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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Chiusura della scuola Allievi di polizia di Piacenza - n. 3-00522)
PRESIDENTE. L'onorevole Foti ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00522 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmatario.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, signor ministro, in attuazione del comma 431 dell'articolo unico della legge finanziaria per il 2007, il competente dipartimento della pubblica sicurezza ha dato comunicazione alle organizzazioni sindacali della chiusura di alcune scuole di formazione professionale, tra le quali quella degli Allievi di polizia di Piacenza.
Indipendentemente dalla giustificazione addotta, signor ministro, secondo la quale mancherebbero gli spazi idonei per l'addestramento del personale, io mi rivolgo alla sua sensibilità per un'opportuna verifica sul punto, in quanto quella scuola è stata un modello sotto il profilo organizzativo e dell'insegnamento; è una scuola per la completa ristrutturazione della quale sono stati spesi, non più tardi di alcuni anni fa, 25 miliardi di vecchie lire. Lo scorso anno è stato inaugurato uno dei dieci poligoni operativi della Polizia di Pag. 60Stato, anch'esso frutto di una ristrutturazione onerosa. Mi pare improvvida, dunque, la chiusura della scuola.
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, come il collega sa, la norma della legge finanziaria che reca tale previsione nasce da un'esigenza oggettiva che la precede, ovvero dall'esigenza, nella quale ci troviamo, di ridimensionare comunque il nostro sistema di scuole, che ha una potenzialità di addestramento largamente superiore a quelle che, non solo nel breve ma anche nel medio termine, si prospettano come le nostre possibilità di addestrare personale.
Abbiamo, nell'insieme, tredici scuole in Italia, che hanno una ricettività complessiva di oltre 4.700 posti. Tenerle tutte in funzione implicherebbe addestrare 4.700 persone, mentre prevediamo - già ora siamo a quel punto - di addestrarne non più di mille.
Le ragioni non sono tanto e soltanto legate alla solita questione della finanza pubblica, ma alla modifica che è intervenuta nell'approvvigionamento, per cui, salvo un piccolo retraining al civile, si dovrà trattare di personale proveniente dal servizio militare, non più di leva.
Il piano, pertanto, prevede la chiusura di una serie di queste scuole, che, in tutto, dovrebbero essere sette su tredici. Al momento è già prevista e articolatamente definita, anche con le intese delle organizzazioni sindacali, la chiusura di quattro di esse. Le altre tre verranno scelte nel novero delle residue nove, ma nessuna decisione è stata assunta e la scuola di Piacenza fa parte di questo lotto di scuole escluse dalla chiusura, tra le quali verranno selezionate le altre tre.
Resta inteso che gli edifici e i luoghi avranno comunque altre utilizzazioni.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Concludo subito, signor Presidente. L'ipotesi di chiudere la scuola di Piacenza - perché, per me, di questo si tratta, ma va confrontata con altre ipotesi - si reggerebbe sul fatto che offre una ricettività limitata rispetto a scuole vicine (237 posti letto, contro i 786 di Alessandria) e ha alcuni spazi utili (il poligono), ma manca di un piazzale che, per le scuole di polizia, è particolarmente utile. In ogni caso, c'è una pressione per possibili utilizzazioni diverse, in primo luogo da parte della questura, che così avrebbe il suo poligono di tiro, in secondo luogo dalla polizia stradale, che ha bisogno a Piacenza di una collocazione migliore, perché quella in cui si trova è costituita da un edificio che avrebbe bisogno di pesanti ristrutturazioni.
Tutto questo lo dico in ipotesi, perché nessuna decisione è stata presa.
PRESIDENTE. L'onorevole Foti ha facoltà di replicare.
TOMMASO FOTI. Ringrazio il signor ministro perché ha esaustivamente illustrato la situazione. In verità, vi sono alcune scuole che hanno chiuso, ad esempio quella di Foggia, e, indubbiamente, le motivazioni sono state poco esposte.
Signor ministro, mi permetto di fare una considerazione. Sono d'accordo nella riconversione di questi contenitori, anche perché lo Stato negli stessi ha speso molto, però penso che si debba fare anche un esame corretto di quanto lei ha affermato. Infatti, se il numero di allievi diminuisce, non si capisce il motivo per cui, ad esempio, si dovrebbero tenere aperte le scuole che hanno una ricettività superiore, anziché quelle che, a livello ottimale, dimostrano, con 237 posti letto, di fare fronte a un terzo delle eventuali richieste. Mi pare che anche questo dovrebbe essere un criterio di economicità cui fare riferimento. Ritengo, altresì, che sia importante che questo piano sia accompagnato effettivamente da un progetto di recupero degli immobili in quelle città che non dovessero più avere scuole di polizia.
Aggiungo una considerazione: tra le scuole salvande, ve ne sarebbe una che si Pag. 61trova in una situazione molto critica dal punto di vista strutturale. Anche sotto questo aspetto, signor ministro, la richiesta che le rivolgo, non soltanto per la città di Piacenza, che ospita una scuola di polizia efficiente, ma anche per altre che, eventualmente, potrebbero venire penalizzate, è di fare ciò che lei ha prospettato, ossia una verifica puntuale, con sopralluoghi reali, non soltanto - mi sia consentito di dirlo - lasciandosi abbindolare con discorsi del tipo «possiamo metterci la polizia stradale piuttosto che altro». Non si vede per quale motivo una scuola che, funziona e nella quale c'è un personale docente valido, debba essere smantellata solo per trovare un contenitore ad un'altra struttura di polizia.