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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 8 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Riprendiamo quindi l'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate, precedentemente accantonato (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 3).
Invito il relatore ad esprimere il parere sulle ulteriori proposte emendative presentate.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, in relazione ai subemendamenti presentati all'emendamento 8.500 del Governo, il parere è favorevole sui subemendamenti Garavaglia 0.8.500.6 e 0.8.500.8. La Commissione accetta altresì lo stesso emendamento 8.500 del Governo. Il parere è contrario sugli altri subemendamenti presentati.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 8.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, votiamo!
TOMMASO FOTI. C'è l'ostruzionismo della maggioranza!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, non credo che ci sia alcun ostruzionismo. Credo che si potrebbe parlare di ostruzionismo se lo faceste voi!
TOMMASO FOTI. Votiamo! Votiamo!
MAURIZIO LEO. Votiamo!
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Prego, onorevole Quartiani.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Per quanto mi riguarda, è la prima volta che prendo la parola in aula, e lo faccio su un emendamento che il Governo ha presentato per venire incontro ad una proposta dell'opposizione. Giustamente, si prevedono alcune modulazioni nella tassazione ICI al fine di garantire all'autonomia comunale una certa flessibilità di intervento che permetta di utilizzare tale imposta in modo che le categorie e le famiglie che hanno maggiori difficoltà dal punto di vista economico (quali quelle con anziani), possano essere escluse dall'eventuale applicazione delle maggiorazioni al fine di pervenire ad un equilibrio nei saldi di bilancio dei comuni stessi.
Quindi, penso che il lavoro svolto dal Comitato dei nove e dal relatore - dall'intero Comitato dei nove, dai rappresentanti della maggioranza come dai rappresentanti dell'opposizione - abbia prodotto una condizione sufficiente affinché oggi si possa recepire, all'inizio dei lavori pomeridiani dell'Assemblea, la proposta del relatore, che è quella di accogliere anche una parte dei subemendamenti. Quindi, non si accetta soltanto l'emendamento 8.500 del Governo, che viene incontro, del resto, ad una giusta sollecitazione dei colleghi dell'opposizione, in particolare di quelli dell'UDC, ma si esprime parere favorevole anche sui subemendamenti di colleghi di Alleanza Nazionale, benché essi fossero fortemente critici sul fatto che io intendessi sottolineare questo elemento alla ripresa dei nostri lavori. L'emendamento viene incontro all'esigenza sottoposta anche da colleghi di altri gruppi dell'opposizione, quali la Lega e Forza Italia.
ELIO VITO. La mano, Quartiani!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Naturalmente, non siamo insensibili a simili questioni. Intervengo proprio per questo. È una delle questioni di cui abbiamo discusso a lungo, anche all'interno della maggioranza. Abbiamo discusso a lungo Pag. 39per verificare quanto si potesse rendere flessibile un intervento che non fosse impositivo nei confronti dei comuni ma che, all'interno di una linea di tipo federalista ed autonomista, garantisse loro una capacità di intervento che non fosse l'imposizione dall'alto di una decisione, peraltro utile. È una decisione utile, come hanno avuto modo di dire tanti sindaci, i quali non rispondono soltanto a sollecitazioni - diciamo così - di carattere populistico e propagandistico perché sanno che per la prima volta possono usare strumenti nella definizione dei loro bilanci come la maggiorazione dell'addizionale IRPEF o dell'addizionale ICI. Possono rispondere alle esigenze di bilancio in maniera diversa da come consentiva di fare il centrodestra nel passato, con le ultime tre leggi finanziarie, anche ponendo la fiducia e non consentendo a questo Parlamento di discutere come stiamo facendo oggi, quando non soltanto imponeva ai comuni i tagli di bilancio ma impediva anche di arrivare al pareggio utilizzando elementi di autonomia finanziaria, secondo ciò che viene disposto dall'articolo 119 del Titolo V della Costituzione. Ebbene, noi oggi stiamo facendo esattamente il contrario. Stiamo rispondendo all'esigenza sottoposta dall'ANCI, dai comuni e da tante realtà territoriali di avere a disposizione degli strumenti finanziari e di bilancio che consentano ai comuni di essere all'altezza del governo locale e delle domande che vengono dalle comunità locali (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anch'io vorrei approfittare dell'esame delle proposte emendative all'articolo 8, nella fattispecie dell'emendamento 8.8 del collega Osvaldo Napoli, per intervenire nel momento in cui affrontiamo l'argomento della tassa di scopo. È un argomento importante, come ebbi modo di dire intervenendo sul tema specifico dell'evasione e dell'elusione fiscale. Credo che quello delle opere pubbliche sia sicuramente un argomento di grande importanza all'interno della manovra finanziaria. L'occasione è utile anche perché la maggioranza ha usato molto poco del tempo a sua disposizione - sia il tempo di merito che il tempo per gli interventi a titolo personale - dando molto spazio all'opposizione. Ma quando si affrontano alcuni capisaldi, anche in riferimento agli emendamenti, credo sia utile e doveroso da parte nostra portare un minimo contributo di chiarezza e rispondere alle tante questioni che sono state sollevate in quest'aula dai colleghi dell'opposizione.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti...
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sono già finiti i cinque minuti a mia disposizione?
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei ha a disposizione un minuto perché si tratta di un intervento a titolo personale. Per il suo gruppo ha già parlato l'onorevole Quartiani.
ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, Presidente, mi ero distratto. Comunque, invito a votare contro l'emendamento 8.8 del collega Osvaldo Napoli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo per sottolineare come l'accoglimento di un emendamento non possa certamente dare risposte esaustive rispetto ad una critica forte proveniente da tutte le associazioni rappresentative degli enti locali, in particolare delle province e delle regioni. Nondimeno, noi siamo attenti, proprio per la battaglia parlamentare che stiamo conducendo, nel valutare quegli emendamenti, proposti anche dal Governo e dalla maggioranza, che in ogni caso vadano nella direzione di dare sostanza forte all'autonomia, alla capacità ed alla responsabilità forte degli enti locali rispetto Pag. 40alla politica di carattere tributario locale. Quindi, noi sosteniamo le proposte emendative volte a conferire maggiore responsabilità a tutti gli amministratori locali, che sono certamente responsabili della spesa, ma devono acquisire una maggiore e forte responsabilità in termini di governo delle entrate.
Per cui, l'emendamento preannunziato in quest'aula ed anche i subemendamenti che vanno in tale direzione hanno il forte consenso da parte del gruppo dell'UDC.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo brevemente, perché ho ascoltato l'intervento accalorato dell'onorevole Quartiani. Gli suggerisco di svolgere tale intervento con riferimento agli emendamenti successivi, perché a mio avviso le considerazioni svolte non riguardavano l'emendamento in discussione. L'intervento dell'onorevole Quartiani è stato talmente bello che mi auguro lo abbiano ascoltato anche i miei colleghi. Tuttavia, onorevole Quartiani, lei avrebbe dovuto svolgerlo sull'emendamento giusto!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Adenti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO ADENTI. Signor Presidente, il gruppo dei Popolari-Udeur valuta positivamente l'introduzione dell'imposta di scopo, che prelude finalmente - ci auguriamo - all'introduzione di un più completo, puntuale ed efficace sistema di federalismo fiscale e prelude altresì - ci auguriamo anche questo - alla completa attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, aspetto in discussione tra le forze politiche e che auspichiamo possa trovare attuazione nel 2007.
Si tratta di un provvedimento importante anche - e soprattutto - perché la compartecipazione dei cittadini è finalizzata alla realizzazione di opere pubbliche preventivamente individuate e, quindi, il prelievo fiscale non è fine a se stesso, ma viene concretamente utilizzato per la realizzazione di un'opera pubblica che i cittadini possono seguire nella realizzazione. In particolare, noi abbiamo presentato una proposta emendativa che amplia le tipologie che i comuni hanno a disposizione per individuare le opere pubbliche. Riteniamo indispensabile inserire altre due tipologie che, d'altro canto, rientrano tra gli interventi prioritari per qualsiasi amministrazione pubblica. La prima è l'edilizia scolastica; infatti, nonostante i contributi regionali e statali - che, per la verità, negli ultimi anni sono in regresso - essa richiede sempre ingenti investimenti di messa in sicurezza a norma del decreto legislativo n. 626 del 1994 e di manutenzione straordinaria, e spesso le risorse comunali sono inadeguate. Lo stesso discorso vale anche per il recupero e la conservazione dei beni artistici ed architettonici, che i comuni sono in grado di attuare solo in minima parte e con grandi sacrifici finanziari, oltre che in tempi storici, anche per la carenza dei mezzi finanziari. Ciascuno di noi, sia chi è attualmente amministratore di enti locali sia chi lo è stato in passato, sa benissimo quale sia l'importanza di queste opere pubbliche per la propria comunità cittadina; in particolare, conosce quali siano le aspettative dei cittadini rispetto a questi beni di utilità pubblica.
Dunque con il nostro emendamento desideriamo offrire la possibilità ai comuni di ampliare le tipologie di opere realizzabili con imposta di scopo: opere finalizzate a migliorare la qualità della vita, la fruibilità dei servizi e a rendere più belle, ospitali ed attraenti le nostre città, i nostri paesi e i nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Mi limiterò alla lettura di una dichiarazione a nome del gruppo La Rosa nel Pugno. Signor Presidente, noi della Rosa nel Pugno ci asteniamo Pag. 41in questa votazione, come faremo nelle successive, per dare voce al disagio e alle giuste istanze che vengono dal mondo delle università e da quello della ricerca. Lo facciamo per indurre il Governo e la maggioranza ad eliminare i tagli che riguardano tutti i settori della ricerca, eliminando al loro posto sprechi e privilegi: alcuni sprechi, come nel caso di Sviluppo Italia, società inefficace e da mettere in liquidazione, o alcuni privilegi, come quello che si determinerebbe se non si limitasse l'esenzione dall'ICI ai soli immobili delle chiese, e solo a quelli destinati all'esercizio del culto.
Noi siamo convinti che il centrosinistra debba fare della ricerca una delle missioni principali per il futuro delle nuove generazioni e del nostro paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo appena potuto constatare che il gruppo parlamentare della Rosa nel Pugno sta continuando nell'atteggiamento annunciato stamani, un atteggiamento di astensione nei confronti della votazione degli articoli e delle proposte emendative presentate dal Governo, per sottolineare la necessità che si arrivi a congrui finanziamenti per la ricerca scientifica. Vorrei sottolineare che La Rosa nel Pugno non è solo un gruppo parlamentare della maggioranza, è anche una forza politica presente nel Governo, al massimo livello, con la posizione di ministro della Repubblica.
Se dunque La Rosa nel Pugno prende questa posizione, è evidente segno che è seriamente preoccupata per l'esito della vicenda. Io credo che come componente della maggioranza, che è sensibile, anche per quanto mi riguarda, alle vicende della ricerca scientifica, non si possa tacere un commento. Io non cambio il mio voto rispetto a quello che il mio gruppo esprime, perché non stiamo votando sulla materia della ricerca scientifica, però se una forza addirittura presente nel Governo sente il bisogno di dissociarsi dal voto della maggioranza su un problema di questo genere, credo sia giusto far levare una voce molto precisa: queste preoccupazioni sono anche le nostre, signor Presidente e onorevoli colleghi.
Allora noi chiediamo al Governo di dare questa rassicurazione al più presto, in modo da riportare compattezza nella maggioranza e in modo da poter rispondere alle attese di un mondo che non porta soltanto esperienze corporative, ma che rappresenta effettivamente esperienze che hanno un carattere generale e che hanno esigenze che sono assolutamente necessarie per lo sviluppo del nostro paese. È con questi sentimenti che chiedo al Governo di esprimersi quanto prima su questa importante materia (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo, dopo aver ascoltato stamane l'intervento dell'onorevole Villetti, della Rosa nel pugno, e ora quello dell'onorevole Valdo Spini, per rimarcare che siamo anche noi preoccupati: non vogliamo lo sfascio di questo paese.
Stiamo analizzando una proposta rispetto alla quale il nostro gruppo è contrario, perché l'ulteriore balzello dello 0,5 per cento rappresenta un'ulteriore tassa (anche se di scopo) che imponiamo ai cittadini. Ciò è significativo.
Dovremmo votare contro, ma, in segno di buona volontà, il nostro gruppo si asterrà, proprio per accelerare il confronto interno alla maggioranza, e soprattutto al Governo, in materia di ricerca e università. Pertanto, affinché effettivamente la battaglia che in quest'aula stanno portando avanti La Rosa nel pugno e i socialisti riformisti abbia successo, anche noi ci asterremo dal voto quale atto dal significato politico, per aiutarli in questa battaglia giusta e sacrosanta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 297
Votanti 282
Astenuti 15
Maggioranza 142
Hanno votato sì 20
Hanno votato no 262
Sono in missione 61 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 8.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 310
Votanti 293
Astenuti 17
Maggioranza 147
Hanno votato sì 34
Hanno votato no 259
Sono in missione 61 deputati).
Prendo atto che l'onorevole Leddi Maiola non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Della Vedova 8.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 351
Votanti 334
Astenuti 17
Maggioranza 168
Hanno votato sì 73
Hanno votato no 261).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 351
Astenuti 18
Maggioranza 176
Hanno votato sì 95
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Formisano non è riuscito a votare.
Onorevoli colleghi, dispongo l'annullamento della votazione testé svolta sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.12, in quanto avrebbero dovuto essere prima posti in votazione i subemendamenti all'emendamento 8.500 del Governo, a partire dal subemendamento Zorzato 0.8.500.2, nonché l'emendamento 8.500 del Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zorzato 0.8.500.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 462
Astenuti 17
Maggioranza 232
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 265).Pag. 43
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.8.500.6, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 436
Astenuti 22
Maggioranza 219
Hanno votato sì 432
Hanno votato no 4).
Prendo atto che i deputati Lion e Zanella non sono riusciti a votare.
GABRIELE BOSCETTO. Presidente, quale subemendamento ha posto in votazione?
PRESIDENTE. Abbiamo appena votato il subemendamento Garavaglia 0.8.500.6.
Passiamo adesso alla votazione del subemendamento Garavaglia 0.8.500.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, ho deciso che mi asterrò dal voto su questo subemendamento perché non sono d'accordo in ordine all'impostazione globale, sotto il profilo costituzionale, che viene fornita rispetto a questo articolo e alla valutazione dello stesso.
Mi pare si sia completamente dimenticato il parere espresso dalla I Commissione e mi stupisco che non si sia tenuto conto a tutti livelli di questo parere qualificato. La Commissione affari costituzionali afferma che le disposizioni recate dagli articoli 8 e 9, che attribuiscono ai comuni la facoltà di istituire rispettivamente un'imposta di scopo per la realizzazione di determinate opere pubbliche (trasporto pubblico urbano, opere viarie, arredo urbano, parchi e giardini, parcheggi pubblici) e un contributo di soggiorno destinato ad interventi di manutenzione urbana e di valorizzazione dei centri storici, appaiono presentare profili problematici in relazione al principio di autonomia finanziaria degli enti territoriali stabilito dall'articolo 119 della Costituzione, come interpretato dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, secondo cui le risorse finanziarie derivanti dalle fonti ivi indicate devono consentire agli enti territoriali il finanziamento delle funzioni ad essi attribuite senza vincoli di destinazione.
Infatti, esprimendo il parere favorevole, la I Commissione svolge un'osservazione puntuale in ordine agli articoli 8 e 9, evidenziando l'opportunità di valutare l'esigenza di riformulare le disposizioni ivi recate, al fine di prevedere che l'imposta di scopo e il contributo di soggiorno possano essere destinati al finanziamento di interventi di competenza comunale, senza prevedere specifici vincoli di destinazione da parte della legge statale.
È una giurisprudenza costante della Corte costituzionale quella secondo la quale non si può costituire alcun fondo e non si può neppure stabilire alcuna norma a favore delle regioni o dei comuni che non sia generica e che si intrometta nell'autonomia di tali enti, stabilendo che essi debbano vincolare queste risorse, attraverso un fondo o un provvedimento normativo di attribuzione di potestà fiscale, in quanto attribuendo linee di destinazione e vincoli si viola l'articolo 119 della Costituzione.
Ci sono sentenze a iosa, tutte citate in questo ottimo parere della nostra I Commissione, che noi condividiamo appieno. Ci sono sentenze del 2003, del 2004, del 2005 e la più recente è dell'aprile del 2006.
Tutte dicono questo e tutte hanno dichiarato incostituzionali le normative relative, quasi tutte contenute nelle finanziarie. Cito, proprio per specificità, in relazione ai comuni, il fondo nazionale per la riqualificazione urbana dei comuni, che è stato dichiarato incostituzionale con sentenza n. 16 del 2004. Noi, quindi, stiamo propinando ai comuni una polpetta avvelenata, perché è chiaro che ci sarà un contenzioso immediato e che questi enti, quando metteranno in essere questa tassa Pag. 44di scopo, si troveranno di fronte alla giurisprudenza della Corte costituzionale, che dirà che questo meccanismo è incostituzionale. Stiamo facendo non il bene dei nostri comuni, ma stiamo violando norme costituzionali e mettendoli, quindi, in previa e forte difficoltà.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Boscetto.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo, quindi, che l'esame dell'emendamento 8.500 del Governo e dei relativi subemendamenti venga accantonato e che il Comitato dei nove si renda conto di quello che ha scritto, nel proprio parere, la Commissione affari costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Sulla proposta di accantonamento dell'emendamento 8.500 del Governo e di tutti i subemendamenti ad esso riferiti, formulata dall'onorevole Boscetto, chiedo al relatore Ventura di esprimere il parere.
MICHELE VENTURA, Relatore. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Sulla proposta di accantonamento, darò ora la parola ad un oratore contro e ad uno a favore che ne faccia richiesta.
GIANPIERO D'ALIA. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo per sostenere la proposta del collega Boscetto. Colleghi, è evidente che questo profilo di incostituzionalità riguardi non solo il sistema di imposizione fiscale che si attribuisce ai comuni, ma anche la violazione di tutta una serie di competenze che, attraverso l'introduzione di fondi presso alcuni Ministeri, è stata fatta, sia nella stesura originaria della finanziaria, sia con riferimento agli emendamenti del Governo; ovvero, l'istituzione di fondi per la famiglia, le politiche giovanili o la disabilità, laddove non viene precisato che afferiscono alla gestione di una competenza statale, rientra nelle fattispecie che la Corte costituzionale ha indicato, dichiarando l'incostituzionalità delle norme che attribuiscono allo Stato una competenza che la Costituzione attribuisce, viceversa, a regioni, province e comuni. Credo che questo ragionamento si debba svolgere in termini costruttivi per evitare che si disperdano risorse, per fare in modo che il tutto avvenga nell'ambito delle competenze costituzionalmente garantite e che (visto il contesto in cui si è sviluppata questa finanziaria), almeno sotto il profilo della correttezza giuridico-costituzionale nell'impostazione dell'impianto della finanziaria, si possa trovare un'intesa. Per questa ragione, chiedo che si accolga la richiesta del collega Boscetto.
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare contro, pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 8.500 del Governo e dei subemendamenti ad esso riferiti, formulata dall'onorevole Boscetto.
(La Camera respinge).
ANGELINO ALFANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELINO ALFANO. Signor Presidente, intervengo per porre una questione davvero grave sull'ordine dei lavori, a nome del gruppo di Forza Italia.
Abbiamo dato un'occhiata agli emendamenti che il Governo ha presentato nelle ultime ore e nell'ultima giornata dei lavori. Abbiamo rinvenuto otto, nove emendamenti, tutti coperti con il fondo per le aree sottoutilizzate del nostro paese. Si sta verificando un fatto gravissimo: vi è un ammontare totale di 431 milioni e 800 mila euro di utilizzo del fondo per le aree sottoutilizzate, per finalità relative a fatti gravi, inclusi nell'ambito della questione Pag. 45meridionale, come il terremoto del Molise. Noi siamo meridionali e dobbiamo pagare con i nostri soldi! A volte si tratta di situazioni paradossali, per cui finanziamo la progettazione della linea ferroviaria Parma-La Spezia, la cosiddetta Pontremolese, con 72 milioni di euro prelevati dal fondo per le aree sottoutilizzate! A noi, caro Presidente, pare davvero una questione non grave, ma gravissima. Qui si sta operando una redistribuzione alla rovescia, si sta «cecchinando» il fondo per le aree sottoutilizzate. In altre parole, nell'ambito della precedente legislatura, è stato costituito, per una maggiore efficienza della spesa, un fondo unico per il sud e adesso la maggiore efficienza della spesa si sta trasformando in una maggiore efficienza della «presa». Qui si sta verificando un fatto assolutamente paradossale; essendo chiaro il bersaglio contabile, cioè il fondo per le aree sottoutilizzate, lo si sta aggredendo e si stanno diminuendo quelle dotazioni che dovevano servire per l'infrastrutturazione del Mezzogiorno, con alcuni effetti inverosimili: vi è un emendamento lodevole nelle finalità, presentato dall'onorevole Crisafulli, per esempio, per le strade provinciali siciliane, che vincola l'utilizzo da parte della regione siciliana di risorse che già erano nostre (quelle previste nell'ambito del fondo per le aree sottoutilizzate). Quindi, una colossale presa in giro!
Allora, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché ritengo che questo scippo, a cui saranno sensibili, non solo i deputati meridionali presenti in aula, non solo i deputati dell'opposizione, ma credo chiunque abbia a cuore le sorti di un equo bilancio all'interno dello Stato italiano, non possa cadere nel silenzio.
Chiediamo urgentemente che venga in aula a riferire il viceministro D'Antoni sull'utilizzo di queste risorse e sullo scippo che si sta perpetrando ai danni del meridione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Onorevole Alfano, le ho consentito di terminare l'intervento, ma lei converrà con me che la questione che lei pone attiene, più che all'ordine dei lavori, al merito di alcuni articoli e di alcuni emendamenti. Quando arriveremo alla discussione su tale punto, sicuramente potremo approfondire anche le questioni che lei poneva.
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, oltre alla questione già posta dal collega Alfano, mi permetto di ricollegarmi ad un passaggio che abbiamo avuto nell'ambito del Comitato dei nove in merito alla presentazione di un emendamento che sopprime alcuni articoli relativamente al coordinamento di finanza pubblica e ai risparmi di tetti intermedi rispetto ai saldi di bilancio. Ci troviamo di fronte ad un'ulteriore fase, con la presentazione di emendamenti da parte del relatore, della maggioranza e del Governo - per una buona parte emendamenti di spesa - , che ci inducono a pensare che di fatto stiano saltando le logiche con cui questa finanziaria è stata costruita e, quindi, anche le tempistiche a disposizione dei gruppi. Infatti, fino ad oggi abbiamo assistito ad una intensa attività di presentazione di emendamenti e ora ci troviamo di fronte ad un metodo di lavoro che dimostra ancora come quest'aula non sia nelle condizioni di valutare appieno il perimetro complessivo della manovra finanziaria. Lo dimostra anche il fatto che proprio in Commissione, tra Governo e relatore, vi è stato un passaggio che ha portato prudenzialmente - capisco il relatore e lo apprezzo per questo - all'accantonamento di questo emendamento; ciò dimostra che oggi non c'è piena consapevolezza da parte del Governo sulle coperture attivate e gli effetti complessivi di questa mole enorme di emendamenti, che continua a cambiare la legge finanziaria e a modificare - è quello che ci interessa - i saldi complessivi. Mi pare che l'aula non sia nelle condizioni di proseguire i propri lavori, se non interviene un chiarimento complessivo sui numeri, Pag. 46gli effetti complessivi di questa enorme attività emendativa, su una tempistica adeguata per poter affrontare tali argomenti in questa sede, restando da discutere, allo stato attuale, più di 200 articoli.
Mi pare che questa situazione sia abbastanza grave e meriti una riflessione, da parte della Presidenza, sui tempi assegnati e sulle iniziative da porre in essere per dare piena trasparenza ai meccanismi di copertura ed ai saldi complessivi sulla base dei quali organizziamo il nostro dibattito (e che mi sembrano essere stati largamente superati).
GIANPIERO D'ALIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo, onorevole D'Alia? Dovremmo evitare una discussione che entri nel merito delle questioni. Se si tratta di questioni di carattere...
GIANPIERO D'ALIA. Sull'ordine dei lavori, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, il mio intervento sarà sull'ordine dei lavori e non entrerò nel merito.
Tuttavia, poiché, già ieri, in Assemblea, e stamattina, in Commissione affari costituzionali, abbiamo sollevato la questione delle coperture, con riferimento, ad esempio, alla circostanza che tutti gli interventi relativi al settore della sicurezza, proposti in termini aggiuntivi dal Governo, ancorché in maniera tardiva, sono coperti con i fondi FAS, vale a dire per le aree sottoutilizzate, è evidente che si pone un problema di metodo rispetto al quale dobbiamo capire quale sia l'opinione del Governo.
Se si va raschiare il fondo del barile per coprire servizi essenziali, e lo si fa prelevando da fondi per lo sviluppo del Mezzogiorno (sia per il 2007 sia per il 2008, perché ci sono 200 milioni di euro relativi all'anno 2008), è evidente che non capiamo più quale coerenza abbia l'intervento operato con il disegno di legge finanziaria. Questo è il problema che desideravo porre.
PRESIDENTE. Onorevole D'Alia, la questione della copertura finanziaria - lo dico anche per gli altri colleghi che hanno preannunciato interventi sull'ordine dei lavori - è, ovviamente, una scelta di carattere politico, che potremo sindacare allorquando passeremo all'esame degli articoli ai quali si fa riferimento, che sono successivi a quello al nostro esame.
Quindi, proseguirei nell'esame dell'articolo 8. Lo dico anche agli altri colleghi che hanno chiesto di parlare: se interveniamo tutti su questo argomento...
Qualcuno chiede di parlare per dichiarazione di voto sul subemendamento Garavaglia 0.8.500.7?
GASPARE GIUDICE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, mi scusi, ma credo di non poter essere d'accordo con lei.
Se il problema riguardasse un solo articolo, mi sembrerebbe assolutamente corretto affrontarlo al momento dell'esame di quell'articolo. Al contrario, il problema politico che l'onorevole Angelino Alfano ed altri stanno ponendo oggi è generale: si pone, ad esempio, per l'articolo 57, con riferimento agli ispettori del lavoro, per l'articolo 85, riguardo agli apprendisti, per l'articolo 184, relativamente alla strada Parma-La Spezia, per il centro di documentazione di cui alla Tabella B 500, per l'articolo 166, con riferimento ai piccoli comuni.
Qui il problema è politico! Per una serie di interventi previsti da alcuni articoli è stato utilizzato il Fondo per le aree sottoutilizzate.
Quindi, chiediamo formalmente che il viceministro D'Antoni venga a darci una spiegazione su questo modo di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, chiederei l'attenzione sua e dei colleghi.
Credo che tutte le considerazioni siano legittime. Sarà bene per tutti analizzare profondamente anche quelle che riguarderanno, al momento opportuno, gli articoli e gli emendamenti ai quali si fa riferimento (come abbiamo fatto, credo, nelle tante occasioni in cui l'opposizione ha sollevato questioni che andavano affrontate, sulle quali c'è stata una risposta, gradita o meno che fosse, da parte del Governo e della maggioranza).
Però, signor Presidente, dico all'opposizione, per il suo tramite, che questa si profila come una chiara manovra ostruzionistica (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)...
RAFFAELE FITTO. Non è così!
ROBERTO GIACHETTI. Noi stiamo affrontando l'esame dell'articolo 8 e siamo in fase di votazione degli emendamenti.
Vi sono questioni di merito che riguardano altri articoli e che, di conseguenza, giustamente, dovranno essere poste al momento opportuno. Obiettivamente, però, aprire adesso un'altra discussione sull'ordine dei lavori ci porta via tempo e non ci fa esaminare l'articolo 8: lo si può anche definire, nobilmente, un contributo, ma è chiaramente una forma di ostruzionismo!
Allora, stavamo esaminando l'articolo 8, è finito il dibattito sul complesso degli emendamenti e siamo in fase di votazione. Quando arriveremo all'articolo al quale si fa riferimento, o a quelli ad esso connessi, ci occuperemo dell'argomento.
ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo con riguardo alla presenza del Governo in aula. Onorevole Giachetti, possiamo anche riprendere l'esame delle proposte emendative relative all'articolo 8 ed i colleghi interessati al sud possono intervenire - in maniera impropria, però - a titolo personale su quell'argomento. Però, Presidente, credo che la questione sollevata dall'onorevole Alfano e la questione dei lavori parlamentari siano ormai sotto gli occhi di tutti e richiedano l'intervento urgente del ministro Padoa Schioppa e del ministro per i rapporti con il Parlamento.
Colleghi, stiamo votando con un intero gruppo parlamentare della maggioranza che si astiene su tutti gli emendamenti e su tutti gli articoli della legge finanziaria. Voi fate finta di nulla, il Governo fa finta di nulla e noi dovremmo fare finta di nulla? È evidente che non c'è più la maggioranza, che c'è un problema politico. Un gruppo intende sollevare una questione, alla quale siamo tutti interessati, come quella relativa alla ricerca, e si astiene su tutti gli emendamenti. E noi dobbiamo aspettare cosa? Che si trovi un accordo al Senato per votare gli emendamenti e gli articoli relativi alla ricerca?
C'è un uomo, al quale va anche la nostra umana solidarietà, che ha addirittura fondato un partito (che è stato un po' di qua e un po' di là) per stare finalmente al Governo ed avere un incarico sul Mezzogiorno. Mi riferisco all'onorevole Sergio D'Antoni: all'improvviso gli togliete la ragione d'essere di quell'incarico, la sua ragione di fare politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)! Noi cosa dobbiamo fare? Assistere al fatto che un viceministro non ha più i fondi per i quali ha istituito la ragione della sua attività politica? È naturale, signor Presidente, che chiediamo che il viceministro D'Antoni venga in aula.
Non possiamo fare, come ha detto bene l'onorevole Giudice, una discussione sulle coperture sparse sui vari articoli. Si tratta di una ragione politica: perché il Governo ha deciso di coprire i vari interventi che ha fatto sulla legge finanziaria sottraendo fondi alle aree sottosviluppate? Si tratta Pag. 48prevalentemente di aree del Mezzogiorno, ma non solo. Su questo credo sia necessaria una discussione politica: un rappresentante del Governo deve spiegare, anche alla maggioranza, le ragioni di questo intervento sulla copertura.
Infine, signor Presidente, è stata correttamente annunciata in Commissione dal presidente Duilio la presentazione di un'altra quindicina di emendamenti, questa volta da parte della Commissione (il Governo li presenterà domani: vanno a giorni alterni). Ebbene, questi emendamenti sostituiscono interi articoli della legge finanziaria. Immagino che siano al vaglio dell'ammissibilità della Presidenza e che una volta ammessi dalla Presidenza ci sarà comunicato un termine per la presentazione dei subemendamenti. Presidente Franceschini, ci dà il permesso di subemendare 15 nuovi articoli della legge finanziaria presentati dalla Commissione? È evidente che siamo di fronte ad uno stravolgimento continuo della legge finanziaria rispetto al quale il solo utilizzo degli strumenti a nostra disposizione non può essere confuso, onorevole Giachetti, con manovre ostruzionistiche. L'unico ostruzionismo che si sta vedendo in quest'aula è quello che stanno facendo maggioranza e Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Onorevole Vito, il Governo è legittimamente rappresentato dai sottosegretari presenti in aula che, peraltro, avranno modo di riportare all'interno del Governo le questioni sollevate in questa sede. Relativamente all'altra questione, vi invito a riprenderla quando passeremo all'esame del primo articolo che contiene quel tipo di copertura.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare per richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per richiamo al regolamento sulla medesima questione prospettata dall'onorevole Vito. Da venerdì io stesso, come altri colleghi dell'opposizione, l'ha ben capito anche l'onorevole Giachetti, chiediamo la presenza del ministro Padoa Schioppa non tanto per fargli perdere tempo nella sua rappresentanza estera del buon andamento dei conti italiani, quanto piuttosto per fare una valutazione complessiva sull'andamento dei nostri lavori. È stato ricordato ieri dal segretario del mio gruppo di appartenenza, Lorenzo Cesa, in un intervento riguardante l'andamento dei lavori parlamentari. Lo dico non solo con riferimento a questa vicenda, sollevata ieri dall'onorevole D'Alia e dalla Commissione affari costituzionali, e ripresa con intelligenza dall'onorevole Angelino Alfano; se guardiamo a queste coperture che riguardano le aree sottosviluppate del Mezzogiorno e al fatto che un miliardo di euro è stato sottratto - chissà come - alla regione siciliana, si va ad aprire una vicenda che riguarda tutto il Mezzogiorno del nostro paese e che non è più assimilabile alla discussione di una singola copertura, di un singolo emendamento da affrontare tra uno, due o tre giorni. È una vicenda molto più ampia e complessa, che investe gli equilibri generali della finanza del nostro paese e il modo in cui la politica economica di questo Governo, in questo aspetto particolare, intende guardare allo sviluppo nel Mezzogiorno.
Presidente, mi consenta di aggiungere un'altra osservazione. Lei e l'onorevole Giachetti ci richiamate ad una correttezza nella discussione dei tempi; lei sa che sono a scalare rispetto al tempo a disposizione spettante ai singoli gruppi. A tale proposito, mi sembra che il nostro richiamo abbia un valore in più.
Pochi minuti fa il ministro Chiti ha rilasciato una dichiarazione di agenzia in cui dice di voler stringere i tempi ed ultimare il passaggio della legge finanziaria in questo ramo del Parlamento: denuncia cioè un'incertezza. Di fronte a questa incertezza e di fronte alla certezza di alcune scelte che il Governo sta via via facendo (l'ha fatto giovedì, venerdì, sabato, lo sta facendo oggi, lo farà domani), ci Pag. 49vorrebbe almeno un'altra certezza: che il Governo, come ricordato venerdì e sabato in quest'aula, ci dicesse esattamente quale sia il perimetro nuovo che intende dare alla legge finanziaria, al fine di consentire al Parlamento di svolgere correttamente il proprio compito, che non è esclusivamente quello di presentare un emendamento, ma di avere il quadro della manovra finanziaria; quale sia la politica economica del Governo, che vuole in questo caso attribuirsi meriti nei confronti delle aree del Mezzogiorno, come rispetto agli artigiani o alla scuola. Tutto questo manca ed è oggetto di una denuncia politica.
A tutto questo, senza nulla togliere agli onorevoli sottosegretari presenti in aula, occorre che venga data una risposta da chi siede in Consiglio dei ministri, che sta facendo un'opera volenterosa di raccogliere gli emendamenti che saranno presentati anche domani, e da chi, immagino, dentro il Governo si stia preoccupando seriamente di una tenuta della maggioranza che non a Berlino una settimana fa, non al Senato dieci giorni fa, ma qui alla Camera mezz'ora fa, mostra segni di non voler continuare a coesistere, se non vi sono alcune garanzie e condizioni di manovra.
Abbiamo letto a proposito dell'onorevole Pallaro dieci giorni fa, abbiamo letto dell'impegno di un onorevole senatore importante della Repubblica, che è anche un esimio scienziato, abbiamo ascoltato le dichiarazioni di un gruppo parlamentare: che non vi sia alcuna reazione e che si riduca l'oggetto della discussione di oggi ad una semplice questione formale (cioè discuterete di tali questioni quando si arriverà a quegli articoli nei prossimi giorni) mi sembra abbastanza riduttivo e forse il segno di una maggioranza che non riesce a trovare da sola le risposte non solo per coesistere, ma anche per dare una certa razionalità ai lavori riguardanti l'esame della nostra manovra finanziaria.
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, ripeto che su tale questione vi sono altre richieste di intervento, ma che il procedimento parlamentare ha una sua organizzazione e sue proprie esigenze. In questa fase stiamo discutendo dell'articolo 8 della legge finanziaria, mentre gli interventi svolti riguardano altri articoli della stessa: non si può aprire una discussione su singole scelte che esulano dall'esame dell'articolo che stiamo discutendo. Avrei dovuto, peraltro, dare la parola al massimo ad un oratore per gruppo, mentre ho già superato i limiti imposti dal regolamento.
Vi chiedo quindi di tornare alla discussione dell'articolo 8, in particolare dell'emendamento 8.500 presentato dal Governo e dei subemendamenti ad esso riferiti.
Passiamo ai voti....
RAFFAELE FITTO. Presidente! Avevo chiesto di parlare!
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Fitto. Prego, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale.
RAFFAELE FITTO. Sono costretto, signor Presidente, ad intervenire, apparentemente, sul subemendamento in esame, ma devo permettermi di chiedere anche al collega Giachetti, che prima ha visto una manovra di ostruzionismo in questi nostri interventi, di svolgere una riflessione.
Il problema su cui poco fa abbiamo cercato di rivolgere l'attenzione del Parlamento è molto serio e non può essere affrontato con singoli emendamenti. In questo momento - lo dico ai parlamentari del Mezzogiorno - siamo di fronte al dimezzamento dei finanziamenti del fondo per il Mezzogiorno. Siamo a 4 miliardi di euro e si utilizza questo capitolo di spesa come un bancomat per dare copertura a tutti i capitoli.
Il mio intervento non è polemico (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo) - vi prego, colleghi, anche della maggioranza -, né voglio fare in alcun modo ostruzionismo. Mi sto esprimendo in modo molto sereno, come hanno fatto altri colleghi, per invitarvi ad un momento di riflessione, perché stiamo andando incontro ad una serie di scelte molto gravi.Pag. 50
Chiedo quindi al Governo e, in modo particolare, ai colleghi del Mezzogiorno di guardare con attenzione alla tabella F del fondo per il Mezzogiorno. Essa, al momento, è stata dimezzata e si continua a perseguire una logica secondo la quale da questo fondo si prelevano le risorse per coprire altri emendamenti. Chiedo al Governo di fare un momento...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fitto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, devo dire che sono rimasto molto esterrefatto della risposta dell'unico collega della maggioranza che è intervenuto, l'onorevole Giachetti, che quasi ci ha accusato di fare ostruzionismo, mentre ponevamo una questione di estrema rilevanza per tutto il paese e, in particolare, per il Mezzogiorno.
Quando questo dibattito uscirà fuori da quest'aula e si saprà che noi abbiamo posto un problema grave e serio, ossia il «sacco» dei fondi per il Mezzogiorno per coprire spese che riguardano talvolta iniziative importanti, ma che certamente va a danno del Mezzogiorno, e che l'unica risposta della maggioranza è che difendere il Mezzogiorno costituirebbe un comportamento ostruzionistico, non so quanti italiani esprimeranno un parere favorevole rispetto a questa manovra finanziaria e alla risposta che ha dato maggioranza (Dai banchi del gruppo L'Ulivo: Tempo!).
Avere chiesto di attirare l'attenzione dell'aula e del Governo e porre un problema così serio ed importante, che non è settoriale, ma di sostanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole La Loggia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.
SALVATORE CICU. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, credo che il problema che è stato rappresentato dall'onorevole Angelino Alfano sia molto serio e, forse, avrebbe avuto bisogno non di accuse e di strumentalizzazioni, ma di una proposta alternativa. Questo ci saremmo aspettati; è stato chiesto di conoscere l'orientamento del rappresentante del Governo, delegato alla materia, sul Mezzogiorno e sulle aree sottosviluppate, più bisognose ed emarginate, alle quali, ancora una volta, vengono sottratti i fondi che servivano per le infrastrutture, i servizi, la continuità territoriale e tutte le emergenze di cui questo Governo non si vuole occupare.
