creare un vero e proprio detonatore sociale, con le famiglie che scenderanno sicuramente in piazza per tutelare i loro diritti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma a questo articolo aggiuntivo.
Intervengo per parlare personalmente con i colleghi della maggioranza, specialmente con quelli di Venezia e in generale del Veneto, che sempre hanno sostenuto l'importanza di detassare la prima casa. Questa è l'occasione buona per dimostrare che facciamo seguire alle parole i fatti.
Credo - lo potremo dimostrare più avanti con altri emendamenti - che le risorse possano essere individuate. L'ordine del giorno relativo alle fondazioni, che è stato concordato debba essere presentato alla fine, è un'indicazione in tal senso.
Presidente, colleghi (specie i colleghi veneziani, con i quali ho più familiarità e, molto spesso, mi trovo a condividere le loro posizioni rispetto al territorio) se, nel momento della discussione e dell'approvazione in sede parlamentare, ci dimentichiamo e facciamo gli «gnorri» - come si dice a Venezia -, tutto quello che diciamo non ha valore.
Oggi detassare la prima casa è un dovere morale nei confronti dei cittadini che si sono sobbarcati l'onere di risolvere, con i loro sacrifici, un problema che altri non risolvono.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Peretti. Ne ha facoltà.
ETTORE PERETTI. Presidente, intervengo molto brevemente per sottoscrivere, a nome del gruppo dell'UDC, questo articolo aggiuntivo.
L'UDC, nei giorni scorsi, ha fatto una grande battaglia sulla politica per la famiglia, e la politica relativa alla prima casa costituisce un tassello importante della politica familiare. Per questo, credo che tutte le iniziative, questa compresa, che vadano nel senso di riconoscere il valore della prima casa come elemento portante di una politica familiare all'altezza delle esigenze di una società che, evidentemente, ha bisogno di famiglie, specialmente numerose, debbano essere accolte dal gruppo dell'UDC come importanti.
Annuncio quindi il voto favorevole del nostro gruppo sull'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, anch'io aggiungo la mia firma a questo articolo aggiuntivo, rivolto a favore dei più deboli e di chi duramente, dall'operaio all'impiegato, ha fatto grandi sacrifici per acquistare una casa. Quindi, dobbiamo andare verso la detassazione della prima casa.
Inoltre, mi rivolgo ai colleghi amministratori del centrosinistra: con questa finanziaria non solo non riusciremo a detassare la prima casa, ma costringeremo i sindaci ad aumentare ingiustamente l'ICI, che è la tassa peggiore che si possa istituire nei confronti di chi - lo ripeto - ha fatto duri sacrifici per acquistare l'abitazione.
Dimostrate che, nei confronti dei più deboli, siete veramente disponibili a modificare questa finanziaria. Se non lo siete, vuol dire che riempite soltanto di parole le questioni relative alla società e al sociale. Dimostrate con i fatti, invece, che operiamo a favore di chi ha compiuto dei sacrifici. Se non lo fate, vi prenderete la responsabilità nei confronti di queste persone che, duramente, pagano i mutui, percependo già uno stipendio bassissimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Presidente, vorrei rivolgermi al sottosegretario Grandi, di cui ricordo gli interventi improntati all'equità e alla solidarietà quando era nei banchi dell'opposizionePag. 17nella scorsa legislatura. Vorrei che oggi dai banchi del Governo, con altrettanta coerenza, egli spiegasse a me e al paese perché il Governo è contrario a questo articolo aggiuntivo.
La casa non è un lusso - lo dimostra il 90 per cento degli italiani che l'ha acquistata -, ma una necessità. Tra l'altro, questa tassa, che è una vera e propria patrimoniale, disincentiva non solo l'acquisto della casa, ma anche la propensione al risparmio, che è una caratteristica molto importante nel nostro paese.
Vorrei capire dal sottosegretario Grandi come mai sbandierate equità e sostegno ai poveri e poi, nel momento concreto di dimostrare coerenza rispetto a quanto annunciate, non siete coerenti.
Tra l'altro, vorrei ricordare al sottosegretario Grandi che chi compra la casa sottrae se stesso all'ombrello protettivo dell'edilizia residenziale pubblica, quindi, in un certo senso, svolge una sorta di servizio pubblico.
Signor sottosegretario, insisto nel chiederle il motivo per cui il Governo è contrario a questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Desidero sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01 e sottolineare la necessità morale, prima ancora che politica, della detassazione della prima casa. Essa è necessaria e doverosa perché la prima casa rappresenta uno dei punti di riferimento del senso della famiglia, del senso del risparmio e quindi della centralità della cellula base della comunità italiana.
Se quindi il Governo Prodi e compagni non darà un segnale di vita e di attenzione alla famiglia e all'espressione della centralità della famiglia stessa, la prima casa appunto, gli italiani marcheranno ulteriormente un distacco, una voragine - di cui per la verità già si sono accorti - tra il senso del Governo Prodi e il senso della comunità, il senso della famiglia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Per il mio gruppo era già intervenuto il collega Peretti, tuttavia desidero svolgere una considerazione. Noi siamo d'accordo con il contenuto di questo articolo aggiuntivo. Peraltro, come ho già detto in altre circostanze, avremmo apprezzato un contributo da parte del Governo sulla problematica della casa e della crisi abitativa, giacché siamo ovviamente a favore del processo di insediamento delle nuove famiglie. Siamo convinti che si sarebbe potuto lavorare anche sulla franchigia per quanto riguarda il valore catastale dell'abitazione, eliminando quindi l'ICI per una certa categoria di persone, ma questo non è avvenuto.
Sono pertanto d'accordo sul contenuto di questo articolo aggiuntivo e lamento certamente il silenzio, su una problematica così complessa, da parte del Governo, che ci avrebbe potuto aiutare su una questione che non interessa semplicemente noi dell'opposizione, ma dovrebbe interessare tutta l'Assemblea!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Innanzitutto, signor Presidente, vorrei aggiungere la firma di tutti i componenti il gruppo della Lega Nord Padania a questo articolo aggiuntivo, anche perché il nostro gruppo aveva presentato un'identica proposta emendativa, dichiarata però inammissibile per carenza di copertura. Dunque, convintamente sottoscriviamo in toto l'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01.
Inoltre, vorrei svolgere una considerazione assolutamente ovvia. Questo articolo aggiuntivo non può che essere approvato all'unanimità, perché il Presidente del Consiglio Prodi ha dichiarato tranquillamente, in campagna elettorale, l'intenzione di abolire l'ICI sulla prima casa. Pertanto, qui siamo al dunque. Se votate contro, smascherate la bugia. Quindi non potetePag. 18votare contro questo articolo aggiuntivo, altrimenti è ovvio che dopo due secondi noi vi accuseremo di raccontare balle!
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo rischia di generare un po' di confusione, perché i nostri interventi hanno quasi tutti fatto riferimento a fasce sociali da individuare. Invece, l'articolo aggiuntivo in esame intende abolire completamente l'ICI; al riguardo, peraltro, io sarei favorevole, ma mi rendo conto che il centrosinistra non lo è.
La mia proposta è quindi la seguente. Chiedo al relatore o al presidente della Commissione bilancio di formulare una proposta diversa, articolata su fasce sociali, ponendo un tetto, che comunque sarà un grande segnale. Dunque, con una riformulazione dell'articolo aggiuntivo in esame, che potrebbe presentare lo stesso relatore o il Comitato dei nove, credo si possa arrivare ad un punto di sintesi: l'eliminazione dell'ICI solo per coloro che percepiscono redditi che non superino un certo tetto e che appartengono a fasce sociali per le quali, se non avessero la casa, gliela dovrebbero dare i comuni, le regioni e gli enti pubblici.
Vorrei quindi sapere se il relatore sia disponibile o meno ad una riformulazione dell'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01. Peraltro tale riformulazione potrebbe provenire dallo stesso presentatore dell'articolo aggiuntivo, il collega di Forza Italia Zorzato.
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Prima di entrare nel merito di questa proposta emendativa, vorrei ricordare che è annunciato un provvedimento collegato sul federalismo fiscale, e mi auguro che ciò avvenga. Infatti, ascoltando molti interventi dei colleghi dell'opposizione, sembra ci venga rimproverato di non aver fatto in pochi mesi di vita di questo Governo ciò che era abbondantemente previsto negli anni scorsi (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
A questo proposito vorrei dire - preciso che non c'è alcun intento polemico in questa osservazione - che sugli enti locali abbiamo compiuto un primo passaggio. Dovessi dire che siamo pienamente soddisfatti, direi una cosa non giusta. D'altra parte, colleghi, sui vari provvedimenti ci avete di volta in volta accusati di colpire categorie e settori che sono contrari al centrodestra. Oggi invece ci dite che andiamo a colpire un settore dove l'80 per cento delle amministrazioni sono di centrosinistra.
La barra che vogliamo tenere è quindi quella di dire le cose come stanno. Il primo passo che abbiamo compiuto è quello di passare dai tetti ai saldi. Noi offriamo in questa circostanza una pluralità di strumenti. La tesi che sia automatico l'incremento di imposte non l'accolgo. Le amministrazioni con questo meccanismo di responsabilizzazione sanno benissimo che ad un certo punto dovranno presentarsi al corpo elettorale e che vi sarà un giudizio. Noi abbiamo anche operato in Commissione, per risolvere molti problemi che erano rimasti aperti relativamente agli enti locali, ed ancora lavoreremo nei prossimi giorni.
L'onorevole Zorzato ci propone di eliminare l'ICI sulla prima casa. Poi l'onorevole Buontempo ha articolato diversamente la sua proposta, chiedendo una riformulazione dell'articolo aggiuntivo in esame. Vorrei ricordare a tutti noi che l'ICI rappresenta, per quello che riguarda le entrate proprie dei comuni, il 40, 45 per cento del totale. Il gettito totale proveniente dall'ICI per i comuni è di 9 miliardi 850 milioni di euro. Se dovessi dire che possiamo abrogare l'ICI sulla prima casa, direi una cosa non vera. Non possiamoPag. 19compiere tale scelta in questo periodo, perché non sono previsti trasferimenti compensativi ai comuni.
Possiamo discutere se sulla prima casa si tratta - come a me risulta - di una cifra non indifferente, in termini di alcuni miliardi di euro; come dice l'onorevole Zorzato, sfioriamo il miliardo. La verità, onorevole Buontempo, è che, ancora, se ricordo bene, i comuni possono prevedere per i non abbienti e per categorie socialmente protette una parziale e anche totale esenzione dall'ICI della prima casa (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
OSVALDO NAPOLI. Con quali soldi?
MICHELE VENTURA, Relatore. I comuni possono, onorevole Buontempo. Non sfuggirà di certo a lei che, proprio nella città che è la sua e che ci ospita, Roma, la capitale, attraverso indicatori socio-economici equivalenti, per quello che riguarda gli sgravi sull'ICI, le famiglie beneficiate sono state 50 mila e ne risultano totalmente esenti 12 mila. Anche da questo punto di vista, si dimostra che le amministrazioni hanno margini sui quali possono agire e mi auguro che, da qui al federalismo fiscale, nel 2008, possiamo mettere a regime tutta la situazione che riguarda la politica per gli enti locali. Ma quello che non deve sfuggirci è che, già oggi, esistono strumenti sui quali le amministrazioni possono agire sulle fasce più deboli della popolazione. (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 11,40)
PRESIDENTE. Chiedo al relatore Ventura se intenda accedere alla proposta di riformulazione dell'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, credo di avere implicitamente risposto nel senso che il testo rimanga nella formulazione attuale.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Forlani. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, preso atto della risposta del relatore alla proposta di riformulazione dell'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01, avanzata dall'onorevole Buontempo, ribadisco quanto affermato per il mio gruppo dall'onorevole Peretti. Condividiamo questa proposta emendativa, che intendo peraltro sottoscrivere.
Ho sempre ritenuto, anche quando si è parlato, in campagna elettorale e nei dibattiti politici, di introdurre in Italia l'imposta patrimoniale, che l'ICI è stata già una vera forma di imposta patrimoniale, stabilita in un momento di particolare emergenza finanziaria nel nostro paese non essendo ancorata al gettito di reddito liquido che un cittadino percepisce, bensì meramente a determinati immobili, sui quali si vantino diritti di proprietà o, comunque, diritti reali. È, quindi, un'imposta che incide paradossalmente anche su chi non si trovi ad avere patrimonio liquido in un dato momento. Si tratta, dunque, di una tassa particolarmente iniqua, di cui dovrebbe essere sgravata, in particolare, la prima abitazione, che soddisfa un diritto essenziale dell'individuo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frigato. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Trovandomi d'accordo con quanto affermato dal relatore Ventura, vorrei ricordare, affinché resti agli atti, che se è vero che, da parte dei colleghi del centrodestra, c'è una preoccupazione rispetto alla prima casa, che naturalmente anche noi consideriamo un bene in questo paese, è anche vero che l'ultimo vero fatto politico, che ha riguardato la detassazione ai fini IRPEF della prima casa, è stato realizzato dal Governo di centrosinistra, se non ricordo male negli anni 1998-1999. Dopo quegli anni, al di là delle riflessioni e delle proposte che, anchePag. 20questa mattina, abbiamo sentito, non ricordo nessun altro atteggiamento e nessun'altra iniziativa di natura legislativa finanziaria.
Anche noi consideriamo serio il problema della prima casa, che vogliamo di certo difendere, stante, come diceva il relatore, una situazione economico-finanziaria difficile. Ribadisco, quindi, che il primo ed unico intervento in questa direzione, che è consistito nel togliere la tassazione IRPEF sulla prima casa, è datato 1998-1999, anni nei quali il centrosinistra ha governato questo paese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, è vero, probabilmente, che l'83 per cento degli italiani possiede la prima casa, ma va anche considerato che il 40 per cento di essi paga un mutuo talmente gravoso per cui, di fatto, solo il 43 per cento degli italiani è realmente proprietario. Diciamo pure che l'ICI va rivisitata, perché è l'unica patrimoniale esistente, in attesa che ne venga introdotta qualcun'altra, come si è paventato. Purtroppo, è una patrimoniale che rischia di distruggere il territorio.
Molte volte, le dimensioni delle abitazioni costruite, in relazione all'ipotesi di incremento delle città, sono veramente devastanti: abbiamo incrementi di immobili pari a due terzi in più rispetto alle potenzialità future di accoglimento da parte dei cittadini. Si è trattato, quindi, di una vera speculazione in funzione di obiettivi di finanziamento comunale, utilizzando e distruggendo buona parte del territorio del nostro paese; spesso i progetti di fabbricazione sono stati fatti proprio in funzione di percepire l'ICI e gli ordini di urbanizzazione, creando effettivamente una situazione immobiliare assolutamente deprimente. Pertanto, vale la pena di considerare una parte di sgravio per quelle famiglie costrette a pagare mutui molto gravosi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Galli. Ne ha facoltà.
