Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge costituzionale n. 648 ed abbinate (ore 18,31).
(Repliche - A.C. 648 ed abbinate)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il presidente della I Commissione, onorevole Violante.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, replicherò molto rapidamente. Lei ha avuto la ventura di assistere, tanto questa mattina quanto questa sera, all'intera discussione sulle linee generali del provvedimento in esame. Pertanto, avrà notato come gli interventi abbiano avuto una caratteristica non rituale.
L'onorevole Boato ha compiuto una ricostruzione assolutamente intelligente ed utile delle vicende della lingua italiana, dalla Carta costituzionale ad oggi. L'onorevole Cota ha espresso la posizione della Lega Nord, più favorevole alla costituzionalizzazione degli idiomi locali piuttosto che della lingua italiana. Vorrei dire qualcosa all'onorevole Franco Russo, anche se ora non è presente. Egli ha sostenuto una posizione presente all'interno della sinistra, che contesta il ricorso a simboli ed elementi di carattere nazionale. L'onorevole Nicco ha fatto suo il riferimento proprio della regione di confine e delle minoranze linguistiche. L'onorevole Menia ha riprodotto un dato di neo-nazionalismo linguistico, proprio di alcune vicende di confine, troppo spesso ignorate nella nostra storia nazionale ma che hanno radici assolutamente rispettabili. L'onorevole Jole Santelli ha fatto riferimento ad una posizione abbastanza diffusa nel nostro paese. L'onorevole Zaccaria, da costituzionalista e politico insieme, ha legato questi due aspetti, facendo riferimento a quello che è stato il contributo di grande intelligenza Pag. 106ed interesse fornito dal presidente dell'Accademia della Crusca e da altri, chiedendo loro che vi fosse una costituzionalizzazione della lingua come primo elemento dell'identità di questo Paese, che precede la nazione e lo Stato.
Si nasce prima come produttori di lingua e poi come soggetti con una propria identità nazionale in questo paese. Storia del tutto diversa hanno avuto la Francia, la Spagna ed altri paesi dove la lingua è stata imposta dallo Stato e dal Governo e, in genere, dal sovrano. La nostra lingua è stata invece costruita nelle relazioni culturali, di commercio e anche di fede.
In questo quadro, signor Presidente, devo aggiungere un argomento a favore del provvedimento in esame, che prima non ho citato e che mi viene dall'intervento svolto dal professore e collega Zaccaria: oggi non siamo più nell'orto chiuso degli Stati nazionali in cui l'identità linguistica poteva apparire una rivendicazione nazionalistica in senso deteriore, ma in una scacchiera in cui ci misuriamo con Stati che fanno di tutto ciò che costituisce la loro prerogativa identitaria un punto di forza nella competizione internazionale. Molti di questi Stati hanno inserito il riconoscimento della loro lingua in Costituzione e si battono, qualche volta persino con aspetti che ci fanno sorridere. Penso ai francesi quando chiedono di tradurre «computer» in «ordinataire» o a qualche altro esempio di questo genere, perché devono essere usati termini francesi, per alcuni aspetti, con qualche eccesso.
In ogni caso, il rivendicare l'identità linguistica non è un fatto di chiusura nazionalistica, ma mette sul terreno un altro elemento di competizione con gli altri Stati. Credo che quest'ultimo sia un dato non secondario per quanto riguarda anche la nostra cultura. Se quest'ultima non è una lingua che è capace di trasmettersi, quella stessa cultura rimane chiusa nei recinti nazionali.
Noi scontiamo un grave errore commesso negli anni Cinquanta, quando non abbiamo guardato al Sud America come luogo in cui vi era una grande maggioranza di italiani che avrebbe potuto parlare la nostra lingua. La Spagna fece una scelta diversa, e quel continente, che avrebbe potuto parlare italiano, adesso parla spagnolo.
Allora, credo che sarebbe utile, signor Presidente - e concludo -, che una proposta di questo genere, che riguarda i principi fondamentali sui quali tanti colleghi si sono sperimentati e hanno proposto idee, approfondimenti e anche passione - mi riferisco all'intervento del collega Menia, in particolare, ma non solo lui -, venisse adottata con il più ampio consenso possibile.
Credo che vi sia bisogno ancora di un momento di riflessione perché abbiamo assistito a due rivendicazioni di opportunità di questa legge su fronti completamente diversi: mi riferisco al collega Menia, per un verso, e al collega Zaccaria, per l'altro. Si tratta di argomenti diversi, ma non contrapposti.
Sarebbe particolarmente utile che vi fosse un approfondimento ulteriore e che attorno ad esso si riuscisse a costruire una modifica e un'integrazione dei principi fondamentali con un consenso molto largo in questo Parlamento. Dunque, credo che abbiamo bisogno ancora di un momento di riflessione.
Valuti lei, nella sua discrezionalità e con il Presidente della Camera, se non sia il caso di prenderci ancora un po' di tempo, per poter riflettere anche nell'ambito dei gruppi parlamentari e poter arrivare a proposizioni non pedisseque rispetto a decisioni prese dalla dirigenza complessiva dei gruppi medesimi, ma veramente sentite come integrazioni. Questo riguarderà poi altri argomenti come la scuola e anche, credo, i rapporti con l'estero. Ci stiamo battendo perché in molti paesi stranieri vi siano scuole di italiano, perchè riteniamo che questo sia un importante veicolo di cultura, di prodotti e, se vogliamo utilizzare questo termine, di intelligenza nazionale.
Allora, signor Presidente, io le chiedo in conclusione, sapendo che i colleghi di Alleanza Nazionale hanno fatto propria la proposta che questo provvedimento venga inserito in calendario, in quanto anche essi si rendono conto che sarebbe utile che Pag. 107esso abbia il più largo consenso possibile, di valutare, d'intesa con il Presidente della Camera, l'opportunità che l'esame del provvedimento continui non nella seduta di domani, ma sia differito alla ripresa dei lavori dopo la pausa di fine anno.
Nel frattempo ciascun gruppo potrebbe mettere a punto una sua posizione per fare in modo che in questa Assemblea non vi sia un clima di rivendicazione e di scontro, ma un clima che permetta di pervenire al più largo consenso possibile su una parte certamente rilevante della nostra Costituzione.
PRESIDENTE. Lei mi insegna, presidente Violante, che, trovandoci ora in sede di discussione sulle linee generali, non possiamo assumere alcuna determinazione. L'esame del testo unificato di queste proposte di legge costituzionale è stato inserito nel calendario per decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo; nella seduta di domani l'Assemblea potrà eventualmente decidere al riguardo accogliendo le sue valutazioni, che mi paiono molto serie e convincenti.
In altri termini, nella seduta di domani si procederà al seguito della discussione di questo provvedimento e si potrà assumere una decisione su quanto da lei osservato, sempre in conseguenza di una sua proposta, al pari di quanto oggi è accaduto in relazione ad altra materia.
Prendo atto che il rappresentante del Governo rinunzia alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.