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Discussione del disegno di legge: S. 1069 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (Approvato dal Senato) (A.C. 1922) (ore 10,38).
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 1922)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Margiotta.
SALVATORE MARGIOTTA, Relatore. Sarò rapidissimo, in considerazione dell'ora e della lunghezza del dibattito, perché se dovessi rispondere argomento per argomento alle osservazioni espresse rischierei di sottrarre troppo tempo ai colleghi. Mi soffermerò quindi soltanto su due aspetti di carattere generale.
Innanzitutto, è stato evidenziato dal dibattito sereno ed approfondito, nei toni distesi e positivi con il quale si è svolto, che non esiste una divisione tra chi è contento del commissariamento e chi non lo è. È evidente che un decreto-legge in cui si individua un commissario è di per sé - come è stato detto in particolare dalla collega Mazzoni - una sconfitta della politica, in particolar modo di quella locale, che avrebbe dovuto provvedere da sola alla soluzione di alcuni problemi. Tuttavia, se ciò non è accaduto è altrettanto evidente che si ha il dovere di intervenire e l'unico strumento di intervento possibile in questo momento è quello della decretazione e della nomina del commissario, tra l'altro individuato in persona di alto profilo e, inoltre, tale da aver prodotto - come ho provato a far rilevare nella relazione iniziale - frutti immediati rispetto alla situazione emergenziale che vi era inizialmente.
Non vi è, dunque, divisione su questo. Il punto è: se i risultati vi sono e se non si potevano ottenere in altro modo, in che maniera si dà un segnale forte alla Campania che le istituzioni, complessivamente intese, hanno a cuore il suo problema? In questo momento il segnale è caratterizzato unicamente dall'approvazione immediata del decreto-legge. Ecco perché, esattamente per le tre ragioni esposte dal collega Misiti (che ringrazio per aver ritirato i suoi emendamenti), spero che di qui a domani, anche sulla scorta di quanto detto opportunamente dal collega Rampelli (a cui do ovviamente atto - come ho già fatto nella relazione iniziale - del contributo costruttivo offerto dal centrodestra al Senato alla nuova formulazione del testo), possano maturare, anche attraverso un lavoro sugli ordini del giorno, al quale mi sono già dedicato e a cui continuerò a dedicarmi nelle prossime ore, le condizioni per il ritiro degli emendamenti da parte della minoranza, in modo da poter assicurare Pag. 43che immediatamente il decreto diventi legge (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, svolgerò qualche breve considerazione, utile, spero, anche ai fini dell'iter successivo, partendo da una sottolineatura. Siamo oggi in sede di esame del disegno di legge di conversione di un decreto-legge del 9 ottobre scorso, reso necessario dal sopraggiungere di un'emergenza nell'emergenza, cioè le dimissioni del commissario prefetto Catenacci, e dal contestuale verificarsi di un insieme di elementi che rendeva ancora più complicata la gestione di una materia di per sé già molto complessa, elementi riassunti dal commissario Bertolaso nel corso dell'audizione svoltasi presso la Commissione ambiente del Senato il 10 ottobre 2006, ove lo stesso sottolineò che vi erano ormai 38 mila tonnellate di immondizia non raccolte a rendere la situazione particolarmente grave e tale da richiedere l'intervento d'urgenza da parte del Governo.
Va detto subito che non era possibile «reagire» alle dimissioni del commissario Catenacci se non attraverso un provvedimento di emergenza non era possibile tornare alla normalità, per il semplice fatto che, dopo le dimissioni del commissario Catenacci, la normalità non esisteva.
Bisogna considerare, inoltre, che, com'è stato ricordato, in Campania la situazione di emergenza si trascina da dodici anni. In particolare, ad alimentare una situazione che ha attraversato tutti i cicli politici e governativi della cosiddetta seconda Repubblica vi sono sicuramente ragioni e responsabilità molteplici.
Proprio le caratteristiche del fenomeno non consentono quindi - devo dirlo con estrema franchezza - di scindere le responsabilità «ora per allora», ovvero «allora per ora». Perciò, sarebbe stato irresponsabile se il Governo, insediatosi a maggio, non avesse adottato, tra i suoi primi atti, un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che prorogava lo stato di emergenza nella regione Campania, per quel che riguarda i rifiuti, fino al 31 gennaio 2007 e, subito dopo (lo dico anche con riferimento alle questioni sollevate in Commissione ed in questa sede circa l'esistenza di troppe situazioni di commissariamento e la necessità di ritornare ad un regime ordinario nella materia de qua), un'ordinanza, che non ho sentito citare in quest'aula (la n. 3529 del 30 giugno 2006), la quale ha consentito al ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di dare vita, presso il ministero, ad una struttura volta ad «accompagnare» fuori dall'emergenza tutte le realtà commissariate. Da sola, tale struttura non basta; tuttavia, se essa sarà in grado di operare efficacemente, anche in collegamento con i lavori della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e con le attività conoscitive che la stessa Commissione ambiente ha programmato, sarà possibile chiudere questa parentesi rapidamente e verificare se ed in quale modo sia possibile tornare all'ordinario.
Credo che di fronte alla sfida di un'emergenza così grave abbiamo fatto quanto era possibile per rispondere nella maniera più alta ed efficace. Com'è stato rilevato anche dal relatore (che ringrazio per la puntuale relazione, nella quale ha dato conto di tutte le problematiche connesse all'adozione del decreto-legge ed al successivo iter al Senato), ci siamo sforzati di dare una risposta alta, più alta che in passato, attraverso la nomina a commissario per l'emergenza rifiuti in Campania del capo del Dipartimento della protezione civile. Si tratta di persona sulla cui nomina non sono stati mossi rilievi critici: la designazione è stata salutata con favore da tutto l'arco delle forze politiche, soprattutto per la funzione che Bertolaso svolge.
Non sfugge all'Assemblea che aver scelto come commissario il capo del Dipartimento della protezione civile significa aver messo il commissario per l'emergenza rifiuti della Campania nella condizione di Pag. 44avvalersi degli strumenti, delle strutture, delle procedure proprie della protezione civile. Gli strumenti e le strutture sono amplissimi (vanno dai Vigili del fuoco alle Forze armate, alle Forze di polizia, al Corpo forestale dello Stato, alla Croce rossa, al volontariato, eccetera), riguardando un insieme di organismi che potrebbero consentirgli di ridurre il ricorso ad uffici e risorse organizzative proprie del commissariato che, tra l'altro, in alcuni casi, risulterebbero addirittura sovrabbondanti persino in confronto alle competenze ordinarie della protezione civile.
È evidente la consapevolezza, nel Governo, di dover nominare un commissario che rappresenti un momento di svolta ed accompagni la Campania con una strategia di uscita, un'exit strategy (rubo l'espressione all'onorevole Francescato che, per prima, l'ha usata in Commissione, l'altro giorno), in maniera da preparare, già oggi, nella fase di emergenza, le condizioni per il ritorno all'ordinarietà.
Il relatore, con acutezza, ha collegato l'ipotesi di ritorno all'ordinarietà al successo dell'operazione «raccolta differenziata», che è fondamentale e strategica. Infatti, abbiamo un problema immediato di emergenza, di raccolta dei rifiuti giacenti per le strade, dove si trovano, tranne quelli che già, fortunatamente, sono stati raccolti, di sistemazione e di smaltimento. Abbiamo, però, anche il problema di operare a monte, sul ciclo di produzione dei rifiuti, sin dall'origine, e sotto questo profilo il tema della raccolta differenziata è fondamentale.
Attraverso il successo della raccolta differenziata si potrà uscire dalla condizione di emergenza.
Se si leggono gli atti della discussione svoltasi nell'altro ramo del Parlamento, tutti gli intervenuti si sono preoccupati di porre le condizioni di uscita dall'emergenza ed hanno allargato la sfera di competenza del decreto-legge e del commissario all'impostazione di una strategia di uscita dall'emergenza, fino a prevedere che fuori regione si debbano non solo trasferire rifiuti, ma anche provvedere allo smaltimento ed al recupero, ove ve ne ricorrano le condizioni; fino a prevedere che si possano utilizzare le risorse della misura 1.7 del POR 2000-2006 della regione Campania, anche per il principio della corresponsabilizzazione finanziaria della regione in un'operazione di uscita dall'emergenza e di preparazione dell'ordinarietà; fino a prevedere, ancora, che si debba puntare su una campagna di mobilitazione e di informazione dei cittadini, tanto da consentirci di andare oltre i limiti del 35 per cento previsti dai decreti Ronchi e portarci al 50 per cento, indicato come limite positivo, al quale il commissario potrà spingere il sistema della Campania con la sua azione di stimolo e di coordinamento dell'iniziativa pubblica nel campo dello smaltimento dei rifiuti; fino a prevedere, infine, un accordo di programma, ad esempio, per quel che riguarda gli imballaggi, che ci porterebbe al 60 per cento: un obiettivo ambizioso, ma che, fissato in questi termini, consentirà di stimolare tutto l'insieme a darsi un ritmo adeguato all'uscita dall'emergenza ed al sollecito ritorno all'ordinarietà.
Anche noi siamo convinti - e concludo, signor Presidente - che il decreto-legge, così come definito durante l'esame al Senato con l'ampia partecipazione di tutte le forze della maggioranza e dell'opposizione, abbia in sé alcuni elementi che consentono di cambiare strategia e forse di aprire una nuova pagina nella gestione dell'emergenza rifiuti. È importante ora non determinare una nuova condizione di precarietà o di incertezza normativa: lo dico con estrema sincerità.
Il relatore ha giudicato positivamente il lavoro svolto al Senato ed ha espresso un parere favorevole sul testo licenziato dal quel consesso. Ho potuto verificare che i gruppi della maggioranza sono d'accordo con lui, mentre dai gruppi dell'opposizione è arrivato l'invito a correggere e a migliorare ulteriormente il testo del Senato, certamente perfettibile.
Ho detto però in Commissione - e lo ripeto qui in aula - che l'opinione del Governo, che rappresento, è quella di verificare da qui a qualche mese il risultato delle azioni che il dottor Bertolaso Pag. 45avrà potuto porre in essere sulla scorta del decreto-legge e delle norme contenute nel disegno di legge di conversione, per decidere se dovessero ricorrere le condizioni per ulteriori interventi anche normativi, stimolati da un'analisi che si potrà fare d'accordo con le Commissioni parlamentari competenti, dedicando una approfondita riflessione alle connessioni tra le norme adottate e gli obiettivi nel frattempo conseguiti.
Credo che, ove necessario, sarà quella la sede per apportare ulteriori modifiche al decreto-legge. Ad oggi, il testo del Senato ci sembra soddisfacente in relazione agli obiettivi da raggiungere, mentre ulteriori modifiche in corso d'opera non ne migliorerebbero l'efficacia, bensì ne aumenterebbero l'incertezza, essendo su tale punto la materia molto delicata. Noi operiamo in una situazione nella quale le leggi primarie interferiscono con il potere legato alle ordinanze di protezione civile e dobbiamo fare sempre molta attenzione - già noi con il decreto-legge siamo ai limiti di questo rapporto - a non intrecciare ulteriormente i due momenti, quello dell'ordinanza e quello della normazione primaria altrimenti correremmo il rischio di alimentare un'immagine incerta, se non anche contradditoria, dell'esercizio del potere in una condizione di eccezionalità, quale quella della Campania.
Anch'io mi associo all'appello del relatore finalizzato alla più rapida approvazione da parte della Camera del disegno di legge di conversione del decreto-legge, come modificato dal Senato, confermando in anticipo la disponibilità all'accoglimento di atti di indirizzo che possano ulteriormente precisare il nostro percorso. Ricordo di avere già accolto al Senato un atto di indirizzo riguardante la parte delle risorse finanziarie di cui occorrerà dare esecuzione nella legge finanziaria, considerato che, per ragioni anche contabili, finora non abbiamo potuto costruire una copertura, se non indiretta, per l'esercizio 2007.
A tale proposito, ritengo opportuno che le risorse provenienti dalla TARSU - e concludo su questo -, possano essere utilizzate dal commissario delegato. Sarebbe, infatti, assurdo che i comuni che non hanno provveduto alle proprie funzioni non debbano versare tali risorse a chi vi abbia provveduto, o debba provvedere, a svolgere quelle funzioni per loro conto.
Ricordo ai parlamentari dei gruppi dell'opposizione, peraltro, che questa attività di recupero delle risorse TARSU presso i comuni era prevista dal precedente decreto-legge, al quale ci siamo semplicemente agganciati per assicurare la continuità operativa degli uffici del commissariato e la continuità nell'attività di riscossione da parte degli stessi delle risorse versate ai comuni.
Ciò non basta, come non basteranno i tanti altri interventi che stiamo preparando, ma sicuramente cominciare dal lì è molto importante, anche per eliminare l'impressione, rappresentata in un intervento di un parlamentare dell'opposizione, che ci si rivolga alla Campania con la mentalità di una madre iperprotettiva, come è stato detto con un'espressione che giudico molto efficace, cioè con troppa comprensione. Credo che dobbiamo fare uso di comprensione, ma non di eccessiva comprensione, perché il ritorno alla normalità passa anche da una diversa assunzione di responsabilità complessiva.
Con questo spirito, cioè con lo spirito di chi intende ricercare una conclusione operativa efficace dell'emergenza in Campania, facilitata dal provvedimento che è in essere, ma disponibili ad adottare ogni altro provvedimento che dovesse essere necessario in un prossimo futuro, ringrazio i parlamentari intervenuti, il relatore e il presidente della Commissione per l'ottimo lavoro che è stato svolto in quella sede e che sarà svolto in quest'aula. Spero che si possano trovare ulteriori momenti di convergenza, proprio a partire dalla consapevolezza che distinguere tra responsabilità storiche e politiche rispetto a questa vicenda è assai difficile e che, forse, conviene guardare avanti senza farsi condizionare troppo da ciò che abbiamo dietro le spalle (Applausi).
PRESIDENTE. La ringrazio. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,15.
La seduta, sospesa alle 14,30, è ripresa alle 15,20.