DANIELE GALLI. Nel chiedere di apporre la mia firma a questa proposta emendativa, invito il Governo a prenderla in seria considerazione, in quanto non è possibile incidere in maniera così indiscriminata sul discorso della casa. Non si può costringere l'ente locale ad aumentare una tassazione indotta da un comportamento non virtuoso da parte dell'ente Stato. Il bene casa è un bene rifugio, in cui i risparmi degli italiani vanno a confluire nei momenti di crisi e che rappresenta effettivamente, rispetto a quello che è avvenuto anche con l'euro ed il concambio che voi avete voluto, l'unica fonte di difesa del risparmio del cittadino italiano.
Pertanto, il voler incrementare la tassazione, specie avendo rinnovato e volendo rinnovare il reddito catastale, è una condizione di assoluto inasprimento rispetto ad un bene essenziale per la famiglia italiana.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, proporrei, se il relatore Ventura è d'accordo, di accantonare questa proposta emendativa, al fine di provvedere ad una sua riformulazione, proprio in linea con quanto lo stesso relatore ha affermato osservando che crea un elemento di squilibrio sul territorio il fatto che alcuni comuni possano prevedere, per i non abbienti e per categorie socialmente protette, una parziale e anche totale esenzione dall'ICI della prima casa. Sarebbe un grande segnale di equità se quel «possono» potesse diventare «devono», senza andare oltre e con molto senso di responsabilità su una materia così delicata, sulla quale non bisogna fare demagogia. Credo che, in questo modo, si possa trovare una soluzione utile per tutti.
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PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore è contrario alla proposta di accantonare l'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pedrini. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, intervengo per esprimere il mio dissenso; infatti, già nella scorsa legislatura (il 20 settembre del 2002) ho presentato al Senato un disegno di legge (n. 1726) che sostanzialmente era volto ad accogliere il principio dell'articolo aggiuntivo che è stato ora proposto. Anche in questa legislatura, (il 29 aprile del 2006), ho presentato alla Camera la proposta di legge (n. 2992) per l'abolizione dell'ICI sulla prima casa per i redditi più bassi, con un'articolazione che dava anche la possibilità alle amministrazioni locali, ai sindaci, di utilizzare l'ICI come elemento di autonomia e di leva fiscale per recuperare ruderi o case, che, altrimenti, non avrebbero potuto essere recuperati. Anche durante questa finanziaria, ho riformulato lo stesso emendamento, ma purtroppo ho ricevuto risposta negativa e, pertanto, voto in dissenso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, il collega Ventura diceva poc'anzi che il gettito che potrebbe dare la detrazione per la prima casa (o, perlomeno, il costo complessivo per lo Stato) ammonta a circa 9 mila 850 miliardi. Voglio ricordare che già oggi la detrazione prima casa, ai fini ICI, viene applicata un po' da tutti i comuni; sicuramente dai comuni gestiti dalla Lega Nord che lo fanno in maniera costante perché sanno benissimo qual è l'aggravio che viene procurato con questa patrimoniale alle famiglie del nord, già gabellate da tante altre fiscalità indirette, come quella sul metano per il riscaldamento ed altro.
Credo che soprattutto i sindaci di sinistra...
PRESIDENTE. La prego, concluda.
GUIDO DUSSIN. ...che sono vicini alla nostra realtà, dovrebbero capire e opporsi a questa decisione del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, mi sembra che dopo l'indisponibilità del collega Ventura in merito all'accantonamento di questo articolo aggiuntivo si sia chiuso il cerchio attorno alla vera posizione della maggioranza e del Governo, che ha fornito una serie di valutazioni, considerandole come dati lineari e veri, che noi ovviamente non possiamo accettare; quindi, abbiamo smascherato anche questo aspetto perché, al di là di una finta disponibilità, nella sostanza non siete disponibili a venire incontro ad esigenze concrete sul tema dell'ICI per le fasce più deboli della popolazione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 11,55)
ALBERTO GIORGETTI. L'onorevole Ventura ha dato una serie di valutazioni sulla verità dello stato delle cose che noi riteniamo siano solo opinioni della maggioranza e del relatore e, quindi, non verità; infatti, attorno al tema del federalismo fiscale noi dovevamo attenderci, rispetto agli impegni del Governo, un disegno di legge che doveva arrivare entro il 10 novembre, mentre siamo al 13 novembre e questo testo non c'è, non ne esiste alcuna traccia. Continuate a parlare di federalismo fiscale e lo violate, lo violerete nell'articolo 8 - lo vedremo più avanti - relativamente all'articolo 119 della Costituzione; quindi, si tratta di impegni formali per i quali non esiste una traccia vera di documentazione e di testi.
Per quello che riguarda l'ICI, l'unico elemento certo...
PRESIDENTE. La prego, concluda.
ALBERTO GIORGETTI. ...è che voi date la possibilità ai comuni di aumentare le aliquote ICI e, in questo quadro, di aumentare la pressione fiscale.
Rimane, quindi, ai comuni la facoltà di attivarsi o meno per dare risposte alle fasce sociali più deboli, ma ovviamente attorno a questo c'è una responsabilità degli enti locali e un Governo che scarica su di loro tutti gli impegni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, io mi rivolgo all'onorevole Ventura...
ANDREA LULLI. Ha già parlato!
PRESIDENTE. Onorevole Napoli, le chiedo scusa, c'è stato un errore da parte della Presidenza. Lei non può intervenire a titolo personale su questo articolo aggiuntivo perché l'ha già fatto.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, le chiedo scusa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pedrizzi. Ne ha facoltà.
Prendo atto che l'onorevole Pedrizzi rinuncia al suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, io conosco l'onorevole Ventura come persona corretta e responsabile; quindi, proprio per questo gli chiedo di smettere di dire che gli enti locali non aumenteranno le imposte a seguito di questa finanziaria. Non è così: la sua regione, signor relatore, ancora prima di fare la propria legge finanziaria, ha aumentato la tassa sul bollo del 10 per cento; la mia regione ha già preannunciato che aumenterà l'addizionale IRPEF regionale; il mio comune, primo fra tutti i comuni a predisporre il bilancio di previsione, ha già detto che aumenterà l'addizionale IRPEF, le tariffe e, probabilmente, anche l'ICI. Cerchiamo, quindi, di essere corretti almeno in questa sede, dicendo le cose come stanno e, cioè che avremo un aumento della pressione fiscale a livello locale. Proprio per questo, dobbiamo fare in modo di intervenire su quelle imposte che più colpiscono le fasce deboli; quindi, una riformulazione di questo articolo aggiuntivo, che permettesse - ad esempio - di esentare una fascia fino a 150 mila euro di rendita catastale dell'immobile, potrebbe almeno salvare i proprietari di piccoli appartamenti o di appartamenti non di pregio che appartengono alle fasce più deboli della popolazione. Pensiamoci!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ronchi. Ne ha facoltà.
ANDREA RONCHI. Signor Presidente, questa indisponibilità così dura e così violenta rispetto ad una norma come l'ICI...
Io vorrei ricordare che durante la campagna elettorale l'Unione, più volte e reiteratamente, ha fatto in modo di far capire agli italiani che come primo atto avrebbe abolito l'ICI dalla prima casa.
Io credo che questo dibattito parlamentare dimostri quanto sia costellato di bugie il cielo dell'Unione. Avete aumentato le tasse e, ancora una volta, siete contro i ceti deboli, contro le famiglie più povere!
Per quale motivo, signor relatore...Signor relatore sto parlando con lei... Signor relatore sto parlando con lei...
PIETRO MARCENARO. Parla rivolto alla Presidenza!
ANDREA RONCHI. Vorrei soltanto capire per quale motivo voi siete così duramente contrari, perché volete ingannare gli italiani, perché ancora una volta costellate il vostro percorso di bugie.Pag. 23
In campagna elettorale avevate detto che avreste tolto l'ICI sulla prima casa e oggi siete sordi rispetto al Parlamento e agli italiani che vi chiedono un gesto di buon senso. Ancora una volta, siete contro il paese, contro gli italiani e contro le fasce più deboli (Applausi dei deputati dei gruppi Allenza Nazionale e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi questo non è un articolo aggiuntivo qualsiasi; non a caso, dopo di me, a titolo personale parleranno molti colleghi del mio gruppo. Si tratta, infatti, di un bene primario dei nostri concittadini; infatti, stiamo parlando della prima casa, cioè della casa che ciascuna famiglia, con mille sacrifici, riesce a possedere o che agogna di poter possedere. Stiamo parlando della aspirazione principale di tutte le famiglie italiane. Io ricordo che durante la campagna elettorale abbiamo fatto a gara a prevedere esenzioni o diminuzioni dell'ICI; ricordo che non solo noi, ma anche coloro che oggi hanno l'onere di governare hanno previsto la possibilità di abolizione della tassa dell'ICI sulla prima casa. Si tratta ora di vedere...
PRESIDENTE. La prego, concluda.
IGNAZIO LA RUSSA. ...chi aveva la lingua biforcuta e chi no!
Io, signor Presidente, invito i colleghi della maggioranza - questa è una proposta, avrei potuto farlo non a titolo personale, ma sull'ordine dei lavori - a valutare seriamente la proposta dell'accantonamento di questo articolo aggiuntivo e la prego (Dai banchi dei deputati del gruppo L'Ulivo si grida: Tempo!) di valutare la possibilità che questo articolo aggiuntivo venga effettivamente accantonato.
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole La Russa.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei dividere il mio intervento, iniziando ad esaminare innanzitutto la parte tecnica, leggendo come viene finanziato questo articolo aggiuntivo: si parla di tagliare 219 mila euro al Ministero dell'economia;...
IGNAZIO LA RUSSA. Bene!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. 57 mila al Ministero del lavoro;...
IGNAZIO LA RUSSA. Bene!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. 50 mila alla giustizia;...
IGNAZIO LA RUSSA. Bene!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. 109 mila agli affari esteri;...
IGNAZIO LA RUSSA. Bene!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. 100 mila al Ministero dell'interno;...
IGNAZIO LA RUSSA. Bene!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. E avanti di questo passo. Beni culturali: 92 mila;...
IGNAZIO LA RUSSA. Bene!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Salute: 100 mila;...
IGNAZIO LA RUSSA. Bene!
Pag. 24ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Università: 20 mila;...
IGNAZIO LA RUSSA. Bene!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Solidarietà sociale: 50 mila...
IGNAZIO LA RUSSA. Bene!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. In sostanza, questo articolo aggiuntivo dice...
IGNAZIO LA RUSSA. Che non paghi le tasse sulla prima casa!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Onorevole La Russa, lei stia calmo, io non l'ho interrotta...
IGNAZIO LA RUSSA. Vergogna!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Quando si vuole finanziare una proposta emendativa in questo modo bisogna tener presente che si tratta di una norma di grande valore economico e finanziario, che non può essere trattata sicuramente come si sta facendo.
Vi è, poi, un secondo aspetto. Stiamo parlando di una voce importante che riguarda l'autonomia finanziaria dei comuni, che non può essere trattata sicuramente nel modo con cui viene affrontata in questo caso. C'è anche un problema di rispetto della possibilità di attuare politiche differenziate delle aliquote e degli interventi, che è materia che abbiamo largamente affidato ai comuni.
C'è però una valutazione politica, che sinceramente mi pare la più importante. Non penso che chi ha presentato questo articolo aggiuntivo creda veramente che possa essere accolto. Sulla tassazione della prima casa, per ciò che riguarda l'IRPEF, è intervenuto il centrodestra o il centrosinistra? Il centrosinistra, nella precedente legislatura, nel 2001! Voi avete avuto cinque anni di tempo, se volevate intervenire sull'ICI della prima casa lo potevate fare abbondantemente. Non l'avete fatto! Questa è pura demagogia (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno, Verdi e Popolari-Udeur).
ANTONIO LEONE. Ora stai al Governo!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Oggi fate pura demagogia (Commenti del deputato Garavaglia). Aggiungo che se voi voleste affrontare seriamente il problema, allora dovreste ammettere che c'è prima un problema di rivalutazione, risistemazione delle politiche catastali, a partire dalle strutture, e di revisione degli estimi. E ne parleremo agli articoli 13 e 14 sul decentramento della materia del catasto ai comuni - non so se la Lega stia ascoltando -, sui poteri ai comuni...
TOMMASO FOTI. Di aumentare le tasse!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. ...e poi, contemporaneamente, ne parleremo quando affronteremo il collegato fiscale, che, a parità di gettito, consentirà effettivamente, con il recupero di evasione ed elusione fiscale e anche con la revisione del sistema degli estimi, di porre finalmente le basi finanziarie solide per sgravare la prima casa degli italiani. Non si può fare demagogia, promettendo cose che non si possono mantenere. Noi, come abbiamo fatto lo sgravio sull'IRPEF della prima casa, faremo anche sgravi dell'ICI sulla prima casa, ma prima costruiremo le condizioni (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE Onorevoli, per cortesia, fate terminare l'intervento del Governo.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sono lePag. 25condizioni che voi non avete creato per cinque anni (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Verdi e Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Chiedo all'Assemblea di mantenere un comportamento più adeguato. Molti deputati hanno chiesto di parlare dopo l'intervento del Governo, ma vi è stata una proposta di accantonamento formulata dal presidente La Russa, proposta che era stata formulata già precedentemente e sulla quale il relatore aveva espresso parere contrario. Se l'onorevole La Russa mantiene la sua proposta di accantonamento...
IGNAZIO LA RUSSA. La mantengo!
PRESIDENTE. ...e se il relatore mantiene il suo parere contrario alla proposta, direi di dare la parola ad un oratore a favore e a uno contro, passando successivamente al voto.
ELIO VITO. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, per la verità, l'intervento del Governo a me pare - se l'onorevole Ventura ci ascolta - che offra ragioni per accantonare l'articolo aggiuntivo, perché, al di là della demagogia, della propaganda, del comizio che il sottosegretario fa, dimenticandosi che si trova in un'aula del Parlamento e che in questa legislatura - ahinoi! - si trova dall'altra parte, nei banchi del Governo e non in quelli dell'opposizione (come siamo abituati a vederlo e a sentirlo), mi pare che egli dica che il problema sia principalmente la copertura. È naturale che l'opposizione ha fatto le sue proposte di copertura che non possono considerare le ragioni di Governo e dei singoli Ministeri, per cui siamo andati a colpire in maniera proporzionale gli investimenti dei vari ministeri.
Se è questo il problema, sottosegretario Grandi, onorevole Ventura, siamo disponibili a rivedere la nostra proposta di copertura dell'articolo aggiuntivo. Per questo, va accantonato l'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01 - e ringrazio il presidente La Russa -; se vi è una volontà unanime, così come è stato detto, da parte di tutti i gruppi, di venire incontro sul tema della tassazione della prima casa, si riveda la copertura!
Invece, noi temiamo, sottosegretario Grandi, che, al di là della propaganda, in questa legge finanziaria, ci sia una volontà indiscriminata di tassare non solo le imprese, ma anche le famiglie, una volontà indiscriminata di tassare non solo le categorie professionali e il ceto medio, ma anche le classi sociali più deboli, come è capitato per la tassa sull'auto, che è una tassa sulle piccole auto inquinanti. È chiaro che chi ha i soldi si compra la macchina «euro 4» e «euro 5» e chi invece ha le piccole auto inquinanti sarà sottoposto ad un aumento del bollo, così come saranno sottoposti all'aumento dell' ICI - perché i comuni saranno obbligati ad aumentare l'ICI - coloro che hanno un'unica casa di proprietà, quella nella quale vivono. Per questo mi pare, Presidente, che il buonsenso vorrebbe che tutta la maggioranza accogliesse la nostra proposta di accantonare l'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01 (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
ORIANO GIOVANELLI. Chiedo di parlare contro.
IGNAZIO LA RUSSA. L'hanno trovato il campione...!
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, parlo contro la richiesta di accantonamento per la evidente strumentalità...
ANDREA RONCHI. Sei contro gli italiani!
ORIANO GIOVANELLI. ...di questo articolo aggiuntivo. Vorrei ricordare all'Assemblea che è proprio la politica portataPag. 26avanti dalla maggioranza di centrodestra nella precedente legislatura che ha spinto gli enti locali ad agire prevalentemente ed esclusivamente sull'ICI. Se negli ultimi cinque anni ci sono stati ritocchi al rialzo dell'aliquota ICI sulla prima casa è perché quella è stata l'unica leva che era stata lasciata agli enti locali per cercare di sanare i bilanci dopo i tagli fatti dal centrodestra.
In questa legge finanziaria, finalmente, in attesa del federalismo fiscale, noi offriamo agli enti locali una tastiera più ampia su cui operare. Non escludo, anzi prevedo, che molti comuni virtuosi, potendo tornare ad agire sull'addizionale IRPEF e potendo agire sull'imposta di scopo, potranno anche accedere ad una riduzione dell'aliquota ICI per la prima casa.
Credo che questa sia la strada corretta e seria su cui andare avanti, in attesa di superare questa fase di transizione per promuovere definitivamente un assetto stabile con il federalismo fiscale, che - bontà della Lega! - abbiamo atteso cinque anni e finalmente noi ci accingiamo a realizzare (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta, avanzata dall'onorevole La Russa, di accantonare l'esame dell'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01.
(È respinta - Applausi polemici dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
IGNAZIO LA RUSSA. Bravi!
ANDREA RONCHI. Bravi!
MARINO ZORZATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, non accantoniamo l'articolo aggiuntivo, però nulla vieta che il Governo e il relatore possano accettare o riproporci delle formulazioni diverse. Il problema posto dal Governo sulla copertura credo sia ovviamente risolvibile dal Governo stesso in qualsiasi momento. La copertura dell'articolo aggiuntivo è ovviamente ampia; l'opposizione, quando propone un emendamento, lo copre in maniera ampia perché venga ammesso alla discussione dell'Assemblea.
Nella discussione svoltasi - e mi rivolgo al collega Ventura - il collega Buontempo ed altri hanno posto il problema delle fasce economiche più deboli. Se la risposta che colgo in un passaggio dell'intervento del relatore riguarda qualche comune, i 12 mila che, a Roma, non pagano l'ICI sono l'uno per cento dei cittadini romani: rispetto al 60 o 70 per cento dei cittadini della fascia debole (secondo me, la fascia debole è quella sotto i 28 mila euro), si tratta di una realtà assolutamente risibile.
Allora, anche se non voglio ripetere discorsi già fatti al relatore (non è nella mia natura fare polemica politica più di tanto; io voglio fare il bene dei cittadini, che tutti noi diciamo di voler garantire in quest'aula), non essendo stata oggetto di valutazione favorevole la proposta di accantonamento, perché il Governo o il relatore non ci propone una riformulazione dell'articolo aggiuntivo in esame (sulla quale verificheremo la possibilità di concordare) che tenga conto delle osservazioni del collega Buontempo (e di altri colleghi di Forza Italia e dell'UDC) e, in qualche modo, offra garanzie alle fasce più deboli (quelle che, nel riscrivere l'articolo 3, avete posto al di sotto della soglia dei 28 mila euro)? In questo caso, il costo sarebbe molto basso. Infatti, chi ha un reddito basso possiede, di norma, una casa piccola e, godendo già dell'esenzione di centottanta euro, paga pochissimo a titolo di ICI. Quindi, la misura costerebbe poco, ma sarebbe importante sul piano sociale. Perché non proponete una riformulazione che tenga conto di quanto è stato segnalato?
D'altra parte, dovete stare attenti: tra un po' voteremo un altro articolo che introduce la tassa sull'assicurazione anche per le prime case. Quindi, i cittadiniPag. 27vengono bastonati dieci volte! Prima di vessarli con l'auto, ieri, e con la tassa sull'assicurazione per la casa, fra un po', perché non tenete conto delle fasce deboli? Accettiamo una vostra proposta: fatela! Indicate una fascia di reddito che possa giustificare una rimodulazione dell'articolo aggiuntivo che vada incontro ai cittadini italiani! Non potete predicare che non volete tassarli e, alla fine, mostrarvi sordi alle sollecitazioni in tal senso!
Chiedo al relatore, considerato che non sono stati sospesi i lavori, se abbia intenzione, nel prosieguo del dibattito, di proporre una riformulazione. Al Governo mi rivolgo con minore convinzione, perché ho visto il sottosegretario Grandi molto chiuso ad ogni ragionamento con questa Assemblea. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Zorzato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, in omaggio al suo nome, il sottosegretario ha fatto grandi promesse, ma non ha garantito alcunché di concreto.
Penso di dover sottolineare che la vicenda della tassazione degli immobili, di cui l'ICI costituisce parte indubbiamente importante, richiederebbe che fosse dedicata attenzione non soltanto all'emendamento in esame, ma anche agli articoli seguenti. Quando ha partecipato all'Assemblea che un articolo successivo (se non erro, il 13) si occupa della revisione degli estimi catastali, il sottosegretario Grandi ci ha implicitamente informati che, nel momento in cui sarà approvato tale articolo, l'ICI aumenterà per tutti! Questo è il discorso sotteso all'articolo in parola. Quindi, per ora, l'ICI aumenta; poi, forse, si potrà «giocare» sugli sgravi (a proposito dei quali i comuni hanno presentato qualcosa come 4.500 combinazioni diverse). Allora, credo che l'articolo aggiuntivo al nostro esame sia particolarmente serio.
Noi riteniamo, innanzitutto, che il catasto non possa rimanere nella situazione attuale, nella quale non è tassato il reddito prodotto dall'immobile. Vorrei sapere quale sia il reddito prodotto da un immobile abitato dal suo proprietario! Eppure, il primo presupposto giuridico della tassazione dovrebbe essere proprio la produzione di reddito! In secondo luogo, si è detto che il precedente Governo ha bloccato, per alcuni anni, l'imposizione fiscale da parte dei comuni. Certo, avevamo bloccato l'aliquota dell'addizionale IRPEF; ma vorremmo sapere se l'aumento dell'addizionale sia ritenuto uno strumento di aiuto alle famiglie italiane (come ha fatto intendere il collega dell'Ulivo che è intervenuto contro la richiesta di accantonamento formulata dal presidente La Russa).
Allora, la verità è che questo Governo è interessato ad aumentare le tasse a tutti i livelli, dall'ICI e dall'aumento dell'addizionale IRPEF alle 67 nuove tasse introdotte da un disegno di legge finanziaria che è il peggiore del dopoguerra. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Foti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, chiunque si occupi di questioni fiscali sa bene che il cespite che svolge una funzione sociale non deve essere assoggettato a tassazione. Questa è la logica secondo la quale l'articolo aggiuntivo in esame è volto ad eliminare la tassazione sulla prima casa o, per lo meno, a comprimerla.
Nel trattare la questione, il sottosegretario è incorso in un vizio logico quando ha affermato che, in buona sostanza, il Governo di centrosinistra, dal 1997 al 2001, ha eliminato l'IRPEF sulla prima casa. Tuttavia, bisogna anche ricordare che, in questi ultimi mesi, il Governo ha introdotto una seconda patrimoniale (l'ICI è un'imposta patrimoniale perché colpisce il valore dell'immobile): il valore dell'immobile viene colpito una seconda volta attraverso la reintroduzione dell'imposta sulle successioni e donazioni. Quindi, sullo stesso cespite vanno a gravare due imposte patrimoniali!Pag. 28
Vorrei sapere cosa ne pensi l'Unione europea (sappiamo bene che, ormai, anche la legislazione fiscale è subordinata alle regole comunitarie). Probabilmente, l'Unione europea ci potrà dire che su uno stesso cespite non possono gravare due imposte patrimoniali.
Da ultimo, vorrei ricordare al sottosegretario Grandi che questo Governo nulla sta facendo in materia di federalismo fiscale, nonostante quello precedente abbia preparato un terreno favorevole. Ricordo che l'Alta commissione di studio per la definizione dei meccanismi strutturali del federalismo fiscale ha posto le basi: bastava...
PRESIDENTE. Grazie...
MAURIZIO LEO. ...che il Governo elaborasse i testi! Grazie.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, sono rimasto allibito nel sentire il relatore giustificare la reiezione dell'articolo aggiuntivo in esame - che anch'io dichiaro di voler sottoscrivere - con l'attenuante secondo la quale, probabilmente, i comuni, in prossimità delle elezioni amministrative, non aumenteranno un'imposta che incide così pesantemente sui redditi, soprattutto su quelli dei cittadini meno abbienti.
Ora, ogni motivazione è plausibile, ma questa mi pare veramente al limite dell'insulto nei confronti dell'intelligenza di ognuno di noi. Si può anche rispondere in modo demagogico, come ha fatto il sottosegretario Grandi, motivando in un certo modo, ma non si può assolutamente rispondere con un'affermazione totalmente ingiustificabile e risibile.
Il problema vero è che, di fronte ad un aumento delle rendite catastali, che incide pesantemente, tutti i comuni aumenteranno i loro introiti e ci sarà un ricorso massiccio...
PRESIDENTE. Onorevole Garagnani...
FABIO GARAGNANI. ...a questa nuova forma di imposizione fiscale.
Di fronte a questo fatto, non sta alla minoranza, che ha già effettuato scelte precise, anche nella passata legislatura, sottosegretario Grandi...
PRESIDENTE. Onorevole Garagnani...
FABIO GARAGNANI. ...in merito alla presenza dello Stato in settori nevralgici...
PRESIDENTE. Grazie...
FABIO GARAGNANI. ...indicare il come e il dove. Noi ci facciamo carico...
PRESIDENTE. Onorevole Garagnani, dovrebbe concludere.
FABIO GARAGNANI. ...di un'esigenza profondamente sentita.
PRESIDENTE. Grazie.
OSVALDO NAPOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare per un minuto, onorevole Osvaldo Napoli.
OSVALDO NAPOLI. Grazie, signor Presidente.
Desidero replicare, innanzitutto, all'onorevole Giovanelli. Se è vero che i sindaci furono costretti dal Governo Berlusconi ad aumentare l'ICI, perché, immediatamente dopo la promessa del Presidente Berlusconi, in campagna elettorale, relativa all'eliminazione dell'ICI sulla prima casa, il sindaco Veltroni affermò che avrebbe abolito l'ICI sulla prima casa? Forse perché il governo Berlusconi l'aveva messo sul lastrico? Questa è la verità! Attendo una risposta.
Onorevole Ventura, come si fa a dire con quali soldi possono intervenire i comuni quando si tagliano ben 2 miliardi e 500 milioni di trasferimenti? Si prevede la tassa di scopo perché i comuni diminuiscano la tassazione? Si porta l'addizionalePag. 29IRPEF allo 0,8 per cento perché i comuni possano diminuire la tassazione? Per quale motivo sono aumentate le tariffe catastali?
Si introduce la tassa di soggiorno, ma per quale motivo? Si prevedono 27 euro di ticket sanitario, ma per quale motivo? Mi risponda, onorevole Ventura! Diventa un'offesa alla mia intelligenza ed a quella di tutti gli italiani!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, non ho compreso del tutto il ragionamento del deputato dell'Ulivo che è intervento contro la proposta di accantonamento. Evidentemente, è un pianista, perché ha citato un particolare esempio: i comuni hanno a disposizione una tastiera con diverse leve fiscali, perché questa finanziaria - lui rivendica questo merito - attribuisce al sistema delle autonomie diverse possibilità per lo stesso scopo: aumentare le tasse! Addizionale IRPEF, ICI, tassa di scopo, tassa di soggiorno e quant'altro! Quindi lui è tranquillo: non lo abbiamo previsto prima noi, mentre loro hanno di fatto regalato ai comuni un pianoforte con una bella tastiera e vogliono far aumentare, pigiando la musica stonata di questa finanziaria, il livello di tassazione!
Ebbene, è possibile che un tasto sia limitato nel suo suono? È possibile che una di queste tante tasse che avete riproposto venga limitata nei danni, salvaguardando la fascia dei più deboli? Sono queste le nostre domande!
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Berruti, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Armani, a cui ricordo che ha a disposizione un minuto di tempo.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, vorrei ringraziare il relatore Ventura, secondo il quale molti sindaci, soprattutto quelli che fanno parte della maggioranza di centrosinistra, avranno nel prossimo anno la verifica elettorale e, quindi, non avranno alcun interesse ad aumentare le imposte, soprattutto l'ICI sulla prima casa.
Quando voi voterete contro questo emendamento, noi segneremo tutti i nomi dei vostri parlamentari. Ci recheremo poi nelle vostre amministrazioni per dire che i vostri parlamentari hanno votato contro l'abolizione dell'ICI sulla prima casa! Con questo dato faremo la campagna elettorale!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratta Pasini, a cui ricordo che ha a disposizione un minuto di tempo.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, intervengo non tanto per stigmatizzare ciò che ha affermato il sottosegretario, che è apparso a tutti molto strumentale, quanto piuttosto per sottolineare, perché mi è sembrato ancora più grave, ciò che ha detto l'onorevole Giovanelli, quando parlava degli interventi compiuti dal precedente Governo.
Quando il precedente Governo è intervenuto sugli enti locali, caro onorevole Giovanelli, noi agli enti locali avevamo chiesto di seguire un processo virtuoso, tagliando sulle consulenze, sulle spese per gli spettacoli, eliminando tutto lo sperpero che si è sempre riscontrato nelle aziende partecipate, gestite dai comuni. L'ICI non c'entra niente con quello che lei ha detto, tant'è vero che quasi tutti i comuni gestiti dal centrodestra hanno seguito questo processo virtuoso e sono riusciti ad arrivare a bilanci migliori di quelli del centrosinistra (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). E adesso voi, con questa manovra, chiedete ai comuni ulteriori ed inaccettabili sacrifici che si ripercuoteranno sempre più proprio su quei comuni che, attraverso un processo virtuoso, erano riusciti ad approdare a bilanci sicuramente migliori. Ne è prova il fatto che voi colpite addirittura gli avanzi di amministrazione, cioè quella parte che i comuni hanno sempre utilizzato per...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fratta Pasini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gasparri. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, credo che la posizione del Governo sia indifendibile. Noi, in campagna elettorale, avevamo proposto l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, inseguiti dalla sinistra che oggi, di fatto, aumenta questa tassa. Le dichiarazioni del sottosegretario, che non vedo più al suo posto (non so dove sia)... È stato promosso ministro! Quindi, a forza di tassare, si fa carriera: siede già al banco dei ministri - complimenti - per meriti fiscali! Ebbene, oggi assistiamo ad un aumento dell'imposizione fiscale a tutti livelli e nei confronti delle categorie più deboli. Il ticket sul pronto soccorso è aumentato a 27 euro. Per quanto riguarda la tassa del turismo, se il cittadino resta a casa pagherà più ICI con la revisione degli estimi catastali, se si reca in una pensioncina a due stelle pagherà cinque euro al giorno, per ogni membro della famiglia, per cui non gli conviene nemmeno andarsene da casa! Quindi, i presunti sgravi IRPEF che state prevedendo, lo diciamo soprattutto ai settori della sinistra radicale, non stanno offrendo alcun beneficio, perché state «tosando» gli italiani!
Complimenti, sottosegretario, per la promozione, che segnalo anche al Presidente della Camera! Che ci dia notizia che i sottosegretari sono diventati anche ministri!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
UGO MARIA GIANFRANCO GRIMALDI. Signor Presidente, caro Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola, ma mi meraviglio che questa opposizione oggi si sorprenda di Prodi e delle promesse non mantenute!
Prodi dichiara che il popolo italiano è impazzito, ma certamente si riferisce a quel cinquanta per cento del popolo italiano che ha votato per lui! Queste cose le abbiamo dette durante la campagna elettorale e abbiamo dimostrato al cinquanta per cento del popolo italiano, che non ci ha votato, che avevamo ragione e che loro erano quasi impazziti!
Caro Presidente Prodi, questo cinquanta per cento di popolo è quello che ti ha seguito durante la campagna elettorale e che oggi ti insegue e non riesce più a trovarti, perché sono loro i primi che vorrebbero politicamente farti la pelle!
IGNAZIO LA RUSSA. Sedetevi ai vostri posti, se siete sottosegretari!
UGO MARIA GIANFRANCO GRIMALDI. Allora, Presidente Prodi, facevi il ciclista da dilettante: torna a fare il ciclista, perché non si possono fare bene due cose nella vita!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, il dibattito ormai è chiaro. Su questo tema non vi possono essere distinzioni, ma occorre dire «sì» o «no»! È stato detto o no che sarebbe stata tolta l'ICI dalla prima casa? Sì? Allora che si tolga!
Si può solo esprimere un voto positivo su questa proposta emendativa. Non sta in piedi nemmeno la scusa della copertura: secondo le dichiarazioni del sottosegretario Grandi, si tratta di un impegno notevole e, pertanto, non si possono tagliare le risorse ai vari Ministeri. Faccio solo due esempi perché, magari, non tutti i colleghi di maggioranza sanno di che cosa stiamo parlando. Ad esempio, prevediamo a copertura la decurtazione di risorse al Ministero della solidarietà sociale per 50 milioni.
Peccato che il decreto taglia spese (articolo 53) preveda 190 milioni di euro di tagli. Non so se sia chiaro il concetto! Quindi, non vi è alcun problema di copertura. Un altro esempio: si prevede di tagliare 100 milioni al Ministero dell'interno;Pag. 31all'articolo 53, decreto taglia spese - andate ad esaminare la tabella! - il taglio è di 220 milioni. Non prendiamoci in giro!
La storia della copertura non esiste, perché c'è ed è ampiamente disponibile e prevista. L'avete prevista voi, tagliando il 13 per cento a tutti i Ministeri, tranne quello di Mussi. Quindi, il problema della copertura non esiste.
Siamo favorevoli all'eliminazione dell'ICI sulla prima casa? La Lega dice «sì», fortissimamente «sì»! Se dite di no, ve ne assumete la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, mi dispiace che il dibattito abbia preso questa piega polemica e per certi versi abbia creato una contrapposizione. D'altronde, avevo chiesto la parola da molto tempo, anche prima che l'onorevole La Russa chiedesse di votare sull'accantonamento. Vorrei proprio intervenire su tale aspetto.
Chi vi parla non è pregiudizialmente favorevole o contrario ad un'abolizione generalizzata, ma certamente la tassa sulla prima casa è una misura odiosa. Si poteva studiare, senza banalizzare il problema come ha fatto il sottosegretario Grandi, almeno un intervento selettivo, basato sul criterio di progressività, sulle fasce sociali più deboli, per intervenire in maniera seria. Forse, un accantonamento ci avrebbe consentito di affrontare in maniera bipartisan questo provvedimento.
Dispiace che una certa pregiudizialità del Governo conduca il dibattito su aspetti importanti contenuti nel disegno di legge finanziaria ad uno scontro solo politico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, reputo che l'intervento svolto dal sottosegretario Grandi sia stato strumentale. Dico ciò perché reputo l'onorevole Grandi troppo esperto di contabilità pubblica per non capire che oggi, rispetto ai cinque anni appena trascorsi, vi è una sostanziale diversità: il patto di stabilità non funziona più per tetti, ma per saldi. Si tratta di una scelta legittima (ho letto il programma elettorale di questa maggioranza e ciò era previsto chiaramente). Per una volta, quindi, siete stati coerenti.
Io sono tra quelli che si iscrivono al partito del patto di stabilità per tetti. Perché? Perché quando si fa funzionare tale patto per saldi i comuni sono incentivati ad incrementare le imposte locali. Colleghi, è questo quello accadrà! Sta già avvenendo, ed accadrà anche per l'ICI. Conseguentemente, questo problema diventa sempre più «caldo» da trattare. Nei cinque anni precedenti, faccio notare, l'imposta comunale sugli immobili non è quasi mai aumentata proprio perché non vi era convenienza, con il patto di stabilità funzionante per spese e non per tetti, ad incrementare l'ICI. La differenza sostanziale è proprio questa.
Quella che riguarda le imposte e le tasse è una materia ostica da trattare, di cui tutti non vorremmo parlare, ma occorre tuttavia fare uno sforzo, anche di fantasia. Voi tale sforzo l'avete fatto inventandovi - è stato un errore - delle nuove imposte; facciamo, invece, uno sforzo di fantasia sulle imposte che già esistono. Questo Parlamento ha mostrato un'attenzione particolare sull'ICI sulla prima casa. Se l'eliminazione di tale imposta, la cui abolizione è ritenuta impossibile perché mancano le risorse per farla, non ha rappresentato una scelta prioritaria di questo Governo e di questa maggioranza, almeno approviamo una norma con la quale prevedere che i comuni non possano più incrementare l'ICI sulla prima casa, in modo da bloccarla al livello attuale! Credo che ciò sia fattibile e non costerebbe nulla. Sarebbe una norma che andrebbe incontro alle esigenze delle famiglie, soprattutto di quelle più deboli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedrini. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, mi dispiace ma devo intervenire a titolo personale perché chi vi parla, oltre ad essere un parlamentare, è anche un sindaco.
Ho ereditato un comune con una situazione finanziaria disastrosa, eppure, nel giro di due anni, abbiamo abolito l'ICI sulla prima casa. Ritengo inaccettabile, quindi, che un sottosegretario definisca demagogiche le richieste con le quali si chiede al Governo di svolgere riflessioni sull'abolizione dell'ICI sulla prima casa [Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. È una cosa sofferta, ma mi auguro che sia ancora possibile che la maggioranza, il relatore e il Governo accettino un confronto su tale problematica. Non si tratta di un problema di copertura finanziaria, ma di valutare la possibilità di inserire nel provvedimento in esame - onorevole sottosegretario, mi stia ad ascoltare! - una norma su un diritto costituzionalmente garantito (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mia proposta, formulata precedentemente, prevedeva una definizione delle fasce sociali di reddito. In tal modo, al di sotto di un certo livello di reddito, l'ICI sulla prima casa ICI non doveva essere pagata.
Su tale proposta, sia il Governo sia la maggioranza hanno mostrato una chiusura incredibile. Mi chiedo quale sia il motivo di creare delle ingiustizie: se uno risiede in un comune può beneficiare di un abbattimento di tale imposta, se risiede in altri comuni, no. Diciamolo francamente, la mia proposta voi non l'avete voluta accettare perché per voi, il cosiddetto bene-casa, rappresenta un bene sul quale creare, sulla pelle della povera gente, entrate per la pubblica amministrazione. Se i cittadini rientranti in fasce di reddito basse non comprano la casa, bisogna allora dargliene una pubblica. Lo Stato, invece, ha dimostrato di non essere in grado di garantire neanche la manutenzione ordinaria di quelle case.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, nelle scorse settimane qui alla Camera, sono stati sventolati cartelli su cui era scritto «Prodi bugiardo », e al Senato sono stati esposti grandi Pinocchi per sottolineare le bugie che il Presidente del Consiglio dei ministri aveva detto su Telecom. Oggi, dovremmo rivolgere le stesse accuse di aver detto bugie nel corso della campagna elettorale a tutti i parlamentari di centrosinistra. Quei Pinocchi e quei cartelli dovrebbero valere, quindi, un po' per tutti i parlamentari dell'attuale maggioranza.
Non possiamo nemmeno accettare quanto sostenuto dal sottosegretario Grandi, il quale poc'anzi ha detto che manca la copertura finanziaria per l'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01. A questo riguardo, come ha fatto notare poc'anzi il collega Garavaglia, sarebbe stato opportuno intervenire allo stesso modo con cui si interviene nell'articolo 53, tagliando cioè le spese per i Ministeri. Non comprendiamo perché in quel settore il Governo interviene, mentre non lo voglia fare in questo caso. Non comprendiamo, in particolare, perché il Governo trovi le risorse per la cosiddetta triplice sindacale, per il rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti, per comprare il voto del senatore Pallaro o per fare zittire qualche senatore a vita che non vuole votare la finanziaria, mentre non le trova per dare seguito aPag. 33quanto proclamato durante la campagna elettorale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Filipponio Tatarella. Ne ha facoltà.
ANGELA FILIPPONIO TATARELLA. Signor Presidente, il mio è un intervento senza speranze. Sono infatti convinta che l'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01 non sarà approvato dall'Assemblea.
Colleghi, in questo caso specifico si fa riferimento ad un qualcosa che è, a mio avviso, molto più di una tassa; trattasi, infatti, di un'ideologia. Proudhon diceva che la proprietà è un furto, e, dunque, è giusto tassarla. A me pare che questa sia l'idea del Governo.
Come si fa a non tassare la prima casa o a non far aumentare l'imposta comunale sugli immobili e, allo stesso tempo, avere una città funzionante, meta di turismo e tale da assurgere a modello di amministrazione? È sufficiente farsi una gita nella bellissima Lecce e chiedere al sindaco Poli Bortone come abbia fatto ad abolire l'imposta sulla prima casa e a prevedere un'imposta comunale sugli immobili a livelli tra i più bassi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palumbo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale in questa incresciosa discussione. Mi chiedo, in particolare, se i parlamentari, soprattutto quelli del sud, si rendano conto dell'importanza che riveste l'approvazione di questo articolo aggiuntivo Zorzato 7.01.
Moltissimi di coloro i quali possiedono una prima casa, soprattutto in Sicilia, sono povera gente emigrata all'estero che si è costruita la casa con tanti sacrifici in modo da potervi trascorrere, una volta in pensione, la vecchiaia. Ora, noi, tassiamo loro questa casa e creiamo dei grossissimi danni alle popolazioni, soprattutto a quelle più disagiate del sud del paese. Voi, inoltre, avete previsto l'aumento dei ticket del pronto soccorso e del bollo di circolazione sulle auto non ecologiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gardini. Ne ha facoltà.
ELISABETTA GARDINI. Devo dire, cari colleghi della maggioranza, che non capisco come facciate, quando uscite dalle calde aule nelle quali vi sentite protetti perché siete in maggioranza, ad affrontare l'elettorato e gli italiani che vi hanno giudicato già da un pezzo come bugiardi, truffatori ed incompetenti (Commenti dei deputati dei gruppi di maggioranza), a partire dal Presidente di questa Camera, il quale ha dichiarato come suo sogno quello di abolire la proprietà privata, che ha equiparato alla schiavitù.
Avete letto oggi sul Corriere della Sera che la vostra inanità per le grandi opere ci costerà duecento miliardi di euro. Era una «Bibbia», quel programma... Siete solo una schiera di bugiardi, ipocriti (Vivi commenti dei deputati dei gruppi di maggioranza)! Avete estorto il voto e la fiducia degli italiani con la truffa...
PRESIDENTE. Onorevole Gardini, per cortesia...
ELISABETTA GARDINI. Immagino che, quando incontrerete il vostro elettorato, come il nostro, vi vergognerete e vi nasconderete. Altro che «Pinocchi»: banditi, truffatori, estortori della fiducia (Vivi commenti dei deputati dei gruppi di maggioranza)...
PRESIDENTE. Onorevole Gardini, per favore, la invito ad utilizzare maggiore rispetto nei confronti dei colleghi di quest'aula (Deputati del gruppo L'Ulivo gridano: Deve scusarsi!)!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani).
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, così non riesco a parlare...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ho già richiamato l'onorevole Gardini...
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, non riesco a parlare. Le chiedo di ristabilire un minimo di serenità (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Popolari-Udeur e Verdi)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, vi invito a calmarvi. Ho richiamato all'ordine l'onorevole Gardini!
FRANCESCO PIRO. Deve scusarsi!
PRESIDENTE. Ho già richiamato all'ordine l'onorevole Gardini. Per cortesia, cerchiamo di proseguire nei nostri lavori, permettendo all'onorevole La Loggia di parlare!
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, vorrei tentare di svolgere un intervento ma in questo modo...
PRESIDENTE. Non costringetemi a sospendere la seduta, per favore! Cerchiamo di andare avanti nei nostri lavori (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)...
ENRICO LA LOGGIA. Forse sarebbe il caso...
DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, mi pare che in quest'aula siamo riusciti, fino adesso, a lavorare in modo maturo, nel senso che l'opposizione ha svolto il suo ruolo e la maggioranza interloquisce e discute. Si può essere o meno d'accordo sul merito, come è giusto, ma non si può accettare che un parlamentare si alzi esclusivamente per insolentire i propri colleghi, aggiungendo, all'insulto ai propri colleghi, l'insulto al Presidente della Camera, che in questo momento è assente.
Quindi, la invito a richiamare con maggior determinazione l'onorevole Gardini (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)...
PRESIDENTE. Onorevole Franceschini, ribadisco di avere immediatamente richiamato all'ordine l'onorevole Gardini. Quello che posso (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)...
