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Allegato B
Seduta n. 100 del 30/1/2007
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INFRASTRUTTURE
Interrogazioni a risposta immediata:
GIUDITTA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
l'attuale acquedotto denominato «galleria Pavoncelli» trasferisce le acque dalla regione Campania alla regione Puglia, senza che sia stato ancora definito il bilancio idrico, che deve stabilire quanta acqua effettivamente la regione Puglia deve prelevare dai bacini idrici campani;
attualmente vengono prelevati in media 6.000 litri di acqua al secondo, quantitativo che, a detta degli esperti, determinerà gravi danni eco-ambientali;
ad avviso dell'interrogante, costruire una seconda galleria potrebbe rivelarsi inutile e fortemente dispendiosa, oltre che sproporzionata rispetto ai costi e alle effettive esigenze;
ad avviso dell'interrogante, prima di commettere un altro errore come quello già avvenuto nel 1992, che determinò l'annullamento dei lavori per disastro ambientale, sarebbe corretto e razionale pianificare il prelievo delle acque attraverso lo strumento, previsto dalla legge; dell'accordo di programma interregionale;
attualmente sono pendenti due ricorsi presso il tribunale superiore delle acque pubbliche di Roma, oltre all'avvio della procedura di infrazione comunitaria per mancanza del parere di valutazione di impatto ambientale;
nonostante la risposta data dal Governo ad un'interrogazione a risposta immediata in commissione presentata in data 4 dicembre 2006, segnatamente la n. 5-00462, discussa in data 12 dicembre 2006, il problema descritto dalla presente interrogazione continua a non essere risolto, con tutte le conseguenze deprecabili che, ad avviso dell'interrogante, possono immaginarsi -:
se il Ministro interrogato intenda provvedere alla sospensione della costruzione della seconda galleria denominata «Pavoncelli-bis», tre volte più grande di quella attuale, che è, tra l'altro, funzionante e in discrete condizioni.
(3-00581)
MARONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, COTA, DOZZO, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI, POTTINO e STUCCHI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
allo scadere per le «manifestazioni di interesse» per l'acquisto del 30,1 per cento di Alitalia da parte di quelli che oggi sappiamo essere gli undici possibili compratori, tra cui figurano Air one e il fondo
M&C di Carlo De Benedetti, la crisi della compagnia aerea nazionale ritorna ad occupare le pagine dei più importanti quotidiani nazionali;
la relazione predisposta dal vertice aziendale ha confermato una perdita operativa per il 2006 pari a circa 380 milioni di euro, con un indebitamento netto cresciuto del 6,4 per cento e un calo dei passeggeri del 2,3 per cento;
negli ultimi dieci anni i bilanci di Alitalia sono stati quasi sempre negativi. Dal 1996 ai primi nove mesi del 2006, secondo quanto ricordato al Senato della Repubblica dal Ministro dell'economia e delle finanze, la compagnia ha totalizzato perdite nette per 3,1 miliardi di euro, mentre dal 1998 ad oggi sono affluite in Alitalia risorse finanziarie per 4,52 miliardi di euro;
i negativi risultati di gestione accumulati dall'azienda rendono evidente la possibilità di fallimento delle misure contenute nel piano industriale 2005-2008, ponendo alcuni interrogativi sia sulle misure industriali che i futuri partner di Alitalia intenderanno perseguire, sia sull'eventualità di allungamento dei tempi necessari al completamento dell'infrastrutturazione dell'aeroporto di Malpensa;
infatti, nel piano industriale di Alitalia è stato riconosciuto all'aeroporto di Malpensa un ruolo strategico ai fini del rilancio della compagnia aerea nazionale. L'aeroporto di Malpensa, pensato e costruito per svolgere la funzione di grande hub aeroportuale, è oggi uno dei centri di distribuzione più importanti d'Europa;
la crescita dell'aeroporto di Malpensa, legata alla realizzazione dei collegamenti stradali, tangenziali e autostradali, rappresenta una grande opportunità di sviluppo, non solo per l'area lombarda, ma per l'intero Nord, permettendo al nostro Paese, con il suo sistema di piccole e medie imprese, di divenire un ideale crocevia dei traffici tra il Mediterraneo e il resto dell'Europa -:
quali misure il Ministro interrogato intenda adottare al fine di garantire la centralità dell'infrastruttura aeroportuale di Malpensa, nell'ambito delle reti infrastrutturali europee e delle opere strategiche per lo sviluppo del Paese, in considerazione della diminuzione della quota di proprietà del ministero dell'economia e delle finanze e delle conseguenti misure industriali che i futuri partner di Alitalia garantiranno nell'interesse pubblico.
(3-00582)
LA RUSSA, CONTENTO, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BONGIORNO, BONO, BRIGUGLIO, BUONFIGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO, CICCIOLI, CIRIELLI, CONSOLO, GIORGIO CONTE, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FILIPPONIO TATARELLA, GIANFRANCO FINI, FOTI, FRASSINETTI, GAMBA, GASPARRI, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MAZZOCCHI, MELONI, MENIA, MIGLIORI, MINASSO, MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, PEDRIZZI, ANTONIO PEPE, PERINA, PEZZELLA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAISI, RAMPELLI, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, ULIVI, URSO e ZACCHERA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio dei ministri ha approvato, il 25 gennaio 2007, un decreto-legge in materia di liberalizzazioni, non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale, contenente, per quanto risulta agli interroganti, una norma con cui si revocano le concessioni e le autorizzazioni a Tav spa ed a Rete ferroviaria italiana spa, «limitatamente» al terzo valico Genova-Milano, alla tratta Milano-Verona e alla subtratta Verona-Padova;
con la suddetta disposizione di legge, il Governo, invece di intervenire nell'ambito
dei meccanismi che regolano i rapporti concessori ed autorizzativi, azzera, di fatto, tutte le procedure in corso, causando il totale blocco degli appalti per la Tav;
la decisione di ricorrere, da parte del Governo, all'applicazione della normativa comunitaria e nazionale in materia di appalti pubblici ai lavori di costruzione delle tratte ad «alta velocità» si dimostra, ancora una volta, totalmente incongrua, dal momento che l'articolo 131, comma 2, della legge n. 388 del 2000 (legge finanziaria per il 2001) è stato abrogato dall'articolo 11 della legge n. 166 del 2002 (cosiddetto «collegato infrastrutture»), con cui il precedente Governo ha inteso riaffermare, per quanto concerne la costruzione delle tratte ad «alta velocità», la validità del meccanismo della concessione alla società Tav spa con il general contractor, facendo venire meno la prescrizione dell'affidamento dei lavori mediante gara pubblica europea;
la decisione del Governo di revocare le vecchie concessioni determinerà l'avvio di un rilevante contenzioso a più livelli, nonché l'aggravio di ulteriori ritardi, che, da troppo tempo, penalizza i cittadini e le imprese che soccombono nella morsa quotidiana del traffico e della congestione, il cui costo annuo, limitato alla sola mobilità stradale, è stimato sui 14-15 miliardi di euro;
oltre al danno economico che si abbatterà sull'economia del nostro Paese, l'entrata in vigore del decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri impedirà la realizzazione di una rete europea di treni ad «alta velocità», che rappresenta una delle linee guida della politica comunitaria dei trasporti -:
se il Ministro interrogato abbia attentamente valutato gli effetti negativi che la revoca delle suddette concessioni potrebbe provocare, sia sotto il profilo degli oneri risarcitori, sia sotto quello del rinvio, non più procrastinabile, della realizzazione del sistema dell'«alta velocità».
(3-00583)