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Allegato B
Seduta n. 101 del 31/1/2007
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DIFESA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
IV Commissione:
DURANTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
i lavoratori della Tipografia dell'Arsenale M.M. di Taranto, dopo molte richieste (rimaste sempre inevase) ai diretti superiori di rimuovere quattro banconi e diversi armadi pieni di caratteri di piombo non più utilizzati da diversi anni, decidono di denunciare alla locale RSL (Rappresentanza dei Lavoratori per la Sicurezza) la grave situazione ambientale dei locali in quanto in questi contenitori risiedono materiali potenzialmente tossici;
tale operazione viene effettuata nel mese di ottobre;
successivamente alla rimozione (su denuncia dei lavoratori) vengono effettuate delle analisi chimiche dell'atmosfera che rilevano una concentrazione di piombo aereodisperso sino a 10 volte oltre la soglia di attenzione fissata per legge;
a seguito di tali rilevamenti, nel mese di novembre, viene frettolosamente chiusa la Tipografia facendo evacuare i lavoratori;
vengono quindi richiesti dai lavoratori una serie di incontri con il VDA che garantisce una veloce risoluzioni dei problemi;
nel mese di dicembre ulteriori analisi chimiche confermano il superamento della soglia di attenzione sia pure in misura minore;
verso la metà del mese di dicembre i lavoratori vengono sottoposti a visita, ma viene loro detto che si tratta di analisi di routine che nulla hanno a che fare con il rischio di intossicazione da piombo;
viene poi disposta la bonifica dei locali;
ad oggi la bonifica non è stata ancora effettuata;
i lavoratori sono stati sottoposti ad analisi chimiche specifiche solo in data 22 gennaio 2007;
i lavoratori denunciano come, prima di questa data, non siano mai stati sottoposti ad analisi specifiche seppur previste dall'articolo 15 decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277;
l'amministratore delegato ha disposto l'impiego dei lavoratori, all'interno del proprio profilo professionale, in altri settori o in altre sedi -:
quali provvedimenti il Ministro intenda prendere affinché si proceda al più presto alla bonifica delle attrezzature del reparto in oggetto che i lavoratori dovranno utilizzare (anche dopo trasferimento in altra sede), al fine di continuare la propria attività lavorativa e, poiché l'interrogante ritiene che negli anni sia stato violato il diritto alla salute dei lavoratori sottoposti al rischio derivante dall'uso del piombo, quali misure intenda assumere in merito.
(5-00633)
GALANTE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la soluzione del problema dell'Archivio dei partigiani, situato in via Sforza a Roma, è ormai divenuta di assoluta urgenza, in quanto esso rappresenta l'unico vero tesoro storico del mondo della Resistenza, costituito da 25 enormi armadi metallici che si spostano su rotaie e perciò dichiarati inamovibili dalla loro sede attuale;
in quelle migliaia di faldoni, alcuni dei quali in condizioni disastrose per la
incuria dei responsabili, ci sono tutta la storia dei partigiani, i loro fascicoli personali, le loro dettagliate relazioni, le loro ricompense al valore;
da mesi il Presidente del Comitato Consultivo per il riconoscimento delle Qualifiche partigiane e delle proposte al Valor Militare, si batte per la salvaguardia dell'Archivio, attualmente gestito con scarso interesse dal responsabile della ottava divisione della Direzione Generale del Personale delle quattro Forze Armate (PERSOMIL);
tali sforzi non sono bastati ad impedire il trasferimento dalla Cecchignola, palazzo Muscoloni, nuova sede di PERSOMIL, dei preziosi schedari dell'Archivio, contenenti le schede personali e necessario punto di partenza per ogni ricercatore che voglia approfondire la storia dei partigiani;
la precarietà dell'attuale ubicazione degli schedari, posti a distanza di chilometri dal corpo centrale dell'Archivio stesso, non più agevolmente raggiungibili da Roma, finirà per scoraggiare ogni intento di ricerca;
ben due capi di Stato Maggiore dell'Esercito, rispondendo ad una precisa richiesta del senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, hanno per iscritto dichiarato la loro disponibilità a prendersi in carico, per debito di custodia, l'Archivio in parola, conservando così la Memoria storica della Resistenza e salvandola dal degrado, morale e storico, cui altrimenti sarebbe con il tempo condannata;
risulta improrogabile la necessità di provvedere, con modesta spesa, alla sostituzione di moltissimi faldoni porta documenti, ormai macerati dall'umidità, alla risistemazione organica del carteggio che, per miopia amministrativa, non è stato convenientemente computerizzato, malgrado esistessero a suo tempo le disponibilità finanziarie per farlo -:
quali iniziative, con urgenza, intenda intraprendere al fine di assicurare sia la prosecuzione della custodia, sia la conservazione e la valorizzazione dell'Archivio storico dei partigiani, che rischia la chiusura a causa del distacco in altra sede dei suoi schedari, determinando così la dispersione di un patrimonio di memoria civile, storico e culturale di immenso valore, che va assolutamente salvaguardato per impedire che prevalga la volontà di chi vorrebbe volentieri vederlo distrutto.
(5-00634)
RUGGHIA e VICO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
le forze armate organizzano autonomamente il servizio trasfusionale in modo da essere in grado di svolgere tutte le competenze previste dalla legge;
nel quadro delle iniziative di educazione sanitaria impartite ai militari, l'autorità militare favorisce la cultura della donazione volontaria di sangue, di sangue cordonale e dei loro componenti, presso le strutture trasfusionali militari del territorio;
il servizio trasfusionale militare coopera con le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, del Ministero dell'Interno e del Dipartimento della Protezione civile, al fine di assicurare, in relazione alle previsioni delle necessità trasfusionali per le situazioni di emergenza, il mantenimento di adeguata scorte di sangue;
il compito del Servizio Trasfusionale Militare è il conseguimento di una completa autonomia delle Forze Armate in campo trasfusionale e del settore trasfusionale civile per lo scambio di emocomponenti e frazioni plasmatiche;
in questo delicato settore presta la sua indispensabile attività il Centro Trasfusionale dell'Ospedale Militare di Taranto (Marispedal), considerato Policlinico Interforze;
lo stesso, nel solo 2006 ha prodotto 1.148 sacche di sangue destinate alle esigenze del servizio trasfusionale militare ma anche a quelle degli Ospedali civili territoriali e regionali;
l'attività del Centro Trasfusionale di Marispedal è ora gravemente pregiudicata dalla messa in aspettativa di personale militare, causa riduzione dei quadri ufficiali, che garantiva il servizio di trasfusione e il trattamento delle sacche ematiche;
attualmente, inoltre, oltre 50 sacche di sangue rischiano di non poter più essere utilizzate se non verranno preparate per tempo e adeguatamente conservate, attraverso un lavoro di validazione che un tempo veniva, appunto, assicurato dai militari posti in aspettativa;
l'attività così esplicata e l'intero servizio trasfusionale del centro tarantino devono rispondere agli standard minimi di dotazione d'organico previsti dal Servizio Sanitario Nazionale e dalle norme sul servizio trasfusionale Militare -:
quali iniziative intende assumere il Ministro della Difesa al fine di salvaguardare la funzionalità della struttura trasfusionale del Centro ospedaliero Militare di Taranto garantendo la continuità della presenza del personale medico specializzato.
(5-00635)
DE ZULUETA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il settimanale l'Espresso del 1o febbraio 2007 nell'articolo a pagina 57, dal titolo «Chalet Frattini», di Paolo Tessadri riferisce che il commissario europeo Franco Frattini, nella settimana a cavallo di San Silvestro ha passato una settimana bianca insieme ad altre 13 persone tra familiari ed amici presso il Centro logistico-addestrativo delle truppe alpine Tempesti a Corvara in Alto Adige;
tale centro è una struttura dell'Esercito riservata all'allenamento delle squadre atletiche dei corpi militari e, nei periodi di vacanza, a fare da foresteria ai vertici delle Forze Armate;
secondo l'articolo del settimanale l'onorevole Franco Frattini e la sua comitiva al seguito per occupare due degli chalet del centro ha pagato 24 euro al giorno a persona tutto incluso, mentre i prezzi di mercato della zona si aggirano sui 200 euro -:
se sia a conoscenza dei fatti citati nell'articolo dell'Espresso e se corrispondano al vero, a che titolo l'onorevole Franco Frattini ed il suo seguito sono stati ospitati in tale struttura dell'esercito e, considerata anche la crisi economica denunciata dai vertici delle Forze Armate, perché tali vertici usufruiscono di queste agevolazioni economiche per le loro vacanze.
(5-00636)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
CAPARINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'Assessorato al Territorio della Provincia di Brescia, in collaborazione con la Provincia di Trento, sta predisponendo un progetto di riqualificazione e valorizzazione della viabilità della Grande Guerra di rilevante valore culturale;
funzionalmente alla realizzazione del progetto risulta indispensabile procedere all'analisi e riproduzione del materiale relativo a tali infrastrutture, custodito presso l'archivio del Genio Militare situato in Roma;
occorre altresì comprovare che i manufatti realizzati nel periodo compreso tra il 1915 ed il 1918 nella zona interessata dal progetto, come la Polveriera di Vezza d'Oglio, non sono più utilizzati dall'Esercito Italiano, pur essendo ancora parte del demanio militare;
è conseguentemente necessario acquisire una dichiarazione ufficiale da parte dell'Ufficio del demanio militare, con il quale si è rivelato tuttavia impossibile stabilire un contatto -:
quale sia l'opinione del Governo circa le circostanze generalizzate nella premessa e se sia possibile, anche in vista di future evenienze, stabilire forme organiche di
collegamento tra il Segretariato Generale della Difesa e gli Enti locali.
(5-00631)
CANNAVÒ e KHALIL. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
su segnalazione delle associazioni ambientaliste e dalle notizie di stampa si apprende che all'interno della caserma Monte Grappa, precedentemente utilizzata come Scuola militare di educazione fisica (SMEF) e attualmente occupata dalla Guardia di finanza, sono stati abbattuti otto pini monumentali;
il luogo è situato all'interno del centro storico della città, la struttura militare è circondata da un ampio parco ricco di decine di pini monumentali di quasi sessanta anni di età;
nello scorso mese di dicembre, otto pini sono stati abbattuti, sembra, per consentire la costruzione di nuove palazzine funzionali alle esigenze dei finanzieri;
in un articolo del Corriere dell'Umbria del 13 gennaio 2007 il presidente del Wwf orvietano afferma «...nel complesso da essi occupato sono disponibili diverse migliaia di metri quadrati già edificati e completamente inutilizzati...»;
sempre nell'articolo del Corriere dell'Umbria del 13 gennaio 2007 il Presidente del Wwf orvietano afferma «...inoltre non è stata chiesta alcuna autorizzazione paesaggistica, o di altro genere per questo abbattimento...»;
decine di camion hanno attraversato il centro storico della città per rimuovere il terreno necessario a far spazio alle fondamenta delle palazzine. Nella giornata di sabato 15 gennaio 2007, a seguito delle proteste di alcuni cittadini veniva emessa da parte del sindaco di Orvieto una ordinanza di divieto di transito dei mezzi pesanti sulla viabilità precedentemente utilizzata;
ulteriori polemiche sono state sollevate per la presunta circostanza che l'assessore all'ambiente è anche direttore dei lavori, in particolare sul Messaggero del 14 gennaio 2007 si legge «La posizione dell'assessore Desideri è scomoda: da una parte dirige quei lavori, dall'altra dovrebbe avviare le procedure per un controllo della loro congruità rispetto alle esigenze del masso tufaceo all'interno del quale si scava...»;
dal 10 novembre 2005 con sentenza n. 6312 del Consiglio di Stato, sezione IV, anche le opere destinate alla difesa militare, realizzate in zone vincolate, debbono ottenere l'autorizzazione paesaggistica;
un cittadino orvietano ha inoltrato un esposto alla procura della Repubblica di Orvieto, che ha aperto un fascicolo, questo tuttavia non è bastato ad ottenere la sospensione temporanea dei lavori;
la polemica nella città di Orvieto non è nuova, visto che nel 1997 alla caserma Monte Grappa vennero abbattute una cinquantina di piante delle stesse dimensioni di quelle odierne -:
se le procedure adottate per tali lavori siano compatibili con le normative in vigore;
se siano state rilasciate le autorizzazioni anche in presenza del vincolo paesaggistico e se sì in deroga a quale norma;
se corrisponda al vero la notizia che tali lavori servono per la costruzione di nuovi alloggi e se sì perché non siano stati utilizzati volumi già presenti all'interno della caserma e nelle zone limitrofe;
se corrispondano al vero le notizie secondo cui l'assessore all'ambiente è anche direttore dei lavori e se in tale caso non rilevi profili di incompatibilità;
se il Ministro non ritenga di sospendere i lavori ai fini di un più attento esame della situazione complessiva prima di pregiudicare in maniera irreparabile il territorio.
(5-00648)
CANNAVÒ. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
dal sito www.nigrizia.it si apprende «Agusta Westland e la Lybian Company for Aviation Industry realizzano una joint-venture, che beneficerà dei diritti commerciali per la vendita di elicotteri in Africa. Inoltre, l'Agusta Westland ha ottenuto dalla Libia la commessa per 10 elicotteri A109E Power, per un contratto di 80 milioni di euro, predisposti per il pattugliamento costiero (17 gennaio 2006). Aermacchi sigla due contratti: da 84 milioni di dollari USA con la Nigeria per ammodernamento di 12 MB339A (12 luglio 2006) e da 88 milioni di euro per 8 velivoli MB339CM alla Malesia (22 novembre 2006)»;
la legge n. 185 del 1990 dispone vari divieti nell'autorizzare le esportazioni delle armi. In particolare l'articolo 1 della legge n. 185 del 1990 stabilisce alcuni criteri che vietano i trasferimenti a paesi coinvolti in conflitti, responsabili di accertate violazioni di convenzioni internazionali che tutelino i diritti dell'uomo e nei confronti di Paesi, beneficiari di aiuti per la cooperazione allo sviluppo italiana, che destinino risorse eccessive alle spese militari;
il programma elettorale dei partiti che hanno sostenuto la coalizione dell'Unione prevedeva, in materia di commercio di armi, l'impegno affinché vi sia trasparenza e un più cogente rispetto delle disposizioni che impediscono il commercio delle armi in paesi che violano i diritti umani o che siano collocati in aree di conflitto;
negli ultimi anni è stata portata avanti una importante iniziativa a livello internazionale per provvedere alla cancellazione del debito nel «Terzo Mondo»;
negli anni scorsi la direttrice di Amnesty, Irene Khan aveva denunciato: «Ogni anno centinaia di migliaia di persone sono uccise, torturate, stuprate, allontanate dalle proprie terre grazie al cattivo uso delle armi. Com'è possibile prendere sul serio gli impegni del G8 tesi a eliminare la povertà ed ingiustizia, se alcuni di quegli stessi governi stanno mettendo a rischio la pace autorizzando consapevolmente trasferimenti di armi verso regimi repressivi?» -:
se il Ministro ritenga compatibile la stipulazione di questi accordi con una politica di cooperazione praticata attraverso la cancellazione parziale del debito;
se il Ministro ritenga compatibile tali accordi con la legge n. 185 del 1990 tenuto anche in considerazione l'accordo complessivo raggiunto in sede di sottoscrizione del programma dell'Unione.
(5-00649)
Interrogazioni a risposta scritta:
REINA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Distretto Militare di Catania è un Ente in via di soppressione a seguito della riorganizzazione della struttura territoriale dell'Esercito;
la mancanza di notizie relative all'attuazione della sua chiusura o della trasformazione pone perplessità in ordine al futuro professionale del personale civile e militare in servizio presso il suddetto Ente, ciò anche in considerazione della mancanza di altri enti territoriali dell'Esercito nella provincia di Catania (la Caserma Sommaruga è infatti un Ente operativo);
viceversa al totale depauperamento delle risorse dell'Esercito nella Sicilia orientale si contrappone un incremento esponenziale delle strutture territoriali a Palermo dove gli attuali Comandi si stanno trasformando ed incrementando con la costituzione del Comando RFC interregionale e del Comando Regione Sud, oltre al previsto Comando Militare Esercito che dovrebbe assumere le funzioni degli ex Distretti Militari di Palermo e Catania; (si è infatti passati dal Comando di un Generale di Divisione ad un Generale di Corpo d'Armata);
inoltre viene evidenziata la mancata determinazione degli organici effettivi del futuro ente che dovrà prendere il posto (se ci sarà) del disciolto Distretto Militare e la cui assenza sembra confermare una precisa volontà di smantellamento;
a tutto ciò bisogna aggiungere che il Distretto Militare di Catania si è sempre distinto con esiti lusinghieri in una serie di attività sperimentali nei settori delle attività promozionali e della tecnologia informatica applicata all'attività di front office e della comunicazione pubblica per razionalizzare i processi lavorativi e comunicativi; queste attività rientrano tutte nell'ottica del «nuovo modello di difesa», con estensione su tutto il territorio nazionale;
dette iniziative trasformate in protocolli programmatici giustificano ampiamente il mantenimento e l'incremento di nuove attività istituzionali che rientrano in progetti già presentati da personale del Distretto Militare di Catania che prevedono che il Distretto venga trasformato in un ufficio centrale per la Sicilia con competenze diversificate. Altrimenti si perderebbe un patrimonio di esperienza e di professionalità (in alcuni casi unico a livello nazionale), peraltro ufficialmente riconosciuto con elogi ed encomi dagli Organi di vertice dell'Amministrazione Difesa (due dipendenti civili sono autori di un testo sulla comunicazione pubblica peraltro già adottato da alcune prestigiose Università italiane) -:
quali iniziative intenda assumere in favore dei dipendenti del Distretto Militare di Catania relativamente al loro futuro professionale.
(4-02375)
PIRO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria 2007, al comma 519, prevedendo la stabilizzazione del personale non di ruolo e non dirigenziale presso le pubbliche amministrazioni, contempla i seguenti requisiti per poter presentare istanza: essere già in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi; aver stipulato un contratto anteriormente alla data del 29 settembre 2006; essere stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore del provvedimento in esame;
la suddetta norma oltre all'immediata stabilizzazione del personale precario che si trovi nelle condizioni innanzi indicate, dispone esplicitamente che le amministrazioni interessate - prioritariamente Forze armate, Arma dei Carabinieri, corpo della Guardia di Finanza e degli ufficiali in ferma prefissata (U.F.P.) - nelle more delle procedure di stabilizzazione, siano autorizzate a continuare ad avvalersi di personale a tempo determinato, in servizio al 31 dicembre 2006;
dall'esame del complesso delle anzidette disposizioni si desume che coloro che hanno svolto un rapporto di lavoro a tempo determinato, in particolare gli U.F.P. Carabinieri, per meno di tre anni ma prossimi a tale durata (per ben 30 mesi) non rientrino nella possibilità di stabilizzazione prevista, solo in quanto congedati prima dell'entrata in vigore della norma citata e nonostante siano in possesso dell'esperienza necessaria per essere considerati militari professionisti; diversamente, coloro che risultino essere in servizio il 31 dicembre 2006 - paradossalmente anche coloro entrati da un solo giorno - avranno la speranza di vedere stabilizzato in futuro il proprio rapporto di lavoro;
il requisito di «almeno 36 mesi», di cui al comma 519 della legge finanziaria 2007, esclude dalla stabilizzazione molti degli U.F.P. dell'Arma dei Carabinieri, giovani ufficiali reclutati tramite concorso pubblico ai sensi dell'articolo 23, comma 3, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e congedati per fine ferma di trenta mesi; per questi ultimi, la conferma di vedere frustrata l'attesa di una trasformazione progressiva della propria posizione in una professione, anche dopo una lunga esperienza militare, segue, peraltro,
alla mancata possibilità di essere ammessi ad una ulteriore ferma annuale - sulla base di una diversa e successiva interpretazione da parte del Ministero della difesa circa la necessità di un ulteriore concorso;
tali previsioni e circostanze rischiano, secondo l'interrogante, di produrre un trattamento discriminatorio tra coloro che, a pari titolo, differiscono, ai fini della stabilizzazione del rapporto di impiego, solo per un'esigua previsione temporale (sei mesi) al momento dell'entrata in vigore della norma in esame -:
se e quali iniziative ritenga di dover assumere affinché sia estesa la possibilità di stabilizzazione per gli U.F.P. dell'Arma dei Carabinieri, i quali, pur avendo i titoli in esame, sono rimasti esclusi solo sulla base di esigue differenziazioni temporali.
(4-02384)