KATIA ZANOTTI. Ha insultato la Presidenza!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, è ciò che è accaduto. Quando l'onorevole Gardini ha utilizzato dei termini che non andavano utilizzati sono intervenuta e l'ho richiamata all'ordine. Dopodiché, posso rappresentare la vicenda al Presidente della Camera. Se ora possiamo andare avanti nei nostri lavori... Invito i colleghi a calmarsi, altrimenti sarò costretta a sospendere la seduta.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Ronchi. Ne ha facoltà.
ANDREA RONCHI. Credo, signor Presidente, che si debba stigmatizzare l'atteggiamento contro di lei, che in questo momento rappresenta la Presidenza della Camera, per questo atteggiamento ignobile di attacco ad un'istituzione!
FRANCESCO PIRO. La responsabilità è sua (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
Pag. 35ANDREA RONCHI. Queste vostre urla sono per nascondere le difficoltà rispetto alla finanziaria, rispetto a quanto state facendo con l'ICI! Vi dovete vergognare! Chiedete scusa al Presidente della Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
FRANCESCO PIRO. Finiscila (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, intervengo innanzitutto sull'ordine dei lavori, poi, quando sarà possibile, interverrò anche a titolo personale sull'emendamento in discussione.
Francamente, trovo molto sgradevole ciò che sta accadendo e dico ciò in tutta sincerità. Ritengo che vada riportata la serenità in quest'aula e che si debba procedere con ordine. Mi meraviglia, però, collega Franceschini, la sua critica, certamente giustificata e legittima. Infatti, mi sarei aspettato una critica analoga quando, nel corso della passata legislatura, fummo accusati di essere assassini con le mani sporche di sangue! Fummo accusati delle peggiori nefandezze, qui in aula e fuori dall'aula! Quando si invoca la serenità del dibattito, bisogna farlo dalla maggioranza e dall'opposizione! Questa sua posizione, collega Franceschini, mi sconcerta e la inviterei, lei e il gruppo che rappresenta, ad essere più coerenti, anche manifestando solidarietà alla Presidenza della Camera che fino a questo momento ha dimostrato il massimo equilibrio e il massimo rigore nella conduzione dei lavori di questa Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
ELISABETTA GARDINI. Chiedo di parlare per un chiarimento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELISABETTA GARDINI. Chiedo scusa se i miei termini e la mia passionalità, forse anche dovuti al mio entusiasmo per essere in quest'aula, possono avere fatto male interpretare il mio pensiero. Volevo essere interprete di quel disagio che voi, girando per il paese, conoscete quanto noi per il fatto che gli elettori, ogni giorno, in quest'aula, trovano completamente disatteso un programma che era stato proposto loro come una «Bibbia» nell'agenda del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, volevo solo far notare che, in questi giorni, stiamo assistendo alla soluzione - presunta o parziale - di una enorme quantità di problemi. Leggo anche sul Corriere della Sera di questa mattina di un'enorme quantità di aiuti a pioggia, ma, al di là dei casi più emblematici che riguardano la ricerca - la senatrice Montalcini -, e gli italiani nel mondo - il senatore Pallaro - francamente, ci troviamo dinanzi ad un atteggiamento sostanzialmente punitivo nei confronti dei cittadini italiani presi nel loro complesso (nonché del Mezzogiorno del nostro paese, gravemente sacrificato dai lavori di questa finanziaria); inoltre, trovo ancora una volta incomprensibile l'ostilità nei confronti di un esame più sereno e volto a trovare la soluzione più congrua del problema dell'ICI sulla prima casa.
Inviterei, ancora una volta, il Governo, la maggioranza e il relatore a riflettere pacatamente su questo argomento e, se possibile, a trovare una soluzione che, certamente, farebbe bene all'intera comunità del nostro paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Vorrei rapidamente ricordare, soprattutto all'onorevole Giovanelli,Pag. 36il quale è stato amministratore locale ed ha avuto anche responsabilità importanti all'interno dell'associazione dei comuni, che il problema dell'ICI angoscia la amministrazioni di destra e di sinistra. Sono anni che a livello dell'ANCI si sostiene l'iniquità di questa tassa. Lei ha ragione quando ricorda che, alla fine, è l'unico strumento su cui far leva in termini di fiscalità locale, ma sa benissimo che gli amministratori nella loro totalità hanno sempre sostenuto la necessità di una compartecipazione all'IRPEF, che non significa addizionale, non significa pressione fiscale aggiuntiva bensì redistribuzione mantenendo inalterata la pressione fiscale. Allora, delle due l'una: o si continua ad essere coerenti con questa impostazione e quindi si ha il coraggio di abbattere questa tassa iniqua oppure continueremo a prendere in giro le amministrazioni locali, perché non è questo il federalismo fiscale che va costruito nel nostro paese! Si abbia allora il coraggio di una scelta decisa in questo senso!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. L'ICI, come sappiamo bene, venne istituita con la legge finanziaria per il 1993 dal Governo Amato. Questa tassa sconta un grave vizio di origine, perché venne istituita come una tassa patrimoniale in un momento in cui vi era una necessità molto importante di fare cassa.
È una tassa patrimoniale e, quindi, mortifica il principio della proprietà privata. Da questo punto di vista, se tale tassa poteva ritenersi comprensibile nel momento in cui l'Italia aveva esigenze di contabilità pubblica per avvicinarsi all'Europa, adesso la sua permanenza risulta meno comprensibile. Tra l'altro, su questo tema vi è stato un confronto elettorale molto importante. Il dato politico, anche a fronte della chiusura del Governo su questo fronte, registra un centrodestra che porta avanti con coerenza la propria battaglia, anche elettorale, in tema di abolizione dell'ICI sulla prima casa e un centrosinistra che invece su questo argomento fa muro.
Credo che rappresenterebbe una scelta di buon senso, ragionevolezza e convenienza per il centrosinistra la revisione della posizione del Governo. Bisogna affrontare questo problema in maniera più aperta e discutere di abolizione dell'ICI sulla prima casa anche riguardo alle fasce di reddito più deboli.
PRESIDENTE. A chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, innanzitutto mi consenta di solidarizzare con lei riguardo a ciò che è avvenuto pochi minuti fa. Durante la scorsa legislatura avrei voluto avere anch'io un Presidente che difendesse la maggioranza come lei ha fatto oggi nei confronti dei colleghi.
Se si analizzano le parole pronunciate dal sottosegretario Grandi, con le quali ha approcciato il tema in discussione, ovviamente esse producono meraviglia. Un uomo della sua esperienza politica sa bene che quel tono provocatorio significa qualcosa nei confronti dell'opposizione. Cerco di dare a tutto ciò una giustificazione politica e quella che ho individuato mira a dare sostegno ad una maggioranza che oggi è costretta, secondo le indicazioni del Governo, a votare contro questa proposta emendativa. Come fanno a spiegarlo, visto che il discorso può essere ricondotto ad una promessa fatta dal Presidente del Consiglio Prodi e dalle componenti dell'attuale Governo in campagna elettorale?
Sottosegretario Grandi, glielo poteva dire al Presidente Prodi e agli altri, che la proposta era assolutamente demagogica, così avrebbero evitato di prospettarla agli italiani!
Concludo il mio intervento esprimendo un dubbio. Fino allo scorso aprile l'Italia era composta da famiglie che non ce la facevano ad arrivare alla terza settimana del mese; è bastato che Prodi arrivasse a palazzo Chigi per far sì che il nostro paese si trasformasse in un insieme di personePag. 37ricche pronte a rifocillare le casse dello Stato (Applausi dei deputati del gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Menia.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, colleghi, voglio ricordare a me stesso e a tutti voi che l'abolizione dell'ICI sulla prima casa è stata un argomento comune in campagna elettorale, come ha già ricordato qualcun altro prima di me; quindi, è singolare che l'Esecutivo bolli come demagogica una proposta emendativa presentata dall'opposizione. Rivolgendomi al Governo, affermo che non vi è demagogia perché vi abbiamo fornito anche delle subordinate: la prima, la più semplice, vi impegna a cercare la copertura, ammesso che quella già proposta non vada bene. La seconda subordinata, socialmente ancor più utile, intende riservare tale misura soltanto alle classi meno abbienti, individuando a tal fine una soglia di reddito. In ogni caso, lo ripeto, la risposta del Governo è strana e singolare.
Vi propongo poi una riflessione di ordine culturale e costituzionale. Per cinque anni vi abbiamo visto in piazza a ricordare che l'Italia ripudia la guerra, invocando, a tal fine, l'articolo 11 della Costituzione. Poche settimane, fa vi abbiamo visto scendere in piazza contro il Governo...
PRESIDENTE. Onorevole Menia, concluda il suo intervento.
ROBERTO MENIA. Assomigliavate a Peppone che manifestava sotto il comune da lui presieduto a tutela del lavoro.
A proposito del diritto alla casa, vi ricordo l'articolo 47...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Menia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romele.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, a proposito dell'intervento del sottosegretario Grandi, in questo momento non mi rivolgerei tanto ai colleghi dell'estrema sinistra, perché l'abitazione è considerata da loro come patrimonio pubblico non di proprietà: quindi, si è tutti ospiti dell'ALER piuttosto che di un altro ente.
Mi rivolgo, piuttosto, ai colleghi della Margherita o, comunque, ai colleghi dei partiti che dichiarano di ritenersi più vicini al centro e che considerano la proprietà privata e la prima casa come un motivo di orgoglio (si vedano le esperienze di edilizia economico-popolare in tutta Italia e quant'altro). Ebbene, chiedo a questi colleghi come possano immaginare di essere rappresentanti del popolo - intendendo la rappresentatività in una accezione forte - nel momento in cui la prima casa, la prima abitazione, frutto di sacrifici, frutto di solidarietà all'interno della famiglia, è colpita dalla odiosa «tassa sul macinato».
PRESIDENTE. Onorevole Romele...
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, io intervengo raramente e le chiedo di lasciarmi terminare l'intervento.
PRESIDENTE. Onorevole Romele, il suo intervento è a titolo personale e il tempo a disposizione è lo stesso per tutti.
GIUSEPPE ROMELE. Mi consenta almeno di richiamare i signori della sinistra alla coerenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pescante. Ne ha facoltà.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, intendo aggiungo la mia firma all'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01.
Il problema, cari colleghi, non è soltanto quello del mancato rispetto degli impegni preelettorali da parte del Presidente Prodi. Di questo la maggioranza risponderà al paese e ai suoi elettori o,Pag. 38molto più probabilmente, ai suoi ex elettori. Il problema riguarda la natura di questa odiosa imposizione che pare abbia tutte le caratteristiche di una punitiva tassa sulla proprietà, demagogicamente sinistra. D'altra parte, non si riesce a capire un cespite che non dà alcun reddito, visto che, normalmente, la prima proprietà è utilizzata dai titolari come abitazione. Inoltre, bisogna tener presente che la prima casa è già punita dalla tassa di successione. Quindi, non ci sono giustificazioni, se non quelle sinistramente politiche. Per questo, mi associo alla richiesta di accantonamento o di riformulazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Cagno Abbrescia. Ne ha facoltà.
SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. Signor Presidente, vorrei sottolineare una incoerenza che ho vissuto sia in qualità di sindaco di una grande città, sia, assieme ad altri colleghi sindaci, come rappresentante dell'ANCI. Ricordo che ogni anno, in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria, ci recavamo, in delegazione, dal ministro competente o dal Presidente del Consiglio in carica per dire che eravamo pronti a consegnare le chiavi della città, dato che ci si obbligava a tassare localmente ciò che lo Stato cercava di non tassare centralmente. Oggi, con alcune norme, lo Stato consente ai comuni e agli altri enti locali di operare una propria tassazione. Questa è una manifestazione di grande incoerenza: si negano i trasferimenti agli enti locali e si concede un ventaglio di possibilità impositive.
Per quanto riguarda l'ICI...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, la maggioranza, affossando questo articolo aggiuntivo, perde l'occasione di aiutare la parte più debole ma anche più laboriosa del paese. Questa maggioranza, che avrebbe dovuto eliminare i privilegi alla radice, come può spiegare ai cittadini l'aumento degli stanziamenti per il Quirinale, nelle cui tenute agricole lavorano contadini che guadagnano più dei primari ospedalieri? Quando l'onorevole Costa ha chiesto spiegazioni di questo aumento, il Quirinale ha invocato una sentenza della Corte costituzionale, un altro organo che gode di privilegi feudali, i cui giudici, anche in pensione, dispongono di autisti e segretari a vita.
Allora, voi dovete spiegare, a questa gente che risparmia ed il cui risparmio è tassato, come mai abbiate aumentato gli stanziamenti per quelle strutture del paese che godono di grandi privilegi.
PRESIDENTE. Onorevole Mario Pepe, sono costretta ad invitarla ad un linguaggio più consono nei riguardi della dignità delle cariche costituzionali cui lei fa riferimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, ho sentito molti interventi a carattere personale provenire da colleghi i quali, come Foti e Leo - tralascio di ricordare gli altri - erano già presenti nella passata legislatura. Ritengo sia interessante fare il punto sull'ICI per sapere da dove si sia partiti; ebbene, la finanziaria per il 2005 - legge n. 311 del 2004 - che constava di innumerevoli commi di un articolo unico, nell'articolato che va dal comma 335 al comma 339, approvato con schiacciante maggioranza dal centrodestra, interveniva sull'imposta comunale sugli immobili. Al comma 335, in particolare, attribuiva ai comuni la facoltà di ottenere un aumento degli estimi chiedendone la revisione all'Agenzia del territorio quando vi fosse discordanza tra il valore catastale ed il valore di mercato.
Ricordo a tale proposito l'Ufficio studi che lavorò su questa norma e sul citato articolato di commi dell'articolo unico; unPag. 39articolo con innumerevoli commi: almeno, oggi, discutiamo degli articoli con molta dignità ed attenzione presentandoci in modo leale dinanzi al paese. Invece, sono convinto che i parlamentari che erano presenti allora non hanno neppure letto queste norme, avendo solo votato la fiducia, in silenzio, caro Foti, in silenzio...
TOMMASO FOTI. Non sai di cosa parli!
ROLANDO NANNICINI. Fammi finire! Nel rendiconto era scritto: un aumento dell'ICI per mille e 28 milioni di euro, dal 2006 al 2007. Se non è demagogia la vostra, consistita nel non ricordare da dove si sia partiti...
Si tratta della sola misura che avete introdotto negli ultimi cinque anni con riferimento ad un'imposta così delicata ed attenta...
TOMMASO FOTI. Ma che dici?
ROLANDO NANNICINI. ...avete chiesto al comune di aumentare gli estimi attraverso l'intervento della citata Agenzia...
TOMMASO FOTI. No, no!
ROLANDO NANNICINI. ...in modo da aumentare il gettito di mille e 28 milioni di euro. Questo è quanto ha fatto il centrodestra (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno - Commenti del deputato Gardini)!
TOMMASO FOTI. Bugiardo!
ROLANDO NANNICINI. Signora Gardini, io la giustifico perché forse non era parlamentare; era solo portavoce (Commenti)...
PRESIDENTE. Onorevoli, per cortesia!
ROLANDO NANNICINI. Vorrei concludere, Presidente.
Vengo ad un'altro tema; quando Grandi ricorda che il centrosinistra ha individuato un metodo, quello di delegare agli enti locali la verifica del catasto, rivela un tipo di scelta che è coerente con la nostra campagna elettorale...
TOMMASO FOTI. Bugiardo! Pinocchio!
ROLANDO NANNICINI. Ricordo un volantino che abbiamo scritto chiedendo a Berlusconi se fosse pazzo o smemorato quando disse di voler eliminare l'ICI sulla prima casa; con coerenza, Prodi, in campagna elettorale, avanzò la proposta di verificare gli estimi ed il catasto attraverso i comuni, in modo da intervenire in modo più equilibrato su una tassa che riguarda milioni di cittadini.
TOMMASO FOTI. È un'imposta! Non sai cosa è un'imposta!
ROLANDO NANNICINI. Se non facciamo bene l'anagrafe, se non appuriamo bene i dati di partenza, non possiamo intervenire; quindi, vi richiamo a non essere demagoghi, ma a stare attenti, sapendo da dove si parte quando si discutono i problemi (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Germanà, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale; si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pelino. Ne ha facoltà.
PAOLA PELINO. Signor Presidente, il sottosegretario Grandi, intervenendo in Assemblea, ha dichiarato che la Casa delle libertà sta facendo demagogia nel voler difendere le famiglie che vivono nella loro unica casa di proprietà e, quindi, è demagogia chiedere che, per alcune fasce di reddito medio-basso, venga abolita l'ICI. Ma io sostengo che demagogia e mistificazione sono termini che appartengono alla sinistra, tanto è vero che in campagnaPag. 40elettorale sono state promesse agli italiani misure che poi, sistematicamente, non sono state mantenute. Anzi, neppure più ci si vuole ricordare di esse; una per tutte, con questo Governo ci saranno ben 67 tasse nuove o aumenti delle stesse rispetto al Governo precedente. Gli italiani, comunque, non hanno corta memoria e non li si può raggirare con una gestione politica ambigua ed incoerente rispetto a quanto dichiarato pubblicamente.
Le famiglie di ceto medio-basso sono prese di mira da questa legge finanziaria ed è una verità che si associa alle numerose ampie proteste delle più svariate categorie di lavoratori...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pelino...
PAOLA PELINO... considerando che tutti i cittadini oggi si sentono sudditi e non hanno altro diritto che quello di obbedire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, vorrei invitare l'onorevole Franceschini, se mi desse un po' di attenzione dopo il suo appassionato intervento da eterno primo della classe (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), a leggersi i resoconti stenografici degli interventi resi nel corso della precedente legislatura dall'onorevole Duca. Poi venga a riferire in aula, con obiettività e serietà, se sono più offensivi gli interventi di Duca o quello appassionato svolto dalla collega Gardini poco fa.
Vorrei inoltre che qualcuno spiegasse al sottosegretario Grandi che il compito di un sottosegretario è quello di governare, possibilmente (ma questo sarà difficile) senza tasse. Soprattutto si deve venire in aula non a fare comizi ma ad esprimere pareri motivati. Ovviamente, se un sottosegretario viene in aula a fare comizi è a corto di argomenti.
Signor sottosegretario, come ricordava bene prima il collega Garavaglia, la copertura a mio modo di vedere è corretta, anche se vi è la massima disponibilità da parte nostra a modificarla. Basta andare a vedere l'articolo 53, dove avete massacrato tutti i capitoli di spesa. Quindi, la nostra copertura, che è nettamente inferiore, è corretta.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Verro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ENZO LUPI. Signori Presidente, lei fa molto bene a richiamare quest'aula e tutti noi al rispetto delle istituzioni. Quando si affronta un tema come quello della casa, che riguarda tutti, dai meno abbienti a chi sta un po' meglio, ci vorrebbe un clima disponibile per capirsi, comprendersi ed individuare quale segnale possiamo inviare al Paese. Il sottosegretario Grandi, da questo punto di vista, non ha fornito un grande aiuto, quando ha risposto con un tono da comizio. Contemporaneamente, dovremmo però richiamare anche un'altra grande istituzione, il Presidente del Consiglio, che non ha dato del «bugiardo» in un dibattito tra di noi, ma del «pazzo» a tutti gli italiani. Quale peggiore insulto di quello rivolto dal Presidente del Consiglio, il quale ha detto che tutti gli italiani sono «pazzi» semplicemente perché pongono tramite i loro rappresentanti o l'opinione pubblica questioni rilevanti sulla loro condizione? La questione della casa è rilevante e avremmo gradito l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo in esame per dare un segnale, anche piccolo, sulla volontà di considerare la casa come un bene primario. Questo non lo volete, ma continuate ad alzare i toni e a dire che per questo siamo tutti quanti pazzi...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, sono rimasto felicemente impressionato dall'equilibrio, dalla serenità e dalla capacità di elaborazione del sottosegretario Grandi, un vero statista che credo si candidi naturalmente al premio per la moderazione. Inoltre, non fa trasparire affatto la sua passione politica. Tuttavia, ci è parso di cogliere che, nel suo trasporto interiore e nel tentativo di comprimere la sua passione, abbia commesso un piccolo errore. Infatti, nel fare riferimento a problemi di copertura, ha sostenuto l'improponibilità dell'emendamento per l'inopportunità della copertura. Allora faccio gentilmente notare che è prassi costante di quest'aula, durante la legge finanziaria, quando vengono approvati gli emendamenti presentati dall'opposizione - evento molto raro -, quella di reperire le coperture idonee grazie ad un lavoro bipartisan. Quindi, le sue affermazioni sono fuori luogo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, qualcuno questa mattina si è stupito della passionalità e dei toni del dibattito, nonché delle argomentazioni con cui la Casa delle libertà ha criticato l'atteggiamento assunto dalla maggioranza.
Desidero rivolgermi, tuttavia, proprio a questa maggioranza perché, in questo caso, si tratta non solo di un colpo di scure gravissimo che viene inferto ai cittadini più meritevoli, ai risparmiatori ed a coloro i quali investono i risparmi di una vita in un bene primario, come la casa, ma anche di una chiara promessa elettorale fatta dal centrosinistra agli elettori italiani.
Pertanto, promettere tutto a tutti, vincere successivamente le elezioni ed attendersi che la minoranza non calchi la mano su tale aspetto e non usi gli accenti giusti nel rivolgere una critica necessaria nei confronti di questo comportamento mi sembra grave e superficiale!
Voi avete un solo modo per ovviare a tale pasticcio: votare...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fasolino!
GAETANO FASOLINO. ...assieme a noi la proposta emendativa che propone l'eliminazione di questa imposta...
PRESIDENTE. Grazie!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente e colleghi parlamentari, da più di un'ora stiamo parlando di un problema che ritengo stia a cuore a tutti. Allora, chiedo veramente (con voce sommessa, ma con forza) se sia possibile accantonare la proposta emendativa che stiamo discutendo per cercare di trovare, come precedentemente affermato dal collega Lupi, un accordo, anche parziale, al fine di lanciare un segnale forte nella direzione dell'adozione di una misura che credo sia condivisa da tutti.
Vorrei osservare che è assurdo continuare, in questa sede, a dividerci e ad accusarci reciprocamente. Noi avremmo certamente voluto, nella passata legislatura, realizzare ciò che chiediamo a voi di compiere nell'attuale. Ricordo che le condizioni economiche erano difficili, tuttavia vi abbiamo comunque lasciato nuove entrate che, oggi, vi consentirebbero di procedere in tal senso.
Allora, senza fare demagogia, ma con spirito veramente unitario e di collaborazione, chiedo nuovamente, e con forza, di accantonare l'esame di questa proposta. Sono sicuro, infatti, che, nella parte antimeridiana della seduta, potremmo trovare un'intesa per lanciare un segnale in questa direzione e sopprimere, anche se solo parzialmente e non per tutti i cittadini...
PRESIDENTE. Grazie...!
CESARE CAMPA. ...questa odiosa imposta!
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Campa.Pag. 42
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, non c'è da stupirsi dell'attuale situazione, anche se non si può che restare un po' amareggiati nel constatare il comportamento della maggioranza nel non voler recedere dalla sua iniziativa, la quale, inasprendo un'imposta odiosa (quella sulla casa), arrecherà danni alle famiglie.
D'altra parte, ciò non può essere altro che una conferma della scelta operata dal Governo Prodi, come si legge dappertutto: «più tasse per tutti!». Voi non potete recedere da tale impostazione perché, purtroppo, essa discende da una filosofia che permea una parte della vostra maggioranza e viene da lontano. Essa, infatti, comincia con Platone, prosegue con Engels, passa per la dottrina giacobina ed arriva fino allo Stato leninista, nel quale si ritiene che l'etica pubblica possa essere indipendente dalla realtà e dal comune sentire della gente!
Noi stiamo con la gente: quindi, non intendiamo consentirvi di adottare una scelta che penalizza le famiglie e numerosi italiani!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Testoni. Ne ha facoltà.
PIERO TESTONI. Signor Presidente, vorrei brevemente rivolgere un appello all'onestà intellettuale dei colleghi, poiché noi siamo qui in rappresentanza di milioni di persone che ci osservano. Questa volta, per fortuna, stiamo trattando un argomento che tutti possono comprendere e che interessa, altresì, le tasche e la vita di tutti i cittadini.
Ebbene, in tal caso dividerei i deputati non in «buoni» e «cattivi», ma tra chi dice la verità un po' di più e chi la afferma un po' di meno. La dice un po' di meno chi sostiene che la nostra battaglia a favore della proposta emendativa in esame sia demagogica; l'afferma un po' di più chi dice che si tratta di un problema per il quale, se si vuole, si può trovare la soluzione.
Cito soltanto l'onestà intellettuale non di un rappresentante del centrodestra o dell'opposizione, ma di un rappresentante della vostra maggioranza, l'onorevole Pedrini, che anche come sindaco ha appena dimostrato che, quando c'è la volontà, si può togliere, almeno parzialmente per i meno abbienti, la tassa sulla prima casa, profondamente ingiusta e punitiva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, il sottosegretario Grandi ha preso la parola ed in maniera un po' agitata, forse anche lui afflitto dalla sindrome che affligge Prodi in questi giorni, ci ha detto che la maggioranza non intende diminuire l'ICI per la prima casa, sottolineando che non l'ha fatto neanche il Governo Berlusconi. Bene, state tranquilli, ormai tutti gli italiani, anche quelli che sono impazziti, hanno capito che la differenza fra il Governo Berlusconi ed il Governo Prodi è la seguente: prima, ad ogni legge finanziaria il tema del dibattito era di quanto diminuiranno le tasse; oggi il tema è di quanto aumenteranno. Vi è poi un punto interrogativo, perché, oltre i 35 miliardi di euro sicuri di nuove tasse, attraverso una tastiera che, come è stato detto, voi mettete a disposizione dei comuni, non si sa ancora di quanto aumenteranno le tasse. L'articolo aggiuntivo in esame serve a dare almeno una certezza sulla prima casa ai cittadini italiani.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Gioacchino Alfano, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baiamonte. Ne ha facoltà.
GIACOMO BAIAMONTE. Grazie, Presidente. Vedete, al di là dei momenti diPag. 43esasperazione che durante la discussione sulla legge finanziaria, a causa del lungo lavoro, si possono verificare, io non riesco a capire, signor sottosegretario e signor relatore, per quale motivo non si riesca a trovare un punto di incontro in un momento in cui ragionevolmente noi chiediamo di sospendere la discussione di questa proposta emendativa e di trovare la copertura finanziaria per risolvere una situazione veramente tragica per alcuni cittadini italiani, per quelle classi che voi dite di voler aiutare.
Non fate altro che sostenere che con questa legge finanziaria voi togliete ai ricchi e date ai poveri. In realtà, non è proprio così; allora, in merito a questo provvedimento, cerchiamo di essere equilibrati per poter ridiscutere la questione e trovare una soluzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Grazie, Presidente. In politica si possono avere certamente delle idee diverse, si possono avere programmi diversi, sui quali ci si confronta ed i cittadini poi giudicano se si è stati in grado di realizzare i programmi, ma prendere in giro la gente, dire una cosa e poi fare l'esatto contrario, penso sia particolarmente grave dal punto di vista politico.
Possiamo dire che questo Governo, nei primi mesi di attività, ha dimostrato di avere la bugia nel sangue. In campagna elettorale ha detto di voler togliere l'ICI sulla prima casa; oggi, puntualmente, attraverso il sottosegretario Grandi afferma in aula di voler mantenere pervicacemente l'ICI sulla prima casa. In campagna elettorale, il Presidente Prodi ha detto: l'unica cosa positiva del Governo Berlusconi è stata l'introduzione del «bonus bebè». Ebbene, puntualmente, con questa legge finanziaria è stato tolto proprio il «bonus bebè».
In campagna elettorale è stato detto che i più deboli sarebbero stati protetti. Allora voglio soltanto dire che questo Governo ha dimostrato coi fatti di essere bugiardo...
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellotti. Ne ha facoltà.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, la prima casa è una sorta di diritto non fiscale e non economico, ma anche un diritto naturale delle persone e delle famiglie che compongono la nostra società. Accanirsi con norme che, di fatto, corrodono il valore sociale della prima casa - lo sottolineo: prima casa -, mortifica non solo le famiglie italiane che possiedono una sola casa, ma anche le migliaia di giovani coppie che sono alla ricerca di una abitazione.
Con questa norma - e questo sembra un approccio similmedievale - voi minacciate le fondamenta della società e, oltre che alleggerire il portafoglio delle famiglie, spegnete anche i sogni: l'unico sogno che rimane agli italiani è che questa sia veramente la vostra ultima legge finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto, a titolo personale, l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, poco fa, in quest'aula, abbiamo assistito ad uno degli esempi di «doppiopesismo» che usa l'attuale maggioranza nel giudicare alcuni comportamenti.
Infatti, quando certe offese pesanti - e lo dico anche all'onorevole Franceschini - venivano dall'allora opposizione all'allora maggioranza, andava tutto bene ed erano espressioni democratiche; quando, da parte dell'attuale opposizione, si fa in quest'aula un intervento passionale per far capire qual è il percorso che questa maggioranza sta facendo, allora spunta l'insurrezione! D'altronde, è lo stesso percorso che voi avete fatto nella precedente legislatura nel corso del voto sulle missioniPag. 44all'estero. Allora, eravate tutti pacifisti, mentre oggi, con il voto sulla missione in Libano, siete diventati tutti «pacefinti». Venendo al merito...
PRESIDENTE. Onorevole Castellani, mi dispiace. Ha avuto a disposizione un minuto di tempo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ceroni. Ne ha facoltà.
REMIGIO CERONI. Signor Presidente, penso che il problema dell'ICI sia veramente molto sentito, visti i così alti toni del confronto politico.
Chiaramente, qui si confrontano posizioni ideologiche diverse tra chi ritiene che la proprietà - anche il minimo indispensabile per sopravvivere - sia da tassare e chi, invece, ritiene che sia lo stimolo per far lavorare meglio gli esseri umani.
Penso tuttavia che questo problema non vada sottovalutato: in campagna elettorale entrambi i poli si erano impegnati a eliminare - o almeno a ridurre - la tassazione sull'ICI. La legge finanziaria rappresenta una grande opportunità per realizzare questo tipo di scelte.
Io vorrei dare - se il sottosegretario presta attenzione - un suggerimento di buon senso: è vero che queste entrate sono importanti per far quadrare i bilanci dei comuni, ma dobbiamo lasciare ad essi una serie di leve per poterlo fare. Visto che l'ICI è obbligatoria nella misura del 4 per cento, lasciamo ai comuni la facoltà di scegliere dallo 0 al 7 per cento, come avviene oggi. Eliminiamo, dunque, l'obbligo di tassare tutte le case almeno al 4 per cento...
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, molto brevemente intervengo per fare due considerazioni. La prima è relativa all'articolo aggiuntivo di cui si sta discutendo: per la verità, ci saremmo aspettati che fosse inserito nel testo della legge finanziaria. Infatti, al momento in cui voi accelerate il percorso sul catasto per i comuni capoluogo di provincia e introducete l'aumento della revisione degli estimi catastali, tutto questo comporta la necessità dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa. Non lo volete fare, ma soprattutto non lo potete fare perché operate con la logica del «tappabuchi».
A seguito del taglio dei trasferimenti agli enti locali, la mancata abolizione dell'ICI sulla prima casa rappresenta uno strumento per consentire ai comuni di sopravvivere. Questo è il dato politico di fondo. Aggiungo che la logica del «tappabuchi» con cui vi state muovendo è gravissima, se leggiamo le coperture agli emendamenti presentati venerdì scorso dal Governo. La stragrande maggioranza di questi emendamenti sono coperti prelevando risorse dal fondo per le aree sottosviluppate, che avete selvaggiamente saccheggiato, ed è una vergogna. Lo dico soprattutto ai colleghi parlamentari del Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo per rammentare che la finanziaria e le norme ricordate dai rappresentanti della sinistra non erano rivolte ad aumentare la tassazione, ma ad evitare disparità di trattamento, secondo il classamento degli immobili. È emersa in molti comuni, in particolare a Roma (tanto per fare un esempio a noi vicino), l'esistenza di immobili che, con caratteristiche analoghe, hanno un classamento diverso, per cui in zone a ridosso del centro vi sono immobili classati con un riferimento di valore di un certo tipo ed altri, vicini, per cui si pagano imposte di molto inferiori. Quelle misure non erano per aumentare l'imposizione, ma per renderla trasparente ed equa. Quindi, non possiamo mettere sullo stesso piano l'opera di trasparenza tributaria con l'aumento generalizzato delle tasse. Con Visco, colpirli tutti per educarne uno! ÈPag. 45proprio il caso di dire che il Governo di centrosinistra, signor Presidente, purtroppo «perde il Visco»... Siamo costretti a registrare una situazione che è quella dell'aumento generalizzato delle tasse...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole, ma ha finito il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, mi ha stupito molto l'intervento del sottosegretario Grandi, perché lo facevo più attento ai lavori dell'Assemblea e, più in generale, ai lavori parlamentari. Vorrei ricordare che, dal 2001 al 2006, il Governo di centrodestra non aumentò mai di una lira, prima, di un euro, poi, le imposte degli italiani e delle imprese. Va ricordato che nel secondo semestre del 2001 l'IRPEG fu diminuita dal 36 al 33 per cento e poi abrogata. Le imposte agli italiani furono, per la prima volta nella storia repubblicana, diminuite per due volte: la prima, il 1o gennaio 2003, e, la seconda, il 1o gennaio 2005, per complessivi 13 miliardi di euro, circa 26 mila miliardi di lire. Mi sembra che queste siano prove tangibili e che il Governo menta sapendo di mentire.
Concludo, manifestando la preoccupazione di quanti danni ancora potrà fare il Governo attuale se rimarrà in carica per molto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, intervengo, in primo luogo, per stigmatizzare quanto avvenuto in aula in precedenza. Sono un deputato di prima legislatura, come tanti colleghi del mio gruppo, e pertanto non mi interessa tanto ciò che succedeva, quanto il fatto che ci si richiami tutti ad un rispetto che dobbiamo manifestare ognuno nei confronti degli altri, senza mai perdere la testa, abbandonandoci a considerazioni che possono essere evitate.
Tornando allo specifico dell'argomento che stiamo trattando, non intendo intervenire in soccorso del sottosegretario Grandi, che non ne ha certamente bisogno, ma vorrei dire che lui ha svolto una considerazione in merito alla copertura che era proposta all'articolo aggiuntivo in esame, che convince e su cui si potrà tornare. Eravamo quasi tentati di prenderlo in seria considerazione, senonché ci siamo addentrati in una sorta di controllo a campione.
Abbiamo riscontrato che questa copertura la si ripete, pedissequamente, come una fotocopia, in alcune proposte emendative che abbiamo esaminato ed in altre che ci apprestiamo ad esaminare. A campione ne ho estratte dieci: 7.2, 7.1, 8.1, 8.2, 8.3, 9.01, 9.05, 9.06, 11.17, 11.27. Se queste proposte emendative, legate a questioni di una certa importanza, trovassero accoglimento, dovremmo veramente riscrivere la legge finanziaria. Infatti, dato che la copertura indicata in questa proposta emendativa è per il triennio, dovrebbero essere tolti oltre 6,5 miliardi alle Finanze; 2,5 miliardi al Lavoro; 1,5 miliardi alla Giustizia; 3,2 miliardi agli Esteri; 1,5 miliardi all'Istruzione; 3 miliardi all'Interno (poi, magari, ci lamentiamo della mancanza di benzina per le auto addette alla sicurezza) e la stessa somma alla Difesa; 4,5 miliardi alla Solidarietà sociale; 1,5 miliardi all'Università; 2 miliardi alla Salute.
Non è sicuramente demagogia ciò che ispirato la copertura di queste proposte emendative, che hanno una rilevanza. Però bisogna fare i conti con quello che abbiamo a disposizione e, soprattutto, occorre spiegare come certi provvedimenti possano essere sostenuti in mancanza di risorse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
LUIGI FEDELE. Signor Presidente, credo che su alcuni temi, come quello che stiamo trattando adesso, non sia il caso di fare questioni ideologiche. Si tratta di temiPag. 46che molti dei colleghi presenti in quest'aula, e non solo, condividono. Ritengo che questa tassa odiosa sulla prima casa andrebbe eliminata anche a tutela dei più deboli e della famiglia, e non è vero che non esista la possibilità di trovare i fondi per eliminarla. Del resto, abbiamo visto in questi ultimi giorni che molti ministri, alzando la voce, hanno fatto trovare i fondi per quello che chiedevano.
Credo si tratti di una scelta giusta e doverosa che va nell'interesse dei cittadini italiani, di quelli più deboli in modo particolare.
Veramente il Parlamento dovrebbe approvare la proposta all'unanimità, senza battere ciglio. Mi auguro che il Governo voglia pensarci e convinca anche la maggioranza a votare in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.
MARIA ROSARIA CARFAGNA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, mi chiedo come si possa sostenere che questa finanziaria aiuti i più deboli visto che arriva a colpire il bene primario delle famiglie italiane, il bene in cui i cittadini ripongono i propri risparmi. Mi riferisco a tutti i cittadini: i ricchi, ma anche i meno ricchi. Visto che l'Italia è tra i paesi al mondo dove ci sono più case di proprietà, quella che vi chiediamo di abolire è un'imposta che colpisce tutti indistintamente. I soldi, poi, vanno a finire nelle casse dei comuni, in maggioranza governati dal centrosinistra, che secondo la Corte dei conti costituiscono il principale centro di spreco del paese. Gli italiani dovranno, quindi, pagare più tasse sulle loro case per permettere alle vostre amministrazioni comunali di fare qualche viaggio in più all'estero e di pagare qualche consulenza in più per ragioni politiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Biancofiore. Ne ha facoltà.
MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, oggi uno tra i più importanti esponenti della maggioranza, ministro in carica, ha paradossalmente dato un consiglio a Prodi citando Seneca: non c'è un buon vento per il marinaio che non sa riconoscere qual è la rotta. Bene, le vele dell'arca di Prodi sono ammainate da tempo, ma mai come nel caso che stiamo trattando si è palesato quanto in realtà il Presidente del Consiglio abusi della credulità popolare.
Apro una piccola parentesi per quanto attiene al caso che ha coinvolto la collega Gardini prima, ricordando che nel pieno della campagna elettorale l'attuale Presidente del Consiglio, una delle cariche più alte dello Stato, ha insultato l'allora Vicepresidente del Consiglio in carica, nonché ministro dell'economia, tacciandolo di delinquenza politica per aver messo in evidenza quello che oggi è chiaro alla stragrande maggioranza del paese: che avreste aumentato le tasse a dismisura. Nessuno, però, avrebbe potuto immaginare con quale ingordigia le avreste aumentate...
PRESIDENTE. Grazie...
MICHAELA BIANCOFIORE. ...contro il popolo italiano e a favore, invece, della pluralità dei dicasteri che vi siete autoattribuiti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misuraca. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, che l'articolo 7-bis proposto da Forza Italia costituisca un tema politico è emerso dall'intervento del sottosegretario, il quale più che fornire risposte ha fatto un comizio. Evidentemente egli sa, insieme alla sua maggioranza, che questo è un tema politico, che è stato oggetto di campagna elettorale e di scontro tra il Presidente Berlusconi e il Presidente Prodi.Pag. 47
La Casa delle libertà vuole continuare a mantenere quell'impegno che il Presidente Berlusconi aveva assunto con gli italiani. Abbiamo avuto anche il coraggio di trovare una copertura a questa proposta emendativa e il Governo, invece, ci costringe ad intervenire non per motivi ostruzionistici, ma perché si tratta di un argomento politico.
Ancora una volta il Governo sta rinunciando, anche negando la possibilità di accantonare questo articolo aggiuntivo. Si vuole lo scontro, ma noi tuteliamo gli interessi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, anch'io intervengo in quanto ritengo che l'articolo aggiuntivo presentato da Forza Italia rappresenti un'occasione non soltanto per il centrodestra. Piuttosto è un'occasione per il centrosinistra per porre rimedio ad una finanziaria fatta di tasse; è un'opportunità straordinaria per fare qualcosa - come qualcuno direbbe - di sinistra, qualcosa vicino ai ceti deboli del nostro paese, qualcosa che possa consentire di fornire una risposta compiuta alle tante famiglie che, proprio sul tema della casa, hanno bisogno di un supporto fondamentale.
Non vorrei essere nei panni dei tanti sindaci di centrosinistra che amministrano le città e i comuni che avranno a che fare con tante famiglie incapaci di sostenere il peso che viene posto sulla prima casa.
Il silenzio dell'estrema sinistra, che dovrebbe essere in prima linea nel sostenere una causa così importante per le classi deboli, è la dimostrazione di come questo Governo voglia dimenticarsi di quel sostegno davvero importante per quella fascia di cittadini che non può accettare un esecutivo fatto di grandi parole, ma di pensieri molto piccoli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, preliminarmente dichiaro di voler sottoscrivere questa proposta emendativa, ricordando ai colleghi che stiamo parlando della soppressione dell'ICI per la prima casa.
Lascio stare le polemiche che in questo momento sono sterili, inutili e anzi dannose. Tuttavia, chiedo al sottosegretario Grandi se sia favorevole o contrario al merito del problema. Infatti se, come ci ha fatto intendere il sottosegretario, si tratta di un problema di reperimento delle risorse, ricordo che ieri altri emendamenti - quello relativo al 5 per mille e quello riguardante il pagamento telematico o per carta di credito - sono stati accantonati.
Pertanto, sarebbe opportuno - mi rivolgo soprattutto ai colleghi della maggioranza di buonsenso - tagliare da qualche altra parte, ma non sulla prima casa. L'esenzione dall'ICI sulla prima casa non deve essere un problema né di destra né di sinistra!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mondello. Ne ha facoltà.
GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, intervengo anch'io su questo importantissimo problema e, al di là dei toni più o meno esasperati - ricordo che l'onorevole D'Elpidio ha detto che non gli interessa sapere cosa è stato in passato -, devo riconoscere che l'Assemblea ha avuto nei confronti dell'allora maggioranza comportamenti ben più offensivi di quanto sia stato detto oggi o nei giorni passati. Comunque, cerchiamo di mantenere la calma e di ragionare su un argomento così importante.
L'ICI, effettivamente, per i comuni è stata la fonte per affrontare moltissimi lavori pubblici. Io sono stata sindaco e lo so, ma, cammin facendo, dobbiamo riconoscere che l'imposta sulla prima casa è veramente iniqua e, pertanto, va eliminata, per tenere fede a ciò che disse in campagna elettorale il Presidente Berlusconi, così attento ai problemi della povera gente.Pag. 48
Si sono invertiti i ruoli: il centrodestra difende chi ne ha bisogno, il centrosinistra è alleato con i poteri forti e con chi dispone di grandi mezzi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Il sottosegretario Grandi, che non è presente ora, prima ha ironizzato sul metodo utilizzato per la copertura di questo articolo aggiuntivo, attraverso una sorta di filastrocca. Ebbene, era una filastrocca di tagli alle spese per ridurre il carico fiscale.
Non c'è da stupirsi che si sia volutamente ricorsi ai tagli alle spese dei ministeri per arrivare alla copertura di questo articolo aggiuntivo. Se il Governo provasse a sondare cosa pensano i cittadini sul modo in cui vengono spese le risorse dei ministeri, molto probabilmente ironizzerebbe meno su questi profili.
La nostra è semplicemente un'impostazione liberale: più tagli alle spese eccessive, meno carico fiscale.
PRESIDENTE. Grazie...
ENRICO COSTA. È una finanziaria che, oltre a questo, aggrava anche gli adempimenti burocratici, crea vincoli per le imprese e impone adempimenti ai cittadini. È uno Stato che si insinua nella vita quotidiana, la controlla e la monitora. È necessario un dimagrimento, è necessario un intervento più liberale!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carlucci. Ne ha facoltà.
GABRIELLA CARLUCCI. Vorrei sottoscrivere questo articolo aggiuntivo e mi piacerebbe che in questo momento, anche se l'aula è vuota - ma magari qualcuno da casa può vederci - gli italiani ci ascoltassero, quei pochi che ancora seguono Prodi, perché sappiamo che il gradimento del Governo Prodi è in caduta libera e spero che, quando avrò ricordato il fatto che sto per riferire, non lo voti più nessuno.
Abbiamo sentito l'onorevole Ventura, relatore sul disegno di legge finanziaria, dire di non preoccuparsi, perché tutti i comuni dove si svolgeranno le elezioni amministrative non aumenteranno l'ICI. Benissimo, infatti questa è la tecnica del centrosinistra.