Allora, è chiaro che avremmo bisogno di dialogare e di capire anche dove sono, con chi sono e da che parte stanno i rappresentanti del sud che fanno parte di questa maggioranza rispetto ai problemi che, ancora una volta, non vengono risolti.
Chiediamo quindi legittimamente di sospendere i lavori per portare avanti questo percorso, che veda finalmente chiarezza da parte di chi è legittimato e delegato per questa materia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Angelino Alfano. Ne ha facoltà.
ANGELINO ALFANO. Signor Presidente, poc'anzi ho posto una questione sull'ordine dei lavori alla quale lei ha fornito due risposte ineccepibili, affermando, da un lato, che il Governo è rappresentato in aula e, dall'altro, che la procedura parlamentare non può che prevedere la trattazione della questione appena si arriva al primo articolo emendato con proposte coperte attraverso il fondo per le aree sottoutilizzate.
A questo punto, sottoporrei la questione sull'ordine dei lavori non più alla Presidenza della Camera, ma al presidente della Commissione ed al relatore. La questione riguarda un pacchetto di proposte emendative (esattamente 8) che sottraggono al fondo per le aree sottoutilizzate 431 milioni e 800 mila euro!
Di grazia, vi è un momento in cui, omogeneamente, il Governo può riferire Pag. 51all'aula cosa intenda fare del sud e per il sud in questa manovra? Lo chiediamo senza intenti ostruzionistici e senza volontà polemica, ma con l'intendimento chiaro di capire dove il Governo intenda portare il nostro Mezzogiorno e con la richiesta chiara al viceministro D'Antoni, o a chi per lui, di venire a riferire in aula. Nutriamo un grande rispetto nei confronti dei sottosegretari e dei componenti del Governo presenti, ma gradiremmo che chi ha le deleghe per il sud venisse a rappresentare in aula la politica per il sud.
È questa la richiesta che rivolgiamo, per il tramite del presidente della Commissione e del relatore, al Governo.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché il relatore Ventura da tempo chiede di poter intervenire, faccio presente che si sono svolti diversi interventi per richiamo al regolamento - in realtà, sono stati interventi di merito -, su una questione riguardante altri articoli ed altre proposte emendative, mentre stavamo già passando al voto sul subemendamento Garavaglia 0.8.500.6, sul quale il relatore aveva chiesto di parlare. Dunque, chiedo alla Presidenza se sia possibile dare la parola al relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Ventura. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, colleghi, la questione non ci lascia indifferenti. Il problema sollevato è degno di attenzione. I colleghi mi hanno comunicato che sono stati presentati da parte dei deputati della maggioranza subemendamenti che riguardano la questione dell'utilizzo dei fondi per le aree sottoutilizzate.
Per non rifugiarsi dietro questioni di procedura e di metodo, penso che il Governo debba trovare il modo di fornire un'informazione precisa (Applausi) sulla transitorietà (e capisco il ragionamento che è stato sviluppato) dell'utilizzo di questi fondi e il reincremento...
ELIO VITO. Il Governo è transitorio...!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Siamo tutti transitori! Anche l'onorevole Vito è transitorio!
MICHELE VENTURA, Relatore. Tutto è transitorio! Anche noi siamo transitori in quanto tali (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). A parte gli scongiuri che si possono fare, la transitorietà esiste. Ora non ci mettiamo a fare battute di questa natura.
Mi riferisco, in modo particolare, al modo in cui si pensa di intervenire sulla questione sollevata. Poiché tale problema è stato sottoposto all'attenzione dell'Assemblea, ritengo che il Governo debba riferire puntualmente alla Camera e dedicare un momento di approfondimento non solo a tale aspetto, ma anche alle tematiche riguardanti le politiche per il Mezzogiorno (Applausi).
ENRICO LETTA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO LETTA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo non ha difficoltà ad intervenire su questa materia, a partire soprattutto da un punto. Il famoso articolo 53 è sicuramente uno dei più complessi e complicati della manovra finanziaria: da una lettura attenta di questo articolo e delle proposte emendative ad esso presentate dal Governo, emerge che tra le esclusioni previste (che sono assolutamente eccezionali per quanto riguarda gli impegni che il Governo sta assumendo) è compreso il fondo per le aree sottoutilizzate. Dico ciò perché solo questo basterebbe a dimostrare come, su tale tema, Pag. 52non vi sia, da parte nostra, alcuna incertezza. L'università, la protezione civile e il FAS: questi sono i tre settori esclusi dai tagli delineati dall'articolo 53.
Aggiungo che questo pomeriggio alcuni punti in discussione hanno visto da parte del Governo, nell'ambito della transitorietà di cui parlava il relatore, l'utilizzo del FAS come fondo di copertura. Questa transitorietà la voglio rimarcare in questa sede, aggiungendo che essa si è resa necessaria in quanto alcuni passaggi hanno implicato scelte immediate. Non ci sarà, da parte del Governo, nessun tentennamento sul fatto di mantenere tutti gli impegni sulle aree sottoutilizzate annunciati ed assunti con il Parlamento.
Aggiungo inoltre che ciò si potrà verificare facilmente nei prossimi giorni, nei prossimi passaggi emendativi o nel passaggio al Senato, dove, con il tempo necessario per far quadrare i saldi, questi elementi verranno modificati.
Aggiungo anche che siamo talmente tranquilli su questa materia e non ho alcun dubbio nel dire che il Governo, con i ministri Padoa Schioppa e Bersani e con il viceministro D'Antoni, è pronto a discutere in Assemblea delle grandi questioni legate al tema del Mezzogiorno, affrontate in questo provvedimento che non ha nulla da invidiare alle altre leggi finanziarie che hanno trattato il Mezzogiorno (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori e Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Vi sono molti colleghi che hanno chiesto di parlare su questo tema. Spero che non si intenda aprire una discussione sull'intervento del Governo.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, vista la disponibilità del relatore e del Governo, e considerate le richieste dell'opposizione (penso che anche alcuni colleghi della maggioranza, se avessero potuto, le avrebbero avanzate), propongo di accorpare gli articoli che riguardano il sud (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Propongo, cioè, di svolgere una discussione riservata al sud nell'ambito del nostro dibattito, con la partecipazione del ministro, nel corso della quale anche i colleghi che si occupano della questione possano intervenire. Ciò, signor sottosegretario Letta, allo scopo di fare chiarezza, poiché come Commissione dobbiamo individuare un percorso da intraprendere.
Diversamente, signor sottosegretario, diventa difficile procedere. Visto che gli emendamenti che sottraggono soldi al FAS sono riferiti a più articoli, o accorpiamo la discussione di tutti questi articoli o nessuno riuscirà a seguire la questione del fondo che - ha ragione lei - esiste ed esisteva, ma che con questi emendamenti è stato progressivamente ridotto.
Il primo atto per mettere in pratica ciò che lei suggeriva è semplicissimo. Poiché non abbiamo ancora presentato subemendamenti, basta ritirare gli emendamenti cui si riferiva l'onorevole Alfano, che sono stati presentati un'ora fa. In questo modo, già il primo dubbio che manchino oltre 400 milioni di euro può scomparire.
Quanto al resto, se la Presidenza della Camera è d'accordo, sulla base delle valutazioni del relatore o del presidente della Commissione, questa sera, domani mattina o domani pomeriggio si potrebbero riservare due o tre ore di dibattito al problema delle aree sottoutilizzate, del sud, dei fondi per la politica economica del Governo, in modo tale che tutti possano intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, posso chiederle un parere su questa proposta?
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, raccoglierei la proposta dell'onorevole Crosetto, con una variazione: considerare i problemi del Mezzogiorno in una dimensione un po' nuova, affrontando anche la parte relativa alle problematiche e alle tematiche dello sviluppo. Potremmo quindi dedicare una discussione, che è poi Pag. 53quella che serve per valutare anche l'aspetto sottolineato dall'onorevole Crosetto, al Mezzogiorno e alle questioni legate allo sviluppo. Pregherei il sottosegretario Letta di assicurare la partecipazione, oltre che del viceministro D'Antoni, anche del ministro Bersani.
ENRICO LETTA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Va bene.
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, qual è la sua proposta per l'ulteriore prosieguo dei lavori?
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, se riteniamo chiarito questo aspetto, propongo di riprendere dal punto al quale eravamo arrivati, cioè dall'articolo 8.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
ELIO VITO. Sull'ordine dei lavori... Per richiamo al regolamento: veda lei...
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, credo che siamo di fronte ad un fatto molto grave: mi riferisco a ciò che ha detto il sottosegretario Letta. Non ho grande esperienza di lavori sulla legge finanziaria; sono qui ormai da qualche legislatura, ma non sono uno dei tecnici della materia. Però credo che siamo di fronte al primo caso mondiale di coperture finanziarie transitorie. Le coperture o ci sono o non ci sono. O sono reali o sono false (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)! Noi non possiamo assistere - e mi auguro che non voglia assistervi la Presidenza della Camera; non mi riferisco a lei, onorevole Meloni - alla presa in giro di questo ramo del Parlamento! Voi state dicendo che avete indicato una falsa copertura, una copertura transitoria, che dura 15 giorni: il tempo di trovarne un'altra e modificarla al Senato! Questa è una presa in giro di un intero ramo del Parlamento!
Non so se il presidente Duilio, l'onorevole Ventura, i colleghi della maggioranza ci stanno. Noi non ci stiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale) e ci auguriamo che intervenga il Presidente Bertinotti. Quanto è stato annunciato poco fa dal rappresentante del Governo, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è gravissimo. Egli ha detto: non vi preoccupate del taglio del 50 per cento al fondo per le aree sottoutilizzate perché tanto è transitorio, serve a superare questo passaggio e a prendere in giro il Parlamento; poi andiamo al Senato e lo cambiamo, troviamo un'altra copertura. E magari poi, quando la finanziaria tornerà dal Senato, allora sì, porrete la questione di fiducia e non potremo parlarne, se non per 20 minuti, perché altrimenti si rischia l'esercizio provvisorio. E la principale Assemblea rappresentativa del paese viene presa in giro in questo modo.
Presidente, credo che ce ne sia abbastanza per sospendere i nostri lavori (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea) e fare in modo che il Presidente Bertinotti intervenga e dica al Governo che tutti gli emendamenti presentati dallo stesso e dalla Commissione che utilizzano come copertura i tagli al FAS sono emendamenti impresentabili, irricevibili, inammissibili perché fanno riferimento a false coperture per dichiarazione resa poco fa dallo stesso sottosegretario Letta (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia)!
Per il resto, onorevole Ventura, se si vuole fare un dibattito di natura politica sulle ragioni dello sviluppo e sul Mezzogiorno con il ministro Padoa Schioppa e con il viceministro D'Antoni, noi siamo ben disponibili: sospendiamo l'esame della legge finanziaria e dedichiamo ore ad un dibattito politico del genere. A noi sta bene. Però è evidente, Presidente, che questo non può diventare il modo per aggirare il punto politico che è stato qui Pag. 54sollevato. Sono previsti tagli inaccettabili al fondo per il Mezzogiorno. Questi tagli hanno suscitato la reazione anche di colleghi della maggioranza. Rispetto a questa reazione il Governo dice: fate finta di nulla; è una copertura falsa, transitoria, poi al Senato la cambiamo.
Presidente, tutto questo - lo ripeto - non è ammissibile e necessita di un immediato intervento della Presidenza della Camera per far cambiare immediatamente le coperture - qui, adesso e non fra quindici giorni, al Senato - degli emendamenti presentati dal Governo e dalla Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia).
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, devo dire che è molto istruttivo quello che sta accadendo! È molto istruttivo quello che sta accadendo: il relatore raccoglie una proposta che viene avanzata da un esponente autorevole di Forza Italia e aderisce alla richiesta di procedere ad un chiarimento su questo punto, in maniera approfondita, in quest'aula, alla presenza del viceministro D'Antoni e del ministro Bersani. E il capogruppo di Forza Italia interviene, tenendoci un comizio. Non c'è un punto di affidabilità!
ANDREA RONCHI. Quale comizio?
MICHELE VENTURA, Relatore. Questa è la verità! Non c'è un punto di affidabilità (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Comunisti italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
È chiaro cosa vi proponete e non potete pensare che non ci si sia accorti di questo gioco, cari colleghi!
MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, abbiamo avuto dal Governo garanzie precise che gli impegni presi per le aree sottosviluppate saranno mantenuti. Abbiamo ascoltato, da parte del relatore, la conferma di una disponibilità ad un confronto (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
Prosegua pure, onorevole Donadi.
MASSIMO DONADI. Stavo dicendo che abbiamo ascoltato una richiesta esplicita da parte del relatore di proseguire con l'esame degli emendamenti, così come si era stabilito. Credo che di fronte a ciò si assista esclusivamente ad un predeterminato, sistematico e continuato tentativo, da parte del centrodestra, di usare ogni pretesto ed ogni strumento per creare esclusivamente occasioni di scontro.
ANTONIO LEONE. Cacciateci!
MASSIMO DONADI. A questo punto, signor Presidente, le chiedo formalmente di proseguire. Non si può aprire un dibattito che non esiste! Avevamo già iniziato le votazioni sull'emendamento e le chiedo pertanto di proseguire (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo).
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non so da dove derivi il commento dell'onorevole Ventura. Nessuno ha affermato che la disponibilità del sottosegretario Letta sia insufficiente. Egli ha raccolto una preoccupazione emersa durante il dibattito, l'ha fatta propria, ha detto che il ministro Padoa Schioppa o il ministro Pag. 55Bersani, o entrambi, sono disponibili a discutere della complessiva materia del Mezzogiorno e dello sviluppo.
MICHELE VENTURA, Relatore. Ma allora, andiamo avanti!
LUCA VOLONTÈ. Mi sembra una questione importante, che ha raccolto il consenso di tutta l'Assemblea e non soltanto di una parte di essa o del solo relatore. Il problema è un altro.
Sul tema ho compreso esattamente ciò che abbiamo compreso, credo, tutti, ossia che la copertura per ora va bene e dopo si vedrà. Se ciò che lei, relatore, ha detto - ed evidentemente lei si rende conto della difficoltà di «digestione» per un ramo del Parlamento di tale problematicità - va letto in funzione di ciò che deve essere eseguito, ossia che vi sarà una discussione su tutto lo sviluppo, che comprenda non solo questi emendamenti, ma tutte le coperture, è possibile che si modifichino le coperture stesse durante questa sessione? Se così è, come ho già detto, sarebbe apprezzabile. Spero che sia questa la sua intenzione, onorevole relatore. Spero non sia quella di dire: discutiamo, in teoria, dello sviluppo del Mezzogiorno e le coperture rimangono queste - come in una prima fase del suo discorso si sarebbe potuto comprendere - e, poi, si vedrà al Senato. Se è corretta la prima interpretazione che ho dato, evidentemente si tratta di chiarirla, onorevole Ventura, e non di alzarsi ed accusare l'opposizione di chissà quale intento.
L'intento dell'opposizione mi è sembrato chiaro negli interventi che si sono succeduti nel corso di tutta una settimana e lei per primo, onorevole Ventura, ha dovuto prendere atto che anche nei giorni di venerdì, sabato e domenica abbiamo posto questioni che non riguardano l'ostruzionismo, che non stiamo facendo (Commenti del deputato Nannicini). Stiamo chiedendo una maggiore chiarezza da parte del Governo su alcuni procedimenti e sul metodo. Certamente non è ostruzionismo quello sul Mezzogiorno, e lei lo ha riconosciuto, onorevole relatore. Questa sessione, che evidentemente il presidente di Commissione vorrà indicarci anche rispetto al numero degli articoli e non solamente al titolo «Mezzogiorno e sviluppo», non può essere una questione di ostruzionismo; deve riguardare non solo il merito della politica generale del Governo, ma anche il modo in cui si intende intervenire nella legge finanziaria sugli articoli e sulle coperture. Infatti, se le coperture sono indicate e «poi si vedrà», evidentemente ciò è inaccettabile non solo sul piano esclusivamente politico, il che è grave, ma anche su quello procedurale.
Ieri ci si è scandalizzati per alcuni richiami fatti alla Presidenza. Se non fosse così, evidentemente la Presidenza dovrebbe non solo intervenire, ma anche farlo duramente (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Innanzitutto vorrei brevemente replicare al relatore Ventura. Lo abbiamo già detto ieri, onorevole Ventura, con grande rispetto: non possiamo accettare lezioni in merito ai temi dell'affidabilità nel rapporto maggioranza e opposizione! Non le possiamo accettare (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia - Commenti del deputato Ventura)!
Onorevole Ventura, per cortesia, vorrei esprimere una considerazione anch'io. Lei l'ha fatto; adesso consenta di farlo anche a noi. Dicevo che sul punto non possiamo accettare valutazioni da un Governo che un attimo fa, in quest'aula, ha detto una serie di inesattezze, anche con riferimento all'articolo 53. Ciò dimostra un'inaffidabilità di fondo, complessiva sui temi della finanziaria, che la maggioranza non è in grado, fino ad oggi, di portare avanti con la necessaria chiarezza, consentendo al Parlamento di discutere.Pag. 56
Voi avete appena presentato - questione che abbiamo posto ad inizio seduta sull'ordine dei lavori - altri 13 emendamenti: emendamenti di spesa che vanno a toccare coperture puntuali. È inaccettabile pensare che le coperture siano transitorie, perché ciò significa che questo Parlamento sta affrontando l'esame di una finanziaria che non c'è (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania), perché voi la state preparando per il Senato, con una serie di interventi, sapendo che la partita strategica si gioca nell'altro ramo del Parlamento!
Allora dovete spiegarci su che testo discutiamo, quando oltre 120 articoli sono stati modificati attraverso la vostra attività emendativa (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Di quale ostruzionismo state parlando, quando i tempi sono chiaramente codificati e identificati (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Di quale attività state parlando, in termini di non collaborazione dell'opposizione, quando le migliori proposte di modifica del testo sono venute dall'opposizione! Le avete fatte vostre ed avete modificato la finanziaria sulla base delle coordinate fornite da noi!
Il rappresentante del Governo, sottosegretario Letta, ha affrontato una serie di questioni. L'articolo 53, in merito al fondo per le aree sottoutilizzate, viene reso disponibile solo per il 50 per cento, onorevole Letta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)! L'altro 50 per cento lo state utilizzando per le coperture! Così come con l'articolo 53, andate a toccare la legislazione vigente, atto di ostilità palese nei confronti del Governo precedente, mai accaduto, su norme che sono state varate esclusivamente da un Governo e che voi andate scientemente a toccare!
Allora, colleghi, voi dovete fare chiarezza sul perimetro complessivo della legge finanziaria. Noi vogliamo sapere quali sono i saldi che in questo momento stiamo discutendo. Vogliamo sapere perché è stato accantonato l'emendamento che prevede la soppressione dei saldi intermedi. Non avete più la quadratura, tra relatore, maggioranza e Governo, di che cosa stia avvenendo a livello di coperture contabili.
Si tratta di questioni di carattere politico e tecnico, fondamentali per proseguire il nostro lavoro. Quindi Presidente, al di là della disponibilità data dal Governo a riferire in aula sui temi delle aree sottoutilizzate e su quello che si vorrà fare in futuro, chiediamo una sospensione per tornare in Commissione a discutere e ad approfondire questi argomenti, per poter avere il perimetro pieno di ciò che stiamo affrontando (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Per quanto riguarda le valutazioni di competenza della Presidenza, la stessa ha valutato con attenzione gli emendamenti presentati. Non può evidentemente compiersi una valutazione di ammissibilità su emendamenti solamente preannunciati. Il resto sono valutazioni di ordine politico, che spettano ai gruppi.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Franceschini.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, c'è una richiesta di sospensione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, abbiamo dato la parola a tutti...
