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Allegato B
Seduta n. 103 del 5/2/2007
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COMUNICAZIONI
Interrogazione a risposta scritta:
ZANELLA. - Al Ministro delle comunicazioni, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
il 30 giugno 2006, 23 persone sono state lasciate a casa dopo aver lavorato assiduamente al call center Poste Italiane di Mestre (Venezia);
nel dicembre 2002, Poste Italiane sottoscrisse con Ali, agenzia di lavoro interinale, un contratto affinché tale agenzia fornisse al call center delle Poste - servizio 186 (telegrammi) - del personale;
la Ali Padova fornì al call center delle Poste sito in Mestre (Venezia) 46 unità con il compito di effettuare telegrammi, visure e/o certificati camerali, certificati per l'anagrafe di Roma, pratiche Inail;
dal 2002 le mansioni svolte sono state sempre le stesse, quindi tali da poter essere definite consolidate;
da allora (dicembre 2002) alcune persone sono state licenziate mentre altre, stufe di questa situazione di precariato, sono andate via per trovare qualcos'altro; nello specifico, in 18 sono subentrati alle persone che nel tempo sono andate via e/o sono state licenziate ed oggi all'interno di questo gruppo si possono trovare persone che hanno raggiunto periodi lavorativi che vanno da qualche mese di operatività, a 12 mesi, a 15 mesi, a 24 mesi;
all'interno del call center di Mestre (Venezia) il lavoro è sempre stato abbastanza elevato con picchi che portavano le persone a fare anche 120/130 telegrammi al giorno (ciò dimostra che l'uso del lavoratore interinale all'interno del call center delle Poste di Mestre è inappropriato in quanto non legato ad un picco di lavoro ma ad un'attività inbound costante);
dopo più proroghe e più rinnovi contrattuali alcuni dei lavoratori in data 31 marzo 2006 si vedono trasformare il contratto da somministrato/interinale a CTD (contratto a tempo determinato) con Poste;
il 30 giugno 2006, 23 persone sono state lasciate a casa per essere sostituite con altre 23 che non hanno mai avuto alcun rapporto con Poste e con il compito di svolgere le loro stesse mansioni - a dimostrazione che non c'era stato nessun calo di lavoro - con un contratto CTD con scadenza a fine ottobre 2006;
delle 18 persone del call center di Mestre (Venezia), che desiderano soltanto riavere il posto di lavoro all'interno del call center, già alcune hanno aperto un contenzioso con Poste Italiane mentre altre sono pronte a farlo in quanto ritengono inaccettabile l'uso indiscriminato del lavoro precario all'interno di una realtà qual è quella delle Poste dove manca una valida giustificazione all'uso di tale forma di lavoro come dimostrato dalle innumerevoli cause perse da Poste; per denunciare quella che ritengono sia un'ingiustizia hanno scritto lettere e si sono appellati a Comune, Regione e Parlamento;
all'interno di questo gruppo di lavoratori l'età media è di 35/40 anni con una conseguente difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro;
presso Poste Italiane, sull'intero territorio nazionale, ci sono frequenti casi di proroga di contratti a termine, mentre a Reggio i contratti a termine sono stati
trasformati in lavoro stabile. Proprio per omologare queste diversità è stata presentata una risoluzione in XI Commissione che impegna il Governo ad assumere ogni utile iniziativa nei confronti di Poste Italiane spa affinché i lavoratori possano essere stabilizzati, oltre che nella città di Reggio Calabria, anche in tutte le altre realtà del territorio nazionale -:
se il Governo non ritenga necessario effettuare un monitoraggio accurato di tutte le sedi di Poste Italiane del territorio nazionale al fine di individuare altre situazioni simili e porvi rimedio come per il caso specifico suddetto;
quali misure intenda prendere il Governo al fine di combattere in maniera efficace e globale il fenomeno del precariato, portando a compimento uno dei punti più importante del programma politico dell'Unione.
(4-02438)