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Si riprende la discussione.
(Esame degli articoli - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del regolamento, in quanto estranee all'oggetto del provvedimento in esame, le seguenti proposte emendative, per le quali in Commissione erano già stati rilevati profili di problematicità: l'articolo aggiuntivo Lomaglio 4.02, relativo a programmi di recupero urbano; l'articolo aggiuntivo Dussin 4.06, volto a rideterminare le aliquote applicabili ai redditi derivanti da contratti di locazione di immobili. La Presidenza si riserva di comunicare ulteriori inammissibilità nel prosieguo dell'esame del provvedimento.
Avverto, altresì, che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati gli articoli aggiuntivi Lupi 4.04 e 4.05 e Stradella 4.060 e che gli emendamenti Stradella 1.60, 1.61 e 3.60 devono intendersi sottoscritti anche dal deputato Foti.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1955 sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Signor Presidente, il parere è favorevole sugli emendamenti Stradella 1.60 e Iannuzzi 1.62, il quale assorbe l'emendamento Foti 1.1, che si invita a riformulare nel senso di renderlo identico all'emendamento Iannuzzi 1.62.
Il parere è altresì favorevole sugli identici emendamenti Foti 1.9 e Dussin 1.30 e sull'emendamento Stradella 1.61.
Per quanto riguarda i restanti emendamenti, invito i presentatori a ritirarli.
PRESIDENTE. Il Governo?
FRANCA DONAGGIO, Sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale. Il Governo concorda con il relatore.
PRESIDENTE. Onorevole relatrice, l'emendamento 1.1 Foti non è assorbito?
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Sì, Presidente, e ne ho chiesto una riformulazione per renderlo identico all'emendamento Iannuzzi 1.62.
PRESIDENTE. Onorevole Foti, accetta la riformulazione proposta dalla relatrice?
TOMMASO FOTI. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ricordo che, ove i presentatori non accedano all'invito a ritirare le rispettive proposte emendative, queste ultime saranno poste in votazione con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 368
Maggioranza 185
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 219).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 362
Maggioranza 182
Hanno votato sì 147
Hanno votato no 215).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 371
Maggioranza 186
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 222).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 376
Maggioranza 189
Hanno votato sì 152
Hanno votato no 224).
Prendo atto che il deputato Realacci non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stradella 1.60, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 384
Maggioranza 193
Hanno votato sì 382
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Foti 1.3 e Dussin 1.24, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 386
Maggioranza 194
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 223).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 387
Votanti 386
Astenuti 1
Maggioranza 194
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 222).Pag. 4
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 390
Maggioranza 196
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 226).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bocci 1.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 389
Astenuti 2
Maggioranza 195
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 261).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che la deputata Germontani non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 226).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costa 1.67, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato sì 166
Hanno votato no 227).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Foti 1.7 e Dussin 1.28, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 390
Astenuti 1
Maggioranza 196
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 227).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul qualePag. 5la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 226).
Prendo atto che le deputate Nicchi e Buffo non sono riuscite a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Longhi 1.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 393
Astenuti 3
Maggioranza 197
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 344).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 392
Maggioranza 197
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 225).
Prendo atto che le deputate Nicchi e Buffo non sono riuscite a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 402
Votanti 401
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 232).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Foti 1.1 e Iannuzzi 1.62.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, a me pare che l'emendamento Iannuzzi 1.62, il quale assorbe il mio emendamento 1.1 a firma anche dei colleghi Stradella, Lupi, Rampelli e Mereu (che abbiamo riformulato e reso identico all'emendamento Iannuzzi 1.62), serva innanzitutto a ristabilire un principio giuridico in ordine al quale la dichiarazione di autocertificazione deve essere resa nelle forme previste dalla legge. In realtà, il testo che ci aveva presentato il Governo lasciava uno spazio di ambiguità. Do atto alla relatrice e alla maggioranza di avere accolto questa indicazione, già formulata in Commissione, diretta anche a dare un quadro preciso di riferimento ad un testo che abbiamo contribuito a modificare largamente in Commissione, ma che presentava, come dimostrano i pareri resi, alcune discrasie da risolvere anche in Assemblea e che nel prosieguo dei nostri lavori mi auguro possano essere risolte. In tal modo si sarebbe certezza sul rispetto della norma, che si vuole generale ed astratta, a coloro che vorranno adire il giudice o a coloro che vorranno risolvere privatamente controversie che diversamente avrebbero avutoPag. 6degli sbocchi paradossali, in quanto la norma si prestava ad interpretazioni quantomeno equivoche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Foti 1.1, nel testo riformulato, e Iannuzzi 1.62, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 400
Maggioranza 201
Hanno votato sì 395
Hanno votato no 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Foti 1.9 e Dussin 1.30, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 397
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato sì 396
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Longhi 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 407
Votanti 406
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 228).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buontempo 1.68.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, non so se il Governo abbia compreso il significato di questo emendamento. In tal caso, infatti, non si danneggia nessun proprietario, perché ci riferiamo alle case degli enti dove abitano persone che non hanno fatto violenza alcuna, i cosiddetti senza titolo, cioè coloro che vivono in quegli appartamenti in quanto figli o nipoti di coloro che avevano il contratto. Queste persone abitano in quelle case da anni, pagando quanto viene loro richiesto dagli enti, ma non avendo un regolare contratto sono escluse nella vendita di quegli immobili e vengono sfrattate, nonostante due risoluzioni della Camera e un ordine del giorno approvati a maggioranza.
In questo modo si crea una situazione di grande... Signor Presidente, io pregherei... non so chi rappresenta il Governo per questo provvedimento...
PRESIDENTE. La sottosegretaria Donaggio.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, neanche la vedo.
Mi perdoni, ma sto sottolineando un aspetto perché, visto come è formulato l'emendamento, se non si conosce la materia non si riesce a capire di cosa stiamo parlando.
Queste sono proprietà pubbliche per le quali la Camera ha già votato più di un atto affinché queste persone abbiano la possibilità di acquistare la casa. Nel frattempo,Pag. 7invece, gli enti vendono gli immobili ad altri soggetti e queste persone vengono sfrattate.
Con questo emendamento, quindi, si chiede che, in attesa che la Camera si pronunci definitivamente sulla sorte dei senza titolo, vengano bloccati gli sfratti anche per queste persone. Mi sembra che questa sia una disposizione di grande buon senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, io capisco che, magari a stretto rigore, l'emendamento del collega Buontempo potrebbe non sembrare materia connessa alla specificità dell'intervento del Governo; però, atteso che il titolo del provvedimento reca «Interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali», credo che, sia dal punto di vista politico sia per quanto approvato ripetutamente dal Parlamento ed in particolare dalla Camera dei deputati, questa proposta emendativa meriti un'attenzione maggiore. Infatti, mi sembra che ci sia una certa superficialità su un tema reale che si ripercuote sulla pelle di particolari categorie di cittadini. Auspico quindi una maggiore sensibilità da parte degli amici della maggioranza e soprattutto da parte del Governo.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, la questione che il collega Buontempo pone ha delle motivazioni sociali importanti; vorrei tuttavia precisare che su questo emendamento la V Commissione ha espresso parere contrario perché è molto oneroso. Invito pertanto il collega Buontempo a ritirare questo emendamento e a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, in quanto esiste l'impegno dei colleghi della Commissione ad esaminare la questione affinché possa essere risolta con la dovuta istruzione in un'altra sede.
PRESIDENTE. Deputato Buontempo, accede all'invito al ritiro?
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, a me interessa risolvere il problema, non un contrasto. Tuttavia, vorrei far presente al collega Realacci - e mi rimetto alla sua onestà intellettuale - che questa Assemblea si è già pronunciata più volte su questa materia. Dunque, non semplicemente rispetto ad una legge o un emendamento, ma in più occasioni la Camera ha affrontato questo problema sostenendo che deve essere risolto con equità.
In caso contrario, mentre noi seguiamo quella strada, onorevole Realacci, gli sfratti rischiano di fioccare. Ribadisco che a me sta benissimo l'approvazione di un ulteriore ordine del giorno. Infatti, anche nel contrasto in via giudiziale, un pezzo di carta può servire.
Il vero problema è che gli enti sono in difetto: non si può chiedere per dieci anni che i cittadini paghino quella «occupazione» per poi dire loro che non hanno nessun diritto e scegliere di vendere a Pirelli, alle banche e alle finanziarie.
PRESIDENTE. Deputato Buontempo, deve concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Preannunzio comunque la presentazione di un ordine del giorno di analogo contenuto e, pertanto, ritiro l'emendamento 1.68.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stradella 1.61, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 8
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 419
Maggioranza 210
Hanno votato sì 414
Hanno votato no 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 234).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Foti 1.11 e Dussin 1.33, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 243).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 298
Astenuti 123
Maggioranza 150
Hanno votato sì 287
Hanno votato no 11).
(Esame dell'articolo 2 - A.C 1955)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1955 sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Formulo un invito al ritiro di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2.
PRESIDENTE. Il Governo?
FRANCA DONAGGIO, Sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale. Concordo con il parere espresso dalla relatrice.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Approfitto di questa occasione per chiedere, considerato anche che il lavoro svolto dai colleghi della V Commissione è stato intenso, che la Commissione Bilancio si riunisca di nuovo ad un certo punto dei lavori per esaminare nuovamente l'emendamento Bocci 4.62 e l'articolo aggiuntivo De Corato 4.01, sui quali al momento è stato espresso parere contrario. Infatti, bisogna capire se sia possibile affrontare le relative questioni in maniera diversa. Per ora intendo solo preannunciare che quando arriveremo a quel punto chiederò una sospensione dei lavori.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Realacci.Pag. 9
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro degli identici emendamenti Dussin 2.2 e Costa 2.60 formulato dal relatore e dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Dussin 2.2 e Costa 2.60, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 420
Votanti 419
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 242).
Prendo atto che i deputati Velo, Belisario, Balducci e Piro non sono riusciti a votare ed avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Chiedo al deputato Longhi se accede all'invito al ritiro del suo emendamento 2.40.
ALEANDRO LONGHI. Sì, signor Presidente, lo ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 320
Astenuti 104
Maggioranza 161
Hanno votato sì 317
Hanno votato no 3).
Prendo atto che il deputato Satta non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1955 sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Bocci 3.11 e Stradella 3.60 ed invita al ritiro dei restanti emendamenti relativi all'articolo 3.
PRESIDENTE. Il Governo?
FRANCA DONAGGIO, Sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non accedano all'invito a ritirare le rispettive proposte emendative, queste ultime saranno poste in votazione con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bocci 3.11, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato sì 425
Hanno votato no 1).
Prendo atto che l'onorevole Lumia ha erroneamente espresso un voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.Pag. 10
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 3.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 426
Astenuti 1
Maggioranza 214
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 242).
Prendo atto che il deputato Tocci ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Foti 3.8 e Dussin 3.18, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 241).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 3.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 241).
Prendo atto che la deputata Germanà non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Prendo altresì atto che la deputata Bandoli avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Stradella 3.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, il disegno di legge in esame reintroduce le commissioni per la graduazione degli sfratti. Penso di poter dire che l'articolo 3, per come è stato poi riformulato dalla Commissione e con l'accoglimento di questo emendamento, se non altro esprime dei principi chiari rispetto ad un andamento confuso dei lavori in Commissione che emerge invece dal testo del disegno di legge, tant'è che non si sapeva neppure chi fosse il soggetto giuridico chiamato a convocare le commissioni.
Voglio soltanto far osservare che in un successivo emendamento, il 3.1, sul quale la relatrice e il Governo hanno espresso parere contrario, si ipotizza che le commissioni debbano esprimersi all'unanimità. Queste sono state le testuali parole pronunciate dal ministro Ferrero dinanzi alla Commissione ambiente della Camera, dopo di che è legittimo ricredersi sulle proprie opinioni, ma è altrettanto legittimo far rilevare come in Commissione si esprima un parere mentre in Assemblea si disconosce il parere pronunciato poche ore prima.
Essendo comunque questo emendamento utile a garantire il passaggio da casa a casa e non soltanto una graduazione degli sfratti, penso che la sua approvazione servirà a rendere operativo un disegno di legge che fino a pochi minuti fa appariva monco, per il semplice fatto che nemmeno si sapeva chi dovesse convocare queste commissioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stradella 3.60, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 432
Astenuti 1
Maggioranza 217
Hanno votato sì 432).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 243).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 429
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 241).
Prendo atto che la deputata Schirru non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 285
Astenuti 149
Maggioranza 143
Hanno votato sì 281
Hanno votato no 4).
Colleghi, come aveva già preannunciato, il presidente della VIII Commissione ha chiesto una sospensione dei lavori prima di passare all'esame dell'articolo 4. La Presidenza ritiene quindi opportuno sospendere la seduta per 30 minuti per consentire alla Commissione Bilancio di riunirsi.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle 12,30.
La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 12,30.
PRESIDENTE. Avverto che la Commissione Bilancio, testé riunitasi, ha revocato il parere contrario precedentemente espresso sull'articolo aggiuntivo De Corato 4.01. Avverto altresì che la Presidenza ha ritenuto di ammettere al voto tale articolo aggiuntivo, che pure presenterebbe profili di inammissibilità, poiché, secondo quanto risulta alla Presidenza, su di esso si è registrato il consenso unanime dei gruppi parlamentari.
La Commissione Bilancio ha altresì revocato il parere contrario sull'emendamento Bocci 4.62, esprimendo su di esso parere favorevole a condizione che sia sostituita la lettera d) nei termini precisati dallo stesso parere (Vedi l'allegato A - A.C. 1955 sezione 2).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1955 sezione 6).
Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, intervengo sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 4 perché esso rappresenta la «copertura» di questo provvedimento.
Noi tutti conosciamo la genesi di questo disegno di legge, che segue all'impossibilità di convertire in legge il decreto sugli sfratti. Proprio per questo motivo il Governo, non potendo reiterare un disegno di legge avente il medesimo contenuto di un decreto, ha dovuto costruire una «camicia» attorno al provvedimento rappresentato dal decreto-legge sugli sfratti.
Nel costruire questa «camicia» si è aggiunto l'articolo 4, la cui rubrica è molto esemplificativa poiché mette in evidenza non solo la limitatezza di contenuto del provvedimento stesso, ma anche la limitatezza culturale e programmatica attraverso cui si vuole affrontare il bisogno nel suo complesso.
La rubrica dell'articolo 4 così recita: «Programma nazionale di edilizia residenziale pubblica». Se tale dicitura non fosse stata stampata e fatta oggetto di esame da parte della Camera dei deputati, tutti avremmo pensato di essere tornati indietro di decenni: mi riferisco ad un periodo in cui nel nostro paese si parlava di piano casa, di legge n. 167 e così via.
In pratica è come se in Italia, dal punto di vista legislativo, non fosse accaduto nulla riguardo al tentativo di rispondere al bisogno di abitazione. Tra l'altro, il problema non può essere risolto attraverso una risposta specifica, ma solo per mezzo di un provvedimento complessivo concernente un piano di recupero delle aree urbane, interventi nei grandi centri, qualità nel progettare e nel costruire.
Sembra quasi che l'estensore di questo articolo 4 - in Commissione maggioranza ed opposizione si sono confrontate e su questo punto si è registrata ampia convergenza -, forse ispirato da estremismi ideologici, non sia cosciente circa quanto è avvenuto con la riforma del Titolo V della Costituzione, tra l'altro approvata dal centrosinistra. Infatti, in questa materia le competenze esclusive appartengono alle regioni; pertanto non si può indicare un obiettivo - anche se lo si fa solo per coprire una deficienza dell'attuale maggioranza, dell'attuale Governo - volto a far a approvare da parte del Parlamento un programma nazionale di edilizia residenziale pubblica.
Questa prima osservazione non è solo formale, ma di merito. La delega alle regioni aveva senso per dare una risposta al disagio abitativo; stiamo parlando dell'ente più vicino alla realtà territoriale regionale, che individua meglio il bisogno abitativo ed è capace di fornire risposte puntuali. Infatti, l'esigenza della Lombardia può essere diversa da quella dell'Umbria, della Sicilia e di qualsiasi altra regione.
La seconda osservazione è di merito e fa riferimento alle proposte emendative presentate da Forza Italia e da tutta l'opposizione. Dato per acquisito - credo, comunque, che le proposte emendative presentate dal collega Bocci e da qualche altro collega risolvano almeno formalmente il problema da me sollevato - che bisognava coprire il tutto attraverso un cappello programmatico-strategico, il tema vero è rappresentato dalla povertà di contenuto dell'articolo 4.
Ritorna il vecchio modello centralistico, ritorna il vecchio modello ideologico secondo cui si affronta il problema del disagio abitativo considerandolo isolato da tutto il resto e non si toccano le uniche due leve che possono permettere, con la competenza dello Stato, di rispondere al bisogno abitativo nel nostro paese.
La prima leva è quella di una legge complessiva che affronti il tema della riqualificazione urbana non dal punto di vista delle risorse, ma innanzitutto dal punto di vista degli strumenti: si tratta di permettere semplificazione e capacità immediata di intervento riguardo alle leggi in essere per la riqualificazione del territorio, facendo agire i diversi soggetti.
La seconda leva - tale intervento era compreso in un emendamento da noi presentato -, mai utilizzata prima, è quella fiscale. Di questo problema ci siamo riempiti la bocca tutti: in campagna elettorale il centrodestra lo ha sostenuto conPag. 13forza, così come il centrosinistra con Rutelli e Prodi. Il Presidente Berlusconi aveva presentato una proposta specifica riguardo al tema dell'utilizzo della leva fiscale per la risposta all'emergenza abitativa. Oggi, però, non si ha il coraggio di entrare immediatamente nel merito. Discuteremo la legge finanziaria e Bersani ci ha più volte annunciato che sarebbe stata introdotta un'aliquota unica del 20 per cento sugli affitti: ancora una volta, non avete avuto il coraggio di inserire tale aliquota nella legge finanziaria, e la questione era sempre quella della copertura. Tutto ciò, non sapendo che un'aliquota unica avrebbe permesso non solo l'implemento del mercato degli affitti ma, contemporaneamente, l'emersione del mercato nero.
Un altro passaggio riguarda la possibilità, prevista nell'articolo aggiuntivo 4.05 da me presentato assieme al collega Stradella, per chi paga l'affitto di detrarre la quota dell'affitto dal proprio reddito, in particolare con un'agevolazione iniziale per i redditi più bassi. Si tratta di un provvedimento fondamentale che permette di dare una risposta concreta, se vogliamo seriamente affrontare l'emergenza abitazione. Solo attraverso l'utilizzo doppio della leva legislativa e del rapporto istituzioni locali-privati si può realizzare un disegno più ampio dove non si costruiscono le case popolari, i ghetti, o quant'altro, ma si costruisce residenza di qualità e al tema dell'abitazione non si dà solo una risposta quantitativa, bensì qualitativa.
D'altra parte, se non utilizziamo la leva fiscale come strumento fondamentale della pianificazione urbanistica e della riqualificazione del territorio facciamo venire meno l'elemento più importante: quello del protagonismo dei diversi soggetti presenti nella società. L'abitazione non va considerata come una ricchezza per il cittadino, ma come un bene primario e, pertanto, è una risposta primaria ad un bisogno che appartiene al cittadino: come tale deve essere considerata anche da un punto di vista fiscale. Già per chi acquista la casa con un mutuo è possibile detrarre l'interesse del mutuo dal proprio reddito. Deve essere data la possibilità, iniziando dai ceti più deboli, di detrarre il costo dell'affitto dal proprio reddito proprio perché è una risposta essenziale che si dà ad un bene primario.
Visto che il Governo e la maggioranza hanno dovuto introdurre l'articolo 4 per ammantare di dignità il provvedimento in esame, credo che il Parlamento debba avere il coraggio di intraprendere decisamente queste due strade. Altre strade, come quella proposta, appartengono al passato, non tengono conto della realtà, delle modifiche alla Costituzione e, ancora di più, del fatto che se il problema viene affrontato solo nel singolo caso non avrà mai una risposta giusta e complessiva (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, ho scorso le pagine del provvedimento e ne ho letto più volte il testo, nel tentativo di trovarne la copertura finanziaria. Considerato che viene previsto un programma di edilizia pubblica, la prima verifica da compiere riguarda la somma stanziata per l'intervento. Ebbene, non so se i colleghi siano informati della circostanza che, per quanto sembri paradossale, in questo provvedimento, dal titolo «Interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali», non si è previsto di stanziare un solo euro per costruire nuove abitazioni. Lo faccio notare perché poi, in occasione di assemblee pubbliche con i cittadini, si finisce per mentire e per sostenere che finalmente il Governo ha varato un piano di edilizia pubblica per risolvere l'emergenza abitativa, a tutela specialmente delle categorie con maggiore disagio. Ci si deve al riguardo domandare quante case si costruiranno e quante risorse investa il Governo.
Ebbene, chiedo anche alla Presidenza ed agli uffici della Camera se sia ammissibile l'esame da parte dell'Assemblea di un provvedimento che, recando il titolo «Interventi per la riduzione del disagioPag. 14abitativo per particolari categorie sociali», preveda un programma di edilizia pubblica senza alcuna copertura finanziaria. Non doveva essere preliminarmente osservato che bisognava quantificare la copertura del provvedimento? Un provvedimento di legge, infatti, non può rimanere allo stato di desiderio, il che, invece, può anche verificarsi con riferimento ad altri atti quali un ordine del giorno, una risoluzione ovvero una mozione, ma non un provvedimento di legge.
Inoltre, cari colleghi, vorrei far osservare che l'edilizia pubblica così concepita presenta poi un enorme costo di manutenzione ordinaria mentre, poiché solitamente non si effettuano le manutenzioni straordinarie, i cittadini finiscono per vivere in case fatiscenti che nessuno cura.
Dunque, la soluzione non può consistere nel ripercorrere la strada dei «carrozzoni» dell'edilizia pubblica, che determinano solo sperpero di denaro e disagio per chi abita in quegli appartamenti. La strada deve essere un'altra, quella, ad esempio, di consentire al Parlamento di varare una nuova legge anche sui canoni di affitto; vorrei ricordare ai colleghi che fu proprio il centrosinistra ad abolire la legge sull'equo canone senza fissare paletti a difesa dei ceti più deboli. Dobbiamo ricordarlo perché, altrimenti, tra una manifestazione e l'altra, si dimentica chi ha avuto la responsabilità di abrogare la legge sull'equo canone senza creare una nuova legislazione capace di intervenire in una situazione difficile, complessa ed articolata.
Dunque, con l'abbattimento degli interessi sui mutui e con il credito agevolato, si deve seguire la strada di favorire l'acquisto della casa (Commenti)... Se l'Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro, oltre ad essere centrale e centrista, stesse anche un po' in silenzio nel rispetto dell'Assemblea, probabilmente avrebbe maggior successo politico.
Ritengo, onorevole Presidente - ma interverrò successivamente al riguardo -, che la previsione di un programma di edilizia per 8 mila comuni, sia per quanti hanno una situazione di emergenza abitativa sia per coloro per i quali non si pone questo problema, si rivelerà, alla fine, un'ulteriore illusione. Piuttosto, i comuni devono definire le aree dell'autocostruzione, approvando i progetti in modo che anche chi non può pagare gli interessi a quel sistema di strozzinaggio bancario che vige in Italia possa costruirsi la casa senza determinare disagio per il territorio e sulla base di progetti definiti dai comuni stessi. Perché, dunque, i comuni - procedendo, quindi, città per città - non stabiliscono quale sia l'area dell'autocostruzione in modo che anche chi vorrebbe costruire da sé, magari nei giorni festivi, la propria abitazione possa farlo?
Nel momento in cui si parla di nuova edilizia abitativa, mi dite voi come faranno le regioni o i comuni che hanno creato situazioni davvero drammatiche? Per quanto riguarda il patrimonio del comune di Roma, si è stati costretti a spendere oltre 60 miliardi di lire solo per conoscere l'entità delle sue proprietà! Lo sapete in quale stato di abbandono si trovano le case dell'ex IACP? Degrado, abbandono, zone verdi non curate, fognature che scoppiano.
Un provvedimento di emergenza deve individuare in modo specifico i luoghi e le categorie interessate, ma da quell'emergenza, poi, come avveniva in passato, si deve passare al recupero del capitale investito, più gli interessi, di modo che anche chi vive al di sotto di un certo reddito possa diventare proprietario di una casa.
La politica del Governo deve stimolare ad accedere alla proprietà anche chi ha uno stipendio modesto. Inoltre, è necessario che ci sia una nuova legge che regolamenti gli affitti. Nelle grandi città, ormai, c'è l'affitto selvaggio: addirittura in periferia, per avere 80 mq, occorrono dai 700 euro in su. Quindi, non è con un piano senza copertura finanziaria che affrontiamo queste problematiche. Questa è una cortina fumogena! E mi meraviglio che l'estrema sinistra, quella sinistra antagonista che pure scende in piazza per problemi così urgenti, stando al Governo, consenta questa mistificazione, che accecaPag. 15i cittadini dicendo che si costruirà per l'emergenza abitativa, senza che ci sia un solo euro a copertura.
Mi auguro che, in questa legislatura, si possa approvare una legge organica sulla casa a protezione, non più solo, come è doveroso, dei ceti più deboli, ma anche del ceto medio che deve ricorrere al mercato degli affitti. Mi dite come si fa con 1.500 o 2 mila euro al mese a vivere in una grande città se bisogna pagare il canone d'affitto?
Voglio precisare che voterò a favore, ma non voglio partecipare all'inganno. Voterò a favore perché non si dica: O Dio, la destra non vuole che si costruiscano le case per la povera gente.
Ho il dovere denunciare che questa è aria fritta! Questo è un inganno e un mascheramento dell'impotenza di questa maggioranza nei confronti dei ceti più deboli! Non è possibile che, di fronte alle migliaia e migliaia di sfratti previsti nei prossimi mesi, voi vogliate far pagare solo i proprietari. La politica, in tal modo, scarica l'emergenza abitativa su quel cittadino proprietario di una casa che, magari, aspetta che si liberi per darla ai propri figli, essendo stata questa la sua intenzione al momento dell'acquisto. Credo che la maggioranza si debba fare carico di queste problematiche e che l'opposizione debba operare non in semplice contrasto con essa, ma nella ricerca di un punto di equilibrio, affinché la casa sia un bene di diritto, non un privilegio, e venga garantita a tutti, per smettere di sperperare miliardi e miliardi di euro per una edilizia fatiscente, indegna di un paese civile, e, ancora, per smettere di pagare i cosiddetti residence, migliaia e migliaia di miliardi per tenere le persone dentro pochi mq dove i comuni pagano dai 700 di euro in su.
Dovete avere il coraggio di una nuova politica sulla casa e dovete smetterla di ingannare i cittadini: dopo che sarà stato approvato il provvedimento in esame, ci vorranno almeno cinque anni prima che veda la luce un solo metro quadro di costruzione!
Quanto al blocco degli sfratti, esso rende giustizia da una parte, ma crea profonde ingiustizie dall'altra. Grazie (Applausi di deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 4 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Foti 4.60 e Tocci 4.63 e raccomanda l'approvazione del subemendamento della Commissione 0.4.62.1, che è in distribuzione.
PRESIDENTE. Stavo appunto per annunciarne l'avvenuta presentazione: poiché l'ha fatto lei, la ringrazio.
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Il testo del subemendamento è il seguente: «All'emendamento 4.62 Bocci, sostituire la lettera d) con la seguente: d) la stima delle risorse finanziarie necessarie per l'attuazione del programma nell'ambito degli stanziamenti già disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».
Infine, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Bocci 4.62, come riformulato dal subemendamento della Commissione 0.4.62.1, ed invita al ritiro di tutti i restanti emendamenti presentati all'articolo 4.
PRESIDENTE. Il Governo?
FRANCA DONAGGIO, Sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene; ove dunque i presentatori non accedano all'invito a ritirare le rispettive proposte emendative, queste ultime saranno poste in votazione con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Pag. 16TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, il mio precedente intervento è stato un po' accalorato in ragione dell'importanza della questione che stiamo affrontando, ma desidererei comunque avere dalla Presidenza una risposta riguardo alla copertura finanziaria.
È previsto un impegno di spesa per quanto riguarda gli sgravi fiscali, ma per quanto riguarda l'obiettivo del provvedimento - vale a dire, la nuova edilizia residenziale pubblica - non trovo nel testo una copertura finanziaria. Quindi, signor Presidente, gradirei una risposta da lei, dal presidente della Commissione bilancio, ovvero da chi lei ritenga di chiamare in causa.
PRESIDENTE. Come ha potuto constatare, onorevole Buontempo, sin dall'inizio della seduta abbiamo dato conto del lavoro molto accurato svolto dalla Presidenza, con riferimento al vaglio di ammissibilità delle proposte emendative presentate, e dalla Commissione bilancio, in sede di espressione del parere sui singoli emendamenti e del parere conclusivo, contenente una condizione che si intende presentata come emendamento ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento.
Pertanto, ad avviso della Presidenza, il controllo da parte della Camera sulla copertura finanziaria è stato accurato, come avviene, del resto, con riferimento a tutti i provvedimenti legislativi al nostro esame.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 4.64.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, colleghi, desidero spiegare che la presentazione del mio emendamento 4.18 era finalizzata esclusivamente a ricordare al Parlamento italiano che vi è una legge unica che...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole D'Ulizia, ma siamo passati alla votazione dell'emendamento Dussin 4.64.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti.
PRESIDENTE. Essendo stati espressi i pareri dal relatore e dal rappresentante del Governo, non era più possibile intervenire sul complesso degli emendamenti. Se lo desidera, onorevole D'Ulizia, potrà intervenire per dichiarazione di voto quando passeremo alla votazione del suo emendamento 4.18.
LUCIANO D'ULIZIA. In tal caso, signor Presidente, interverrò in seguito sul mio emendamento. Mi scusi, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, noi chiediamo di sopprimere l'articolo 4 perché interviene in materia di edilizia residenziale pubblica, materia attribuita integralmente alle regioni dalla riforma Bassanini e, in particolare, dal decreto legislativo n. 112 del 1998.
Al Senato abbiamo apportato alcuni miglioramenti al testo in esame rispetto a quello del decreto-legge decaduto, recependo il contenuto dell'emendamento presentato in quella sede dalla Lega Nord. Tuttavia, si ritiene che a costituzione vigente resti impossibile definire un programma nazionale di edilizia residenziale pubblica senza intromettersi nelle prerogative regionali. È un aspetto che vorrei sottolineare in quanto con l'articolo 4 del testo all'esame si intende istituire un programma nazionale di edilizia residenziale pubblica scavalcando le vere competenze già a suo tempo assegnate alle regioni e ormai consolidate.
Vorrei inoltre intervenire su alcune dichiarazioni svolte dai colleghi durante la discussione sul complesso degli emendamentiPag. 17relativamente all'articolo 4, cogliendo l'opportunità di parlare dell'emendamento a mia firma 4.64.
Ritengo sia giusto fare leva sulla questione fiscale di cui parlava prima l'onorevole Lupi, con cui concordo, visto che abbiamo proposto anche un articolo aggiuntivo in tal senso.
Per quanto riguarda la riqualificazione urbana, però, mi è sembrato di cogliere fra le righe dell'intervento del collega, che egli vorrebbe ritornare ad un incentivo avente carattere nazionale. Credo che, per coerenza, come è ormai acquisito il fatto che l'edilizia residenziale pubblica sia una materia di competenza esclusiva regionale, anche quella urbanistica sia tale. Se pensiamo di farci sostenere dallo Stato con contributi a pioggia ogni volta che occorre, sbagliamo proprio la politica, che per essere «giusta» dovrebbe mantenere le risorse a livello regionale e sviluppare il nostro programma.
Pensiamo dunque che sia giusto e corretto mantenere le risorse e creare - così come dovrebbe essere il federalismo fiscale - quelle gestioni oculate che partano dal territorio. Si tratta di un'operazione che il territorio regionale può essere benissimo in grado di gestire, operazione da non intendersi come una realizzazione di esclusiva mano pubblica e con alloggi esclusivamente pubblici.
Visto che tra i banchi del Governo vi sono illustri rappresentanti, penso che si possa intervenire sul saggio di interesse che favorisca le giovani coppie e che sia importante dare un sostegno a quelle di esse che realizzano i loro fabbricati con le capacità consone alla provincia. Con il provvedimento in esame si pensa di intervenire per i comuni fino a diecimila abitanti: abbiamo detto che non va bene, che tale operazione sarà infruttuosa e che con essa ci confronteremo fra uno o due anni quando vedremo che non si sarà realizzato nulla di tutto ciò. Sarebbe utile dare un sostegno alle giovani coppie aiutandole rispetto a quel saggio di interesse che oggi è cresciuto a livello europeo e che non aiuta, anzi crea difficoltà quando devono prendere decisioni per la loro vita e per il loro futuro.
Oltre a quella descritta, vi sono anche altre situazioni di disagio che vanno sostenute, creando una grande offerta di immobili attraverso uno sgravio fiscale per chi è proprietario affinché possano essere immessi sul mercato, per sostenere chi potrà usufruirne, e dando risposte all'intera domanda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Interverrò molto brevemente, signor Presidente. Prima il collega Buontempo le ha rivolto una domanda di ordine tecnico, che in realtà - e non le può sfuggire - aveva un significato prettamente politico. Al di là di come pomposamente possa essere definito l'articolo 4, esso rappresenta soltanto la cartina di tornasole per poter prorogare gli sfratti, facendo finta che si metta in moto qualcosa sotto il profilo dell'edilizia residenziale pubblica.
Già prima il collega Dussin asseriva correttamente che la materia è disciplinata secondo la costituzione vigente e che è materia di esclusiva competenza regionale. Mi permetto di fare soltanto una osservazione rispetto al fatto che, se non verrà modificato l'attuale testo del disegno di legge, così come mi sembra la relatrice abbia prospettato, accettando un emendamento che verrà presentato, allo stato, si tratterebbe di un programma e di una raccolta di programmi da parte dello Stato centrale destinati soltanto a fare muffa nei cassetti del Ministero delle infrastrutture.
Ritengo che un programma ambizioso di edilizia residenziale pubblica - che, giustamente, deve partire dalle regioni - dovrebbe avere dallo Stato tuttalpiù un incentivo anche sotto il profilo dei termini entro i quali questi programmi devono essere adottati. Invece, in questo caso - ed è il motivo per cui non avete voluto stanziare un euro - vi accontentate soltanto di raccogliere della carta: evidentemente,Pag. 18non pensate a case di cemento, ma di cartapesta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 4.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 251).
Prendo atto che il deputato Rampelli non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 4.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 259).
Passiamo all'emendamento D'Ulizia 4.18.
Ha chiesto di parlare il deputato D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, colleghi, già nel corso della discussione sulle linee generali dissi di apprezzare il disegno di legge perché, di fatto, dava una soluzione organica al problema dell'emergenza abitativa. Tuttavia, ricordai a lei e a tutti noi che la cooperazione edilizia aveva avuto un ruolo fondamentale nel dare risposte abitative ai ceti meno abbienti, tanto è vero che, se oggi l'80 per cento degli italiani può dirsi proprietario di un'abitazione, per larga parte ciò è dovuto all'iniziativa cooperativa, ovvero alle cooperative edilizie. Allora, dichiaro di ritirare l'emendamento che ho presentato, ma voglio spiegare i motivi della sua presentazione e, dal momento che il Governo e la relatrice non hanno accolto la mia iniziativa, quanto poteva essere utile.
Oggi, nel nostro sistema legislativo, le strutture codificate da una legge hanno la rappresentanza delle imprese cooperative: solo quelle possono rappresentare, cioè, le associazioni di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo. Con una codificazione - come è stata proposta nel disegno di legge - lasciamo, invece, una rappresentanza indefinita. Quindi, il mio emendamento voleva intanto essere coerente con la legislazione italiana, che attribuisce solo a quelle associazioni la rappresentanza, e chiarire il ruolo delle imprese cooperative nella fattispecie dell'emergenza abitativa. Si trattava, quindi, di un contributo di chiarezza e coerenza con la legislazione, che ho visto, purtroppo, non essere apprezzato. Di conseguenza, signor Presidente, ritiro il mio emendamento 4.18.
PRESIDENTE. L'emendamento D'Ulizia 4.18 è quindi ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 4.65.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Colgo l'occasione di questo emendamento per riferirmi anche all'emendamento che è stato ritirato. Onorevole Presidente, la maggioranza di centrodestra, il Governo Berlusconi, è stato costretto a varare una legge di grande buonsenso: fu la legge a tutelaPag. 19dei cittadini che aderiscono a cooperative edilizie.
Il sistema delle cooperative non è stato soltanto un bene per il cittadino, che aveva bisogno della casa, è stato anche un male, perché in questo paese ci sono stati 300 mila cittadini che avevano già pagato il dovuto alle cooperative, facendo sacrifici incredibili, mentre le case venivano messe all'asta. Infatti, quelle cooperative attingevano alle casse pubbliche e non versavano i soldi alle banche. Per cui il cittadino entrava nella cooperativa, pagava la propria quota, pagava i ratei dovuti, pagava mensilmente quanto veniva richiesto nel contratto, però non era proprietario della casa che abitava, che in alcuni casi aveva già pagato per il 70-80 per cento.
Dov'erano queste rappresentanze nazionali delle cooperative (a cominciare dal Lazio)? Qualcuno è finito in galera e ci sono ancora molte inchieste aperte! Dove erano i rappresentanti nazionali delle cooperative quando avveniva tutto questo? Noi abbiamo dovuto approvare una legge a protezione di quegli inquilini che pagavano, in modo da garantirgli che la casa non potesse essere loro sottratta.
Quando si vuole dare rappresentanza e si vuole stare nei luoghi decisionali, occorre che anche la cultura della responsabilità si faccia strada a tutela del cittadino più debole, il quale, quando viene truffato da un cooperativa, non ha santi in paradiso, non ha soldi per gli avvocati, non ha strumenti per tutelare i suoi diritti; oltretutto, c'è un sistema bancario che, spesso d'accordo con i truffatori delle cooperative, ha messo in ginocchio migliaia e migliaia di famiglie del nostro paese.
Concludo Presidente, augurandomi che questo nuovo sistema costruito sull'acqua e, ripeto, senza copertura finanziaria, non sia un nuovo carrozzone per chi sulla emergenza abitativa, anche nella vendita del patrimonio immobiliare pubblico, ha fatto affari - e che affari! - spesso non trasparenti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 4.65, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 261).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 4.66, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 250).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 4.67, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 453
Astenuti 4
Maggioranza 227
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 267).Pag. 20
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 4.60, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 468
Astenuti 4
Maggioranza 235
Hanno votato sì 449
Hanno votato no 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 4.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 260).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tocci 4.63, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 469
Astenuti 7
Maggioranza 235
Hanno votato sì 459
Hanno votato no 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.62.1 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 416
Astenuti 63
Maggioranza 209
Hanno votato sì 412
Hanno votato no 4).
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Signor Presidente, ricordo che rispetto all'emendamento Bocci 4.62, si intendono assorbiti i due successivi, ossia gli emendamenti Bocci 4.3 e 4.61.
PRESIDENTE. No, deputata Fasciani, sono assorbiti tali emendamenti, ma lei deve invitare il presentatore al ritiro.
GIANPIERO BOCCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO BOCCI. Signor Presidente, ritiro i miei due emendamenti che sono stati testé richiamati.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Bocci. Avverto che, a seguito dell'approvazionePag. 21del subemendamento 0.4.62.1 della Commissione, il parere della Commissione bilancio sull'emendamento Bocci 4.62 deve intendersi favorevole.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bocci 4.62 (nuova formulazione), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 350
Astenuti 120
Maggioranza 176
Hanno votato sì 332
Hanno votato no 18).
Ricordo che gli emendamenti Bocci 4.3 e 4.61 sono stati ritirati.
Passiamo pertanto alla votazione dell'articolo 4.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 293
Astenuti 186
Maggioranza 147
Hanno votato sì 272
Hanno votato no 21).
Ricordo che gli articoli aggiuntivi Lupi 4.04 e 4.05 sono stati ritirati e che l'articolo aggiuntivo Lomaglio 4.02 è inammissibile, al pari dell'articolo aggiuntivo Dussin 4.06.
Invito pertanto il relatore ad esprimere il parere della Commissione sui rimanenti articoli aggiuntivi.
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Chianale 4.020, Chianale 4.03 e De Corato 4.01.
PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Chianale 4.020, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 270
Astenuti 200
Maggioranza 136
Hanno votato sì 269
Hanno votato no 1).
Prendo atto che l'onorevole Realacci non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Chianale 4.03, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 266
Astenuti 205
Maggioranza 134
Hanno votato sì 266).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo De Corato 4.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo, presentato da me assieme all'onorevole De Corato e ad altri deputati, che è stato accettato - e ringrazio di ciò - dalla Commissione e dal Governo, tende a raggiungere l'obiettivo di salvaguardare i luoghi in cui si svolgono le attività teatrali, ossia i teatri che, specie nei centri delle città, stanno subendo da tempo un tentativo di «annullamento». Infatti, diventa più facile operare in locali così strutturati affinché le attività che vi si possano svolgere siano altre, magari più redditizie. Quindi, la sensibilità dimostrata dal Governo e dalla Commissione sulla nostra proposta emendativa, la voglio rilevare ancora ringraziando, e preannunzio il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale - e mi auguro anche degli altri gruppi della Casa delle Libertà - affinché si raggiunga un obiettivo serio. Ciò, ad esempio - parlo della mia città, Milano - significa, e non è poco, che il Teatro Nuovo, in Piazza San Babila, non dovrà chiudere, e questa è una vittoria per l'Italia e per Milano.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo De Corato 4.01, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 459
Astenuti 7
Maggioranza 230
Hanno votato sì 458
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5
(Vedi l'allegato A - A.C. 1955 sezione 7), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 289
Astenuti 183
Maggioranza 145
Hanno votato sì 287
Hanno votato no 2).
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1955 sezione 8).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 6.1 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento).
PRESIDENTE. Il Governo?
FRANCA DONAGGIO, Sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).Pag. 23
(Presenti 476
Votanti 267
Astenuti 209
Maggioranza 134
Hanno votato sì 266
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 262
Astenuti 210
Maggioranza 132
Hanno votato sì 262).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7
(Vedi l'allegato A - A.C. 1955 sezione 9), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 262
Astenuti 214
Maggioranza 132
Hanno votato sì 262).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1955 sezione 10).
Qual è il parere del Governo?
FRANCA DONAGGIO, Sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale. Il Governo accetta gli ordini del giorno Stradella n. 9/1955/1 e Lo Maglio n. 9/1955/3, non accetta, invece, l'ordine del giorno Buontempo n. 9/1955/2.
TOMMASO FOTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
TOMMASO FOTI. Per un chiarimento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire per avere un chiarimento sul parere espresso dal rappresentante del Governo sull'ordine del giorno Buontempo n. 9/1955/2 che rispecchia nel contenuto, lo ricordo, l'emendamento Buontempo 1.68 ritirato dal presentatore, e sul quale vi era il consenso unanime della Commissione ambiente.
PRESIDENTE. Invito, dunque, il rappresentante del Governo a chiarire il proprio parere sull'ordine del giorno in questione. A tale riguardo, faccio presente che il Presidente della VIII Commissione aveva invitato il deputato Buontempo a ritirare il suo emendamento 1.68, sul quale la Commissione bilancio aveva espresso parere contrario, e a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno sul quale vi era un consenso di massima della VIII Commissione.
FRANCA DONAGGIO, Sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale. Presidente, chiedo scusa, evidentemente non ci siamo intesi con il presidente della Commissione ambiente. Modifico, pertanto, il parere precedentemente espresso sull'ordine del giorno Buontempo n. 9/1955/2 che viene, quindi, accettato dal Governo.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettiviPag. 24ordini del giorno Stradella n. 9/1955/1, Buontempo n. 9/1955/2 e Lo Maglio n. 9/1955/3, accettati dal Governo.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Misiti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Francescato. Ne ha facoltà.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, nell'annunziare il voto favorevole del gruppo dei Verdi chiedo che la Presidenza autorizzi l'eventuale pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputata Francescato, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cacciari. Ne ha facoltà.
PAOLO CACCIARI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Cacciari, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, preannuncio, a nome del gruppo della Rosa nel Pugno, il voto favorevole sul provvedimento e chiedo, inoltre, che la Presidenza autorizzi l'eventuale pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Di Gioia, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, preannuncio, a nome del gruppo Popolari-Udeur, il voto favorevole sul provvedimento e chiedo, inoltre, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato D'Elpidio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, preannuncio, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, il voto di astensione sul provvedimento in esame e chiedo, inoltre, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Rampelli, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Chianale. Ne ha facoltà.
MAURO CHIANALE. Signor Presidente, preannuncio, a nome del gruppo dell'Ulivo, il voto favorevole sul provvedimento in esame e chiedo, inoltre, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
Pag. 25
PRESIDENTE. Deputato Chianale, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, preannuncio il voto di astensione sul provvedimento in esame e chiedo, inoltre, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Barani, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Adolfo. Ne ha facoltà.
VITTORIO ADOLFO. Signor Presidente, preannuncio, a nome del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), il voto di astensione sul provvedimento in esame e chiedo, inoltre, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Adolfo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione voto l'onorevole Stradella. Ne ha facoltà.
FRANCO STRADELLA. Preannuncio il voto di astensione del gruppo di Forza Italia per le ragioni già svolte questa mattina dall'onorevole Lupi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Il nostro voto sarà convintamente contrario, invece, proprio in ragione di questo programma nazionalistico di edilizia pubblica. Anch'io, inoltre, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Dussin, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
(Correzioni di forma - A.C. 1955)
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA FASCIANI, Relatore. Signor Presidente, innanzitutto, vorrei ringraziare tutti i colleghi della Commissione VIII per il lavoro svolto. È stato un lavoro condiviso, di miglioramento del testo e di precisazione delle norme. Un sentito ringraziamento va quindi a tutti i colleghi, di opposizione e di maggioranza. Ringrazio anche gli uffici, in particolare i due consiglieri responsabili per loro altissima competenza e i tre collaboratori della segreteria per la loro grande disponibilità.
Ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nel disegno di legge A.C. 1955, propongo le seguenti correzioni di forma: all'articolo 1, comma 6, dopo le parole: «e successive modificazioni» occorre sopprimere la parola «e»; al medesimo articolo 1, comma 6, dopo le parole «della medesima legge», occorre aggiungere, in fine, le seguenti parole: «n. 431 del 1998»; all'articolo 3, comma 2, dopo le parole «nell'articolo 1», occorre aggiungere le seguenti: «comma 1»; all'articolo 4, comma 2, occorre sopprimere le parole «del presente articolo»; al medesimo articolo 4, comma 2, dopo le parole «Conferenza unificata», occorre aggiungere le seguenti: «di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281» edPag. 26occorre sostituire le parole «il programma nazionale» con le seguenti: «un programma nazionale».
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono approvate.
(Così rimane stabilito).
ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Signor Presidente, vorrei innanzitutto ringraziare la relatrice e gli uffici. Rivolgendomi agli altri colleghi, invece, vorrei ribadire che è stato compiuto un lavoro difficile su un provvedimento che ripropone una necessaria proroga degli sfratti per ragioni sociali, cercando di accogliere tutti i contributi che sono intervenuti, anche dall'opposizione.
Il presidente La Russa ha avuto modo di sottolineare un importante contributo riguardante la vicenda di alcuni enti teatrali. È chiaro che una parte di questo provvedimento, come è stato da più parti ricordato, quella parte, per così dire, in positivo sull'edilizia del futuro, sulla necessità di risposte in positivo ai fabbisogni abitativi, non è adeguatamente risolta dal provvedimento in questione e su questo punto il Parlamento, ma in particolar modo la nostra Commissione, si impegna a far sì che in futuro, i temi oggi sottolineati nel provvedimento - giustamente - siano al centro dell'attività della Camera dei deputati (Applausi).
(Coordinamento formale - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata a procedere al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1955)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1955, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali» (A.C. 1955):
Presenti 471
Votanti 281
Astenuti 190
Maggioranza 141
Hanno votato sì 263
Hanno votato no 18
Prendo atto che il deputato Alessandri avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Prendo altresì atto che il deputato Bianco si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo infine atto che il deputato Lupi ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi.
(La Camera approva - Vedi votazioni).