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Allegato B
Seduta n. 102 del 1/2/2007
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SOLIDARIETÀ SOCIALE
Interrogazione a risposta scritta:
CAMPA, ZANETTA, ROSSO, FEDELE, FRANZOSO, MISTRELLO DESTRO e PELINO. - Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
la notte del 26 aprile 1986, una nube maledetta in un silenzio spettrale pose fine a vite umane, dilaniò migliaia di famiglie, rese sterili i campi, uccise animali, inquinò laghi e fiumi, bruciò foreste. Tutto questo accadde quella notte nella pianura dove sorgeva la centrale atomica collassata di Chernobyl. In Italia si sviluppò un movimento di solidarietà spontaneo. Migliaia di famiglie si misero a disposizione per ospitare un paio di mesi all'anno i bambini colpiti dalla radioattività, sulla base della constatazione clinica che con un breve soggiorno lontano dalla fonte radioattiva, si poteva avere una decontaminazione che oscilla tra il 30 e il 50 per cento. Per molti voleva dire sperare nella vita. Così è stato;
quel movimento spontaneo di solidarietà ha assunto le dimensioni di un immenso bacino di 30 mila famiglie che in 15 anni hanno ospitato, senza alcun sostegno economico da parte dello Stato e senza titoli sui giornali, quasi 400 mila bambini, orfani o con famiglia. A questo si sono aggiunti numerosi episodi di aiuti in vestiario, alimenti, giocattoli, materiale scolastico, contributi per la ricostruzione di centri medici, sostegni a progetti di studio e a famiglie bisognose. Una grande e commovente azione che onora il nostro Paese;
poi la storia disgraziatissima più recente, e il meccanismo si è inceppato a causa della storia di Maria-Vika e dei coniugi Cogoleto che conosciamo tutti. Il Governo Bielorusso ha bloccato i viaggi e ha rinviato l'incontro chiesto dal nostro Governo. In occasione delle feste di Natale la Bielorussia ha concesso l'autorizzazione della ripresa dei viaggi dei bambini che in patria hanno una famiglia, ma non per gli orfani. Si è creata così una dolorosissima discriminazione che non può che ferire i nostri cuori;
Minsk ha chiesto che gli orfani fossero ospitati non in famiglie, ma in strutture pubbliche, come collegi, colonie o istituti, per evitare appunto che si ripetesse il caso spiacevole di Maria-Vika. Per non rendere possibile questa crudele discriminazione, non sono stati autorizzati, da parte italiana neppure i viaggi degli altri bambini. Così tutti sono rimasti in Bielorussia. Mentre la politica decide, prendendosi i tempi che le sono propri, i bambini attendono a pochi passi dal mostro ancora sveglio che è la centrale nucleare di Cernobyl, che le ragioni di Stato non impediscano loro di tornare in Italia per continuare a sperare di poter diventare uomini. Impedire la loro venuta in Italia è come negare il diritto alla vita!
si parla di rotazione dei bambini tra le famiglie italiane, come a voler evitare che nascano sentimenti ed amicizie, così nobili soprattutto in un momento come l'attuale in cui predominano l'incomprensione e lo scontro etnico e religioso -:
a che punto siano le trattative diplomatiche.
(4-02429)