IGNAZIO LA RUSSA. C'è una richiesta di sospensione! Faccia parlare un oratore a favore e uno contro (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Porremo in votazione la richiesta di sospensione.
Prego, onorevole Franceschini.
DARIO FRANCESCHINI. Credo che questa discussione sull'ordine dei lavori sia utile in qualche misura per fare un bilancio dell'esame sin qui svolto. Noi abbiamo iniziato questo confronto in aula, come avevamo dichiarato prima di cominciarlo, convinti che fosse (e che sia) possibile Pag. 57affrontare una materia vasta e complicata come la legge finanziaria, attraverso un confronto aperto in aula, in cui la maggioranza discute e si confronta, come si è visto nei giorni scorsi, e, capita anche, si scontra con l'opposizione, evitando il voto di fiducia.
L'opposizione ha dichiarato di non voler fare ostruzionismo. Purtroppo, come spesso capita, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
IGNAZIO LA RUSSA. Fate autostruzionismo!
DARIO FRANCESCHINI. Abbiamo cominciato questa discussione lunedì e si è iniziato a votare giovedì scorso. Siamo a martedì e abbiamo esaminato in aula 8 articoli; la finanziaria ne conta 217. Sono stati ricercati (e così si continua a fare) incidenti di percorso.
ANDREA RONCHI. Perché, non è vero!
DARIO FRANCESCHINI. Ieri c'è stato un inusitato e inaspettato attacco al Presidente della Camera Bertinotti ed è stata abbandonata la Conferenza dei presidenti di gruppo. Ogni occasione è utile per alterare l'ordine dei lavori. Vorrei che l'aula sapesse che, rispetto alle dichiarazioni roboanti da parte del leader dell'opposizione, in particolare del presidente Fini che, in conferenza stampa, aveva detto che Alleanza Nazionale, in particolare, avrebbe presentato nove emendamenti, ritirando tutti gli altri, nessun emendamento dell'opposizione, ad oggi, è stato ritirato; sono a tutt'oggi oltre 2.500 emendamenti e rispetto ai 70 emendamenti presentati dal Governo, per i quali è stato fissato un altro inusuale e lunghissimo termine per subemendare, oltre due giorni e mezzo, sono stati presentati dall'opposizione 1.600 subemendamenti. Che cos'è questo se non ostruzionismo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra europea, La Rosa nel Pugno, Italia dei Valori e Popolari-Udeur)?
Allora, abbiate il coraggio di dichiarare apertamente le tecniche parlamentari. Noi abbiamo provato, stiamo continuando a provare e vogliamo continuare a provare a concludere questa finanziaria attraverso un confronto tra maggioranza ed opposizione. Vediamo se siete disposti ad un confronto sui contenuti. La maggioranza ed il Governo sì, come è appena avvenuto, accettando una proposta venuta dall'onorevole Crosetto, che può essere utile; non è un dibattito generico, per affrontare gli articoli della finanziaria che sono legati al Mezzogiorno e allo sviluppo - ciò è stato chiesto da voi e noi siamo pronti ad un confronto anche su questo - però, una volta per tutte, chiarite se volete collaborare per concludere l'esame della finanziaria in quest'aula o se volete soltanto fare ostruzionismo senza dirlo al paese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno, Italia dei Valori, Popolari-Udeur e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fini, immagino per fatto personale. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO FINI. Mi dispiace smentirla, signor Presidente, ma non chiedo la parola per fatto personale, perché, dopo tanti anni di presenza in quest'aula, non c'è nulla di personale nella critica politica che mi ha mosso il presidente Franceschini. Prendo la parola sull'ordine dei lavori, per mettere in evidenza - onorevole Franceschini, mi rivolgo a lei - che se con una certa sorpresa non soltanto di tutti i colleghi, ma anche della pubblica opinione, che ci guarda attraverso i mezzi di informazione, siamo, dopo diversi giorni di discussione seria - credo di poterlo dire a nome di tutti - sulla legge finanziaria, ancora ad un momento quasi iniziale del medesimo lavoro, non è per l'attività ostruzionistica dell'opposizione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), che, onorevoli colleghi, non c'è stata. Mi rivolgo, in particolare, ai tanti colleghi che erano in quest'aula nella passata legislatura. Quando si vuol fare l'opposizione, la si fa, Pag. 58l'avete fatta con atteggiamenti ostruzionistici più che legittimi.
Se mi permettete piccoli ricordi personali, in tanti anni di opposizione qui dentro, quando vogliamo fare l'ostruzionismo, lo facciamo, e non si tratta certamente delle vicende di questa finanziaria. È che tra il dire e il fare, per usare le sue espressioni, vale a dire tra la reciproca e dichiarata volontà, non c'è di mezzo l'ostruzionismo dell'opposizione, che non c'è, ma c'è di mezzo, signori della maggioranza, il modo pasticciato con cui il Governo affronta la legge finanziaria [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC(Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], perché, nella vostra coscienza di parlamentari, sapete perfettamente che è difficile trovare precedenti di un modo di procedere così farraginoso e confuso.
Non è pensabile che la legge finanziaria, come è stato detto, anche ieri sera, in talk show televisivi, da ministri di questo Governo, sia concepita in progress: esce dal Consiglio dei ministri, dopo di che è chiaro che è emendabile; ma qui la modifica alla legge finanziaria non viene soltanto, come è legittimità piena dell'opposizione e della maggioranza, con gli emendamenti.
Ogni giorno il testo della finanziaria viene emendato per iniziativa del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia), il che ovviamente costringe, ai sensi del regolamento, a presentare ulteriori subemendamenti. È l'evidenza della realtà!
Credo - e in ciò spero di interpretare il sentimento di tutta l'opposizione, avendo parlato con i capigruppo delle altre forze del centrodestra - che il presidente Vito abbia posto una questione - non formale, ma sostanziale - di assoluto rispetto del lavoro del Parlamento, il nostro come il vostro.
Non si può continuare a discutere in questo clima su una copertura che - grazie dell'onestà, sottosegretario Letta - è considerata fittizia dal Governo, perché non siamo disposti a perdere tempo e ad ingannare non soltanto noi stessi, ma lo stesso ruolo del Parlamento.
Le chiedo formalmente di rimandare in Commissione questa parte della legge finanziaria e, qualora la nostra richiesta di sospensione non dovesse essere accolta, annuncio che chiederemo al Presidente Bertinotti di assumersi anch'egli le responsabilità del modo con cui viene gestito il lavoro durante l'esame della legge finanziaria.
Infatti, anche quanto affermato ieri dal presidente Cesa non è stata un'iniziativa estemporanea formulata solo per fare opposizione o ostruzionismo, ma risponde ad una critica di tipo politico che abbiamo il diritto-dovere di avanzare.
Accettare il dialogo non significa capitolare, in quanto il dialogo significa reciproco rispetto. Pertanto, dialogare non può significare che la maggioranza si mette d'accordo, chiedendo poi all'opposizione di convenire su ciò su cui è d'accordo; francamente, questo non ce lo potete chiedere! Dialogare vuol dire che quando si ammette - come lei ha ammesso poc'anzi - che quanto affermato dal collega Vito è vero, ci si ferma, si torna in Commissione e si verifica se vale la pena di continuare o di accantonare come mille altre volte è accaduto (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Su questa richiesta di rinvio in Commissione o di accantonamento, formulata dal presidente Fini relativamente alle disposizioni in questione, chiedo al relatore di pronunciarsi.
MICHELE VENTURA, Relatore. Presidente, la mia opinione è che si possa andare avanti, in quanto i problemi saranno posti in occasione dell'esame degli specifici articoli riguardanti la materia. Non vedo il motivo di rinviare tutto il testo della finanziaria in Commissione.
Pag. 59PRESIDENTE. Per tentare di individuare una soluzione che ponga fine a questa vicenda e consenta di proseguire con la discussione e la votazione dei subemendamenti all'articolo 8 e poiché è stata richiesta da più parti un'ulteriore valutazione della Presidenza sulla copertura delle disposizioni in questione, sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17,40.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
PRESIDENTE. Il Presidente della Camera ha esaminato attentamente le questioni poste nel corso della discussione e ha incontrato, su loro richiesta, i capigruppo dell'opposizione. È stata avanzata alla Presidenza una richiesta di approfondimento sull'ammissibilità delle coperture di alcuni emendamenti che si riferiscono al fondo per le aree sottosviluppate.
Per quanto riguarda i nostri lavori, continuiamo ora l'esame dell'articolo 8 e, quindi, proseguiremo l'esame dei successivi articoli.
Il deputato Fini ha avanzato una richiesta di accantonamento degli articoli che contengono le coperture sul fondo per le aree sottoutilizzate, ai fini di un loro esame approfondito; poiché tali coperture si riferiscono agli articoli collocati oltre l'articolo 50 del testo, metterò in votazione la richiesta quando arriveremo all'esame del primo di tali emendamenti all'articolo 57.
Ha chiesto di parlare il deputato Fini. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO FINI. Signor Presidente, se ho ben compreso, non ho alcuna difficoltà a dirle che apprezzo lo spirito della sua dichiarazione; infatti, non c'è ombra di dubbio che si tratti di una procedura corretta, non solo dal punto di vista regolamentare, ma anche da un punto di vista politico.
Mi consenta, però, signor Presidente, sempre all'insegna di quella reciproca trasparenza e anche di quella reciproca doverosa assunzione di responsabilità, di chiedere, non alla Presidenza della Camera, ma al Governo, di ribadire quello che, in altri momenti, è stato detto dal Governo. Il Presidente Bertinotti ricorda giustamente che la mia richiesta, la richiesta dell'opposizione, è relativa ad un articolo che è oltre l'articolo 50 e oggi stiamo ancora esaminando l'articolo 8, quindi, è corretto dire che si discuterà nel momento in cui si perverrà a quella discussione, ma è altrettanto lecito avere la garanzia che si perverrà ad essa (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Chiedo, quindi, al Governo di ribadire che non è sua intenzione porre la questione di fiducia; infatti, se tale questione non è esplicitata, siamo in presenza - e non polemizzo in questo caso con la Presidenza della Camera - di un modo di procedere dell'Esecutivo che legittima - se il Governo non ribadisce quello che dice nei corridoi - non la nostra opposizione che è già legittimata, ma chi, dai banchi dell'opposizione, vi accusa perlomeno di fare il gioco delle «tre carte».
Non credo che questa sia l'intenzione dell'Esecutivo; quindi, sottosegretario Letta, attendiamo da lei quello che ci ha già detto in altra sede, cioè che non volete porre la questione di fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Se il Governo non ha nulla da aggiungere, siamo già in dichiarazione di voto...
FILIPPO MISURACA. Di chi è la responsabilità?
PRESIDENTE. Siamo in dichiarazione di voto. Adesso darò la parola a tutti coloro che l'hanno chiesta, ma con una avvertenza: noi non possiamo procedere riprendendo la discussione precedente.
Ha chiesto di parlare il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, io mi riferisco esattamente alla procedura che lei ha delineato; infatti, lei ha detto che esamineremo tutti gli articoli dall'articolo 8 all'articolo 57 che è il primo di quelli nei quali vi è l'utilizzazione del fondo del quale stiamo parlando.
Tuttavia, signor Presidente, debbo farle osservare che le dichiarazioni del sottosegretario Letta aprono un problema non soltanto sugli articoli dal 57 in avanti, ma anche su tutti quelli che dobbiamo ancora esaminare fino al 57. Infatti, cosa ha detto il sottosegretario? Egli ha detto che questo pomeriggio alcuni punti in discussione - sto leggendo lo stenografico - hanno visto, da parte del Governo, nell'ambito della transitorietà di cui parlava il relatore, l'utilizzo del FAS come fondo di copertura. Rimarco questa transitorietà in questa sede, aggiungendo che è stata causata da scelte immediate. Aggiungo che nei prossimi giorni, nei prossimi passaggi emendativi o nel passaggio al Senato, dove vi sarà il tempo per far quadrare i saldi, questi elementi verranno modificati. Il fatto che il Governo non modifichi i saldi vuol dire che qualche voce di spesa o di entrata, da adesso in tutta la finanziaria, al Senato o alla Camera, doveva essere modificata per ripristinare il FAS che, invece viene diminuito.
Quindi, nei giorni successivi anche il prossimo emendamento ed il seguente articolo saranno possibilmente fatti oggetto di modifiche da parte del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Di conseguenza, signor Presidente, è impossibile considerare che la questione sollevata dalle dichiarazioni del sottosegretario nascerà soltanto nel momento in cui arriveremo all'esame dell'articolo 57. Senza sapere a carico di quali voci il Governo intende ripristinare il fondo per le aree sottoutilizzate, noi procederemo in una condizione di confusione assoluta [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Franceschini.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, prendo atto della correttezza e della disponibilità con cui la Presidenza della Camera ha prima interrotto i lavori e poi ricevuto i capigruppo dell'opposizione. Tutto è utile al fine di consentire la prosecuzione dei nostri lavori, anche se debbo sottolineare - l'avevamo detto prima e lo ha ricordato lei poco fa - che il tema sollevato con richiesta di accantonamento è relativo ad articoli successivi al 50 e che stiamo discutendo dell'articolo 8. Tra l'altro, il sottosegretario Letta, a nome del Governo, ha dato disponibilità rispetto ad una richiesta dell'opposizione, la quale ha esattamente chiesto di cambiare la copertura di alcune voci senza ricorrere al FAS. Il sottosegretario Letta ha dato disponibilità a modificare questa copertura durante il percorso; quindi non capisco dov'è il problema, soprattutto quando vengono accolte richieste dell'opposizione.
Per ciò che concerne il voto di fiducia, è un po' difficile comprendere come mai oggi, lo dico al presidente Fini, esso rappresenti un attentato alla democrazia, un modo di calpestare il Parlamento, di non accogliere le richieste e di non affrontare il dibattito parlamentare. Infatti, il presidente Fini, da Vicepresidente del Consiglio - l'abbiamo ricordato più volte -, negli ultimi tre anni ha posto per tre volte la questione di fiducia: non so se egli se ne sia dimenticato (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti del deputato Fini)!
Anziché avanzare una richiesta del tutto provocatoria al Governo circa la questione di fiducia - tra l'altro, essendo stato Vicepresidente del Consiglio, dovrebbe sapere che la richiesta di fiducia è deliberata dal Consiglio dei ministri e non da un membro del Governo -, il presidente Fini dovrebbe rendere materialmente possibile questa richiesta tornando sulla sua proposta originaria. Avete presentato 3.500 emendamenti. Non credo siano tutti di contenuto. Tenete alcune Pag. 61decine di emendamenti su cui esercitare un vero confronto politico e ritirate gli altri 3.000; solo a questo punto diventerà agevole proseguire i lavori in quest'aula (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, forse una proposta di buon senso potrebbe un po' stemperare ciò che sta accadendo, giustamente, in quest'Assemblea, con la richiesta dell'opposizione.
Innanzitutto, la voglio ringraziare anch'io per l'attenzione che ha posto alle richieste dell'opposizione che, tra l'altro, sono fondatissime.
Le considerazioni svolte dal collega La Malfa penso abbiano anche chiarito - a chi, forse, non aveva ancora capito il problema - ciò che, in realtà, rappresenta la nostra richiesta.
Ritengo demagogiche le parole pronunciate dal collega Franceschini; infatti, si riferisce ai 3 mila emendamenti di nostra iniziativa, ma tralascia di riferirsi anche ai 1.900 presentati dal suo schieramento, ed ai 450 di iniziativa del Governo, nonché ai 250 della Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
ANDREA LULLI. Sta dando i numeri!
ANTONIO LEONE. Insomma, diamoci i numeri, come fa normalmente Franceschini; continuiamo a farlo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Colleghi...
ANTONIO LEONE. Per quale motivo, dopo avere votato l'articolo 8, non chiediamo alla Commissione se si possa passare all'esame dell'articolo 57-bis? Così, anzitutto verificheremmo la questione posta da noi circa le ammissibilità; quindi, verificheremmo la posizione vera del Governo in ordine alle coperture; infine, giungeremmo, per così dire, al sodo, peraltro evitando il rischio, paventato dal presidente Fini, che si ponga la questione di fiducia al fine di impedire il dibattito in Parlamento. Approviamo dunque l'articolo 8 e passiamo all'esame dell'articolo 57; si è pronti, la Commissione è pronta: non vedo perché non si possa accogliere tale proposta. Proseguiamo dunque su quegli argomenti con le carte in mano per verificare se quanto dichiarato dal Governo sia reale o se le coperture siano fittizie, ovvero se si intenda modificarle. Vedremmo, così, finalmente cosa il Governo intende fare di questa finanziaria, perché fino ad ora non lo abbiamo capito (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rao. Ne ha facoltà.
PIETRO RAO. La ringrazio, signor Presidente.
Ritengo che la proposta avanzata dal deputato Leone possa essere accolta; in fondo, mi pare sia opportuno che l'Assemblea riceva un chiarimento e che il Governo precisi meglio quali siano i termini di ciò che ha chiamato «transitorietà». Dobbiamo aggiungere che il Governo ha fallito in questo caso perché ha utilizzato il fondo per le aree sottoutilizzate, per così dire, come «ruota di scorta»; si tratta invero di un fondo che è stato utilizzato in modo assolutamente fittizio.
Volete darci prova della buona volontà della maggioranza di affrontare la questione e del fatto che i fondi per le aree sottoutilizzate non saranno intaccati? Ebbene, allora, dopo l'approvazione dell'articolo 8, passiamo immediatamente all'esame dell'articolo 57. Mi sembra una proposta ragionevole, che può mettere tutti d'accordo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
Pag. 62MAURO DEL BUE. Intervengo brevemente, signor Presidente, perché ritengo che siamo giunti veramente alla «commedia degli inganni». Si sapeva benissimo che non si sarebbe giunti all'esame dell'articolo 217 di questa legge finanziaria; lo si sapeva benissimo, anche a prescindere dal comportamento dell'opposizione. L'unico motivo per il quale il Governo, finora, non ha posto la questione di fiducia sull'approvazione della legge finanziaria è che ancora non esiste un testo definitivo che possa essere investito della votazione fiduciaria. Questa soltanto è la questione di fondo, tant'è che ancora vengono presentate proposte emendative dal Governo per definire il contesto legislativo sul quale, poi, porre la fiducia (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi...
MAURO DEL BUE. Emblematica in tal senso è stata la reazione registratasi dinanzi ad una affermazione pronunciata dall'onorevole Fini; a fronte della richiesta di rinviare all'esame dell'articolo 51 della finanziaria un chiarimento, ha chiesto esplicitamente di evitare il voto di fiducia e di arrivare davvero all'articolo 51. Si è levato un boato da parte dei banchi di centrosinistra; ciò è esemplificativo di una volontà.
Badate, io non ritengo che il voto di fiducia - rispondo così a Franceschini - sia un colpo di Stato o un atto illegittimo; è piuttosto uno strumento che il Governo può legittimamente utilizzare. Tuttavia, non dobbiamo prenderci in giro e continuare in una discussione sapendo che nella giornata di giovedì dopo il voto del Senato sul decreto-legge fiscale il Governo porrà sull'approvazione della legge finanziaria la questione di fiducia. Dichiaratelo senza paura, e sarete rispettati, almeno da parte nostra (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, abbiamo ascoltato dal presidente Fini e dall'onorevole Leone due proposte assolutamente ragionevoli sulle quasi, beninteso, si può non rispondere o tacere, perché chi tace acconsente. Come qualche ora fa ha ricordato il ministro Chiti, non vi è alcuna intenzione (o meno, non so se l'evoluzione della situazione ha portato ad altre considerazioni) di porre la fiducia. Non sappiamo ancora quale sia la configurazione che aveva proposto il relatore non solo rispetto a queste coperture. Infatti, il relatore aveva fatto un discorso che tutti avevamo apprezzato, sia all'interno della maggioranza che dell'opposizione.
Si trattava di un ragionamento generale che partiva dalle coperture e teneva in conto il miliardo in meno per la Sicilia e lo sviluppo. Lo stesso relatore aveva proposto di prendere quel blocco e far intervenire il ministro Padoa Schioppa, su richiesta dell'opposizione. Se il Governo non vuole far alcun cenno, almeno il presidente della Commissione o il relatore facciano sapere cosa si vuol fare su entrambe le ipotesi emerse nel dibattito di questo pomeriggio, sulla questione di fiducia e sulla più ampia ed interessante ipotesi della presenza del ministro Padoa Schioppa. Le cose che si dicono non sono indifferenti; siamo tutti interessati a tenere questo dibattito e al fatto che lei riconsideri la questione delle coperture. Sarebbe bene che a quel dibattito partecipasse anche il ministro Padoa Schioppa. Mi sembrerebbe inutile aver fatto queste riflessioni già nel pomeriggio - prima della sospensione e prima delle proposte avanzate dal presidente Fini e dal vicepresidente Leone - senza avere alcun tipo di risposta.
Quanto al problema degli emendamenti, mi permetto di intervenire perché tale questione è stata sollevata dall'onorevole Franceschini. Come tutti sappiamo, i tempi fissati dalla Presidenza consentono di discutere tutti gli emendamenti. Come tutti sappiamo e come è sempre successo almeno negli ultimi 15 anni di storia parlamentare, molti emendamenti possono anche non essere illustrati. Pertanto, non Pag. 63vi sono gli estremi per affermare che non è possibile terminare il lavoro della legge finanziaria nei tempi stabiliti né che vi è necessità - chissà per quale ragione, visto che non vi è ostruzionismo - di porre la fiducia. Vorremmo solo sapere questo per continuare a discutere dell'articolo 8 con cui avevamo iniziato i nostri lavori, grazie all'emendamento del Governo nella mattinata di oggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bianco. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha a disposizione un minuto il tempo.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, non entro nel merito della questione dibattuta dall'Assemblea con accenti polemici abbastanza accesi. Non voglio neppure giudicare il comportamento dell'opposizione, che fa la sua parte, né della creatività emendativa del Governo (Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale). Vorrei però fare un serio richiamo al Regolamento, come parlamentare che assiste silenzioso e paziente all'andamento piuttosto singolare dei lavori della legge finanziaria. Questa è la mia diciottesima finanziaria, che vivo - se mi permette - anche con qualche angoscia.
Signor Presidente, rivolgo alla sua attenzione il mio richiamo per capire il percorso che dobbiamo ancora seguire fino alla conclusione dei lavori. Mi permetto di richiamare l'articolo 119, comma 2, del regolamento, che stabilisce come la legge finanziaria abbia la durata di 45 giorni. Quindi, viene indicato un termine preciso. Il comma 7 poi è estremamente importante. Voglio capire quale sarà il mio percorso.
PRESIDENTE. Deputato Bianco, la capisco ma il suo tempo...
GERARDO BIANCO. La discussione in Assemblea deve concludersi nell'ambito della sessione di bilancio (Commenti)...
PRESIDENTE. Lasciate concludere il deputato Bianco.
GERARDO BIANCO. Credo che sia fondamentale capire quali sono le sue decisioni.
PRESIDENTE. Deputato Bianco, la prego, deve concludere.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, lei mi prega, ma non posso...
PRESIDENTE. Lei ha a disposizione il suo tempo, come tutti.
GERARDO BIANCO. Se vuole posso anche smettere, ma credo di aver diritto ad un chiarimento sulla corretta interpretazione. I 45 giorni stanno per scadere e siamo arrivati soltanto all'articolo 8. Vorrei sapere quale sarà il percorso finale e come si intende chiudere questa sessione (Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e Misto-Movimento per la Autonomia)...
PRESIDENTE. Ho dato la parola ai rappresentanti di tutti i gruppi sulla comunicazione resa. Il deputato Leone ha chiesto che dopo il voto dell'articolo 8 si passi direttamente all'esame degli articoli riferiti agli emendamenti che contengono una copertura sul fondo per le aree sottoutilizzate. Su questa richiesta sentirò il parere del relatore e la porrò in votazione dopo l'articolo 8; nel caso venisse reiterata, chiamerò a parlare un deputato a favore ed uno contro.
ELIO VITO. Dica il Governo se intende porre la questione di fiducia!
PRESIDENTE. Per favore, il Presidente ha risposto. Il Governo è libero di replicare o di non replicare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 0.8.500.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 537
Votanti 520
Astenuti 17
Maggioranza 261
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 276).
Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento il deputato Jannone. Chiedo se l'intervento sia attinente agli emendamenti in esame.
GIORGIO JANNONE. Grazie, signor Presidente. Certamente, il mio intervento è attinente agli articoli in esame, perché lei sa - e faccio appello alla sua sensibilità istituzionale - che la legge finanziaria è una legge di bilancio e di budget, quindi non vi è alcun articolo avulso dall'altro. Questo articolo, come gli altri, fanno parte di un tutt'uno.
Presidente, le voglio ricordare che ciò a cui abbiamo assistito oggi va totalmente contro il regolamento della Camera, al quale faccio appello. In prima istanza, signor Presidente, si è parlato di una copertura che verrà poi stravolta nei fatti. Lei sa che questa è una legge di bilancio che - lo ripeto ancora una volta - è un tutt'uno e non si può parlare di una copertura per poi stravolgerla in seguito. Peraltro, questo non è mai accaduto! Ciò che ha detto l'onorevole Letta non è altro che un'interpretazione autentica del Governo su questo preciso punto. Infatti, ciò che dice il Governo assume un senso ed una valenza legislativa ed istituzionale.
PRESIDENTE. Mi scusi, ma non è possibile continuare su questo argomento, che abbiamo già affrontato!
GIORGIO JANNONE. Torno subito all'articolo...
PRESIDENTE. Scusi, è una questione di lealtà. Il punto è stato affrontato e risolto.
GIORGIO JANNONE. Il Governo è stato chiamato...
PRESIDENTE. La prego: lei ha esposto un parere su cui siamo già passati ripetutamente. Ho svolto una comunicazione e su di essa è intervenuto un rappresentante per gruppo.
GIORGIO JANNONE. Presidente, mi toglie la parola su un richiamo al regolamento!
PRESIDENTE. Noi abbiamo concluso sul punto in discussione con una comunicazione del Presidente e con un giro di interventi di tutti i rappresentanti dei gruppi.
È stato dato anche atto di una correttezza; vi prego pertanto di non riaprire la discussione perché questo è inammissibile.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Presidente, nessuno vuole riaprire discussioni peraltro rinviate, più che chiuse. Tuttavia, io la inviterei anche ad una maggiore attenzione. L'onorevole Bianco ha posto un richiamo effettivo al regolamento, mentre è stato trattato come se fosse stato un intervento a titolo personale - in dissenso da non so che cosa -, per un minuto. L'onorevole Bianco ha richiamato dei precisi articoli del regolamento e delle precise disposizioni sulle quali tutta l'Assemblea avrebbe diritto ad una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi)...
PRESIDENTE. La prego!
ELIO VITO. No, Presidente! L'onorevole Jannone stava ponendo una questione nell'ambito di un richiamo al regolamento. Infine, Presidente, credo che con riferimento a più parti, a cominciare dal presidente Fini, sia stata rivolta una richiesta al Governo.Pag. 65
Sicuramente, il rappresentante del Governo può rispondere e dire se vuole o meno porre la questione fiducia; ma l'unica cosa che il rappresentante del Governo non può fare è mostrare disprezzo nei confronti del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi)! Questo, Presidente, credo che starà a cuore anche a lei! Non è ostruzionismo chiedere che un rappresentante del Governo si alzi e dia una risposta ai gruppi dell'opposizione su una questione che per noi è centrale. Infatti, Presidente, converrà con noi che, se il Governo ha intenzione di porre la questione di fiducia, tutto il rinvio all'articolo 53 e 57, evidentemente, non serve.
Se, invece, il Governo non ha intenzione di porre la questione di fiducia, siamo tutti in buona fede ed è una questione della quale possiamo anche discutere fra 48 o 96 ore. Tutto qui! Dopo di che, il Governo dica che non è in grado di decidere, che non ha deciso o che non ce lo vuole dire! Ma credo sia impossibile che il Governo faccia finta di non aver ascoltato le richieste del Parlamento! È qui per rispondere alle nostre questioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Applausi polemici del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE Insisto nel chiedere, sulla base di una comunicazione che è stata anche il frutto di un confronto, di consentire uno sviluppo della discussione nei termini consoni alla stessa.
MASSIMO GARAVAGLIA. Presidente!
PRESIDENTE. Chiede di parlare sull'ordine dei lavori?
MASSIMO GARAVAGLIA. Vorrei intervenire sul mio subemendamento 0.8.500.8 (Applausi di deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione del subemendamento Garavaglia 0.8.500.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, si è parlato spesso di ostruzionismo sia negli interventi sia nell'attività subemendativa. Questa proposta emendativa, come il mio subemendamento 0.8.500.6 approvato poco fa, è la dimostrazione che non necessariamente l'attività subemendativa è ostruzionistica, dal momento che ci si propone di migliorare il testo.
In particolare, nel subemendamento viene previsto un tetto di 20 mila euro per quanto riguarda la tassa di scopo che dovrebbe essere a carico solo dei soggetti che hanno un reddito superiore a 20 mila euro. Pertanto, si tratta di un lavoro di buonsenso; non necessariamente tutto ciò che fa l'opposizione è ostruzionismo! Sia chiaro almeno questo!
Qualora, inoltre, dovesse essere approvata questa proposta emendativa, ritiro il mio successivo subemendamento 0.8.500.9.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.8.500.8, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi del gruppo Lega Nord Padania).
(Presenti 536
Votanti 517
Astenuti 19
Maggioranza 259
Hanno votato sì 514
Hanno votato no 3).
Ricordo che il subemendamento Garavaglia 0.8.500.9 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione del subemendamento Zorzato 0.8.500.4.Pag. 66
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, vorrei esprimere alcune considerazioni a conferma di quanto affermato dal collega Garavaglia. Sono state presentate una serie di proposte emendative, ad esempio il subemendamento Zorzato 0.8.500.4, da noi pienamente condiviso, per rendere meno onerosa nei confronti dei cittadini la tassa di scopo prevista dall'articolato in esame.
Il subemendamento in esame interviene direttamente sull'emendamento 8.500 del Governo che, complessivamente, tenta di mitigare il percorso, negativo, seguito con l'introduzione di questa tassa, cercando di eliminarne gli aspetti evidentemente blandi. L'emendamento del Governo, infatti, si propone di aggiungere il comma c-bis) del seguente tenore: «l'eventuale applicazione di esenzioni, riduzioni o detrazioni in favore di determinate categorie di soggetti, in relazione all'esistenza di particolari situazioni sociali o reddituali».
Con il subemendamento Zorzato si intende sopprimere la parola «eventuale» e, conseguentemente, le parole: «riduzioni o detrazioni». Ciò rende, quindi, più coercitivo e chiaro l'intervento disposto. Questa è la filosofia di tutta l'attività subemendativa dell'opposizione, sempre orientata a razionalizzare gli interventi, a mitigare il complesso dei danni che crea questo percorso di progressiva vessazione nei confronti dei cittadini. È un intervento che punta a rendere il testo molto più comprensibile.
Una delle caratteristiche che l'attività emendativa del Governo e della maggioranza ha evidenziato è stata quella di complicare il testo con norme difficilmente comprensibili e applicabili, laddove assegniamo ai comuni una serie di facoltà relative alla tassa di scopo, che comunque conferisce agli stessi la responsabilità di effettuare scelte puntuali, ma rende anche meno chiaro il percorso di adozione della tassa di scopo.
Resta invariato, ovviamente, il giudizio più ampio su questa ulteriore gabella e imposizione. È stato fatto un lavoro sulla riduzione di risorse per gli enti locali; restano comunque il gravissimo principio del taglio nei confronti di tutti i nostri comuni e il pesante onere che le amministrazioni locali potranno scaricare sui cittadini attraverso la scelta che porta la responsabilità in capo non solo alle giunte, ma anche ai consigli comunali, in modo che la volontà del popolo rappresenti un punto di riferimento fermo, chiaro, preciso e puntale, su cui l'amministrazione deve rispondere nel momento in cui decide, non esclusivamente come facoltà, di riportare questa ulteriore gabella nel dibattito in seno al consiglio comunale, dove ci sono le rappresentanze piene della democrazia e le rappresentanze dei cittadini, così come avviene in taluni comuni, quando si tratta di deliberare in sede consiliare l'aliquota dell'ICI.
Si tratta quindi di un intervento complessivamente positivo, che va nello spirito dell'attività subemendativa dell'opposizione, fino ad oggi sempre responsabile, chiara e puntuale. Alleanza Nazionale voterà e sosterrà con forza questo subemendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Presidente, devo dire che ci siamo sentiti un po' trascurati. Abbiamo assistito ad una legittima passeggiata del sottosegretario Letta verso il capogruppo Franceschini. Vorremmo capire se il sottosegretario abbia preannunciato a Franceschini quale sarà la risposta che darà all'Aula o se, al contrario, sia stato Franceschini a suggerire a Letta cosa eventualmente dire (Commenti di deputati del gruppo L'Ulivo). Credo sarebbe giusto e doveroso conoscere le intenzioni del Governo. Reiteriamo perciò la richiesta alla Presidenza affinché chieda a sua volta al Governo di assolvere a questo elementare dovere.
Pag. 67PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Ha già parlato La Loggia!
GUIDO CROSETTO. Grazie, onorevole Boato, ma penso che sia ancora possibile parlare a titolo personale!
Vorrei riprendere il discorso svolto dal collega Alberto Giorgetti in relazione a questo articolo. Il sottosegretario Grandi oggi ha «venduto» questo emendamento del Governo come un passo in avanti a fronte delle richieste giunte dall'opposizione. Così sarebbe, perché se lei non elimina l'aggettivo «eventuale» si vanifica il contenuto delle parole che seguono. O vi è un'applicazione delle esenzioni a favore di determinate categorie, quelle più deboli, oppure l'eventualità rende assolutamente superfluo questo articolo, perché viene comunque concessa la possibilità (e non diventa un obbligo) che il legislatore prevede per determinate categorie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. L'onorevole Fini ha posto una domanda che non ha avuto ancora una risposta. La risposta doveva essere sia di carattere politico sia di carattere sostanziale. Di carattere politico, perché credo che il Governo abbia il dovere di dare una risposta ad un legittimo interrogativo posto in questa aula (Commenti dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo)...
MARCO BOATO. L'argomento è chiuso!
GIUSEPPE CONSOLO. Colleghi, io non vi ho interrotto e vi prego di fare lo stesso (Vivi commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Per favore, per favore! Evitiamo inutili, ulteriori turbative. Invito l'Assemblea a lasciare svolgere l'intervento, qualunque sia il contenuto.
Prego, deputato Consolo.
GIUSEPPE CONSOLO. L'onorevole Franceschini ha dato una risposta completamente estranea alla domanda, perché egli ha ricordato all'onorevole Fini che esiste la possibilità di porre la questione di fiducia. Grazie tante, lo sapevamo! Il problema è se questa facoltà sarà o meno esercitata! Sono ancora in attesa di risposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, intendo sottrarre soltanto pochi secondi alla maggioranza, per leggere il testo del subemendamento che voteremo tra poco. La norma di cui stiamo discutendo prevede che i comuni possano deliberare l'istituzione di un'imposta di scopo, mentre l'emendamento 8.500 del Governo stabilisce che i comuni medesimi possano decidere eventualmente l'applicazione di esenzioni, riduzioni o detrazioni in favore di alcune fasce di soggetti deboli o protetti. Possono, eventualmente. Se questo emendamento del Governo ha un senso, allora il termine «eventuale» deve essere assolutamente eliminato. Credo che il Governo condivida questa osservazione, ma che non ci voglia dare soddisfazione. Datela voi ai cittadini che si trovano in particolari situazioni dal punto di vista sociale. Credo che cancellare il termine «eventuale» sia doveroso. Altrimenti, questo emendamento del Governo diventa una foglia di fico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTO MENIA. No! No! Signor Presidente, per favore!
PRESIDENTE. Un momento, un momento...!
Ricordo che la prima parte del subemendamento Zorzato 0.8.500.4 è assorbita dall'approvazione del precedente subemendamento. Pag. 68Pertanto, porrò in votazione il subemendamento Zorzato 0.8.500.4 limitatamente alla seconda parte, relativa alla soppressione delle parole: «riduzioni o detrazioni». Avverto che anche i successivi subemendamenti Marinello 0.8.500.1 e Zorzato 0.8.500.3 sono assorbiti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zorzato 0.8.500.4, nella parte non assorbita, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
ROBERTO MENIA. Il collega aveva chiesto di parlare!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 530
Votanti 513
Astenuti 17
Maggioranza 257
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 269).
Prendo atto che il deputato Rocco Pignataro non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione...
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, la stanno chiamando (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Sto per darle la parola, deputato Menia!
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.500 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Allora, evidentemente, non deve passare ai voti...!
Signor Presidente, so che lei ha difficoltà a guardare a destra. Tuttavia, qui c'era una selva di mani alzate. Essendo stato posto un problema politico al quale non abbiamo avuto una risposta, tutti i deputati del gruppo stanno chiedendo di parlare a titolo personale. Se lei finge di non vedere le mani alzate è un problema suo, ma diventa anche un problema nostro quando si verifica una limitazione della democrazia e del diritto di parola (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, intervengo soltanto per una precisazione, prima di passare al voto dell'emendamento 8.500 del Governo. Mi riferisco ai due subemendamenti approvati, cioè i subemendamenti Garavaglia 0.8.500.6 e Garavaglia 0.8.500.8. Quest'ultimo è da ritenere aggiuntivo del precedente, in modo da evitare confusione nel testo. Pertanto, si dovrà leggere nel modo seguente: «con particolare riferimento ai soggetti che già godono di esenzioni e riduzioni sul versamento dell'ICI sulla prima casa, con particolare riferimento ai soggetti con reddito inferiore a 20 mila euro».
PRESIDENTE. Ne terremo conto in sede di coordinamento formale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, ribadiamo la nostra perplessità di fronte alla mancata risposta del Governo anche in occasione del voto di questo emendamento. Dal momento che nel testo del provvedimento si inserisce, tramite l'emendamento 8.500 del Governo, una eventuale applicazione di esenzioni, riduzioni o detrazioni, pensiamo di dover sottolineare che una eventuale risposta del Governo sarebbe gradita perché ci farebbe lavorare meglio e limiterebbe gli errori che questo Esecutivo, anche sul piano dell'aumento Pag. 69della imposizione fiscale, continua a commettere ai danni dei contribuenti e dei cittadini italiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Angela Napoli. Ne ha facoltà.
ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, intervengo perché non solo continuiamo a non avere risposte alle domande poste, ma addirittura viene formulata, da parte del presidente della Commissione bilancio, la proposta di considerare un subemendamento aggiuntivo ad altro emendamento e prendiamo atto che tale subemendamento aggiuntivo dovrebbe essere definito tale in sede di coordinamento. Ci rendiamo conto di cosa sta avvenendo? Quale finanziaria stiamo votando? Questo è il problema.
Parliamo, addirittura, di coordinamento per emendamenti aggiuntivi su un argomento importante come la tassa di scopo. Rendiamoci conto di ciò che facciamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, ero presentatore di una proposta emendativa sulla tassa di scopo, che ho ritirato quando ho letto la motivazione del parere della I Commissione, che riguardava l'incostituzionalità dell'imposta di scopo per il meccanismo finanziario dei comuni che prevede che non vi sia una destinazione specifica a singole entrate da parte del comune, ma che tutto il bilancio, dalla parte delle entrate, possa essere destinato alle diverse spese.
Come è stato ricordato dai colleghi, di fronte ad una serie di sentenze della Corte costituzionale stiamo discutendo del cosiddetto sesso degli angeli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marras. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARRAS. Signor Presidente, parlando proprio dell'imposta di scopo, ci si può ricollegare al capitolo relativo ai piccoli comuni, per non dire quanto già affrontato ieri sull'articolo 8, dove sottraendo una cifra consistente di molti milioni di euro ed assestando un colpo di questo livello, avete accontentato anche i piccoli comuni utilizzando lo stesso fondo.
Questa è la dimostrazione che bisogna realmente, come ha chiesto precedentemente il vicepresidente del gruppo di Forza Italia, Leone, passare ad esaminare l'articolo 57 e gli articoli seguenti relativi alla copertura degli investimenti con i fondi delle aree sottoutilizzate. È dovere del Governo, prima di votare l'articolo 8, spiegare quale sia la vera copertura che emergerà al Senato e, speriamo, anche in quest'aula, per non fare una «finta» finanziaria. Il Governo deve dire qual è lo scopo e dove troveranno i fondi per coprire le spese.
Il sottosegretario Letta, autorevole esponente, ha parlato di priorità come l'università, la protezione civile e il fondo per le aree sottoutilizzate. Non si capisce bene dove siano le coperture per affrontare tali questioni che stanno tanto a cuore del Governo. Riteniamo che si stia semplicemente cercando di mascherare la grande confusione della maggioranza, come è dimostrato dalla continua presentazione di emendamenti.
Siamo pienamente convinti che anche questa notte si continuerà a «sfornare» emendamenti, portati a turno dalla Commissione, come sappiamo che sta facendo, e domani dal Governo. Speriamo che le risorse non continuino ad essere prese dal fondo per le aree sottoutilizzate, anche perché già vi sono danni gravi, procurati dal fatto che molte regioni del sud sono uscite dall'obiettivo 1.
Già quello era un motivo sufficiente per non intaccare quei fondi. La questione poi riguarda anche i piccoli comuni, che incontrano molte più difficoltà dei comuni di dimensioni maggiori. Tali situazioni, Pag. 70spesso, si incontrano purtroppo al sud, in zone con grandissime difficoltà e in aree sottoutilizzate.
Credo quindi sia veramente necessario l'impegno del Governo a fare chiarezza su dove si reperirà la copertura. Certamente va chiarito che il 50 per cento dei fondi per le aree sottoutilizzate non verrà toccato. Questo è l'obiettivo finale. È necessario che ci venga spiegato quali sono le compensazioni per le zone che si trovano già in grandi difficoltà. Lo ripeto, queste aree non si trovano soltanto nel sud, ma anche nelle valli bergamasche, in zone a forte depressione. È certamente vero che queste aree sono più concentrate al sud, ma sono comunque presenti anche in molte altre parti d'Italia.
Ritengo che questo atteggiamento sia ovvio e comprensibile: il Governo si trova in grande difficoltà nel reperire i fondi. Ma questo vuol dire che voi procedete a vista, che state cercando le soluzioni e le coperture, e probabilmente le troverete, purtroppo, nel momento in cui avrete approvato al Senato, finalmente, il decreto in materia fiscale, per poi ottenere i necessari saldi e porre quindi la questione di fiducia. Credo sia questo il vostro vero obiettivo.
Deve terminare questa pantomima all'interno della Camera, che deve essere rispettata. È giusto che ci sia, a questo punto, non l'ostruzionismo ma chiarezza, affinché si possa andare avanti con un chiarimento forte, come richiesto da tutti i gruppi dell'opposizione, che hanno il diritto di ascoltare in aula il viceministro D'Antoni, responsabile per lo sviluppo del Mezzogiorno, il ministro Bersani, l'ideatore, in pratica, di tutte le tassazioni introdotte dalla manovra finanziaria, insieme al collega Visco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, il collega Zorzato in precedenza ha posto una domanda alla quale non si è in grado di ottenere risposta. Il collega Zorzato, in maniera molto intelligente e puntuale, ha ricordato che il termine «eventuale» è di troppo nell'emendamento in esame. Dunque, vi è un «eventuale» di troppo: eliminando tale termine il problema sarebbe risolto. Rispetto a questo «eventuale» di troppo, non c'è risposta da parte del Governo, il quale usa questa «eventualità» di rispondere come una «eventualità» di meno. C'è una «eventualità» di troppo nell'emendamento e una «eventualità» di meno nell'atteggiamento del Governo, il quale non intende rispondere al Parlamento.
Come possiamo allora continuare i nostri lavori? Siamo nell'impossibilità di sapere quello che stiamo facendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare le incongruenze della maggioranza e del Governo su questa vicenda. Da una parte si prevede la copertura per un sostegno ai piccoli comuni, attraverso oltre 200 milioni di euro sottratti direttamente al Fondo per le aree sottoutilizzate. Dall'altra parte si effettua un taglio dei trasferimenti statali ai comuni, introducendo vincoli stringenti - complessivamente - su tutti i comuni, relativamente al patto di stabilità, a parte i comuni con meno di cinquemila abitanti. Infine, si scarica la responsabilità fornendo un'indicazione molto generica sul fatto che il comune dovrebbe farsi carico anche dell'individuazione di un'eventuale esenzione per chi sia soggetto al pagamento dell'ICI sulla prima casa e abbia un reddito inferiore a 20 mila euro, senza però individuare con precisione la platea dei soggetti che dovrebbero beneficiare dell'eventuale esenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà.
Pag. 71TOMMASO FOTI. Signor Presidente, anzitutto sarebbe opportuno definire esattamente questo nuovo balzello, che non è una tassa, come genericamente viene definita, ma un'imposta. Nella fattispecie è un'addizionale su un'imposta pagata dai proprietari di casa e solo da essi perché è un'addizionale sull'ICI. A questo punto penso di dover dire che quando ieri il sottosegretario Grandi asseriva che grazie alla finanziaria di questo Governo l'ICI diminuirà per i proprietari di immobili, diceva il falso. E ciò è tanto vero che, se un comune dovesse seguire la strategia di questo Governo, fatalmente dovrebbe aumentare l'imposizione fiscale ai proprietari di immobili, senza neppure la distinzione tra coloro che possiedono la prima, la seconda, la terza o la quarta casa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, resta il nostro parere contrario sulla previsione di una tassa di scopo. Noi pensiamo che sia sbagliato aumentare un'imposta sbagliata. Con la soppressione dell'imposta di soggiorno, l'ICI mantiene il primato di essere l'imposta più iniqua del nostro sistema tributario. Se avessimo approvato l'imposta di soggiorno, questa palma sarebbe andata alla tassa di soggiorno. È un'imposta iniqua perché è un'imposta patrimoniale: non colpisce il reddito, ma colpisce il patrimonio. L'unica possibilità che aveva l'imposta ICI per rimanere nel nostro panorama fiscale era il suo collegamento con le opere di miglioramento eseguite nel territorio in cui insistono gli immobili che pagano l'ICI. Si diceva: va sulla spesa corrente. I fautori dicevano: sì, bene, va sulla spesa corrente. Però sulla spesa corrente ci sono anche gli oneri derivanti dai mutui che i comuni sono obbligati a stipulare per costruire quelle opere. Se noi oggi diciamo che dobbiamo imporre una tassa in più per coprire le opere realizzate sul territorio, releghiamo l'ICI ad un ruolo che non le è proprio, cioè quello di coprire la spesa corrente. Perciò, questa tassa di scopo peggiora la posizione dell'ICI.
Siamo però favorevoli all'emendamento 8.500 presentato dal Governo. Si tratta di una proposta che noi avevamo avanzato nella giornata di ieri. Siamo contenti, soddisfatti e orgogliosi che il Governo abbia deciso di farla propria. L'emendamento va nel senso di salvaguardare almeno i redditi più deboli dallo stillicidio di imposte comunali che immettiamo con questa legge finanziaria. Con questo emendamento stabiliamo che, per particolari situazioni sociali o reddituali, una parte dei possessori degli immobili possono non essere colpiti da questa super ICI. Lo ripeto: si tratta di una proposta che abbiamo avanzato ieri, che noi però, nella giornata di ieri, avevamo esteso non solo alla tassa di scopo, ma anche all'addizionale IRPEF.
Pertanto, ribadiamo in questo consesso che è indispensabile che al Senato il Governo presenti un emendamento analogo a questo all'articolo 7, che prevede l'introduzione dell'addizionale IRPEF. In quel caso questa norma diventa ancora più importante. Guardate, sto esaminando i primi bilanci che arrivano dai comuni. Non c'è un comune in Italia che sta lavorando sul bilancio che non sia costretto ad aumentare l'addizionale IRPEF in maniera pesante. Alcuni sono costretti anche ad introdurre subito la tassa di scopo per alcune opere. Se non salvaguardiamo i redditi bassi dall'addizionale, che arriva allo 0,8 più l'1 per cento imposto dalle regioni - quindi, diventa un'imposta importante -, vanificheremo di gran lunga l'esiguo vantaggio che questi redditi hanno avuto dalla manovra delle aliquote che abbiamo fatto a livello centrale. Quindi, la raccomandazione forte è quella presentare un emendamento analogo anche all'articolo 7 in Senato. Ciò diventa indispensabile.
Preannuncio quindi il voto contrario sulla tassa di scopo, e dunque sull'articolo 8 nel suo complesso, e il voto favorevole su Pag. 72questo emendamento, che recepisce un'istanza - lo ripeto - venuta dal mio gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, colgo l'occasione offerta da questo emendamento per esprimere la mia stima nei confronti del deputato Gerardo Bianco, il quale ha tentato di denunciare alla Camera la violazione degli articoli 118, 119, 120 e 121 del nostro regolamento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia); il deputato Bianco ha tutta la nostra stima per l'impegno che ha sempre profuso nell'attività parlamentare!
Vorrei poi invitare l'intera Assemblea ad esprimere solidarietà anche nei confronti del presidente della Commissione, Duilio, e del relatore Ventura, i quali vengono vessati, raggirati, smentiti e, nonostante la loro correttezza parlamentare, viene loro impedito di fare il proprio dovere, offendendone la dignità di uomini e di parlamentari!
Credo che tutta l'Assemblea, indipendentemente...
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare...
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, sto finendo!
PRESIDENTE. No, no, ha finito il suo tempo (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, lei deve far rispettare il regolamento (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Vergognatevi per quello che state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, credo che l'espressione di solidarietà manifestata dal collega Buontempo nei confronti del presidente della Commissione bilancio e del relatore sia da condividere. Siamo in presenza di una gimcana, di un percorso ad ostacoli di questa normativa: se coordiniamo alcune norme già approvate (mi riferisco ai subemendamenti Garavaglia 0.8.500.6 e 0.8.500.8) con il testo governativo, ci troviamo di fronte ad un caravanserraglio di norme. Sono messi in discussione anche gli ambiti oggettivi e soggettivi del tributo.
L'emendamento del Governo prevede la possibilità di applicare detrazioni, riduzioni ed esenzioni con particolare riferimento ai soggetti che non superino un determinato reddito o che si trovino in particolare situazione, ma è tutto indefinito.
PRESIDENTE. La prego...
MAURIZIO LEO. Quindi, bisogna che la norma di legge chiarisca esattamente chi sono i soggetti destinatari, altrimenti è come confondere le imposte con le persiane!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, non entrerò nel merito della questione che già è stata notevolmente sviscerata, ma vorrei sottolineare un aspetto. Questa norma, di fatto, introduce un'ulteriore stratificazione, un'ulteriore tassa sul patrimonio più caro agli italiani, vale a dire la casa, in un momento in cui, tra l'altro, assistiamo ad una fase depressiva del mercato immobiliare.
Vorrei ricordare all'intera Assemblea che quando in Italia si ferma il mercato immobiliare si creano le premesse per una stagnazione economica. Questo è ciò che si sta determinando, tassa dopo tassa, ed è giusto che ne abbiate la consapevolezza e che ve ne assumiate la responsabilità.Pag. 73
In conclusione, Presidente, mi rivolgo a lei per correggere una piccola imperfezione. Poco fa, dopo essere rientrato in aula, ha avuto un lapsus: ha parlato di «aree sottosviluppate»; si tratta di aree sottoutilizzate. Il lapsus freudiano, evidentemente, nascondeva qualcos'altro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, nell'intervento di ieri ho illustrato tutte le negatività di questa tassa di scopo ed i colleghi, oggi, hanno ripreso la tematica.
Al termine del mio intervento avevo sollecitato un'attenzione per le fasce deboli. Credo che la modalità con la quale il Governo affronta questo tema sia inaccettabile, e mi riferisco all'eventuale possibilità data ai comuni di considerare le fasce deboli. Bisogna chiarire con estrema definizione questo aspetto. Mi auguro che ciò venga fatto nel prosieguo dell'esame del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, avendo ascoltato con grande attenzione i numerosi interventi che, legittimamente, i colleghi dell'opposizione stanno svolgendo, compreso l'ultimo dell'onorevole Zanetta, ma anche quelli degli onorevoli Campa, La Loggia ed altri, ho notato che tutti hanno rilevato una contraddizione, che andrebbe eliminata, tra l'emendamento 8.500 del Governo e il riferimento alla parola «eventuale». Vorrei ricordare ai colleghi, possibilmente richiamando l'attenzione del Governo, del presidente della Commissione e del relatore - ma, soprattutto sua, signor Presidente, perché lei è il garante delle nostre votazioni - che abbiamo votato, poco tempo fa, il subemendamento Garavaglia 0.8.500.6, che prevedeva la soppressione della parola «eventuale» e l'Assemblea l'ha approvato pressoché all'unanimità. Quindi, suggerirei ai colleghi che auspicano che la parola «eventuale» sia soppressa da questo emendamento, di prendere atto che con l'approvazione del subemendamento Garavaglia 0.8.500.6 la parola «eventuale» è già stata soppressa e che sono inutili decine di interventi in cui si chiede di eliminare questa parola, che lo ripeto, è già stata soppressa (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. La Presidenza conferma la sua interpretazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento 8.500 del Governo, dopo aver rilevato che ritengo politicamente scorretto il «saccheggio» operato nei confronti del fondo per le aree sottoutilizzate, al di là delle promesse pronunciate poco fa dal Governo.
Passo al merito dell'emendamento 8.500 del Governo, ricordando come la manovra finanziaria determinerà nel paese un aumento della pressione fiscale complessiva. Lo fa con la rimodulazione delle aliquote IRPEF, lo fa con le addizionali, lo fa con la tassa di scopo, che altro non è se non un'addizionale, un aumento del 5 per mille sull'imposta ICI. I soggetti passivi saranno i proprietari degli immobili, perché, per la disciplina prevista, si applicheranno le norme sull'imposta comunale sugli immobili. Vi sarà, dunque, un aggravio per tutti i proprietari di casa, un aggravio obbligatorio. Mentre noi, quali membri del gruppo di Alleanza Nazionale, proponevamo di ridurre la pressione fiscale anche sui proprietari di immobili, specialmente per coloro che possiedono la prima casa di abitazione, con questa imposta di scopo si aumenta la pressione fiscale e, soprattutto, non vi è alcun collegamento tra coloro che potranno utilizzare le opere da essa finanziate e...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
Pag. 74
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, sembra un gioco di parole, ma lo scopo di questa tassa di scopo non è la tassa di scopo, che sarebbe molto condivisibile, ossia che un'amministrazione comunale, allo scopo di fare la fognatura nuova, dice ai suoi cittadini «per la mia responsabilità vi propongo questo: datemi 100 lire ciascuno e la facciamo». Lo scopo di questa tassa di scopo è un altro: quello di dare ai comuni la possibilità di far rientrare nelle proprie casse ciò che è stato loro «tagliato» a Roma.
Al di là del gioco di parole, questa non è una vera tassa di scopo. È apprezzabile l'emendamento presentato dal Governo, sul quale molti di noi hanno presentato subemendamenti, e noi voteremo a favore di tale emendamento, perché esso è coerente con tutti i ragionamenti che si sono svolti in quest'aula da parte del centrodestra. Tuttavia, la tassa di scopo di questa proposta è assolutamente inaccettabile, perché è esattamente il contrario di ciò che propone. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gamba. Ne ha facoltà.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Deputato Presidente, l'imposta di scopo - perché di ciò si tratta, e non di una tassa, come certamente è opportuno ricordare - è una delle dimostrazioni più evidenti di quanto fossero in precedenza - e siano attualmente - false le ripetute dichiarazioni del Governo di non voler e di non riuscire ad aumentare la pressione tributaria complessiva. È chiaro che, al di là della rimodulazione delle aliquote dell'IRPEF, la previsione e la proliferazione di nuove imposte, dei generi più diversi, comporterà - e comporta già, in tutta evidenza - un forte incremento della pressione tributaria.
Al di là delle dissertazioni dell'onorevole Boato, che ha peraltro ragione sulla parola «eventuale», il fatto che attualmente non vi sia più questa parola non cambia la sostanza dell'eventualità riguardo alle esenzioni, pur auspicabili, perché è evidente che se l'articolo attribuisce la facoltà ai comuni di prevedere le ricordate imposte, concede ai medesimi anche la facoltà di prevedere o meno le detrazioni o le attribuzioni. Quindi, non cambia la sostanza...
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Minasso. Ne ha facoltà.
EUGENIO MINASSO. Signor Presidente, desidero ringraziare l'onorevole Boato per il suo suggerimento, nonché per l'attenzione che egli presta ai nostri interventi. Quando si parla di imposta di scopo, è chiaro che si tratta di un tributo addizionale per chi già paga l'imposta comunale sugli immobili; essa, pertanto, colpisce non il reddito, ma il patrimonio dei contribuenti.
Non serve, dunque, discutere su espressioni come «eventualmente», «fasce deboli» o «fasce protette». In verità, non riusciamo a capire quasi più nulla, poiché non si comprendono più le vere intenzioni di questo Governo. Infatti, non si capisce quale sia la reale volontà nei confronti dei contribuenti non solo in questo caso, ma anche con riferimento all'intera manovra finanziaria.
Riscontro esservi una confusione ormai totale, da parte del Governo, che ha contagiato anche l'Assemblea: pertanto, il nervosismo pervade ormai quest'aula.
PRESIDENTE. La prego di concludere...!
EUGENIO MINASSO. Ascoltiamo con preoccupazione una dichiarazione resa dal sottosegretario Letta e...
PRESIDENTE. Grazie: ha esaurito il suo tempo a disposizione!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Catanoso, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo in presenza di un'imposta di scopo che pare avere solamente uno scopo: continuare a tassare i nostri concittadini!
Ancora una volta, ciò che appare è la volontà del Governo di non dialogare con l'opposizione. Ritengo che avrebbe potuto essere proprio questa la volta buona per condividere una scelta: si poteva decidere insieme, infatti, di delimitare la possibilità di tassare alcuni ceti che versano in condizioni di difficoltà. Constato che anche in questo caso, invece, la maggioranza non ha intenzione di dialogare e di condividere con l'opposizione le scelte in questo ambito.
Credo che la richiesta, avanzata legittimamente dall'opposizione, di capire se sarà posta o meno la questione di fiducia sia stata accantonata, poiché il Governo ha mostrato la sua volontà di non rispondere...
PRESIDENTE. La prego di concludere...!
BASILIO CATANOSO. ... esclusivamente per nascondere, ancora una volta, la propria faccia dietro...
PRESIDENTE. Grazie!
BASILIO CATANOSO. ... la possibilità che questo Esecutivo possa farlo...
PRESIDENTE. Grazie!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ho già avuto modo di assistere, a livello regionale, ad alcune esperienze di imposte di scopo. Ad esempio, in una regione da me conosciuta, è stata introdotta un'imposta di scopo per interventi a favore della viabilità; successivamente, invece, essa si è rivelata essere finalizzata a ripianare i deficit del comparto sanitario!
Il rischio che si corre è appunto questo, signor Presidente. Vorrei osservare che, quando si riducono trasferimenti agli enti territoriali in una misura così pesante, come viene stabilito dal disegno di legge finanziaria in esame - e vorrei ricordare che, nella scorsa legislatura, noi venivamo accusati di trattare in questo modo gli enti locali! -, accadrà, inevitabilmente, che l'imposta di scopo avrà solamente il fine di compensare quanto è stato «maltolto» da Roma!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, vorrei ricordare al collega Boato che è vero che nel testo dell'emendamento che ci accingiamo a votare non è più contemplata la parola «eventuale», ma è pur sempre previsto il termine «possibilità», la quale, conoscendo i sindaci del centrosinistra (che, purtroppo, sono la maggior parte) significa «certezza»!
Vorrei leggere all'Assemblea quanto dichiarato dal sindaco Domenici circa la soppressione della tassa di soggiorno di queste ore: «(...) Sul contributo turistico, il comportamento del Governo è stato dannoso e incomprensibile: un avanti e indietro che, oggi, si conclude con la semplice cancellazione del provvedimento. Ora, i comuni non avranno alternative e dovranno per forza ricorrere all'aumento dell'addizionale IRPEF (...)».
Signor Presidente, potrei riassumere in queste poche parole la differenza tra il centrodestra ed il centrosinistra: noi, con la nostra legge finanziaria, abbiamo bloccato le addizionali IRPEF, dando delle indicazioni virtuose; loro, invece...
PRESIDENTE. La prego di concludere!
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. ...dando delle indicazioni viziose, che vogliono sempre dire più tasse e più tasse (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedele. Ne ha facoltà.
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LUIGI FEDELE. Signor Presidente, intervengo per confermare ancora una volta la nostra contrarietà all'imposta che si vuole introdurre, che riteniamo sicuramente iniqua, e neanche poco! Una tassa che, in particolare per i piccoli comuni e per quelli del sud, sarà di difficile applicazione perché le condizione economiche di quegli abitanti certamente non consentiranno che venga applicata un'altra tassa.
Ritornando specificatamente all'emendamento in questione, abbiamo apprezzato che sia stata eliminata la parola «eventuale», ma comunque anche leggendolo attentamente - l'ho letto diverse volte e ripetutamente - non si riesce a capire che cosa voglia dire «applicazione di esenzioni, riduzioni o detrazioni in favore di determinate categorie di soggetti in relazione all'esistenza di particolari situazioni sociali o reddituali» . Di quali categorie di soggetti si tratta? Io credo che, se il Governo volesse veramente dare un segnale, dovrebbe chiarire questo aspetto, perché non si riesce a capire quali saranno i soggetti e soprattutto se ci saranno soggetti che beneficeranno di questa riduzione e di questa deduzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io non riesco a capire perché il ministro dell'economia e il Presidente del Consiglio non chiamino questa imposta, questo balzello con il suo nome esatto: semplicemente un aumento dell'ICI. Sarebbe stato così semplice dire agli italiani: abbiamo deciso che si può aumentare l'ICI.
Capisco che la sinistra è maestra nell'arte della propaganda, ma credo che almeno un ministro tecnico avrebbe dovuto avere il buon senso di chiamare le cose con il proprio nome.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Onorevole Presidente, io sono esterrefatto nel vedere come siano bastati solo quattro mesi a questa maggioranza per dimostrare quanto sia disunita, slegata e in ordine sparso. Il che dimostra veramente che non sa governare, deludendo anche quella parte degli italiani che l'hanno votata in buona fede.
Approfitto della presenza in quest'aula del ministro Chiti, il ministro deputato a dichiarare quando verrà posta eventualmente la fiducia, per invitarlo a pronunciarsi sulla reale volontà del Governo su questa finanziaria, che mi sembra sia priva di ogni principio contabile in grado di garantire la sua liceità e la sua legittimità. Invito il ministro Chiti a pronunciarsi adesso davanti all'aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, vorrei soltanto osservare - e mi dispiace che il sottosegretario Letta si sia allontanato - che stiamo assistendo ad una sorta di schizofrenia normativa. La mancanza di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione sta portando sostanzialmente fuori da quest'aula l'unico vero dibattito interessante che avrebbe potuto dare dignità anche a questo livello di intervento per quanto attiene le autonomie locali. In quest'aula il grande assente è il federalismo fiscale; infatti, voi state proponendo una sorta di ripetute addizionali che stanno mortificando ciò che era anche all'interno del programma dell'Ulivo: la costruzione di una fiscalità locale basata sul federalismo fiscale, quello vero, non quello presunto.
Lo voglio sottolineare perché se continuiamo di questo passo vi troverete di qui a non molto - visto tra l'altro che è stata annunciata la riforma del codice delle autonomie locali - a rivedere totalmente questa materia.
Ecco perché ...
PRESIDENTE. Onorevole Moffa, è terminato il tempo a sua disposizione.Pag. 77
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Patarino. Ne ha facoltà.
CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, io avevo affermato, nel mio precedente intervento in discussione generale, che il Governo e la maggioranza si erano resi responsabili di due delitti, uno commesso direttamente dal Governo e l'altro affidato in Commissione ai comuni, ed entrambi i delitti avevano lo scopo di tartassare «a sangue» i cittadini italiani.
Con questa tassa abbiamo l'ennesima dimostrazione che quella mia impressione era esatta; infatti, questo Governo e questa maggioranza non sono in grado di andare avanti.
Intanto perché il guidatore non è in grado di guidare; intanto perché il mezzo di cui dispongono non è adeguato e poi perché vi è molta confusione, così come hanno detto l'onorevole Bianco, al quale va la nostra solidarietà, ed il collega Buontempo. In effetti, mai si era verificata una cosa del genere dopo diciotto finanziarie, come è stato ricordato, lo ripeto, anche dall'onorevole Bianco (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale). Quindi, ancora di più, mettiamo in evidenza che voi non siete in grado neppure di dirci, di dirvi, dove volete andare e quando dovete partire.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il deputato La Russa, al quale vorrei chiedere se l'argomento del suo intervento sia strettamente attinente all'emendamento in discussione.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, la ringrazio, il mio sarà un intervento veramente stringato.
Credo che questo braccio di ferro - non ostruzionistico, ma di attesa - per una parola del Governo dovrebbe finire: mi appello al Presidente della Camera. Il presidente di un partito, l'onorevole Fini, ha posto una domanda lecita, legittima; egli ha chiesto di capire se l'orientamento del Governo è quello di porre la fiducia o meno.
Credo che una risposta in questo senso - che può anche consistere in un «non lo sappiamo» - rappresenti prima di tutto un atto di cortesia e poi di dovere politico. Mi impegno a nome del gruppo di Alleanza Nazionale a non riaprire la discussione e se vuole, signor Presidente, ci fornisca lei una risposta così da non costringere il Governo ad intervenire. In ogni caso, mi pare che venire meno ad un elementare dovere di cortesia politica e istituzionale non rappresenti un fatto che può fare onore al Parlamento ed al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
GIOVANNI CARBONELLA. Basta!
PRESIDENTE. Lei sa che non ho a disposizione la risposta; quindi, credo che potremmo convenire - se siamo in grado di raggiungere un'intesa - circa la sollecitazione, proposta reiteratamente, di chiedere al Governo se sia in grado di assolvere a tale sollecitazione. In ogni caso, ciò non dovrebbe riaprire la discussione, altrimenti francamente non ci troveremmo più nella condizione di poter organizzare i nostri lavori (Commenti).
La mia proposta mi pare accolta; quindi, invito il rappresentante del Governo ad esprimersi nel merito.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Ho ascoltato l'intervento svolto qualche ora fa dal presidente Franceschini, che potrei ripetere parola per parola a nome del Governo. Il Governo non ha deciso di porre la questione di fiducia - come, mi pare, risulti evidente - e si è impegnato, assieme alla maggioranza, a non farlo e (lo sottolineo) ci sta ancora provando. Vi è un elemento che non può sfuggire a nessuno e che è stato richiamato dall'onorevole Bianco; come dicevo poco fa, infatti, all'onorevole La Russa, né la maggioranza né l'opposizione - ciò conta di più delle responsabilità che ci possiamo rinfacciare perché è questione che riguarda il paese - possono assumersi la responsabilità di andare all'esercizio provvisorio. Pag. 78Questo non lo faremo e, se ci vorrà la fiducia per non andare all'esercizio provvisorio, noi la porremo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Comunisti Italiani e Verdi).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.500 del Governo, nel testo subemendato, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 517
Votanti 480
Astenuti 37
Maggioranza 241
Hanno votato sì 308
Hanno votato no 172).
Prendo atto che la deputata Lanzillotta non è riuscita a votare ed avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 8.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, abbiamo testé ascoltato le dichiarazioni del ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali; ebbene, noi siamo qui a fare il nostro dovere. Rimane, però, il dato che la maggioranza, così come ha fatto sinora, continuerà a presentare in aula ulteriori proposte emendative. Un'agenzia Ansa delle ore 18,38 di oggi riporta, infatti, dichiarazioni del ministro Mussi riguardanti l'università e la ricerca scientifica; lo stesso ministro, autorevole rappresentante della vostra maggioranza, annuncia ulteriori 110 milioni di euro per l'università e la ricerca (Applausi di deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Noi ne siamo felici; speriamo però che tali risorse non si trovino sottraendole al fondo per le aree sottoutilizzate! Però, se l'incremento finanziario disposto con tale modifica verrà approvato nei tempi, ciò dipenderà, evidentemente, soprattutto dalla vostra capacità - o, più correttamente, dalla vostra incapacità - di governare. Non potrà dipendere dalle agenzie, né da emendamenti che continuano a giungere a getto continuo.
Quindi, esimio Presidente, noi, attraverso lei, invitiamo il Governo affinché si segua una procedura ed un iter di esame della legge finanziaria che siano assolutamente consoni.
In conclusione, a proposito dell'emendamento annunciato dal ministro Mussi, si tratta di una maniera assolutamente nuova di legiferare: gli emendamenti si presentano non ad agenzie di stampa come l'Ansa, ma in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Colleghi, ho il dovere, per ragioni di trasparenza verso l'Assemblea, di precisare che, sulla questione ora sollevata dal deputato Marinello, la Presidenza della Camera aveva sollecitato il Governo a dare una risposta conclusiva sul modo in cui avrebbe inteso procedere per quanto riguarda le proposte emendative. Ieri, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, ho comunicato la risposta che ho ricevuto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 531
Votanti 513
Astenuti 18
Maggioranza 257
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 276).Pag. 79
Prendo atto che la deputata Lanzillotta non è riuscita a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 534
Votanti 518
Astenuti 16
Maggioranza 260
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 8.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 536
Votanti 518
Astenuti 18
Maggioranza 260
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 8.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 538
Votanti 522
Astenuti 16
Maggioranza 262
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 535
Votanti 517
Astenuti 18
Maggioranza 259
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 275).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 8.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo molto brevemente.
Noi, con questa proposta emendativa, chiediamo che venga soppressa la lettera c) del comma 5 dell'articolo 8, laddove stabilisce che la tassa in questione può essere utilizzata anche per finanziare opere «di maggiore decoro dei luoghi». Si vuole sopprimere tale espressione per evitare un'eccessiva indeterminatezza; ben capite infatti come «maggiore decoro» voglia dire tutto e niente. Quindi, vorremmo che la tassa di scopo seguisse almeno un minimo di logica.
Invitiamo pertanto Governo e relatore a rivedere la loro posizione perché ci pare ovvio che la nozione di «maggiore decoro» sia troppo indeterminata e che non sia il caso di inserirla in questo contesto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, pur consapevole del difficile momento attraversato anche dalla Presidenza, intervengo per un richiamo all'articolo 39 del nostro regolamento.
Caro Presidente, quali che siano i tempi stabiliti per gli interventi - un minuto, dieci minuti o venti -, il comma 2 dell'articolo 39 stabilisce: «Trascorso il termine, il Presidente, richiamato due volte l'oratore a concludere, gli toglie la parola».
Invito al rispetto di tale articolo perché togliere all'improvviso la parola al parlamentare che sta parlando, vuol dire offendere la dignità del parlamentare stesso. È invece sufficiente che lei, come da prassi, suoni il campanello. Signor Presidente, lei davanti a sé ha l'orologio, al contrario dell'oratore. Tuttavia, esiste una norma precisa sul fatto che l'oratore deve essere richiamato per due volte.
PRESIDENTE. Vorrei ricordare, sebbene sia sovrabbondante perché lei la conosce da molto tempo prima di me, che è prassi ordinaria della Presidenza regolarsi così. In ogni caso, cerco di scampanellare cinque secondi prima della scadenza del minuto. Deputato Buontempo, l'ho fatto anche nei suoi confronti, la prego di credermi. In ogni caso, la ringrazio. Quindi, farò in questa maniera: cinque secondi prima dello scadere del minuto scampanellerò e poi toglierò la parola.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 8.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 533
Votanti 515
Astenuti 18
Maggioranza 258
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 8.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 536
Votanti 219
Astenuti 17
Maggioranza 260
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 277).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Colasio 8.22. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, mi pare di rilevare un errore in questo emendamento e mi pare strano che la Commissione abbia potuto esprimere in proposito parere favorevole. Al comma 5 dell'articolo in questione, lettera b), si parla di esclusione di manutenzione straordinaria ed ordinaria di opere esistenti. Per analogia, non mi sembra accettabile parlare della possibilità di fare restauro su opere esistenti. È chiaro che il riferimento è alle opere viarie, tuttavia siamo sempre di fronte ad operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria. Naturalmente, annuncio il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colasio 8.22, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 526
Astenuti 19
Maggioranza 264
Hanno votato sì 292
Hanno votato no 234).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Elpidio 8.23, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 536
Votanti 518
Astenuti 18
Maggioranza 260
Hanno votato sì 278
Hanno votato no 240).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alberto Giorgetti 8.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 544
Votanti 527
Astenuti 17
Maggioranza 264
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 282).
Prendo atto che il deputato Leddi Maiola non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 8.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, l'emendamento in oggetto vuole provocare il Governo che, in questa maniera, prende in giro i comuni. Infatti, con questa legge finanziaria essi sono obbligati a mettere le tasse. Con la possibilità di mettere soltanto il 30 per cento, come ha ben detto in precedenza il collega Galletti, indebitate due volte il comune. Lo costringete a chiedere il 30 per cento ai propri cittadini e, allo stesso tempo, ad accendere mutui, i cui interessi accresceranno la spesa corrente. In questa maniera, i cittadini sono presi in giro due volte, con il pagamento del 30 per cento e con gli interessi sui mutui che i comuni dovranno accendere per coprire l'intera opera. Complimenti, continuate in questa maniera e i cittadini si troveranno in tasca poco denaro!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Grazie Presidente, crediamo che la norma al comma 7 di questo articolo 8 non dia certezza per i contribuenti che hanno versato la tassa di scopo. Prevedere che il rimborso degli importi versati, qualora l'opera non venga effettuata, abbia un termine di cinque anni non dà sufficienti garanzie ai contribuenti. Noi chiediamo che questo termine sia ridotto ad un anno.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 527
Astenuti 16
Maggioranza 264
Hanno votato sì 41
Hanno votato no 486).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mazzoni 8.29, Fugatti 8.30, Leo 8.31, Campa 8.32, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, con questo emendamento, il sottoscritto insieme agli altri colleghi che hanno presentato analoghi emendamenti, vorrebbe non tanto dare la possibilità ai contribuenti di chiedere la restituzione dopo due anni, ma addirittura obbligare il comune a restituire i soldi, laddove i lavori non fossero iniziati, dopo un anno. Su queste tasse di scopo insistono diverse disposizioni troppo aleatorie. Vorremmo avere la certezza che, nel caso in cui l'iniziativa per la quale è stata chiesta una contribuzione da parte dei cittadini non venga realizzata entro un anno, il comune abbia l'obbligo di restituire i soldi.
MAURIZIO FUGATTI. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo per precisare, anche ai fini della trascrizione sui resoconti, che la mia precedente dichiarazione di voto era relativa agli identici emendamenti che si stanno per votare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Leo 8.31. Il comma 7 dell'articolo 8 assegna un termine di cinque anni ai contribuenti per chiedere la restituzione della somma, ove l'opera non sia iniziata, mentre non prevede alcun obbligo per il comune di restituire l'importo, né alcun periodo di tempo entro il quale questo rimborso debba avvenire. Questo appare illogico e, pertanto, mi sembra giusto che, ove il comune incassi una somma, nel caso in cui un'opera impegnata non sia successivamente realizzata, abbia l'obbligo di restituire la medesima entro un periodo di tempo previsto per legge. Infatti, siamo noi che dobbiamo imporre al comune questo obbligo di restituzione ed indicare il tempo entro il quale debba essere restituito. Dunque, prevedere come farlo con gli emendamenti al nostro esame - e in particolare l'emendamento Leo 8.31 che prevede l'obbligo dei comuni di restituire le somme indebitamente riscosse entro un anno -, mi sembra logico e pertanto invito tutti i parlamentari a votare a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento Campa 8.32. Infatti, l'esperienza ci insegna che, con troppa disinvoltura, molti enti locali stravolgono l'assegnazione di determinati cespiti riscossi per destinarli a finalità diverse da quelle originariamente prefissate, come ad esempio avviene nella mia realtà, dove il comune diversifica le attività rispetto agli obiettivi determinati in sede assembleare. Pertanto, ritengo estremamente opportuno e giusto votare a favore dell'emendamento Campa 8.32 in quanto risponde all'esigenza di certezza per i cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Leo. Ne ha facoltà
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, quando si istituisce un tributo è necessario che vi sia una contestualità tra il prelievo e l'obiettivo che si prefigge il tributo stesso. Nel momento in cui c'è un lasso temporale di cinque anni tra il prelievo, l'acquisizione delle somme da parte del Pag. 83comune e l'esecuzione dell'opera, qualcosa in questo meccanismo non funziona. Teniamo presente che, come è stata scritta la norma, ci saranno dei sicuri aggravi per gli enti locali che dovranno gestire l'attività di accertamento, di liquidazione e di rimborso. Dunque, il nostro emendamento è volto a riavvicinare i tempi tra il prelievo e l'esecuzione dell'opera. Se non si interviene in questo modo si creeranno sicuramente degli sconquassi per il sistema comune.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, da tanto tempo si è discusso sull'opportunità e sulla legittimità delle cosiddette tasse di scopo, tributi mirati alla realizzazione di un'opera pubblica o di una finalità che si ritiene meritevole di essere conseguita.
Una cosa è certa: si tratta di un meccanismo molto delicato che si fonda sull'affidabilità dell'ente che esige e riscuote e sulla correttezza del rapporto intercorrente tra questo e il contribuente. Nel momento in cui si spezza questo rapporto di fiducia, viene minato uno dei fondamenti della democrazia e dell'autogoverno locale.
Stabilire il periodo entro il quale l'obbligo alla restituzione da parte dell'ente che non realizzi l'opera, per la quale ha preteso questo tributo straordinario, deve essere adempiuto è fondamentale, soprattutto per garantire la correttezza del rapporto democratico tra amministratore e amministrati. Pertanto, l'emendamento in esame, che chiedo di sottoscrivere, è senz'altro da approvare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere anch'io l'emendamento Campa 8.32. Ho la sensazione che l'intervento del Governo in questo campo abbia il significato, ancora una volta prettamente demagogico, di un falso federalismo. Quando si stabilisce che i contribuenti hanno la possibilità di chiedere entro il termine di cinque anni il rimborso e quant'altro, non si danno certezze per quanto riguarda l'opera come tale, ma solo spazio ad interventi variegati di interessi, non sempre pubblici.
Alla luce di questo, la certezza che entro un anno il cittadino abbia il diritto, rivendicato per norma, di chiedere il rimborso e non su discrezione dell'amministrazione comunale, è un segnale di chiarezza e trasparenza nei confronti dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, io non sottoscrivo questo emendamento. Sulla questione del prelievo sui cittadini sono d'accordo, ma una volta previsto, come fate ad intervenire, con le amministrazioni locali che devono regolare l'opera, con un regolamento approvato dal consiglio comunale?
La devono finanziare anche sulla base di bilanci pluriennali. Devono fare gare europee, pubblicate sulla Gazzetta ufficiale. Ai comuni non è stata sicuramente attribuita la possibilità di sburocratizzare le opere pubbliche. Devono sottostare a due mila «legacci» o leggi che devono rispettare. L'opera viene finanziata al 30 per cento con l'imposta, mentre la parte rimanente proviene da risorse di bilancio. Sono d'accordo che l'ulteriore percentuale dello 0,5 per mille non doveva essere introdotta, ma nel momento in cui è stato previsto di inserirla, credo che questo emendamento non sia di alcun significato per tutti i comuni italiani, di centro, di centrodestra, di sinistra, di centrosinistra.
Si tratta di un emendamento che assolutamente non coglie gli obiettivi che ci siamo prefissi. Serve solamente a danneggiare le amministrazioni comunali che devono fare un'opera pubblica regolata da regolamenti. Chi si intende di amministrazioni Pag. 84locali sa che, molto spesso, le opere si realizzano sulla base di finanziamenti pluriennali (bilanci pluriennali) e, con riferimento ai piccoli comuni, che dispongono di poche risorse, di 3, 4, 5 anni.
Vi prego di capire che, spesso, per essere un buon Papa, bisogna aver fatto i parroci di campagna. Quindi, per essere dei buoni deputati, bisogna sapere di cosa stiamo parlando con riferimento all'amministrazione degli enti locali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ida D'Ippolito Vitale.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Grazie Presidente. Intervengo anche io per sottoscrivere l'emendamento Campa 8.32. Ne condivido le ragioni e la logica ispiratrice. Intanto, non può sfuggire all'attenzione dell'Assemblea il ruolo centrale che viene riconosciuto al cittadino. Tempi certi e tempi brevi per la restituzione di somme non utilizzate, in un rapporto che non vede il ruolo dominante della pubblica amministrazione, ma piuttosto rivendicato e riaffermato il diritto del cittadino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Presidente, la norma di cui stiamo parlando è obiettivamente pasticciata. Essa prevede che il pagamento sia riferibile all'ICI nei cinque anni successivi, prevede che si possa fare richiesta di rimborso riferendosi ad un pagamento indeterminato, considerato che l'ICI si paga due volte all'anno e, nel caso in cui l'opera non inizi entro due anni, non si capisce se si fa riferimento al primo o al secondo, all'acconto o al saldo. In più, a tutto questo si deve aggiungere che vi è un riferimento ad un accertato diritto alla restituzione, il che significa che un comune che non intende procedere a dichiarare che l'opera non è stata iniziata, potrebbe posporre negli anni l'accertamento del diritto alla restituzione, senza quindi procedere alla restituzione. Mi sembra una norma francamente incomprensibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mazzoni 8.29, Fugatti 8.30, Leo 8.31, Campa 8.32, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 532
Votanti 517
Astenuti 15
Maggioranza 259
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 283).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leo 8.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma a questo emendamento. L'emendamento che abbiamo bocciato poteva avere la controindicazione che, a causa della lentezza dei comuni, il termine di un anno era troppo breve. L'emendamento del collega Leo non incide sui tempi, ma rende più chiara la possibilità per il cittadino di avere la restituzione, stabilendo che una volta che il comune non abbia realizzato l'opera e il cittadino abbia chiesto la restituzione dei soldi, visto che il comune ritarderebbe per anni la restituzione, egli li compensi con altri tributi comunali. Questa previsione mi sembra assolutamente di buon senso, anche perché se si tratta di una tassa di scopo e il comune non realizza l'opera, il diritto del cittadino alla restituzione è certo. In questo modo, semplifichiamo soltanto la vita del cittadino qualora il comune non realizzasse l'opera. Egli non deve attendere che il Pag. 85comune gli restituisca i soldi, ma li può compensare con le imposte che deve pagare. Respingere questo emendamento mi sembra assolutamente incomprensibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Nell'ordinamento tributario è ormai norma consolidata quella della compensazione. Lo facciamo nell'ambito delle imposte erariali, delle imposte dirette e dell'IVA, perché non farlo anche per il tributo di scopo e gli altri tributi comunali? Nel momento in cui l'imposta non è dovuta, è giusto che si effettui la compensazione senza attendere i rimborsi che potranno arrivare in tempi lunghissimi e con procedure problematiche anche in capo ai comuni. Questo è lo spirito dell'emendamento e anche l'obiettivo che si intende raggiungere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leo 8.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 535
Votanti 518
Astenuti 17
Maggioranza 260
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 277).
Prendo atto che la deputata Gardini non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Buonfiglio 8.34, Ruvolo 8.35 e Misuraca 8.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Misuraca. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, come diceva il collega Crosetto, questo è un altro tentativo, un'altra ipotesi per rimediare alle incongruenze che si rintracciano nella norma. Con gli identici emendamenti in esame chiediamo la compensazione. Osservava giustamente il collega Leo, che in finanza è prevista la possibilità della compensazione.
Cari colleghi, forse come contribuenti qualche volta abbiamo pagato e chiesto la restituzione di quanto versato, mentre per problemi di cassa non viene restituito nulla. Con gli emendamenti in esame chiediamo direttamente la compensazione con il modello F 24, se l'opera non viene realizzata. Riteniamo che questa sia un'ipotesi valida che darà la certezza al cittadino di essere rimborsato di ciò che ha pagato nei confronti di un'amministrazione che non è stata capace di realizzare le opere. Per ciò chiediamo un voto favorevole all'approvazione degli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Misuraca 8.36 a firma anche dell'amico Giuseppe Fini, che mi sembra molto giusto, visto che avete negato la possibilità della restituzione immediata dopo due anni dalla data di approvazione. Ciò significa che se il comune chiede soldi per una tassa di scopo e dopo tre anni, con un progetto esecutivo, l'opera non è stata realizzata, dopo due anni non dovrà automaticamente restituire la somma. Dato che avete respinto l'automatismo della restituzione, chiediamo almeno che vi sia l'automatismo della compensazione.
Mi sembrerebbe molto giusto, perché il cittadino non deve essere gravato da un pagamento di un'opera che dopo tre anni non è ancora iniziata e, magari, nel frattempo viene istituita un'altra tassa di scopo per un'altra opera e si tassa nuovamente il cittadino per altri tre anni. Non è giusto che il comune con indicazioni di Pag. 86massima metta una tassa di scopo, non realizzi l'opera e non vi sia la possibilità della compensazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Buonfiglio 8.34, Ruvolo 8.35 e Misuraca 8.36, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 540
Votanti 523
Astenuti 17
Maggioranza 262
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 279).
Prendo atto che la deputata Francescato non è riuscita a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Elio Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, approfitto anche della presenza del ministro Mussi, che è stato oltre che parlamentare di esperienza, anche presidente di gruppo parlamentare, del quale conosciamo la sensibilità verso i lavori parlamentari. Precedentemente, il collega Marinello ha osservato che il ministro ha rilasciato alcune dichiarazioni sugli stanziamenti alla ricerca (che stanno a tutti noi a cuore), che ha ottenuto.
Ora, vi è una dichiarazione del presidente del gruppo de La Rosa nel Pugno, onorevole Villetti, che dice: «Ho incontrato il ministro Mussi e mi ha informato del risultato della trattativa che c'è stata a palazzo Chigi. È stato fatto un passo in avanti e questo è positivo, ma credo che ne servano altri. Per farli, mi attengo alla solidarietà della maggioranza». Questo ha detto l'onorevole Villetti dopo l'incontro con i ministri Padoa Schioppa e Mussi.
Signor Presidente, lei converrà che non si potrà rispondere, anche in questo caso, che dobbiamo aspettare che si arrivi all'articolo riguardante la ricerca e l'università per avere una risposta (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Non siamo disponibili, signor Presidente (non so lei), ad attendere che le trattative si svolgano al di fuori dell'aula, che Villetti, anziché avere una risposta dal ministro Mussi in Assemblea, lo incontri nei corridoi o a palazzo Chigi, che finisca la trattativa al di fuori dell'aula e, dopo, finita la trattativa, quando la maggioranza ha trovato i propri equilibri interni, votiamo frettolosamente l'articolo sugli stanziamenti relativi alla ricerca (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Signor Presidente, ripeto che conosco la sensibilità del ministro Mussi. Se lui volesse informare brevemente l'Assemblea, non ne approfitteremmo per «riaprire» gli interventi, non replicheremmo, ma abbia almeno la dignità di dire a noi ciò che ha detto, in privato, al presidente Villetti e quello che ha detto alle agenzie (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Informi pubblicamente l'Assemblea sulla trattativa in corso sugli stanziamenti per la ricerca, che state trovando. Non credo si tratti di una questione privata, ma è una questione che interessa il Parlamento e l'opinione pubblica. Se lei, ministro Mussi, facesse questo atto di generosità nei confronti del Parlamento, dimostrerebbe anche di avere a cuore il ricordo della sua attività parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Sono costretto a ripetere quanto già affermato. Non possiamo procedere in questo modo, avanzando e fermandoci ogni volta (Commenti del deputato Elio Vito)...
La prego, la prego! Io l'ho ascoltata con attenzione e rispetto.
Dicevo che non possiamo far intervenire, sull'ordinato sviluppo dei lavori, questioni che - insisto - sono di totale legittimità, ma che attengono alla politica e non ai nostri procedimenti. Abbiamo già stabilito un modo di procedere che, a Pag. 87questo punto, davvero costituisce un riferimento. Non possiamo procedere, ancora una volta, con interruzioni finalizzate a ripetere una discussione già svolta in due occasioni. Quindi, confermo l'impegno che abbiamo assunto di fronte a tutti, cioè che faremo il punto dopo la votazione dell'articolo 8.
ANDREA RONCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Ronchi, se intende intervenire sull'ordine dei lavori, dovrei pregarla di non insistere, perché altrimenti si ritornerà sempre sullo stesso punto. Tuttavia, come manifestazione di buona volontà, le consento di intervenire. Prego, deputato Ronchi.
ANDREA RONCHI. Apprezzo la sua sensibilità istituzionale, signor Presidente, e per questo tutti noi la ringraziamo. Però, credo che il collega Elio Vito non abbia posto una questione di lana caprina. Noi non siamo qui per caso. Credo che, in questo momento, non possiamo essere espropriati della nostra attività parlamentare da parte della politica. Se il ministro Mussi, come altri ministri, stanno svolgendo attività politica al di fuori del Parlamento, quest'ultimo ha il diritto di esserne informato (Vivi commenti dei deputati L'Ulivo). Non possiamo essere presi in giro, signor Presidente, non è più tollerabile (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Vi prego!
ANDREA RONCHI. Non vorrei neanche mutuare, signor Presidente, quanto un illustre esponente dei Democratici di sinistra ha affermato e, cioè, che questa finanziaria è un suk. Dimostrate che non e così!
PRESIDENTE. Ci sono cose elementari che sono facilmente assumibili da tutte e da tutti. La Camera dei deputati è un luogo importante nel quale si esercita la vita pubblica e la politica del paese. Tuttavia, devo far notare loro che non è l'unico luogo ed esistono anche altri luoghi (Commenti del deputato Elio Vito)... La prego, la prego!
Dicevo che esistono anche altri luoghi. L'importante è che questa Assemblea sia in grado di mantenere la sua sovranità, decidendo in piena libertà, sulla base di un ordine dei lavori che abbiamo stabilito. Dunque, così come avevamo convenuto, andiamo avanti fino alla fine delle votazioni relative all'articolo 8 e alle proposte emendative ad esso riferite.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Floresta 8.37.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, avevo già chiesto di parlare sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. Non ho sentito.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Evidentemente, le è sfuggito, non gliene faccio certo una colpa.
Vorrei fare una semplice aggiunta...
PRESIDENTE. Per favore, intervenga per dichiarazione di voto sull'emendamento Floresta 8.37.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, io avevo chiesto di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Quella discussione è conclusa.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Vorrei soltanto precisare, signor Presidente, che come deputati, desideriamo ricevere notizia, di volta in volta, di questi emendamenti, che sono anche importanti. È stato fatto l'esempio delle proposte relative ai fondi per la ricerca, per la scuola e per l'università, proposte di cui, probabilmente, ci rallegreremmo, se si riaprissero gli spazi. Noi vogliamo essere informati per tempo riguardo al modo in cui si intendono reperire le risorse. Questo vuole Pag. 88saperlo anche il cittadino, per la verità, ma vogliamo saperlo noi, soprattutto. Quando, di volta in volta, dobbiamo subemendare gli emendamenti e abbiamo anche l'obbligo di individuare la copertura delle nostre proposte, vogliamo sapere quali capitoli siano stati già saccheggiati. Del resto, il Governo, di volta in volta, tira un coperta troppo corta per trovare i fondi ora per la ricerca, ora per la scuola, ora per i ticket, e per quant'altro. Quindi, è assolutamente necessario, signor Presidente, che il Governo la smetta con questa eruttazione continua di emendamenti e che ci informi per tempo riguardo a dove siano attinte le risorse per questi mutamenti. È nostro diritto saperlo per tempo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Floresta. Ne ha facoltà.
ILARIO FLORESTA. Signor Presidente, non avrei chiesto di intervenire su questo emendamento, che affronta il tema dei trasporti rapidi di massa, e con il quale ipotizzavo un piccolo sacrificio ai comuni nei quali queste opere sono da realizzare.
Prendo comunque la parola per notificare che è iniziato lo spoils system. Infatti, in modo del tutto irrituale, l'altro ieri, il commissario della Circumetnea, una società che si occupa di trasporto di massa in provincia di Catania, in particolare nella zona dell'Etna, è stato esautorato con un semplice fax dal ministro Bianchi...
PRESIDENTE. La prego, dovrebbe attenersi al merito, altrimenti sarò costretto a toglierle la parola.
ILARIO FLORESTA. Avevamo studiato un progetto per far sì che la Circumetnea potesse svilupparsi. Il ministro Bianchi ha esautorato il commissario di questa società, nominando un certo Spampinato Mario...
PRESIDENTE. La prego, non insista...
ILARIO FLORESTA. ...che è di Rifondazione Comunista, e che non conosce nulla dei programmi della Circumetnea. Ho preso la parola per denunciare questo spoils system. Inoltre mi pare, che il 23 novembre decada (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). ... Ma vergognatevi!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Floresta 8.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 540
Votanti 509
Astenuti 31
Maggioranza 255
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Peretti 8.39, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 538
Votanti 521
Astenuti 17
Maggioranza 261
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 529
Astenuti 16
Maggioranza 265
Hanno votato sì 284
Hanno votato no 245).
Chiedo al deputato Antonio Leone se insista nella sua richiesta di passare all'esame degli articoli che riguardano il fondo per le aree sottoutilizzate.
ANTONIO LEONE. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Chiedo dunque al presidente Duilio di esprimersi sulla proposta del deputato Leone.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, vorrei ricordare, ovviamente rispettando la richiesta del collega Leone, che in sede di Comitato dei nove abbiamo istruito l'esame degli articoli 10 e 11, saltando il soppresso articolo 9, e, ovviamente, rinviando ad un successivo momento la trattazione degli articoli in oggetto, che implica una chiarificazione sulle questioni poste.
Perciò, anche considerando il previsto orario di sospensione dei lavori, proporrei di continuare con l'esame dell'articolo 10 e, se possibile, anche dell'articolo 11, in relazione ai quali il Comitato dei nove ha espresso il parere sui relativi emendamenti.
PRESIDENTE. Come d'intesa, sulla proposta del deputato Antonio Leone darò ora la parola ad un deputato a favore e a uno contro che ne facciano richiesta.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire a favore della richiesta del collega Leone per molte ragioni. Non voglio tornare sulle argomentazioni esposte all'inizio della ripresa pomeridiana dei lavori e sulla richiesta avanzata nei suoi uffici. Intervengo però su questa proposta, che noi sosteniamo, in quanto dalle controdeduzioni esposte dal presidente della V Commissione è sparita non soltanto l'ipotesi, da noi auspicata con questo voto, di anticipare la discussione di alcuni articoli, ma anche l'ipotesi che veniva incontro alla discussione del primo pomeriggio. Tale ipotesi era largamente condivisa da entrambi gli schieramenti di questo emiciclo, e riguardava l'esame degli articoli che avrebbero previsto una copertura volta a ridurre il fondo per le aree sottoutilizzate del Mezzogiorno e per tutte le politiche di sviluppo («proposta Ventura», per capirci), ipotesi che è stata assolutamente cancellata dalla nostra «memoria». Ora, a fronte di quella proposta, si era avuta addirittura, su richiesta dell'opposizione, una disponibilità da parte del Governo a far partecipare il ministro Bersani e il ministro Padoa Schioppa e a dedicare a questa riflessione approfondita una sessione dei lavori dei prossimi giorni sulla legge finanziaria. Di tutto questo non c'è più certezza. Tutto rimane nella nebbia assoluta. C'è la certezza invece che su questi articoli, rispetto ai quali si è fatto promotore l'onorevole Antonio Leone, non si può discutere in questo momento.
Allora, dichiaro non solo di condividere la proposta dell'onorevole Antonio Leone, ma anche la forte preoccupazione perché quel passo avanti che si era fatto durante la serata di oggi non si sa che fine farà.
MARINA SERENI. Chiedo di parlare contro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINA SERENI. Signor Presidente, intervengo per parlare contro la proposta dell'onorevole Antonio Leone e, contemporaneamente, per riprendere l'ipotesi che era stata avanzata dal relatore, sulla base della discussione che ci ha impegnato forse un po' troppo a lungo nel pomeriggio, di dedicare, nella giornata di domani, per esempio - si potrebbe chiedere alla Commissione, al Comitato dei nove e al Pag. 90relatore di valutare questa possibilità -, una parte della nostra discussione agli articoli relativi alle politiche e alle misure per lo sviluppo, ivi incluse naturalmente quelle più legate al Mezzogiorno.
Riguardo a questo, la proposta che è stata la richiamata dall'onorevole Volontè per quanto ci riguarda non è scomparsa, e, per quanto ne so, non è scomparsa nemmeno dalla disponibilità del relatore e della Commissione.
PRESIDENTE. Per ragioni di chiarezza nell'espressione del voto, vorrei chiedere al deputato Antonio Leone se ho inteso bene che la sua proposta è quella di passare in particolare all'articolo 53, che esclude una quota del fondo per le aree sottoutilizzate da quelle sottoposte a riduzione; all'articolo aggiuntivo 57.0500, la cui copertura incide sul fondo medesimo; agli articoli 85, 117, 134 e 138, cui sono riferiti emendamenti del Governo la cui copertura incide su tale fondo, e infine agli articoli aggiuntivi 166.0502 e 214.0501 e Tab. B. 500 che presentano analoghe caratteristiche.
Ho inteso bene? Mi risponda soltanto sì o no, per favore, sia gentile.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, ha inteso benissimo. Aggiungerei all'elenco, giustissimo, che lei ha fatto, l'articolo 136 che per una parte sottrae fondi già destinati al Mezzogiorno e li trasferisce in altri ambiti. Pertanto, aggiungerei all'elenco anche l'articolo 136.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta riassunta dalla Presidenza con l'integrazione del deputato Antonio Leone.
(È respinta).
Chiedo al relatore di indicarci in che modo ritenga di articolare il prosieguo dei nostri lavori.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, propongo di proseguire con l'esame dell'articolo 10.