In questa regione, il presidente di centrosinistra Marrazzo, in campagna elettorale, proponeva l'eliminazione del ticket sui medicinali. Benissimo, tutti felici e contenti. Probabilmente, egli, con questa mossa, ha vinto le elezioni nel Lazio; senonché, immediatamente dopo, ha aumentato l'addizionale sull'IRAP, tassa da noi definita «rapina», che permane tale e che tutti i cittadini della regione Lazio hanno dovuto pagare.
Noi, con queste tasse, paghiamo la campagna elettorale del centrosinistra a livello amministrativo, locale o nazionale, però l'importante è che gli italiani lo sappiano: non le aumenteranno probabilmente prima delle elezioni, ma lo faranno subito dopo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giuseppe Fini. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FINI. Signor Presidente, vorrei rivolgermi al collega e amico Gabriele Frigato, con cui proprio ieri ci siamo incontrati nella città di Rovigo: che cosa racconteremo ai nostri concittadini? I nostri piccoli comuni, ormai, fanno cassa con l'ICI e, in questo modo, ci saranno anche ulteriori tasse di scopo. Penso anche ai vigili urbani, che tendono agguati ad ogni angolo di strada.
Spero che il relatore, che ha dimostrato timidi sentimenti di sensibilità nei confronti di questo tema, voglia riprenderlo e riformulare la sua proposta oppure accantonarla, perché è assolutamente iniqua, oppure, quantomeno, cercare di limitare i suoi effetti nei confronti dei cittadini.
Vorrei ricordare che le giovani coppie, da fidanzati, prima ancora di andare all'altarePag. 49o dal sindaco, acquistano la casa, perché la ritengono la base fondante, la prima cosa su cui impiantare una famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Mi rivolgo in maniera particolare al rappresentante del Governo, onorevole Lettieri, ma anche al presidente della Commissione e al relatore, che peraltro in questo momento non vedo in aula. Le argomentazioni fin qui svolte dai colleghi hanno sviscerato il problema da diverse angolazioni. Siamo di fronte ad una questione - è inutile negarlo -, che evidentemente non può essere patrimonio soltanto dell'opposizione. Ritengo che le regioni in parte siano state comprese anche da parecchi parlamentari della maggioranza, i quali condivideranno quanto meno la problematica.
Di fronte ad una possibilità, come quella che avevamo poc'anzi prospettato, cioè l'accantonamento del problema, o meglio ancora di fronte alla proposta assolutamente di buonsenso dell'onorevole Zorzato, cioè la piena e pronta disponibilità a rivedere la copertura, e di fronte alla nostra richiesta, avanzata sempre dall'onorevole Zorzato, di rimodulare l'intervento, riservandolo a determinate fasce di reddito, mi chiedo se sia proprio vero che volete continuare con quella schizofrenia della vostra maggioranza e con la follia che oggi alberga nel vostro Governo.
Non vi rendete conto che il paese si è finalmente unito, si è unito contro di voi?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Germontani. Ne ha facoltà.
MARIA IDA GERMONTANI. Un recente sondaggio ha dimostrato che questa finanziaria produce l'infelicità dei cittadini. È calato l'ottimismo proverbiale degli italiani, da luglio a settembre dal 53 per cento al 44 per cento. Soprattutto, il peggioramento dell'ottimismo dell'italiano deriva proprio dall'accresciuta pressione fiscale. Questa finanziaria ha dunque un merito: «no» allo sviluppo, «no» quindi al lavoro, «no» quindi al risparmio, «no» quindi al lavoro per i giovani.
In più, c'è la tassa, questa odiosa tassa, l'ICI; tutti noi che abbiamo avuto un'esperienza nei consigli comunali sappiamo quanto essa gravi sui cittadini, soprattutto su persone che si sono sacrificate per l'acquisto della prima casa. Quindi, pressione anche su queste persone, e soprattutto per i giovani neppure la speranza di acquistare la prima casa, perché non c'è neppure la speranza di risparmiare!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Airaghi. Ne ha facoltà.
MARCO AIRAGHI. Anch'io, signor Presidente, intervengo per chiedere l'accantonamento di questa proposta emendativa. Francamente non riesco a capire la ratio, che ha mosso la scelta del relatore e del Governo stesso, di non accettare questa proposta di buonsenso da parte di un'opposizione come la nostra, che in giornata stava procedendo regolarmente e serenamente nel voto sulle proposte emendative in discussione.
Noi, come tutti gli italiani, consideriamo la casa un bene primario. Ciò è profondamente insito nella cultura e nella tradizione del nostro paese. L'italiano medio desidera potersi costruire la casa, anche a prezzo, a volte, di profondi sacrifici. Questo perché la nostra cultura è molto diversa da quelle anglosassoni, dove questo bene non viene magari sentito. Il maggior desiderio, anche dell'operaio, dell'impiegato, dell'infermiere, dell'italiano onesto, è quello di fare sacrifici e privarsi magari del pane di bocca per potersi costruire una casa di proprietà.
Allora, ricordando che la casa di abitazione non produce reddito, ma semmai ancora grava sul bilancio familiare, a causa del mutuo da pagare, appare delPag. 50tutto evidente che l'ICI sull'abitazione principale è un'imposta odiosa, ingiusta e crudele, perché a volte non è possibile parlarne.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Airaghi.
MARCO AIRAGHI. Ricordo allora che se il Presidente Prodi - che ha chiesto più felicità per gli italiani - associa la felicità al pagamento di maggiori tasse, evidentemente già allora era convinto che gli italiani fossero tutti pazzi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Credo che il vero problema sia quello di decidere se la prima casa sia o non sia un bene primario. Mi rivolgo naturalmente agli amici della sinistra, perché non credo che essi possano mettere in discussione questo dato. La prima casa è un bene primario, perché senza di essa non esistono famiglia e vita sociale. Vorrei ricordare a quei pochi che sono rimasti in aula che un tempo si diceva che la casa è un diritto e, dal punto di vista umano, non politico, è inaccettabile e non condivisibile tassare un diritto così elementare.
Allora, il problema non è quello di non tassare la casa, ma di individuare la copertura per questa scelta. Credo che la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo Zorzato 7.01 fosse ragionevolissima, perché, se siamo tutti d'accordo che la prima casa è un bene primario che va garantito, sediamoci attorno ad un tavolo e decidiamo come arrivare a questo risultato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, devo dire che dall'atteggiamento di pervicace chiusura del Governo e della maggioranza su questa proposta emendativa si traggono due elementi, uno molto serio e uno comico.
L'elemento serio è che, contrariamente a quanto è stato sostenuto in campagna elettorale dalla coalizione che oggi governa il paese, le tasse vengono istituite, aumentate e rese ancora più odiose. Allora, delle due, l'una: o, in campagna elettorale, chi parlava agli italiani non sapeva di che cosa stesse parlando, oppure, sapendolo, ha mentito agli italiani. Nell'uno e nell'altro caso, il giudizio deve essere negativo.
Circa l'aspetto comico, abbiamo sentito dal sottosegretario Grandi che, tutto sommato, questo è un argomento importante, ma che, prima di ridurre o eliminare l'ICI, c'è bisogno di una serie di riforme preliminari, per le quali, se tutto va bene, occorreranno dieci anni. Ma, signori del Governo e della maggioranza, se ancora non sapete se quest'anno riuscirete a mangiare il panettone, come fate a prendere impegni di così più ampio respiro? Allora, ritornate con i piedi sulla terra e cercate di sintonizzarvi con gli interessi della gente, quegli interessi che credete di poter rappresentare, ma che state tradendo e che continuate a tradire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gamba. Ne ha facoltà.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Signora Presidente, a proposito di coloro che, questa mattina, si lamentavano di qualche intervento particolarmente acceso, vorrei ricordare ai colleghi dell'attuale maggioranza quante contumelie, improperi e vere e proprie ingiurie abbiamo dovuto subire, su questi banchi, dai loro interventi, capitanati dagli onorevoli Duca e Soda, veri campioni nell'esercizio di questa attività di sostituzione di ingiurie rispetto agli argomenti, che sono stati molto più generalizzati e ficcanti di quelli che si riterrebbe abbia pronunciato qualche collega dei gruppi dell'attuale opposizione.
Sul merito, ritengo che la reazione stizzita degli esponenti del Governo, inPag. 51particolare del sottosegretario, riguardo a queste proposte emendative è la testimonianza migliore dell'assenza di un atteggiamento collaborativo effettivamente positivo, che dovrebbe venire dal Governo in ordine ad un tema così delicato. Sappiamo bene che manca e che è difficile trovare una copertura finanziaria per importi così elevati, ma la volontà di discutere su questi argomenti sarebbe rivelatrice non di quello che è stato l'aumento generalizzato delle imposte, ma del rispetto degli impegni presi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà.
MAURIZIO PANIZ. Non è una sorpresa che si discuta di questo argomento, dopo che ha costituito uno dei perni fondamentali della campagna elettorale. Quello che, invece, è sorprendente è che ci sia un rifiuto a voler affrontare il tema della collaborazione reciproca, nell'individuare la possibilità di dare una copertura finanziaria a questa iniziativa. È, per di più, sorprendente che ciò avvenga in un momento come questo, nel quale, a livello nazionale, si assiste ad una sostanziale ribellione di tutto il popolo italiano e di qualsivoglia categoria nei confronti della legge finanziaria.
Bene, questa, per il Governo, è una grande opportunità: quella di recuperare un rapporto con il popolo italiano, toccando uno dei settori più importanti, attraverso il quale si può costituire un futuro migliore e si possono consolidare rapporti più concreti, nel contesto della famiglia e del posto di lavoro.
Chiedo quindi di sottoscrivere questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che questo articolo aggiuntivo dimostra con chiarezza la diversità di atteggiamento rispetto all'attività di governo tra le due coalizioni, quella di centrodestra e quella di centrosinistra. Da parte nostra, abbiamo sempre cercato di far seguire agli impegni assunti in campagna elettorale un'azione istituzionale convincente e una iniziativa che rendesse concreto e reale ciò che andavamo proponendo agli elettori quando chiedevamo loro il consenso. Così non è per il centrosinistra; infatti, questa finanziaria incrementa in maniera considerevole, anzi direi oppressiva, la pressione fiscale, dopo che un imbarazzato candidato Presidente del Consiglio, Romano Prodi, durante la campagna elettorale aveva cercato di smentire quella che invece è diventata un'evidenza all'indomani dell'elezione.
È chiaro a tutti quale sia la difficoltà di reperire risorse per coprire un'iniziativa di questo tipo, ma credo che sia un dovere morale affrontare la questione che riguarda la tassazione sulla prima casa, che è un bene di prima necessità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Minasso. Ne ha facoltà.
EUGENIO MINASSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo, seppur brevemente, per sottolineare la grande iniquità di questo provvedimento che, come già più volte sottolineato da tutti i parlamentari del centrodestra, colpisce pesantemente le tasche dei contribuenti e, soprattutto, quelle dei contribuenti più deboli che voi in maniera subdola dite di difendere. Colpisce quelle persone che hanno la prima casa, la loro casa, l'unico bene che possiedono, che noi andiamo a colpire, aggiungendo ulteriore pressione fiscale su queste fasce sociali.
Mi stupisce la reazione passiva in quest'aula da parte della maggioranza che, spesso e volentieri, anzi sempre, si riempie la bocca nella difesa delle fasce più deboli, dei ceti più deboli e del diritto alla casa.
Mi auguro che tutti gli italiani, anzi tutti gli italiani che vi hanno votato, non certo quelli che non lo hanno fatto perché già non vi avevano creduto, da oggi alle prossime amministrative sappiano comePag. 52votare, vedendo come si sta comportando il Governo di centrosinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Catanoso. Ne ha facoltà.
BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'impossibilità di dialogo con questo Governo e con questa maggioranza è ancora una volta chiara. Infatti, abbiamo provato, come opposizione, a dialogare su un tema come quello della casa che - secondo noi - doveva essere bipartisan; difendere l'interesse dei cittadini, partendo da coloro che hanno più bisogno degli altri dal punto di vista economico e sociale; un'attenzione che, invece, questa maggioranza continua a non avere.
Quello della prima casa poteva essere un tema di dialogo con una maggioranza che ancora una volta è sorda. La prima casa è la salvaguardia per i deboli, ma anche per le giovani coppie, è la base di partenza per un fisco più equo; invece, il ministro Visco si trincera attaccando i parlamentari e i partiti dell'opposizione, parlando di connivenza con chi vuole sfuggire alle responsabilità del pagare le tasse.
PRESIDENTE. La prego, concluda.
BASILIO CATANOSO. Credo che questa sia la verità della sinistra ideologica, di un sistema politico che è quello della sinistra ideologizzata che parla contro la proprietà a qualsiasi livello e in qualsiasi momento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà.
CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, l'assoluta mancanza di sensibilità e, oserei dire, la sadica cattiveria con cui questo Governo e questa maggioranza stanno reagendo alle proposte emendative dell'opposizione dimostrano, ove ce ne fosse bisogno, che esiste una mania punitiva e vessatoria da parte della sinistra estrema che cerca e riesce a dettare le leggi al Governo e alla maggioranza, puntando a diffondere la povertà.
Questo articolo aggiuntivo non propone di venire incontro alle esigenze dei ricchi, ma decide soltanto di venire incontro alle esigenze della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, che sentono fortemente la cultura della casa.
La casa non è un investimento che i nostri giovani fanno, ma un impegno che essi, come famiglie, assumono per poter garantire a se stessi e ai propri figli un tetto sotto cui vivere. Pertanto, agire come state facendo voi, in questa maniera piena di cattiveria, ci porta a considerare la vostra maggioranza e il vostro Governo contro gli italiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Landolfi. Ne ha facoltà.
MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, spero che il sottosegretario Grandi non se la prenda se dico che questo passerà alla storia come il Governo delle bugie. Avevate promesso di diminuire i costi della politica e avete aumentato il numero dei viceministri e sottosegretari; avevate promesso di portare la serietà al Governo e avete portato la confusione al potere; avete accusato noi di delinquenza politica nel momento in cui abbiamo detto che questo sarebbe stato un Governo che avrebbe aumentato le tasse. Ci siamo, siamo arrivati al merito della questione. Penalizzare il cittadino che con il suo lavoro riesce a costruire una casa è un dato culturale, prima ancora che politico e legislativo.
Ecco perché chiediamo con forza al Governo e alla maggioranza di valutare fino in fondo se non sia il caso di votare a favore di una proposta emendativa che si prefigge l'eliminazione di una imposta odiosa sulla prima casa. Quanti cittadini hanno sudato, hanno sofferto per poter realizzare un traguardo nella vita! E questo traguardo viene in maniera odiosa tassato! Ecco perché voi non siete riusciti a mantenere nessuna delle promesse chePag. 53pure vi hanno consentito di raggiungere in maniera rocambolesca una maggioranza. Ci consola il fatto che questa è la prima ma anche l'ultima legge finanziaria che riuscirete a fare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Poiché sono le 14, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,30.
La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15,35.