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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Linea politica del Governo in materia di telecomunicazioni e di occupazione - n. 3-00424)
PRESIDENTE. L'onorevole Rao ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-00424 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.
PIETRO RAO. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, il motivo della nostra interrogazione è costituito dalla necessità di avere un quadro chiaro su quanto si vuole fare in ordine alla nuova organizzazione del servizio postale, che prevede in Sicilia la chiusura di uffici nei comuni più piccoli e la riduzione di oltre 200 zone di recapito, con conseguente concentramento del recapito nei cosiddetti centri primari di distribuzione, allontanando così i servizi di recapito dal comune stesso.
Considerato che già sono stati tagliati altri posti di lavoro, che il centro CUAS di Palermo è stato chiuso e, quindi, altri posti di lavoro sono stati soppressi e che parte della lavorazione delle merci viene fatta al Nord, vorremmo capire l'orientamento del Governo, dal momento che mi pare ci sia una discrepanza di opinioni tra il ministro Gentiloni e l'amministratore delegato di Poste Italiane Spa, Massimo Sarmi.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.
MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, come loro sanno, il Ministero delle comunicazioni è legato alla società Poste Italiane Spa da un contratto di programma, che assicura al ministero una potestà di vigilanza per verificare il corretto espletamento del servizio universale, ma non consente al Governo di intervenire nella gestione aziendale.
L'azienda, quindi, organizza le proprie risorse secondo logiche imprenditoriali ritenute opportune, al fine di raggiungere un duplice risultato: offrire un servizio efficiente all'utenza ed avere una gestione economicamente equilibrata.
In tale ottica, la società Poste italiane ha introdotto nel tempo cambiamenti della propria struttura. D'altro canto, il Governo non può imporre alla società di mantenere invariata la propria organizzazione.
Le osservazioni critiche riguardanti scelte gestionali di Poste italiane, pertanto, non possono determinare interventi da parte del Governo, laddove non si verifichino effetti negativi sull'espletamento del servizio universale.
Ciò premesso, per quanto concerne la situazione siciliana, la società Poste italiane ha precisato che, a seguito di un accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali nel settembre ultimo scorso a livello nazionale, anche la regione siciliana è stata interessata, nel quadro di un più vasto programma di ristrutturazione del settore in ambito nazionale, da una riorganizzazione delle zone di recapito in una percentuale, peraltro, inferiore a quella di altre regioni. Si tratta di un generale processo di riorganizzazione in corso.
Sotto il profilo occupazionale, l'attuazione del nuovo assetto, secondo le Poste italiane, non dovrebbe produrre ripercussioni negative; come, del resto, nessun effetto negativo risulterebbe sia stato determinato da altri processi già realizzati, quali, ad esempio, la chiusura del centro unificato automazione servizi di Palermo, finalizzato al miglioramento della lavorazione dei bollettini di conto corrente.
Anche in tale occasione, infatti, il progetto di ristrutturazione ha formato oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali locali ed è terminato con la sottoscrizione di un accordo in base al quale si è proceduto alla ricollocazione delle unità interessate dal processo riorganizzativo nell'ambito della stessa città di Palermo.
Quindi, le Poste italiane intendono procedere alla loro ristrutturazione, ma offrono garanzie dal punto di vista dell'impatto occupazionale.
PRESIDENTE. L'onorevole Rao ha facoltà di replicare.
PIETRO RAO. Signor Presidente, ci riteniamo in parte soddisfatti per la risposta e speriamo che, alle parole, seguano i fatti.
Oggi, purtroppo, dobbiamo rilevare che l'atteggiamento di Poste italiane nei confronti della regione Sicilia è stato sicuramente negativo sotto tutti i profili, a cominciare da un atteggiamento di mobbing tenuto dalla dirigenza nei confronti di alcuni direttori di filiale che, pur avendo maturato i 35 anni di servizio e non avendo compiuto i 65 anni di età, hanno deciso di non andare in pensione. Questa azione di mobbing, che si è concretizzata in trasferimenti ed atteggiamenti ritorsivi, sicuramente non ci fa ben sperare. Poco importa se le vittime si chiamano La Viola, Cicero, Mendolia o Puliafico. La cosa importante è capire se l'atteggiamento dell'amministratore delegato va solo nella direzione di penalizzare una regione e un settore delle Poste italiane che ha sicuramente i bilanci in attivo; mentre altre regioni mostrano bilanci in passivo, con un rapporto costi-benefici che sicuramente non è più positivo rispetto a quello della Sicilia.