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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1922)
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato votato, da ultimo, l'emendamento Paolo Russo 2.7.
Dobbiamo ora passare alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.8, sul quale i pareri della Commissione e del Governo sono contrari.Pag. 45
Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. La vorrei pregare di rilevare alla ripresa della seduta, la concomitanza tra i lavori di Commissione e lo svolgersi delle votazioni in Assemblea. So perfettamente che la Presidenza è sempre molto attenta a far in modo che, come prevede il nostro regolamento, i lavori delle Commissioni si concludano nel momento in cui sono previsti i lavori dell'Assemblea, in particolare per le votazioni.
Come è facilmente riscontrabile, e come è assolutamente legittimo, l'opposizione ha ritenuto di uscire e di non contribuire quindi al mantenimento del numero legale - lo ripeto -, come è assolutamente legittimo fare. Si renderà ben conto, signor Presidente, che prima di porre in votazione l'emendamento all'esame sarebbe utile avere la certezza - provengo da una Commissione dove ancora fino a qualche minuto fa erano in corso i lavori -, proprio per consentire alla maggioranza di mantenere come suo dovere il numero legale, che i lavori delle Commissioni siano effettivamente e concretamente esauriti.
Siccome - lo ripeto - mi è arrivata qualche segnalazione, anche se forse non è così, la pregherei di fare gentilmente le verifiche necessarie e, qualora vi fosse qualche Commissione nella quale sono in corso i lavori, di non procedere ai lavori d'Assemblea, finché non vi sia la certezza che tutti i deputati impegnati nelle votazioni presso le Commissioni possano scendere in aula a votare.
Qualche volta accade, e qualche altra no, - e lei lo sa perfettamente, signor Presidente - che non si è presenti in aula a votare solo perché impegnati nel lavoro di Commissione, ed è una cosa che è necessario evitare.
La pregherei se non l'avesse fatto - e qualora l'abbia già fatto la ringrazio -, di verificare che effettivamente i lavori di tutte le Commissioni, comprese quelle bicamerali - lei sa che vi è sempre stato un problema, signor Presidente, tra Camera e Senato, quando lavorano le Commissioni bicamerali - che la Camera si trovi nella possibilità di procedere regolarmente alle proprie votazioni, tenendo conto della conclusione del lavoro delle Commissioni.
PRESIDENTE. In effetti, il suo dubbio era fondato fino a pochi minuti fa. In questo momento, siamo sicuri che non vi sono in corso lavori di Commissione, neppure di quelle bicamerali.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, chiedo scusa, ma è semplicemente per un fatto pratico!
BRUNO TABACCI. Basta ostruzionismo!
ROBERTO GIACHETTI. Fino a qualche minuto fa erano in corso i lavori di Commissione. Vedo ora entrare in aula alcuni colleghi, ma se la seduta della Commissione bicamerale a San Macuto si è conclusa pochi minuti fa è assai complicato, anche se si è bionici, giungere in aula in qualche secondo!
Pertanto, signor Presidente, la pregherei di tenere conto di questo fatto nel momento in cui si procederà alle votazioni.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, sono arrivato trafelato in aula, perché le sedute di Commissione sono terminate pochi secondi fa. Quindi, si dia il tempo fisico di arrivare, soprattutto con riferimento alle Commissioni bicamerali! Io ho fatto una corsa. Magari, ho qualche anno in meno, ma un po' di tempo lo deve Pag. 46concedere (Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
PRESIDENTE. La maggior parte dei parlamentari ha le sue risorse atletiche, onorevole Pedrini! Quindi, possiamo confidare nella possibilità da parte di tutti i membri delle Commissioni di raggiungere l'aula.
ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, trovo assurdo il comportamento di alcuni colleghi della maggioranza che prendono a pretesto dei presunti ritardi delle Commissioni per impedire (Commenti del deputato Carbonella) all'Assemblea...
PRESIDENTE. Onorevole Carbonella, la prego di non reagire!
ANTONINO LO PRESTI. ... di procedere speditamente nei propri lavori.
GIOVANNI CARBONELLA. Tassone, diglielo tu!
ANTONINO LO PRESTI. Sarà un problema dei presidenti di queste Commissioni programmare i lavori in modo tale che le sedute finiscano prima dell'orario di inizio dei lavori dell'Assemblea.
Se voi fate opposizione, pregherei il Presidente di procedere nei nostri lavori!
ANTONELLO FALOMI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, vorrei invitarla a verificare non solo la conclusione dei lavori delle Commissioni...
MARIO TASSONE. Ve lo ha detto!
ANTONELLO FALOMI. ...ma anche degli uffici di presidenza delle stesse, perché, molto spesso, dopo le sedute di Commissione, si riuniscono gli uffici di presidenza e ciò rende difficile ovviamente il nostro lavoro e la possibilità per tutti di essere presenti all'inizio della seduta dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Grazie per le sollecitazioni!
GIOVANNI CARBONELLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
GIOVANNI CARBONELLA. Per fatto personale!
PRESIDENTE. Onorevole Carbonella, può intervenire per fatto personale al termine della seduta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 278
Votanti 274
Astenuti 4
Maggioranza 138
Hanno votato sì 15
Hanno votato no 259
Missioni 66).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, deve essere una seduta equilibrata, come previsto nell'emendamento in esame!Pag. 47
Esso, si propone di sopprimere la parola «equilibrata» dal testo. Se la si mantiene, è ovvio che vi sarà l'opportunità di un'apertura con riferimento al testo dell'articolo 2 che non darà il senso di un lavoro effettivo a livello pratico.
Al comma 1-bis, capoverso comma 4... Presidente, non si può intervenire, c'è confusione...
PRESIDENTE. Proceda, onorevole Dussin, c'è un tasso di brusio abbastanza stabile, e non è eccezionale in questo momento. Prego, prosegua pure.
GUIDO DUSSIN. Presidente, capisco, ma sarebbe bene poter operare in condizioni migliori.
PRESIDENTE. Prego i colleghi, in particolare dei settori di destra, di rispettare il diritto dell'onorevole Dussin di svolgere il suo intervento ed il diritto degli altri colleghi di ascoltarlo.
Quindi, invito i colleghi a recarsi ai propri scranni in modo silenzioso.
Prego, onorevole Dussin.
GUIDO DUSSIN. Ci troviamo in una situazione di emergenza. Dobbiamo elaborare un testo per sbloccare la situazione riguardante sia la raccolta dei rifiuti nella regione Campania, in modo da ripristinare una situazione igienico-sanitaria, sia l'avvio degli impianti per un'ordinaria gestione nell'intera regione.
L'aggettivo «equilibrata» riferito alla localizzazione dei siti per le discariche e degli impianti, significa prevedere la possibilità di scelta da parte di tutti e quindi togliere il potere decisorio al commissario.
In questa situazione - ovviamente, si parla della consulta regionale -, l'espressione «equilibrata» offre agli enti locali l'ulteriore potere di bloccare le varie realtà che andranno ad ospitare gli stessi rifiuti.
Allora, credo sia giusto, importante e fondamentale compiere una scelta forte che possa individuare soluzioni per il lungo periodo. Al contrario, una debole decisione non risolverebbe il problema dello stoccaggio dei rifiuti.
Oggi, il problema è quello di avere siti approntati in maniera corretta e regolare. Se tornassimo alla situazione di tredici anni fa, non avremmo né siti né l'opportunità di disporre di altre discariche.
Non stiamo parlando, dunque, di una piccola modifica. L'espressione «equilibrata» potrebbe ancora offrire, magari, ai comuni limitrofi l'opportunità di bloccare azioni necessarie alla consulta, ma anche gli enti proposti per la decisione riguardanti siti stessi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, torniamo al tema della Consulta. A cosa serve questa specie di comitato di consulenza per il commissario straordinario? Serve davvero ad indicare e a suggerire elementi di novità?
Serve davvero a costruire un terreno migliore dal punto di vista delle «umoralità» territoriali? Serve davvero a rendere più praticabile il rapporto con i territori? Non credo, così come è composta. Soprattutto, non credo che essa sia nelle condizioni di rendere il percorso più agevole rispetto alla sensibilità e alla vivacità dei territori, né, paradossalmente, che renda più agevole il lavoro del commissario.
Insomma, come in altri punti di questo provvedimento, si registra una condizione permanente di indecisione, una permanente mancanza di scelta tra due soluzioni: da una parte, avete la necessità, che ritengo legittima, di affidare ad un solo uomo, un uomo capace, la responsabilità di uscire da questa emergenza; dall'altra parte, vi è la consapevolezza che più si assumono responsabilità in questa direzione, più sono evidenti le responsabilità politiche di chi avrebbe dovuto fare e non ha fatto.
Allora, con una rara dose di alchimia politica, tentate di rendere compatibili queste due scelte e inventate i comitati, le commissioni, la Consulta, indetta da uno e presieduta dall'altro. Immaginate questi organismi bicefali, convocati da uno e Pag. 48presieduti dall'altro? E non importa se sono in sintonia o meno, se le sensibilità sono diverse.
Immaginate tutto ciò per dare consulenza su cosa? Per individuare i siti dove si possano adottare soluzioni non straordinarie dal punto di vista dell'impatto ambientale. Infatti, appena si comincia a ragionare di cose serie, come di impianti con un notevole impatto ambientale che, soprattutto, creano una evidente condizione di vivacità territoriale - mi riferisco agli impianti di termovalorizzazione -, la consulta non serve più, non ha più competenza, non ha più valore, non ha più senso, non ha più funzioni: non serve.
Ritorniamo, così, in questa condizione altalenante permanente, stavolta immagino verso il commissario straordinario. Ma poi vediamo che non è così. Vedremo, nei prossimi articoli, che non è così, ma che vi è la solita condizione, ossia la drammatica scelta politica, che vi compete, rispetto alla quale non vi chiediamo di scegliere una soluzione in particolare. Fate pure! Vi chiediamo, però, di scegliere una soluzione chiara. L'unica cosa che non dovete fare è quella che state facendo: un pasticcio di competenze, di rimbalzi e di responsabilità, che produrrà nulla di diverso rispetto a quanto avete già prodotto finora.
Allora, è per questa ragione che ci permettiamo di sollecitare la vostra sensibilità alla ripresa dei lavori dell'Assemblea, avendo registrato che vi sono degli errori significativi in questo provvedimento. Non possiamo decidere, a prescindere, di abdicare al nostro ruolo di legislatori per consentire ad altri, non so per quale ragione, di non svolgere questa funzione nell'altro ramo del Parlamento. Per quale ragione dobbiamo licenziare un testo sbagliato nella forma e nel merito?
Per questa ragione vi chiedo di votare a favore dell'emendamento Dussin 2.9.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 2.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 455
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 261).
Prendo atto che i deputati Greco e Mele non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, vorrei preannunciare che interverremo per dichiarazione di voto su tutti i miei emendamenti.
Il mio emendamento 2.10 riguarda il problema dello stoccaggio e propone di inserire al comma 1-bis dell'articolo 2 le parole «anche provvisorio».
È noto a tutti il problema dello stoccaggio provvisorio dei rifiuti in Campania, visto che provvisoriamente i rifiuti e le ecoballe si lasciano per strada. Questa è stata la realtà di questi anni; e, ovviamente, tali ecoballe non sono state neppure trattate.
Sappiamo che vi sono migliaia di tonnellate di ecoballe accatastate provvisoriamente. Pertanto, sarebbe utile che la consulta risolva anche la problematica dello stoccaggio provvisorio.
È ovvio che, a tal fine, si farà affidamento sulle capacità e sull'autorità del commissario. Si vuole fare in modo che il commissario risolva il problema delle ecoballe nelle discariche che si stanno individuando: tali ecoballe devono essere trattate ed inertizzate, non potendo essere accatastate tal quali, direttamente nello stato in cui si trovano.
L'inserimento dell'espressione che abbiano indicato all'articolo 2 è volto proprio Pag. 49a raggiungere un obiettivo che in altre regioni rappresenta una condizione di normalità, che si pretende dalla stessa norma nazionale. Il nostro spirito è quello di aggiungere all'articolo 2 le parole «anche provvisorio», per dare soluzione ad un problema contingente non indifferente, di una dimensione tale che si trova solo ed esclusivamente in questa realtà, in cui vi sono cinque milioni di tonnellate di ecoballe.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, sono convinto della straordinaria disponibilità e buona fede di tutti i colleghi dell'Assemblea; ma ho la sensazione che per molti di loro questo sia un fastidioso provvedimento che va licenziato quanto prima, per chiudere una vicenda non gloriosa dell'amministrazione regionale campana. Vorrei che proprio questi colleghi riflettessero. Stiamo blindando al massimo questo provvedimento, non consentendo alcun contributo di merito.
Eppure, in ordine a tale questione, due giorni fa la Repubblica ha pubblicato un articolo in cui si dice: «La camorra vendeva quei posti». Confessioni di un pentito ai giudici.
Si tratta dei 2.300 lavoratori assunti per la raccolta differenziata, che non svolgono questa attività e rispetto ai quali il provvedimento in esame si occupa di ogni fantasia: esso si occupa dei più vari trattati internazionali, si occupa delle più inutili consulte, si occupa di ogni più fantasiosa iniziativa tesa probabilmente a coprire quanto accade. Ma, purtroppo, quanto accade viene fuori da una serie di elementi talvolta completamente estranei anche alla politica.
Allora, vorrei suggerirvi di riflettere su come questi temi vadano affrontati attraverso un'azione di sensibilità comune.
Altrimenti, questo diventa un tema di parte che sembra governato da interessi che diventano di parte. Per questa ragione, mi permetto di sollecitare ancora ad una riflessione: non è pensabile che la Camera dei deputati si limiti a svolgere una funzione di assistenza al Senato della Repubblica, avendo riconosciuto, nella fase preliminare, che il provvedimento in esame è ricco di svarioni e necessita di essere modificato. Nella consapevolezza degli errori in esso contenuti, poi, si mettono in campo anche ordini del giorno talvolta contraddittori con il testo stesso. E non vorrei ancora ricevere suggerimenti, per cui saremo in condizione di modificare questo testo, mediante l'approvazione di proposte emendative alla legge finanziaria, ora all'esame del Senato.
Guardate, colleghi, che la strada più facile è quella che vi stiamo suggerendo: lavoriamo nel merito su singole, importanti e determinanti questioni e assumiamoci insieme la responsabilità di un recupero di credibilità della politica sulla questione. Viceversa, saremo costretti, nostro malgrado, ad individuare tutte le criticità che rappresenteranno una muraglia invalicabile per la risoluzione dei problemi della regione Campania e vi assumerete la responsabilità totale delle scelte politiche che mettete in campo. Si tratta, peraltro, di scelte che sono, dal punto di vista delle condizioni tecniche, sollecitate ad essere cambiate anche dallo stesso direttore Bertolaso. Per questa ragione, vi chiediamo di votare a favore dell'emendamento proposto, per iniziare un percorso che consenta, su poche e rilevanti questioni, di dare una sterzata ad un decreto-legge che, così come è redatto, è davvero lontano dai territori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, gli emendamenti della Lega, al solito, sono sempre pragmatici. Perciò auspichiamo che questo venga accolto. È infatti impensabile che si possano definire i siti per lo stoccaggio definitivi di 5 milioni di tonnellate di rifiuti, subito o in tempi brevi. Per tale ragione, aggiungere anche la possibilità di stoccaggio provvisorio, Pag. 50da un lato, è un'operazione di buon senso (perché si sa, in partenza, che non sarebbe possibile definire subito i siti definitivi) e, dall'altra, evita un enorme spreco di soldi pubblici, in quanto i rifiuti non vengono esportati fuori dalla regione (a costi triplicati), se prima non vengono definiti, comunque, dei passaggi transitori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Questo emendamento cerca di ampliare i compiti della Consulta, della quale, però, noi reputiamo inutile la costituzione, in quanto ne fanno parte esattamente quei soggetti istituzionali che non hanno minimamente adempiuto alle proprie funzioni e ai compiti istituzionali assegnati dalla legge. Paradossalmente, facciamo assistere il commissario nominato per l'inadempienza altrui proprio da quell'altrui. È uno strano modo non solo di legiferare, ma anche di creare pesi e contrappesi in una commedia che, indubbiamente, più che con l'arte, ha a che fare con la parte di coloro i quali non hanno mai fatto la propria parte istituzionale, ma vogliono riservarsi, invece, la possibilità di una parte politica.
Signor Presidente, colleghi, penso che questa legge avrebbe dovuto prevedere una norma che riservasse unicamente in capo al commissario, e, se proprio si volevano istituire, ai tre subcommissari i poteri che abitualmente vengono conferiti ad un commissario. Il commissariamento è un atto straordinario che presuppone un potere particolare posto in capo ad un soggetto in ragione della mancata adozione ed attivazione dei soggetti che vengono sostituiti e, quindi, commissariati. Invece, creiamo un comitato di consultazione che rassegna poteri di coordinamento, di ascolto, di indirizzo da parte di coloro i quali, avendo la possibilità non di indirizzare ma di fare le scelte, non solo non hanno indirizzato alcunché, ma non hanno fatto neppure alcuna scelta.
Quello rappresentato dal comma 1-bis è un'evidente svarione che dovrebbe farci riflettere. Nel testo originario del decreto-legge di questa Consulta non si parlava, di questa sovrastruttura non si sentiva alcuna necessità. Paradossalmente oggi, in un provvedimento che questa maggioranza vuole forzatamente tenere blindato, anche tale sovrastruttura viene mantenuta nonostante ne sia acclarata l'inutilità. Si tratta di una situazione kafkiana e paradossale che cozza, oltre tutto, con i provvedimenti inseriti sia nella finanziaria, sia nel decreto-legge recentemente convertito dal Parlamento che ha voluto sciogliere un numero cospicuo di commissioni ritenute inutili. Evidentemente, vi è un fondo di verità nel vostro agire: sciogliete una commissione inutile per moltiplicarla nel provvedimento successivo per dieci o per cento. Si tratta di un capolavoro di confusione politica, a tacere del capolavoro di inutilità legislativa di cui vi fate carico (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 2.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 259).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, con l'emendamento in esame si chiede di aggiungere, al comma 1-bis, capoverso comma 4, dopo le parole «dei rifiuti trattati» le parole «o non trattati». Non Pag. 51tutti i rifiuti vengono trattati prima dello smaltimento: esistono rifiuti pericolosi catalogati nei codici CER che vanno smaltiti senza trattamento. La Consulta, che come diceva il collega Foti ha i suddetti poteri consultivi, è formata da amministratori e tecnici locali e può conoscere anche le realtà dei rifiuti non trattati. Se la Consulta deve esistere - e noi siamo contrari - per dare questo contributo rispetto ai rifiuti trattati, alla equilibrata localizzazione dei siti (visto che avete respinto il mio emendamento 2.9) e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati è bene che dia un suo contributo anche per i rifiuti non trattati. Questi ultimi sono prodotti a livello locale e, quindi, li si conosce sicuramente.
I soggetti che hanno già operato in loco sanno benissimo dove si trovano questi rifiuti e che in tali realtà quelli non trattati vanno invece inseriti nel meccanismo di trattamento finale.
L'obiettivo di questo emendamento è quello di dare una giusta collocazione anche a questa tipologia di rifiuti per riportare la normalità ed eliminare le situazioni peggiori dove la «monnezza» è abbandonata in siti non noti e non viene trattata. A mio avviso è più importante trattare questi rifiuti piuttosto che non trattare gli altri, perché si potrebbero creare situazioni particolarmente pericolose con residui che rischiano di inquinare le falde, determinando una situazione ambientale molto spiacevole.
Se non si approva questa serie di emendamenti e si lascia inalterato il testo del decreto-legge, la localizzazione di questi siti avviene su base amministrativa. Sulla carta geografica si individuano i sindaci che li accettano e quelli che viceversa li rifiutano. Tuttavia, è ovvio che nessuno di loro vorrà accogliere il sito. Invece, i siti dovrebbero essere scelti in base a priorità di ordine geologico ed ambientale, compiendo scelte opportune, così come dovrebbe avvenire per l'individuazione delle località in cui costruire le discariche e gli impianti particolari che tuttavia in seguito possono provocare disagi. È chiaro che si tratta di impianti che nessuno gradisce fino a quando non si seguirà la strada del riciclaggio e del recupero, considerando il rifiuto come una risorsa dopo il trattamento tramite impianti di termovalorizzazione o tramite altre strutture particolari. Questo potrebbe avvenire anche con impianti di discarica, inertizzando le situazioni.
In una regione dove la percentuale di raccolta differenziata è bassa (tra il 4 e l'8 per cento), non è possibile collocare questi rifiuti in posti diversi che non siano le discariche. Il nostro emendamento invece segue la logica del giusto stoccaggio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, ritengo che l'emendamento Dussin 2.11 meriti l'attenzione dell'Assemblea. Al di là della dizione specifica, esso chiarisce la pericolosità di considerare soltanto i rifiuti trattati e non anche quelli non trattati. Da un punto di vista comportamentale è chiaro che l'articolato si riferisce ad una situazione ottimale, per la quale tutti lavoriamo, ovvero quella di avere di fronte soltanto rifiuti trattati. Tuttavia, sappiamo che in Campania l'emergenza rifiuti è tale a causa del notevole volume di rifiuti non trattati. Quindi, la maggioranza dovrebbe mostrare attenzione nei confronti di questo emendamento che non stravolge nulla e non è per nulla pericoloso.
Ritengo - queste argomentazioni le ripeto sempre - che il Senato abbia tutto il tempo per approvare un testo modificato dalla Camera dei deputati. Se vi preoccupate di «andare sotto» nelle votazioni poiché la vostra maggioranza al Senato è più risicata, vi dico che l'atteggiamento responsabile di Forza Italia salverà il decreto-legge e farà in modo che esso venga convertito in una giusta legge. Infatti, il nostro obiettivo è quello di licenziare un provvedimento che, finalmente, possa corrispondere agli interessi del popolo della regione Campania.
Desidero terminare il mio intervento con un'altra considerazione: anche questo Pag. 52articolo, questo comma fanno risaltare, in tutta la loro evidenza, le contraddizioni del provvedimento. Ai subcommissari e alla commissione si aggiunge anche una consulta, per cui i poteri del commissario sono ridotti al lumicino. Egli è imbrigliato da una serie di «ipoteche» - cosiddette legislative o di bassa politica - che ne intralceranno il cammino.
Lancio ancora un appello a questa maggioranza: o diamo vita ad un commissariamento veramente tale, oppure ritorniamo ai poteri legislativi ordinari. In questo modo, perpetueremo l'alibi che il potere legislativo, i sindacati e i partiti politici hanno avuto nei confronti della struttura commissariale. Infatti, la struttura commissariale definiva un provvedimento e i partiti vi si opponevano avendo ragione in sede istituzionale; era in questo modo che si salvava l'anima e la faccia. Ciò non deve più accadere: o i partiti, le istituzioni prendono in carica, in modo chiaro e definitivo, la potestà della risoluzione del provvedimento, o altrimenti va data al commissario Bertolaso la possibilità di svolgere realmente il suo compito per ciò che concerne l'emergenza rifiuti in Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che l'emendamento presentato dal collega Dussin pone una vera questione.
Ci troviamo di fronte alla costituzione di una consulta che, per sua stessa definizione, dovrebbe avere poteri consultivi. In ogni caso, nel momento stesso in cui la norma, al comma 4, ne prevede l'istituzione, si definiscono nel dettaglio gli argomenti su cui tale consulta dovrebbe esprimere il proprio parere. Nello stesso tempo, però, si dimentica che vi è una platea - per così dire - di rifiuti a cui bisogna fare riferimento, quindi si definisce solo la questione dei rifiuti trattati.
Noi siamo sicuramente critici e perplessi riguardo alla funzionalità di questa consulta, ma nel momento in cui essa viene costituita e la norma individua le tipologie di rifiuti che costituiranno l'oggetto di questa consultazione, bisogna trattare tutti gli argomenti che provocano l'emergenza, compresi i rifiuti non trattati.
Comunque il problema è alla fonte: perché si decide di istituire una consulta regionale? Perché si decide di affiancare al commissario delegato un organismo prettamente politico con poteri consultivi che prevede, però, anche la presenza di tutti i soggetti istituzionali responsabili della mancata risposta all'emergenza?
In condizioni normali quale dovrebbe essere la procedura?
La regione dovrebbe individuare i siti dove realizzare gli impianti per il trattamento dei rifiuti. Si convocherebbero, quindi, le conferenze di servizi alle quali parteciperebbero i soggetti istituzionali deputati - dunque, il comune interessato dall'intervento, la provincia e la regione -; in quella sede, poi, i diversi livelli istituzionali esprimerebbero il proprio parere, con riferimento sia alle procedure di valutazione di impatto ambientale sia al parere tecnico per l'individuazione degli stessi siti.
Ma evidentemente non siamo in tale situazione in quanto ci troviamo in una condizione di emergenza; ma allora perché, assodata l'esistenza di un'emergenza e disposta con decreto la nomina di un commissario, si affianca a quest'ultimo una Consulta, che quindi, di fatto, si sovrappone alla sua attività e non secondo le procedure normali seguite dalla conferenza di servizi, bensì attraverso un'attività consultiva che si risolve solo ed esclusivamente in una forma di pressione politica? Peraltro, tale Consulta non opera su tutte le questioni esistenti ma è competente solo sui rifiuti trattati; ritengo che a tale riguardo l'emendamento del collega e la lettura del comma evidenzino con quale approssimazione si stia procedendo nell'affrontare un'emergenza così delicata e grave e come, soprattutto, non si vada né nella direzione di declinare effettivamente Pag. 53le tipologie di rifiuti sulle quali dover poi esaurire le attività istituzionali né in quella di un commissario che abbia pieni poteri per poter affrontare, a prescindere dalle pressioni politiche, l'emergenza medesima (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo solo per svolgere alcune precisazioni. Ci troviamo dinanzi ad un provvedimento urgente nel settore dei rifiuti; ma se non ci occupiamo dei rifiuti non trattati, ciò significa che una vera urgenza non si pone perché solo dinanzi ai rifiuti non trattati ci si può trovare in tale evenienza. Se, infatti, si ha il tempo di trattare i rifiuti, ciò significa che l'urgenza non sussiste e che, allora, gli stanziamenti fatti servono davvero a qualcosa. O si vuole lasciare la gestione dei rifiuti non trattati ad altre organizzazioni ad hoc?
Inoltre, alla parola «stoccaggio» non si vuole aggiungere la parola «provvisorio», che è determinante. Il commissario straordinario, come ho già osservato, non è tale in quanto dipende direttamente dalla Consulta, da Bassolino, dai presidenti delle province; non è vero, cari colleghi, che i tecnici individuano i siti: a farlo sono solamente gli amministratori, i politici, le istituzioni.
Se dunque non vogliamo aggiungere ai rifiuti trattati anche quelli non trattati, per quale ragione nominiamo un commissario straordinario? Già commissario straordinario non è, perché abbiamo visto che deve in qualsiasi momento soggiacere al presidente della Consulta, organo pletorico, composto da un certo numero di presidenti di province, dai vicari, dai subcommissari; subcommissari dei quali si ignora il profilo professionale, ma che devono essere sicuramente «amici degli amici».
Dunque, con 2 mila 200 dipendenti che non riescono a fare nulla - fuorché timbrare il cartellino al mattino -, con oltre un miliardo di euro di deficit, noi, in questo momento, abbiamo creato l'istituto della balia istituzionale per il Senato della Repubblica. Certo, i senatori a vita sono anziani e di una balia hanno forse bisogno: ma la Camera dei deputati non può restare inerte, senza poter apportare modifiche perché, altrimenti, si viola l'istituto del Senato, che non può riprendere in esame un decreto che «urla» in tutti i modi e che è un controsenso.
Come ribadisco, vi assumete la responsabilità di far gestire i rifiuti non trattati da organizzazioni criminali! Guardate che vi sarà chi ovviamente li gestirà, e non sarà il commissario straordinario: la Campania continua ad essere, dopo questo decreto, una fogna in tutti i sensi, grazie a voi!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 2.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 483
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 254).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Onorevoli colleghi della maggioranza, se voi ritenete che questa Consulta debba avere un ruolo, non vedo per quale ragione la stessa di tutto debba trattare tranne che di impianti di incenerimento. Mi sembra un maldestro - devo dire - tentativo di sottrarvi ad uno Pag. 54strumento che voi avete indicato come strumento democratico. È evidente che non si tratta di uno strumento democratico, eppure questa «solfa» della Consulta tentate di farla passare come partecipazione. Se partecipazione è - e non è partecipazione - per quale ragione a questo straordinario percorso di partecipazione democratica non deve «partecipare» l'iter che consenta di addivenire ad una soluzione condivisa per l'individuazione dei siti sedi di impianto di incenerimento?
Allora, dalla sensazione che date viene fuori la verità: che questa Consulta serve per fare un po' di «moina», che questa Consulta serve per «vendere» sui territori la vostra presunta disponibilità democratica, ma che, in realtà, le cose serie non si decidono con i presidenti di provincia, e men che mai con i sindaci, si decidono in altra sede; poi vedremo, nel corso dell'esame degli articoli seguenti, in quale sede si decide: la sensazione è che non lo sapete nemmeno voi, con questo provvedimento. La sensazione è che ci sono «trilocali» che consentiranno decisioni multiple, il più delle volte decisioni che non produrranno risultato, perché saranno tutte decisioni in direzioni diverse e, quindi, capaci di determinare una condizione permanente di impasse.
Ed allora, se volete che questa Consulta abbia perlomeno un senso, nella vostra logica, nella logica sbagliata di questo provvedimento, consentite a questa Consulta di dare consulenza su tutta la filiera, che abbia un'azione di ridotta potestà, ma su tutta la filiera e che possa esprimersi non solo sui piccoli impianti di trasferenza, non solo sulle realtà che non determinano grande impatto ambientale, non solo su quegli impianti che talvolta sono graditi ai territori, non solo su piccoli pezzi quali le isole ecologiche ed altri giochini vari: consentite a questa Consulta di esprimersi, di valutare, di considerare anche il percorso che riguarda gli impianti a più alto impatto ambientale. Altrimenti, la sensazione è che quasi prendete in giro le amministrazioni locali. Quando vi è da trattare cose serie, via i presidenti di provincia, tornino a giocare con i lavori pubblici e le strade! Quando vi è da trattare, viceversa, di impiantini e magari di qualche festa o azione di marketing con festa compresa, allora coinvolgete subito i presidenti di provincia e qualche sindaco per giocare sul tema dei rifiuti! Questo è un errore, dal punto di vista strategico, grave, perché indicate una strada che non è quella del coinvolgimento territoriale, scindete completamente i due percorsi: quello della «ciccia» seria, degli impianti seri, da una parte, e quello della «solfa» di «bassa cucina», dall'altra.
Se non individuerete uno strumento unico - e ritengo la Consulta un mezzo sbagliato sotto questo profilo -, commetterete un errore che genererà una sorta di strabismo dal punto di vista dell'impianto normativo. Il cittadino leggerà tutto ciò e continuerà a nutrire scarsa fiducia rispetto alla possibilità che si ritorni a condizioni di ordinarietà!
Il risultato, quindi, sarà quello di generare un'ulteriore ostilità dei territori, altre «vivacità» ed incomprensioni aggiuntive. Si intraprenderanno, in altri termini, percorsi che genereranno...
PRESIDENTE. La prego di concludere!
PAOLO RUSSO. ...la solita impasse!
Per questa ragione, pertanto, vi chiediamo...
PRESIDENTE. Grazie!
PAOLO RUSSO. ... di votare a favore dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Pag. 55Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 253).
Prendo atto che i deputati Rampelli e Casini non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, il mio emendamento è simile, ovviamente, a quello precedentemente votato. Esso propone di aggiungere al comma 1-bis, capoverso comma 4, secondo periodo, dell'articolo 2 del decreto-legge in esame, dopo la frase «degli impianti per il trattamento», l'espressione «e per la combustione».
In altri termini, si intende ribadire la necessità di realizzare dei termovalorizzatori per trasformare i rifiuti in energia ed in ricchezza per il paese. Ciò dopo aver promosso la raccolta differenziata ed averla portata a raggiungere, rispetto a quelli nazionali, valori perlomeno accettabili.
Vorrei segnalare che in altre realtà potremmo arrivare anche al «porta a porta» e ad effettuare una raccolta differenziata molto avanzata. In questo caso, proponiamo di stabilire che i termovalorizzatori rappresentino la chiusura di tale filiera. Porto ad esempio il caso del termovalorizzatore di Brescia, poiché tale comune è risultato primo, a livello mondiale, per l'energia derivante dalla combustione dei rifiuti, davanti a città come New York, Londra, Amsterdam e Vienna.
Il termovalorizzatore dell'azienda municipalizzata bresciana, controllata dallo stesso comune, infatti, ha ottenuto l'oscar per il migliore impianto a livello mondiale. A conferire tale riconoscimento è stato il Consiglio per la ricerca e la tecnologia della termovalorizzazione, un organismo dell'Earth Center della Columbia University. Ricordo che i criteri che hanno condotto ad assegnare a Brescia questo premio sono stati l'aspetto estetico dell'impianto, il livello di recupero di energia da rifiuti, quello relativo alle emissioni inquinanti, l'utilizzo dei residui di combustione e l'accettazione dell'impianto da parte della comunità locale.
È chiaro che tale accettazione deriva dalla cultura esistente nel Bresciano. In tale area, infatti, vi è la cultura di fare impresa sfruttando i rifiuti ed il materiale di risulta (pensiamo, ad esempio, al ferro). Se il rifiuto viene considerato una risorsa (e in quella zona è considerato tale), è evidente che esso viene facilmente recuperato, attraverso l'impiego di mezzi e di sistemi appositi. È giusto, quindi, che il trattamento riservato ai metalli venga esteso a tutti i materiali di risulta.
A monte, ovviamente, dovremmo selezionare le produzioni ed effettuare la raccolta differenziata. Siamo perfettamente d'accordo con quanto, in numerose altre occasioni, viene proposto da comitati di cittadini o da forze politiche; tuttavia, ritengo sicuramente importante tener sempre presente il concetto per cui il rifiuto deve costituire una risorsa.
Si ricorda allora che, nel 2005, il citato impianto di Brescia ha trattato 757 mila tonnellate di rifiuti, producendo 510 milioni di chilowattora di energia, equivalenti al fabbisogno di 170 mila famiglie. Sono stati prodotti, inoltre, 491 milioni di chilowattora di energia termica, rifornendo più del 40 per cento dei 130 mila cittadini bresciani serviti da teleriscaldamento.
Questi sono dati oggettivi che dobbiamo considerare e portare nell'ambito della discussione di questo decreto-legge e, soprattutto, all'interno delle problematiche della Campania e del sud in genere. Il rifiuto non può essere inteso nel senso letterale della parola, ma deve essere considerato una risorsa. Con l'azione preventiva della selezione dei prodotti di questa filiera, sicuramente noi potremo completare un percorso che tutti quanti auspichiamo. Pag. 56Quindi, all'articolo 2 del testo, secondo noi, va aggiunto in modo esplicito la parte appena detta.
Infatti, con i precedenti emendamenti 2.10 e 2.11 a mia firma - l'emendamento Dussin 2.13 può essere abbinato all'emendamento Paolo Russo 2.12 - si può dare un senso completo a ciò che intendiamo per filiera corretta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, ritengo che nell'impianto di questo decreto-legge e nel cammino che la maggioranza sta perseguendo in quest'aula, ci sia una forte contraddizione: da una parte, si cerca in ogni modo di coinvolgere i poteri istituzionali, dall'altra, si nomina un commissario e si limitano i suoi poteri. Anche la Consulta, secondo il mio parere, deve essere considerata non tanto come momento di ricerca di partecipazione democratica esasperata, quanto come un elemento per mettere le briglie al commissario.
Tuttavia, una volta che abbiamo deciso che si faccia la Consulta e che questa abbia giurisdizione su tutta la problematica dei rifiuti, mi sembra un controsenso sottrarre alla stessa la fase più importante e qualificante, vale a dire quella finale - come dicevano gli onorevoli Dussin e Paolo Russo - della filiera dei rifiuti. Per questo, secondo il mio parere, dobbiamo consentire che la Consulta possa discutere, programmare e decidere anche su questo importantissimo argomento. Del resto, vedendo ciò che è successo in Campania, il vero vulnus della raccolta dei rifiuti che ha creato l'emergenza dei rifiuti in quella regione è ascrivibile a tre momenti: il primo, la mancanza della raccolta differenziata o la quasi totale assenza di questo istituto; il secondo, la creazione di CDR che sono tutto fuorché dei centri per produrre combustile derivante dai rifiuti; in terzo luogo - e questo è l'aspetto più determinante nella creazione dell'emergenza -, la mancanza di un termovalorizzatore. Proprio qui è cascato l'asino! Infatti, proprio a causa di questa mancanza la regione Campania si è indebitata e, con il commissariato, presentano ancora debiti con l'Umbria, con la Lombardia, con la Germania: una serie infinita di insolvenze che fa gridare letteralmente allo scandalo.
Allora, democratizzazione fino alle estreme conseguenze e che lo sia realmente! Quindi rendiamo partecipe e responsabile della fase finale della filiera anche la Consulta, vale a dire la parte della combustione e della termovalorizzazione. Poi, sulle altre possibilità nei confronti della scelta del termovalorizzatore si può discutere all'infinito.
Credo che non possiamo più perdere tempo e, al pari di centri importanti quali Milano e Brescia, finalmente anche le città della Campania devono dotarsi dei termovalorizzatori per mettere in un angolo una emergenza che sta gettando discredito su tutto il sistema Campania, penalizzando tutte le sue attività, la legalità e la sua immagine in Italia e nel mondo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, quello della termovalorizzazione - non chiamiamoli inceneritori, altrimenti la gente si arrabbia - è un tema serio. Però, tutte le grandi città hanno termovalorizzatori. A Montecarlo è ubicato, addirittura, nei pressi della reggia principesca. A Milano, che è una grande città, ci sono impianti di termovalorizzazione, ve ne sono anche a Brescia e così via. Se Napoli vuole diventare una grande città, è giusto che proceda alla termovalorizzazione dei rifiuti, altrimenti non lo sarà mai.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 57Dussin 2.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 253).
Prendo atto che i deputati Giovanardi e Nicchi non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, in base alla lettera prevista dall'articolo 2, comma 1-ter, del decreto-legge in esame, che sta per essere approvato, il commissario delegato individua le modalità operative che assicurino il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati dall'emergenza. Si tratta di un'altra consulta? Stiamo delegando al commissario la costruzione di altri percorsi? Quali sono gli enti locali interessati dall'emergenza, i circa 600 comuni della regione Campania? Oppure sono quelli interessati dagli impianti? O sono quelli nelle cui strade si trovano determinate quantità di rifiuti? Trovo qualche difficoltà a comprendere questa norma, rileggendola. Nella migliore delle ipotesi, nell'ipotesi più benevola, è inutile, superflua. Devo pensare, viceversa, che sia frutto di sollecitazioni, le più varie, per costruire in capo al commissario qualche altra modalità operativa. Ma quali modalità operative? Il commissario deve fare il commissario, come sa, e non bisogna coinvolgere alcun comune o ente locale in modo particolare. È necessario seguire un percorso che riguarda tutti. Che senso ha prevedere in norma qualcosa che è insita nella funzione del commissario? Lo chiedo al Governo che immagino abbia approfondito questo tema. La maggioranza di questa Camera, infatti, sta esaminando questo provvedimento non avendoci potuto mettere mano. Conoscendo la sensibilità di molti di voi, escludo che avreste mai immaginato di inserire un comma aggiuntivo in cui si chiede al commissario delegato di individuare le modalità operative per assicurare il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati all'emergenza. Devono essere gli enti locali a mobilitarsi, a mettere in campo politiche serie e necessarie sul fronte della raccolta differenziata, investendo su questo fronte. Mi riferisco, in particolare, ai comuni, alle province e alla stessa regione.
Che senso ha una norma del genere, se è successiva all'istituzione di quella specie di organismo di compensazione che serve da consulenza? Una consulenza che, da una parte, viene svolta in consulta e, dall'altra, viene delegata ulteriormente al commissario per costruire ulteriori percorsi.
Sarebbe utile cominciare a ragionare nel merito, approfondendo questioni specifiche, ma in Commissione non ce n'è stata data la possibilità. Questa è la ragione per la quale sollecitiamo in aula un approfondimento di merito su questioni che ci sembrano rilevanti.
Siamo di fronte a norme superflue che si sommano ad altre altrettanto superflue, con il risultato di continuare a produrre una miriade di norme tutte il più delle volte inutili, quando non dannose. In questo caso, vi è anche un profilo di danno, perché il povero commissario delegato dovrà individuare modalità operative; chissà quale dovrà essere lo sforzo del povero commissario delegato nel mettere in campo modalità operative extra consulta, in quanto quest'ultima è una cosa e le modalità operative sono un'altra. Ma qual è l'ente territoriale in emergenza? Sarebbe utile operare anche questo chiarimento. Per questa ragione abbiamo proposto un emendamento soppressivo del comma 1-ter.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Presidente, capiamo lo spirito che ha motivato la presentazione di questo emendamento da parte dell'onorevole Paolo Russo, che insieme a noi sta sostenendo tesi che condividiamo, ma in questo caso non siamo d'accordo con il contenuto della presente proposta emendativa.
Infatti, non vorremmo che questo emendamento così come formulato perpetuasse quel gioco allo scaricabarile nel quale le amministrazioni locali della Campania, la regione in testa, si sono particolarmente distinte in questi anni.
È troppo comodo non risolvere i problemi, non operare scelte e poi scaricare tutto su qualcun altro: sul Governo di Roma o sul commissario in questo caso. Allora, se non sono capaci di risolvere i problemi, chiediamo di non coinvolgerli più o che siano coinvolti e che emerga tutta la loro incapacità di affrontare e di risolvere i problemi. Bisogna che questa classe politica cominci a responsabilizzarsi!
Come ricordato precedentemente da altri colleghi, operare scelte può anche comportare impopolarità; decidere di realizzare i termovalorizzatori può di certo scontrarsi contro vecchie logiche, contro la logica della camorra, che gestisce la partita dei rifiuti in Campania. Evidentemente, se non si ha il coraggio di farlo, è perché ci sono connivenze. Del resto, in Campania, esiste una questione morale che abbiamo cercato di portare in questo Parlamento, ma che assolutamente non si vuole affrontare; tale questione morale coinvolge a pieno titolo gli amministratori.
Ricordo, ad esempio, che qualche tempo fa pagine e pagine di giornali descrivevano uno scontro nella regione Campania tutto interno alla sinistra tra il sindaco di Salerno e il governatore della regione, Bassolino.
Erano scontri che denunciavano una logica inaccettabile di spartizione del potere e di gestione degli affari che era collegata ai rifiuti, così come ad altre gestioni di affari che attenevano al governo della cosa pubblica. Basta con lo scaricabarile...
ROSA SUPPA. Presidente, non è possibile!
ROBERTO COTA. ...noi non ci presteremo ancora una volta a queste pratiche!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 275).
Prendo atto che il deputato Giovanardi non è riuscito a votare. Prendo atto altresì che il deputato Pini ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cosenza 2.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cosenza. Ne ha facoltà.
GIULIA COSENZA. Colleghi, nell'emendamento in esame chiedo l'adozione di un meccanismo unificante per la raccolta differenziata perché in Campania succede anche questo, e cioè che il meccanismo non sia partito per la raccolta differenziata, ma in quei pochi comuni dove esso viene attuato si utilizzano criteri diversi, vanificando anche quella piccola azione positiva.Pag. 59
Pertanto, è una azione di buon senso quella che vi chiedo di fare per compiere un primo passo e avviare un meccanismo fondamentale che porti poi alla realizzazione del ciclo completo di smaltimento di rifiuti, ovverosia la raccolta differenziata.
Mi auguro che possiate accogliere la mia proposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Mi sento di sottoscrivere l'emendamento in esame che è assolutamente di buon senso e penso che possa essere considerato tale anche dalla stessa Commissione e dal Governo.
Chiedo quindi uno sforzo in più, come fatto in precedenza, per sottolineare che l'unico scopo che l'emendamento in esame ha è quello di apportare un certo buon senso alla norma, riscrivendone il testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Devo dire che questo, come gli altri emendamenti della collega Cosenza, è di straordinario equilibrio e ragionevolezza. Esso pone un problema importante che riguarda il sistema di raccolte differenziate in Campania.
Si tratta di una regione che raggiunge poco meno del 9 per cento di raccolta differenziata, che è anche tale nelle realtà geografiche: vi sono due aree di picchi. Una è quella della provincia di Salerno, che è un pezzo importante, e l'altra è quella nolana. Sono due aree della Campania che realizzano una raccolta differenziata che supera largamente il 30-35 per cento.
Ebbene, la collega Cosenza pone un problema serio: il fallimento dell'istituto commissariale non è dovuto solo al mancato adempimento del compito principale, quello di evitare l'emergenza, e comunque di chiuderla; bensì quel fallimento è generato anche da un'altra valutazione evidente.
Si disse: nominiamo un commissario (tredici anni or sono!) perché la criminalità organizzata la fa da padrona. Purtroppo ciò ancora accade e quindi il fallimento viene registrato ancora una volta. È un motivo importante quello sollecitato dalla collega Cosenza. Il commissario non ha nemmeno messo in campo non dico le procedure unificanti, ma perlomeno quelle di buon senso che potessero consentire a valle della raccolta differenziata meccanismi unificanti: in Campania vi sono più o meno 150 modalità operative di raccolta differenziata diverse.
Escludo che la regione, impegnata in altro, si possa mai preoccupare di varare una norma che consenta una cornice di binario sulla raccolta differenziata.
Credo potrebbe essere questa l'occasione per suggerire un percorso omologante ed omogeneo, che consenta a coloro che operano la raccolta differenziata di sommare le condizioni ed i valori attraverso un'azione sinergica per ottenere un risultato superiore. Viceversa, alimentiamo la raccolta differenziata - chissà quando comincerà nei grandi centri urbani - ma, siccome la si fa attraverso filiere scomposte, tutto ciò che si raccoglie talvolta genera nel cittadino la sensazione che si raccoglie in modo differenziato per poi rimischiare tutto. L'obiettivo non deve essere quello di raccogliere in modo differenziato, deve semmai essere quello di riutilizzare ciò che si raccoglie e siccome le filiere sono disarticolate ed i modelli organizzativi ed operativi sono i più diversi, talvolta anche incompatibili, è evidente che il risultato, anche quando c'è entusiasmo e una pubblica amministrazione che pone la raccolta differenziata nell'agenda della politica, tra le priorità - sono poche a dire la verità - il risultato talvolta è inferiore all'attesa proprio perché le modalità operative, al contrario di quanto accade in altre regioni, dove vi sono dei protocolli e dei binari da seguire, sono lasciate alla fantasia, al caso, alla vivacità o alla passione. Ovviamente, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Consentite di introdurre in norma uno strumento, una sollecitazione forte a rendere Pag. 60unitari i percorsi per migliorare la performance della raccolta differenziata. Per questa ragione, voteremo a favore dell'emendamento presentato dalla collega Cosenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, in tutta questa discussione stupisce il silenzio quasi tombale dei colleghi del centrosinistra, quasi che il tema dei rifiuti in Campania non li tocchi. Mi permetto, però, di rivolgere un invito al relatore e al rappresentante del Governo. Stante l'indubbia utilità di questo emendamento, li inviterei a modificare il parere espresso da contrario in favorevole o quantomeno che il Governo si impegni ad accogliere - se i proponenti sono d'accordo nel ritirare l'emendamento - un ordine del giorno che recepisca tale principio.
SALVATORE MARGIOTTA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALVATORE MARGIOTTA, Relatore. Grazie, Presidente. Le misure sulla raccolta differenziata sono ampiamente illustrate all'articolo 4. In ogni caso, se vi è la volontà di trasfondere i contenuti di questo emendamento in un ordine del giorno, anch'io chiederei al Governo di accoglierlo, data la sensatezza e la ragionevolezza del principio contenuto.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo aderisce alla segnalazione del relatore e dichiara la disponibilità ad accogliere l'eventuale ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Elio Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Presidente, non so cosa riterrà di fare l'onorevole Cosenza, ma la vicenda di questo emendamento mi pare utile per chiarire ai colleghi che hanno avuto la ventura di seguire il dibattito a partire da ieri cosa stia accadendo. Non è che ci troviamo di fronte a qualcosa di insensato, ma ad una questione da noi posta già all'inizio della legislatura, che pare non interessare la Presidenza della Camera, la maggioranza e men che meno il Governo: il ruolo della Camera dei deputati.
Stiamo esaminando un decreto-legge sull'emergenza rifiuti in Campania, questione che ha visto tradizionalmente convergere da anni maggioranza ed opposizione, un decreto che ha subito alcune modifiche nell'altro ramo del Parlamento e scade l'8 dicembre, data che lascia ancora un certo margine operativo. Abbiamo presentato un numero relativamente limitato di emendamenti, che hanno tra l'altro raccolto tra i colleghi della maggioranza, se non altro informalmente, un giudizio, se non favorevole, quantomeno di buon senso.
Solo che qui aleggia lo spettro dell'impossibilità fisica che qualunque provvedimento, che sia stato già esaminato dall'altro ramo del Parlamento, possa tornare al Senato. Così, l'onorevole Russo, gli onorevoli Dussin, l'onorevole Foti, stanno parlando letteralmente al vento, perché, per quanto ci si dica che abbiamo ragione, che sono questioni fondate, il provvedimento non può essere modificato. Abbiamo dato la nostra disponibilità a licenziarlo immediatamente, pur di mandarlo al Senato, invece esiste questa impossibilità, che ormai riguarda il funzionamento e il ruolo della Camera. A dimostrazione ancora della situazione di frustrazione che stiamo vivendo, vi è l'atteggiamento del Governo: non abbiamo avuto la ventura di vedere da ieri nessun membro del Governo che si sia interessato del merito del provvedimento. Abbiamo la generosità un po' distratta del sottosegretario D'Andrea, delegato ai rapporti con il Parlamento, che ora ci dice che, per generosità, accoglierebbe un ordine del giorno che recepisse il contenuto Pag. 61di un emendamento, che, come gli altri, è di buonsenso. Presidente, dico questo per spiegare anche ai colleghi quello che sta accadendo; forse ci vorrebbe qualcuno - non so se vi sia un capogruppo di maggioranza, non so se vi sia un ministro, non so se vi sia un presidente di Commissione, che avesse un po' di orgoglio e di dignità del proprio ruolo - che dicesse che questo è un ramo del Parlamento, che ha tutto il diritto e il dovere di funzionare e di esaminare provvedimenti, che, se c'è un emendamento dell'opposizione o, perché no, della maggioranza, meritevole di approvazione, lo si approva (dopo evidentemente avrà strada libera al Senato, essendo un emendamento dell'opposizione). Questo consentirebbe anche di conseguire un risultato politico, che dovrebbe stare a cuore al Governo e alla maggioranza, trattandosi di una materia così delicata: per la prima volta, il Governo non andrebbe da solo su una strada, quella della gestione straordinaria dei rifiuti in Campania, che a nostro giudizio è molto difficile da percorrere. Ecco perché, Presidente, ho colto l'occasione di questo emendamento per una riflessione di carattere più generale, per sollecitare ancora una volta un minimo di attenzione da parte della maggioranza e del Governo e per ringraziare, se permette, l'onorevole Paolo Russo e gli altri colleghi, che testardamente invece sembrano essere gli unici intenzionati a non rinunciare ad esercitare il proprio ruolo, che è quello di fare il parlamentare con dignità, con orgoglio, con professionalità, difendendo le proprie tesi nel momento in cui questo sembra non interessare più a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Evidentemente le sue sono considerazioni politiche che la Presidenza può solo ascoltare, cosa che ha fatto diligentemente. Gli eventuali interlocutori, giustamente, lei li ha evocati.
Chiedo all'onorevole Cosenza se acceda all'invito a ritirare il suo emendamento 2.40.
GIULIA COSENZA. Sì, signor Presidente, però vorrei condividere quanto detto dall'onorevole Vito. Effettivamente, la sensazione è frustrante. Ritiro l'emendamento e proporrò l'ordine del giorno esclusivamente per lasciare traccia di quanto detto, perché siamo tutti consapevoli che è un atto necessario per un obiettivo comune.
PRESIDENTE. Sta bene. C'è quindi un impegno della proponente a presentare un ordine del giorno dello stesso contenuto, dell'emendamento testè ritirato, che il Governo ha dichiarato essere disponibile ad accettare.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Aurisicchio.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché voglio informare l'Assemblea del fatto che oggi il bollettino delle sciagure relative agli incidenti sul lavoro, delle morti di operai sui luoghi di lavoro, si è arricchito di due nuovi tragici episodi. Ad Avellino, per lo scoppio di una caldaia sono morti due operai in un cantiere...
PRESIDENTE. Onorevole Aurisicchio, queste informazioni dovrebbero essere date a fine seduta, ma poiché ha iniziato l'intervento e l'argomento è serio, la prego di proseguire, concludendo in tempi rapidi.
RAFFAELE AURISICCHIO. Ad Avellino vi sono stati due morti e due feriti; a Salerno, sempre in un cantiere, vi è stato un morto.
Credo che la Presidenza debba farsi interprete, presso il Governo, di questa tragica situazione, che non è consona ad un paese civile, per chiedere di riferire urgentemente in aula circa le circostanze in cui sono maturati gli incidenti e, soprattutto, sui provvedimenti che il Governo intenderà adottare per bloccare questa tragica sequenza di morti e di lutti.
Nel frattempo, vorrei esprimere la mia partecipazione e il mio vivo cordoglio al lutto delle famiglie, nonché rivolgere un augurio di pronto ristabilimento agli operai che sono rimasti feriti (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. La ringrazio. L'ho lasciata completare perché l'argomento era molto serio. Credo di interpretare il pensiero di tutta l'Assemblea nell'associarmi al cordoglio delle famiglie delle vittime e agli auguri di pronta guarigione ai feriti.
Sicuramente, la Camera dei deputati partecipa al dramma di queste situazioni, che si moltiplicano giorno dopo giorno. Ancora oggi pomeriggio, questa materia è stata oggetto di una interrogazione a risposta immediata durante il question time, cui ha risposto il Vicepresidente del Consiglio.
La Presidenza, comunque, parteciperà immediatamente al Governo la richiesta di riferire in aula.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento e segnalarne l'importanza, perché esso si distingue sotto due aspetti. Innanzitutto, esso sottolinea la necessità di utilizzare, nel miglior modo possibile e con immediatezza, le opportunità tecniche ed operative, che sono tante e che vanno al di là di quello che è di immediata conoscenza.
In secondo luogo, tale emendamento è importante in riferimento al fatto che la regione Campania si avvale esclusivamente delle strutture operative nazionali del servizio della protezione civile. Si tratta di un riferimento a strutture di carattere nazionale che spersonalizza non poco la responsabilità e il potere decisionale a livello regionale, che ha dimostrato tante carenze in questi anni.
Si tratta pertanto di un emendamento che mi auguro i colleghi della maggioranza vorranno approvare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, a questo punto chiedo veramente un attimo di riflessione al relatore e al Governo, perché, con l'articolo 3, stiamo affrontando una parte molto significativa di questo decreto-legge, rispetto al quale nessuno può dire che si sta facendo una qualsiasi forma di ostruzionismo. Noi stiamo intervenendo nel merito, laddove in Commissione - dobbiamo dirlo sinceramente - il Comitato dei nove ha svolto un esame molto veloce.
Quindi, invito il relatore e il Governo ad esprimersi in ordine alla chiusura totale su qualsiasi possibile modificazione di questo decreto-legge. In primo luogo, non si tratta di un decreto-legge con una scadenza immediata, ma vi è la possibilità, da parte del Senato, di valutare le modifiche che possono essere apportate in questa sede.
In secondo luogo, diversamente saremmo davvero di fronte alla commedia degli inganni, perché stiamo cercando di porre delle argomentazioni per migliorare un provvedimento nella chiusura più totale della maggioranza, che però preannuncia la presentazione di un ordine del giorno nel quale tutte le nostre riserve troverebbero comunque un qualche accoglimento.
Ovviamente se il Governo si impegna oggi a modificare un domani questo provvedimento, quale miglior momento di questo vi può essere - non è un gioco di parole - per modificare in questa sede e in questa fase, con tutte le possibilità di arrivare alla conversione del decreto-legge, la normativa al nostro esame?
A me pare una questione politica di rilevante importanza. È una questione che fatalmente, in una fase successiva, determinerà un atteggiamento diverso da parte nostra. Se, di fronte ad un'opposizione costruttiva, si oppone un muro - null'altro che un muro! - non resta altra scelta che passare ad altre forme di opposizione.
Penso di essere stato sufficientemente chiaro sul punto, e penso di aver detto chiaramente tra le righe (anzi, nemmeno tanto tra le righe!) che un atteggiamento responsabile ha senso nel momento in cui la controparte dimostra un atteggiamento responsabile.Pag. 63
Infatti, laddove vi sia soltanto chiusura, da parte nostra dovrà seguire un atteggiamento diverso in ordine al provvedimento in esame. A questo punto, non ci sentiremo più vincolati ad intervenire soltanto nel merito dei singoli emendamenti, ma interverremo in modo più diffuso, emendamento per emendamento, così come ci consente di fare il regolamento della Camera.
Pertanto, gradirei una risposta politica ad una motivazione che è politica, ma che riguarda anche il corretto svolgimento dei lavori di questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
Mi scuso con l'onorevole Volontè per non avergli consentito di intervenire in precedenza, non essendo pervenuta tempestivamente la sua richiesta di parola. Prego, onorevole Volontè.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non vi è alcun problema.
Vorrei riprendere il discorso svolto dal presidente Elio Vito. Abbiamo parlato di questo tema fin dall'inizio della legislatura, nel mese di luglio. Nel corso dell'esame di altri provvedimenti «ordinari» del Governo ci era stato detto che molti emendamenti, pur essendo ritenuti molto positivi, sarebbero stati approvati al Senato per ragioni esclusivamente politiche.
In sede di Conferenza dei presidenti di gruppo - per questa ragione mi rivolgo a lei e la prego di far presente la questione al Presidente della Camera - era stato chiesto esplicitamente al Governo di non tenere più tale atteggiamento e di mostrare un maggiore rispetto nei confronti di questo ramo del Parlamento. Ciò affinché non accadesse più che, nonostante si riconoscesse molto positivo un contributo proveniente dalla maggioranza o dalla stessa opposizione, nonostante si ritenesse positivo un determinato emendamento da approvare in questa sede, si decidesse comunque di approvarlo nell'altro ramo del Parlamento, perché più comodo.
Lo dico in buona fede e con grande rispetto: il Governo ha svolto la stessa riflessione con riferimento all'emendamento della collega di Alleanza Nazionale, il cui contenuto verrà trasfuso in un ordine del giorno.
Il mio intervento non vuole essere, in alcun modo, paternalistico. Però, vorrei si chiarisse una volta per tutte tale questione. Colgo l'occasione per rammentarlo a lei e per rivolgere un invito al sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea che, pur non essendo competente in questa materia specifica, può dare una risposta in virtù del ruolo che ricopre. Mi chiedo se questo sia l'atteggiamento che il Governo intende tenere ordinariamente nei rapporti con la Camera dei deputati.
Considero positivo il fatto che sia presente il sottosegretario D'Andrea e intervengo senza alcuna polemica. Vorrei capire (immagino che questa sia stata la ragione che ha mosso l'intelligente intervento dell'onorevole Vito), senza sollevare polemiche, se l'atteggiamento del Governo vuole essere la prosecuzione di quello tenuto a luglio, e che ritroviamo oggi solo perché, nella seduta odierna, stiamo esaminando il primo provvedimento dopo il disegno di legge finanziaria. In tal caso, il procedimento non si sarebbe mai interrotto, se non per l'esame del disegno di legge finanziaria. Se questo è l'atteggiamento che intende adottare il Governo, ne prenderemo atto e protesteremo, non in questa sede, ma in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo. Però, sapremo che l'Assemblea della Camera, anche qualora si trovasse di fronte ad un parere favorevole dell'esecutivo su uno o più emendamenti, sarà tenuta (seguendo una procedura ordinaria) ad aspettare la loro approvazione da parte dei colleghi del Senato, perché è più consono agire in tal senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, anzitutto, vorrei associarmi a Pag. 64quanto detto dal relatore nonché alla richiesta espressa con riferimento al problema degli infortuni sul lavoro. È un argomento al quale io ed il movimento cui ho l'onore di appartenere siamo molto sensibili. Auspico quindi che, il più presto possibile, il Governo riferisca su tali fatti, che negli ultimi tempi si sono davvero incrementati.
Vorrei poi porre alla Presidenza una questione. Come tutti sanno, la nostra struttura delle fonti normative è abbastanza rigida e gerarchica. Assistiamo alla presentazione di emendamenti che sono in contrasto con una norma giuridica. Vorrei che il Governo - che pur di togliersi di dosso questa patata bollente appare disponibile ad accogliere qualsiasi tipo di proposta - si esprimesse su come intende attuare gli impegni contenuti negli ordini del giorno quando essi siano in contrasto con una norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. L'articolo 3 di questo provvedimento è molto importante, occupandosi dell'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili, e l'emendamento 3.2, alla nostra attenzione, sostituendo la prima parte di tale articolo, permette che si rielabori, sulla base di nuovi ambiti territoriali, il piano regionale del ciclo integrato dei rifiuti urbani e speciali, utilizzando le migliori opportunità tecniche e operative disponibili. Sosteniamo quindi anche noi questo emendamento che è volto a migliorare il provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Vorrei anzitutto rispondere all'onorevole Brigandì, per quanto di competenza della Presidenza. Gli ordini del giorno verranno valutati dalla Presidenza, quando saranno presentati, ed è del tutto evidente che, ove fossero tecnicamente in contrasto con il testo della legge, non sarebbero ritenuti ammissibili.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Perché a titolo personale, signor Presidente?
PRESIDENTE. Per il suo gruppo ha già parlato l'onorevole Laurini.
PAOLO RUSSO. Interverrò a titolo personale, allora, e parlerò più compiutamente sull'emendamento successivo.
PRESIDENTE. Non le mancano le occasioni, onorevole Russo...
PAOLO RUSSO. Voglio solo far presente che questo emendamento e quello successivo sono alternativi, essendo volti a definire la competenza del soggetto che rielabora il piano regionale del ciclo dei rifiuti. Questo è l'elemento centrale della norma che farà cadere questo provvedimento sul piano dell'efficacia. In Commissione, Bertolaso ha detto che ovviamente non potrà fare un nuovo piano di concerto con regione, ministro e quant'altro. L'emendamento 3.2 indica con chiarezza che il soggetto competente è la regione, mentre il successivo attribuisce la competenza al commissario straordinario. È evidente che la norma, così come è scritta, è errata e non produrrà risultati, in quanto affida tale competenza ad un improbabile concerto: se vi fosse stato, il piano sarebbe già stato rielaborato dall'ex commissario Catenacci.
Per questa ragione vi chiediamo di votare a favore o del primo emendamento o del secondo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 262).
Prendo atto che il deputato Ciro Alfano non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Avete votato contro la proposta di affidare la responsabilità alla regione Campania. Evidentemente, avete qualche ragione. Voi conoscete meglio le cose governate a sinistra e quindi avete ragione ad aver votato contro l'affidamento alla regione Campania di queste responsabilità. Scientemente - e probabilmente avevate ragione - avete ritenuto che la regione Campania fosse incapace di fare questo. Avete detto che la regione Campania non poteva rielaborare il piano. Non so per quale ragione - poi forse lo direte in altra sede - voi ritenete incapace quella regione: lo avete detto voi con questo voto.
Se avete detto questo, buonsenso vorrebbe che diceste anche chi allora deve rielaborare il piano. Chi può essere a rielaborare il piano, se voi avete detto che non deve essere la regione Campania, visto che voi avete indicato la regione Campania come la regione delle incapacità? Probabilmente, il commissario straordinario. L'emendamento da me proposto indica esattamente questo: il piano deve essere rielaborato dal commissario straordinario. Qual è la differenza rispetto alla norma da voi proposta? La norma da voi proposta prevede il concerto, nel senso della condivisione di un percorso. Il direttore Bertolaso ci ha detto che questa condivisione è evidente che non c'è, perché, se ci fosse stata, il commissario Catenacci avrebbe già risolto questo problema e fatto il nuovo piano.
È evidente quindi che state commettendo un errore. Avete ora scelto bene di non affidare il piano alla regione, ma poi commettete l'errore di imporre al povero Bertolaso il concerto con la regione Campania. È un concerto improbabile, incerto, impossibile! Però non vi siete fermati a questo. Ne avete fatta un'altra, perché la vostra fantasia non si ferma quando c'è da fare pasticci! Avete preteso il concerto anche del ministro dell'ambiente. Vi pare mai possibile che la predisposizione di un piano, che non è stato fatto negli ultimi dieci anni - e non è stato fatto quando Bassolino era contemporaneamente presidente della regione e commissario -, sia ora da voi affidata a Bertolaso, ma con l'obbligo di un concerto triplice? Questa è una follia!
Se perseguite questa strada, ciò significa che voi volete che non si faccia il piano. I cittadini campani devono sapere che questo provvedimento non serve a fare il nuovo piano. Serve a lasciare le cose come stanno. Poi, ognuno farà le proprie valutazioni: chi ci guadagna e chi ci perde. Non mi riferisco a chi ci guadagna euro. Lontano da me questo pensiero. Fate voi queste valutazioni (e mi rivolgo agli attenti parlamentari del centrosinistra). Guardate, così com'è la norma, non può farsi un nuovo piano. Non solo perché ce lo dice Bertolaso, ma per una questione di buon senso. Pensate mai che si possa generare una condizione di concerto tra quanti - qui peraltro c'è un'ampia presenza di campani - hanno sinora avuto idee diametralmente opposte?
È evidente quindi che questa norma da voi proposta serve a imbrigliare, a frenare, a bloccare, di fatto a rendere neutra l'azione del commissario Bertolaso. Se non viene predisposto il nuovo piano, non si possono fare i nuovi affidamenti né nuove gare, non si possono definire i nuovi ambiti né i nuovi siti. A che serve questo provvedimento se non si affida ad una sola responsabilità la gestione ed il governo del nuovo piano regionale dei rifiuti?Pag. 66
È certamente utile che Bertolaso senta la regione con le sue inefficienze e poi i comuni, ma poi deve poter decidere. Per tali ragioni, vi chiedo di riflettere su questo emendamento. Riflettete perché...
PRESIDENTE. Onorevole Paolo Russo...
PAOLO RUSSO. Perdonatemi.
Riflettete perché l'emendamento in oggetto è tra quelli centrali, dal momento che la norma del testo è tra quelle che porterà allo sfascio la regione Campania.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paolo Russo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, credo che questa accorata riflessione, oltre alle altre svolte in questi giorni dal collega Paolo Russo, metta al centro di questo confronto, al di là delle battute dell'onorevole Bocchino, l'urgenza di definire - come la norma recita in maniera forte e chiara - il nuovo piano dei rifiuti. Tutti sono consapevoli del fatto che quanto attuato fino ad ora, anche nel modo in cui è stato messo in campo (tanto che si conferma la risoluzione e l'annullamento della procedura di gara precedentemente indetta) è stato sbagliato, come questa norma afferma in maniera chiara e netta. La procedura, l'aggiudicazione e il piano non funzionano.
Ieri ho ricordato, intervenendo nel merito di alcune riflessioni svolte dalla collega Francescato, la genesi del piano rifiuti della regione Campania, conseguenza della furia ideologica presente in un certo periodo in Italia. Ahimè, tale furia si ripropone in questo frangente, con il Ministero dell'ambiente gestito in maniera appunto ideologica e non in maniera da diventare il ministero «del fare». Come ricordavo ieri e voglio puntualizzare adesso, quando fu proposto il piano rifiuti della regione Campania, erano previsti impianti diversi, articolati sul territorio in bacini di dimensioni completamente diverse da quelle attuali. Ebbene, l'allora ministro dell'ambiente Ronchi (verde come quello di oggi e non solo di rabbia) impose l'attuale sistema di due megainceneritori.
Oggi, noi poniamo al centro della riflessione le seguenti domande. Chi è il soggetto deputato a ridisegnare l'intervento nella regione Campania? Come diceva qualcuno questa mattina, abbiamo assoldato Schumacher. Ma allora perché non gli affidiamo una macchina adeguata e lo facciamo correre? Perché vengono messi tutti questi lacci e laccioli? Perché ci deve essere questa condivisione e questa supervisione del Ministero dell'ambiente? Tuttavia, l'aspetto più sconcertante è che bisogna fare tutto in base non - come sarebbe giusto - alle migliori tecnologie disponibili, ma a quelle «immediatamente disponibili». Cosa significa questo? Che qualcuno ha già verificato quali sono le soluzioni tecniche immediatamente disponibili? Domani chi si assumerà la responsabilità di definire tale immediatezza? Chi deciderà se siano migliori e più immediatamente disponibili le celle a combustione chiusa oppure altri tipi di intervento?
Nel prosieguo del dibattito dovremo anche iniziare a parlare di alcuni aspetti, come la tipologia, la dimensione e la pericolosità degli impianti. Chi definirà valide ed immediatamente disponibili le varie tecnologie? Colui che sta dietro alla porta se ne assumerà la responsabilità? Chi sarà a decidere che tutto questo è immediatamente disponibile? Il commissario delegato, il ministro che deve sovrintendere o la commissione a latere che deve contestare? Stiamo mettendo in moto procedure che generano diversi livelli di intervento che non faranno altro che bloccare qualsiasi soluzione.
È lo stesso meccanismo che si ripete a distanza di dieci anni; oggi, come allora, vi è qualcun altro, non il commissario delegato, che si deve assumere la responsabilità di fare ciò che va fatto in quattordici mesi; si va a proporre, mentre sono altri i soggetti che poi debbono andare a verificare.
Noi riteniamo che da parte del Governo, della maggioranza, vi dovrebbe essere Pag. 67maggiore attenzione nei confronti di questa tematica; in ogni caso, il povero sottosegretario - come già hanno avuto modo di sottolineare i colleghi Elio Vito e Volonté - è stato abbandonato in quest'aula e si limita a presenziare alla seduta, in nome e per conto del Governo. Egli sta facendo la guardia al bidone, ma ricordatevi che in questo modo state condannando la Campania ad una perpetua emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, partirei da un esempio per spiegare questo emendamento, che condividiamo, e l'eresia compiuta attraverso la stesura dell'articolo 3.
Quando una persona si sente male ha bisogno di chiamare il 118: si tratta, infatti, di un'emergenza alla quale si deve rispondere immediatamente.
In Campania vi è un'emergenza, per questo si individua un commissario delegato straordinario, il quale (leggo testualmente) agisce d'intesa con il suo staff - tre subcommissari e cinque membri del comitato fanno un totale di nove (sembra di parlare del Comitato dei nove) -, con la Consulta della regione presieduta da Bassolino, con la regione Campania (il consiglio regionale campano, per intenderci), con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le province ed i comuni interessati all'emergenza, avvalendosi delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile, nonché del concorso degli enti pubblici e delle amministrazioni dello Stato, che sono oltre cinquanta. Ma dove andate? Questo è un labirinto: vi ho citato dieci tappe una dopo l'altra. È ridicolo! Su questo articolo 3, Totò ci avrebbe fatto un film. E poi si parla di urgenza, di emergenza: per completare tutto questo iter procedimentale, per sentire tutti questi enti occorreranno uno, due o tre mesi.
Quando gli onorevoli Elio Vito - che non vedo - e Volonté hanno sostenuto che non siamo più legittimati, lo hanno fatto riprendendo una mia battuta: noi siamo la balia del Senato! Queste porcherie non piacciono a nessuno e ci ridicolizzano di fronte alla nazione; in questo modo non si risolve nessun problema in Campania. Per affidare il servizio urgente di smaltimento rifiuti, basato su moderne tecnologie, bisogna sentire 250 mila persone!
Signor Presidente, visto che sto per concludere il mio intervento mi permetta solo un'ultima considerazione. Invito i colleghi, che sono intervenuti alzandosi e solidarizzando riguardo alle morti sul lavoro, ad alzarsi tutti i giorni, poiché tutti i giorni - noi specialisti in medicina del lavoro lo sappiamo - vi sono cinque morti, tutti gli anni circa 1.800, comprese 36.000 grandi lesioni che portano ad invalidità permanente. Quindi, per l'amor di Dio, non sentiamo solo quello che ci dicono i mass media o le agenzie, ma alziamoci per tutte le vittime bianche sul lavoro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere negativo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 470
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 251).
Prendo atto che il deputato Suppa non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.3.Pag. 68
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Con quest'ultimo voto, avete condannato una regione, sei milioni di abitanti, a continuare a vivere in una condizione di emergenza rifiuti. Lo avete fatto per disciplina di partito; lo avete fatto per rigore imposto dalle logiche di appartenenza; lo avete fatto assolutamente non convinti sul merito della questione. È, infatti, impensabile che possiate credere che possa funzionare una norma costruita attraverso la superfetazione di consulte, consultori, consulenze, commissioni, legacci e strumenti che imbrigliano il commissario (e di quant'altro sia immaginabile per rendere difficile la vita a quest'ultimo). Quindi, ben sapete che la norma non è fattibile.
Sicuramente, se avessi chiesto al Governo la disponibilità ad accettare un ordine del giorno recante il contenuto trasfuso di questo emendamento - emendamento che prevede il contrario di quanto previsto dalla norma -, la fantasia straordinaria del Governo, nell'imbarazzo ordinario della Commissione circa questo provvedimento, ci avrebbe consentito di trovare una soluzione. Avete determinato una situazione nella quale Bertolaso, per varare un piano, per mettere in campo nuovi ambiti territoriali, nuove localizzazioni, nuovi sistemi, dovrà chiedere il permesso al consiglio regionale, alla giunta regionale, al presidente della regione ed al ministro dell'ambiente. Persino per raccogliere la sollecitazione venuta dall'onorevole Cosenza, il povero Bertolaso sarà costretto a questa via crucis dei rifiuti. Si tratta di una via crucis attraverso i luoghi dove si incontrano i responsabili di questa situazione critica; evidentemente, proprio per tale motivo, diventa assolutamente impraticabile una soluzione condivisa o, meglio, se pure vi fosse una soluzione condivisa, difficilmente sarebbe praticata, sapendo che vi è la necessità dell'intesa. Paradossalmente, se non aveste inserito nella disposizione l'espressione «d'intesa», sarebbe stato più facile accedere ad un percorso di condivisione; infatti, si sarebbe preso atto dell'esistenza di un decisore.
Così come l'avete costruita, la norma è invece un «papocchio» che serve solo a non rendere efficiente il sistema e a non varare un nuovo piano.
Ribadisco che ignoro chi si avvantaggerà del fatto che non si metta mano ad un nuovo piano in Campania; non so se si tratterà di imprenditori privati o di strutture pubbliche; non so saranno organizzazioni della criminalità organizzata od altri soggetti. So per certo, però, che nulla cambierà se non si procederà ad approvare un nuovo piano; risulta evidente - non solo dalla norma, ma anche da quanto riferito in Commissione dal direttore Bertolaso - che, così come è costruito, questo comma dell'articolo mette, per così dire, le manette al commissario.
Avete insomma costretto e limitato l'azione del commissario. Da una parte, dunque, avete indicato una strada forte, il commissario; dall'altra, avete individuato due strumenti per frenare l'azione dello stesso commissario. Uno, è lo strumento delle intese, le più improbabili possibili.
Ma non è bastato (e lo constateremo in seguito)! Utilizzate infatti un altro legaccio, utilizzate ancora un'altra palude, sottraendo risorse al commissario, in modo tale da costruirgli intorno una condizione di «tenaglia», che lo renda fermo ed immobile: da una parte, gli si impone la necessità di un'intesa, che significa, di fatto, sottostare alle volontà politiche, clientelari e gestionali della regione Campania e del Ministero dell'ambiente e, dall'altra parte, gli si sottraggono risorse, di fatto «imbalsamandolo».
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 255).
Prendo atto che i deputati Balducci e Zanella non sono riuscite ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, questo è un emendamento importante, importantissimo, anzi fondamentale. La Commissione bilancio ha espresso su di esso parere favorevole, quindi credo opportuno che si consideri in modo positivo questo emendamento. Se la Commissione bilancio ha espresso parere positivo, al comma 1, primo periodo, quando noi proponiamo l'aggiunta: «prevedendo comunque, lo svolgimento di una gara pubblica, con procedure ordinarie, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria», credo abbia fatto il suo dovere e ritengo importante, importantissimo, prevedere una gara per l'affidamento della gestione dei rifiuti della regione, evitando l'affidamento diretto previsto dall'articolo 3. Questa previsione contenuta nella prima parte dell'articolo 3, sicuramente è molto negativa. La mancanza della trasparenza potrebbe compromettere, infatti, la procedura dell'affidamento del servizio, creare nuovi contenziosi e permettere l'infiltrazione della criminalità organizzata nella trattativa. Questo è ovvio.
Dunque, la V Commissione ha espresso parere favorevole e spero e mi auguro che questo indirizzo sia recepito dall'Assemblea e l'aver scritto regolarmente una norma per quanto riguarda il nostro comportamento a livello nazionale. Non si possono, infatti, creare condizioni che sappiamo essere favorevoli all'emergere di forme delinquenziali, camorristiche e quant'altro. Credo che scrivere cose di buonsenso come queste, come nel mio emendamento 3.4, prevedendo lo svolgimento di gara pubblica con procedure ordinarie sia la cosa più normale che potremmo e dovremmo fare.
Dunque, faccio affidamento allo spirito del parlamentare per riuscire a considerare la norma tal qual è, per riuscire a trasferirla nella realtà locali e per non creare situazioni che possono determinare, e sicuramente determineranno, danni all'erario ed anche all'immagine del nostro paese e, nel caso specifico, della regione Campania. Ma ciò che è più grave è che si determinerebbe un danno all'immagine del nostro paese e, soprattutto, si altererebbe una norma in modo significativo, creando un percorso ed un precedente che sono molto, molto pericolosi. Il mio emendamento 3.4, ripeto, è fondamentale. Da parte mia, sarei disposto a ritirare tutti gli altri emendamenti che ho presentato, proprio perché ho anche il conforto della Commissione bilancio, che, lo ripeto, ha espresso un parere favorevole su detto emendamento. Chiedo pertanto che anche i componenti della stessa Commissione bilancio possano esprimersi in aula in coerenza con quanto detto - in modo corretto e giusto - in Commissione e che non sia solamente un modo di fare, quello per cui in Commissione si dà un indirizzo secondo correttezza e, poi, in aula si esprime un voto diverso, tanto ciò che dobbiamo perseguire è un risultato anomalo per i comportamenti che dovremmo avere nel paese!
Ritengo che di fronte a tutto il paese, a tutte le altre regioni ed all'Unione europea, si debba dare forza a questo testo, così scritto, per avere una norma che sia solo ed esclusivamente coerente con se stessa, con quanto già stabilito e con i giusti comportamenti che dovremmo tenere, a livello nazionale ed a livello comunitario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, in quanto a sorprese, il provvedimento Pag. 70in esame mi sembra un vero e proprio pozzo di San Patrizio! Se esaminassimo bene l'articolo 3, infatti, noteremmo qualcosa di raccapricciante.
Ciò perché, a seguito della lettura di tale articolo, balza evidentemente agli occhi una certa «fumosità» nelle indicazioni del soggetto che dovrà sostituirsi ai vecchi titolari dell'appalto, o comunque della concessione. In tal modo, si stabilisce qualcosa che, alla mia attenzione di vecchio amministratore pubblico, non suona in maniera corretta ed edificante.
Ciò perché il primo comma dell'articolo 3 recita che «In relazione al sopravvenuto aggravamento del contesto emergenziale nel territorio della regione Campania, per l'attuazione degli obiettivi di cui al presente decreto, relativi smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie immediatamente disponibili (...)».
È chiaro che una gara d'appalto debba rivolgersi alle migliori tecnologie disponibili ed utilizzarle. Quindi, non si indica lo strumento dell'affidamento, ma si prevede che il commissario delegato, con l'esclusiva assistenza dell'Avvocatura generale dello Stato, definisca le condizioni per l'affidamento del servizio ad una ditta.
Mi sembra che tutto ciò dia al commissario ed alle sue strutture la possibilità di eludere la normativa nazionale e comunitaria in materia di gare d'appalto. Pertanto, bene diceva l'onorevole Dussin: noi deputati della minoranza, infatti, saremmo anche disposti a chiudere qui la discussione, purché si faccia chiarezza in ordine a tale aspetto.
Non vorrei che si debba rendere complice di un meccanismo perverso di affidamento dei lavori proprio l'Assemblea che esercita il potere legislativo maggiore. Quindi, cari amici e cari colleghi, non voglio criminalizzare nessuno, tuttavia inviterei, per la nostra dignità, a stare attenti per non offrire la possibilità (remota o meno che sia) di eludere la normativa fondamentale sulle gare d'appalto, che richiede il ricorso alle procedure ordinarie, così come prescritto e definito dalla disciplina vigente.
Si tratta, dunque, di una proposta emendativa che ritengo di fondamentale importanza: pertanto, prego sia tutti i gruppi parlamentari, sia i singoli deputati di essere veramente molto attenti, e li invito ad approvare l'emendamento Dussin 3.4.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, vorrei rilevare che, come è stato già ricordato, l'emendamento presentato dal collega Dussin ha ricevuto il parere favorevole anche della Commissione bilancio.
Mi piacerebbe che fossimo in presenza del ministro competente, ma, ahimè, il provvedimento in esame non gli interessa: egli, infatti, vive altrove, non è campano e non ha mai espresso un giudizio sull'emergenza ambientale e su quella nel settore dei rifiuti. Pertanto, non può esprimersi neanche in ordine alla questione posta dal collega Dussin.
Infatti, pretendere che si svolga una procedura di gara ad evidenza pubblica ed europea è la richiesta più naturale ed ovvia.
Tuttavia, se stiamo nei tempi, che poi dettano i commi successivi all'articolo 3, e nelle procedure per risolvere l'emergenza e guardiamo alla durata di questo commissario delegato, allora i tredici mesi che restano appaiono davvero pochi in base all'esperienza passata: bisogna fare un nuovo piano e occorre mettersi d'accordo su quale sia la tecnologia immediatamente disponibile.
Già vedo contrasti, non tanto sulla tecnologia, quanto sull'avverbio «immediatamente». Il problema non sarà, infatti, sulla migliore tecnologia, ma su chi ha a portata di mano quella che è subito disponibile. Infatti, in Campania, tra regione e organismi vari, tutti avranno qualcosa di immediato da proporre, in quanto si tratta di appalti milionari, vale a dire centinaia di milioni di euro.
Allora, la procedura evocata cozza con i tempi che questo articolo dà alla soluzione Pag. 71del problema. Mi rendo conto che il povero sottosegretario, presente ora in aula, è deputato ad un compito certamente di grande dignità, quale fare la guardia al bidone. Quando si sta in un contesto come questo, vale a dire quando si parla di rifiuti, è una cosa veramente nobile e pertanto esaltiamo la grande abnegazione del sottosegretario. Tuttavia, sarebbe stata molto più utile la presenza di qualcuno che poteva assumere impegni seri e spiegarci come si conciliano i tempi delle procedure previste con la necessaria trasparenza e l'emergenza. Sarebbe stato molto più semplice dire - visto che già una norma lo prevede -, che si andava alla risoluzione del rapporto con l'attuale concessionario, trasferendo a chi subentrerà la valutazione degli impianti e le decisioni sui tempi; ma di questo ne parleremo nei prossimi emendamenti. Tuttavia, per fare quanto è stato detto, che termini vi siete dati? Tutti i termini coincidono con il 31 dicembre 2007, quando il commissariamento dovrebbe finire. Allora, - direbbe Totò - questo è un grande «pacco» che state consegnando alla regione Campania (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Intervengo rapidamente per evidenziare come, al solito, la Lega Nord pone questioni concrete e serie. Questa è probabilmente la più importante: non è ammissibile pensare di risolvere il problema con un affido diretto, superando le procedure normali di gara. Infatti, la Commissione bilancio ha giustamente dato parere favorevole su questo emendamento, e non poteva essere diversamente. Come si può pensare di fare un affido del genere, bypassando la normativa italiana e comunitaria? Pertanto - e mi rivolgo alle forze di maggioranza sempre attente anche alle questioni di trasparenza e di etica - è inammissibile che una cosa del genere venga risolta non facendo una gara pubblica. Siamo convinti che chiunque sia dotato di un buonsenso e - non solo a parole - tenga alla trasparenza etica e alla correttezza, voterà a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 465
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 246).
I prossimi tre emendamenti costituiscono una serie a scalare, come definita dall'articolo 85, comma 8, del regolamento. In base a tale norma, secondo la relativa consolidatissima prassi applicativa, voteremo il primo e l'ultimo emendamento della serie. Il primo della serie è l'emendamento Dussin 3.5.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Dussin 3.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, il mio emendamento 3.5 e i successivi emendamenti Paolo Russo 3.6 e 3.7 sono emendamenti a scalare, ma è sufficiente approvare il primo di essi per risolvere il problema dei successivi. Se è vero, com'è vero, che possiamo indire gare scegliendo chi vogliamo - sarà pure a causa dell'emergenza - sicuramente in tal modo ci mettiamo nella condizione di operare in un mercato alterato. La nostra domanda è: per quanto tempo? È stata compiuta la scelta di individuare, come soggetto incaricato dello smaltimento, l'impresa che si preferiva, oltretutto in una situazione di Pag. 72emergenza in cui sono intervenute anche interferenze malavitose. Mi riferisco a questi ultimi 13 anni, o anche di più. Noi chiediamo di anticipare al 31 maggio 2007 la fine di questa situazione e di concedere un anno in più per svolgere la gara. Chiediamo che questa situazione di comodo, basata su una particolare scelta da parte del commissario, che si intende protrarre per un anno, sia sospesa anticipatamente, cioè qualche mese dopo aver dato avvio in modo effettivo, con questo decreto-legge, all'azione del commissario, azione che, peraltro, è già iniziata da qualche tempo, da oltre un mese. Un termine significativo come quello del 31 maggio 2007 o, al più, del 30 giugno 2007, come suggerisce l'emendamento successivo, credo sia sufficiente per chiunque voglia e debba operare, come in questo caso, in situazione di emergenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, come affermavo in precedenza, questi emendamenti sembrano marginali perché chiedono di modificare la data entro la quale provvedere al passaggio di tutte le strutture che oggi fanno parte del sistema di smaltimento rifiuti dall'attuale concessionario al nuovo, ossia a quello che dovrebbe aggiudicarsi una gara ancora da ipotizzare. Infatti, è necessario un nuovo piano dei rifiuti, poi l'espletamento della gara e soltanto dopo si conoscerà il nuovo aggiudicatario. L'articolo 3, comma 1-bis del decreto-legge in esame, introdotto al Senato, prevede le modalità di valutazione degli impianti, del passaggio del personale e quant'altro, ma pone anche un obbligo abbastanza strano. L'articolo 3, comma 1, infatti, dispone l'annullamento della procedura di gara indetta precentemente. Tuttavia, pur essendo stato risolto il contratto, l'attuale concessionario è obbligato a mantenere il servizio, nonostante le inadempienze che si sono accumulate nel tempo. Infatti, l'articolo 3, comma 1-bis, inserito al Senato, prevede sia l'obbligo di prosecuzione del servizio per l'attuale concessionario, sia la definizione della procedura per il passaggio dal sistema attuale al concessionario che dovrà subentrare. Indicare una data diversa da quella del 31 dicembre 2007, anticipandola di sette mesi, come si chiede con l'emendamento Dussin 3.5, significa avere il senso del realismo rispetto agli obiettivi che il provvedimento legislativo si pone. Se vogliamo uscire dall'emergenza entro il 31 dicembre 2007, infatti, è evidente che dobbiamo assegnare precedentemente il servizio di smaltimento al nuovo concessionario ed è evidente che dobbiamo passare a quest'ultimo tutte le strutture, i mezzi, i macchinari e il personale un certo tempo prima del termine ultimo entro il quale il provvedimento legislativo ipotizza la scadenza del regime commissariale. Sembra chiaro che questo non è vero e tutte le assicurazioni che state dando - in realtà, il ministro non c'è - nel senso di voler superare l'emergenza entro il 31 dicembre 2007 sono contraddette dal provvedimento, che indica procedure e obiettivi completamente diversi.
Allora, approvare questo emendamento significa, da parte vostra, dimostrare che non state bleffando e che quel pacco che volete consegnare alla regione Campania non è un pacco di Affari tuoi che contiene qualche milione di euro, ma è un pacco che tuttalpiù contiene un rifiuto tossico ad alta pericolosità. Stiamo parlando della diossina che tutti i giorni cade sulle teste e nei polmoni dei campani. Con questa scelta state prolungando tale agonia!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Finora la discussione poteva apparire di tipo semantico o ideologico. C'è chi preferisce il ricorso alla straordinarietà, c'è chi preferisce il ricorso all'ordinario.
All'inizio, mi stupiva che la sinistra, che fin dall'epoca dei padri fondatori ha sempre Pag. 73predicato il ricorso all'ordinarietà, questa volta avesse preferito invece il ricorso alla straordinarietà. Poi, leggendo bene il provvedimento e osservando il comportamento della maggioranza, mi sono accorto che in realtà, con questo testo, la sinistra fa solo un'operazione: pone un paravento dietro il quale nasconde le sue responsabilità, facendo accollare al commissario le apparenze della regolazione di tutto il mondo della raccolta dei rifiuti in Campania. In realtà, attraverso i partiti e le istituzioni, detta quelle regole che in prima persona avrebbe avuto paura di far proprie e di indicare ai cittadini e agli elettori.
Così, in questo caso, al commissario vengono impartiti indirizzi attraverso i quali può superare le fasi ordinarie degli appalti, può realizzare appalti mascherati con un'indicazione pura e semplice, dando vita ad un'operazione miliardaria di altissimo significato e di gravissime implicazioni.
Con questo emendamento entriamo nella contraddittorietà del provvedimento governativo in maniera ancora più chiara e precisa. Infatti, si attribuisce a questo commissariamento una scadenza al 31 dicembre 2007 e, al tempo stesso, si prevede che il commissario dovrà appaltare il servizio della raccolta e dello smaltimento ad una ditta, secondo le modalità che gli vengono impartite e con l'alibi dell'Avvocatura dello Stato. Nel frattempo, però, mentre questo nuovo gruppo di soggetti entra nella piena potestà dell'appalto, continuano a prosperare le vecchie ditte, fino al 31 dicembre 2007.
Pertanto, appare sempre più chiaro un Bertolaso che fa da paravento ad un passaggio di consegne tra vecchie e nuove ditte; infatti, è impensabile che il commissario debba lavorare fino al 2007 con i vecchi appalti e che, nel momento in cui dovessero subentrare i nuovi appalti, andasse via.
Allora, delle due l'una: o tutto ciò rappresenta una pantomima, oppure si intende licenziare Bertolaso dopo che si è occupato della parte più rozza e disadorna di questa operazione.
Amici della sinistra, qui non ci sono più alibi: o voi siete per l'ordinarietà degli appalti e per la legge o, altrimenti, diventerete responsabili dell'ulteriore precipitazione nel degrado dell'immagine e della realtà della regione Campania. Lo diremo ai cittadini della Campania; vi abbiamo offerto l'aiuto, l'usbergo di una nostra collaborazione: l'avete rifiutata e ora capiamo il perché! Vi sono cose gravissime e disadorne dietro questo provvedimento e l'assenza del ministro ci inquieta ancora di più.
Dunque, cercate di fare vostri i nostri emendamenti...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 255).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
Colleghi vi pregherei di segnalare in anticipo l'intenzione di intervenire.
PAOLO RUSSO. Presidente, mi perdoni per questa distrazione, ma può comunque considerare un mio eventuale intervento su tutti gli emendamenti. Quindi, il problema è risolto in questo modo...
PRESIDENTE. Non dia questa notizia all'Assemblea, così, senza preparare le condizioni...!
Pag. 74PAOLO RUSSO. Presidente, la Commissione è già preparata a questo, quindi immagino che avrà trasferito il messaggio!
PRESIDENTE. Va bene, chiedo scusa per l'interruzione. La prego di proseguire, onorevole Russo.
PAOLO RUSSO. Ci riproviamo con un emendamento che può rappresentare un mutamento di marcia, indicando in che modo sia possibile uscire dall'emergenza, senza indicare numeretti e date che consentano una valutazione obiettivamente negativa. Mi spiace che il collega Nespoli non abbia voluto intendere che si tratta di una conseguenza naturale della norma precedente. In particolare, se il piano non può essere aggiornato, redatto, ridisegnato, è ovvio che qualunque affidamento successivo diventa obiettivamente improbabile.
Ecco perché la data del 31 dicembre diventa una data corretta nella vostra sbagliata filosofia, perché quella data è giustificata dal fatto che in realtà nulla deve cambiare, perché dopo il 31 dicembre arriverà - immagino - un decreto «milleproroghe» o la legge finanziaria o un altro provvedimento, che allungheranno ulteriormente i tempi, lasciando di fatto le sensibilità ambientaliste, tanto spiccate a sinistra, con le pive nel sacco, ma soprattutto (ma è poca cosa - come dire? - che appartiene alla politica) lasciando ancora 6 milioni di abitanti in balìa di una gestione emergenziale critica, incapace, una gestione offensiva per la dignità umana.
Pertanto, provare a cogliere l'importanza dell'emendamento, sta proprio in questo: nella necessità di indicare una inversione di tendenza, per chiarire in modo inequivoco che quella indicata non è la data più lontana per evitare di affrontare presto il problema, che quella del 31 dicembre non è una data scelta a caso, quanto più lontano possibile, per evitare di far capire che nulla cambierà sul piano dell'emergenza rifiuti, e che, viceversa, vi è la disponibilità ad anticipare quelle necessarie procedure che possono consentire davvero di uscire non solo dall'emergenza, ma dal commissariamento.
Sino ad ora le due cose, emergenza e commissariamento, sono state inscindibilmente legate, tanto che troppo spesso l'emergenza produceva il commissariamento e quest'ultimo, perdurando, alimentava l'emergenza. Il non modificare quella data rappresenta un segnale inequivoco, chiaro, che serve ad alimentare l'emergenza e i commissariamenti, per generare una condizione permanente di criticità, in modo da continuare a governare il sistema dei rifiuti con un taglio più di tipo clientelare e gestionale che non di servizio.
Ecco perché è necessario modificare quella data, perché solo così possiamo cominciare a credere veramente che vi sia una disponibilità concreta a ragionare di tempi, di merito, per avere un percorso datato e circoscritto, non ulteriormente dilazionabile. Serve una condizione di certezza per dare una speranza a questa regione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Visto che questo emendamento si ricollega con il mio precedente emendamento 3.4, respinto poco fa, intervengo per porre una domanda. È ovvio che sarò provocatorio, ma voglio mettere sul tappeto alcune argomentazioni che provengono da certe forze politiche. Il gruppo dell'Italia dei Valori e Antonio Di Pietro cosa ne pensano di questo modo di agire del tutto straordinario? Mi riferisco a quanto si ricollega con i miei emendamenti 3.4 e, ovviamente, 3.7. I deputati che rappresentano l'Italia dei Valori in questa aula cosa ne pensano? E cosa ne pensa il ministro delle infrastrutture sul merito della questione?
A me sembra che si voglia giocare con la trasparenza delle gare di appalto. Mi pare che questo partito non sia rappresentato nella maggioranza del governo regionale e possa quindi esprimersi in modo corretto, visto che in questo caso si tratta di una eccezionalità: fare gare d'appalto a Pag. 75soggetto. Penso che una manifestazione in tal senso non potrebbe che far bene e dimostrerebbe una certa coerenza, altrimenti si è soggiogati dal sistema parlamentare. Quando si è fuori da queste aule si fa la parte dei paladini dell'onestà, della trasparenza e dei grandi valori e quando si entra in Aula ci si adatta invece al teatro o al cinema che si recita qua dentro, accettando supinamente queste iniziative che sono sicuramente deformanti e devianti della vita pubblica amministrativa di un decente paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Ascoltando gli interventi che mi hanno preceduto, mi sono chiesto: di fronte alle motivazioni addotte, quale può essere la ragione in senso contrario per non votare questo emendamento, per non cercare di anticipare, anche da questo punto di vista, i tempi dell'uscita dall'emergenza? In quest'aula abbiamo sentito rivolgere l'accusa che non si vogliono cambiare le cose in questo settore così delicato per la nostra regione; tuttavia, di fronte a tutte le proposte che sono state fatte, alle quantità di emendamenti volti a migliorare e accelerare le procedure, a renderle più trasparenti ed efficienti, ci troviamo a doverci confrontare sistematicamente con un atteggiamento negativo. Perché tutto ciò? Bisogna che l'Assemblea se lo chieda! Occorre uscire da questa logica del non mutare nulla perché si deve evitare di ritornare all'altra Camera!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 477
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 257).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, al comma 1-bis vorremmo sostituire le parole: «nel puntuale rispetto dell'azione di coordinamento svolta dal commissario delegato», con le seguenti: «secondo le determinazioni del commissario delegato», per rendere più incisivo il lavoro del commissario stesso. Andiamo verso quell'indirizzo che abbiamo manifestato sia ieri che oggi: se vi è un'emergenza, che essa sia risolta - perlomeno si spera venga risolta - dall'azione commissariale (in questo caso, dal capo della Protezione civile).
Vista anche l'autorevolezza dell'intervento dell'ingegner Bertolaso, cerchiamo di sostenere, dandole forza, l'iniziativa commissariale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
ANDREA GIBELLI. Presidente!
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 476Pag. 76
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 260).
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, le volevo segnalare un fatto che si sta ripetendo da qualche minuto. Se lei nota o ha notato, apparendo sul display il risultato delle votazioni, pare che l'attuale maggioranza che sostiene il Governo sia presente in maniera sensibile; invece, basta un colpo d'occhio per vedere che costantemente un numero rilevante di parlamentari del centrosinistra vota doppio!
GIOVANNI CARBONELLA. Guarda di là!
LUIGI COGODI. Anche il centrodestra!
ANDREA GIBELLI. Proviamo a fare la verifica delle schede, poi vediamo! Ci contiamo!
La inviterei a disporre una seria verifica della schede, perché altrimenti, per quanto ci riguarda, non continueremo a sostenere una iniziativa che comunque delegittima il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Invito i deputati segretari a procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Una voce: Seria!
PRESIDENTE. Una verifica seria! Non è il caso di precisarlo, perché la verifica è sicuramente seria, essendo seri i segretari. Ovviamente, la verifica interesserà entrambi gli schieramenti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, il collega Paolo Russo in precedenza ha sottolineato un dato che già era emerso nel dibattito. La scadenza del 31 dicembre 2007 è un dato obiettivamente falso e ci ritroveremo certamente prorogato nel tempo - altro che 13 anni! - il commissario delegato.
L'emendamento proposto costituisce un elemento di ragionevolezza, poiché nella norma inserita al Senato non è indicato niente, se non l'obbligo, da parte dell'attuale concessionario, di continuare il servizio, senza indicare le modalità di svolgimento o il livello di retribuzione del servizio attualmente svolto.
Non vorremmo ritrovarci di fronte a un dato che abbiamo già verificato in passato: la gestione della filiera dello smaltimento dei rifiuti in Campania è stata contestata, il contratto è stato risolto ed è in atto un contenzioso. Non si riesce a capire in che modo viene pagato questo tipo di servizio.
In passato, abbiamo dovuto assistere a sprechi che non hanno nessuna ragion d'essere. Con questo emendamento, si vuole inserire una norma che vada nel senso e nel segno del risparmio, una norma di buon senso. Si vuole indicare una via. Rispetto a questa impostazione, si fa «spalluccia», non si dice niente e, fra qualche mese o fra qualche anno, ci troveremo di fronte alla ripetizione dello stesso scenario, in cui i conti della gestione non tornano e non si riesce a capire in che modo i servizi vengano pagati o, meglio, lo si capirà quando arriveremo all'articolo che prevede la copertura dei costi dei servizi, che sono posti tutti quanti sulle spalle dei cittadini campani.
Le istituzioni non fanno funzionare i servizi che gestiscono e a pagare sono i cittadini, che non ricevono i servizi stessi, anzi, sono penalizzati, e pagano soprattutto sulla loro pelle, da questo tipo di gestione.Pag. 77
Approvare questo emendamento significa dare un segnale di attenzione rispetto al disastro che avete procurato in Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, con questo emendamento l'onorevole Paolo Russo ha sottoposto all'attenzione dell'Assemblea una situazione molto imbarazzante per l'ultima gestione commissariale e per quella precedente. Infatti, tale emendamento propone di ridurre, contenere e controllare l'importo dei compensi e delle spese da riconoscere alle attuali società affidatarie del servizio.
Cosa è accaduto negli ultimi dieci mesi, in particolare? Nonostante sia stato revocato l'incarico alla società affidataria, nonostante siano state evidenziate numerose e gravi irregolarità nella gestione, nonostante ci sia ancora la necessità di far luce su pericolose ombre che si sono evidenziate nella gestione dei rifiuti da parte di questa società, si è dato spazio a un procedimento di corresponsione delle spese e di pagamento che potremmo definire a piè di lista. Tant'è vero che questa società, negli ultimi dieci mesi, ha incassato una cifra pari a circa 85 milioni di euro.
Credo che un simile dato sia ingiustificato, considerato che parliamo di una società che non avrebbe dovuto svolgere questo lavoro e che già aveva dato dimostrazione di irregolarità nell'esecuzione del mandato affidatole. Invece, le si è consentito di lavorare in assoluta libertà, con un'assoluta mancanza di controllo dell'amministrazione e delle spese necessarie all'effettuazione del servizio, che, peraltro, non risulta svolto, vista la situazione con la quale ci confrontiamo.
Quindi, alla luce delle disposizioni contenute nella prima parte dell'articolo 3 (che si è ritenuto di non modificare, respingendo gli emendamenti ad esso riferiti), credo sia indispensabile che, nel confermare la gestione in affidamento alle attuali società per un periodo che, peraltro, non si è voluto ridurre (e che, quindi, arriverà perlomeno fino al 31 dicembre 2007), almeno si imponga una regola di maggiore serietà nel controllo della spesa. Ciò, visto anche il problema dell'incerta copertura finanziaria che accompagna questo decreto-legge e che verrà discusso in relazione al successivo articolo 5.
Credo sia poco serio e, tra l'altro, molto pericoloso consentire di agire in maniera indiscriminata a chi ha già dimostrato di non saper operare con correttezza nel momento in cui amministra finanze pubbliche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, mi rivolgo ai colleghi della maggioranza: non essendo stato approvato l'emendamento che poteva consentire la realizzazione del nuovo piano di smaltimento, ora siete costretti ad approvare il mio emendamento 3.9, e vi spiego il motivo.
Conosco le vostre sensibilità e ricordo anche le grandi battaglie di molti dei vostri partiti su questo tema. Abbiamo ritenuto che quella riguardante il soggetto affidatario fosse una delle questioni nodali dell'emergenza in Campania. In più occasioni ed a più riprese, abbiamo sempre detto, in modo unanime, che il contratto con il soggetto affidatario avrebbe dovuto essere rescisso in qualche modo, che a tal proposito si sarebbe dovuto trovare una soluzione, perché si tratta di un nodo di incapacità gestionale e tecnica, un vulnus.
Lo abbiamo ribadito a più riprese, sino a quando, nel 2006, è stato assunto un provvedimento che consentiva la rescissione di tale contratto viziato da condizioni sostanzialmente monopoliste e post sovietiche. Abbiamo ottenuto che quel contratto fosse rescisso, ritenendo tale vicenda la madre di tutte le battaglie.
Tuttavia, emerse una necessità determinata dalla condizione di esercizio degli impianti e, pertanto, alla medesima azienda fu affidato l'esercizio dell'attività Pag. 78impiantistica, per quanto concerneva sia l'ulteriore realizzazione del termovalorizzatore di Acerra, sia l'attività di esercizio dei presunti impianti di CDR. Ciò ha generato per quella società un fatturato dell'ordine di poco meno di 100 milioni di euro, da gennaio a ottobre scorso.
In buona sostanza, con le più nobili intenzioni, ciò che era uscito dalla porta è rientrato dalla finestra. E ciò che era uscito dalla porta aveva anche una responsabilità di sistema; mentre la medesima società è rientrata dalla finestra, non avendo più una responsabilità di sistema, ma di fatto operando a fattura, essendo pagata a piè di lista, lavorando su commissione. È la migliore opportunità per un'azienda, che si trova a lavorare su un cantiere che ha già realizzato e che conosce la migliore condizione di utile.
Questa condizione, ovviamente, permarrà sin quando non ci sarà un nuovo affidamento. Ma il nuovo affidamento lo avete legato alla nuova gara che, a sua volta, è legata al nuovo piano di smaltimento! E quest'ultimo non si potrà realizzare, perché avete inserito nel testo il riferimento all'intesa.
Il risultato finale è che, con questo provvedimento, stiamo alimentando, in regime di privativa, un meccanismo perverso, non solo consentendo, ma anche alimentando che quanto è uscito dalla porta rientri prepotentemente dalla finestra.
Questo emendamento, che spero sia letto come proposta di buon senso, recita: «alle attuali imprese affidatarie è riconosciuto esclusivamente il rimborso delle spese documentate per l'espletamento del servizio e, comunque, con un onere di spesa che comporti almeno la riduzione del 10 per cento del costo fino ad ora sostenuto». Si tratta di un tentativo di limitare la spesa, di migliorare l'efficienza, ma anche di incidere sulle necessità del nuovo piano.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, da una nostra stima e da un calcolo effettuato a vista, ci risulta che, sui banchi della maggioranza, siano presenti più o meno 175-180 deputati. Essendo stata formulata la richiesta di controllo delle schede di votazione, le chiedo che tale controllo avvenga nel corso della votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Chiedo ai deputati segretari di procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati Segretari ottemperano all'invito del Presidente - Segue la votazione).
ELIO VITO. Secondo settore (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)!
GUIDO DUSSIN. Guardi lì! Guardi lì (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)!
FULVIA BANDOLI. È qui la collega!
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di consentire alla Presidenza ed in particolare ai deputati segretari di svolgere il proprio lavoro (Commenti).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
(Presenti 368
Votanti 367
Astenuti 1
Maggioranza 184
Hanno votato sì 150
Hanno votato no 217).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Sono certo che una serena azione di resipiscenza potrà consentire a quest'aula di evitare ulteriori errori. L'approvazione di questo emendamento, volto a sopprimere il comma 1-ter, consentirebbe di evitare la pantomima dell'intesa tra il povero commissario, il consiglio regionale, la giunta regionale, il presidente della regione e il ministro dell'ambiente e di rendere, quindi, agevole il lavoro del commissario. Guardate, delle due l'una: o vi sono buon senso, equilibrio e convinta adesione ad un percorso che consenta alla regione di uscire dall'emergenza o, viceversa, se non vi è tutto questo, immagino vi sia dell'altro, che sarà utile comprendere. Vi invitiamo ad evitare l'intesa, il concerto, le pastoie burocratiche e le sollecitazioni straordinarie, che arriveranno da Palazzo Santa Lucia. Vi invitiamo a considerare come sia disastroso questo ipotetico piano di intesa. Considerate come sia possibile mettere in campo oggi ciò che non si è potuto fare negli ultimi tredici anni; ed oggi poi dovrebbe esserlo con l'aggravante dell'intesa, dell'accordo, della concordia!
Il direttore Bertolaso ci ha detto con molta franchezza che questa concordia non c'era e non c'è. Se vi fosse stata, probabilmente avremmo affrontato questo tema già con il commissario Catenacci. Evidentemente si vuole pervicacemente costringere ad una necessitata intesa, per non raggiungere l'intesa. In questo modo si produrrà il risultato che non si potrà mettere mano al nuovo piano, così sarà improbabile qualunque procedura di gara, qualunque necessità di affidamenti.
Insomma si lasceranno le cose come stanno, con quell'operazione per cui che ciò che è uscito dalla porta rientra prepotentemente dalla finestra! Escludo che sia questo l'obiettivo, perché sarebbe non solo grave, ma dannoso per l'intera regione Campania. In questa regione è necessario un piano ordinato; dopo tredici anni di incapacità gestionale, di inefficienze politiche, di prevalenze clientelari, si ha il diritto di avere un commissario che possa scegliere, che possa indicare una strada certa, che possa avere il timone del comando di questo percorso!
Credo sia legittimo per una regione avere una possibilità, una chance: diamo a questa regione un'opportunità! Non consegnamola ancora alle inefficienze di ciò che c'è, alle incapacità di quanti hanno operato, alla mala gestione di quanti hanno lavorato in questo settore! Per questa ragione vi chiediamo un atto di disponibilità. Approvare questo emendamento significherebbe davvero dare una svolta dal punto di vista delle prospettive di quella regione. Non smetterò mai di sperare in un atto di resipiscenza da parte di ognuno di voi. Non tanto per una condizione di natura politica, ma per dare una speranza a quel territorio. Non approvare questo emendamento significa costringere ancora quei territori in una condizione di emergenza e di marginalità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. L'intento di questo emendamento, oltre a quanto diceva il collega Paolo Russo, è quello di ripristinare la formulazione originaria del testo, perché il comma di cui si tratta è stato introdotto al Senato. Chi ha avuto modo di leggere i giornali in questi mesi, dall'avvento del commissario delegato a Napoli - certo, sui giornali vengono riferite in questi giorni le notizie più strane: ci sono morti per legionella, aumenta l'incidenza dei tumori in certe zone, le albicocche a Natale non si troveranno perché sono state tutte quante distrutte in precedenza dalla diossina, o cose del genere. Sono falsi scoop giornalistici, non è vero che tutto ciò è conseguenza della situazione in corso; avrà visto che Bertolaso dichiara, un giorno sì e l'altro pure, che se ne vuole andare, perché non ha la collaborazione degli enti locali. È stato lasciato solo! E voi volete che egli risolva l'emergenza, con tutta questa cornice di situazioni che gli avete precostituito? Da una parte, nominate l'imperatore, il dittatore romano. Si Pag. 80doveva andare in guerra, per affrontare l'emergenza e il Senato si riuniva per indicare il condottiero, che avrebbe dovuto affrontare il nemico. Ebbene, in Campania abbiamo la guerra contro l'emergenza dell'immondizia.
Avete scelto e confermato questa strada, ma in precedenza vi sono stati condottieri che hanno fallito. Avete preso il meglio, o così avete detto al popolo campano. Qualcuno è giunto perfino ad affermare che con Bertolaso combatteremo, debelleremo e cacceremo fuori dal ciclo dei rifiuti la camorra, quasi a dire che chi è venuto prima era connivente. Questo vorrei dire al tribuno dell'Italia dei Valori che ieri ha parlato. Lo hanno detto anche i signori del centrosinistra. Con il mantenimento del comma 1-ter, non fate altro che commissariare e depotenziare chi dovrebbe risolvere l'emergenza.
Vi preghiamo di fare in modo che questa regione possa tornare all'ordinario in modo che qualcuno a Natale possa regalarci albicocche mangiabili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, su questo emendamento vorrei rappresentare una posizione diversa, riconducibile anche ad una differente scelta di procedura tanto che il successivo emendamento Adolfo 3.11 - dove si indica un percorso diverso - è stato firmato anche dall'onorevole Mereu e da me stessa. Fin dall'inizio abbiamo detto di ritenere opportuno indirizzare da subito le attività in questo settore così delicato verso un ritorno alla gestione ordinaria. La gestione ordinaria implica la partecipazione diretta degli enti pubblici locali e della regione; quindi, in questa fase, abbiamo pensato che fosse opportuno non lasciare solo il commissario. Sicuramente è necessario dotarlo dei poteri straordinari necessari ad affrontare questa situazione di disastrosa emergenza, ma al contempo cercare di realizzare quella concertazione con gli enti locali (comuni e province) che possa costituire il presupposto su cui costruire la pianificazione necessaria alla gestione ordinaria del settore dei rifiuti anche nella nostra regione.
Infatti, con l'emendamento Adolfo 3.11 (su cui chiaramente non interverrò in seguito), al contrario di quanto si prefigge l'onorevole Paolo Russo con l'emendamento soppressivo in oggetto, addirittura chiediamo che vengano sentite anche le province, nel momento in cui il commissario procede all'attività di redazione del piano sul quale si dovrà strutturare l'attività di gestione ordinaria del settore dei rifiuti. In base a tale impostazione non posso che annunciare il voto contrario sull'emendamento Paolo Russo 3.10, in quanto coerentemente sosterremo quello successivo, che va in direzione opposta (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
ELIO VITO. Signor Presidente, di nuovo...
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 255).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Adolfo 3.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 455
Maggioranza 228
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 236).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, nel desiderio di apportare elementi positivi per migliorare il testo del decreto sentiamo la necessità e nutriamo la convinzione, suggerita anche dall'esperienza maturata al nord a livello locale, che al comma 1-ter vadano aggiunte alla fine le parole «e i piani provinciali».
Mi riferisco ai piani d'ambito, emanazioni del piano regionale, che contribuiscono a completare la programmazione e che, fin da subito, contribuiscono anche, attraverso una concreta soluzione, all'elaborazione dell'intero piano.
Quindi, ci sembra positivo cercare di definire tutti i piani, compreso il piano d'ambito, individuando le aree omogenee e gestendo univocamente i territori della Campania, come avviene per altre realtà.
Poiché il commissario ha pieni poteri, può usufruire dell'intera protezione civile - o, perlomeno, della gran parte - e dell'Avvocatura dello Stato; credo sia importante beneficiare di questa opportunità ed approntare, una volta per tutte, la programmazione. Per ottenere quest'ultimo risultato si sono fatte scelte fondamentali relative all'individuazione dei siti per gli impianti, al tipo di raccolta e di informazione; insomma, mi riferisco all'intero pacchetto utile alla corretta gestione di questo settore.
Fermarsi solamente al piano regionale credo sia sbagliato perché nell'arco di questo lungo periodo superiore ad un anno, il commissario assieme ai subcommissari può benissimo approvare una programmazione a livello territoriale provinciale.
La conclusione della programmazione rappresenterebbe anche un vantaggio per le incapaci amministrazioni campane; esse avrebbero l'opportunità di potersi concertare, poiché rappresentate all'interno della consulta stessa, alleviando così la pressione fiscale nei confronti delle regioni del nord, costrette attraverso questo provvedimento a contribuire, viste le richieste che ci vengono rivolte.
Da un lato, con i nostri emendamenti, intendiamo favorire le amministrazioni campane e, dall'altro, vogliamo autotutelarci, cercando di evitare ulteriori richieste di finanziamento da parte dello Stato. Credo, quindi, che lo strumento del piano provinciale costituisca un'opportunità, una comodità anche per le stesse amministrazioni.
Il decreto-legge comunque è «blindato», non si vogliono apportare delle modifiche, quindi esprimo anche il nostro rammarico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, ritengo che la maggiore iniquità di questo provvedimento risieda nell'articolo 3.
Un articolo tale che consiglierei a Bertolaso di volare meno con l'elicottero e guardarsi di più le carte e, più che consultare l'Avvocatura dello Stato, sentire un suo avvocato di fiducia che gli consigli di seguire gli ordinamenti ed i codici ordinari, come fa un buon sindaco, come fa un buon amministratore locale; eviterebbe dei guai grossi.
L'altro aspetto che l'emendamento ha posto in risalto riguarda i piani. Ma, amici della maggioranza e amici del Governo, ve lo immaginate questo commissario che, per definire i siti delle discariche, l'organizzazione della «differenziata», i termovalorizzatori, più che fare ricorso ad una sua struttura tecnologica adeguatamente preparata alla bisogna, deve varare un piano, sentiti i comuni - e va bene: li sente, e basta! - ma anche «di intesa» Pag. 82con la regione e con il Governo? Tutti coloro i quali saranno colpiti dalla scure commissariale si rivolgeranno alle province e, soprattutto, alla regione ed al Governo e verificheranno il piano. Sono certo che quest'ultimo non vedrà la luce neanche per il 31 dicembre 2007, quando Bertolaso dovrà rassegnare l'allontanamento dai lavori.
Quindi, rivolgo un ulteriore consiglio alla maggioranza; perlomeno il piano, lo stabilisca un solo ente: o il commissario o la regione, e basta! Se lo vara la regione, è meglio ancora in quanto si assume le responsabilità ordinarie e perché i partiti politici ed i sindacati, che protesteranno sicuramente contro le scelte del commissario, non potranno protestare anche contro le scelte di una regione la quale, comunque, incarna un potere politico.
Noi in questa sede diciamo con grande serenità che si deve esercitare un ruolo di componimento anche con l'opposizione; siamo pronti a dare un contributo perché si tratta della Campania. Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità; anche se un sito penalizzerà un'amministrazione di centrodestra, saremo con le istituzioni e saremo d'accordo con il piano che avrà portato avanti la regione. Raccogliete questo nostro invito e questa nostra profferta e sicuramente riusciremo a realizzare qualcosa di positivo per la regione Campania (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anziché chiedere a Bertolaso di volare meno con l'elicottero, gli chiederei di non accettare proprio l'incarico di commissario straordinario alle condizioni stabilite da questo articolo 3. Sarebbe una battaglia persa in partenza e lui, il 31 dicembre del 2007, dovrebbe certificare di non essere riuscito a risolvere l'emergenza rifiuti in Campania.
Anzi, i miliardi di euro che il Governo centrale ed il Parlamento dovranno stanziare si saranno raddoppiati, se non triplicati. E non pagheranno solo le popolazioni del Nord: pagheranno tutti gli italiani, i pensionati, le famiglie monoreddito.
Vedete, amici colleghi, questo silenzio, il mutismo, la disciplina di partito che regna nell'Unione ci fanno sospettare che loro già sanno che si tratta di un piano fallimentare. L'onorevole Mazzoni ha cercato, a mo' di Cappuccetto rosso, di portare nel dibattito, con l'emendamento precedente, dei buoni consigli; ma sono stati respinti: non li hanno voluti neanche sentire, perché devono andare avanti con il paraocchi, come i cavalli!
È questo il vero problema; ma quando il prossimo anno dovremo intervenire nuovamente per fronteggiare l'emergenza rifiuti, stanziando però un ammontare di risorse triplo, ebbene, allora, a mio avviso, per così dire, non vi sarà processo di Norimberga che tenga per quanto riguarda le responsabilità di questa Unione sorda e cieca su un problema così importante quale quello dei rifiuti in Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, questa volta sarò telegrafico. Come sempre, cerchiamo di capire cosa è scritto, con qualche difficoltà. Ed allora, la norma recita (mi piace rendervi edotti anche sul lessico): «Fino all'individuazione dell'affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato, con le necessarie garanzie ambientali e sanitarie» - quindi, lo deve fare con le garanzie - «individua in termini di somma urgenza...
PRESIDENTE. Onorevole Paolo Russo, lei sta leggendo l'emendamento successivo. Le ricordo che stiamo esaminando l'emendamento Dussin 3.12.
PAOLO RUSSO. No, signor Presidente, mi perdoni, sto leggendo il testo dell'articolo 3.
Pag. 83PRESIDENTE. Chiedo scusa, siamo tutti stanchi...
PAOLO RUSSO. No, non deve chiedere scusa, non pretendo questo...
PRESIDENTE. Prego, onorevole Paolo Russo. Prosegua pure.
PAOLO RUSSO. Dicevo «(...) individua, in termini di somma urgenza, fatta salva la normativa antimafia, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio, garantendo in ogni caso l'affidabilità di tali soggetti in ordine alla regolare ed efficace gestione del servizio, le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l'eventuale smaltimento (...)». Onorevoli colleghi, è una norma scritta male e che profila, peraltro, un'azione epocale. Sono 5 milioni le balle - non quelle dette, quelle sul territorio campano -, ma ne tratteremo nel corso della discussione dell'emendamento successivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 252).
Prendo atto che il deputato Adolfo non è riuscito ad esprimere il proprio voto. Prendo altresì atto che il deputato Pini non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà (Commenti).
PAOLO RUSSO. Chiedo scusa, ma questa confusione da dove nasce? Per quale ragione?
PRESIDENTE. Prego l'onorevole Miglioli di aiutarmi a mantenere un po' la calma in quel lato dell'aula! Prego, onorevole Paolo Russo, prosegua pure il suo intervento.
PAOLO RUSSO. Grazie, signor Presidente. Si tratta di attività epocale: 5 milioni di balle sono stoccate più o meno in 500 siti in Campania. È un calcolo approssimativo quello di 5 milioni! Se le si vogliono, come prevede la norma e come suggeriscono anche le indicazioni provenienti dalla sede europea, inertizzare, esse vanno movimentate. A nessuno di voi sfugge come nella movimentazione di tali merci vi è la capacità invasiva e pervasiva delle organizzazioni criminali, più che in ogni altra attività, ma immagino che in questo caso detta attività sarà svolta dai militari. Se domani si iniziasse tale attività di movimentazione merci - ripeto, si tratta di 5 milioni di balle - occorrerebbero più o meno 300-350 mila automezzi; ripeto, 300-350 mila automezzi!
Dico questo non per farvi comprendere l'epocale disastro governato dalla regione Campania, ma per farvi capire come questa norma non solo è improduttiva ed inefficace, ma genererà il più grande appalto della storia: un'azienda che deve inertizzare 5 milioni di balle, quante ne deve inertizzare al giorno? Quante ne deve lavorare al giorno? Quanti lavoratori devono operare in questa azienda? Con quali tecnologie? Con quali strumenti? Ove deve essere localizzata? Qual è l'azione che si sta pensando?
Devo dire che, ormai, siamo al delirio pseudoambientalista! Vorrei capire quali sono le cave individuate, perché tali cave possono essere utilizzate soltanto successivamente Pag. 84alla realizzazione di un'operazione del genere! Quanto costa, per ogni tonnellata, un'operazione di questo tipo e, soprattutto, chi la paga? Chi paga un'operazione del genere?
Nell'ambito del decreto-legge in esame è forse previsto chi pagherà la movimentazione di 5 milioni di ecoballe, che immagino debbano raggiungere un'impresa, essere lavorate, essere trasportate ed essere collocate, eventualmente, in queste cave dismesse (che ritengo debbano essere anche requisite)? Chi sopporterà i costi di un'operazione del genere?
Se non è previsto chi pagherà e non si comprende quanto costerà un'operazione del genere, allora la norma in esame non solo è inefficace ed improduttiva, ma è anche foriera di speranze che saranno puntualmente disattese da qui a dopodomani!
State creando una nuova emergenza socio-ambientale! Nessuno, infatti, crederà più che, su questo fronte, vi è qualcuno che intenda fare sul serio! Ciò perché state creando un mostro normativo, dal momento che state realizzando un'opportunità unica dal punto di vista dell'impossibilità di esecuzione!
Come farà il povero Bertolaso a movimentare 5 milioni di tonnellate? Le caricherà forse su 350 mila autoarticolati? Con quali strumenti? In quali aree si svolgeranno questi lavori? A quali ditte verranno affidati? Oppure questo è stato già stabilito?
Se è stato già deciso, immagino che ciò sia avvenuto non nelle sedi proprie, ma, probabilmente, ove è stato deciso sinora. Fino ad oggi, infatti, nelle stanze di compensazione tra la criminalità organizzata ed il resto si sono assunte decisioni che, in Campania, hanno inciso in maniera straordinaria in questo settore! Per questa ragione, mi permetto di sottoporre alla vostra valutazione l'emendamento da me presentato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, ritengo che le questioni affrontate dal collega Paolo Russo meritino attenzione da parte dell'intera Assemblea. Ciò perché, al di là dei colleghi parlamentari campani, i deputati delle altre regioni forse non hanno contezza (se non per qualche articolo o qualche foto) del fatto che, in questi anni, hanno potuto conoscere solo una parte marginale del disastro che si è consumato in Campania.
L'azione di commissariamento da parte del Governo, negli anni precedenti, è partita dall'impegno di non utilizzare più discariche; ricordo che, in passato, gran parte delle discariche erano cave dismesse. Oggi, invece, per legge si stabilisce di tornare ad utilizzare proprio tali cave, ma non per gestire l'ordinario; forse, un giorno si farà così, perché l'Espresso mette in prima pagina l'immondizia per segnalare l'inefficienza e l'incapacità del sindaco Jervolino, del presidente Bassolino e degli amministratori della regione Campania!
Non si ricorrerà alle cave dismesse per togliere quelle montagne di sacchetti di spazzatura che si trovano in giro, che stanno là per fare bella mostra di fronte ai turisti (che arrivano sempre di meno a Napoli) e le cui immagini rimbalzano sulle televisioni di tutto il mondo: no! Le cave serviranno per smaltire ciò che doveva essere una potenziale fonte di energia, poiché si tratta del combustibile dei termovalorizzatori!
Le ecoballe di cui parliamo, infatti, non sono altro che il CDR che è stato accumulato in questi anni ed al quale abbiamo attribuito un valore con l'appalto che si afferma non esistere più, perché è stato risolto!
Era un valore che è stato monetizzato ed è stato pagato, dal momento che la filiera ha funzionato. Come? Si sta indagando. Male? È stato già detto. Infatti, i rifiuti risultanti dal processo non erano CDR e quindi non poteva essere bruciato, ma che abbiamo pagato ugualmente.
La collega Mazzoni ricordava che in questi ultimi giorni quella stessa ditta che ha prodotto il CDR non utilizzabile ha Pag. 85ricevuto decine di milioni di lire per un servizio che continua a svolgere per produrre combustibile non utilizzabile.
LUCA VOLONTÈ. È una vergogna!
VINCENZO NESPOLI. Ebbene, tutto questo combustibile, che non è quindi CDR ma immondizia imballata - e vedo il presidente della Commissione annuire da lontano -, si sta allargando sempre più perché ha un'alta consistenza ed è in continuo deperimento organico. Vi sono milioni di ecoballe che sono state depositate sino a ieri, ma che continuano ad aumentare tutti i giorni ed aumenteranno sempre più sino a quando non si costruiranno i termovalorizzatori.
Vogliamo fare una riflessione? Ammesso che domani mattina il supercommissario Bertolaso riuscisse a costruire i due termovalorizzatori previsti, che servirebbero - semmai bastassero - per l'ordinario, mentre è presente tutta questa massa di immondizia accumulata di «ecoballe» nei depositi - per così dire - autorizzati, questo ci farà dimenticare forse le migliaia di discariche abusive in giro per la Campania? Ne parleremo forse quando passeremo all'esame degli altri emendamenti. Che fine faranno, chi se ne interesserà, come si smaltiranno, chi eliminerà queste bombe ecologiche che sono in giro? Si dice, anche in maniera autoritaria, che si adotteranno procedure d'urgenza, meccanismi veloci, utilizzando alla bisogna cave dimesse, siti sequestrati a qualcuno, e mi auguro alla camorra. Ma queste cave dismesse in che modo vengono utilizzate?
Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, ma questo è un discorso appassionato che continuerò a riproporre nei prossimi interventi. In che modo verranno utilizzate queste cave? Una cava dismessa forse non produce più inerti? Si dovrà raccogliere l'immondizia, ma chi paga questo servizio?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Rinunzio, signor Presidente, in quanto sono già state affrontate le questioni che intendevo trattare.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 254).
Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.