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Informativa urgente del Governo sul grave incidente avvenuto nelle acque dello stretto di Messina (ore 9,15).
(Interventi)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbi. Ne ha facoltà.
MARIO BARBI. Signor Presidente, signor ministro, purtroppo stamani ci troviamo ancora una volta a commentare un disastro occorso nel nostro sistema dei trasporti; si tratta di un gravissimo incidente che ha provocato la morte di quattro naviganti, il ferimento di altri due membri dell'equipaggio e di quasi 100 passeggeri dell'aliscafo Segesta che trasportava, come di consueto, lavoratori ed altri passeggeri da un capo all'altro dello stretto tra Calabria e Sicilia.
Vorrei innanzitutto esprimere ai familiari delle vittime, ai feriti e ai loro familiari il cordoglio del gruppo dell'Ulivo e, credo, dell'intero Parlamento.
Colleghi, la ricostruzione dell'incidente è in corso, stando alle tempestive dichiarazioni rese dal ministro e dal comandante generale del corpo delle capitanerie di porto-guardia costiera. La tragedia avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi se solo l'impatto fosse avvenuto qualche istante dopo, in quanto avrebbe colpito in pieno lo scafo, coinvolgendo i passeggeri presenti a bordo.
In questa circostanza desidero associarmi al ringraziamento doveroso al personale di soccorso, a quello della Guardia costiera, che già a tre minuti dall'allarme è riuscita ad inviare un mezzo navale, nonché al personale delle altre navi che si sono recate sul posto, al personale sanitario ed infermieristico e ai volontari, che hanno dato una grande prova di solidarietà nei confronti dei feriti.
Non può sfuggire alla nostra attenzione il fatto che, purtroppo, la nave Segesta era ormai priva di equipaggio in grado di assistere e di aiutare i passeggeri in un momento davvero drammatico. Ora, sarà l'inchiesta della magistratura, coadiuvata dagli altri organi competenti e tecnici, a spiegare ciò che è avvenuto nello stretto. Tale quadro sembra peraltro più complesso di quanto era apparso in un primo momento.
In ogni caso, il tema che attrae la nostra attenzione è quello della sicurezza e del sistema in grado di prevenire disastri come quello in oggetto. Non è peraltro questo il momento di riaprire il polemiche sul ponte sullo stretto, come si è sentito fare in queste ore.
Il sistema di sicurezza che può prevenire questi incidenti esiste, come ci è stato ricordato. Dobbiamo chiederci quindi quando il sistema VTS entrerà compiutamente in funzione e quando il VTS di Messina verrà integrato con quello nazionale, assicurando in tal modo una piena funzionalità di tale dispositivo.
Sappiamo che il VTS di Messina è stato installato prima di quello nazionale e che è in attività, ma in modo non compiuto e non continuativo. La prima tranche è stata completata, mentre per la seconda il contratto è stato firmato a dicembre del 2006.
Cogliamo dunque questa occasione per auspicare che vi sia una pronta collaborazione tra tutti gli enti coinvolti, il Ministero e gli enti locali, affinché questo sistema di sicurezza, che il Parlamento ha voluto diversi anni fa, possa entrare pienamente in funzione.
Voglio ricordare ai colleghi che fu la legge di iniziativa parlamentare 14 marzo 2001, n. 51, recante disposizioni per la prevenzione dell'inquinamento derivante dal trasporto marittimo di idrocarburi e per il controllo del traffico marittimo, che, all'articolo 5, prevedeva che, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il ministro dei trasporti, di concerto con il ministro dell'ambiente, fissasse con propri decreti le disposizioni attuative del sistema di controllo del traffico marittimo, il Vessel Traffic Service, assicurandone la gestione operativa attraverso le strutture centrali e periferiche del Ministero. La stessa legge poi stanziava 39 miliardi di lire per il sistema di comunicazioni per la sicurezza nel mare.
Se, come abbiamo sentito, il VTS avrebbe potuto prevenire l'incidente, noi abbiamo il dovere di operare per far sì che sia accelerata la messa in atto del sistema, affinché in tutti i mari italiani tutti i Pag. 5naviganti e i passeggeri possano navigare sicuri e protetti (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Floresta. Ne ha facoltà.
ILARIO FLORESTA. Signor Presidente, signor ministro, la ringrazio per la solerzia dimostrata nel venire a riferire in Parlamento. Il gruppo di Forza Italia rinnova le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e augura una pronta guarigione a tutti i feriti, sperando che il bilancio della sciagura non si aggravi ulteriormente.
Riguardo alle considerazioni svolte dal ministro, desidero porre l'accento sul fatto che, come ha riferito lo stesso ministro, la sciagura avrebbe potuto assumere dimensioni molto più gravi. Svilupperò questo aspetto nel corso del mio intervento; tengo a rilevare subito che, trattandosi di disgrazia, non possiamo dire di essere stati fortunati, ma possiamo sicuramente affermare che la disgrazia è stata attenuata dalla fortunata circostanza che lo speronamento, per frazioni di secondo, è avvenuto in un determinato punto dello scafo.
Lei, signor ministro, ha ribadito che gli interventi di soccorso sono stati pronti ed efficaci. Di ciò ringraziamo lei e chi è intervenuto con grande rapidità, a dimostrazione del fatto che il precedente Governo aveva tenuto sotto controllo tutto quanto attiene alla tempestività degli interventi in materia di sicurezza. Quindi, la struttura a ciò deputata non era stata smantellata, come taluno aveva voluto sostenere in precedenza; anzi, i fatti hanno dimostrato che gli interventi sono stati immediati.
Inoltre, lei ha affermato, signor ministro, che nello stretto non vi sono incidenti con vittime da decenni. È vero, ma le rammento, signor ministro, che, negli anni passati, si sono verificati molti incidenti - quasi una quarantina - che avrebbero potuto causare disgrazie simili a quella avvenuta ieri.
Tutto ciò mi porta a sviluppare con lei, signor ministro, considerazioni concernenti lo sviluppo strategico del crescente traffico marittimo nello stretto di Messina: va sempre più crescendo, infatti, il traffico passeggeri, basato sugli spostamenti dei pendolari (come lei ben sa, essendo del territorio) che arrivano con i treni ed altri mezzi di trasporto. Lei sa, signor ministro, che sono circa dieci milioni - una cifra impressionante - i passeggeri che transitano nello stretto di Messina; non a caso, ha ribadito poc'anzi che lo stretto è un punto nodale. Pertanto, non possiamo abbassare l'attenzione e dobbiamo far sì che non si ripetano simili episodi. È davvero increscioso che, con l'evoluzione tecnologica che ha caratterizzato la cantieristica navale ed i sistemi di sicurezza, siamo costretti a vedere capitare, purtroppo, queste disgrazie.
Mi auguro che le autorità competenti operino seri controlli su quello che è accaduto, ma una componente di errore umano c'è sicuramente stata: se fossero state rispettate le precedenze e tutte le norme di sicurezza e se fossero state utilizzate tutte le strumentazioni che regolano il traffico, l'incidente non si sarebbe verificato. Ad ogni modo, l'errore viene definito «umano» proprio perché sbagliare è umano!
Quindi, sollecito due misure. In primo luogo, si provveda ad un ammodernamento il più possibile veloce, non solamente a parole: in Italia, siamo abituati, ahimè, a piangerci addosso quando le cose non sono più rimediabili; per spingerci a prestare attenzione a quello che accade occorre che vi sia una vittima umana...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ILARIO FLORESTA. Inoltre, dobbiamo fare in modo che tutti i mezzi tecnologici ed i sistemi di sicurezza vengano attivati e consegnati ad autorità di vigilanza certe, in modo da non dare adito a «scaricabarili». Ancora, la cantieristica navale dovrebbe provvedere a che tutti i mezzi che normalmente passano nello stretto, con una frequenza veramente incredibile - uno al minuto! -, dispongano di tutti quegli accorgimenti, anche meccanici, atti a consentire che, in caso di incidenti navali, non si abbiano più perdite di vite umane.Pag. 6
Comunque, signor ministro, noi collaboreremo e saremo attenti, con grande assiduità, a tutto che ciò che questo Governo farà, perché vorremmo che alle parole corrispondessero fatti concreti. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.
CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, signor ministro, il gruppo di Alleanza Nazionale rinnova i sentimenti di cordoglio per le vittime dell'incidente (si trattava di lavoratori) ed esprime solidarietà umana alle loro famiglie e ai feriti, che sono numerosi, soprattutto a quelli che sono ancora in pericolo di vita.
La sua, signor ministro, è stata una ricostruzione tecnica, ma questo è un Parlamento e in Parlamento, senza cedere alla tentazione della speculazione, dobbiamo fare delle valutazioni politiche. Le mie osservazioni, non strettamente riferite all'incidente, ma al sistema di sicurezza nello stretto, chiamano fortemente in causa le responsabilità politiche del Governo che lei rappresenta. Le spiegherò anche perché (se leggiamo le cifre, senza fornire una valutazione, non comprendiamo).
Oggi, si sostiene che lo stretto sia il luogo più trafficato del Mediterraneo, uno dei più trafficati, sicuramente il più trafficato d'Europa. Ma perché è il luogo più trafficato d'Europa? Perché 13 mila navi mercantili - 35 al giorno - attraversano lo stretto (questo è sicuramente un problema, ma ha anche una valenza positiva) e si registrano 140 mila attraversamenti l'anno, ossia 380 al giorno. Traghetti con treni, auto, camion ed aliscafi attraversano lo stretto: i cosiddetti dieci milioni di passeggeri usufruiscono di questo tipo di collegamento. Ecco perché lo stretto ormai è diventato un luogo estremamente pericoloso!
Le scelte del suo Governo e sue, signor ministro, sono quelle di allontanare l'attenzione da questo problema e di eliminare dall'agenda del Governo - un atto grave sul piano politico e storico che ricade sulle vostre spalle - il ponte sullo stretto. Lei dirà che si tratta di una sciocchezza, io invece le dico che è l'unico elemento di serietà che state cercando di occultare, il vero elemento di decongestionamento dello stretto. Infatti, questo tipo di traffico avrebbe potuto essere deviato sul manufatto stabile ed il vero sistema di sicurezza, da oggi agli anni che verranno, è proprio la realizzazione del ponte sullo stretto. Questo è il punto. Ma voi non lo potete ammettere.
Lei si è fatto sfuggire che la cosiddetta terza nave del gruppo Franza (per fare nomi e cognomi) ha creato le precondizioni dell'incidente (si assuma la responsabilità di quello che ha detto sul quotidiano la Repubblica di oggi). Noi diciamo che probabilmente c'è una disattenzione e negli anni è stata allontanata l'attenzione del Governo e della politica dal sistema di attraversamento dello stretto perché tutto è stato appaltato politicamente (e non soltanto) alla lobby dei traghettatori privati, che è garantita da questo Governo che lei rappresenta.
Queste sono le valutazioni politiche su cui il Parlamento deve riflettere e su cui deve riflettere anche il Governo. Sotto questo profilo, noi, come opposizione, come gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale, saremo estremamente severi ed incalzanti.
Diamo atto alle forze dell'ordine, alle forze preposte al soccorso, anche ai presidi sanitari, che prontamente hanno dato una risposta a questo grave incidente in termini soddisfacenti, ma il Governo, sul piano politico, porta questa responsabilità.
Prevediamo che, se non si interverrà in modo serio, rimettendo nell'agenda della politica nazionale e del Governo la realizzazione del ponte sullo stretto, tutti i sistemi di controllo del traffico e di sicurezza saranno un palliativo, perché il volume dei movimenti, degli scambi e del traffico che si registra nello stretto potrà essere radicalmente ridotto soltanto con la realizzazione del manufatto stabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Olivieri. Ne ha facoltà.
SERGIO OLIVIERI. Desidero esprimere, a nome di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, dolore per le vittime, cordoglio ai familiari e auguri di pronta guarigione ai feriti. Ho ascoltato le sue parole, signor ministro, e le condivido. Apprezzo la determinazione con la quale ci ha anche rassicurati circa la rigorosità dell'inchiesta. Tuttavia, vorrei fare alcune considerazioni.
Oggi, piangiamo una tragedia del mare, così come, nelle scorse settimane, abbiamo assistito a disastri ferroviari. C'è un problema di sicurezza nel nostro sistema dei trasporti? Sì, c'è. Allora, il punto è: quale politica il Governo intende mettere in campo per garantire trasporti efficienti, ma anche sicuri? Lei crede, signor ministro, che le politiche portate avanti in questi anni non c'entrino niente con il tema dell'insicurezza nei trasporti? Intendo riferirmi alle politiche delle esternalizzazioni, delle privatizzazioni, dello smembramento delle grandi aziende pubbliche, con manager super pagati, da un lato, e il taglio delle manutenzioni, dall'altro. È qui, su queste politiche, signor ministro, che occorre intervenire con una vera svolta. Ci vuole un piano dei trasporti che sappia coniugare efficienza e sicurezza, ruolo del pubblico e ruolo dei lavoratori. Altro che licenziarli, come è accaduto quando segnalavano i problemi della sicurezza!
C'è poi una specificità del trasporto marittimo. L'incremento del traffico marittimo e le strade del mare ci dicono che il problema è sempre più urgente. Occorre, in primo luogo, una grande iniziativa per ammodernare il trasporto pubblico via mare e la finanziaria dà un primo importante, ancora insufficiente, segnale. Non voglio, poi, dire che, in questo incidente, c'è un problema di carrette del mare. Tuttavia, visto che parliamo di sicurezza del trasporto marittimo, è noto che ci sono nel mondo armatori senza scrupoli che mandano in giro delle vere e proprie bagnarole. Occorre che, su questo versante, ci sia una forte iniziativa del Governo, anche a livello europeo. Dobbiamo impedire che le carrette solchino i nostri mari.
C'è, infine, una specificità dello stretto. Anche qui, esiste un problema di sicurezza? Sì, ce lo ricordano le comunità locali. Leggo le dichiarazioni di amministratori: si pone seriamente il problema della sicurezza nell'attraversamento dello stretto di Messina. Ce lo dicono i sindacati. Leggo dalla nota nazionale di tutti i sindacati dei trasporti: occorre valutare attentamente la normativa, le procedure di sicurezza, la composizione, l'utilizzazione degli equipaggi e le attrezzature tecnologiche, in modo tale da garantire la massima sicurezza in navigazione, in una situazione di crescente aumento del traffico, in un tratto di mare particolarmente difficile.
È giunto il momento, quindi, di porre, con assoluta urgenza, sul tavolo la riorganizzazione del sistema dei trasporti tra le due sponde. Occorre farlo sul serio. Bisogna costruire con le regioni Calabria e Sicilia, con gli enti locali, con la comunità locale, un vero e proprio progetto che migliori, razionalizzi e renda più sicuro il collegamento tra le due sponde, riduca i tempi di attraversamento e traguardi la prospettiva di una sorta di metropolitana del mare tra le due coste, in sinergia con il trasporto su gomma e su ferro delle città.
Ho sentito dire, nei commenti di ieri, che ci voleva il ponte. No, è vero il contrario. I soldi spesi per sognare opere faraoniche dannose, come il ponte, o tutti soldi - una vera vergogna - che sono stati ingoiati da un'alta velocità che è diventata un'alta voracità avrebbero potuto ben più utilmente essere spesi per ammodernare il trasporto pubblico, renderlo più efficiente e sicuro. Questo è il nostro auspicio, signor ministro.
PRESIDENTE. È presente in tribuna una classe della scuola media Paola Sarro di Roma, cui la Presidenza e l'Assemblea rivolgono un saluto (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, voglio intanto esprimere ai familiari delle vittime i sentimenti di un sincero cordoglio e, ovviamente, ai feriti l'augurio di pronta guarigione con la forte speranza che il bilancio delle vittime si fermi qui. Questo è il grande auspicio che noi formuliamo.
Voglio poi esprimere una stima particolare ed una considerazione avvertita nei confronti delle capitanerie di porto, di tutte le forze - polizia di Stato, carabinieri, Guardia di finanza, vigili del fuoco - che impegnate nei soccorsi con tempestività e celerità.
Signor ministro, sono queste le occasioni per fare delle valutazioni opportune e molte volte anche altre considerazioni che trascendono certamente da quelli che sono oggi le circostanze, i temi ed i problemi dinnanzi a noi. Certo l'auspicio da parte mia è che le commissioni di indagine possano accelerare il loro lavoro in modo che questo possa essere poi conosciuto dal Parlamento. Chi ha un minimo di esperienza, signor ministro, sa che si annunciano le commissioni per l'accertamento della verità su questi incidenti e poi si perdono le tracce dei risultati a cui queste pervengono. Dicevo prima che noi ci auguriamo ovviamente che vi possa essere una conclusione celere delle indagini ed una comunicazione opportuna e puntuale da parte del Governo.
Non faccio alcun riferimento, signor ministro, alle vicende del ponte. Mi limito ad una semplice battuta per dire che in fondo manca una strategia di politica infrastrutturale, che noi avevamo pensato e immaginato da molti anni, non soltanto verso la Sicilia, ma anche verso il Mediterraneo e l'Asia. Credo sia questo un dato che dimostri l'insufficienza della politica in questo momento rappresentata dall'attuale Governo, il quale ha operato un blocco rispetto ad un progetto e ad una proiezione su cui noi avevamo puntato moltissimo.
Vi è poi il problema della sicurezza. Ho ascoltato anche l'intervento dell'onorevole Barbi, che ringrazio molto, perché ha fatto riferimento ad una legislazione e ad alcuni provvedimenti che noi avevamo approvato sulla nautica di diporto, sulla tutela del mare e dei parchi ambientali, nonché sulla sicurezza che ancora non ho visto attuata e realizzata da parte di questo Governo. Non vi è dubbio che questa sia l'occasione per richiamare la sua attenzione, signor ministro, rispetto al lavoro che noi abbiamo fatto, sugli adempimenti mancati.
Vi è poi un'altra considerazione da fare. Questa mattina ho letto alcune sue dichiarazioni sulla stampa in cui lei fa riferimento ad una autorità per i trasporti e la sicurezza. Al di là del fatto che io ho una certa idiosincrasia nei confronti delle authority, perché quando si presenta un problema inestricabile o irrisolvibile si pensa sempre alle authority, faccio un richiamo molto serio. Nel finire della legislatura in un provvedimento di legge fu istituito l'Osservatorio per la sicurezza ed il trasporto all'interno del nostro paese, che dovrebbe essere il preludio di una Agenzia unica per la sicurezza, non soltanto per un monitoraggio, ma per creare sicurezza in termini intermodali. Poiché noi parliamo dell'intermodalità nei trasporti, non vi è dubbio che vi debba essere una intermodalità sulla sicurezza.
Vorrei richiamare la sua attenzione su questo e, soprattutto, sulla vicenda dello stretto di Messina. Tra Tremestieri, Messina, Villa San Giovanni, Reggio Calabria e il collegamento con Gioia Tauro c'è veramente un affollamento incredibile. Il WTS serve per l'indicazione delle navi. Bisogna capire che cosa è successo, ma, soprattutto, in questi pochi minuti la mia richiesta è di dare corso alle istanze che noi avevamo avanzato nella scorsa legislatura, senza pensare ed immaginare iniziative nuove che certamente ci porterebbero lontano dalla verità, dalla realtà e dalla tempestività (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor ministro, purtroppo ancora una volta discutiamo in questa sede di un incidente intervenuto nel Pag. 9sistema dei trasporti che ha causato alcune vittime.
Non molto tempo fa, qualche settimana addietro, in Commissione trasporti abbiamo discusso di un altro incidente, ferroviario, verificatosi in Trentino; in quella occasione erano morti i due macchinisti. Oggi, invece, in questa sede l'informativa riguarda un incidente avvenuto nel mare di Messina nel quale, purtroppo, sono decedute quattro persone.
A nome del gruppo della Lega Nord Padania, esprimo il più sentito cordoglio ai familiari delle vittime, nonché l'auspicio che i feriti ancora ricoverati presso gli ospedali possano nel più breve tempo possibile tornare a condizioni normali di salute.
Certo, sentire le parole del ministro a proposito della circostanza che poteva essere ancora più grave il già drammatico episodio avvenuto fa riflettere e induce a ritenere che indubbiamente i sistemi di sicurezza e gli strumenti tecnologici utilizzati in tali contesti debbano necessariamente essere all'avanguardia.
Le parole del ministro, che ha dichiarato che molto deve essere ancora fatto in questa direzione, fanno ritenere che l'impegno delle autorità competenti nell'apprestare strumenti tecnologici nel modo più adeguato e più utile alla prevenzione di tali gravi incidenti sia importante e sempre più necessario.
A nome del gruppo della Lega Nord Padania, vogliamo ringraziare le forze dell'ordine, chi è intervenuto nelle operazioni di primo soccorso - abbiamo sentito che sono state tempestive, professionali e competenti - ed i tanti volontari che hanno dato il loro apporto per fare in modo che i feriti avessero il migliore e più rapido aiuto possibile. L'auspicio da parte nostra è che vi sia l'impegno da parte di tutti, nostro e delle autorità competenti, per fare in modo che tali fatti non si ripetano più e che gli strumenti tecnologici messi a disposizione possano esser sempre più all'avanguardia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, noi non possiamo essere sorpresi da quanto è successo. È chiaro che il gruppo dell'Italia dei valori si unisce all'unanime espressione di cordoglio per i quattro morti e si augura che i feriti, tra i quali i sei gravissimi, possano migliorare e tornare alla loro attività; ma la mancanza di sorpresa deve essere sottolineata.
È vero che vi è un incremento degli incidenti, come dichiara il ministro; ministro al quale va il nostro ringraziamento, non solo per l'esposizione che ha testè potuto svolgere in questa Assemblea, rispettando così gli impegni del Governo verso il Parlamento - esposizione che, allo stato, non poteva essere più ampia - , ma anche per la sua tempestiva presenza sul luogo del disastro, negli ospedali e nel rapporto con le autorità locali.
Questo ci deve far capire che l'incremento registrato negli ultimi anni, dovuto soprattutto - come ha giustamente sottolineato il ministro - all'aumento dei passaggi delle grandi navi porta-container, mette sempre più a repentaglio la sicurezza. Ciò determina una situazione che si può definire allarmante.
I mezzi di controllo della sicurezza sono vetusti rispetto alla situazione anomala che si è creata nello stretto. Ha detto il ministro che quest'ultimo è il punto di maggior traffico concentrato nelle Mediterraneo. Ormai è un incrocio, poiché passano longitudinalmente tra le coste oltre 1.500 navi al mese, di cui almeno 600 con stazza superiore al tonnellaggio per il quale si richiede il pilota per la traversata. Questo flusso crescente in modo esponenziale incrocia un traffico locale anch'esso in straordinario aumento. Messina Porto, Messina Tremestieri per i mercantili, Reggio Calabria per i pendolari, villa San Giovanni per le navi private e delle Ferrovie dello Stato determinano traiettorie che si incrociano nel centro di una striscia di mare.
Questo elenco mal si concilia con il decreto dell'8 maggio 1985 per le rotte nord-sud e sud-nord delle grandi navi, tant'è vero che questo fatto comincia ad Pag. 10essere fondamentale e costituisce un fattore limitante per la crescita delle merci in arrivo e in partenza dal porto di Gioia Tauro. Molte grandi società internazionali puntano a bypassare, ad aggirare la Sicilia e andar direttamente nei grandi porti di Algeciras e di Valencia. Quest'anno è la prima volta che il porto di Gioia Tauro ha ridotto il numero dei container arrivati dall'Estremo Oriente.
I sindacati e i lavoratori hanno da tempo segnalato questo pericolo. Le capitanerie di porto fanno pressione continua per installare in via continuativa gli strumenti disponibili oggi, vale a dire il Vessel Travel System (VTS). Ormai, a distanza di tanti anni dall'avvio del lavoro, quest'ultimo sistema è rimasto sperimentale. La ragione, secondo me, è la seguente: dopo gli incidenti si organizzano grandi attività, riunioni, commissioni, si avviano proposte e tutto il resto, ma poi tutto cade nuovamente nella dimenticanza più assoluta.
Dal 1954 ad oggi sono stati 44 gli incidenti sullo stretto e già sono molti i morti che sono stati dimenticati: sei nel 1978, tre nel 1985 oltre a questi attuali.
Pensiamo - e concludo, signor Presidente - che oggi dobbiamo dotare il sistema di sicurezza in modo più straordinario. Ci deve far riflettere sulle omissioni la circostanza che è solo casuale il fatto che non siano morti cento o centocinquanta persone.
Da oggi in poi, quella situazione va non solo monitorata, ma controllata in modo più moderno e con i mezzi più efficaci, spendendo il massimo di fondi perché la vita umana non ha prezzo. Dunque, io mi auguro - così come auspicano molti commentatori sui giornali di oggi - che si intervenga con decisione per salvare in futuro vite umane e si consideri necessario andare avanti lungo la linea tracciata dalla legge del 1971 per arrivare al collegamento stabile tra la Sicilia e il continente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, anche il gruppo della Rosa nel Pugno esprime il suo sentito cordoglio ai familiari delle vittime e anche l'augurio di una pronta guarigione a coloro - tantissimi - che sono rimasti feriti.
Con questo mio intervento, che sarà piuttosto breve, intendo soffermarmi su uno degli aspetti che io ritengo - non solo da oggi - cruciale per quanto riguarda la sicurezza dei trasporti.
Mi riferisco cioè a quello che io considero una mancanza del nostro paese, vale a dire al fatto che ogni volta che accade una tragedia di questo tipo (concernente il trasporto navale o quello aereo o quello ferroviario), ci si comporta secondo certe modalità: il ministero, come è stato già giustamente annunciato in questa occasione, apre un'inchiesta e così la magistratura; vengono posti sotto sequestro tutti i relitti disponibili e tutto il materiale; vengono istituite alcune commissioni che poi esprimeranno delle perizie (naturalmente vi saranno anche delle controperizie di parte). Si avvia, in altre parole, un procedimento che punta alla ricerca del colpevole e mette in secondo piano la ricerca della causa dell'incidente.
Molto spesso nel nostro paese, a differenza di quanto accade negli altri, si impiegano anni per sapere con qualche sicurezza cosa abbia provocato un incidente.
Lei, signor ministro, ha parlato di qualche settimana per quanto riguarda l'indagine ministeriale e le voglio assolutamente credere, ma credo anche di non sbagliare nel dire che, in altri sistemi, non ci vorrebbe neppure qualche settimana, ma, probabilmente, qualche giorno.
Nel nostro paese manca un'agenzia fatta di personale specializzato nello studio degli infortuni che svolga esclusivamente tale compito, che intervenga dopo una sciagura nel sistema dei trasporti e che accerti immediatamente le cause. In questo modo, i relitti dovrebbero essere accessibili immediatamente a coloro che veramente se ne intendono e non a esperti nominati dal pubblico ministero o dal giudice, perché, altrimenti, la causa dell'incidente non viene individuata con tempestività e, soprattutto, non si interviene Pag. 11per impedire che possa accadere di nuovo, come invece è richiesto anche dalla normativa transnazionale.
Pertanto, senza voler togliere nessuna competenza alla magistratura, credo che questo dovrebbe essere un percorso parallelo teso a individuare le cause, perché, mi permetta anche di dire che molto spesso tutto si conclude, anche per la metodologia che viene usata, con il fattore umano. Sicuramente si tratta di un fattore determinante in molti casi, ma vi sono molto spesso delle concause di carattere strutturale su cui bisognerebbe intervenire, perché facilitano in certe condizioni l'errore umano.
Tutto questo richiederebbe la costituzione di un'agenzia, che immediatamente acceda ai relitti e individui in pochi giorni la causa più probabile dell'incidente, proponendo dei correttivi.
Questa misura non è prevista e spero che il Governo che sosteniamo sarà in grado di ovviare a questa lacuna piuttosto seria (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morrone. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MORRONE. Signor Presidente, signor ministro, vorrei, in primo luogo, ringraziare il ministro per l'esaustiva esposizione di quanto è accaduto e per la tempestività dei suoi interventi, che abbiamo molto apprezzato.
Intendo esprimere anche a nome del mio gruppo il cordoglio alle famiglie delle vittime, con l'augurio di pronta guarigione ai feriti, le cui condizioni, come leggo sulla stampa questa mattina, stanno migliorando. Vorrei, soprattutto, rivolgere un ringraziamento a tutte le forze dell'ordine, alle capitanerie di porto, al personale sanitario che, in modo così intelligente e con spirito di servizio, si sono prodigati nelle azioni di soccorso.
Signor ministro, le premetto che non sono mai stato un fautore del ponte sullo stretto, anzi ho apprezzato che questa mattina non sia stata fatta polemica in ordine a tale aspetto (quando sono stato assessore alla regione Calabria ero uno dei pochi che sosteneva che bisognava riflettere sull'importanza di questa opera). Un fatto problematico ed emblematico è presente: vi sono continui punti di conflitto, perché tra il nord e il sud si evidenzia un traffico longitudinale il più alto d'Italia, mentre fra Reggio e Messina vi è un traffico trasversale in continua crescita.
Allora, per quanto possiamo disporre di mezzi sofisticati, l'errore umano è da mettere in conto, signor ministro. Né possiamo pensare di allungare le rotte dei container, perché ciò porterebbe comunque - lo diceva poco fa il collega Misiti - a un calo del traffico nei porti italiani, non solo di Gioia Tauro, ma anche di La Spezia e di Genova. Quindi, abbiamo un problema di carattere tecnico. Le norme di sicurezza vanno migliorate ed i sindacati avevano addirittura annunciato uno sciopero, perché era stata ridotta la tabella di armamento, ossia il numero minimo dei membri degli equipaggi. Negli ultimi cinquant'anni, però, vi sono state ben 44 collisioni, di cui quattro, esclusa quella di cui si tratta oggi, con vittime (nel 1972, 1978, 1982 e 1985).
Quindi, il problema c'è e va affrontato alla radice. Credo che bisogna riflettere su come evitare i punti di conflitto e aumentare la sicurezza, tenendo sempre presente che l'errore umano è possibile.
Nei secoli scorsi, quando fu inventata la bussola geoscopica, si pensava che la navigazione sarebbe stata più sicura. Si pensava di aver risolto il problema degli incidenti in mare, che, invece, stranamente, aumentarono notevolmente, perché, avendo la direzione assicurata, i marinai inglesi di notte si ubriacavano e non guardavano cosa stava succedendo. Per questo l'errore umano è stato più frequente. Quindi si ebbe addirittura un aumento degli incidenti in mare, invece di una loro diminuzione.
Pertanto, bisogna sempre tenere presente l'errore umano, pur con tutti i mezzi sofisticati che abbiamo a disposizione, e bisogna ridurre le occasioni del suo verificarsi e, quindi, i punti di conflitto nella navigazione.Pag. 12
Questo è ciò che penso, ma sono sicuro che il piano straordinario per la sicurezza per la navigazione, che lei ha già annunciato, dovrà tenere conto sia degli aspetti economici, sia di quelli tecnici e che affronterà questo problema in maniera adeguata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Reina. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor ministro, dal momento che ieri, a nome del Movimento per l'Autonomia, ho avuto modo di richiedere per primo l'informativa urgente da parte del Governo, la ringrazio per essere qui questa mattina e per averci relazionato su quanto è avvenuto, anche se buona parte delle notizie che lei ha fornito era già stata data all'opinione pubblica dagli organi di informazione.
L'elemento più rilevante, assieme al cordoglio che già ieri avevamo espresso e che anche oggi tutti insieme rinnoviamo nei confronti delle vittime e delle loro famiglie, è che siamo di fronte a un tema particolarmente complesso, rispetto al quale constatiamo una certa inadeguatezza sul piano dell'attenzione.
Intendo riferirmi al fatto che lo stretto di Messina non è un ambito geografico uguale a tanti altri nell'ambito del territorio nazionale, ma è particolare, in quanto constatiamo, giorno dopo giorno, un incremento di flusso. Sappiamo che con il sistema della intermodalità c'è un'attenzione diversa e nuova nei confronti delle vie del mare e, quindi, è del tutto evidente che una situazione già complessa e difficile di per sé dal punto di vista del flusso di traffico, come quella dello stretto di Messina, è destinata a complicarsi sempre più.
Personalmente non sono convinto che gli strumenti che sono stati messi in atto fin qui possano rassicurarci in futuro circa le necessarie condizioni di sicurezza, che debbono esistere nell'attraversamento dello stretto. Lo stretto sarà sempre più caotico e convulso e occorre individuare un soggetto, una sorta di Authority - se volete - che sia in grado di coordinare quel tratto e il tipo di traffico che vi insiste.
Sarebbe troppo semplice, in questa sede, indulgere alla polemica: lungi da me il volerlo fare sulle questioni che riguardano la realizzazione o meno del ponte sullo stretto di Messina.
Ciò che importa, invece, è che dobbiamo renderci conto che l'attraversamento fondamentale dello stretto, dalla Sicilia alla Calabria e viceversa, comporta inevitabilmente uno spostamento - come è stato rilevato, nella giornata di ieri, da dati forniti da La Repubblica - di circa 16.500 persone e di circa 6.300 veicoli ogni giorno.
Vi è quindi, al di là dell'attraversamento delle grandi, medie e piccole navi mercantili, un problema fondamentale per quanto concerne il traffico tra Calabria e Sicilia, che non diminuisce, ma aumenta sempre più.
Rispetto a tale questione, ritengo non sia possibile lasciare che le condizioni di sicurezza rimangano quelle pensate ed immaginate - vorrei rilevare che ha fatto bene il ministro a precisarlo, in qualche modo - quando vi era un'altra realtà. Oggi la situazione è tumultuosamente diversa ed allora dobbiamo attrezzarci adeguatamente, al fine di evitare che possano ripetersi episodi di questo tipo.
Riguardo ad essi, per la verità anch'io, come l'onorevole Misiti, da un certo punto di vista non riesco, mestamente, a provare alcuna sorpresa, perché tali eventi sono prevedibili rispetto a quanto accade in quell'area. Chi apprende queste notizie solamente dalla lettura dei giornali, oppure non conosce i territori, non ha lontanamente idea di come si svolga il traffico nell'ambito dello stretto di Messina. Chi, invece, ci vive e sa cosa significhi tutto ciò, nutre evidentemente una certa preoccupazione.
Si tratta di quella stessa preoccupazione che veniva adombrata nei commenti di quei ragazzi, di quelle ragazze e di quegli studenti universitari che, dopo l'evento - sia per il trauma subito, sia per una razionale considerazione dei fatti - hanno giurato che non avrebbero più messo piede...
PRESIDENTE. La prego di concludere...
GIUSEPPE MARIA REINA. ...su un aliscafo o su una nave.
Signor ministro, nutriamo l'aspettativa che venga prestata una grande attenzione, da parte del Governo e, segnatamente, del ministro dei trasporti, all'intera materia dello stretto. Riteniamo che, al di là delle polemiche e delle diverse prese di posizioni che si sono manifestate in questi mesi, si possa lavorare seriamente, affinché si garantisca allo stretto di Messina - anche se grazie a Dio, fino ad oggi, tranne questo episodio drammatico e terribile, non si sono verificati disastri enormi - una condizione...
PRESIDENTE. Deve concludere!
GIUSEPPE MARIA REINA. ...di sicurezza. Non solo, ma crediamo debba essere anche avviato un processo di ammodernamento e di adeguamento rispetto sia ai flussi del traffico, sia al sistema dei trasporti italiano ed europeo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo.