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Allegato B
Seduta n. 107 del 12/2/2007
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
l'influenza aviaria rappresenta uno dei nuovi fattori di crisi a livello globale, sia dal punto di vista agricolo ed economico sia da quello della tutela della salute dei cittadini;
nella scorsa stagione invernale, infatti, nonostante l'H5N1 non abbia provocato danni diretti in Italia, grazie al puntuale intervento di monitoraggio e prevenzione dei ministri delle politiche agricole e della salute, ha di certo scatenato fobie tali da abbattere drasticamente il consumo delle carni bianche con gravissime conseguenze sul settore avicolo e sull'indotto;
da quanto si evince dall'articolo «Commissione Ue: aviaria tra i tacchini in Gb» apparso sul quotidiano il Corriere della Sera del 4 febbraio 2007, in un allevamento del Suffolk in Gran Bretagna sarebbero deceduti oltre mille tacchini per aver contratto il virus dell'influenza aviaria;
la conferma del virus altamente patogeno H5N1 sarebbe avvenuta nel laboratorio dell'Unione europea di riferimento, quello di Weybridge in Gran Bretagna;
il suddetto caso sarebbe il primo occorso in Europa occidentale, il secondo nell'Unione europea dato il caso registrato nella stessa settimana in Ungheria, e potrebbe causare, a detta dello stesso articolo, un'epidemia nel Vecchio Continente dagli esiti disastrosi;
anche nel caso non intervengano, come nella stagione invernale 2005/2006, danni diretti alla fauna avicola presente sul territorio italiano a causa del virus, rimangono tuttavia serie preoccupazioni riguardo alle reazioni dell'opinione pubblica se dovessero sorgere sospetti su un possibile contagio, che porterebbero danni rilevantissimi su un settore già aspramente colpito dalla crisi dello scorso anno;
anche il Governo francese, da quanto si evince da un comunicato stampa apparso sull'agenzia Apcom del 5 febbraio 2007, si appresterebbe ad alzare il livello di rischio per l'influenza aviaria, a seguito di espressa richiesta dell'Afssa (Agence française de sécurité sanitaire des aliments) -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure concrete di propria competenza intenda adottare affinché vengano scongiurati danni alla salute della popolazione e della fauna avicola derivanti dall'apparizione dell'influenza aviaria in Europa occidentale;
in che modo il Governo intenda operare per monitorare lo sviluppo della questione;
quali azioni preventive il Governo intenda adottare al fine di evitare i possibili danni economici nel caso si scatenino reazioni di panico collettivo nell'opinione pubblica.
(2-00364) «Bellotti, Patarino, Ascierto, Rampelli, Mancuso, Murgia, Contento, Catanoso, Urso, Frassinetti, Migliori, Saglia, Gamba, Castellani, Buonfiglio, Amoruso, Porcu, Taglialatela, Giorgio Conte, Lo Presti, Lamorte, Angela Napoli, Leo, Moffa, Antonio Pepe, Germontani, Alberto Giorgetti, Siliquini, Ciccioli, Alemanno, Cirielli, Salerno».
Interrogazione a risposta scritta:
OLIVERIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
le insolite condizioni climatiche verificatesi nell'ultima stagione autunnale, nonché in quella invernale ancora in corso, hanno portato al collasso le aziende produttrici di finocchi della provincia di Crotone, con conseguente richiesta dello stato di calamità naturale;
quest'ultima è stata avanzata negli scorsi giorni, a seguito del fatto che le condizioni quasi primaverili, hanno determinato da una parte un peggioramento del prodotto, e dall'altra hanno anticipato di molto l'epoca di maturazione dello stesso, destinato, invece, in condizioni normali, ad essere raccolto nel periodo compreso tra fine gennaio e fine giugno;
ciò ha comportato, anche, la diretta concorrenza con il resto della produzione nazionale, poiché in condizioni normali, nel periodo suddetto, il finocchio è del tutto assente sull'intero mercato nazionale, causando di conseguenza danni ingenti alle aziende locali che hanno investito su questa campagna;
gli agricoltori, hanno lamentato, inoltre, l'assegnazione dei «titoli» da parte dell'Unione europea, che hanno portato all'abbandono delle colture alternative quali mais, frumento e orzo, ritenute non più redditizie da parte degli agricoltori medesimi; addirittura prodotti come la barbabietola da zucchero fino a poco tempo fa molto diffusa in tale area, non può essere più coltivata per decisione comunitaria;
tutto ciò ha comportato un aumento considerevole della superficie coltivata a finocchio in tutta la provincia di Crotone;
in particolare, solo ad Isola Capo Rizzuto sono presenti circa 2600 ettari di colture, con oltre 150 aziende, mentre a Cutro e Strongoli sono invece circa 1000, gli ettari coltivati, con almeno 60 aziende per territorio;
a soffrire non sono però solo le aziende. Il mancato raccolto del prodotto, causa infatti problemi anche all'occupazione stagionale, che fino ad oggi è stata una importante valvola di sfogo in un territorio con alte percentuali di disoccupazione;
tale situazione rappresenta un grave vulnus per l'intera provincia crotonese, cagionando gravi disagi a molte famiglie locali che traggono da questa attività l'unica loro fonte di sostentamento -:
se, e con quali atti, il Governo intenda tempestivamente intervenire affinché sia assicurato in tempi certi il necessario sostegno alle attività di tali produttori, al fine di favorire la crescita delle zone interessate, il cui sviluppo è volano fondamentale per incentivare la ripresa economica dell'intera provincia di Crotone.
(4-02548)