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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Posizione del Governo sulla realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione - n. 3-00425)
PRESIDENTE. L'onorevole Del Bue ha facoltà di illustrare la sua interrogazione Pag. 32n. 3-00425 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, un ordine del giorno da me presentato nel corso di un dibattito sulle mozioni che si riferivano alla realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione e che, riprendendo le parole del ministro dei lavori pubblici Di Pietro, auspicava semplicemente la realizzazione della stessa ferrovia, è stato respinto dalla Camera dei deputati per soli tre voti.
È evidente che, su questo tema, vi è una divisione della maggioranza, tant'è vero che nel programma dell'Unione questo argomento non viene minimamente citato.
Allora, signor Vicepresidente del Consiglio, le chiedo di sapere quando verrà definitivamente sciolto l'enigma da parte del Governo e, soprattutto se, alla luce delle recenti novità introdotte dal ministro Di Pietro, relative alla possibile alternativa del percorso ferroviario della Valle di Susa, il Governo possa garantire che il finanziamento europeo non verrà perso e, con esso, anche il corridoio 5, strategico per i trasporti e per l'economia italiana.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.
MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. A nome del Governo, confermo che la realizzazione della nuova tratta ferroviaria Torino-Lione riveste per noi un carattere prioritario. Per quanto riguarda i finanziamenti europei destinati all'opera, si fa presente che il coordinatore europeo per il progetto, la signora Loyola de Palacio, nella propria relazione annuale di attività, ha affermato che l'opera in questione potrebbe beneficiare di un sostegno equivalente al 20 per cento del costo della sezione transfrontaliera franco-italiana, pari, per il periodo 2007-2013, a circa un miliardo di euro. Vorrei dire anche che, a conclusione del vertice italo-francese del 24 novembre scorso, è stata sottoscritta dai ministri delle infrastrutture dei due paesi una lettera congiunta di richiesta del contributo finanziario in esame. Quindi, per quanto riguarda i finanziamenti europei, abbiamo avviato le procedure per non perderli.
Condizione naturalmente di tale finanziamento è la garanzia delle autorità italiane di fare il tutto il possibile, nei tempi più rapidi, per trovare soluzione alle difficoltà incontrate nella Valle di Susa, oltre che la garanzia di un sussidio pari al 10 per cento del costo totale delle sezioni di accesso francese e italiana alle gallerie di base, circa 237 milioni di euro per la parte italiana. Su questi punti, sono in corso valutazioni e analisi, con l'obiettivo di definire tempi rapidi e, congiuntamente alla parte francese, una proposta comune per il finanziamento dell'opera.
Per quanto riguarda le preoccupazioni espresse in merito all'opposizione al progetto da parte di una parte della popolazione della Val di Susa, si conferma che, proprio allo scopo di corrispondere all'impegno richiesto relativamente ai tempi di conclusione, è già in corso di affidamento lo studio di impatto ambientale dell'intera opera da parte del promotore dell'opera stessa. Una volta conclusa la valutazione di impatto ambientale, la conferenza dei servizi, la cui ultima riunione si è tenuta lo scorso 12 ottobre, potrà pronunciarsi in via definitiva. A tale riguardo, preme evidenziare che il Ministero delle infrastrutture ha sempre ribadito l'assoluta rilevanza dell'opera, quale occasione di sviluppo economico e sociale dei territori interessati. Inoltre, anche al fine di valutare tutte le ipotesi e di ricercare le soluzioni condivise, nella conferenza dei servizi, tenutasi il 27 novembre scorso, si è deciso di indire per il 5 dicembre prossimo venturo una preconferenza per un primo esame dell'ipotesi alternativa di tracciato, denominata Destra Dora - Val Sangone, mentre i lavori della stessa conferenza sono stati aggiornati al 15 dicembre prossimo venturo, per l'avvio della Pag. 33discussione sulle opzioni di tracciato poste a base di uno studio di impatto ambientale.
Dunque, credo di poter dire che il Governo ha avviato tutte le procedure, perché, in tempi rapidi, si possa decidere sul tracciato, o procedere sul tracciato originariamente individuato, sulla base di un nuovo studio di impatto ambientale, oppure procedere nella direzione alternativa che oggi è all'esame dell'autorità competenti. Comunque, intendiamo rispettare i tempi necessari per non perdere i contributi europei.
PRESIDENTE. L'onorevole Del Bue ha facoltà di replicare.
MAURO DEL BUE. Mi auguro che lei abbia ragione e che tutto questo sia compatibile con i tempi previsti dalla Comunità economica europea, per ciò che riguarda il finanziamento accordato e da lei, giustamente e opportunamente, ricordato. Ho molte preoccupazioni che questo possa avvenire nei tempi prestabiliti, anche perché, una volta che il Governo ha deciso di superare le procedure della legge obiettivo e di rientrare nella procedura ordinaria (tra l'altro, ora si trova di fronte alla procedura ordinaria rispetto alla Valle di Susa e ad un'ipotesi alternativa, che andrebbe studiata, in contrapposizione al tracciato originario), lei capisce benissimo che, con questa metodologia, i tempi non sono certamente destinati ad accorciarsi, ma invece ad allungarsi pericolosamente.
Vorrei ricordare che la De Palacio è molto preoccupata per i ritardi dell'Italia e segnala che il corridoio n. 5 potrebbe essere definitivamente perso dal nord del nostro Paese per essere realizzato più a settentrione, passando attraverso la Svizzera e l'Austria e da lì congiungersi a Budapest per poi terminare a Kiev. L'allarme che lancio, onorevole D'Alema, non è tanto riferito ad interessi particolari di maggioranza o minoranza, ma ad interessi del Paese. Il corridoio n. 5 è una grande opportunità di transito ed economica per l'Italia e per il suo settentrione. Mi auguro davvero che il Governo, dopo aver rinunciato alla costruzione del ponte sullo stretto, non voglia essere identificato come quello che rinuncia alla ferrovia ad alta velocità e, con essa, al corridoio n. 5.