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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative volte a garantire un riconoscimento di carattere pubblicistico delle coppie di fatto - n. 3-00481)
PRESIDENTE. L'onorevole De Simone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00481 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, ministro, il Governo si è impegnato - mi auguro mantenga questo impegno - a presentare entro gennaio un progetto di legge sulle unioni civili che tenga conto delle ultime sentenze della Corte costituzionale in materia di riconoscimento di diritti alle coppie conviventi, come nel caso di Adele Parrillo che abbiamo appena seguito.
Stiamo parlando di 2 milioni di persone e l'Italia è l'unico paese europeo a non avere una legge che riconosca giuridicamente le coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali, sancendo pari dignità e diritti a tutti coloro che scelgono di costruirsi una vita insieme, al di fuori del vincolo del matrimonio.
Parliamo di diritti patrimoniali, reversibilità della pensione, diritti fiscali, assistenza sanitaria: non si toglie niente a nessuno, ma si aggiungono diritti a chi non ne ha. Su questo punto il programma dell'Unione contiene un impegno a legiferare e vi è un dibattito che ci preoccupa perché prevalgono ideologismi, come abbiamo sentito anche oggi pomeriggio in quest'aula.
Apprendiamo dai giornali che vi è un'idea di progetto di legge già pronta, quindi vogliamo sapere - lo chiediamo a lei che ha la delega assieme al ministroPag. 44Pollastrini - come il Governo intenda regolamentare il riconoscimento di carattere pubblicistico delle coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali.
PRESIDENTE. Il Ministro per le politiche per la famiglia, Rosy Bindi, ha facoltà di rispondere.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, vorrei far sapere a chi ci ascolta da casa che, al contrario di ciò che ha detto l'onorevole Volontè, non vi è stata nessuna decurtazione sul fondo per la famiglia. Francamente usare questo momento, che dovrebbe servire a spiegare, per fare confusione è abbastanza grave (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori e Comunisti Italiani).
Detto questo, accolgo volentieri quest'ulteriore interrogazione che ci consente di approfondire meglio l'argomento.
Vorrei ribadire che il Governo si è impegnato con un ordine del giorno che, al di là del regolamento del Senato, vede l'impegno politico da parte dello stesso Presidente del Consiglio. In ogni caso, vorrei anche ribadire che il Governo intende presentare un disegno di legge che attuerà il punto del programma con il quale si è presentato agli elettori.
L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un'unione di fatto non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. Va considerato, piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni sentimentali, assistenziali, di solidarietà, la loro stabilità e volontarietà.
Checché se ne dica questo punto del programma è molto chiaro e questo mi consente di dire con molta franchezza all'onorevole De Simone, la quale mi ha fatto una domanda precisa sul riconoscimento delle unioni di fatto, che il nostro programma non parla di riconoscimento delle unioni civili e delle coppie di fatto, ma del riconoscimento dei diritti delle persone che fanno parte delle unioni civili.
Questa è una situazione di fatto, che non potremo non accertare, dalla quale il disegno di legge del Governo farà discendere diritti e prerogative perché vi è, chiaramente, l'intenzione profonda di rispettare la nostra Carta costituzionale che fa esplicito riferimento alla famiglia fondata sul matrimonio, ma non prevede equiparazione esplicita ad altre forme. Diverso è l'impegno a superare il fatto di far parte di una convivenza di fatto, qualunque forma di discriminazione rispetto all'accesso anche ai servizi.
Detto questo, è presto per dire quale sarà il contenuto del nostro sforzo come Governo. È noto a tutti che siamo una compagine governativa molto pluralista, dentro la quale vi sono tutte le sensibilità presenti non solo nella maggioranza ma credo, dopo quello che abbiamo ascoltato, anche da parte di alcuni esponenti dell'opposizione in questo Parlamento. Il Governo farà un primo tentativo di sintesi che intende offrire al Parlamento perché sia il Parlamento, nella sua sovranità e nella capacità di incontro e di dialogo con tutti i gruppi parlamentari, a realizzare per il paese una legge rispettosa del pluralismo culturale del paese stesso.
PRESIDENTE. L'onorevole De Simone, alla quale ricordo che ha due minuti a disposizione, ha facoltà di replicare.
TITTI DE SIMONE. Ministro, noi apprezziamo il lavoro che lei ed il Governo state facendo perché il Parlamento è indietro rispetto al paese, ma anche in modo ipocrita, considerato che oggi il 25 per cento dei deputati usufruisce dell'estensione di benefit al partner eterosessuale more uxorio. Questo Parlamento, purtroppo, non parlerà di proposte di matrimonio gay né di PACS, ma non si può nemmeno andare al di sotto della soglia della decenza. Non si può fare una legge qualsiasi, magari risolvendola con contratti privati. Non sarebbe né serio, né rispettoso.
Noi pensiamo ci si debba far carico di un principio essenziale: il rispetto degli articoli 2 e 3 della Costituzione che sanciscono l'uguaglianza dei cittadini ed ilPag. 45riconoscimento delle diverse formazioni sociali. Queste oggi sono le numerose unioni e famiglie che si affiancano a quella tradizionale senza togliere niente a nessuno. Quindi, il Governo deve occuparsi dell'equiparazione dei diritti e del riconoscimento pubblico delle unioni omosessuali, perché solo questo carattere pubblicistico sancisce il riconoscimento sociale ed un principio di non discriminazione per coloro che non possono sposarsi. Infatti, nei diritti delle persone c'è innanzitutto quello di essere considerati cittadini a tutti gli effetti: stessi diritti, stessi doveri.
Al fondo di questa discussione, se mi è consentito, c'è qualcosa di insopportabile, ancorché velato, ovvero la presunzione di inferiorità, di indegnità verso l'unione di due persone dello stesso sesso, fatto largamente accettato nella società, ma che molti qui dentro vorrebbero relegato ancora alla clandestinità ed a un diritto di serie inferiore, anche con una dose di doppia morale. Se qualcuno ha questa idea, anche dentro l'Unione - e mi riferisco ad alcune dichiarazioni in salsa «teodem» - noi le consideriamo apertamente da contrastare. Va bene il dialogo, ma senza cedere sul principio della laicità, dell'uguaglianza e del rispetto della vita delle persone.
Vogliamo un confronto ampio, aperto, che coinvolga innanzitutto i movimenti, chi è portatore di quest'istanza di civiltà che crediamo debba mobilitarsi. Crediamo che questo Governo debba ricucire la separatezza tra il paese reale e la politica, costruire una sintonia. Se l'Unione non ascoltasse e voltasse la testa dall'altra parte farebbe un errore che non potremmo condividere per il bene di un paese che vogliamo più civile per tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani e di deputati del gruppo L'Ulivo).