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Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 12 - AC 1042-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042-B sezione 5).
Ha chiesto di parlare il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Ovviamente i deputati del gruppo dei Verdi voteranno contro i numerosi emendamenti - mi pare quindici - a firma Pili, Leone ed un altro emendamento a firma Pini, che sono stati presentati riguardo l'articolo 12 del provvedimento in esame.
Mi spiace dirlo, ma riteniamo che queste proposte emendative siano tutte quante finalizzate a peggiorare il tenore di questo articolo. Tuttavia, in questa sede, io vorrei sollevare una questione di carattere diverso, sia pure in modo dialogico ed interlocutorio.Pag. 26
L'articolo 12 - come i colleghi probabilmente sanno - riguarda l'attuazione della direttiva n. 85 del Consiglio, del 1o dicembre 2005, recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri, ai fini del riconoscimento della revoca dello status di rifugiato.
Come molti colleghi forse ricordano - almeno gli addetti ai lavori -, questo articolo fu introdotto in base ad una iniziativa della Commissione affari costituzionali, in particolare con un lavoro meritorio condotto allora dal collega Zaccaria.
Si propose alla Commissione di merito, vale a dire la Commissione delle politiche dell'Unione europea, un articolo aggiuntivo 8.02, che venne approvato dalla Commissione medesima. Successivamente, fu portato all'esame dell'aula - con riferimento al dibattito sull'AC 1042-A - e fu modificato a seguito di una discussione di alto livello politico, in termini di confronto parlamentare.
Per l'attenzione rivolta all'attuazione della direttiva, riguardante le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato, tra i principi ed i criteri direttivi, indicati in quello che poi è diventato l'attuale articolo 12, ne è stato introdotto uno - si tratta di una formulazione prevista, come già ricordato, dal collega Zaccaria e da noi pienamente condivisa - che stabiliva di tenere conto, nella scelta delle opzioni che la direttiva fissa, di quelle più aderenti al disposto dell'articolo 10 della Costituzione. Era una proposta, per così dire, di mediazione tra posizioni originariamente molto lontane, che fu positivamente accolta dall'Assemblea.
Tuttavia, al Senato, nel corso del lungo esame della legge comunitaria, già in sede di Commissione nelle sedute dello scorso mese di ottobre, fu soppressa la lettera a), determinando un netto arretramento, sia pure non decisivo e stravolgente, dell'attuale articolo 12, così come varato dalla Camera. Al Senato è stato poi presentato il 19 dicembre un emendamento dal collega senatore Silvestri alla lettera b) dell'articolo 12, secondo la quale occorre, nel caso in cui il richiedente asilo sia cittadino di un paese terzo sicuro ovvero, se apolide, vi abbia in precedenza soggiornato abitualmente ovvero provenga da un paese d'origine sicuro, prevedere che la domanda di asilo è dichiarata infondata, salvo che siano invocati gravi motivi per non ritenere sicuro quel paese nelle circostanze specifiche in cui si trova il richiedente.
L'emendamento Silvestri, molto discusso in aula, in parte modificato, ma alla fine approvato, ha previsto la seguente disposizione: «Tra i gravi motivi possono essere comprese gravi discriminazioni e repressioni di comportamenti riferiti al richiedente e che risultano oggettivamente perseguiti nel paese d'origine o di provenienza e non costituenti reato per l'ordinamento italiano». Ovviamente, vi è una problematica, che abbiamo già discusso e che riprendo solo allusivamente, che riguarda la questione dei cosiddetti paesi sicuri. Sappiamo che vi è un elenco dei paesi sicuri in base all'articolo 29 che viene indicato nell'allegato II della direttiva sulla base di alcuni criteri quali il rispetto dei diritti fondamentali, l'assenza di persecuzioni, di trattamenti disumani, di violenza legata a conflitti armati e via seguitando. Si avverte, quindi, il problema che la domanda di asilo venga giudicata infondata (articolo 23, paragrafo 4, lettera c)), se viene presentata da chi proviene da un paese di origine sicuro, salvo le eccezioni che ho poco fa esplicitamente indicato e che sono state introdotte nel testo.
Il combinato disposto, risultante dal peggioramento del testo, con la soppressione della lettera a), come già ricordato, a suo tempo presentata abilmente dal collega Zaccaria, nonché dalle disposizioni previste dall'emendamento citato, ci rende soddisfatti per l'ultimo aspetto, ma insoddisfatti per il primo.
Per concludere, il gruppo dei verdi ovviamente esprimerà voto contrario su tutti gli emendamenti peggiorativi, legittimamente presentati dai colleghi del centrodestra, ma da noi assolutamente non condivisi. Il gruppo voterà, per lealtà di coalizione, a favore dell'articolo 12, ma, Pag. 27personalmente, dopo aver segnalato questo problema che ho sottoposto alla vostra attenzione, nonché un certo disagio politico e costituzionale, mi asterrò dalla votazione dell'articolo 12 (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Il parere della Commissione è contrario su tutti gli emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pili 12.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, l'emendamento Pili 12.1, che verte su una materia molto delicata e che già abbiamo discusso durante la prima lettura del disegno di legge comunitaria, ossia lo status di rifugiato.
Purtroppo, dobbiamo prendere atto che il Senato ha determinato una incongruenza, innanzitutto perché ha soppresso il principio che impegnava il Governo a privilegiare, nel predisporre il decreto legislativo di recepimento della direttiva comunitaria, un'opzione aderente all'articolo 10 della Costituzione.
Inoltre, l'incongruenza è data proprio dal fatto che va chiarito fortemente - noi lo facciamo con questo emendamento - che la domanda di asilo è infondata se il richiedente proviene da un paese terzo sicuro, salvo, come specificato in seguito, che vi siano gravi motivi, quali gravi discriminazioni o repressione di comportamenti, che possono determinare appunto la validità della domanda di asilo.
Quindi, riteniamo che questo emendamento, nel concreto, possa specificare e meglio chiarire ciò che, in effetti, il Senato non ha bene evidenziato, determinando un'incongruenza. Per questo, siamo favorevoli all'approvazione dell'emendamento Pili 12.1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, ma, prima di entrare nel merito, vorrei chiedere alla Presidenza, gentilmente, di procedere ad una verifica. Io ho svolto almeno tre interventi a titolo personale, ma, rispetto al contingentamento dei tempi, il tempo da me utilizzato è stato detratto da quello spettante al mio gruppo.
Non mi sembra una cosa corretta, né di prassi, perché sono intervenuto a titolo personale e l'ho sempre dichiarato all'inizio dei miei interventi. Pertanto, chiedo gentilmente di verificare questa incongruenza.
PRESIDENTE. Stiamo verificando. Prosegua pure il suo intervento.
GIANLUCA PINI. La ringrazio, Presidente.
Per quel che riguarda il primo degli emendamenti presentati all'articolo 12, con buona pace dell'onorevole Boato e di buona parte della maggioranza, che capisco abbia dei mal di pancia; è quel che siamo riusciti a fare per limitare i danni che questa maggioranza produce in spregio ad una legge dell'ordinamento italiano, ovvero la legge Bossi-Fini.
Noi sottoscriviamo pienamente questo emendamento, perché riporta il recepimento della direttiva un minimo nell'alveo del buonsenso e del rispetto delle leggi vigenti nell'ordinamento italiano, perlomeno nei suoi principi. Poi vedremo quali danni questa maggioranza vorrà causare con lo schema di decreto legislativo.Pag. 28
Nella scelta dei principi, devono essere obbligatoriamente tenute presenti scelte compatibili con la vigente normativa, ossia la legge Bossi-Fini. Altrimenti, recepiamo una direttiva comunitaria in spregio alla vigente normativa sull'immigrazione.
Se questo è rispetto delle istituzioni e dello Stato, siamo abbastanza preoccupati per il futuro del nostro paese.
PRESIDENTE. Onorevole Pini, la Presidenza si riserva di darle una risposta dettagliata al quesito da lei posto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 260).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 255).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Siliquini non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 262).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 259).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 251).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 248).
Prendo atto che le deputate Siliquini e Dato non sono riuscite ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto altresì che i deputati Longhi e Lomaglio non sono riusciti a votare ed avrebbero voluto esprimere un voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pini 12.17.
Per quanto concerne tale proposta emendativa, debbo precisare che, per un mero errore tipografico, non risulta stampata la parte consequenziale, del seguente tenore: «Conseguentemente, dopo la parola: perseguiti aggiungere le seguenti: per legge», che deve ritenersi parte integrante dell'emendamento stesso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, sono ancora in attesa di una risposta riguardo alla questione del contingentamento dei tempi.
PRESIDENTE. Onorevole Pini, il suo intervento va computato nei tempi riservati agli interventi a titolo personale. Chiaramente, però, come avviene in questi casi, se lei dichiara di intervenire a titolo personale, potrà parlare solo per un minuto, anziché per i cinque minuti consentiti per le dichiarazioni di voto svolte a nome del gruppo.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, sono sicurissimo, parlando a titolo personale, di aver contenuto i miei interventi sempre entro il minuto consentito: è questo il motivo per cui la situazione risultava abbastanza incomprensibile!
PRESIDENTE. Sta bene: ciò varrà da adesso in poi, correggendo la decisione iniziale.
GIANLUCA PINI. La ringrazio, Presidente.
Signor Presidente, vorrei evidenziare che si tratta dell'unico emendamento che, di fatto, il gruppo della Lega Nord Padania ha voluto presentare, dopo aver cercato di arginare questa deriva ideologica della maggioranza di centrosinistra riguardo al recepimento della direttiva in materia di asilo politico. È un'operazione che è stata compiuta in primis alla Camera, qualche mese fa, e successivamente al Senato, in particolare grazie ai colleghi senatori Stiffoni e Castelli.
Tuttavia, ripeto che non siamo ancora soddisfatti dell'ultima formulazione dell'articolo 12 del provvedimento in esame, pur essendo notevolmente migliorata rispetto ad un testo che originariamente apriva, in maniera indiscriminata, a qualsiasi persona l'ingresso nel nostro paese. Infatti, bastava che qualcuno si dichiarasse discriminato nel proprio paese, senza dover fornire alcun tipo di controprova.
Comunque, anche per una questione di rapporti e di relazioni internazionali, vorrei Pag. 30evidenziare che qui stiamo un po' scherzando con il fuoco, perché esistono elenchi sia di paesi che vengono considerati sicuri, sia di paesi che vengono ritenuti non sicuri...
PRESIDENTE. La prego di concludere...
GIANLUCA PINI. Non stavo intervenendo a titolo personale, Presidente: mi deve scusare, ma non ci siamo capiti!
PRESIDENTE. Va bene.
GIANLUCA PINI. Come stavo dicendo, per quanto riguarda la valutazione del rilascio dello status di rifugiato politico, o comunque della concessione dell'asilo politico, esistono due tipologie di paesi: quelli sicuri e quelli non sicuri.
Se il diritto internazionale riconosce alcuni paesi come sicuri - perché vi è il rispetto delle libertà individuali, religiose e politiche, nonché (visto che si è molto attenti a tali aspetti) il rispetto degli orientamenti sessuali -, allora mi domando chi siamo noi, come paese sovrano (sovrano all'interno del nostro territorio), per decidere, con riferimento ad un caso specifico (magari, solo ed esclusivamente per motivazioni di carattere ideologico), che il paese da cui proviene il richiedente l'asilo debba essere considerato non sicuro. Facendo ciò, di fatto, ci mettiamo in una situazione alquanto imbarazzante sul piano delle relazioni internazionali!
Infatti, posso anche comprendere ciò nel momento in cui arrivino richieste da paesi africani che vengono considerati sicuri, anche se sussiste qualche dubbio. Credo che la valutazione debba essere effettuata attentamente; tuttavia mi sorge il dubbio che qualcuno voglia «giostrare» un po' troppo sulla circostanza di essere perseguiti «oggettivamente» - e non per legge, come chiediamo noi - per creare, magari, casi politici a livello internazionale e fare un po' di can can! Alla fine, qualcuno potrebbe cercare di varare una megasanatoria in entrata a favore dei paesi terzi rispetto all'Unione europea: è questo il nostro timore!
Se vogliamo porci sullo stesso piano del diritto internazionale occorre che il riferimento, per quel che riguarda il paese di provenienza, non sia oggettivo ma di legge.
Con questo emendamento chiediamo, quindi, che si instauri una sorta di corrispondenza legislativa fra il nostro paese, che sta recependo come principio questa normativa, e il paese di origine del richiedente asilo. A noi sembra questa una cosa di assoluto buonsenso che non va minimamente a sminuire la portata della norma e, quindi, il diritto all'asilo politico e alla tutela dei diritti individuali, ma, al contrario, evita potenziali rischi di crisi internazionale con alcuni paesi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 12.17, nel testo corretto, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 259).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 260).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 243).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 258).
Prendo atto che la deputata Siliquini non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pili 12.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, sull'emendamento in esame invito la maggioranza a svolgere una riflessione. Ricordo ai colleghi che al Senato è stato presentato dal senatore Malan ed approvato dall'Assemblea un ordine del giorno che impegna il Governo a porre in atto tutte le misure necessarie al fine di impedire che l'esercizio del diritto di cui all'articolo 7 della direttiva possa essere utilizzato come uno strumento per evitare l'espulsione. L'articolo 7 citato, difatti, recita che coloro i quali presentano richiesta per il riconoscimento dello status di rifugiato possono risiedere nel paese dove hanno presentato la domanda fino all'adozione della decisione finale, pur senza avere diritto a titolo di soggiorno.
Al fine di porre fine a questa incongruenza, che il Senato ha messo da parte, invito l'Assemblea, nel rispetto della legge e della Costituzione, a votare a favore dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Siliquini non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 254).
Prendo atto che i deputati Pelino, Giacomoni e Balducci non sono riusciti a votare e che quest'ultima avrebbe voluto esprimere un voto contrario.Pag. 32
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 254).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 255).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pili 12.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare l'importanza, anche alla luce dei fatti criminosi e terroristici che si verificano ormai quotidianamente nei paesi occidentali (per fortuna, in maniera non ancora preponderante nel nostro), dell'emendamento in esame, che sottoscrivo in pieno, a firma dei colleghi Pili e Leone.
Con tale proposta emendativa si prevede di rimettere ad una valutazione delle autorità di pubblica sicurezza la facoltà di concedere o meno asilo politico a persone che, ad esempio, abbiano dichiarato false generalità o abbiano avuto problemi sul piano delle comunicazioni iniziali in ordine alla richiesta d'asilo. Lo scopo è, quindi, quello di porre un ulteriore filtro a fini di sicurezza del paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Probabilmente non è sfuggito a coloro che hanno seguito la vicenda sin dall'inizio in Commissione affari costituzionali della Camera che su questa partita si è giocata una difficile vertenza interna alla coalizione di Governo, sulla necessità o meno di introdurre tutta una serie di elementi. Abbiamo già denunciato ieri che questo articolo presenta la vera ragione della contesa politica all'interno della maggioranza di Governo. La domanda che ci siamo posti, e che abbiamo posto al Parlamento, è semplicemente questa: con l'introduzione di questo articolo nella legge comunitaria si facilita, attraverso l'asilo politico, l'apertura di nuovi canali migratori verso il nostro paese? Vi è inoltre la possibilità che tutto quel traffico clandestino di immigrati possa trovare ulteriore certificazione nel nostro paese?
