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Discussione del disegno di legge: S. 960 - Disposizioni in materia di esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e delega al Governo in materia di raccordo tra la scuola e le università (Approvato dal Senato) (A.C. 1961); e delle abbinate proposte di legge Angela Napoli; Aprea ed altri (A.C. 1399-1614) (ore 19.50).
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 1961 ed abbinate)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Rusconi.Pag. 99
Faccio presente al relatore che i tempi a sua disposizione sono esauriti; pertanto, la sua replica dovrà essere veramente breve.
ANTONIO RUSCONI, Relatore. Signor Presidente, prendo la parola più che altro per rispetto nei confronti dei tanti intervenuti. Mi sembra che vi sia una coerenza nel chiedere una maggiore serietà nella scuola, e tutte le proposte di legge presentate andavano in questa direzione. Mi riferisco sia a quella dell'onorevole Napoli che a quella dell'onorevole Aprea.
Con riferimento ai rapporti con le scuole paritarie, ricordo solo che la legge n. 62 del 2000 fu approvata dal centrosinistra e che le scuole paritarie non c'entrano nulla con i «diplomifici».
Debbo un chiarimento all'onorevole Volpini riguardo agli insegnanti commissari interni. La relazione tecnica prevede il conteggio dei compensi anche per i commissari interni delle scuole paritarie. Quindi, rispetto a ciò, la parità viene rispettata: mi rivolgo anche alla collega Aprea.
L'onorevole Fassinetti ha parlato della riforma della scuola secondaria superiore; al riguardo, prevediamo già nel testo della legge una verifica ogni tre anni.
L'onorevole De Simone ha parlato di esame di Stato nella scuola pubblica: concordo sul punto, perché la legge sulla parità ritiene che abbiano una funzione pubblica le scuole statali e le scuole paritarie.
Non entro in molte affermazioni del collega Garagnani perché non sono attinenti al provvedimento; non condivido però l'idea che la scuola italiana vada così male.
Lo dico non solo per orgoglio personale, ma anche perché ritengo che molti ragazzi diplomati trovino poi posto di lavoro, dimostrando capacità e professionalità.
Vorrei oltretutto ricordare, in relazione al fatto che sempre l'onorevole Garagnani diceva che non c'è stato un sufficiente confronto, che la precedente riforma venne introdotta nella finanziaria 2002, senza alcun riferimento legislativo specifico.
Non banalizzo il problema dell'immigrazione; ritengo però, come diceva prima la collega Sasso, che i riferimenti ai valori della Costituzione riassumano già i valori identitari.
In conclusione, ricordo che questo provvedimento ha ben presente l'idea di una comunità che educa (che dovrebbe essere la scuola), ma che anche valuta e sa certificare competenze, saperi e professionalità. Questo perché non possiamo dimenticare alcune ingiustizie: oggi molte aziende, molti istituti di credito, di fatto selezionano in base al voto conseguito all'esame di Stato. Se questo non è verificato anche da insegnanti esterni, rischiamo di commettere delle ingiustizie. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Presidente, ringrazio il relatore onorevole Rusconi, e gli onorevoli intervenuti. Il dibattito in quest'aula è stato assolutamente approfondito, ricco di spunti di grande interesse, e devo dire che esso rappresenta il seguito di un buon dibattito che c'è stato in Commissione (non condivido su questo punto il giudizio dato dall'onorevole Garagnani), nel corso del quale abbiamo approfondito varie proposte emendative; anche i pareri negativi espressi dal relatore e dal Governo sono stati ampiamente motivati e argomentati, tanto è vero che abbiamo condiviso l'opportunità, proprio per aprire successivi percorsi, di tramutare una parte delle indicazioni, dei contenuti, di questi emendamenti, in ordini del giorno, che costituiranno poi i punti di riferimento per il lavoro successivo di carattere attuativo del Governo, e per il lavoro successivo più generale.
D'altro canto, il testo in discussione nell'aula della Camera è stato approvato al Senato con ampie modifiche e sulla base di ampi approfondimenti, raccogliendo, soprattutto in Commissione, le proposte emendative provenienti sia dalla maggioranzaPag. 100sia dalla minoranza. Esprimo qui, a nome del Governo, la valutazione che il testo approvato dal Senato è davvero più ricco, più articolato, e quindi migliore rispetto a quello presentato inizialmente dal Governo stesso.
Condivido la sintetica valutazione che l'onorevole Sasso ha fatto del testo di disegno di legge oggi in discussione: saggio e utile. Questa è proprio la chiave interpretativa secondo me giusta dei contenuti di questo testo che vuole ridare autorevolezza e credibilità all'esame di Stato, considerato un punto importante nel percorso di istruzione dei ragazzi, un riconoscimento del lavoro che i ragazzi hanno svolto e che gli insegnanti hanno svolto con loro. Esso deve diventare anche il punto di accesso al percorso universitario o al mondo del lavoro.
Credo che in questi anni (penso lo possiamo riconoscere tutti) si sia verificata una progressiva deriva del valore e della autorevolezza di questo esame di Stato. Il fatto di avere accorpato sostanzialmente in una unicità di soggetti valutativi i due momenti, quello della ammissione (che non c'era più giuridicamente, e anche di fatto) e quello della valutazione finale dell'esame di Stato, ha fatto obiettivamente perdere molto del valore della valutazione dell'esame di Stato. Questo perché è ovvio che le stesse persone, in ottima buona fede e con grande serietà, non possono assolutamente dare a 15 giorni, un mese al massimo di distanza, due valutazioni completamente difformi del percorso di un ragazzo.
Noi abbiamo inteso ripristinare la duplicità dei momenti: un conto è la valutazione di ammissione, che costituisce la valutazione finale che il consiglio di classe dà al ragazzo, o la valutazione che comunque il consiglio di classe dà anche ad un candidato esterno (facendo però una valutazione accurata dei suoi livelli di apprendimento); altro conto è la valutazione che la Commissione, in rappresentanza dello Stato, fa di quel percorso di istruzione, dei livelli di competenza, di sapere raggiunti dai ragazzi, e in qualche modo anche una valutazione indiretta sul lavoro della scuola.
Credo che sia giusto diversificare nuovamente questi due momenti, facendoli diventare due momenti separati: in questo condivido molto la valutazione dell'onorevole Volpini volta a sottolineare in modo particolare la funzione della commissione esterna.
Dico anche che si è verificata quella deriva che, di fatto, sta facendo perdere valore sostanziale, ma progressivamente anche legale, al titolo di studio. Su questo punto mi associo a quanti hanno espresso la volontà non solo di mantenere il valore legale e sostanziale del titolo di studio ma anche di valorizzarlo e di rafforzarlo, per l'inserimento nel percorso universitario. Al riguardo sottolineo l'importanza delle disposizioni contenute nell'articolo 2, che prevede la delega al Governo, laddove tra i criteri della delega vi è quello di dare maggiore valore e peso al risultato dell'esame di Stato per l'accesso ai percorsi universitari (sia per le facoltà che hanno il «numero chiuso» sia complessivamente, per accertare il valore, le competenze e le conoscenze che i ragazzi hanno) e per l'accesso al lavoro. Concordo con chi sostiene che si tratta di un elemento di equità, di maggiore pari opportunità, che lo Stato deve offrire ai ragazzi, mettendoli tutti nella condizione di far valere quel riconoscimento e quel titolo.
Le norme del testo in esame sono state già richiamate molto puntualmente nella relazione dell'onorevole Rusconi e quindi non le richiamo. Quello che mi sembra importante sottolineare è che abbiamo fatto una scelta di rigore tutta a vantaggio dei giovani, come veniva sottolineato dall'onorevole Li Causi. Non vi è una severità fine a se stessa, bensì il riconoscimento del valore e del percorso che è stato compiuto e la garanzia che il titolo rilasciato abbia una certezza di riferimenti ed un valore. In questo vedo davvero il fatto che stiamo tutelando i ragazzi, in particolare quelli che hanno lavorato seriamente e che si sono impegnati. Da ciò derivano tutte quelle norme che cercano di togliere lePag. 101possibilità di escamotage e di spazio ai cosiddetti «saltatori», che, in modo assolutamente anomalo, diventano bravissimi dopo avere avuto in passato delle bocciature, così come ai «diplomifici» che, in qualche modo, hanno comunque - e i dati dei privatisti ce lo testimoniano - concesso diplomi con grande facilità.
Sono queste le norme alle quali teniamo e che vogliamo entrino in vigore il più rapidamente possibile, perché, se condividiamo che vi è una deriva in atto, prima la blocchiamo, prima invertiamo tale tendenza, meglio è: credo che anche l'onorevole Aprea abbia riconosciuto la bontà della scelta fatta dal Governo.
Non vi stiamo dicendo che vi sarà un rivolgimento generale dell'esame di maturità, perché questo deve essere collegato con una riforma più generale del secondo ciclo, cioè della scuola superiore; noi diciamo che vengono mantenute le prove così come sono ed è per questo che non abbiamo accolto proposte emendative sulla modalità delle prove stesse. Le manteniamo così come sono nell'attuale ordinamento, in attesa di una modifica più generale riferita alla scuola superiore, introducendo invece tutte quelle norme che recuperano quel rigore e quella serietà di cui abbiamo parlato prima.
Proprio per questo non abbiamo accolto la modifica della terza prova, così come veniva avanzata anche dall'onorevole Frassinetti, mantenendola come prova riconducibile all'autonomia scolastica. Crediamo molto che si tratti di uno snodo importante: abbiamo assegnato all'autonomia scolastica il 20 per cento del monte ore e, più complessivamente, una possibilità di costruire piani autonomi dell'offerta formativa. Ebbene, questo lavoro dobbiamo riconoscerlo anche all'interno dell'esame di Stato.
Accolgo positivamente la sottolineatura, fatta sia dall'onorevole Aprea sia dall'onorevole Frassinetti, per quanto riguarda il ruolo dell'Invalsi, anche se esprimo un giudizio altrettanto positivo sul lavoro che fino ad oggi l'Invalsi stesso ha condotto sulla valutazione delle scuole: è su questo lavoro che, come Ministero della pubblica istruzione, abbiamo voluto imprimere una importante inversione di tendenza.
L'Invalsi, se sarà approvata la legge finanziaria, sarà interessato da una modifica sostanziale nei propri organi di governo e riceverà successivamente indicazioni e direttive per il suo lavoro, anche per ciò che riguarda gli esami di Stato.
Con l'Invalsi abbiamo recuperato, attraverso un emendamento importante che è stato approvato in Senato, un ruolo - lo ricordo qui, onorevole Aprea, perché lei nel suo intervento ha sottolineato in modo particolare il ruolo dell'Invalsi - e affidiamo a questo istituto il compito di elaborare schede e modelli per la terza prova, che verranno scelti nell'ambito dell'autonomia scolastica ma che possono costituire un punto di riferimento importante.
Ciò che però secondo me è più importante è il fatto che l'Invalsi, attraverso schede di riferimento e parametri confrontabili a livello nazionale, potrà effettuare una valutazione ex post sui livelli di apprendimento dei ragazzi, partendo dalla valutazione a campione delle prove e degli elaborati degli esami di Stato prodotti dai ragazzi stessi. Avremo quindi la possibilità di valutare i livelli di conoscenza, di apprendimento di carattere logico-matematico, linguistico e delle altre discipline che riterremo di dover sottoporre a questa valutazione.
Sulle osservazioni dell'onorevole Garagnani è già stato detto. Lo richiamo semplicemente alla lettura dei nostri programmi e alla conoscenza dei programmi che vengono svolti nella nostra scuola. Dire che non c'è l'identità, la cultura e la storia del nostro paese significa affermare una cosa assolutamente fuori dalla realtà; credo pertanto che dobbiamo respingere in modo assoluto le valutazioni che venivano avanzate.
Concludo anch'io richiamando la valutazione che l'onorevole De Simone ci ha proposto. La scuola troppo spesso è trascurata dai mass media e vive in una condizione di ombra, tranne quando emergono fatti negativi che vengono amplificati,Pag. 102diventando elemento di valutazione e di giudizio di tutto il sistema. Su questa modalità, che attiene ad un modo di porsi nei confronti della scuola, sono assolutamente preoccupata e condivido il giudizio che l'onorevole De Simone ha espresso. Devo però dire che non è così per i ragazzi, per i docenti, per coloro che lavorano nella scuola, per i genitori, le famiglie, per tutto l'insieme della nostra società e del nostro mondo che intorno alla scuola ha comunque dei punti di riferimento importanti. Devo dirvi che nei numerosi incontri che sto svolgendo nel nostro paese ricevo continuamente richieste di dare risposte in tempi rapidi sulla modifica dell'esame di Stato: dai ragazzi ma non solo, anche dai docenti, dai genitori e da coloro che hanno a cuore il futuro della scuola. Penso che la discussione che stiamo svolgendo oggi sia dunque importante, e comunque anche se non è seguita dai mass media, lo è dalle famiglie, dai ragazzi e dai docenti.
Abbiamo il compito di fornire risposte in tempi brevi. Per noi, tempi brevi, lo diceva anche l'onorevole Aprea - ne abbiamo discusso in Commissione - significa introdurre già quest'anno le novità contenute nel testo del disegno di legge. Preciso - perché c'è grande ansia su questo - che non tutte le novità entreranno in vigore; in particolare, quella sul recupero dei debiti scolastici non potrà e non dovrà entrare in vigore perché deve svilupparsi nella triennalità e quindi sarà operativa per i ragazzi che attualmente frequentano la terza classe. Così come il maggior peso - so che l'onorevole Aprea ha condiviso con me questa valutazione - del curriculum scolastico si applicherà a partire dai ragazzi che attualmente frequentano il terzo anno: questo per l'ovvia ragione che non si può fare retroattivamente ciò che non si è potuto sviluppare nel tempo. Quindi, sostanzialmente, ci sarà l'entrata in vigore da quest'anno scolastico, ma con una progressività rispetto a queste due norme, che peraltro hanno destato grandissima preoccupazione sia tra gli studenti che tra gli insegnanti.
Concludo con una valutazione di merito. Sono molto interessata ad un ragionamento (e credo che riusciremo a sviluppare) relativo alla certificazione delle competenze. Ho parlato dell'importanza del valore legale del titolo di studio ed è assolutamente importante identificare le competenze e i saperi che sottendono a questo titolo di studio. Quindi, dobbiamo lavorare in questa direzione sulla base dei parametri europei. Questo è un elemento della valutazione e della certificazione che progressivamente dobbiamo introdurre nel sistema.
Ho già detto dell'importanza dell'articolo 2 ed in particolare dei temi dell'orientamento relativamente alla valorizzazione dell'esito dell'esame di maturità.
Concludo, condividendo sostanzialmente il parere di quanti hanno detto che la scuola merita un lavoro condiviso. Credo che il dibattito sviluppatosi intorno al tema degli esami di Stato dia una testimonianza di come sia possibile affrontare i temi della scuola con valutazioni anche diversificate, ma sulla base di una condivisione di fondo sui percorsi da realizzare.
Io credo che la scuola apprezzi questa modalità e che ci chieda equilibrio, risposte e certezze. Per quello che riguarda il Governo, sono qui a testimoniare che farà tutto ciò che gli compete perché questo confronto sul futuro della scuola, partendo dagli esami di Stato e guardando al tema della riforma del secondo ciclo, della scuola superiore e di tutta la scuola, sia realmente di merito e costruttivo.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.