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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Orientamenti del Governo in merito alla riforma del sistema previdenziale - n. 3-00528)
PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00528 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
LUCA VOLONTÈ. Onorevole ministro, onorevoli colleghi, stiamo chiedendo sostanzialmente che cosa il Governo vuol fare per affrontare il nodo pensionistico nel nostro paese. A novembre del 2006, il Commissario europeo Almunia, che si è fatto sentire anche qualche giorno fa, ha chiesto all'Italia di intervenire celermente su questa materia; al vertice di Caserta appariva che il Governo avesse intenzione di ridimensionare i coefficienti, come già indicato nel documento di programmazione economica e programmatica, poi invece i ministri Ferrero, Bianchi e Pecoraro Scanio hanno denunciato l'impraticabilità di questo percorso e hanno invece chiesto l'abbattimento nel cosiddetto scalone, che entrerà in vigore nel 2008.
Intanto, le agenzie internazionali di rating, la Standard and Poor's, l'OCSE e anche il Fondo monetario internazionale (è notizia proprio di queste ore) denunciano l'urgenza di intervenire su questa materia. Quindi lei, onorevole ministro, se può, ci porti una risposta esaustiva e anche, se possibile, univoca, vista la confusione che regna su questa materia all'interno dell'Esecutivo. Grazie.
PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Grazie, Presidente. Nel ringraziare gli onorevoli interroganti per avermi dato oggi l'occasione di fare il punto su un tema centrale di grande attualità, ritengo utile svolgere alcune precisazioni, ricordando a noi tutti alcuni aspetti che meritano di essere richiamati all'attenzione per capire bene lo stato delle cose.
Come è noto, l'articolo 1, comma 1, della legge 8 agosto 1995, n. 335, la cosiddetta «riforma Dini», prevede che il ministro del lavoro e della previdenza sociale, sentito il nucleo di valutazione della spesa previdenziale, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, sentite le competenti Commissioni parlamentari e le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale, ridetermini ogni dieci anni il coefficiente di trasformazione dell'importo della pensione annua nell'assicurazione generale obbligatoria.
Con riferimento alla questione dei coefficienti, appare dunque di tutta evidenza che all'obbligo relativo alla predetta rideterminazione avrebbe dovuto farsi fronte entro il 2005 e, dunque, da parte del precedente ministro del lavoro pro tempore che, al contrario, ha avviato il complesso procedimento solo all'indomani delle elezioni politiche del 2006. Difatti, solo pochi giorni prima dell'insediamento del nuovo Governo, risulta inoltrata da parte del ministro Maroni la richiesta di parere al nucleo.
Rilevato dunque, per amore di verità e non già per spirito polemico, come sia il Governo precedente a risultare inadempiente, osservo che da parte di questo Governo si è sempre confermato il rilievo Pag. 70che l'adeguamento dei coefficienti assume nel sistema contributivo previsto dalla legge Dini, ma si è altresì ribadito come esso sia la risultante di un complesso procedimento di confronto con le parti sociali e con lo stesso Parlamento, in conformità alle previsioni della legge n. 335 del 1995.
Tuttavia, occorre altresì ricordare come il quadro si sia andato articolando in modo molto più complesso, avviandosi il previsto percorso di confronto con le parti sociali per una più ampia e globale manutenzione del sistema previdenziale che, nel mantenerne e rafforzarne l'equilibrio, tenga conto anche delle profonde modifiche nel frattempo intervenute rispetto al contesto di riferimento della legge n. 335 e delle interazioni di tale manutenzione con altri interventi di riforma su settori strettamente correlati. Mi riferisco, in particolare, alla revisione del mercato del lavoro, alla riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e ai nuovi interventi prefigurati in materia di stato sociale.
Data la brevità dei tempi, mi limito a richiamare l'attenzione degli onorevoli interroganti sul fatto che, rispetto al 1995, il contesto socio-economico si è profondamente modificato; basti pensare ai profondi cambiamenti intervenuti nel mercato del lavoro a seguito della diffusione di forme di lavoro non standard, con contribuzione discontinua e anche ridotte - come nel caso del lavoro a progetto - e alla prevalenza che esse stanno assumendo nei flussi di assunzione anche a seguito delle riforme del Governo di centrodestra.
Questo Governo, com'è noto, ha già iniziato ad intervenire con le misure previste nella legge finanziaria in funzione di un riequilibrio e di un cambio di rotta. Penso al mancato decollo della previdenza complementare negli 11 anni trascorsi dalla legge n. 335, che quest'ultima legge considerava fondamentale per integrare la riduzione della copertura previdenziale assicurata dal sistema obbligatorio. Penso inoltre alla profonda alterazione del sistema contributivo, previsto dalla legge n. 335, determinata dalla riforma previdenziale del Governo di centrodestra modificandone i requisiti di accesso e, dunque, la sua stessa funzione di flessibilità nelle uscite correlata alla volontà del lavoratore.
PRESIDENTE. Signor ministro, dovrebbe concludere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Si tratta dunque di avviare - come affermato da ultimo nel seminario di Caserta - un percorso di riconsiderazione, attraverso il confronto con le parti sociali, che, senza pregiudiziali e senza schemi precostituiti, possa individuare soluzioni condivise che sappiano assicurare equità nel rispetto di quelle esigenze di equilibrio finanziario complessivo del sistema.
PRESIDENTE. L'onorevole Casini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor ministro, si tratta di un'occasione mancata, di una semplice risposta burocratica che, probabilmente, svela un imbarazzo comprensibile, ma è un'occasione mancata!
Mi ricorda la mia mamma, la quale mi dice: se sei all'opposizione, perché parli sempre di riforma previdenziale? Mia madre è una pensionata, come tanti altri che oggi ci ascoltano. Rispondo alla mia mamma guardando i ragazzi presenti in tribuna.
Parlo di questo tema, anche se sono all'opposizione, perché un'opposizione seria ha a cuore il futuro dei propri figli e perché, nel nostro paese, è necessaria una santa alleanza dei riformatori per i giovani italiani, che non possono pagare il nostro egoismo; questo è il senso della riforma previdenziale che occorre attuare in Italia!
Non si tratta di una riforma che si basa esclusivamente su problemi morali o economici, si basa su calcoli matematici, in quanto la formula su cui si regge l'attuale sistema previdenziale prevede un'età media per i cittadini italiani di dieci anni inferiore a quella oggi esistente.Pag. 71
Poiché il Governo non può cambiare la matematica e spero non si auguri che gli italiani muoiano prima - sono certo che non se lo augura -, occorre intervenire seriamente. È chiaro che un minatore del Sulcis svolge un lavoro usurante rispetto ad una maestra d'asilo, anche se, a dire il vero, ascoltando alcuni esponenti del Governo, sembra che un lavoro usurante sia anche quello della maestra d'asilo!
Non è una forma maniacale che avvince qualcuno di noi a riproporre sempre questo tema, ma è il senso di responsabilità verso l'Italia e verso i giovani, che andranno in pensione con un terzo di pensione in meno rispetto alla situazione di una persona della nostra generazione. Bisogna che abbiate coraggio! Bisogna che l'abbiate seriamente questo coraggio e che non vi trinceriate, onorevole ministro, dietro risposte burocratiche, nemmeno - ed ho concluso - dando le colpe e facendo lo scarica barile con il Governo passato, perché il Governo precedente - è qui presente in una veste diversa il presidente Tremonti che oggi ci presiede - può avere tante colpe, ma lo scalone del ministro Maroni rischia di essere l'ultima ancora di salvataggio per i riformatori della vostra maggioranza; dunque, pensateci bene prima di parlare (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PRESIDENTE. Assiste ai nostri lavori una classe della scuola media Genoino di Frattamaggiore, in provincia di Napoli: la Presidenza e l'Assemblea vi salutano (Applausi)!