Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per evitare la chiusura dello stabilimento Campari di Sulmona - n. 3-00520)
PRESIDENTE. L'onorevole Pelino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00520 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
PAOLA PELINO. Nei giorni scorsi, attraverso un provvedimento unilaterale annunciato Pag. 57dalla direzione aziendale della Crodo-Campari, è stata resa nota la decisione di far cessare l'attività produttiva dello stabilimento di Sulmona. Tale provvedimento comporterà il paventato licenziamento di 102 lavoratori con le prevedibili ed inevitabili dolorose conseguenze per le loro famiglie e, di riflesso, per il territorio, dove negli ultimi mesi abbiamo assistito alla crisi di ben 7 aziende. Del resto, come può un'azienda come la Campari, quotata in borsa, che ha assegnato, anche recentemente, il premio di produttività ai dipendenti dello stabilimento di Sulmona, giustificare la chiusura di detto impianto? Non voglio pensare che tale giustificazione nasca da logiche di mercato, che prevedono il disimpegno aziendale dalla regione Abruzzo, dopo aver usufruito delle agevolazioni territoriali. Chiedo, pertanto, al ministro dello sviluppo economico se ritenga di dover intervenire in merito per evitare la chiusura del citato stabilimento di Sulmona o, comunque, per accertare il reimpiego sullo stesso territorio della manodopera coinvolta.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Voglio confermare che il Ministero ha ricevuto, in questi giorni, informazioni circa l'intendimento del gruppo Crodo-Campari di procedere alla chiusura dello stabilimento di Sulmona e, quindi, alla messa in mobilità di 102 lavoratori. Si tratta di una decisione che, se attuata, aggraverebbe ulteriormente la situazione dell'area, già molto pesante. Il Ministero, quindi, convocherà, nei prossimi giorni, i rappresentanti della società per capire le motivazioni di questa decisione e per valutare se vi sia un'ipotesi di possibile intenzione di recedere da questa chiusura o, comunque, di promuovere azioni di rilancio e sviluppo delle produzioni che siano in grado di garantire prospettive industriali ed occupazionali. Aggiungo che, essendo evidente che questa crisi si colloca in un territorio, quello della Valle Peligna, pieno di problemi, credo che sarà opportuno che il Ministero, anche superando gli schemi organizzativi usuali, che si svolgono per singole imprese, attivi anche le condizioni di un progetto d'area, che possa occuparsi più in generale dell'economia di questa Valle, per sviluppare elementi di attuazione di possibili investimenti. Siamo, quindi, impegnati in questo senso ad avviare un confronto con l'amministrazione regionale e quella locale, per cercare di individuare insieme eventuali azioni che diano concrete risposte alle prospettive di quella comunità e dei lavoratori, pesantemente coinvolti in questa crisi.
PRESIDENTE. L'onorevole Pelino ha facoltà di replicare.
PAOLA PELINO. Signor ministro, ho chiesto un intervento urgente del Governo non solo per scongiurare la chiusura dello stabilimento Crodo-Campari di Sulmona, ma anche per evitare che si possa decidere, in via subordinata, il trasferimento dei lavoratori in altri stabilimenti industriali fuori dal territorio di Sulmona. La risposta offertami non può soddisfarmi pienamente, poiché credo che i 102 lavoratori del suddetto sito produttivo abbiano il diritto di conoscere l'azione del Governo circa questa problematica e, soprattutto, se il Governo intenda impegnarsi al cento per cento e farsi carico di risolvere la situazione di crisi aziendale da me esposta nell'interrogazione. Affrontare il problema superficialmente, rimettendosi a soluzioni tese ad individuare semplici percorsi di mediazione, non serve né ai 102 lavoratori, che rischiano il licenziamento, né alle loro famiglie. Il Governo dovrebbe svolgere il concreto ruolo che ad esso compete e che i cittadini si aspettano, cioè quello di tutelare almeno il lavoro di quanti rischiano, senza loro demerito, ma, troppo spesso, solo per logiche di profitto aziendale, di doverlo perdere.
Infatti, molte volte il motivo di base degli annunci di chiusura degli stabilimenti siti in Abruzzo è costituito dal Pag. 58volersi sottrarre all'impegno iniziale assunto per accedere alle sostanziose agevolazioni previste dalla legge per il territorio. Quindi, come membro della Commissione lavoro, come imprenditrice e, infine, come cittadina di Sulmona non posso dichiararmi soddisfatta della risposta avuta e attendo con ansia, unitamente alle famiglie dei 102 lavoratori in questione, di conoscere gli sviluppi dell'azione governativa in merito al caso evidenziato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).