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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative volte ad includere la città di Latina tra le sedi delle scuole superiori della magistratura - n. 3-00474)
PRESIDENTE. L'onorevole Pedrizzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00474 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), di cui è cofirmatario, per un minuto.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, desidero ringraziare il signor ministro per essersi reso disponibile a rispondere a questa interrogazione nel breve volgere di 48 ore. In data 23 settembre 2005, in occasione di una riunione del Consiglio dei ministri, il Governo sostenuto dal centrodestra aveva approvato uno schema di decreto legislativo per la realizzazione di alcune scuole superiori della magistratura. Il 27 aprile 2006, il ministro della giustizia, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, aveva individuato le sedi presso le quali ubicare queste scuole. Tali sedi sarebbero dovute essere quelle di Latina, Bergamo e Catanzaro. La scelta di Latina era risultata la più opportuna, per il distretto del centro Italia, perché particolarmente vantaggiosa, essendo la città ubicata a pochi chilometri da Roma ed essendo stata definita, nel corso dell'istruttoria, logisticamente strategica. L'amministrazione comunale di Latina aveva messo immediatamente a disposizione alcuni immobili e stipulato alcuni contratti. Inoltre, si è svolta unaPag. 31conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche il dottor Nicola Cerrato, capo del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria dei beni e dei servizi del Ministero della giustizia. Il decreto di ieri del ministro Mastella revoca la scelta della sede di Latina.
PRESIDENTE. Onorevole Pedrizzi, deve concludere.
RICCARDO PEDRIZZI. Concludo, signor Presidente, chiedendo al ministro Mastella le ragioni di questa decisione e il motivo per il quale ha disatteso anche le istruttorie dei suoi funzionari.
PRESIDENTE. Il ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, in risposta all'interrogazione presentata dall'onorevole La Russa, devo premettere che, effettivamente, con decreto del 30 novembre scorso, adottato di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, ho provveduto a modificare il precedente decreto interministeriale del 27 aprile 2006 che individuava in Bergamo, Latina e Catanzaro le province presso cui ubicare le tre sedi della scuola superiore della magistratura. Tale scelta è stata compiuta, come indicato nel citato decreto, in primo luogo perché le filiali dell'agenzia del demanio, appositamente interpellate dall'amministrazione - quindi, precedentemente - hanno segnalato che in nessuna delle suindicate province esistono immobili demaniali idonei allo scopo previsto. In secondo luogo, si è tenuto conto della circostanza, anch'essa menzionata nel decreto del 30 novembre 2006, che le sedi di Latina e Catanzaro risultano decentrate. Il fatto che tali sedi non siano attualmente raggiungibili comporta, inevitabilmente, maggiori costi a carico dell'erario per viaggi e permanenza. Infine, si sono considerate le esigenze complessive della distribuzione di occasioni e risorse materiali e culturali, nell'ambito di un disegno di più ampio respiro riguardante l'intero territorio nazionale. Mi riferisco, tra l'altro, anche alle scelte riguardanti l'ubicazione delle strutture penitenziarie di nuova costruzione o delle quali è progettato l'ampliamento. In definitiva, ho ritenuto che occorresse procedere, quanto meno, alla sostituzione delle sedi di Latina e Catanzaro, optando, rispettivamente, per le città di Firenze e Benevento. Ciò, naturalmente, senza nulla sottrarre al capoluogo pontino, sul quale, in particolare, si soffermano gli interroganti e che, mi auguro, sarà oggetto - mi adopererò in questa direzione, anche d'intesa, eventualmente, con gli interroganti - di sicura attenzione, in occasione delle prossime scelte di sedi per attività rilevanti per l'amministrazione della giustizia.
PRESIDENTE. L'onorevole Pedrizzi ha facoltà di replicare, per due minuti.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, il signor ministro giustifica la sua decisione con la mancanza di infrastrutture e di collegamenti viari e aeroportuali. Per quanto riguarda le infrastrutture, le ricordo che il comune di Latina aveva messo già a disposizione immobili e, le ripeto, aveva già sottoscritto i contratti. Già alcune società si erano dichiarate disposte a costruire l'edificio o ad affittare immobili. Le ricordo, inoltre, che è in costruzione la cittadella giudiziaria, per la quale sono stati stanziati, dal suo Ministero, 2 milioni di euro, su mia richiesta, e tale opera è già in fase avanzata di realizzazione. Le ricordo altresì che, per quanto riguarda le infrastrutture viarie, il suo sodale di maggioranza, il governatore Marrazzo, ritiene tali infrastrutture adeguate al punto di avere soppresso del tutto i finanziamenti a favore del cosiddetto corridoio tirrenico. Ci faccia capire, signor ministro: Benevento è collegata meglio di Latina, per quanto riguarda aeroporti, treni ad alta velocità ed autostrade? Ceppaloni, forse, ha un collegamento diretto con il capoluogo sannita, con il suo capoluogo di provincia.
Non mi risulta che, dalla Sicilia e dalla Calabria, si arrivi prima a Benevento,Pag. 32piuttosto che a Catanzaro. La verità è che lei, signor ministro, e il suo Governo hanno voluto penalizzare una roccaforte del centrodestra, oltre che fare una operazione clientelare, anche per rispondere alle lamentele del sindaco di Firenze. A Firenze non si aggiunge niente quanto a notorietà e a prestigio, mentre a Latina lei toglie tutto e tanto e, soprattutto, evita di darci una possibilità di sviluppo. Ma quale fiducia possono avere i cittadini nella giustizia, in questo Governo e nello Stato, quando assistiamo a provvedimenti come questo? Signor ministro, si tratta di provvedimenti con i quali si mettono alla berlina i funzionari del suo stesso Ministero, si vanifica il lavoro di indagine e di istruttoria di anni, si fanno scelte clientelari, indipendentemente da qualsiasi ragionevolezza. Ma ora, signor ministro, ci deve dire chi paga per i contratti già sottoscritti, chi paga per gli investimenti già effettuati, chi paga per la caduta di immagine determinata dal suo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).