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Allegato B
Seduta n. 107 del 12/2/2007
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INFRASTRUTTURE
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VIII Commissione:
STRADELLA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
sono evidenti e oltremodo preoccupanti i gravi ritardi che caratterizzano l'autostrada Asti-Cuneo;
i continui ed estenuanti rinvii del suo completamento suscitano una enorme preoccupazione presso le popolazioni locali e gli enti territoriali interessati, nonché per le associazioni, le imprese e le organizzazione sindacali;
l'articolo 12 del decreto-legge n. 262 del 2006 ha apportato significative e pesanti novità in materia di concessioni e convenzioni autostradali, che potrebbero incidere negativamente sulle gare di appalto alle quali deve procedere il concessionario, gare necessarie per il completamento dell'arteria citata -:
se non ritenga opportuno adottare ogni possibile iniziativa al fine di accelerare il completamento dell'autostrada Asti-Cuneo, in modo da garantire al più presto al territorio piemontese una infrastruttura adeguata alle esigenze degli utenti ed alla loro sicurezza.
(5-00710)
FASCIANI, CHIANALE e MARIANI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
dal 1o luglio 2006, dopo un periodo di gestione della Provincia de L'Aquila, la strada statale 690, così definita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 giugno 2005, è tornata alla diretta gestione dell'ANAS;
tale strada statale, meglio conosciuta come «Superstrada del Liri», sopporta un notevole incremento di traffico, sia leggero che pesante, in quanto unica arteria di collegamento tra la stazione autostradale A/25 di Avezzano e le regioni Lazio- Campania in direzione centro-sud, con il passaggio di oltre 15.000 veicoli al giorno;
l'arteria è ad unica carreggiata, con due correnti direzionali di traffico separate solo dalla striscia di mezzeria e in molteplici tratti senza la corsia riservata alla sosta di emergenza;
scorre tra numerosi tratti curvilinei, con visuale non libera, forti discese e salite, numerosi viadotti, nonché gallerie stradali spesso scarsamente illuminate sia per problemi tecnici che per problemi strutturali;
la strada è una tipica strada di montagna con eventi atmosferici caratterizzati da forti temporali, nevicate, ghiaccio e nebbia in particolare nel tratto tra Avezzano sino al bivio per S. Vincenzo Valle Roveto (progressiva chilometrica 29);
anche ad una visione superficiale si nota l'usura del manto stradale, in più
punti ammalorato e deteriorato (formazione di buche, avvallamenti, tracce di sgretolamento dell'asfalto) dovuto ai fenomeni meteorologici e dall'intenso traffico pesante, in costante aumento, che viaggia spesso in regime di sovraccarico;
il fenomeno infortunistico, per tutte le ragioni richiamate, raggiunge picchi drammatici. Da informazioni assunte, presso gli enti competenti, risulta che nel solo arco di tre anni (dal 1o gennaio 2004 al 31 dicembre 2006) si sono verificati 144 sinistri con: 12 incidenti mortali con 13 persone decedute; 45 incidenti con lesioni con 75 persone ferite; 67 incidenti con danni a cose;
per tali drammatici eventi la strada statale 690 viene chiamata, dalle allarmate popolazioni, la «strada della morte»;
le istituzioni locali, in particolare i sindaci della Valle Roveto, stanno intraprendendo iniziative unitamente ai sindaci della confinante zona della Regione Lazio, per denunciare la grave carenza di sicurezza dell'arteria e porre, agli organi competenti, la necessità di intervenire con misure strutturali tali da alleggerire il traffico pesante mal sopportato dalla struttura stessa della strada -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro per far fronte con urgenza all'esigenza improrogabile della messa in sicurezza della strada statale 690 e se non ritenga necessario predisporre quegli interventi idonei ad assicurare soluzioni strutturali atte a far fronte ai volumi di traffico che insisteranno sempre più nel futuro sulla tratta Avezzano-Sora.
(5-00711)
CACCIARI e OLIVIERI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
l'A.N.A.S. ha programmato e progettato i lavori relativi alla realizzazione della Variante della strada statale Aurelia nel tratto compreso tra le località Ortonovo e Borghetto Vara in Provincia della Spezia;
il primo lotto dei lavori ha interessato il tratto compreso tra la località Seresa e la località Sprugola di S. Benedetto (Lavoro n. 1182). I lavori di questo primo lotto sono stati appaltati alla S.P.A. «Ingegner Nino Ferrari» - Impresa Costruzioni Stradali s.r.l. capogruppo A.T.I. e le opere, completate, sono state inaugurate il 15 gennaio 2007;
pochi mesi prima l'inizio dei lavori di scavo della galleria prevista nel progetto del primo lotto, tutte le abitazioni che insistono nell'area sono state oggetto di perizia, eseguita per conto dell'Ati, dallo Studio d'ingegneria «Conte e Gallotti». La perizia, depositata presso il Tribunale della Spezia, ha evidenziato uno stato di assoluta normalità;
in concomitanza con l'esecuzione dei lavori di scavo della galleria, si sono verificati, nella collina sovrastante (in località Marinasco), diffusi e rilevanti fenomeni di dissesto che hanno interessato numerose abitazioni. Per una di queste, il Comune della Spezia ha disposto lo sgombero e la chiusura a causa della gravità e delle lesioni riportate. Altri fabbricati di civile abitazione della stessa zona hanno subito evidenti e preoccupanti lesioni, anche se di minore gravità;
anche il cimitero di Marinasco ha subito gravi danni, in seguito ai quali il Comune della Spezia ha disposto l'immediata chiusura della parte alta. