Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO MIRKO TREMAGLIA SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1746-BIS
MIRKO TREMAGLIA. Signor Presidente, è la prima volta in assoluto che si discute la legge finanziaria con la presenza ed il contributo degli italiani all'estero, eletti nel Parlamento italiano grazie alla nuova Costituzione, che ho avuto l'onore di fare approvare alla Camera ed al Senato, il 17 gennaio 2000 e il 23 gennaio 2001, con le modifiche agli articoli 48, 56 e 57 della Carta costituzionale: 12 Deputati (Angeli, Bafile, Buchino, Cassola, Farina, Fedi, Ferrigno, Merlo, Narducci, Picchi, Razzi, Romagnoli) ai quali si aggiungono 6 Senatori (Micheloni, Pallaro, Pollastri, Randazzo, Rebuzzi, Turano), che rappresentano sul piano elettorale oltre 3 milioni di cittadini italiani residenti all'estero. È un evento eccezionale, di valore storico. Al di là di ogni loro posizione di collocazione politica e parlamentare, invio un saluto augurale ai singoli deputati e senatori.
Di fronte a questa verità, che costituisce la conclusione della grande battaglia di civiltà della quale io sono stato artefice, vi è il comportamento politicamente offensivo di questo Governo, che ha cancellato il ministro per gli Italiani nel mondo privando milioni di italiani, che per la prima volta erano diventati soggetti politici di grande importanza nazionale, dell'autentica forza rappresentativa sul piano legislativo e politico. Niente ministro, niente deleghe di rilievo, niente Dipartimento.
Quindi, voto contrario da parte nostra.
Questa purtroppo è la realtà: è una pesante discriminazione e diminuzione di valori per la rappresentanza parlamentare degli italiani all'estero.
Ritengo questa deliberazione una vergogna per gli italiani all'estero; è la dimostrazione di quanto siano poco considerati gli italiani residenti oltreconfine dalla politica nazionale e internazionale di questo Governo.
L'Altra Italia per loro è sparita.
Non solo è stato «tolto» il ministro per gli italiani nel mondo con pesanti conseguenze istituzionali ed operative, ma oggi il Governo italiano presenta a loro una finanziaria che costituisce un autentico «disastro» istituzionale con ripercussioni estremamente negative.
Per questo potrei già dire: «Si vota contro questa finanziaria».
In questa sede non intendo fare ulteriori polemiche, ma devo porre in evidenza differenze di contributi di spese che incidono in termini negativi sull'attività dei nostri rappresentanti, chiamati in modo particolare a fare «politica all'estero» da quando si è costituita la circoscrizione Estero.
Il Parlamento li deve «aiutare» a fare una politica attiva partendo da quello che è stato già fatto, in particolare valorizzando i compiti dei COMITES che effettivamente rappresentano il «popolo italiano nel mondo»; insieme al CGIE, ai Patronati, agli Istituti di cultura, a una grande associazione come la Dante Alighieri, alle nostre scuole, alle Camere di commercio, ai nostri giornali (sei quotidiani), a RAI International, alle radio e televisioni private, alle Associazioni dell'emigrazione, a quello che noi chiamiamo il sistema Italia anche sul piano del turismo, Pag. 83della cultura, di grande collaborazione con la rete consolare, che va potenziata.
Ed è proprio in questa sede che dobbiamo riconoscere una funzione politica attiva ai deputati e senatori eletti per la prima volta dai nostri connazionali, ricordando i convegni che sono stati fatti da noi in Italia per far capire che oggi la nostra gente all'estero non è più quella della valigia di cartone, ma costituisce una grande risorsa, una grande ricchezza.
Vi ricordo il convegno degli scienziati italiani nel mondo, quelli dei ristoratori, degli imprenditori, degli artisti, delle donne eccellenti, degli esuli di Fiume, Istria e Dalmazia, dei missionari, alfieri di umanità, di civiltà e di cultura.
Sottolineo il valore della Confederazione degli imprenditori italiani nel mondo, di grande rilievo internazionale. Basti pensare che oggi vi è una banca dati di 15.000 imprese e che la fatturazione che riguarda i 32 membri che dirigono la Confederazione è di 8 miliardi di euro, che corrisponde ad un vero «impero economico». Da qui deve nascere una forza nuova delle nostre imprese nel collegamento con l'industria italiana in Italia.
Abbiamo registrato nel tempo una importante alleanza fra i 48 ospedali italiani che operano all'estero e quelli in Italia.
Queste rappresentanze straordinarie di tutto il nostro mondo all'estero sono sempre state ricevute al Quirinale dal Capo dello Stato italiano. Sono momenti di una fortissima presenza che dà il senso della nostra «potenza» in ogni continente.
Non dimentichiamoci che oltreconfine vivono più di 3 milioni di italiani e oltre 60 milioni di cittadini di origine italiana che sono nostri naturali interlocutori.
L'incidenza politica, culturale, economica può essere eccezionale e diviene uno degli obiettivi dei deputati e dei senatori degli italiani all'estero, tenuto conto che abbiamo 395 parlamentari di origine italiana.
Ma davanti a noi vi è anche la nostra gente che va aiutata ed è per questo che abbiamo voluto ed ottenuto di intervenire a favore dei meno abbienti. Gli italiani all'estero, da quando hanno avuto il voto, devono avere gli stessi diritti degli italiani in Italia. In Italia le pensioni minime raggiungono il milione di Lire al mese per intervento dello Stato, così avviene dal 2003 anche all'estero per opera nostra. Questa è stata una grande vittoria «sociale».
Vi sono anche quelli che stanno male, che non hanno pensione ed è per questo che è nato il tentativo nella finanziaria di estendere la pensione sociale che vi è in Italia a quanti vivono all'estero e si trovano nelle stesse condizioni economiche di quelli che in Italia la percepiscono.
Purtroppo questa finanziaria toglie contributi indispensabili. Andiamo dunque ad esaminare i capitoli relativi. Per nessuno è previsto un aumento. Alcuni (pochi) rimangono invariati. E, come si può vedere nella tabella, gli altri subiscono una decurtazione di ben 17.137.390 Euro. Quasi un milione e mezzo in meno per l'assistenza ai connazionali indigenti. Tre milioni e quattrocentomila in meno per l'assistenza educativa, culturale e scolastica. Spariscono i fondi per la gestione dei dati per l'anagrafe e il censimento. E così via. Pertanto, se le chiacchiere stanno a zero, i tagli per gli Italiani all'estero ammontano ad oltre diciassette milioni di euro.
Qui occorre l'intesa, la grande intesa, con i deputati e i senatori eletti nella circoscrizione Estero che debbono assumersi chiare responsabilità e agire possibilmente uniti.
In questa vicenda certamente complessa dove tutte le forze dell'emigrazione debbono allearsi in un grande sforzo, noi riteniamo di grande importanza la istituzione di una Commissione parlamentare bicamerale per gli italiani nel mondo, nella quale devono essere presenti i senatori eletti nella circoscrizione Estero con compiti di indirizzo, di coordinamento e di controllo su tutte le politiche concernenti i cittadini italiani residenti all'estero e un'attività politica culturale ed economica dell'Italia nel mondo.
Obiettivi della Commissione sono i seguenti:
verificare lo stato della legislazione concernente il diritto di voto dei cittadini Pag. 84italiani residenti all'estero: a tal fine proporre, sulla base dei vigenti principi costituzionali, iniziative legislative concernenti modalità del voto all'estero volte a migliorarne l'effettività e a garantirne la segretezza; verificare lo stato di attuazione della legislazione nazionale nelle materie concernenti gli Italiani all'estero, assicurando un intervento coordinato tra Parlamento, regioni, pubbliche amministrazioni e associazioni dell'emigrazione; verificare il livello di informazione e di aggiornamento conseguito dal servizio pubblico televisivo (Rai International) nei confronti delle collettività italiane all'estero affinché queste mantengano i legami culturali con il paese di origine, nonché il livello di informazione e di aggiornamento conseguito dal servizio pubblico televisivo (Rai) per far conoscere in Italia le attività delle comunità italiane residenti oltre confine; vigilare, in particolare, sulla valorizzazione del ruolo dell'imprenditoria italiana all'estero, al fine di promuoverne lo spirito associativo e l'interscambio informativo; mantenere i contatti con i parlamentari di origine italiana eletti negli Stati esteri, al fine di sviluppare l'impostazione dei problemi di comune interesse di politica estera, culturali, sociali ed economici tra l'Italia e quei paesi dove vi è una significativa presenza di nostri connazionali, realizzando sinergie con le istituzioni che promuovono all'estero l'italianità e il «made in Italy»; proporre iniziative volte al rafforzamento e alla razionalizzazione della rete consolare; vigilare sulla concreta attuazione degli accordi e delle convenzioni internazionali relative agli italiani nel mondo, in particolare nelle materie del diritto del lavoro, della legislazione sociale e previdenziale; valutare le politiche generali concernenti le collettività italiane all'estero.
Concludiamo con forte determinazione una grande alleanza: io sono pronto, per l'interesse vero e generale dell'Italia, a patrocinare l'iniziativa per la politica sociale, culturale, economica ed estera con tutti i parlamentari all'estero in collaborazione con i nostri eletti.
Se riusciremo a far nascere la «Commissione bicamerale per gli italiani all'estero», faremo subito venire in Italia i 395 parlamentari di origine italiana. Sarà una forte manifestazione di unità per lanciare l'Italia nel mondo al di sopra dei partiti. Sarà possibile guardare ad una politica estera diversa, di ampi spazi, anche con il Mercosur, ricordandoci, come diceva un grande parlamentare argentino, l'onorevole Cafiero, che «l'Italia non appartiene solo agli italiani, ma a tutta l'umanità».
Ma non dobbiamo dimenticare; vi è stato anche il dolore e la persecuzione alla nostra gente.
Debbo ricordare che, su mia proposta come ministro per gli italiani nel mondo, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha emanato la direttiva con la quale 1'8 di agosto, giornata del massacro di Marcinelle del 1956 dove morirono 136 minatori italiani, è stato designato come «Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo».
Nessuno, e parlo di tutti i Governi che ci hanno preceduto, aveva proposto e ottenuto questo esemplare riconoscimento per la riscoperta di valori sociali, storici e culturali che hanno accompagnato il processo di emigrazione di massa dall'Italia.
Vorrei concludere questo mio intervento con un alto riconoscimento di Franco Cardini, storico e insigne uomo di cultura e delle professioni, che risponde a critiche ottuse dopo il risultato elettorale che certamente colpiva soprattutto Tremaglia. Lo dico oggi perché io rinnovo il mio atto di fede nei confronti degli Italiani nel mondo perché si ricomincia; la mia disponibilità è assoluta. Cancelliamo le amarezze. È finito il linciaggio.
Dice Franco Cardini: «Onore quindi a Mirko Tremaglia per aver portato all'estero il voto e per aver determinato l'ingresso di una pattuglia di loro nelle due Camere. Era il sogno della sua vita. La cosa importante era non già aver indotto gli italiani all'estero a scegliere la destra o la sinistra, bensì averli portati a votare e a mandare i loro rappresentanti nel nostro Parlamento. Questo è il risultato che conta Pag. 85ed è un risultato che per sempre porterà il nome di Mirko Tremaglia. Ecco perché fa piacere poter scrivere un lucente e rotondo elogio di un vecchio signore schietto e onesto. Onore a te, Mirko. È un privilegio potersi dire tuoi amici».
Ribadisco con forza, e ne sono convinto, di aver decisamente voluto ed avuto questo eccezionale riconoscimento da parte di milioni di italiani che vivono all'estero. Proprio in quel momento, il 20 dicembre 2001, con l'approvazione della mia legge, dopo aver cambiato due volte la Costituzione della Repubblica, quell'evento straordinario ha completato la democrazia in Italia.
Alleanza Nazionale, con il suo presidente Gianfranco Fini, è una forza fondamentale non solo della politica italiana ma della democrazia italiana. Una forza non marginale né emarginabile. È stata infatti determinante per la realizzazione della democrazia compiuta. E io sono stato il distributore di democrazia, avendo vinto la battaglia di civiltà del voto.
Rinnovo l'appello a tutte le formazioni politiche perché si accorgano che esistono gli italiani nel mondo. È una grande realtà che i politici italiani continuano ad ignorare, ma non si possono emarginare 3 milioni di italiani. Solo nel messaggio del 15 maggio il Presidente della Repubblica ha ricordato solennemente la presenza e la partecipazione degli italiani all'estero.
A volte ho l'impressione che qualche forza politica voglia cancellare il voto agli italiani all'estero con il pretesto di cambiare la legge che è deficitaria su un punto: la segretezza. Prendo questa occasione così importante per chiedere formalmente ai segretari dei partiti che rappresentano la forze politiche nazionali se intendono difendere i diritti costituzionali, ottenuti nella scorsa legislatura, e quali modifiche intendono proporre per rendere più giuste e democratiche le elezioni all'estero. A nessuno è concesso di fare il doppio gioco.
Non bisogna mai dimenticare, per quanto mi riguarda, che la politica nei confronti degli italiani all'estero, che tutto mi hanno dato, deve avere come fondamento la lealtà e la riconoscenza per quanto loro hanno fatto per l'Italia.
Questa non è retorica. Questa è la politica dell'italianità e dell'amore per la patria. Questa è la democrazia.
Non dimentichiamolo: è una vera conquista ideale e politica.