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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Posizione del Governo sulle misure da varare per risanare i conti pubblici e per ridurre il deficit - n. 3-00431)
PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00431 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), testè sottoscritta dall'onorevole Casini.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente del Consiglio D'Alema, il commissario Almunia è preoccupato per una manovra finanziaria fatta di tasse e risanamento, ma che offusca i problemi strutturali come liberalizzazioni, pensioni e competitività. Le stesse preoccupazioni sono state espresse dall'OCSE, nel suo rapporto per il 2006.
Il suo collega, il Vicepresidente del Consiglio Rutelli, ha recentemente espresso la volontà di affrontare tali temi in una «fase due» del Governo. Appare dai giornali che lei, invece, non crede - riferisco testualmente le sue parole - che le riforme del Governo si misurino sulle liberalizzazioni e sulle pensioni.
A fronte di tali preoccupazioni, nonché di queste apparenti diversità all'interno del Governo, le chiediamo come, con quali misure e quando l'Esecutivo affronterà i temi della previdenza, delle liberalizzazioni e della competitività del paese.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.
MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, sul tema della liberalizzazione dei mercati e della eliminazione delle rendite corporative, Pag. 41che danneggiano le nuove generazioni ed ostacolano anche lo sviluppo di un'economia maggiormente competitiva nel nostro paese, il Governo ha innanzitutto avviato il suo lavoro adottando le decisioni del cosiddetto decreto Bersani, varato l'estate scorsa, ed intende procedere con passo accelerato.
Ricordo che sono già all'esame del Parlamento numerosi provvedimenti che vanno in tal senso e sui quali contiamo di ottenere il più vasto consenso, oltre che, naturalmente, il sostegno della maggioranza.
Il disegno di legge in materia di energia, che è stato il primo atto importante del Governo, rappresenta un ulteriore passo per la liberalizzazione di un settore strategico per la competitività del paese.
Ricordo il disegno di legge sui servizi pubblici locali; il disegno di legge sul sistema radiotelevisivo che contiene norme finalmente volte a favorire la concorrenza e a combattere la concentrazione in questo delicato settore; il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa; il disegno di legge sulla class action che introduce nel nostro ordinamento uno strumento di tutela collettiva. Quest'ultimo è certamente perfettibile, ma rappresenta una soluzione italiana, cioè non copiata da modelli anglosassoni, e dovrebbe consentire di tutelare i consumatori e di risarcirli di fronte a soprusi di piccola entità che oggi non hanno alcuna possibilità di rimedio.
Il Governo sta poi lavorando alla realizzazione di un'altra importante riforma, decisiva e a lungo rinviata: quella dei servizi professionali. Si tratta di una legge impegnativa che l'Europa ci sollecita e che richiederà un grande ed approfondito dibattito in Parlamento.
Dunque, per quanto riguarda il sistema previdenziale, il Governo ha annunciato, sulla base di un documento sottoscritto dai sindacati, l'apertura di un tavolo negoziale con l'obiettivo di arrivare, entro la primavera, ad una proposta per il completamento della riforma previdenziale. Per una maggiore precisione voglio tuttavia chiarire un aspetto, dati i riferimenti di carattere più politico che sono stati fatti. Io ho detto più volte - e l'ho ribadito anche nell'intervista alla quale lei fa riferimento - che liberalizzazioni e completamento della riforma delle pensioni sono necessità per il nostro paese. Infatti, ho detto - e nelle sue osservazioni vi è una piccola, ma fondamentale omissione - che non è solo su questo piano che si misura la capacità riformatrice del Governo. Credo che oltre alle liberalizzazioni e al completamento della riforma previdenziale, noi dobbiamo dare impulso a politiche attive, in particolar modo nel campo della ricerca, della formazione e nel campo del rafforzamento del sistema industriale del paese, che non sono meno necessarie delle politiche di liberalizzazioni e di riduzione dei costi del sistema previdenziale.
Dunque, in verità, non ravvedo questo contrasto strategico tra i due Vicepresidenti del Consiglio, né mi sento - e la ringrazio di questa accusa che mi fa tornare giovane di molti anni -, esponente della parte più radicale del paese. Tuttavia, non la considero un'offesa, ma una considerazione politica, a mio giudizio, inesatta (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Il Presidente Casini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
PIER FERDINANDO CASINI. Non interessa a me né a tutti noi il presunto o reale contrasto tra i due Vicepresidenti. Ci interessa il contrasto non presunto, ma reale tra i due documenti fondamentali che il Governo ha portato in questa Assemblea: il Documento di programmazione economico-finanziaria e la legge finanziaria. Nel primo documento, vi erano impegni seri di risanamento per questo paese. Si parlava di liberalizzazioni, di pubblica amministrazione e di previdenza.
Si è persa per strada questa impostazione: nella legge finanziaria hanno prevalso quelle impostazioni ideologiche e classiste che hanno fatto della stessa un'oggettiva sconfitta per i riformatori ed un palese viatico di inizio legislatura per la Pag. 42parte più estremista ed ideologizzata del centrosinistra.
Non ci interessa fare opposizione all'Italia, bensì a questo Governo. Ci interessano le liberalizzazioni vere, quelle che servono ai cittadini e non certo quelle che scalfiscono gli interessi deboli ovvero che colpiscono i più deboli. In caso contrario tali liberalizzazioni avrebbero di per sé poco costrutto. Ci interessano piuttosto le liberalizzazioni in grado di colpire gli interessi forti, di scalfire quei monopoli privati che si sono sostituiti ai monopoli pubblici. Nella competizione e nell'apertura dei mercati vi è una migliore qualità del servizio per i cittadini, ma soprattutto vi sono tariffe più accessibili. Ora, noi chiediamo al Governo di tornare all'impostazione del Documento di programmazione economico-finanziaria e di lavorare per scalfire, soprattutto in sede locale, quei monopoli costituiti dalle tante piccole IRI che si sono formate attorno agli enti locali e che gli enti locali stessi detengono solo per interessi di potere. Liberalizzare nell'interesse dei cittadini è una cosa che in questo Parlamento deve riguardare tutti. Dunque, onorevole D'Alema, sfidiamo questa maggioranza ad andare avanti sulle liberalizzazioni e sulla previdenza ed a vincere i veti ideologici dell'estrema sinistra per realizzare le vere riforme. Ci auguriamo che, almeno in questo caso, i riformatori battano un colpo (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale).