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Allegato B
Seduta n. 100 del 30/1/2007
...
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
la Basilica di Sant'Agostino nella città di Roma, sede delle reliquie di Santa Monica e monumento artistico di importanza nazionale, versa in condizioni molto preoccupanti da ormai più di un anno, con grave pericolo di crollo;
20 novembre 2005: Caduta di stucchi in pezzi dall'arco della navata principale (altezza 25 metri circa), in corrispondenza
della cupola, sopra l'altare. Posizionamento di impalcatura provvisoria nei giorni immediatamente successivi;
20 dicembre 2005: Ulteriore caduta di materiale anche con pietre di grandi dimensioni, per fortuna senza danni a persone, sfondando l'impalcatura provvisoria;
22 dicembre 2005: intervento dei Vigili del Fuoco, su richiesta della sovrintendenza, con perlustrazione della cupola. Risultato della perlustrazione: rilevati vari punti di fessurazione ben visibili a occhio nudo, nelle pareti e negli altri archi sovrastanti l'altare; transennato e interdetto l'uso di tutto il presbiterio, sottostante la cupola del Vanvitelli e il transetto;
maggio-giugno 2006: posizionamento del ponteggio di sicurezza, senza puntellamento;
giugno 2006: posizionamento dei sensori per il monitoraggio;
ottobre 2006: funzionari della sovrintendenza prospettano, presentandosi in Basilica, di togliere i ponteggi, adducendo mancanza di fondi. Grazie all'intervento del parroco e alle sue ferme rimostranze, questo non è accaduto;
26 ottobre 2006: il Parroco scrive al Ministro per i Beni e le Attività culturali, nonché Vice-Presidente del Consiglio, Francesco Rutelli, chiedendo il suo intervento urgente nella soluzione del gravissimo problema della Basilica;
novembre 2006: il Parroco viene ricevuto dal capo di gabinetto del Ministro, il quale ha ovviamente assicurato che ci sarebbe stato il dovuto interessamento per la soluzione del problema e per il reperimento dei fondi. Nessuna ulteriore comunicazione al riguardo è pervenuta ad oggi;
5 dicembre 2006: constatazione ufficiale, da parte della sovrintendenza per il comune di Roma, della gravità della situazione, così come rilevato dal monitoraggio, che evidenzia il grave rischio di crollo e segnala l'urgenza di provvedere, in una relazione che recita: «... per segnalare l'urgenza... in considerazione della gravità e dell'evoluzione negativa in atto dei fenomeni fessurativi, rilevata nel corso del monitoraggio, che evidenzia un rischio di crollo delle strutture murarie»;
23 gennaio 2007: avendo avuto notizia dell'interruzione dei lavori da parte della ditta appaltatrice a causa del pericolo di crollo della cupola, il Parroco invia una lettera di appello indirizzata al Ministro Rutelli, il Presidente della Regione Lazio, il Presidente della Provincia, il Sindaco di Roma, il direttore regionale dei Beni Culturali, Sua Eminenza Cardinal Ruini e il Direttore dell'edilizia del Culto;
24 gennaio 2007: una serie di funzionari, ingegneri e architetti responsabili della sovrintendenza insieme alla ditta appaltatrice si presentano in Basilica e decidono di transennare e bloccare totalmente il passaggio di alcune sue parti causa grave pericolo. In quella stessa occasione danno incarico urgente di studiare e portare a termine il cerchiaggio della cupola;
nulla è mai stato fatto ancora per controllare e verificare eventuali danni o alterazioni strutturali interni di sostegno e neppure alle fondamenta -:
se il Governo non ritenga necessario e urgente salvaguardare un monumento artistico e di culto quale la Basilica di Sant'Agostino o se si assume la responsabilità delle conseguenze della sua non volontà di intervento;
quali azioni intenda il Governo intraprendere, concretamente e nel dettaglio, per intervenire urgentemente, non soltanto in termini di sicurezza, ma soprattutto in termini di azioni volte a salvare e ristrutturare la Basilica;
se il Governo intenda finalmente reperire i fondi necessari al recupero ed alla conservazione di tale Basilica;
se, infine, il Governo, ritenuto necessario quanto sopra, intenda impegnarsi nei
tempi e nei modi di tale intervento considerato dai tecnici di estrema urgenza.
(2-00340)
«Giovanardi, Casini, Volontè, Adolfo, Ciro Alfano, Barbieri, Bosi, Capitanio Santolini, Cesa, Ciocchetti, Compagnon, D'Agrò, D'Alia, De Laurentiis, Delfino, Dionisi, Drago, Forlani, Formisano, Galati, Galletti, Greco, Lucchese, Marcazzan, Martinello, Mazzoni, Mele, Mereu, Oppi, Peretti, Romano, Ronconi, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Tucci, Vietti, Zinzi, Bono, Buontempo, Fabris, Cioffi».
Interrogazione a risposta in Commissione:
MOTTA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Parma ha avviato le procedure per un progetto di riqualificazione e valorizzazione del comparto urbano costituito da Piazza della Ghiaia;
Piazza della Ghiaia, collocata nel centro storico di una città d'arte come è Parma, è stata, a partire dal 1180, sede di fiere, riunioni, mercati, competizioni equestri e dal 1837 si è caratterizzata, con la realizzazione delle Beccherie del Bettoli per la vendita della carne, come mercato generale alimentare e poi successivamente anche non alimentare, della città;
Piazza della Ghiaia è quindi da oltre nove secoli luogo di mercato e spazio economico vitale e centrale per la città di Parma e, al di là del suo indiscutibile valore storico, culturale e etnoantropologico, rappresenta uno straordinario centro commerciale naturale di piccole e medie imprese;
dopo diversi progetti predisposti negli ultimi due anni per il rifacimento della piazza, nell'agosto 2006 il Comune di Parma ha proceduto ad espletare la gara per l'aggiudicazione della progettazione di realizzazione della riqualificazione di Piazza della Ghiaia;
nel settembre 2006 il Comune ha trasmesso la documentazione relativa al progetto che si è aggiudicato il bando alle varie istanze del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per acquisirne i competenti pareri tecnico-scientifici;
nella seduta del 14 novembre 2006 il Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici, trattandosi di intervento soggetto ad autorizzazione ai sensi dell'articolo 21 comma 4 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ha espresso il proprio parere nella cui parte conclusiva si legge che «il progetto presentato, pur se qualificato sotto il profilo della ricerca progettuale e della volontà di recupero e valorizzazione, soprattutto delle antiche vestigia romane, appare, nel suo complesso, ridondante, sovradimensionato e poco coerente con la storia generale del sito nel quale interviene. In tale senso, nel corso dell'audizione, è emersa una buona capacità da parte dei progettisti incaricati, di affinare e ridurre all'essenziale l'intervento. Su questa strada si deve proseguire seguendo le indicazioni della competente Soprintendenza»;
in data 15 dicembre 2006 sugli organi di stampa locale è stata data notizia del parere del Comitato Tecnico Scientifico;
in data 20 dicembre 2006 la stampa locale ha dato notizia del dibattito avvenuto nel consiglio comunale, nel corso del quale il sindaco di Parma avrebbe dichiarato che «l'autonomia di un Comune non può essere condizionata arbitrariamente da un semplice organo periferico... ... e che la grande attenzione prestata dagli enti di tutela del patrimonio culturale è andata oltre le normali prassi e poteri di legge, a causa di un grave spirito politico». A quanto risulta all'interrogante, il sindaco ha altresì annunciato di aver inviato alla Direzione regionale una formale diffida nella quale si chiede di produrre una «dichiarazione di non interesse» del Ministero per i beni e attività culturali su Piazza della Ghiaia;
il Comune di Parma ha altresì proceduto allo sfratto dei commercianti per dare avvio alla demolizione dei box che occupano la parte centrale della piazza;
il Prefetto di Parma ha promosso un tavolo di confronto tra il Comune di Parma e la Soprintendenza per i beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, al fine di verificare la leale collaborazione interistituzionale di ciascun ente coinvolto -:
quali iniziative il Ministero abbia adottato e quali intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze sul progetto di riqualificazione e valorizzazione del comparto urbano costituito da Piazza della Ghiaia in Parma;
in base a quali valutazioni siano state assunte le deliberazioni dei propri organismi centrali e periferici preposti alla funzione di tutela dei beni culturali, artistici ed architettonici in merito alle procedure di verifica dell'interesse culturale espletato sulla Piazza della Ghiaia ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 42 del 2004, anche in rapporto alla diffida presentata dal Sindaco di Parma finalizzata ad escludere l'interesse culturale della stessa Piazza.
(5-00619)
Interrogazioni a risposta scritta:
PISACANE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
i Comuni della Provincia di Napoli devono procedere alla valutazione ed all'eventuale rilascio dei titoli in sanatoria relativi a decine di migliaia di pratiche di condono presentate per effetto delle leggi n. 47 del 1985, n. 724 del 1994 e n. 326 del 2003;
nei territori vincolati il rilascio dei predetti titoli è subordinato - ex articolo 32 legge n. 47 del 1985 - all'ottenimento del parere favorevole dell'amministrazione preposta alla tutela del vincolo;
il protocollo di intesa tra Regione Campania e Sovrintendenza ai beni ambientali ed architettonici di Napoli e Provincia, approvato con DPGRC (Decreto del Presidente della giunta regionale della Campania) n. 2707 del 31 dicembre 2001, ha disciplinato modalità procedimentali e contemplato forme di cooperazione tra amministrazioni in materia di sanatoria degli interventi edilizi abusivi realizzati in aree soggette a vincolo paesistico-ambientale;
con la più recente delibera n. 1382 del 4 aprile 2003 la Giunta della Regione Campania ha determinato l'istituzione di tavoli tecnico-amministrativi per la definizione degli indirizzi e dei criteri tecnico amministrativi, anche a mezzo dell'elaborazione di intese e accordi istituzionali finalizzati alla definizione dei procedimenti di sanatoria ex articolo 32 della legge n. 47 del 1985 e successive modifiche e legge n. 724 del 1994 e successive modifiche;
in virtù del predetto protocollo può essere avviata la formazione di un piano di dettaglio (piano di valutazione della compatibilità paesistica degli immobili da condonare) condiviso e sottoscritto dal Comune interessato e dalla Soprintendenza BAPPSAD (beni architettonici, il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico) di Napoli e Provincia;
l'articolo 9 della legge regionale n. 10 del 18 novembre 2004 ha fissato il termine del 31 dicembre 2006, entro il quale i procedimenti relativi alle istanze di condono ex lege n. 47 del 1985 e n. 724 del 1994 devono essere definiti;
per quanto attiene al rilascio dei pareri ex articolo 32 si registra una capacità di risposta da parte della Soprintendenza BAPPSAD tarata su circa 100 nulla osta per anno e, conseguenzialmente, solo per l'incidenza di tali procedure, un Comune impiegherebbe oltre 100 anni soltanto per definire procedimenti relativi a 10.000 pratiche di condono edilizio;
mentre è in corso la valutazione conclusiva delle richiamate pratiche, l'intervenuto
articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 dicembre 2005, introducendo un nuovo documento nei procedimenti ex articolo 32, la relazione paesaggistica, a corredo dell'istanza di autorizzazione paesaggistica, ai sensi degli articoli 159, comma 1, e 146, comma 2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ha determinato di fatto un ulteriore appesantimento delle procedure de qua;
peraltro, l'articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministro citato, previo accordo con la Direzione regionale del ministero territorialmente competente, prevede la possibilità di introdurre semplificazioni ai criteri di redazione e ai contenuti della relazione paesaggistica per le diverse tipologie di intervento;
in generale, emerge una diffusa necessità di indagare tutti i percorsi amministrativi finalizzati all'accelerazione dei rilasci delle pratiche di condono, in particolare di quelle di cui alle leggi nn. 47 del 1985 e 724 del 1994 e di non vanificare l'istanza di celerità proposta dal legislatore regionale e fortemente condivisa dall'ente locale e dalla comunità che esso rappresenta, senza tuttavia trascurare la necessaria tutela del territorio;
pertanto, si ritiene necessario fare ricorso a quanto oggi l'ordinamento consente in termini di formule cooperative istituzionali per meglio definire i procedimenti da seguire per ottenere i risultati di celerità che la legge regionale prescrive;
al fine di conseguire quanto sopra precisato, si può ipotizzare, l'opportunità che i Comuni interessati procedano alla formazione di un piano di dettaglio (piano di valutazione della compatibilità paesistica degli immobili da condonare) condiviso e sottoscritto dal Comune medesimo e dalla Soprintendenza BAPPSAD di Napoli e Provincia;
tale piano sarebbe finalizzato a delineare il medesimo quale strumento di valutazione puntuale sulla fattibilità di recupero degli immobili da condonare, a contenere tempistiche certe per i procedimenti ex articolo 32 citato ed a pervenire, così, ad un'accelerazione dei conseguenziali provvedimenti;
il medesimo piano, in generale, dovrà valorizzare sia la norma di tutela per il recupero delle opere da condonare che la complessiva tempistica delle procedure occorrenti per evadere le pratiche di condono ricondotta ad un arco temporale condiviso nell'ambito di forme cooperative istituzionali da ente locale-regione-istituzione preposta alla tutela del vincolo;
alla luce di quanto sopra, il piano dovrà essere formato per determinare specifiche previsioni normative di dettaglio che, definendo uno snellimento nell'azione di competenza della Sovrintendenza e cadenze temporali di processo, consentano quei risultati di auspicata rapida definizione delle procedure;
conseguita l'adozione del piano con le modalità sopra esposte, si potrà procedere all'espletamento delle attività istruttorie ed endoprocedimentali nella certezza di un protocollo ben definito con l'amministrazione preposta alla tutela del vincolo e di un'attività garantita nei tempi e nei risultati -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere affinché sia definito, tramite ulteriore protocollo tra regione Campania e Direzione regionale dell'amministrazione dei beni culturali, artistici e architettonici, accordo con l'amministrazione preposta alla tutela del vincolo affinché i Comuni interessati, per il conseguimento di quanto in premessa, possano procedere a concludere - in tempi brevissimi - intese istituzionali finalizzate alla conclusiva definizione delle modalità e dei tempi di rilascio dei pareri ex articolo 32 legge n. 47 del 1985 anche mediante la formazione ed approvazione di piani di dettaglio (piano di valutazione della compatibilità paesaggistica degli immobili da condonare) con le modalità e gli obiettivi di cui in premessa.
(4-02368)
GRIMOLDI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Sant'Ambrogio di Valpolicella ha approvato, con deliberazione n. 18 del 30 aprile 2003, un piano di lottizzazione, di cui al permesso di costruire n. 13, prot. 605/2004 e alla convenzione n. 180 del 2004;
su indicazione della Soprintendenza per i beni ambientali di Verona, nel permesso di costruire è contenuta una prescrizione che recita: «Dovrà essere conservato il muro a secco a delimitazione di via Cà de Diaolo e del piazzale della ditta Ragno»;
da notizie locali sembrerebbe che tale muro, vincolato dalla Soprintendenza, sia stato integralmente demolito per fare spazio all'ampliamento stradale previsto dal piano di lottizzazione;
l'amministrazione comunale di Sant'Ambrogio di Valpolicella, informata dei fatti, sembrerebbe che abbia definito la prescrizione della Soprintendenza come «non vincolante», ritenendo che le parti lottizzanti abbiano agito legittimamente e in piena autonomia nel procedere all'abbattimento del muro;
un consigliere comunale, con lettera raccomandata del 16 marzo 2005 ha informato la Soprintendenza circa l'abbattimento del muro in difformità alla prescrizione contenuta nel permesso di costruire, ma tale lettera non ha ancora ricevuto risposta -:
se il Ministro intenda verificare la veridicità di quanto esposto in premessa, assumendo le opportune misure contro l'inadempienza alla conservazione del muro a secco verificatasi nel Comune di Sant'Ambrogio di Valpolicella, a tutela degli interessi pubblici e dei beni storici e culturali della collettività.
(4-02371)