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Allegato B
Seduta n. 103 del 5/2/2007
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GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta orale:
D'ELIA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
già con l'interrogazione 3-00105 del 10 luglio 2006 lo scrivente rappresentava ai Ministri in indirizzo le gravissime condizioni di salute del detenuto Antonio Cordì, di 64 anni, al quale nel febbraio 2006 è stata diagnosticata una grave neoplasia polmonare (diametro di 7 cm.) adesa alla pleura per la quale le relazioni sanitarie contenute in cartella clinica asseveravano la necessità di un intervento chirurgico da effettuare in ambiente altamente specialistico ed extramurario;
ad oggi non è ancora giunta risposta a tale interrogazione, nella quale si chiedeva tra l'altro di sapere se i Ministri interrogati non ritenessero di dover intervenire con urgenza al fine di disporre l'immediato ricovero del detenuto Cordì presso un'adeguata struttura del servizio sanitario nazionale per permettere allo stesso, sottoposto sin dal 1999 al regime dell'articolo 41-bis, di accedere alle necessarie cure per affrontare la grave patologia da cui è affetto;
il 3 febbraio 2007, un articolo a firma Gianmarco Chiocci, Il Giornale dà grande rilievo al caso del signor Cordì dando conto di una serie di particolari qui di seguito riassunti;
dopo quelli del febbraio 2006, nuovi esami effettuati all'inizio di aprile 2006 riscontrano una «voluminosa neoplasia del lobo superiore del polmone destro» e i sanitari ribadiscono l'urgenza di asportarla «con un'operazione di lobectomia» da effettuare fuori dal circuito carcerario;
una settimana dopo, il DAP (dipartimento amministrazione penitenziaria) individua la struttura «idonea al trattamento e alle cure necessarie» nel carcere di Secondigliano e, l'indomani stesso, nel respingere la domanda di sospensione pena, il Tribunale di sorveglianza di Napoli nega il ricovero in un ospedale pubblico affermando che «il quadro clinico, pure severo (...) non pare comportare una situazione di assoluta incompatibilità col regime detentivo, specie se attuato in un istituto specializzato quale quello individuato dal DAP»;
solo il 3 maggio 2006 avviene il trasferimento nel CDT (Centro Diagnostico Terapeutico) del carcere di Secondigliano dove il 22 maggio il Cordì viene sottoposto a una consulenza chirurgico-toracica dalla quale emerge l'urgenza di altri esami, che la «struttura specializzata» indicata dal DAP non può fare;
il 25 luglio 2006, il Ministero della giustizia afferma invece: «Questa Amministrazione... non dispone di centri specializzati oncologici», ma solo di un «consulente oncologo» e, quindi, si dà mandato per cercare una struttura ad hoc «nell'ambito extraregionale, preferibilmente nel centro-nord Italia»;
nell'attesa, il primario di chirurgia toracica dell'ospedale Cardarelli di Napoli definisce «talmente gravi» le condizioni di salute di Cordì da considerarlo ormai «inoperabile» per l'espandersi di «metastasi linfonodali ilo-mediastiniche»;
a seguire, il DAP parla di «prognosi quoad vitam imprevedibile non potendosi escludere esito infausto anche a breve termine» per il Cordì il quale nel frattempo non sopporta più nemmeno i cicli di chemioterapia, che gli vengono sospesi «per indotto danno renale»;
il 21 dicembre scorso, il responso della Tac evidenzia metastasi anche a livello cerebrale e il 22 dello stesso mese il DAP si pronuncia per la «non compatibilità con il regime detentivo», rappresentando anche «l'imprevedibilità evolutiva della malattia neoplastica»;
il 18 gennaio 2007, mentre il Primario dell'Istituto oncologico Pascale di Napoli, dottor Morrica, parla nel referto di «prognosi infausta a breve-medio termine», l'Ufficio di sorveglianza di Napoli rigetta la domanda di sospensione provvisoria della pena «non essendo pronosticato un esito infausto immediato del Cordì», sicché il Magistrato di sorveglianza dispone il ricovero presso il reparto di oncologia del Cardarelli di Napoli fino alla decisione del Tribunale di Sorveglianza sulla istanza di sospensione pena -:
perché sia stato fatto trascorrere quasi un anno dal momento in cui al signor Cordì è stata diagnosticata la grave neoplasia polmonare per la quale le relazioni sanitarie contenute in cartella clinica asseveravano la necessità di un intervento chirurgico da effettuare in ambiente altamente specialistico ed extramurario;
se non intenda procedere all'accertamento di eventuali responsabilità, comportamenti omissivi o inadempienze che hanno impedito un tempestivo intervento chirurgico e le cure necessarie al signor Cordì che avrebbero potuto bloccare l'invasività di un cancro diventato oggi incurabile;
più in generale, in che condizioni di salute vertano i detenuti sottoposti a regime carcerario di 41-bis presso la Casa Circondariale di Secondigliano e se, allo stato, per gli stessi sussistano sufficienti mezzi di ausilio sanitario per affrontare casi di patologie particolarmente gravi.
