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Allegato B
Seduta n. 100 del 30/1/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
la «Caltanissetta Agricoltura e sviluppo s.c.p.a.», società consortile per azioni è il soggetto responsabile del «Patto Territoriale Agricolo della Provincia di Caltanissetta», con capitale sociale pari a euro 103.291,38, e come tale svolge tutte le attività e le funzioni comunque connesse al ruolo di soggetto responsabile, individuato ai sensi dell'articolo 1, comma 1, decreto ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione 31 luglio 2000 n. 320;
i soci della Caltanissetta Agricoltura SCPA sono Enti pubblici territoriali dell'area (la Provincia regionale di Caltanissetta ed alcuni comuni della provincia tra cui Caltanissetta e Gela, la Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura; rappresentanze locali delle categorie imprenditoriali e dei lavoratori interessati (Confederazione Italiana Agricoltori CL, Federazione Coltivatori diretti CL, Istituto Istruzione Superiore Sen. Di Rocco, Ordine Agronomi CL, Unione Provinciale degli Agricoltori CL, G.A.L. Sviluppo Valle dell'Himera, COPAGRI Confederazione Produttori Agricoli);
sin dall'inizio della sua attività la società, grazie all'impegno dei responsabili tecnici, ha attivato e completato tutte le iniziative ammesse a finanziamento;
secondo gli interpellanti i soci istituzionali ed in modo particolare quelli pubblici si sono interessati della società solo ed esclusivamente al momento della inaugurazione degli opifici e non occupandosi, sul piano politico e della programmazione, della attività della stessa società e delle difficoltà che ha nel frattempo avuto con il ministero dello sviluppo economico relativamente ai collaudi ed al saldo dell'investimento che lo stesso ministero deve erogare alle ditte finanziate;
nel corso del 2006 più volte gli organi di stampa hanno segnalato che la suddetta Società versa in uno stato di preoccupante «difficoltà finanziaria»;
gli amministratori della società sostengono che la stessa è in attesa del trasferimento dei fondi spettanti da parte del ministero dello sviluppo economico e non ha, pertanto, potuto provvedere ad assicurare la necessaria copertura finanziaria alla prosecuzione dell'attività amministrativa;
nel frattempo gli stessi amministratori hanno richiesto, per garantire assistenza e continuità amministrativa alle aziende, 21 su 70, che devono ancora percepire i finanziamenti da parte del Governo nazionale per una somma totale che si aggira sui cinque milioni di euro, ai Soci della Caltanissetta agricoltura SCPA
una congrua anticipazione in attesa dei trasferimenti del ministero dello sviluppo economico;
a causa dello stato di vera crisi finanziaria in cui si trova la Caltanissetta Agricoltura Scpa si ritiene necessaria una ricapitalizzazione da parte dei Soci;
l'amministrazione provinciale di Caltanissetta e i comuni con la quota di partecipazione più rilevanti quali Caltanissetta e Gela non hanno risposto alle sollecitazioni urgenti del consiglio di amministrazione della «Caltanissetta Agricoltura Scpa»;
il copione si ripete ancora una volta nella provincia nissena, visto che anche per la «Caltanissetta Scpa», soggetto responsabile del Patto territoriale provinciale, i soci di maggioranza sono restii alla ricapitalizzazione con il rischio che essa stessa venga posta in liquidazione, creando allarme e forte preoccupazione negli stessi operatori economici anche alla luce della mancata operatività della società sugli atti necessari al completamento del patto territoriale;
per la situazione della Caltanissetta SCPA è stata presentata l'interrogazione Misuraca 3-00152 del 25 luglio 2006, senza ancora peraltro, aver ricevuto alcuna risposta da parte del Ministero dello Sviluppo economico;
il timore della liquidazione per la «Caltanissetta Agricoltura Scpa» è stato paventato anche dalle Organizzazioni professionali nel corso di una riunione presso la Camera di Commercio con la deputazione regionale e nazionale e dove gli stessi hanno sostenuto l'opportunità di effettuare la ricapitalizzazione;
i comuni di Butera, Delia e l'Istituto Professionale per l'Agricoltura di Caltanissetta hanno già effettuato la loro parte di anticipazione dimostrando sensibilità nel condividere le legittime richieste del CIDA della Società;
i soci di maggioranza quali la provincia regionale di Caltanissetta, il comune di Caltanissetta ed il comune di Gela non hanno dato un che minimo segnale alle urgenti e pressanti richieste del CIDA della Società;
le imprese aderenti al patto territoriale agricolo corrono il gravissimo rischio di non vedersi pagato il saldo delle spese sostenute dal ministero dello sviluppo economico qualora la «Caltanissetta Agricoltura SCPA» non trovi rapidamente la liquidità necessaria, per evitare di essere posta in liquidazione;
l'eventuale stato di insolvenza della Caltanissetta Agricoltura SCPA potrebbe inficiare i collaudi finali, essendo la Società il soggetto responsabile nei confronti del ministero e quindi i conseguenti saldi alle aziende da parte dello stesso ministero;
dal 1996 in poi nel territorio di Caltanissetta sono presenti alcune forme di programmazione negoziata, per lo sviluppo del territorio quali la Caltanissetta SCPA, la Caltanissetta Agricoltura SCPA, la Gela Sviluppo (Contratto d'area) -:
se non ritenga di dover fare una valutazione sulle ricadute occupazionali in termini di costi-benefici tra gli investimenti effettuati, l'occupazione e il reale sviluppo economico del territorio, alla luce anche delle difficoltà di tutte le imprese per la mancanza di liquidità dovuta al mancato saldo da parte del ministero;
quali azioni il Governo intenda intraprendere per scongiurare il fallimento della Caltanissetta Agricoltura SCPA e della Caltanissetta SCPA e conseguentemente delle aziende beneficiarie che si troverebbero nell'impossibilità di percepire i legittimi contributi per il completamento delle iniziative agevolate a valere sul «Patto Territoriale Agricolo di Caltanissetta» e della Caltanissetta SCPA a valere sul «Patto Territoriale di Caltanissetta»;
se ritenga di valutare l'opportunità di accelerare i «collaudi» delle Aziende aderenti ai due Patti, sospesi da troppo tempo (in alcuni casi le richieste risalgono ad
oltre due anni or sono), affinché si possa favorire il processo di liquidazione dei contributi ancora oggi non erogati alle Aziende beneficiarie così da permetterne un immediato ed indispensabile processo di risanamento finanziario ed evitare a molto di esse il rischio di chiusura ancora prima di avere potuto portare a piena maturazione gli investimenti effettuati;
se il Governo abbia programmato la concessione di ulteriori contributi a favore del Soggetti responsabili per la gestione dei Patti Territoriali e relativi servizi, considerata la bocciatura degli emendamenti nel corso dell'approvazione della legge finanziaria 2007 a firma Misuraca a ciò finalizzati ed in particolare per permettere la sopravvivenza operativa di tali soggetti;
se sia a conoscenza del risultato della programmazione negoziata in provincia di Caltanissetta ed in particolare della «Caltanissetta Scpa», della «Caltanissetta Agricoltura Scpa», e della «Gela Sviluppo» per obiettivi raggiunti, nonché, per le ricadute economiche occupazionali sull'intero territorio;
se sia a conoscenza dei costi relativi a «consulenze e ad incarichi» delle società ed i risultati ottenuti con tali nomine.
(2-00339)
«Leone, Misuraca, Angelino Alfano, Baiamonte, Fallica, Floresta, Germanà, Giudice, Grimaldi, Marinello, Martino, Minardo, Mormino, Palumbo, Stagno D'Alcontres, Caligiuri, Gianfranco Conte, Crimi, D'Ippolito Vitale, Fabbri, Fedele, Giacomoni, La Loggia, Marras, Mondello, Pelino, Mario Pepe, Picchi, Luciano Rossi, Paolo Russo, Santelli, Stradella, Testoni, Tortoli, Valducci, Valentini, Verdini, Alfredo Vito».
Interrogazione a risposta immediata:
PRESTIGIACOMO, LA LOGGIA, ANGELINO ALFANO, FLORESTA, GIUDICE, GRIMALDI, MARINELLO, MISURACA, PALUMBO, STAGNO D'ALCONTRES e FALLICA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 21 dicembre 2005 è stato firmato, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, dal Governo, dalla Regione siciliana, dalle forze sociali e dalle aziende impegnate nell'area chimica siracusana «l'accordo di programma per la riqualificazione e la deindustrializzazione del polo petrolchimico di Priolo»;
tale accordo prevede un qualificato impegno finanziario del Governo, che si somma ad analoghi impegni della regione e delle imprese private per progetti di consolidamento delle realtà produttive, deindustrializzazione dell'area e di bonifica e riqualificazione dei siti inquinati;
dalla legge finanziaria per il 2007 non si evince la conferma dell'impegno economico del Governo per l'attuazione dell'accordo;
è trascorso più di un anno dalla sigla dell'intesa che ancora non ha trovato attuazione e tale ritardo sta provocando grave inquietudine da parte delle parti sociali, dei lavoratori e delle comunità interessate -:
quali siano le reali intenzioni del Governo in merito alla deindustrializzazione ed al rilancio del polo chimico di Priolo-Siracusa, se si intendano confermare gli impegni assunti con l'accordo di programma e se si intenda procedere speditamente all'attuazione degli interventi previsti.
(3-00578)
Interrogazione a risposta scritta:
IACOMINO e DE CRISTOFARO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
all'inizio degli anni 80 viene costituita la cooperativa Edilizia Regione Campania 349 a.r.l. finalizzata alla edificazione di abitazioni popolari, in area 167 del comune di Pollena Trocchia (Napoli) e tale
cooperativa diventa titolare del diritto di superficie novantanovennale per abitazioni a proprietà indivisa, abitazioni successivamente realizzate ed abitate da oltre 10 anni dai soci storici;
nel dicembre 1989 i soci della Cooperativa Edilizia Regione Campania 349, che negli anni avevano sempre versato rate semestrali del mutuo collettivo, all'atto della stipula notarile scoprono che tali versamenti delle rate di mutuo, fino ad allora maturate, non erano state mai incassate dalla banca e presumibilmente erano state, invece diversamente trattenute o utilizzate dai dirigenti della cooperativa stessa;
il competente ministero è a suo tempo intervenuto - ai sensi della normativa vigente sul controllo delle cooperative mutualistiche e senza fine di lucro - prima con commissari governativi poi con un commissario liquidatore, dottor Gioiello, e pertanto è sicuramente a conoscenza dell'enorme danno economico creato dalla cattiva gestione della cooperativa ai 24 soci storici e dell'enorme contenzioso giudiziario, al punto tale che, ad un certo punto, viene ipotizzata dal commissario liquidatore dottor Gioiello una proposta transattiva tesa ad annullare di fatto le quote di mutuo già versate dai soci e non contabilizzate, ed a pretendere l'esborso di una ulteriore somma di circa 90 milioni di vecchie lire da parte di ogni socio, incredibilmente come «prestito personale su busta paga» e non come mutuo fondiario;
i soci attraverso il loro legale hanno consegnato un articolato esposto-denuncia alla Procura di Nola ed al Tar e tali giudizi sono ancora in corso -:
se sia a conoscenza dell'iniziativa (secondo gli interroganti assurda) del commissario liquidatore dottor Gioiello che, per far fronte alla situazione debitoria della cooperativa, vende addirittura i sottotetti non abitabili ed opziona a terzi, appartamenti già abitati dai soci storici, e soprattutto ha intentato un procedimento giudiziario teso ad allontanare i soci storici dalle loro abitazioni e che negli ultimi 15 giorni le forze dell'ordine sono intervenute 2 volte a tentare l'esecuzione coattiva di tale provvedimento con gravi problemi di ordine pubblico;
se non ritenga gravissimo che l'iniziativa del citato commissario liquidatore sia stata finalizzata solo a sgomberare gli alloggi in spregio alle esigenze ed alle condizioni di 24 famiglie tutte di ceto sociale medio-basso che da oltre 10 anni vivono in abitazioni di cui si ritengono - in buona fede - legittimi co-proprietari, fondandovi la loro vita ed il loro lavoro;
quali iniziative intenda assumere a tutela dei soci storici della Cooperativa Edilizia Regione Campania 349 a.r.l. e per garantire la continuità locativa a queste famiglie, scongiurando azioni di sgombero coattivo e tenendo conto di una disponibilità del competente assessorato regionale alla casa della regione Campania, a ripianare i debiti della cooperativa e costruire nuovi alloggi per evitare assurde guerre fra «poveri» alimentate da quelli che gli interroganti reputato improvvidi e poco trasparenti atti del commissario liquidatore.
(4-02372)