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Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1042-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042-B sezione 4).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Questo è il primo degli articoli del provvedimento in esame al quale sono state apportate alcune modifiche, a mio avviso, sostanziali. Come emerge anche alla luce dei ragionamenti e delle riflessioni proposte ieri, in sede di discussione sulle linee generali, con tali modifiche, purtroppo, si introducono, al pari di quanto è avvenuto al Senato, nell'ambito di un tema così delicato come quello dei mercati finanziari, alcuni passaggi che risultano problematici non soltanto per la loro collocazione ma anche per la tempistica di applicazione. È evidente - in base allo stesso disposto comunitario - che entro il 31 gennaio 2007 dovrà intervenire un completo adeguamento della normativa nazionale a quella comunitaria.
Il primo emendamento che illustrerò è relativo alla introduzione, da parte del Senato, di un elemento assolutamente contraddittorio. Da una parte, infatti, si intende estendere la soggettività finanziaria anche alle persone fisiche e, dall'altra, si vuole limitarne la competenza alla consulenza. Noi proponiamo di stralciare, di eliminare la parte che limita l'esercizio dei servizi e delle attività di investimento al servizio di consulenza. È una questione assolutamente delicata e credo non sfugga ad alcuno che il nostro paese, a differenza di molti altri, è stato interessato significativamente da alcune vicende delicate, come quelle della Cirio e della Parmalat, che hanno sottoposto gli investitori e gli utilizzatori del processo di investimento finanziario a rischi notevoli, con gravissime ripercussioni sull'economia del paese. Si consideri che quest'ultima si fonda in gran parte sull'attività creditizia, finanziaria e bancaria.
È evidente che occorre limitare al massimo i rischi per queste possibilità, che vengono messe in campo in un settore dove si registra un po' di tutto: migliaia di prodotti finanziari che mettono davvero a rischio l'investimento del piccolo consumatore di questi prodotti.
È evidente altresì che, se da una parte viene introdotto il limite al servizio di consulenza, dall'altra si pone sostanzialmente il risparmiatore nelle condizioni di non essere accompagnato sino in fondo in questa procedura; di fatto, quindi, l'utente usufruisce di un consiglio dato da un soggetto che, secondo la stessa norma, non avrebbe i requisiti necessari per garantire l'affidabilità stessa dell'investimento. Il Senato ha introdotto alcuni requisiti generici (assolutamente privi di possibilità di verifica e compatibilità con norme precise e puntuali), come la professionalità, l'onorabilità e l'indipendenza. Si tratta di elementi tutti assolutamente rilevanti sul piano dei principi, ma che non danno garanzie, che non possono essere misurati con atti e con documenti che attestino, appunto, la credibilità anche del livello consulenziale della proposta che viene fatta.
Per queste ragioni, il nostro obiettivo, con l'emendamento in esame, è quello di stralciare le parole: «limitatamente al servizio di consulenza», con l'intento di stabilire (poi ne successivi emendamenti lo dimostreremo) che le persone fisiche devono essere abilitate all'intero complesso della manovra relativa all'acquisto di prodotti finanziari e alla consulenza e collocazione sul mercato, ma che nel contempo queste persone fisiche devono essere messe nelle condizioni di avere tutti i requisiti di accreditamento rispetto a norme precise e regole altrettanto chiare.
Viene dato al ministro dell'economia un mandato perché predisponga un regolamento Pag. 16in questa materia. Noi riteniamo che sia necessario indicare alcuni elementi vincolanti, anche in fase di recepimento della direttiva comunitaria, proprio perché fatti rilevanti hanno condizionato negativamente il mercato finanziario, e quindi vi è bisogno di maggiori garanzie, perché attraverso queste si può ottenere un ulteriore incremento degli investimenti in un settore così rilevante.
Vedremo poi, nel corso dell'esame dei prossimi emendamenti, che vi è proprio una valutazione in tal senso dello stesso Governatore della Banca d'Italia, che richiama tutti a far sì, anche attraverso la norma, che ci sia maggiore certezza all'investimento, sotto il profilo delle regole che devono essere imposte ai soggetti che vi operano, perché la tutela del cittadino significa tutela del mercato, e la tutela del mercato significa tutela dell'economia. L'emendamento che noi proponiamo ha quindi proprio questa natura, propedeutica alla valorizzazione del mercato fondato sulle garanzie per gli investitori.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Presidente, mi scusi, forse ha dimenticato di chiedere i pareri della Commissione e del Governo sugli emendamenti riferiti all'articolo 10.
PRESIDENTE. Mi pare che l'onorevole Pili abbia parlato sul complesso degli emendamenti; quindi, non credo vi sia stata dimenticanza.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. No, ha parlato sul primo emendamento riferito all'articolo 10. C'è stato un equivoco.
PRESIDENTE. La ringrazio. Prendo atto che c'è stato un equivoco con il collega Pili, che intendeva parlare per dichiarazione di voto.
Invito pertanto il relatore ad esprimere il parere.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pili 10.1, Leone 10.2, 10.3, 10.4, 10.5, 10.6, 10.7, 10.8 e 10.9, Pili 10.10, Leone 10.11, 10.12, 10.13, 10.15, 10.16 e 10.17.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pili 10.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, vorrei soltanto ribadire che l'articolo 10 che torna in quest'aula, così come modificato dal Senato, ha per oggetto un tema delicatissimo, il risparmio gestito. Il patrimonio mobiliare delle famiglie avrebbe dovuto formare oggetto di un dibattito parlamentare specifico, mentre viene affrontato incidentalmente all'interno di una procedura di recepimento di una direttiva europea che va a modificarne un'altra.
Vorrei fare una valutazione di carattere politico, richiamando le parole del Governatore della Banca d'Italia, che ha analizzato il sistema economico e finanziario del paese e che ha chiesto delle soluzioni durature, nonchè maggiore chiarezza nelle comunicazioni relative alle offerte del risparmio gestito. Purtroppo, negli ultimi tempi, questo paese è stato teatro di crac finanziari, che hanno pesato quasi esclusivamente sui piccoli risparmiatori. Si tratta di situazioni che non vorremmo più rivivere, nè su larga scala, come è accaduto con i gruppi finanziari della Parmalat e della Cirio, né tantomeno in scala più ridotta, come potrebbe avvenire con piccole società che emettono obbligazioni di carattere privato.Pag. 17
Riteniamo che siano necessarie regole chiare per un mercato efficiente. Chiedo quindi ai colleghi di sottoscrivere l'emendamento 10.1 a firma dei colleghi Pili e Leone, riguardante lo stralcio della parte che fissa la possibilità di prevedere consulenze relative soltanto alla fase delle offerte e non alla successiva gestione del mercato mobiliare.
Riteniamo che il risparmio sia una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico del nostro paese. Non c'è alcun dubbio al riguardo. I dati sulla tendenza del risparmio in Italia negli ultimi anni vedono una riduzione dei depositi bancari, scesi dal 40 al 25 per cento, così come una riduzione dei titoli di Stato, dal 23 al 7 per cento. Conseguentemente, vi è stato un aumento esponenziale dei fondi comuni di investimento, delle obbligazioni di carattere privato e dei fondi assicurativi, che determinano una maggiore complessità dell'offerta di risparmio per le famiglie.
Ci sembra quindi illogico introdurre una norma che non sia efficace e che non tenda ad una armonizzazione del sistema del risparmio gestito. È illogico limitare tale possibilità soltanto alla consulenza esterna per le persone fisiche. O si vuole effettivamente liberalizzare il mercato, comunque sia, prevedendo una vigilanza efficace sia sulle persone fisiche - ma secondo noi, anche sulle persone giuridiche (ci sono emendamenti presentati in tal senso) - oppure rischiamo di incappare in una falsa liberalizzazione, come già è avvenuto con questo Governo. Si vuol far passare nell'opinione pubblica l'idea che non debbano essere solo le banche a gestire il mercato mobiliare, ma poi non si danno gli strumenti per responsabilizzare questi soggetti che intrattengono rapporti diretti con le famiglie e con le piccole imprese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 10.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 261).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 10.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, anche in questo caso l'emendamento proposto tende a ribadire la contraddizione in termini che il Senato ha introdotto, ampliando alle persone fisiche la possibilità di essere partecipi e protagoniste del mercato finanziario, in questo caso, nella materia degli investimenti.
Come ben sapete, la materia degli investimenti è molto ampia, evidentemente vi si possono annidare mille perplessità e mille problematicità relative al mercato, pertanto necessitano di una maggiore esplicitazione.
Per sottolineare la difficoltà che il legislatore incontrerebbe nell'individuazione di un regolamento, abbiamo ritenuto di introdurre una serie di prodotti finanziari - come quello contenuto nel presente emendamento - che consentono di disciplinare, di codificare e di elencare tutte quelle fattispecie di prodotto finanziario che possano essere immesse sul mercato. Ciò evidenzia anche la contraddizione - poc'anzi ricordata anche dal collega Pini - relativa all'elemento della consulenza consentita alle persone fisiche, senza la previsione della diretta collocazione dell'intermediazione diretta o indiretta sul mercato finanziario che, certamente, rischia di condizionare negativamente la stessa proposta finanziaria, lasciando al Governo una eccessiva discrezionalità. Al contrario, in considerazione della grande difficoltà del mercato italiano di adeguarsi ai processi di Basilea 1 e Basilea 2, occorrerebbe Pag. 18una maggiore attenzione parlamentare con riferimento all'introduzione - com'è accaduto al Senato - di ulteriori elementi, senza discussione ed approfondimento, che rischiano di aprire fronti senza certezza del diritto e senza il richiamo a quegli aspetti che invece dovrebbero garantire al consumatore una chiarezza e una pubblicità del prodotto finanziario con tutta la trasparenza possibile e immaginabile.
In tale direzione, il presente emendamento intende introdurre un rafforzamento sul piano della liberalizzazione, nel senso che le persone fisiche dovrebbero avere un mandato più ampio, non limitato alla semplice consulenza, nonché tutti quegli elementi necessari per avere la certezza di un rischio calcolato.
Quindi, l'emendamento in esame è il primo di una serie di proposte emendative che avanziamo per consentire al Parlamento di introdurre elementi di maggiore certezza di diritto su un tema così delicato come quello dei prodotti finanziari che possono essere oggetto di consulenza da parte delle persone fisiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per sottoscrivere l'emendamento Leone 10.2.
Ribadisco la delicatezza dell'argomento che stiamo trattando: ci risulta difficile comprendere come possa, il Governo, «regalare» a chiunque, di fatto, la consulenza, ma non dare a coloro che svolgeranno tale attività la possibilità di portare fino in fondo, per così dire, il processo di investimento sottoposto ai piccoli risparmiatori ed alle famiglie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 260).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,30)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 10.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, anche in questo caso, ci basiamo su un'analisi dettagliata della Banca d'Italia, secondo la quale gran parte dell'economia finanziaria del nostro paese trova nella gestione, da parte degli intermediari, dello strumento dei prodotti finanziari derivati una delle sue maggiori collocazioni sul mercato. Il senso dell'indicazione contenuta nella predetta analisi diventa evidente se si tiene conto del seguente dato: tra il 1995 ed il 2004, il peso dei depositi bancari e postali è passato, nel nostro paese, dal 40 per cento a poco meno del 25 per cento, mentre quello dei titoli pubblici è sceso dal 23 al 7 per cento. Questo andamento tendenziale offre la dimostrazione della necessità, da un lato, che il mercato riservi ai prodotti finanziari derivati un'attenzione particolare e, dall'altro, che anche quest'Assemblea dedichi al tema specifico maggiore attenzione.
In particolare, con la proposta emendativa in esame vogliamo dare ai consulenti persone fisiche, con le certificazioni che vedremo più avanti, la possibilità di consigliare gli investitori anche in merito agli investimenti relativi al più delicato settore dei prodotti finanziari derivati. È evidente che l'importanza dei soggetti che concorrono alla creazione dell'opinione in materia finanziaria, con riferimento specifico alla collocazione dei prodotti finanziari, Pag. 19abbisogna di un'esplicitazione chiara che consenta a noi tutti di avere riferimenti precisi. È evidente, altresì, che la riscontrata tendenza alla riduzione dell'investimento nel lungo periodo aumenta il rischio per quanto riguarda la gestione delle proposte finanziare (nel caso di specie, dei prodotti finanziari derivati).
L'ampia quota di risparmio non affidata ad investitori professionali e l'ampliamento dell'investimento delle famiglie nel campo dei prodotti finanziari ci richiamano ad una precisa responsabilità, istituzionale e legislativa, che non può essere lasciata soltanto al Governo: quella di individuare puntualmente le fattispecie. Ebbene, con gli emendamenti che abbiamo presentato tendiamo proprio ad individuare e ad esplicitare, una per una, tali fattispecie.
L'affinamento della regolamentazione della prassi di vigilanza viene auspicata dallo stesso Governatore della Banca d'Italia, secondo il quale un aggiornamento costante dovrebbe accompagnare la crescita di quegli elementi di sicurezza e di massima eliminazione del rischio, in modo da consentire al cittadino, all'investitore, di conoscere in maniera precisa le condizioni alle quali le sue risorse vengono collocate sul mercato finanziario.
Sotto quest'ultimo profilo, come voi tutti sapete, il Parlamento ha approvato, nella precedente legislatura, una legge che appresta alcuni presidi a salvaguardia degli investitori. È indispensabile che tali presidi siano puntualmente richiamati dal Parlamento nel provvedimento in esame.
Abbassare la guardia, come ci è sembrato sia avvenuto al Senato e conseguentemente alla Camera (mi riferisco al parere contrario espresso dalla relatrice su questi emendamenti), costituisce un segnale negativo rispetto ad un tema che ha condizionato negativamente non soltanto il portafoglio dei clienti che hanno investito in grandi operazioni, come la Parmalat e la Cirio, ma anche lo stesso sistema economico italiano che, proprio per quei due fatti così rilevanti, ha subito un condizionamento ed un mancato aggancio al sistema di crescita comunitario ed europeo degli investimenti nei fondi comuni.
Questa è la ratio dell'emendamento in esame che proponiamo all'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 254).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 10.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, anche in questo caso, tra le fattispecie proposte per le persone fisiche, previste dal Senato (quindi, con la conferma da parte della Camera, perché questa è l'indicazione del relatore), tra i prodotti finanziari che possono essere oggetto di consulenza certificata da alcuni elementi cardine della certezza del diritto aggiungiamo le obbligazioni di società quotate in borsa.
Riteniamo che questa fattispecie, essendo uno degli elementi più importanti, i cosiddetti titoli guida, che rappresentano davvero un elemento di concentrazione anche da parte dell'opinione pubblica, perché maggiore attenzione vi è da parte dell'informazione finanziaria del nostro paese, ha bisogno di essere introdotta in quei processi di liberalizzazione e di individuazione delle proposte finanziarie che possono essere immesse sul mercato.
In questa direzione, individuiamo due importanti livelli di tutela e di ripartizione della responsabilità, la Banca d'Italia e la Pag. 20Consob, nell'individuazione dei principi che devono distinguere la tutela della stabilità degli intermediari e la protezione e la vigilanza sugli investimenti sui mercati, ossia due elementi che costituiscono i piedi della stessa sedia, che hanno davvero bisogno di ricevere una maggiore attenzione da parte di quest'Assemblea.
È evidente uno spostamento dell'asse del mercato degli intermediari rispetto alla gestione del risparmio dei nostri concittadini. Non possiamo sottacere il fatto che quest'Assemblea stia abbassando la guardia su una partita così rilevante, mettendo i cittadini del nostro paese di fronte ad una normativa non chiara, non precisa, che rischia di condizionare gli investitori e, conseguentemente, l'economia del paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo, sempre a titolo personale, per sottoscrivere l'emendamento Leone 10.4.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 460
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 249).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 10.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, anche in questo caso, esaminiamo una delle fattispecie più evidenti del mercato finanziario nazionale e dello spostamento di asse dall'investimento pubblico dei nostri concittadini all'investimento in azioni di società quotate in borsa.
Siamo in quella fattispecie che ha causato quei due crac finanziari che hanno notevolmente condizionato l'andamento del mercato finanziario del nostro paese in questi ultimi anni. Mi riferisco alle società che hanno avuto quotazioni in borsa - con tutte le garanzie che dovevano essere date al riguardo dalla Consob alla Banca d'Italia - e che si sono rivelate per il piccolo risparmiatore un boomerang, se non hanno comportato veri tracolli finanziari.
Riteniamo necessario che, anche in questa partita, essendo ormai evidente la pluralità di prodotti finanziari e di società quotate in borsa, immesse sul mercato sempre con quei condizionamenti e quei richiami fatti alla certezza del diritto ed ai requisiti di affidabilità, che devono essere meglio esplicitati, questi prodotti finanziari vengano compresi tra quelli che possono essere oggetto di consulenza da parte delle persone fisiche. Questo emendamento, quindi, va nella direzione di fare maggiore chiarezza sulla liberalizzazione che si propone, di dare un ruolo maggiore alle persone fisiche ed una certezza del diritto che deve essere garantita per l'economia italiana.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 465
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 256).Pag. 21
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 256).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 260).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 10.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Questo emendamento tende a sottolineare la superficialità con la quale è stato effettuato questo passaggio da parte dell'altra Camera. È evidente la mancata disciplina tendenziale, anche nella riflessione del legislatore, sul quantum da individuare, per assoggettarlo ad un processo di certezza, di affidabilità e di campo, che deve, invece, essere individuato in maniera più che certa.
Abbiamo proposto due cifre che costituiscono i passaggi relativi alla media delle operazioni finanziarie del piccolo e medio risparmiatore e, in questo caso, la cifra è di 100 mila euro. È chiaro che, senza tale individuazione, possiamo davvero assoggettare la persona fisica limitatamente ad un supporto consulenziale (essendo, peraltro, stato respinto dall'aula l'emendamento che intendeva eliminare la parola «limitatamente»). Sarebbe necessario che, in tale ambito, il Parlamento dettasse la disciplina, almeno a grandi linee, così come è stato fatto in altri settori. Non credo che valga la valutazione, che qualcuno ha proposto, relativa al mandato che il Parlamento deve dare, al fine di regolamentare questo settore, al ministro dell'economia. Ritengo, invece, che una disciplina di sostanza e di merito, come quella che riguarda questa soglia che viene proposta, sia di competenza del Parlamento, essendo necessario disciplinare con maggiore certezza una potenzialità offerta al soggetto persona fisica consulenziale di intervenire sulla proposizione di questo prodotto.
In questa direzione, la soglia che abbiamo proposto si riferisce alla media del piccolo e medio risparmiatore, che ci consente di individuare una soggettualità davvero importante, da parte della consulenza, che viene messa in campo per le persone fisiche, così come indicato nell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Intervengo a titolo personale per sottoscrivere questo emendamento. Avendo l'aula, purtroppo, bocciato il primo emendamento volto a stralciare le parole «limitatamente al servizio di consulenza», ci ritroviamo così consulenti che, per quanto ne sappiamo, potrebbero essere anche dei cartomanti e risulta davvero importante porre un limite agli importi delle consulenze di carattere finanziario per il risparmio gestito offerte ai piccoli risparmiatori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 257).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 474
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 255).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pili 10.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. In questo emendamento si vuole sottolineare la posizione espressa, credo in termini frettolosi, nel corso dell'esame sia al Senato sia, conseguentemente, alla Camera sulla individuazione del nuovo soggetto di persona fisica. Nel momento in cui viene individuata la persona fisica e non viene ampliata questa fattispecie alle persone giuridiche delle piccole società, che possono concorrere, quindi, ad una ulteriore crescita del potenziale consulenziale sul mercato finanziario, si vuole eliminare e si elimina di fatto una presenza sul mercato finanziario che opera senza alcun tipo di inquadramento nella legislazione vigente, che, pertanto, non potrà essere al passo con la direttiva comunitaria.
Noi riteniamo questa aggiunta fondamentale, perché vi è una parte dei soggetti che operano nel settore finanziario che hanno appunto le caratteristiche individuate nell'emendamento 10.10. che proponiamo all'Assemblea. Vi è la necessità di introdurre questa ulteriore specifica rispetto ai soggetti che possono concorrere a livello consulenziale, in quanto vi è l'esigenza importante di fornire al cittadino una maggiore offerta, anche perché il sistema bancario è riuscito in questi anni da una parte a costituire il prodotto e dall'altra a realizzare tutte le società satellite per la collocazione dello stesso. Il sistema bancario italiano se la suona, se la canta e se la balla. È quindi indispensabile creare le condizioni affinché anche i soggetti giuridici possano concorrere in termini concorrenziali a questo processo seguendo quelle indicazioni, che daremo nei successivi emendamenti, di ulteriore garanzia e di ulteriore certificazione di affidabilità rispetto ad un tema così rilevante come è quello della collocazione sul mercato di prodotti finanziari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Intervengo per sottolineare un'incongruenza contenuta in questa norma, perché nel momento in cui si vuole fingere di liberalizzare il mercato delle consulenze nell'intermediazione mobiliare finanziaria del risparmio gestito, lo si mette in capo a persone fisiche, ben sapendo che queste persone, se offrono questo tipo di consulenza, lo fanno per svolgere una professione o un lavoro che dovrà in qualche modo essere retribuito. Ci chiediamo allora: come verrà retribuita questa professione se non prevediamo anche delle persone giuridiche? Come verranno poi messi a bilancio gli emolumenti che chi vorrà usufruire di queste consulenze andrà a pagare a questi fantomatici consulenti, di cui non si capisce in quale posizione lavorativa verranno inseriti?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 23
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 10.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 256).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 10.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Grazie, Presidente. Questo emendamento richiama il Governo e la Commissione ad una maggiore attenzione sul fatto che viene prevista l'adozione del regolamento da parte del ministro dell'economia, sentite la Banca d'Italia e la Consob. In questo caso noi riteniamo che una tecnica legislativa corretta dovrebbe far capire a tutti che il ministro non può adottare un regolamento, senza specificare con quale tipo di atto lo adotta. Quindi, in questo caso, abbiamo ritenuto di introdurre al posto delle parole «adottato dal ministro» le parole «adottato con decreto del ministro».
È indispensabile, a nostro avviso, per l'adozione dell'atto regolamentare, un decreto del ministro in ragione del fatto che, per prassi consolidata, qualsiasi atto del ministro di approvazione di un regolamento deve avere la forma del decreto ed essere accompagnato da pubblicazione. Riteniamo che l'osservanza della consuetudine del Parlamento di indicare il tipo di atto con il quale il Governo dovrebbe esercitare la sua competenza adottando la norma venga in tal caso, invece, abbandonata; quindi, abbiamo ritenuto di sottolineare ciò, presentando una proposta emendativa e richiamando per l'appunto il Parlamento, e la Camera dei deputati in particolare, ad introdurre un dispositivo che dia al ministro il mandato di adottare il regolamento attraverso lo strumento del decreto.
PRESIDENTE. Prima di passare ai voti, saluto gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico Kennedy di Roma, che sono presenti nelle tribune per assistere alla seduta (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 251).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 10.13.Pag. 24
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, con l'emendamento appena votato e con quello che ci accingiamo ora a votare, vogliamo evidenziare che tutta la fattispecie dei prodotti finanziari - a proposito dei quali è stata inserita in maniera molto generica da parte del Senato l'indicazione «materia di investimenti» - dovrebbe essere regolamentata attraverso un decreto del ministro dell'economia, sentito, oltre alla Banca d'Italia ed alla Consob, anche la Covip. In questi casi, infatti, esistono altri due istituti che per conto dello Stato italiano si occupano delle diverse fattispecie dei prodotti finanziari allocabili sul mercato. Ad esempio, quello di cui all'emendamento appena votato e respinto che mirava all'introduzione del soggetto Isvap, che è l'istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private di interesse collettivo, con un richiamo precipuo alla partita degli investimenti di quella grande mole di cittadini che si riversano sulle assicurazioni private e di interesse collettivo. Quindi, in questa direzione, avremmo ritenuto utile integrare quel processo di verifica regolamentare e di contribuzione alla sua elaborazione anche da parte di altri organismi statali che si occupano della fattispecie.
Analogamente interviene l'emendamento che stiamo per votare adesso, che prevede l'introduzione, insieme alla Consob e alla Banca d'Italia, anche della Covip, che è la Commissione di vigilanza sui fondi pensionistici e sul risparmio previdenziale. La Covip appunto esprime il controllo dell'autorità di garanzia sul funzionamento del sistema dei fondi pensionistici. Quindi, riteniamo che su questa partita vi sia una dimenticanza assoluta della specificità, della delicatezza e dell'articolazione del mercato finanziario italiano, che meritava un coinvolgimento di tutti i soggetti. Una pluralità di soggetti che concorrono alla predisposizione del regolamento avrebbe garantito maggiore trasparenza e maggiore certezza per quanto riguarda i consumatori ed i fruitori di questi prodotti finanziari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 256).
Passiamo ora all'esame di tre emendamenti che costituiscono una serie a scalare; come è prassi, pertanto, procederemo alla votazione del primo, l'emendamento Leone 10.15, e dell'ultimo, l'emendamento Leone 10.17.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 260).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 10.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 25
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 256).
Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Intervengo per dichiarazione di voto sull'articolo 10, annunciando il nostro voto contrario su un articolo in cui una serie di elementi inducono a pensare che il Senato - e conseguentemente la maggioranza - lo abbia voluto introdurre sulla base di una chiara incertezza riguardo ad un settore così delicato come quello dei mercati finanziari.
Abbiamo richiamato più volte in quest'aula - anche stamani - la necessità di una garanzia ulteriore per il soggetto che decide di investire. Avete scelto di avallare la tesi dell'ampliamento alle persone fisiche, ma avete in maniera contraddittoria limitato questa potenzialità consulenziale soltanto ad alcune fattispecie dei prodotti finanziari.
Per giunta, non avete dato quell'indicazione ulteriore, di controllo e di regolamentazione che, per alcuni versi, era di competenza stretta del Parlamento, proprio perché sul sistema economico italiano grava - ed ha gravato per molti anni - un processo condizionato da due importanti episodi. Questi ultimi hanno, sul piano della comunicazione esterna, influenzato non soltanto la percezione, ma anche il vero e proprio mercato economico del nostro paese.
Dunque, vi è la necessità di mantenere alta la guardia, così come è stato fatto nella precedente legislatura. Il Governo Berlusconi in questa direzione aveva posto degli argini importanti. Ora occorre agire di conseguenza su un tema così rilevante come quello dei mercati finanziari e disporre una revisione prudenziale, così come viene definita la partita di controllo e di garanzia. In questo caso, il Parlamento non ha voluto mettere in campo un processo di revisione prudenziale e di controllo sistematico, favorendo una dinamica che consenta di aggiornare in maniera puntuale il sistema finanziario. Ciò non è stato fatto e, quindi, questo articolo, anche per le modifiche introdotte al Senato, avrà il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato sì 262
Hanno votato no 222).