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Seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 300 del 2006: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative (A.C. 2114).
PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta del 22 gennaio scorso si è svolta la discussione sulle linee generali.
Avverte altresì che la V Commissione ha espresso il prescritto parere.
Comunica inoltre le determinazioni assunte dalla Presidenza relativamente alle disposizioni che devono intendersi espunte dal testo del provvedimento d'urgenza (vedi resoconto stenografico pag. 1). Richiamate, al riguardo, le considerazioni svolte dal presidente della I Commissione in una lettera a lui inviata, sottolinea la necessità di attenersi alla vigente disciplina regolamentare, prospettando comunque la possibilità di armonizzare le regole applicate nei due rami del Parlamento in tema di ammissibilità degli emendamenti.
Passa quindi all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge.
RINO PISCITELLO (Ulivo), Segretario. Dà conto delle proposte emendative dichiarate inammissibili dalla Presidenza (vedi resoconto stenografico pag. 4).
LUCIANO VIOLANTE (Ulivo), Presidente della I Commissione. Giudicata ineccepibile la declaratoria di inammissibilità della Presidenza, lamenta tuttavia che i diversi criteri applicati in materia determinano una asimmetria nel ruolo svolto dai due rami del Parlamento; sottolinea altresì l'opportunità di promuovere adeguate modifiche regolamentari volte a garantire a provvedimenti legislativi di particolare rilevanza politica un iter parlamentare più sollecito, anche al fine di rispondere in modo tempestivo alle esigenze emergenti nel Paese.
MARCO BOATO (Verdi). Nel condividere le considerazioni svolte dal presidente della I Commissione, segnala l'opportunità che la Presidenza, coerentemente con i criteri seguiti relativamente alle altre proposte emendative, dichiari inammissibile anche l'emendamento 3.500 del Governo. Prospetta, quindi, l'opportunità di convocare le Giunte per il regolamento della Camera e del Senato, al fine di svolgere un'approfondita riflessione sul tema dell'armonizzazione della disciplina vigente nei due rami del Parlamento in tema di ammissibilità degli emendamenti.
ANTONIO BORGHESI (IdV). Invita la Presidenza a rendere più agevole la comprensione delle comunicazioni relative alle proposte emendative dichiarate inammissibili.
ANTONIO LEONE (FI). Rilevato che la declaratoria di inammissibilità della Presidenza Pag. VIincide in misura estremamente rilevante sul merito del provvedimento d'urgenza in esame, prospetta l'opportunità di sospendere la seduta.
GABRIELE BOSCETTO (FI). Espresso apprezzamento per la rigorosa applicazione delle norme regolamentari, auspica che anche il Senato si conformi alle determinazioni assunte dalla Camera; auspica altresì che venga favorita l'adozione di provvedimenti legislativi ordinari.
FRANCO RUSSO (RC-SE). Giudicate pienamente condivisibili le considerazioni svolte dal deputato Boscetto, ritiene che i provvedimenti d'urgenza recanti proroghe di termini rappresentino un caso emblematico di cattiva qualità della legislazione. Auspica quindi che la discussione odierna rappresenti l'avvio di una riflessione approfondita in materia che conduca anche ad ipotizzare un rafforzamento del ruolo svolto dal Comitato per la legislazione.
CARLO GIOVANARDI (UDC). Nell'associarsi alle considerazioni svolte dai deputati intervenuti, rileva che l'inserimento di disposizioni, anche parzialmente eterogenee, in provvedimenti d'urgenza si rende a volte necessaria per rispondere prontamente ad istanze provenienti dall'opinione pubblica.
ANTONIO SATTA (Pop-Udeur). Nel sottolineare la rilevanza delle considerazioni svolte dal presidente della I Commissione e dai deputati intervenuti, concorda sull'opportunità di sospendere la seduta, anche per consentire una riconsiderazione della declaratoria di inammissibilità di talune proposte emendative.
ROBERTO COTA (LNP). Rilevato che il bicameralismo perfetto sembra essere inficiato dalle evidenti differenze tra i criteri di ammissibilità degli emendamenti applicati nei due rami del Parlamento, ritiene che la Presidenza debba applicare analogo rigore nella valutazione delle proposte emendative presentate dal Governo, in particolare in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria; si associa infine alla richiesta di sospensione della seduta al fine di consentire una puntuale valutazione delle conseguenze della declaratoria di inammissibilità.
VALTER ZANETTA (FI). Sottolinea la necessità di individuare soluzioni idonee a rispondere alle istanze, anche di natura emergenziale, che provengono dal territorio.
MANUELA DI CENTA (FI). Osserva che la declaratoria di inammissibilità relativa all'emendamento Zanetta 6.325 rischia di penalizzare le aree montane.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI (Ulivo). Nel ritenere indifferibile un'armonizzazione dei regolamenti vigenti nei due rami del Parlamento, anche attraverso l'eventuale istituzione di appositi organismi bicamerali, auspica che l'altro ramo del Parlamento si attenga per l'immediato ad un'interpretazione moderatamente più restrittiva dei criteri di ammissibilità delle proposte emendative.
NICOLA CRISCI (Ulivo). Invita la Presidenza a riconsiderare la decisione di espungere il comma 8-octies dell'articolo 6 dal provvedimento d'urgenza in esame, inserito nel testo a seguito dell'approvazione in Commissione di una proposta emendativa, atteso che tale determinazione rischierebbe di penalizzare talune imprese del Mezzogiorno.
MANLIO CONTENTO (AN). Nel giudicare rilevanti le questioni poste dal presidente della I Commissione, esprime perplessità sulla concreta possibilità di pervenire, in tempi ragionevolmente brevi, all'armonizzazione dei regolamenti dei due rami del Parlamento. Chiede, pertanto, alla Presidenza di procedere, sulla base del regolamento vigente, ad una interpretazione in senso estensivo dei criteri regolamentari che presiedono alla valutazione di ammissibilità degli emendamenti, nonché a dichiarare l'inammissibilità dell'emendamento 3.500 del Governo.
Pag. VIILUCIO BARANI (DC-PS). Dichiara di condividere la decisione della Presidenza di applicare le norme regolamentari e pertanto ritiene inopportuno sospendere la seduta per consentire l'eventuale riconsiderazione della declaratoria di inammissibilità.
OSVALDO NAPOLI (FI). Chiede alla Presidenza di riconsiderare la declaratoria di inammissibilità di talune proposte emendative.
SIMONE BALDELLI (FI). Nell'associarsi alle considerazioni svolte dai deputati precedentemente intervenuti, ricorda che sul suo emendamento 6.28, dichiarato inammissibile dalla Presidenza, si era registrato il consenso unanime della XI Commissione.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UDC). Lamenta che la parziale declaratoria di inammissibilità dell'emendamento Duilio 6.322, che modifica le condizioni di accesso al fondo di solidarietà degli immobili da costruire, incide negativamente sul disagio abitativo diffuso nel Paese.
FILIPPO MISURACA (FI). Manifestato apprezzamento per le considerazioni svolte dal presidente della I Commissione, rileva che gli emendamenti da lui presentati, a suo avviso inopportunamente dichiarati inammissibili, erano volti a tutelare gli interessi del comparto agricolo e della pesca.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO (FI). Auspica una riconsiderazione della declaratoria di inammissibilità delle proposte emendative concernenti i settori dell'agricoltura e della pesca.
VITO LI CAUSI (Pop-Udeur). Lamentata l'espunzione dal provvedimento d'urgenza in esame, nel testo trasmesso dalla Commissione, delle disposizioni in materia di credito d'imposta, invita la Presidenza a riconsiderare le determinazioni assunte.
LINO DUILIO (Ulivo), Presidente della V Commissione. Segnala alla Presidenza le difficoltà incontrate dalla V Commissione, in sede di espressione del prescritto parere, nella acquisizione di un chiaro orientamento del Governo in merito ai profili finanziari recati dalle proposte emendative presentate.
PRESIDENTE. Nel confermare le determinazioni precedentemente assunte, conformi al disposto regolamentare, alla dottrina ed alla consolidata prassi applicativa, invita i deputati a non addurre argomentazioni di merito per confutare la correttezza di decisioni interpretative del regolamento; nel ritenere pertanto inopportuno accedere alle richieste di sospensione della seduta, condivide l'esigenza che siano compiuti approfondimenti circa eventuali modifiche regolamentari che consentano di prevedere tempi certi nell'iter di provvedimenti legislativi ordinari, con i quali in tal modo riuscire a rispondere a problemi che rivestano effettivamente carattere di urgenza. Sottolineata inoltre la necessità di superare l'asimmetria esistente tra i due rami del Parlamento in relazione alle regole seguite per la valutazione di ammissibilità degli emendamenti, ritiene che l'unico modo corretto per affrontare tale problema sia quello di sollecitare la Presidenza del Senato ad attivarsi affinché si proceda, anche mediate forme di collaborazione tra i competenti organi delle due Camere, verso un'armonizzazione delle disposizioni regolamentari e della loro prassi applicativa: nelle more, la Giunta per il regolamento della Camera potrà valutare l'opportunità di promuovere puntuali interventi su specifiche norme regolamentari nel senso precedentemente auspicato.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
Intervengono sul complesso delle proposte emendative presentate i deputati MAURIZIO FUGATTI (LNP), SIMONE BALDELLI (FI), RAFFAELE FITTO (FI) e ENRICO LA LOGGIA (FI).
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