La risposta non l'abbiamo data noi. Anche qualcuno oggi nel dibattito ha sostenuto che questa introduzione fatta dal Senato migliori il provvedimento. Io non sono di questo avviso. L'introduzione fatta dal Senato peggiora notevolmente i canali aperti verso l'immigrazione clandestina e fa dell'asilo politico uno strumento discrezionale in mano a soggetti non definiti, che possono utilizzare proprio la richiesta dell'asilo politico per introdurre nel nostro paese masse e flussi migratori che rischiano davvero di mettere a repentaglio un valore che doveva essere al di sopra delle parti, che doveva essere di destra e di sinistra che invece è stato ridotto a mera contesa politica tra la sinistra e la sinistra estrema da un lato e dall'altro il centro - che davvero è molto marginale - della vostra coalizione.Pag. 33
Su questo tema noi abbiamo detto più volte che era necessario introdurre regole certe e non una discrezionale individuazione di «gravi motivi». L'introduzione dell'espressione «gravi motivi» da parte del Senato è indice di una visione filosofica, non legislativa; non codifica, non dà certezza del diritto. Questo è invece un aspetto normativo delicato, che meritava rigidità, certezza del diritto, ai fini dell'individuazione delle ragioni di accoglimento dell'asilo politico. Per tradurre meglio e per far comprendere anche ai colleghi della mia coalizione cosa è successo ieri in Commissione, l'esponente di Rifondazione Comunista ha sostenuto la tesi che questa visione proposta dal Senato era una visione di maggiore apertura dei canali per l'accoglimento dell'asilo politico. Il rappresentante del Governo, intervenendo in Commissione, ha detto che, sì, effettivamente è una visione più ampia della concessione dell'asilo politico.
Quindi, colleghi, votando questo articolo e non introducendo regole di salvaguardia ulteriore, che consentano per esempio che l'ordine pubblico venga garantito anche sulla base di valutazioni degli organi di pubblica sicurezza, ci mettiamo alla mercé di nuovi flussi migratori clandestini, che come sapete molto spesso sono condizionati dai traffici dei mercati criminosi di questa tratta tra il Medio Oriente, il nord Africa e il nostro paese.
Dunque, questo emendamento rappresenta l'ultima possibilità per introdurre modifiche serie. Dopodiché, vi assumerete di fronte al paese tutta la responsabilità di aver aperto canali di ingresso dell'immigrazione clandestina nel nostro paese, attraverso l'utilizzo dell'asilo politico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 12.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 260).
Prendo atto che il deputato Lovelli non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea esprimerà voto favorevole sull'articolo 12, nel testo emendato dal Senato. A nome del gruppo cui appartengo, però, voglio esprimere alcune perplessità sulle modifiche introdotte presso l'altro ramo del Parlamento ed il dibattito ascoltato stamattina testimonia proprio della approssimazione - mi si consenta il termine - con cui si è modificata la norma in esame, seppure legittimamente, dato che il nostro ordinamento prevede un bicameralismo paritario.
Nuovamente si alimenta l'unico fantasma che, in questo momento, gira per l'Europa, quello della emigrazione e della immigrazione clandestine. Onorevoli colleghi e colleghe, noi stiamo discutendo del diritto di asilo, così come previsto dall'articolo 10, comma 3, della nostra Costituzione. Tale norma ancora non ha trovato attuazione in una disposizione legislativa e, purtroppo, siamo costretti ad intervenire attraverso la legge Bossi-Fini relativa all'immigrazione o in sede di attuazione di una direttiva europea, per introdurre nel nostro ordinamento il riconoscimento del diritto di asilo. La Camera dei deputati, con un emendamento proposto dall'onorevole Zaccaria, aveva introdotto, a mio avviso molto opportunamente, un riferimento all'articolo 10 della Costituzione, che il Senato ha ritenuto, invece, pleonastico e ridondante. Se fosse solo così, si potrebbe anche accettare la soppressione della lettera a), comma 1, dell'articolo 12, Pag. 34del disegno di legge in discussione. Tuttavia, ritengo che l'essere ridondante e pleonastico non costituisca una buona motivazione per cancellare il riferimento alla nostra Carta costituzionale. Infatti, signor Presidente, si tratta di una direttiva - non di un regolamento - per la cui attuazione lo Stato delega al Governo, attraverso una legge che è anche di recepimento. Proprio in virtù di questa circostanza, noi intendevamo vincolare - questa era l'intenzione della Camera dei deputati - il legislatore delegato ad ispirarsi all'articolo 10 della Costituzione. La soppressione operata dal Senato, invece, cancella questo parametro, questo riferimento e, dunque, si può rischiare di restringere i casi nei quali concedere l'asilo. L'immigrazione, quindi, non c'entra e l'immigrazione clandestina ancor meno: si tratta di disciplinare il diritto di asilo, sia pure in maniera inappropriata, a mio avviso, dato che si recepisce una direttiva dell'Unione europea.
Per questo motivo, noi esprimiamo il nostro dissenso sulla soppressione operata dal Senato e ribadiamo ancora l'importanza che l'emendamento Zaccaria aveva avuto. Al riguardo, il relatore Gozi, incaricato di esprimere il parere della Commissione affari costituzionali, ha presentato, a mio avviso opportunamente, un ordine del giorno, sul quale il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea esprimerà voto favorevole, che impegna il Governo ad attuare questa direttiva nella salvaguardia delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana. In altri termini, l'onorevole Gozi, seppure con un ordine del giorno, cioè con uno strumento meno vincolante di indirizzo al Governo, intende reintrodurre un parametro, quello delle libertà costituzionali, restituendo al legislatore delegato la possibilità di avere un ampio spettro nel riconoscimento del diritto d'asilo.
Noi esprimeremo voto favorevole perché l'onorevole Gozi, in sede di Commissione, ci ha convinti che effettivamente l'introduzione dell'ultimo periodo dell'articolo 12 del disegno di legge, operata dal Senato, costituisce una apertura, un ampliamento del novero dei gravi motivi per la concessione del diritto d'asilo. Si prevedono, infatti, tra essi, anche le gravi discriminazioni e repressioni di comportamenti riferiti al richiedente e che risultino oggettivamente perseguiti nel paese d'origine.
Per questo noi aderiamo all'interpretazione data dall'onorevole Gozi sulle modifiche introdotte dal Senato, anche se, in tema di libertà, meno la legge dice e più spazi di libertà ci sono.
Nonostante questi dubbi noi voteremo a favore dell'articolo 12, purché rimanga agli atti la nostra posizione e una interpretazione autentica come quella fornita (secondo me autorevolmente) dal relatore della I Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Dichiaro, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, il voto contrario sull'articolo 12. È vero che questo articolo affronta apparentemente una materia che riguarda il diritto di asilo, la domanda di asilo, ma, anche per rispondere al collega di Rifondazione Comunista, osservo che in realtà il tema principale è uno solo: si tratta delle perplessità e delle preoccupazioni, che condivido, espresse perfettamente poc'anzi dal collega Pili, rispetto al fatto che si vuole introdurre con un articolo inserito all'interno di un disegno di legge comunitaria (che dovrebbe essere semplicemente uno strumento per recepire le direttive comunitarie), una norma più ampia (questa maggioranza lo ha dimostrato anche al Senato), per superare probabilmente i problemi che si registrano all'interno della stessa maggioranza, consentendo l'introduzione di nuove fasce di immigrati nel nostro paese.
Quindi, diciamocela tutta: volete, attraverso un articolo di una legge che dovrebbe essere il mero strumento di recepimento di direttive comunitarie, apportare di fatto una modifica alla legge Bossi-Fini.
Questa è la preoccupazione di fondo che noi abbiamo; su questo tema, così Pag. 35delicato ed importante, il Parlamento tutto dovrebbe, al di là delle parti, superare qualsiasi controversia interna e dare vita ad un dibattito approfondito in quest'aula. Prendiamo quindi atto ancora una volta che la maggioranza dà vita ad un vero e proprio colpo di mano; non possiamo fare altro che esprimere il nostro voto fortemente contrario. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 478
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 269
Hanno votato no 209).
Prendo atto che il deputato Tabacci non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto altresì che il deputato Boato ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi.