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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per contrastare la precarietà nel mondo del lavoro - n. 3-00014)
PRESIDENTE. Il deputato Pagliarini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00014 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4) per un minuto.
GIANNI PAGLIARINI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, a quanto ci risulta fino ad ora nel programma dei primi cento giorni di Governo manca l'impegno a risolvere l'emergenza della precarietà nel mondo del lavoro e, dunque, non viene detto cosa si vuole fare della legge n. 30 del 2003, meglio conosciuta come legge Biagi.
Sappiamo tutti che nel programma dell'Unione e negli impegni assunti in campagna elettorale era ben chiara la volontà di rimettere il lavoro a tempo indeterminato come modalità normale di rapporto tra imprese e lavoratori. Non crede, signor Vicepresidente del Consiglio, che l'elettorato che ci ha dato fiducia si aspetti da un Governo di centrosinistra una netta inversione di marcia proprio sulle questioni del lavoro rispetto al Governo di centrodestra? Per noi Comunisti Italiani la parola «lavoro» si coniuga con stabilità, sicurezza e qualità. Crediamo sia cosa buona e giusta che questo aspetto diventi patrimonio di tutto il Governo (Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Pagliarini: le sue considerazioni sono largamente condivise dal Governo e lo saranno negli atti che esso assumerà sin dall'avvio del proprio lavoro. Mi sembra, anzi, che già le prime prese di posizione del ministro competente, il ministro Damiano, vadano ampiamente nella direzione che l'interrogante sollecitava. Si tratta di temi di indubbio rilievo e di analisi ampiamente condivisibili perché la qualità del lavoro, la crescita del tasso di occupazione, la crescita della produttività nel nostro paese sono elementi fondamentali sia per quanto riguarda la competitività del sistema economico, sia per quanto riguarda l'equità cui il nostro sistema deve guardare per risolvere differenze profonde, in particolare tra nord e sud del paese e tra aree nelle quali destinazioni di vita ed opportunità troppo largamente divergono.
Nel programma del Governo è chiaro l'obiettivo di un ripensamento di alcune parti della legge n. 30 del 2003 che permetta di armonizzare stabilità e buona flessibilità, in particolare una flessibilità d'ingresso nel mondo del lavoro, contrastando fortemente ciò che porta ad una Pag. 8precarizzazione avvertita da una parte crescente della cittadinanza come non sostenibile. Naturalmente, il ripensamento avverrà anche attraverso l'adozione di misure relative agli oneri contributivi e sarà presente nelle prime iniziative del Governo riguardanti il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, cioè le tasse sul lavoro.
Pensiamo che si debbano rimuovere le forme più precarizzanti (cito in particolare il lavoro a chiamata e lo staff leasing), e credo sia possibile e sia un nostro dovere che il Governo, sin dai primi giorni di attività, si misuri con le parti sociali, realizzi un confronto costruttivo con datori di lavoro, sindacato e tutte le forze produttive perché insieme si individuino urgenze e priorità, perché insieme si possa dare corpo a quello che lei giustamente definisce come uno degli obiettivi principali che abbiamo verso gli italiani: una migliore qualità del lavoro, una migliore qualità dell'occupazione, una crescita della nostra economia per distribuire più ricchezza e più coesione sociale.
PRESIDENTE. Il deputato Pagliarini ha facoltà di replicare.
GIANNI PAGLIARINI. A nome del gruppo dei Comunisti Italiani le dico che la risposta ci soddisfa e ci conforta sul fatto che il neonato Governo di centrosinistra ha davvero intenzione di cambiare rotta rispetto al precedente Governo, che in questi cinque anni ha dimostrato di essere insensibile rispetto alle tematiche del lavoro, delle condizioni materiali e dei diritti di milioni di lavoratori. La nostra soddisfazione è reale. Sono convinto che vi sia la volontà di tutto il Governo di impegnarsi contro gli effetti della precarizzazione del lavoro che condanna milioni di persone, soprattutto giovani e donne, a non poter disporre del proprio futuro, e questo influisce negativamente anche sulle aziende e sull'insieme del sistema paese.
A chi ci attacca voglio dire che la nostra non è affatto una posizione ideologica. Ideologico è chi finge di non vedere gli effetti devastanti dell'applicazione della legge n. 30 del 2003. Ideologico è chi finge di non vedere che in nessun altro paese d'Europa esiste un numero così elevato di tipologie di lavoro atipico e precario. Ideologico è chi crede di risolvere i problemi dell'economia facendo leva esclusivamente sull'abbassamento di diritti, tutele e salari dei lavoratori, anziché su qualità, innovazione e ricerca.
Non siamo appassionati ad una discussione nominalistica sulla legge n. 30 del 2003, se cioè essa vada abrogata, riscritta, parzialmente revisionata o superata. Lavoriamo sin d'ora per trovare una soluzione che permetta di ottenere risultati concreti, nell'interesse di coloro che sono stati sinora penalizzati da questa legge.
Per quanto mi è dato vedere, questo Governo è partito con il piede giusto, ha saputo ammettere e correggere una mancanza pesante, forse dovuta alla fretta, e reinserire la lotta alla precarietà negli obiettivi dei primi cento giorni di Governo.
Dati questi presupposti di estrema trasparenza, sono convinto che sarà possibile procedere al rilancio del paese all'insegna della giustizia sociale.