(3-00592)
Interrogazioni a risposta scritta:
COMPAGNON. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la città di Trieste, con il suo territorio, si sta rivelando sempre più zona «sensibile» alle problematiche concernenti l'ordine pubblico e la criminalità;
questo è dovuto anche alla posizione geografica di Trieste e della sua provincia, zona di frontiera tra l'Europa occidentale ed i Paesi dell'Est europeo, nei quali, spesso, si nascondono e si espandono numerose organizzazioni criminali, anche di tipo terrorista e fondamentalista;
della casa circondariale di Trieste, infatti, la popolazione detenuta è principalmente straniera, soprattutto dell'est europeo o di etnia rom;
certo è che il carcere di Trieste è il più affollato della regione ed è anche l'unico con una sezione femminile, in seguito alla chiusura della sezione di Tolmezzo (per fare spazio all'Alta sicurezza) e alla ristrutturazione di quella di Udine. Per questi motivi dal febbraio 2003 le detenute sono state trasferite a Trieste;
particolarmente significativo è il paradosso della crescita esponenziale dei detenuti per un verso e della riduzione di personale di polizia penitenziaria dall'altro;
la situazione gestionale della casa circondariale di Trieste da parte degli agenti di Polizia penitenziaria permane in un stato di grande precarietà, posta la fatiscenza delle strutture, e la suddetta grave carenza d'organico, con agenti costretti a estenuanti turni di lavoro per garantire uno standard minimo di sicurezza durante tutto l'arco della giornata;
la legge finanziaria 2007, al comma 525, dell'articolo 1, prevede l'assunzione a domanda di agenti ausiliari del Corpo di polizia penitenziaria reclutati ai sensi dell'articolo 61 della legge n. 356 del 2000 e dell'articolo 501 della legge n. 388 del 2000, anche se cessati dal servizio nel limite di spesa di 15 milioni di euro -:
se il Governo intenda applicare la normativa suddetta al fine di coprire il fabbisogno di personale della Casa Circondariale di Trieste.
(4-02443)
FITTO e LAZZARI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è drammatica la situazione finanziaria presso il Tribunale di Lecce dove negli scorsi giorni è finita addirittura la carta per fare le fotocopie paralizzando l'attività dei magistrati e del personale impiegato negli uffici giudiziari;
è necessario evidenziare che questo fenomeno della mancanza di risorse finanziarie, dopo i «tagli» al bilancio della giustizia, è comune a tutti gli uffici giudiziari del nostro Paese, ma hanno raggiunto effetti particolarmente negativi per l'amministrazione della giustizia nella città di Lecce, tanto che alcuni magistrati hanno deciso di acquistare, a proprie spese, la carta per fotocopiare ordinanze di custodia cautelare, sentenze e gli atti di indagine allegati alle ordinanze;
siamo di fronte ad una situazione intollerabile e paradossale che mette in crisi il servizio giustizia che rappresenta una delle funzioni fondamentali dello Stato;
il Ministro Mastella ha dichiarato, in Parlamento, che vuole ridurre la durata dei processi, ma poi il Governo lo smentisce «tagliando» in misura eccessiva i fondi per la giustizia e determinando gravi problemi funzionali per gli uffici giudiziari;
ai problemi legati alla crisi «di liquidità» del Tribunale di Lecce era stato fatto riferimento anche in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario -:
se sia a conoscenza della grave situazione finanziaria e funzionale in cui versano gli uffici giudiziari di Lecce;
come e in quali tempi intenda intervenire per eliminare celermente gli inconvenienti citati in premessa e per evitare il determinarsi di una situazione di paralisi nell'amministrazione della giustizia che danneggerebbe pesantemente i cittadini.
(4-02445)
MASCIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'Imam Osama Mustafa Hassan Nasr, conosciuto come Abu Omar, è stato sequestrato a Milano il 17 febbraio 2003;
dati ormai accertati testimoniano che dopo il prelevamento avvenuto a Milano, Abu Omar è stato condotto presso la base Usa di Aviano, da lì a Ramstein, in Germania, ed infine in Egitto dove è stato consegnato alle autorità di quel paese e sottoposto, secondo la sua testimonianza, ad orrende torture nel carcere speciale di Al Tora dove è tuttora detenuto;
il Parlamento europeo il 18 gennaio 2006 ha stabilito di costituire una commissione temporanea sul presunto uso dei paesi europei da parte della CIA per il trasporto e la detenzione illegale di prigionieri;
il 6 settembre 2006 il Presidente americano George W. Bush ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno effettivamente creato una rete di centri di detenzione segreti all'esterno
delle proprie frontiere, dove numerosi prigionieri sono stati detenuti per essere poi trasferiti a Guantanamo;
la suddetta commissione temporanea ha accertato che ben 46 scali sono stati effettuati da aeroplani utilizzati dalla CIA negli aeroporti italiani, che in talune occasioni provenivano o volavano verso paesi collegati con il circuito delle consegne straordinarie e con il trasferimento di detenuti;
per quella cattura illegale la Procura della Repubblica di Milano ha inquisito 35 persone, 26 agenti della Cia, un carabiniere dei Ros e 8 agenti italiani del Sismi;
per dare luogo al processo in Italia a carico degli agenti CIA è necessario che il Ministero della giustizia proceda alla richiesta di estradizione dei 26 cittadini statunitensi;
la magistratura della Repubblica Federale di Germania in data 31 gennaio 2007 ha emesso 13 ordini di arresto contro i presunti agenti CIA che, analogamente a quanto avvenuto in Italia, avrebbero proceduto al sequestro di un cittadino tedesco-libanese nel 2004 -:
se il Ministro della giustizia, anche in virtù di quanto emerso dagli orientamenti della Commissione temporanea istituita dal Parlamento europeo su questo argomento, intenda dare seguito alla richiesta della Procura di Milano per quanto attiene l'estradizione e altri atti di assistenza giudiziaria.
(4-02446)