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Si riprende la discussione.
MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, nella giornata di ieri penso di essere rimasto quasi sempre in aula, salvo che per qualche evidente bisogno fisiologico. Sono rimasto veramente sorpreso - su questo richiamo seriamente la Presidenza - dal TG1 di questa mattina delle ore 8. A parte il fatto che dell'adunanza di ieri è stato dato, secondo me, un rendiconto estremamente parziale e che, soprattutto, vi è stata una sperequazione del tempo, per cui all'opposizione non è stato concesso neppure un secondo - anzi, una brevissima dichiarazione di Gasparri, pochi secondi, nessuna di Forza Italia ed una battuta della Lega Nord Padania - contro diversi minuti dedicati al Presidente, la cosa più strana però (è questo il punto su cui richiamo l'attenzione della Presidenza) è questa: è stato detto che ieri, in questa sede, abbiamo approvato una riduzione dei ticket sanitari del 35 per cento. Visto che non abbiamo neppure affrontato tale argomento, mi sembra difficile che ciò possa essere accaduto. Inoltre, il Governo aveva deciso di introdurre 23 e 42 euro (con le analisi) di ticket, che è stato uniformato a 27, ma lo sconto, secondo questo strano ragionamento, sarebbe del 35-40 per cento. A parte il fatto che in aula non se ne è parlato, mi chiedo se sia questo il modo corretto di presentare il disegno di legge finanziaria agli italiani, visto che non è stato detto dallo stesso TG1 che prima il ticket non c'era. Quindi, caso mai, il passaggio sarebbe stato da 0 a 27, non da 42 a 27. Secondo questo criterio, anziché parlare di aumenti da parte degli enti locali dello 0,8 per cento sull'addizionale IRPEF, potremmo dire Pag. 18che l'aumento è del 4 per cento per poi ridurlo allo 0,8 e parlare di uno sconto dell'80 per cento. Strano modo di fare la matematica!
Conclusione: chiedo alla Presidenza di intervenire soprattutto sul servizio pubblico perché di questo disegno di legge finanziaria si dia un'immagine obiettiva (soprattutto del dibattito in quest'aula). È scorretto, nel momento in cui tutta Italia ci guarda, mostrare ai nostri elettori e ai nostri concittadini una immagine parziale e deformata dei lavori di questa Camera. Prego la Presidenza di tenere queste valutazioni in debito conto (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole Zacchera, prendo atto della questione che lei pone e delle sue osservazioni. Ovviamente, la Presidenza non può sindacare l'operato degli organi di informazione, ma può investire della questione la Commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi; inoltre, la questione da lei sollevata rimarrà comunque agli atti della seduta odierna.
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 2).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, approfitto anche per dare atto al Governo della risposta positiva che il sottosegretario Grandi ha testé anticipato a proposito dell'emendamento di iniziativa governativa sulla tassa di scopo e sulla possibilità di consentire ai comuni di esentare cittadini in base alle fasce di reddito.
L'onorevole Galletti, nel dibattito di ieri, aveva lungamente insistito su questo tema e ovviamente il gruppo dell'UDC è particolarmente compiaciuto che il Governo sia stato disponibile a recepire questo suggerimento.
Mi soffermo ora sull'articolo 9 (mi rivolgo anche al ministro Chiti). Noi, come noto, non condividiamo l'impianto complessivo di questa manovra, soprattutto per quanto riguarda l'eccessivo aumento della pressione fiscale, non solo a livello centrale, attraverso l'aumento delle aliquote, ma anche e forse soprattutto attraverso un effetto di traslazione fiscale dal centro alla periferia.
Pertanto, attraverso le addizionali, l'ICI, l'imposta di scopo e l'IRPEF, i comuni si troveranno nella necessità - che sarà una conseguenza del taglio dei trasferimenti centrali - di aumentare la pressione sui cittadini.
Ebbene, tra gli effetti di traslazione fiscale, a noi pare particolarmente negativo quello previsto dall'articolo 9, che contempla il contributo comunale di ingresso e di soggiorno (più semplicemente, la tassa di soggiorno). Noi siamo convinti che l'aumento della pressione fiscale produce sempre un effetto di depressione economica. In particolare, siamo convinti che tale effetto negativo si produrrebbe nel settore del turismo, perché l'articolo 9 introduce un balzello ulteriore su tutte le strutture alberghiere: campeggi, villaggi turistici, alloggi agroturistici ed altre strutture recettive.
Evidentemente, un paese come il nostro, tradizionalmente a vocazione turistica e, per di più, in una fase di ristrutturazione della propria organizzazione turistica, si vede penalizzato anche sul piano della capacità di concorrenza rispetto agli altri paesi. Noi sappiamo che il turismo nazionale già patisce la forte concorrenza dei paesi dell'est e degli altri paesi mediterranei, rispetto ai quali ha prezzi poco competitivi. Vi sono agenzie low cost che, ormai, portano in giro per il mondo, a prezzi molto più bassi, il turismo che tradizionalmente veniva in Italia. Nonostante ciò, il nostro è un paese che ha una forte potenzialità turistica e che sta compiendo uno sforzo di aggregazione per diventare più competitivo. Ebbene, colpire il sistema imprenditoriale turistico nel momento in cui esso sta compiendo il Pag. 19predetto sforzo di adeguamento alla competitività globale sarebbe particolarmente negativo.
Il Governo non ignora le reazioni negative che sono venute da tutti gli operatori del settore, né quelle che sono venute da molti comuni, che si trovano nell'imbarazzo di dovere, da un lato, promuovere il proprio turismo cittadino e, dall'altro, di doverlo penalizzare con l'imposizione di questo balzello. Ecco perché, in un momento in cui dobbiamo aiutare il nostro turismo a crescere ed a ristrutturarsi, non possiamo penalizzarlo con un'ulteriore imposizione fiscale.
Allora, ministro Chiti, mi permetto di chiedere al Governo, a nome del nostro gruppo, con lo stesso spirito collaborativo con cui, ieri, abbiamo chiesto l'esenzione delle fasce di reddito più basso (l'avevamo chiesto anche per l'addizionale IRPEF, e spero che si possa recuperare l'esenzione al Senato; apprezziamo, comunque, che lo si faccia, intanto, per la tassa di scopo), che valuti la possibilità di eliminare la tassa di soggiorno, non soltanto come forma di aiuto al nostro sistema imprenditoriale turistico, ma anche come ulteriore dimostrazione di buona volontà e di disponibilità (sebbene l'esame del disegno di legge finanziaria non abbia visto, fino a stamani, alcuna disponibilità, da parte del Governo, nei confronti delle proposte emendative presentate dall'opposizione). Ma, come si suole dire, meglio tardi che mai!
Ovviamente, non potremo che rallegrarci se l'atteggiamento muterà. Credo che questo sia un punto importante: il suo esame vi fornisce l'occasione di dimostrare spirito e volontà collaborativa e, nello stesso tempo, di fare un favore al paese. [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Cari colleghi, tra le 69 imposte (tra aumenti delle vecchie e nuove tasse) introdotte da questa manovra finanziaria, la tassa di soggiorno è certamente la più demenziale. Di cosa soffre il turismo italiano? Se non rispondiamo a questa domanda non possiamo dare una corretta risposta. Il turismo italiano soffre di eccesso di costi. Tra gli eccessi di costi e, quindi, la scarsa competitività rispetto ad altri sistemi più economici, emerge la pressione tributaria che rende il nostro turismo ancora più penalizzato. Non a caso, il ministro Rutelli aveva più volte parlato dell'esigenza di ridurre l'IVA sul turismo per rendere il nostro paese competitivo con la Spagna, dove l'IVA è al 7 per cento, con la Francia, dove l'IVA è al 5,5 per cento, con la Grecia, dove l'IVA è all'8 per cento, mentre in Italia è al 10 per cento e, per gli alberghi di lusso, addirittura al 20 per cento. Abbiamo, quindi, l'esigenza di una riduzione del costo tributario sul turismo. Con l'introduzione della tassa di soggiorno, invece, è come se avessimo aumentato l'IVA di alcuni punti percentuali.
Quando il ministro Rutelli parla di un «piagnisteo assurdo degli operatori turistici» dobbiamo rispondere che si tratta, invece, di contestare un atteggiamento schizofrenico del Governo che teorizza una grande verità ed applica, poi, una soluzione assolutamente diversa. Immagino che Rutelli aspiri a passare alla storia come il curatore fallimentare del turismo italiano, ma la storia non insegna davvero nulla: l'imposta di soggiorno vent'anni fa fu soppressa perché era un'imposta autoreferenziale, perché costava di più esigerla rispetto al risultato che se ne traeva per le casse comunali.
Dunque, che senso ha insistere su questo balzello? Nessuno si è accorto che la Spagna ha soppresso la tassa di soggiorno? Si tratta di un balzello antistorico e pericolosissimo, utile solo ad indisporre ed allontanare i turisti ed a creare un sistema di tassazione anarchico e disomogeneo che riporterà l'Italia al Medioevo, al tempo in cui si doveva pagare dazio per passare da una contea all'altra. Si tratta di una tassa assurda che non è neanche legata ad alcun Pag. 20beneficio per il sostegno al turismo, alle politiche dell'accoglienza, all'aumento dei servizi.
Bisognerebbe mettere ordine nella selva dei ticket che in maniera disordinata e pericolosa vanno fiorendo ovunque nel paese: i sindaci per fare cassa oggi non si rendono conto del danno enorme che stanno arrecando ai loro territori in prospettiva. Piuttosto che evitare di creare questa selva di aumenti per l'accesso alle città il Governo avalla un simile comportamento, lo normalizza e lo inserisce all'interno della manovra finanziaria.
Il turismo italiano è già in pesante sofferenza, non merita questo trattamento. Se davvero il Parlamento è convinto che si tratti di un settore strategico che va sostenuto deve votare per l'abolizione di una tassa così illogica e penalizzante. L'intero paese ha fiducia che il turismo possa costituire l'elemento di differenza per far risaltare la capacità competitiva del sistema Italia. Tuttavia, il turismo si gestisce con criterio e la tassa di soggiorno rischia di uccidere questo settore fondamentale per lo sviluppo dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Presidente, onorevoli colleghi, a costo di prendermi una severa «lavata di testa» dal mio capogruppo, onorevole Elio Vito, debbo esprimere un riconoscimento a questa maggioranza, e, per essa, al duo di testa dell'economia, i covalenti ministri Padoa Schioppa e Visco, i quali hanno saputo scovare nei margini e negli angoli della finanza italiana tante di quelle tasse da far impallidire le più perverse previsioni sull'argomento.
Mi diceva un amico: ma noi del centrosinistra togliamo ai ricchi per dare ai poveri! A me sembra, cari colleghi - mi rivolgo soprattutto a Rifondazione Comunista e al partito comunista italiano -, che si faccia esattamente il contrario: si sta togliendo ai poveri per dare ai ricchi! Si toglie ai poveri quando si costringe un pensionato ad aprirsi un conto corrente e si favoriscono le grandi banche. Capisco il gruppo della Margherita, comprendo anche il gruppo dei DS, che si sono affacciati da poco in grande evidenza nel settore delle banche; ma i colleghi di Rifondazione Comunista, quelli del partito comunista, dell'Italia dei Valori, per dirla alla Di Pietro, che ci azzeccano con tutto questo, che ci azzeccano con gli interessi delle grandi banche? E così chi pagherà la tassa sull'auto? Il ricco o il povero? Il padre di famiglia che non riesce a cambiare la sua auto o chi invece può cambiarsela ad ogni piè sospinto e riesce anche a pagare di meno di un modesto padre di famiglia?
È quindi una riflessione sulla valenza sociale di questa legge finanziaria che veramente fa il contrario di Robin Hood: dà ai ricchi e toglie ai poveri. L'articolo 9, cari colleghi, ne è una dimostrazione evidente, chiarissima. In Italia abbiamo una attività economica, quella del turismo, che nonostante le difficoltà del momento porta avanti l'immagine del nostro paese nel mondo. Certo, negli ultimi tempi abbiamo accusato alcuni colpi negativi rispetto a paesi come il Messico, gli Stati Uniti, la Spagna; purtuttavia, come volume globale di investimenti, il turismo ha segnato passi in avanti nel nostro paese negli ultimi anni e si prospetta come uno dei settori economici a maggiore risalto per gli anni futuri, nei quali la domanda turistica è destinata ad aumentare.
Qual è la situazione in Italia? Abbiamo l'operatore turistico che, rispetto a quello di altri paesi come gli Stati Uniti, manca di grandi infrastrutture strategiche che possano rendere celere il trasporto: in Spagna si arriva prima e meglio che da noi. Addirittura le strutture specifiche del turismo, come i porti o i campi da golf, sono maggiormente presenti negli altri paesi che nel nostro. Come va avanti il turismo in Italia? Attraverso l'appeal dei centri storici che nessuno ci può togliere, attraverso la bellezza dei siti paesistici che ancora sono rimasti, ma soprattutto attraverso l'impegno di operatori del settore che sanno intessere un colloquio con coloro che li prescelgono per una vacanza.Pag. 21
Ebbene, i nostri operatori, che si trovano in difficoltà per i costi di gestione rispetto ai loro colleghi di altri paesi, oggi si vedono «appioppato» un nuovo balzello che appesantisce la loro offerta e la rende inferiore a quella di altri paesi.
Allora, amici del centrosinistra, vogliamo fare una riflessione? Non si tratta più solo di togliere ai poveri e di dare ai ricchi, ma anche di eliminare la competitività dei settori produttivi, di togliere a chi lavora e produce per dare ai ceti parassitari, a quelli che hanno sempre ostacolato lo sviluppo, facendo una politica contraria alla stessa ideologia che informa la sinistra. Quindi, un salto di qualità, colleghi deputati! Uno scatto di orgoglio! Si deve portare avanti un discorso di reale aderenza agli interessi del paese, modificando questo articolo come chiedono gli emendamenti presentati da Forza Italia e da tutta la Casa delle libertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, oggi discutiamo la proposta di introdurre una nuova tassa che, di fatto, è una tassa di soggiorno, l'ennesima tassa di questo Governo, di cui ancora è difficile capire i contenuti e i contorni, perché è cambiata più volte e, probabilmente, cambierà ancora. Noi, invece, chiediamo la sua soppressione, perché ne contestiamo il principio e l'idea stessa, oltre che i contenuti. Se la maggioranza accoglierà questa nostra richiesta di soppressione, saremo pronti a dargliene atto politicamente.
Con questa disposizione si intenderebbe, di fatto, riproporre una tassa, che risale alla legislazione del 1910, destinata a finanziare lo sviluppo delle stazioni climatiche e balneari e che, successivamente, con la legge del 1938, è stata estesa alle località di cura, soggiorno e turismo.
Quella tassa, almeno allora, aveva l'obiettivo di far crescere la nostra offerta turistica ed era, in sostanza, pur sempre una tassa, ma, nelle intenzioni, a favore del turismo e non contro. Tale imposta, com'è noto, venne abrogata nel 1989 perché ritenuta un irrazionale costo a carico dell'impresa alberghiera e, nel complesso, un irrilevante introito sul versante delle entrate pubbliche, tenendo anche conto che le modalità di riscossione erano costose, oltre che offensive per i nostri ospiti. La sua abrogazione, peraltro, non determinò una riduzione dei costi in capo alle imprese alberghiere, in quanto il relativo gettito confluì nell'ICIAP e, da ultimo, nell'IRAP, continuando così, sia pur sotto altre spoglie, a gravare comunque sui costi delle imprese alberghiere.
La tassa che oggi proponete è una tassa sulla tassa, quindi, una sorta di dazio medievale, che mina la competitività del sistema turistico e l'immagine complessiva del nostro paese nel mondo. Infatti gli alberghi europei, che già godono, come detto, di un regime IVA agevolato e di numerosi contributi statali e regionali, si confronteranno con i competitori italiani, gravati da un ulteriore costo da sostenere, in quanto sarà difficile, se non impossibile, trasferire il contributo sul cliente, in un mercato che mai come oggi richiede, invece, moderazione e contenimento dei prezzi.
Insomma, anziché intervenire per diminuire le distanze competitive con i paesi a vocazione turistica, che ci hanno sorpassato nella graduatoria dei flussi turistici - e ciò grida vendetta! -, interveniamo per aumentare i costi e rendere più complicata la vita degli operatori. Questa non è una manovra di sviluppo, ma di sottosviluppo! È un passo indietro, l'ennesimo che questo Governo impone al paese: un Governo che ha reintrodotto il Ministero del turismo e che però crea ostacoli al turismo, così come, dopo essersi inventato il Ministero per lo sviluppo, ha avuto il coraggio di presentare una finanziaria di sole tasse, che finirà per ostacolare e fermare lo sviluppo.
È un atteggiamento schizofrenico che raggiunge il suo apice quando, giustamente, molti colleghi della maggioranza, che si apprestano a votare a favore della Pag. 22nuova tassa con sofferenza, sul proprio territorio chiedono ai comuni di non applicarla.
Il nostro turismo, un settore economico vitale e strategico, che vale il 12 per cento del PIL, con circa due milioni e mezzo di occupati, con un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 30 miliardi di euro, che potenzialmente è fortissimo - direi, potenzialmente imbattibile -, è battuto, invece, dagli Stati Uniti, dalla Francia, dalla Spagna, e tra poco tempo lo sarà anche dalla Cina, perché subisce una politica schizofrenica. E questo avviene già dai tempi dell'abrogazione, per via referendaria, del Ministero del turismo, che ha privato l'Italia di una regia unica per la propria promozione nel mondo sui nuovi mercati, sui quali i singoli territori o non vanno o vanno in maniera scoordinata, con sperpero di risorse senza efficacia.
Oggi, nel momento in cui ricostituite, di fatto, il Ministero del turismo, anziché ridurre l'IVA al livello dei paesi concorrenti, anziché creare un'unica strategia promozionale e di prodotto, come primo intervento significativo sul turismo, ripristinate la tassa di soggiorno che interverrà a macchia di leopardo sul territorio nazionale e che non è mirata, come quella precedente, alla qualificazione dell'offerta turistica o alla creazione di un fondo nazionale per la promozione.
Schizofrenia pura, dunque, che colpisce ancora una volta un settore che rappresenta, più di ogni altro, il futuro del paese, reintroducendo balzelli del passato. In questo modo, si premia il passato a scapito del futuro, che invece viene colpito più volte e con diversi strumenti. Infatti, si tassa, nel complesso del disegno di legge finanziaria, il lavoro flessibile e giovanile, la piccola e media impresa più produttiva, più innovativa, più creativa, più ricca di capitale umano, il turismo, che è, insieme, piccola impresa, innovazione, creatività e lavoro per i giovani.
È la filosofia di fondo di questa finanziaria: togliete al futuro, che non conoscete, per dare al passato che è tutto ciò che conoscete, producendo un danno grave al settore economico con più alta capacità di crescita che, con questa finanziaria, non vede ridotta l'IVA, in buona parte non usufruisce del cuneo fiscale, perché il 50 per cento dei dipendenti sono al lavoro a tempo determinato, e subirebbe la tassa di soggiorno che provoca problemi notevolissimi sul piano economico, gestionale e d'immagine.
Sarebbe uno spot negativo, suicida per l'Italia nel mondo. Vi chiediamo di ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo di fronte ad una disposizione, così come prevista nella formulazione originaria dell'articolo 9 e nella successiva formulazione della Commissione... Chiedo scusa, Presidente, ma non riesco...
PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo la cortesia di prestare attenzione e di evitare questo brusio che impedisce ai deputati di parlare.
Prego, onorevole Cota, prosegua pure.
ROBERTO COTA. L'articolo 9, nella formulazione originaria e in quella della Commissione, istituisce uno dei tanti balzelli che caratterizzano questo disegno di legge finanziaria. Ma il balzello previsto dall'articolo 9 ha conseguenze particolarmente negative sulla nostra economia. Inoltre, si presenta come una misura diretta a colpire un settore che, invece, avrebbe bisogno di essere incentivato. Infatti, il turismo è una delle industrie esistenti in Italia. Uso il termine «industria» perché il precedente Governo, nella passata legislatura, per la prima volta ha utilizzato tale espressione con riferimento al turismo. E questo è stato fatto nell'ultimo provvedimento sulla competitività varato dal precedente Governo, nel quale il turismo era qualificato come industria, oltre al fatto che veniva prefigurata una riforma dell'intero settore.Pag. 23
Questa è una industria che in tutto il paese ha grossi margini di miglioramento. Diciamo che se da un lato le industrie manifatturiere subiscono la concorrenza sleale che arriva dalla Cina e dagli altri paesi con manodopera a basso costo, una concorrenza sleale di fronte alla quale l'Europa spesso, troppo spesso, ha dimostrato una volontà di non aiuto e di non ascolto delle nostre istanze, ecco che invece, per quanto riguarda il turismo, rispetto ad altri paesi che si dotano di una migliore organizzazione, evidentemente una concorrenza basata sulle bellezze naturali e sulle nostre città d'arte ci può vedere senz'altro ancora primeggiare.
Allora, rispetto al turismo che è un'industria che presenta grossi margini di miglioramento e che può contribuire al rilancio della nostra economia, cosa fanno questo Governo e questa maggioranza? Invece di aiutarlo, pensano di tassarlo introducendo un balzello - che poi verrà assegnato ai comuni in ordine alla determinazione della sua quota e della sua percentuale - che varia dai 2 ai 5 euro: 2 euro con riferimento ai comuni interessati all'escursionismo in virtù della loro vocazione culturale, quindi proprio le realtà nelle quali bisognerebbe favorire la presenza di turisti vengono colpite con questo balzello. Si applica invece alle città metropolitane il balzello di 5 euro, che poi si riversa ai danni degli utenti ma che produce l'effetto di scoraggiare il turismo. Proprio le città d'arte, le città che tutti i dati ci dicono essere in vetta alle presenze turistiche vengono quindi colpite, cosicché se una cosa va bene vediamo, scientificamente, di farla andare male. Questa è la finalità che si propone tale norma.
In più vorrei segnalare come nella successiva formulazione si sia messa una «toppa» che è peggiore del buco. Infatti, se in un primo tempo venivano definite le prestazioni colpite da questa tassa, nella successiva formulazione si utilizza una definizione molto più generica, perché si parla di una tassa che viene prevista per ogni presenza con riferimento a chi fruisce dei servizi resi dalle imprese della filiera turistica, quindi, potenzialmente, anche ai ristoranti e attività di vario tipo.
Chiedo veramente che il Governo e il relatore su questo punto facciano un esame di coscienza, perché la finanziaria che esce da questo Parlamento non può essere un provvedimento che scientificamente... Chiedo scusa, signor Presidente...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'onorevole Cota non riesce a terminare il suo intervento per l'eccessivo brusio all'interno di quest'aula.
Prego, onorevole Cota, prosegua.
ROBERTO COTA. Dicevo, signor Presidente, che questa non può essere una legge finanziaria che scientificamente dichiara guerra al paese; io dico soprattutto al nord, ma per quanto riguarda il turismo certamente la dichiarazione di guerra è anche contro il sud ed il centro, perché se c'è una occasione di rilancio per l'economia del sud, mi pare sia rappresentata dal turismo. Non possiamo pensare che il sud venga a colmare quel gap di competitività rispetto ad altre mete turistiche che oggi hanno preso piede, come la Grecia, la Spagna e la Croazia, mete cosiddette di turismo balneare.
Non possiamo pensare che la competitività si realizzi imponendo una nuova tassa, perché si produrrebbe obiettivamente un appesantimento. Questa è una delle tante pazzie contenute nel disegno di legge finanziaria in esame. Altro che paese impazzito! Registriamo, in maniera sistematica, una schizofrenia legislativa.
Allora, nell'ottica di un contenimento del danno, visto che questo disegno di legge finanziaria sta dichiarando guerra a tutto il paese e a tutte le categorie produttive (peraltro, sembra voglia colpire scientificamente proprio quelle industrie che mostrano una possibilità di ripresa), chiedo una presa di coscienza, un supplemento di istruttoria ed un ripensamento.
Spero, veramente, che l'emendamento soppressivo dell'articolo 9 venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, pronuncerò solo poche parole, perché ben comprendo le esigenze dell'opposizione. Tuttavia, a tutto c'è un limite! Per la prima volta, bisogna dire che nel DPEF e in questo disegno di legge finanziaria sono tracciate linee di politica per il turismo. Sto parlando del fatto che in questo provvedimento sono previsti finanziamenti per l'osservatorio per il turismo, per l'ENIT, per il rilancio del marchio del made in Italy e del portale, atteso per anni, nell'inerzia e nell'incuria del precedente Governo.
Sono previste inoltre misure per la riduzione e la deduzione dell'IVA congressuale, vi è un importante graduazione degli aumenti dei canoni demaniali sulle spiagge e si presta anche attenzione nei confronti di quella che è stata definita «tassa di soggiorno». Infatti, con emendamenti presentati anche dall'Ulivo, dall'Unione e dal Governo, si cambia il volto di questa presunta tassa di soggiorno. Non stiamo, cioè, parlando di una tassa sui residenti di 5 euro, come hanno affermato impropriamente diversi colleghi. Stiamo parlando di altro, ossia della mera facoltà per i comuni che più subiscono l'impatto del turismo quotidiano (one day), dell'escursionismo turistico, di istituire un contributo di soggiorno. Di questo si parla esattamente nell'emendamento della Commissione che a breve esamineremo e porremo in votazione, con riferimento a quei comuni che subiscono dal turismo quotidiano, in alcune delle località più importanti dal punto di vista dell'attrattività turistica, un particolare e straordinario impatto.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 11,30)
PIERLUIGI MANTINI. Stiamo parlando di un contributo gestibile dai comuni, facoltativo ed eventuale, e destinato esclusivamente a migliorare i servizi turistici.
Credo si debba dare atto che, per la prima volta, in Italia si attua una politica per l'industria del turismo, che sappiamo centrale, dopo anni di incuria ed inerzia.
Dico all'onorevole Vietti che va bene un'opposizione moderata; ma sarebbe anche bene che l'opposizione moderata fosse leale, responsabile e consapevole dei problemi esistenti, aggravati peraltro dalle mancate politiche del precedente Governo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pedrizzi. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, mi richiamo alle considerazioni svolte dai colleghi Bono e Fasolino, che già si sono soffermati sul ruolo strategico di questo settore. Vorrei solamente riferire al Governo, al relatore e, soprattutto, ai membri della maggioranza qualche dato relativo a tale comparto e alla situazione in cui versa, con particolare riferimento agli operatori turistici.
Si tratta di un settore ormai in agitazione: i tour operator stranieri e nazionali sono insorti contro la decisione del Governo di concedere ai comuni la possibilità di imporre una tassa di soggiorno sui turisti, un'imposta abolita addirittura negli anni Novanta. Essa dovrebbe prevedere come tetto massimo l'importo di 5 euro pro capite, un importo che andrà a colpire soprattutto il turismo minuto, quello più modesto, le piccole pensioni: infatti, 5 euro rapportati al costo di un albergo a cinque stelle per il quale si pagano 800 o 900 euro al giorno è poca cosa, mentre se si riferisce tale somma al costo di una piccola pensione, per la quale si pagano al giorno 30 o 40 euro, si capisce come l'impatto sarà veramente rilevante. Certo, onorevole Mantini, si tratta solo di una facoltà per i comuni, ma lo è così come sono facoltative anche tutte quelle imposte che avete già introdotto, non ultima l'imposta di scopo introdotta ieri, nonché la possibilità di aumentare le aliquote ICI.
Signori del Governo, a scendere in campo sono stati i principali tour operator che muovono ogni anno una decina di Pag. 25milioni di turisti, ad esempio nord europei, verso l'Italia. I tour operator stanno facendo presente alla maggioranza ed al Governo che i cataloghi di viaggio e gli accordi commerciali sono stati già stipulati con i partner italiani sulla base di vecchie tariffe e che difficilmente i turisti tollereranno degli extra costi che saranno invece introdotti con questa nuova imposta. Secondo i tour operator la tassa di soggiorno dirotterà molti potenziali turisti verso altre destinazioni, quali la Spagna o la Grecia. Inoltre, questa tassa di soggiorno - voi che avete una relazione particolare con l'ANCI e con i rappresentanti delle regioni dovreste saperlo - viene contestata anche da parte delle regioni e di tutte le associazioni degli operatori turistici, Federturismo, Confturismo e Assoturismo.
Signor relatore, signori del Governo, nei primi sette mesi dell'anno gli arrivi di visitatori dall'estero sono aumentati del 10,1 per cento, raggiungendo quota 23,8 milioni; i pernottamenti, grazie alla forte crescita registrata a luglio, sono aumentati del 14,5 per cento, toccando quota 198,9 milioni. La spesa dei turisti stranieri, tra gennaio e luglio, è stata pari a 17,8 miliardi di euro. Ripeto, questo solo in sette mesi, tra gennaio e luglio di quest'anno! Essa sta crescendo del 9,3 per cento, portando l'attivo valutario oltre quota 8 miliardi! Questo trend - ciò dovrebbe allarmare il Governo e la maggioranza - si è già fermato: anzi, inizierà presto una discesa, così come tutte le avvisaglie e le disdette dei contratti lasciano presagire.
Ancora una volta, con questa nuova imposta che si va ad aggiungere a tutte le altre che state introducendo in Italia deprimendo la nostra economia, si bloccherà quell'accenno di ripresa che si sta invece registrando.
Del resto, che tutta la manovra sia sbilanciata sul lato delle entrate - non certo su quello delle spese - lo abbiamo dimostrato nel corso della discussione sulle linee generali allorquando, voce per voce, abbiamo potuto ricostruire la composizione delle imposte che saranno introdotte, nonché quella dei tagli. La cifra che risulta da tale ricostruzione, che non è certo quella riportata nel vostro disegno di legge finanziaria, è pari a 27,3 miliardi, di cui 18,8 veri, certi e «cash», mentre i tagli alle uscite si riducono a soli 6,1 miliardi.
La vera manovra è questa. E ciò è talmente vero che la Corte dei conti ha rilevato che i due terzi della manovra per il 2007 sono affidati a maggiori entrate (20-22 miliardi di euro su 34 complessivi), mentre i risparmi di spesa svolgono un ruolo solamente secondario. Inoltre, se gli enti locali, a loro volta, dovessero ricorrere alla leva fiscale - e, come abbiamo dimostrato, vi ricorreranno - il rapporto delle misure di aggravio fiscale sul totale della manovra lorda salirebbe, come ha ammonito il presidente della Corte dei conti, Francesco Staderini, all'80 per cento.
In aggiunta, lo stesso governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha manifestato tantissime perplessità sulla composizione della manovra. Secondo Draghi, «La manovra, in termini netti, è affidata interamente ad aumenti delle entrate. Occorre evitare» - è un auspicio che sicuramente non si realizzerà - «che l'ampio ricorso a misure di prelievo influisca negativamente sugli incentivi e sulle aspettative degli operatori economici. La realizzazione della manovra per il secondo anno consecutivo comporterà un aumento del peso delle entrate sul PIL dello 0,8 per cento in più, ed un altro mezzo punto percentuale per l'anno prossimo. In tal modo, la pressione fiscale si porterà in prossimità di livelli elevati mai registrati negli ultimi dieci anni e la prevista riduzione di 4,3 miliardi di euro del disavanzo è realizzata mediante aumenti netti delle entrate per 16,7 miliardi di euro, a fronte di aumenti netti delle spese per 2,4 miliardi di euro. La manovra per il 2007 lascia, quindi, sostanzialmente invariate le spese correnti rispetto agli andamenti».
In conclusione, noi siamo sempre più convinti, andando avanti nell'esame del disegno di legge finanziaria, che questa manovra produrrà come unico effetto quello di bloccare quell'accenno di sviluppo Pag. 26che si sta registrando nel nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cioffi. Ne ha facoltà.
SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, come residente in un'isola desidero porre in rilievo un grande problema che interessa particolarmente l'aspetto turistico e l'aspetto ambientale delle piccole isole. Faccio riferimento all'impatto del flusso turistico che si ripercuote annualmente su tali isole. Ogni anno - per fortuna - le piccole isole sono meta di moltissimi turisti e ciò, inevitabilmente, fa sorgere per le amministrazioni locali il problema di garantire, soprattutto nei periodi di alta stagione, i servizi pubblici.
A mio avviso, il Parlamento e il Governo, in sintonia con l'ANCIM (Associazione nazionale comuni isole minori), debbono affrontare questo grande problema. In particolare, si deve concedere a tali comuni la possibilità di chiedere eventualmente ai turisti un contributo cosiddetto di sbarco che, sommato a quello offerto dai residenti, contribuisca al miglioramento della gestione del flusso turistico su queste isole. Su tale problematica si registra già una sostanziale convergenza. Una problematica, lo ripeto, che dovrà essere necessariamente affrontata dal Parlamento proprio perché le piccole isole rappresentano un grande patrimonio, dal punto di vista turistico, per il nostro paese.
Mi auguro, pertanto, che già con questa legge finanziaria si possa dare un segnale di attenzione nei confronti delle isole minori. Chi non conosce le isole della Sicilia, Capri, Ischia, Procida? Occorre uno sforzo comune, di tutti, per cercare di valorizzarle al meglio.
Ringrazio quindi se sarà prestata attenzione alle piccole isole e dichiaro che vi sarà sempre l'impegno da parte nostra su questo versante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, vorrei ribadire che su questo tema siamo di nuovo di fronte ad una tassa senza alcuna valutazione dei costi e dei benefici. Si tratta dell'ennesima tassa che il Governo propone senza avanzare una valutazione sui rischi che corre il paese su un tema così rilevante come quello del possibile e potenziale danno economico. Ritengo che l'esperienza regionale che posso portare in questa sede sia eloquente: una tassa simile a questa sul turismo ha portato ad una perdita del 40 per cento degli arrivi di turisti in Sardegna, a un crollo verticale nella presenza delle imbarcazioni e al ringraziamento da parte di un altro Stato - quello francese - il quale, attraverso la Corsica, ha potuto registrare un incremento sostanziale di turisti, e tutto ciò proprio grazie ad una nuova tassazione introdotta a livello regionale.
La nuova tassazione che proponete oggi non può produrre alcun beneficio finanziario ma, al contrario, può provocare un grave danno economico al paese in un settore così delicato come quello del turismo. Ritengo che, dopo l'impatto interno della tassazione a tutti i livelli, oggi si riproponga un elemento nuovo con questa tassazione, cioè quello dell'impatto proiettato all'esterno che il mondo del turismo italiano potrà subire.
Stiamo parlando di un mercato sensibile, che può rischiare con questa misura di essere messo veramente fuori gioco. Voi mettete uno dei settori trainanti dell'economia del paese in condizione di scontare una ripercussione gravissima. Basti pensare che i 2, 3, 5 euro previsti vanno moltiplicati almeno per un nucleo familiare di tre o quattro persone.
Ritengo che, a fronte di una battaglia giocata in punta di euro, si rischi davvero di condizionare il grande mercato turistico, non solo italiano ma dell'intero Mediterraneo.
Infine, un altro elemento che introducete è la disparità tra aree geografiche del paese. Vi sono aree che possono permettersi di imporre una tassa sul turismo, perché magari hanno capacità di attrazione, ed altre che non possono dare Pag. 27questo tipo di risposta. Quindi, si tratta di una tassa che crea un nuovo disequilibrio nel paese, con un rischio davvero rilevante.
Qualche collega ricordava che la Spagna ha cancellato questa becera tassazione sul turismo. Noi riteniamo che il turismo in Italia abbia bisogno di più offerta, più servizi, più qualità per essere incentivato e migliorato.
Così come qualcuno aveva criticato gli spot di qualche anno fa sui temi affrontati dal Governo con lo slogan «fatto... fatto... fatto», voi oggi introduce un altro spot: «tassato, tassato, tassato!».
Questa volta, a scontare gli effetti è anche il settore del turismo e voi in tal senso, se non avrete la capacità e la sensibilità di ritirare questo articolo, sarete responsabili di avere colpito uno degli elementi chiave dell'economia. Si tratta di colpire non solo gli alberghi ma anche ciò che questi ultimi consumano e ciò che in un territorio si sviluppa e, quindi, viene sottratto all'economia della nostra nazione. Da questo punto di vista, l'invito è a sopprimere questo articolo e a dare al turismo servizi, qualità e non nuove tasse!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti. Ne ha facoltà.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, vorrei rispondere alla questione che mi è stata posta anche direttamente all'inizio dall'onorevole Vietti rispetto all'articolo 9 ora in esame. Il Governo e la maggioranza sono d'accordo sulla soppressione di questo articolo, così come è stato richiesto, perché anche al loro interno erano in corso valutazioni rispetto al significato dell'articolo. Il Governo è d'accordo anche perché alla luce del sole, qui in aula come si vede, quindi senza preferenzialità astratte ma nel merito di un confronto costruttivo, ha apprezzato il contributo offerto su questo punto dall'UDC.
Al riguardo desidero ringraziare anche l'onorevole Galletti, il quale ci ha posto questioni riguardanti l'autonomia e la responsabilità dei comuni, di una delle quali già possiamo tenere conto, come il sottosegretario Grandi prima ha detto: quella di consentire ai comuni, nella loro autonomia e responsabilità, di graduare esenzioni sull'ICI. Della seconda questione invece non siamo più in grado di tenere conto qui alla Camera, perché il punto è già stato superato; ad ogni modo prospetteremo al Senato l'eguale possibilità per i comuni di decidere esenzioni per classi di reddito rispetto all'aumento dell'addizionale IRPEF.
ANGELA NAPOLI. Perché non l'avete fatto alla Camera?
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Dal punto di vista del Governo, voglio precisare che questa proposta non era un obbligo, bensì una facoltà. Tengo a sottolineare che si trattava di una facoltà, di una possibilità. Sono convinto, oltre che per queste proposte di merito, che sia giusto inserire tale tema in una riflessione che fra pochi mesi dovremo svolgere sul federalismo fiscale, perché la Camera e il Senato si troveranno di fronte all'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione.
Credo che una serie di tributi e di responsabilità, nella loro autonomia di gestione, dovranno essere affidati da leggi statali a regioni, province e comuni. Questo stesso aspetto, quindi, dovrà essere considerato in quel quadro. In ogni caso noi sappiamo (credo sia consapevolezza di tutti) che esistono dei problemi che riguardano le città metropolitane, in particolare a forte vocazione turistica. A questo serviva la facoltà prevista nell'articolo 9, che oggi accettiamo di eliminare.
Noi pensiamo di poter corrispondere a questo problema, che è un problema vero, o ad altri che ho sentito sollevare, che riguardano le isole minori, attraverso un fondo di mobilità per le grandi città metropolitane, destinato ai comuni con maggiore crisi ambientale, quindi ai comuni più interessati dal turismo, come la maggioranza ha detto e come il collega Bonelli Pag. 28ha già espresso. Questa è una possibilità di uso prioritario di un fondo che la finanziaria conterrà.
Inoltre, il Governo e la maggioranza intendono porsi la questione di come farsi carico di interventi e di risposte positive a questi problemi già nel 2007, attraverso normali scelte, ma con queste priorità che il Governo porterà avanti [Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori e di deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Signor ministro, poiché lei ha reso dichiarazioni di una certa rilevanza, che incidono sulle votazioni cui dovremo procedere fra poco, le chiedo se intenda anche anticipare l'espressione del parere sulle varie proposte emendative presentate.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Lo farò successivamente, signor Presidente, insieme al relatore.
PRESIDENTE. Va bene, signor ministro.
Chiedo allora ai colleghi che hanno chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 9 se intendano intervenire ancora dopo le dichiarazioni del Governo, oppure se a questo punto preferiscano ascoltare direttamente il parere del relatore e del Governo sulle varie proposte emendative presentate, eventualmente intervenendo successivamente, nel merito delle proposte emendative che saranno poste in votazione.
Prendo atto che l'onorevole Germanà, che aveva chiesto di parlare, rinuncia ad intervenire.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, intervengo per una dichiarazione di voto che avrà valore...
PRESIDENTE. Scusi onorevole, siamo in sede di interventi sul complesso degli emendamenti.
ROBERTO VILLETTI. Esattamente. Intervengo nell'ambito dello svolgimento della nostra attività parlamentare. Noi su tutti gli emendamenti esprimeremo un'univoca valutazione. E lo faremo perché vogliamo sviluppare in quest'aula un'iniziativa politica: intendiamo, cioè, dare voce al disagio e alla protesta che proviene dal mondo dell'università e della ricerca...
NICOLA BONO. Siamo sul turismo!
ROBERTO VILLETTI. ...rispetto ai tagli previsti!
La motivazione del nostro giudizio sugli emendamenti è quindi politica, non di merito, e come tale va manifestata all'aula. Una serie di tagli previsti nella manovra finanziaria riguardano tutti i settori della ricerca e dell'università. Pensiamo sia possibile porre rimedio a questi tagli attraverso l'eliminazione di sprechi e privilegi. Faccio solo due esempi.
Si può mettere in liquidazione Sviluppo Italia - società rivelatasi inefficace rispetto alle sue finalità - e ricavare circa 800 milioni di euro, che possono essere destinati alla ricerca e che sarebbe strano venissero destinati a spese correnti.
Si può applicare l'ICI a tutte le attività commerciali della Chiesa, anche a quelle promiscue. Anche in questo caso si potrebbero ricavare delle risorse.
Bene, signor Presidente, proprio perché riteniamo di dare voce alle proteste e al disagio del mondo della ricerca e dell'università, quale pressione nei confronti del Governo e come iniziativa all'interno della maggioranza, da questo momento il gruppo della Rosa nel Pugno si asterrà da ogni votazione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Crosetto se intenda intervenire.
GUIDO CROSETTO. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, anzitutto prendiamo atto della decisione del Governo, che riteniamo il relatore concretizzerà esprimendo parere favorevole sugli emendamenti soppressivi dell'articolo 9, presentati tutti dalla minoranza. Ciò significa prendere atto che la posizione sostenuta da alcuni giorni dai gruppi di opposizione è sensata e porterà all'abrogazione dell'articolo 9.
Intervengo, inoltre, signor Presidente, per rivolgere un rilievo al signor ministro. Signor ministro, è intervenuto autorevolmente il collega Vietti; ma la richiesta le è giunta non soltanto dal collega, ma anche dai gruppi di Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord. Da parte sua, ministro, rivolgersi esclusivamente ad un solo partito dell'opposizione rappresenta una assoluta mancanza di rispetto per tutti i colleghi dell'opposizione, che su questo emendamento sono intervenuti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania). Non voglio darne una lettura politica, ma la stessa autorevolezza con cui è intervenuto il collega Vietti va attribuita anche ai colleghi di altri partiti. La considero un'assoluta mancanza di rispetto che volevo far rilevare all'aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Barani se intenda intervenire.
LUCIO BARANI. Sì, signor Presidente, intendo intervenire a seguito dell'intervento del ministro Chiti, perché condivido totalmente quanto affermato dal ministro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Il mio intervento era diretto ad evidenziare l'iniquità presente nell'articolo 9, nel quale si prevedeva una tassa che doveva essere pagata dalle persone che venivano a trascorrere le proprie vacanze in Italia, mentre i ricchi vanno all'estero e la tassa non la pagano. In ogni caso, la tassa doveva essere pagata sia da chi occupava una camera da 1.500 euro sia da chi occupava una stanza da 15 euro. Ma ho visto che il ministro vi ha posto rimedio e per ciò lo ringrazio.
Tuttavia, dall'intervento dell'onorevole Villetti è emerso un fatto politico nuovo: un autorevole gruppo della maggioranza ha posto un distinguo, che condividiamo. Su tale distinguo dopo di me interverrà il collega Del Bue e sarà ancora più preciso.
Anche noi, il Partito socialista, per dimostrare che siamo qui per costruire e non per demolire - visto che il nuovo atteggiamento della Rosa nel Pugno dimostra le difficoltà esistenti nella maggioranza -, ci asterremo, in quanto anche noi abbiamo a cuore la ricerca e intendiamo contrastare tutto ciò che viene realizzato contro l'interesse dei cittadini in una manovra finanziaria che ha poco di equo e che, effettivamente, taglia qualsiasi tipo di risorsa destinata alla ricerca.
Quindi, pur condividendo l'intervento del ministro Chiti e ringraziandolo pubblicamente per aver accolto le osservazioni di tutta la minoranza, non posso che lodare il gruppo della Rosa nel Pugno per questo sussulto di orgoglio che condividiamo e al quale daremo seguito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, ovviamente i Verdi condividono la posizione del Governo relativamente all'eliminazione dalla legge finanziaria dell'articolo 9.
Intervengo solo per evidenziare che vi deve essere una presa di coscienza da parte nostra sul fatto che oggi molti comuni si trovano di fronte ad una situazione di forte pressione nel gestire, anche in termini di mobilità, un appesantimento della situazione ambientale.
Quindi, il riferimento svolto dal ministro al fondo per la mobilità sostenibile - riferimento che condividiamo - deve determinare uno sforzo da parte del Governo, a partire dall'esame della legge finanziaria al Senato, affinché tale fondo sia integrato per fornire risposte più efficaci e puntuali, che consentano ai comuni, Pag. 30da un lato, di dare risposte ai residenti ma, contestualmente, di fornire un servizio migliore a chi visita le città.
È evidente che tale fondo - pari a 90 milioni di euro in tre anni - nel modo in cui è strutturato, dovendo essere collegato alle conseguenze derivanti dall'eliminazione dal testo dell'articolo 9, dovrà essere integrato, a partire ovviamente dall'esame della legge finanziaria al Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Bue.
MAURO DEL BUE. Come ha già anticipato nel suo intervento l'onorevole Barani, è davvero strana questa Camera dei deputati che non si sofferma, andando oltre, su un fatto politico di così enorme rilevanza, come la dissociazione di un gruppo di maggioranza dalla finanziaria, in base ad una valutazione inerente ai tagli alla ricerca e all'università, con la decisione conseguente di astenersi, da ora in avanti, su tutte le votazioni. In un'altra fase politica e storica di questo ramo del Parlamento, ciò avrebbe potuto determinare una crisi di Governo. Si tratta, in sostanza, dell'atteggiamento di un importante partner della maggioranza, che si dissocia dal provvedimento legislativo più importante che caratterizza l'attività di un Governo.
Ora, questo fatto passa sotto silenzio e si continua ad esaminare gli emendamenti, senza rilevare tale importante ed enorme fatto politico. Noi giudichiamo certamente positivo l'episodio, che corrisponde, in realtà, ad una situazione di disagio, nella quale si sono trovati in tanti, anche all'interno della maggioranza - a partire dal ministro della ricerca scientifica e dell'università, onorevole Fabio Mussi, che, più volte, ha minacciato le sue dimissioni, a fronte dei tagli nei suoi settori - e che è stato manifestato, a più riprese, anche dai rettori delle università del nostro paese. Si è perfino manifestata la volontà di non votare la finanziaria da parte di una senatrice a vita, come Rita Levi Montalcini, la quale, pare, che, poi, in base a calcoli che lo stesso Mussi ha evidenziato non essere reali, abbia cambiato idea. Facendo notare tutto questo all'Assemblea, chiedo che si esprimano anche gli altri partner della maggioranza, chiarendo se ritengono assolutamente ininfluente, rispetto al patto contratto tra maggioranza e Governo, l'atteggiamento assunto dal gruppo della Rosa nel Pugno e se intendono questo come un'astensione non politica.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Campa, che aveva chiesto di parlare; si intende vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Anch'io, a nome del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, vorrei esprimere soddisfazione per l'intervento del ministro Chiti, che ha annunciato la soppressione dell'articolo 9. Originariamente, anche noi avevamo presentato un emendamento soppressivo di questo articolo, che istituiva la tassa di soggiorno e di ingresso. La ragione della nostra intenzione derivava da tre ordini di motivi. In primo luogo, essa derivava dalla difficile applicabilità di una simile tassa comunale, perché, nelle modalità originarie, e ancor di più, in quelle comprese nell'emendamento presentato dal relatore, si evidenziava chiaramente una grave carenza di chiarezza e di certezza, in merito ai soggetti che dovevano pagare la tassa e alle procedure, con cui essa doveva essere riscossa. Gli altri due ordini di ragioni sono più di sostanza. In secondo luogo, infatti, abbiamo ritenuto, sin dall'inizio, che l'istituzione di una simile tassa provocasse un danno non irrilevante all'immagine turistica del paese, soprattutto all'estero, con conseguenze dannose, per un settore che, comunque, rimane centrale e strategico, nell'ambito della struttura economica del nostro paese. In terzo e ultimo luogo, vi è una ragione di ordine sociale, perché la tassa di soggiorno e, ancora di più, la tassa di ingresso, in realtà, penalizzano il turismo povero e quello di massa, gravando, alla fine, in modo particolare, sui ceti meno Pag. 31abbienti, i quali, anche loro, devono conservare il pieno diritto al turismo e alla visita nelle principali città d'arte del paese.
Infine, avevamo anche perplessità rispetto ad un principio costituzionale che deve essere garantito, quello della libera circolazione di tutti i cittadini sul territorio del paese. Infatti, le città d'arte, le città turistiche non sono proprietà solo dei sindaci, delle amministrazioni comunali, né soltanto dei loro residenti, ma sono un patrimonio universale dell'umanità. Bisogna trovare allora altre soluzioni per affrontare la questione, che esiste, del peso antropico, che grava sulle città d'arte, grazie alla loro bellezza e ai loro splendori, che attraggono così tanti turisti.
Da ultimo, mi consenta, Presidente, rispetto alla questione sollevata dall'onorevole Villetti, di sottolineare il fatto che tutta la maggioranza e, in modo particolare, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea si impegna a trovare nel corso della discussione parlamentare, che seguirà in queste ore, le soluzioni più adeguate per dare all'università e alla ricerca del nostro paese il futuro che nel programma dell'Unione - che ha costituito il fondamento di questa maggioranza e di questo Governo - esse hanno. Infatti, l'università e la ricerca rappresentano senza dubbio il principale strumento per rilanciare il sistema economico produttivo del nostro paese, anche per elevare il grado di civiltà del sapere e della conoscenza delle nostre popolazioni.
Riteniamo tuttavia che non corrisponda ad un comportamento corretto, in attesa di una soluzione del problema, quello di annunciare sin da subito un atteggiamento di distinzione sul voto sui successivi articoli della legge finanziaria, prima ancora che si arrivi ad affrontare in Assemblea la questione dell'università e della ricerca. Da questo punto di vista, riteniamo che le forze e le componenti della maggioranza debbano avere quel senso di responsabilità, senza il quale la coalizione difficilmente potrà superare un passaggio così difficile, ma così importante, come quello della manovra finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, esprimiamo grande soddisfazione per quella che riteniamo una vittoria del centrodestra. Certo, questa vittoria, questa decisione del Governo di fare a meno di inserire un'altra inutile e iniqua tassa di sapore medievale non fa venir meno minimamente la tragedia di una legge finanziaria fuori tempo e fuori luogo. Il provvedimento contenente quella tassa di soggiorno rimandava alla memoria un film di Troisi e di Benigni; ricordate la scena famosa nella quale Troisi, nell'attraversare una frontiera, è costretto a pagare un fiorino e, tornando indietro e attraversando di nuovo il passaggio, si sente ripetere ogni volta dall'esattore «un fiorino» (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)? Era questa l'immagine che davamo al mondo. E Troisi al terzo fiorino mandava a quel paese l'esattore che voleva quella iniqua tassa di allora, che volevate ripetere oggi!
Certo, se questa vittoria non fa venir meno l'iniquità della finanziaria, dimostra almeno che il modo di procedere del centrodestra può comunque far breccia persino nella inattaccabile visione del Governo Prodi! Grazie, ministro Chiti, per averci ascoltato; grazie per aver rivolto tale invito, come lei mi ha appena detto. Un ringraziamento all'UDC, che lo aveva chiamato in causa, che si estende naturalmente a tutti i gruppi che hanno presentato gli emendamenti successivi. Anzi, il caso vuole che il primo emendamento su cui si voterà - gli altri saranno uniti - è proprio quello di Alleanza Nazionale, a firma dei colleghi Leo e Giorgetti (ma questo è solo un fatto burocratico).
Siamo assolutamente convinti che, se il Governo stesse ad ascoltare un po' di più chi è capace di ascoltare la gente, alla fine, in quest'Assemblea, i lavori sarebbero andati diversamente e, probabilmente, il Pag. 32«peso» del disegno di legge finanziaria sarebbe stato, per gli italiani, più sopportabile.
Purtroppo, una rondine non fa primavera (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, in questi giorni, seguendo i lavori della Commissione bilancio e dell'Assemblea sul disegno di legge finanziaria, ci siamo domandati molte volte se non ci trovassimo di fronte ad una situazione di crisi della maggioranza politica che governa il paese. La sensazione di crisi è stata avvalorata da molti episodi. Voglio ricordarne, in particolare, due.
Ieri e ieri l'altro, la maggioranza, per bocca del relatore, onorevole Michele Ventura, ha smentito il Governo su un problema posto dall'esame dell'articolo 5: mentre il Governo difendeva una certa formulazione relativamente alla cosiddetta questione della tracciabilità, la maggioranza ha apertamente dichiarato di non essere d'accordo; poi, si è trovato qualche compromesso.
Questa mattina, è avvenuto esattamente il contrario. Nei giorni scorsi, a proposito della tassa di soggiorno, abbiamo visto che le perplessità venivano dalla maggioranza (lo hanno detto, poco fa, l'onorevole Andrea Ricci ed anche altri colleghi). Poiché il Governo resisteva, il relatore si era sobbarcato il compito di formulare un emendamento che, mantenendo l'imposta, cercava di tenere conto delle obiezioni. Stamani, improvvisamente, si alza il ministro per i rapporti con il Parlamento e, attribuendo le obiezioni ad un partito dell'opposizione, mentre esse venivano da tutta la maggioranza, più o meno afferma: «Abbiamo deciso di fare un favore ad un partito dell'opposizione: ritiriamo l'articolo 9». Il relatore, onorevole Ventura, che si era sobbarcato il compito di conciliare una posizione rigida del Governo con le preoccupazioni della sua maggioranza, oltre che del Parlamento, rimane con un palmo di naso! Non sapeva l'onorevole Ventura che il Governo si apprestava a scavalcare la maggioranza? Questo è il secondo episodio, ma ve n'è anche un terzo, politico.
Un partito della maggioranza ha dichiarato che non intende più votare alcun articolo del disegno di legge finanziaria per ragioni che hanno a che fare con altri problemi. Premesso che l'onorevole Andrea Ricci ha ragione quando fa rilevare che la questione dell'università non è disciplinata dall'articolo 9, se il gruppo della Rosa nel Pugno dichiara che non voterà alcun articolo del disegno di legge finanziaria fino a quando non sarà risolto il problema del finanziamento dell'università, questo è un fatto politico, non un fatto tecnico! Quindi, non vale obiettare che la dichiarazione dovrà essere fatta quando saranno esaminate le disposizioni riguardanti l'università: si tratta di un fatto politico; ed abbiamo il diritto, come esponenti dell'opposizione, di sapere dal ministro Chiti o dal Presidente del Consiglio se vi sia ancora, in questo momento, una maggioranza che sorregge il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Una situazione nella quale il Governo ritira il disegno di legge finanziaria, lo modifica tutti i giorni, la maggioranza abbandona il Governo, il Governo abbandona la maggioranza ed una parte della maggioranza si dissocia totalmente dalla finanziaria impone un atto di chiarezza politica: deve venire il Presidente del Consiglio a dire, in quest'aula, quali siano le ragioni di una crisi strisciante che c'è nel paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
L'Italia non può permettersi di avere un Governo che non sappiamo se esista, a quali condizioni esista ed attraverso quali compromessi quotidiani possa mantenere la sua esistenza! Un giorno sono i soldi per l'Argentina, un giorno sono i soldi per l'università, un giorno è l'imposta di soggiorno! O esistete ancora, colleghi, come maggioranza, oppure abbiate il coraggio di venire davanti al Parlamento e di dire che non siete in condizione di assicurare il Pag. 33Governo al paese, che ha diritto di essere governato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, abbiamo apprezzato l'intervento del ministro Chiti, ma vorrei chiarire che non si tratta di un favore fatto all'UDC. L'intervento precedente del sottosegretario Grandi ed il successivo del ministro per i rapporti con il Parlamento possono avere ingenerato una sensazione strana nell'Assemblea, quasi come se vi fosse un'idea di supplenza da parte del nostro gruppo a sostegno di una manovra che non condividiamo. Pertanto, l'azione del Governo di eliminare la tassa di soggiorno va ascritta ai lavori di questo Parlamento ed all'opposizione fatta da tutti i gruppi della minoranza (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
C'è un altro aspetto che mi pare debba essere sottolineato: il Governo poteva dire fin dall'inizio che avrebbe eliminato la tassa di soggiorno. Si tratta di una tassa anacronistica, datata 1908, reiterata nel 1936, ripresa oggi. Dunque, quanto dicevano alcuni in merito al fatto che questo disegno di legge finanziaria è datato ed obsoleto si sta manifestando in tutte le sue dimensioni. Quello che è capitato all'interno dei gruppi di maggioranza, con la dichiarazione di Villetti, di fatto, di sganciarsi dalla solidarietà di Governo, pone nei confronti del Governo stesso un problema grave: effettivamente, esiste ancora, in questo paese, una maggioranza che governa oppure siamo già di fronte alla necessità di trovare soluzioni diverse per la crisi strisciante che è in atto?
Vorrei ricordare all'onorevole Villetti ed anche al ministro Mussi, che prima ho visto in aula, che se il tema del dibattito è la ricerca, i danni sono stati provocati già in precedenza dal decreto n. 226, il cosiddetto decreto taglia spese, che aveva tagliato i consumi intermedi del 20 per cento alla ricerca ed all'università. Si era detto allora, avendo protestato il ministro Mussi, che con la legge finanziaria si sarebbe recuperato. La stranezza è che, invece, l'articolo 55 del disegno di legge finanziaria taglia altri 200 milioni all'università. A questo punto mi domando, e domando anche all'onorevole Villetti: in che modo è stato confezionato questo disegno di legge finanziaria? Che tipo di coinvolgimento hanno avuto le forze politiche che sostengono il Governo? In sostanza, chi è il padre di questo disegno di legge finanziaria? È colpa soltanto degli italiani che lo devono subire? Questo è il problema sul quale ragionare fino in fondo.
A questo punto, il Governo dovrebbe dirci che intenzioni ha rispetto agli articoli che seguono perché, a mio avviso, stiamo consumando una melina che è farsa. Oggi, il Governo ha manifestato pienamente la sua faccia. Sarebbe opportuno che ci dicesse anche per le prossime ore, non dico per i prossimi giorni, che intenzioni ha, altrimenti gli italiani non capirebbero, e riesce difficile anche a noi parlamentari in quest'aula capire dove vuole portarci il Governo, se ancora c'è [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare un punto importante, anche se già sottolineato da altri: sull'articolo 9 sono intervenuti, oltre all'onorevole Vietti, l'onorevole Cota per la Lega nord, l'onorevole Crosetto per Forza Italia ed altri.
In particolare, come diceva giustamente il collega La Russa, andremo a votare una serie di emendamenti soppressivi identici che non hanno copertura perché si tratta di una norma che non ne necessita. È importante rilevare che solo e unicamente l'opposizione ha presentato emendamenti in questa direzione, e ve ne sono: uno della Lega nord, uno dell'UDC, uno di Pag. 34Forza Italia e uno di Alleanza Nazionale. È la dimostrazione che l'opposizione svolge bene il suo lavoro, ragionevolmente e facendo di tutto per migliorarlo. Farebbe meglio, ministro Chiti, quando nei suoi interventi fa riferimento l'opposizione, a considerarla tutta allo stesso modo e con pari dignità ed importanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Reina. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MARIA REINA. Presidente, credo di dovere sommare alcune considerazioni a quelle già espresse dagli onorevoli Del Bue e La Malfa, perché le dichiarazioni che abbiamo ascoltato profferite dal gruppo de La Rosa nel Pugno non possono cadere nel grigiore di quest'aula come se nulla fosse.
Abbiamo assistito tra ieri e oggi ad improbabili sonetti amorosi che, all'interno del Parlamento, si svolgono tra forze politiche dell'una e dall'altra parte. Desidero però ricordare, a me stesso per primo, ma anche a tutti gli altri colleghi, che in politica esiste, più che altrove, un'etica che deve ispirare le nostre azioni, guidare i nostri comportamenti, indurci ad assumere - ed è questa la cosa più importante - le nostre responsabilità.
Credevo di aver capito che in quel dimenticato schema del DPEF questo Governo avesse posto il dito nella piaga, quando aveva riconosciuto ed individuato, in riferimento ai mali del mancato sviluppo del Meridione e del sud, un sistema formativo della ricerca scientifica che era a pezzi e immaginavo che, a fronte di questa constatazione, assumesse le opportune determinazioni. Le vicende che sono state qui ricordate, sul ministro Mussi che ci ha raggiunto in aula, ma che riguardano molto di più il sistema della ricerca scientifica nel nostro paese, ce la dicono lunga, purtroppo, su chi abbia confezionato il disegno di legge finanziaria. Ve lo dico io: non la politica che deve ispirare le nostre azioni. La legge finanziaria è stata predisposta e studiata a tavolino da un sistema ragionieristico che non ha anima, che non riesce a dare alcuna identità nuova e seria al governo di un paese come il nostro. La vicenda della ricerca scientifica la dice lunga e definitiva su questo Governo e su quello che noi dobbiamo fare.
Ecco perché non può la nostra insensibilità far finta di nulla e il Parlamento continuare ad esaminare stancamente articoli ed emendamenti obbedendo ad un rito che, oltretutto, ci pone al di fuori della realtà; non può far cadere questo momento grave che le nostre istituzioni stanno attraversando. È opportuno che non solo il Governo, ma, prima ancora di esso, quest'Assemblea si renda conto a quale punto siamo purtroppo giunti: un Governo che non ha più una identità, se non quella delle strutture di Ragioneria dello Stato, un Parlamento che non riesce a muoversi, ormai bloccato nel pantano di una finanziaria che non ha eguali nella storia del paese, perché è un insieme incredibile di materie che hanno voluto bloccare, non ora ma per il futuro, la nostra attività.
È un paese politicamente commissariato, in cui il Parlamento è messo nella condizione di non poter esaminare, con la calma, con l'attenzione e la considerazione dovute, importanti questioni come quella dello sviluppo turistico. Mi riferisco, in particolare, agli ultimi eventi di questa mattina, che hanno dato luogo all'avvio di questo dibattito.
Non possiamo più continuare in questa condizione, che crea problemi al paese e aggiunge difficoltà su difficoltà alle parti più deboli e meno difese di questo paese. Fra queste ultime vi è il Meridione, che, ancora una volta, nell'ambito di questo contesto, è oggetto di interventi che possono essere definiti dei «belletti», che non risolvono assolutamente i problemi, le annose questioni e le aspirazioni più importanti della popolazione e della gioventù del Sud (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
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DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio soddisfacimento personale e quello dei Popolari-Udeur per la soppressione di questo articolo, che è stato inserito nella finanziaria non con lo spirito ragionieristico che, come ho sentito dire, sarebbe ispiratore di questa manovra.
Chi ha predisposto questa finanziaria non è che non avesse un'anima, ma non aveva i soldi, perché questo bilancio, saccheggiato da una politica che, in cinque anni, ha svuotato le casse dello Stato, ha dovuto affrontare un problema enorme.
Al di là di questo, vorrei ritornare sull'argomento in oggetto. Capisco l'abilità del collega La Russa nell'individuare in questa azione un merito del centrodestra e lo riconosco, perché anche loro hanno sottolineato la necessità di andare nella direzione che - lo ricordo - comunque questa maggioranza, nelle sedi opportune e nelle riunioni in cui si dovevano prendere decisioni importanti, ha ritenuto di dover prendere.
Ci siamo resi conto che questo provvedimento era necessario perché abbiamo saputo e voluto ascoltare gli attori principali, le parti in causa e gli operatori turistici, mentre questa decisione...
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di fare silenzio, per favore.
DANTE D'ELPIDIO. ...sembra, ancora una volta, un provvedimento figlio di nessuno.
Invece, seppure qualche amministratore locale guardava con favore questa ipotesi per reperire ulteriori risorse e seppure qualche iniziativa di questo genere poteva risollevare le già disastrate casse comunali e locali, abbiamo deciso di anteporre a questa necessità e a questa forte esigenza gli interessi di un sistema che non può dare incentivi per attrarre investimenti e turisti dall'estero (e non potevamo, dall'altro lato, far pagare un contributo, anche se minimo, a chi decideva di trascorrere le vacanze nel nostro paese).
Se si vuole riconoscere al paese la vocazione turistica, facendo del rilancio turistico uno dei punti importanti del programma, riteniamo che si debba dare la risposta che anche noi Popolari-Udeur abbiamo inteso dare. È per questo che - lo ripeto -, dando una risposta in ossequio a tutti coloro che hanno sollevato questo importante problema, abbiamo deciso anche noi di sostenere la soppressione di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 9 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, è già stato ampiamente annunciato che, sui numerosissimi emendamenti soppressivi presentati all'articolo 9 - in particolare, faccio riferimento agli identici emendamenti soppressivi Leo 9.9, Lupi 9.10, Dussin 9.12 e D'Agrò 9.13 -, la Commissione esprime parere favorevole, purché ne venga eliminata la parte relativa alla copertura.
PRESIDENTE. Quindi, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti soppressivi e contrario su tutti gli altri?
MICHELE VENTURA, Relatore. Presidente, se riformulati sopprimendo la parte relativa alla copertura, che non è necessaria, il parere è favorevole su tutti gli emendamenti soppressivi (evito di citarli tutti). Tra l'altro, moltissimi emendamenti soppressivi presentati dalla maggioranza erano stati ritirati. Quindi, su questa soppressione, s'incontra un ampio favore.
PRESIDENTE. Dunque, il relatore ha proposto la riformulazione degli emendamenti soppressivi, nel senso di sopprimere la parte relativa alla copertura.
Prendo atto che i presentatori concordano sulla riformulazione dei propri emendamenti soppressivi, dai quali si intende conseguentemente espunta la parte relativa alla copertura.Pag. 36
Per quanto riguarda, invece, gli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 9, qual è il parere della Commissione?
MICHELE VENTURA, Relatore. Per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi, la Commissione invita i presentatori a ritirare l'articolo aggiuntivo D'Elpidio 9.04. Gli altri, credo siano stati ritirati...
ALBERTO GIORGETTI. Li abbiamo ritirati!
PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo, che è conforme a quello espresso dal relatore, è favorevole su tutti gli emendamenti soppressivi, purché ne venga espunta la parte relativa alla copertura, sopprimendo, dunque, le parole da «Conseguentemente» fino alla fine. Molti emendamenti vanno semplicemente riformulati.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Ringraziamo il relatore ed il Governo. L'importante è sopprimere l'articolo, poi, quale sia l'emendamento che votiamo non è rilevante. Per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi, però, signor Presidente, credo che debbano scomparire, dal momento che l'articolo cui si riferiscono è stato soppresso. Mi pare che ciò sia conseguente.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi, è stato espresso un invito al ritiro da parte del relatore Ventura ed è evidente che, se non vengono ritirati, devono essere posti tutti in votazione. Vi è un invito del relatore Ventura a ritirare gli articoli aggiuntivi per la ragione, fin troppo evidente, che ha appena evocato l'onorevole Crosetto. Mi riferisco agli articoli aggiuntivi Alemanno 9.02 e Raisi 9.07, che sono stati già ritirati.
ETTORE PERETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE PERETTI. Signor Presidente, intervengo per ritirare gli articoli aggiuntivi Dionisi 9.05 e 9.06.
PRESIDENTE. Sta bene.
A questo punto tutti gli emendamenti soppressivi sono identici in quanto è stata tolta la copertura agli identici emendamenti Leo 9.9, Lupi 9.10, Dussin 9.12 e D'Agrò 9.13.
Pertanto, partiamo dal primo emendamento e, visto che sono identici, procederemo ad una votazione unica.
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, rispettando la scelta - ci mancherebbe altro! - propongo di partire su quelli che erano comunque già senza copertura e che erano già pronti per l'attività emendativa.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, a me pare che sia razionale che siano posti in votazione tutti insieme, perché è inutile che ne votiamo uno per fare decadere gli altri. Siccome a questo punto sono diventati tutti uguali, li votiamo tutti insieme. Mi pare che la Presidenza non possa prestarsi a nessun gioco.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Gianfranco Conte 9.1, Valducci 9.2, Verro 9.3, Pizzolante 9.4, Zorzato 9.5 e 9.6, Di Centa 9.7, Bernardo 9.8, Leo 9.9, Lupi 9.10, Dussin 9.12 e D'Agrò 9.13, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi) (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 491
Astenuti 18
Maggioranza 246
Hanno votato sì 490
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Delfino, Belisario, Stagno D'Alcontres, Volontè e Zanella non sono riusciti a esprimere il proprio voto e che quest'ultima avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'esame degli articoli aggiuntivi all'articolo 9.
Prendo atto che tutti i presentatori hanno ritirato i rispettivi articoli aggiuntivi.
A questo punto, il presidente della Commissione e il relatore avevano proposto di sospendere la seduta per consentire al Comitato dei nove di riunirsi. Abbiamo ancora la possibilità di lavorare per un'ora e se il Comitato dei nove intende riunirsi durante l'intervallo dei lavori dell'Assemblea forse possiamo guadagnare un po' di tempo.
Chiedo al presidente della Commissione ed al relatore cosa suggeriscono in ordine al prosieguo dei lavori.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, avevo formulato una previsione che non teneva conto di qualcosa che non avevo previsto (chiedo scusa per la cacofonia), ossia della «ritirata» dei colleghi dell'opposizione per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi.
A questo punto, evidentemente, avremmo bisogno di un po' di tempo per valutare i subemendamenti riferiti all'articolo 8, qualora si pensi di passare all'esame di questa disposizione, o per valutare, in seno al Comitato dei nove, come procedere sull'articolo 10. Quindi, comunque, abbiamo bisogno di una sospensione della seduta.
Pertanto, direi che, se si vuole guadagnare un po' di tempo, come si diceva, si potrebbe anticipare di mezz'ora la ripresa della seduta, sospendendo ora i nostri lavori. Ripeto: visto che abbiamo parecchie cose da fare, si potrebbe sospendere ora la seduta, per poi riprendere i nostri lavori alle ore 15 o alle 15,30...
PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.
La seduta, sospesa alle 12,40, è ripresa alle 15,15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI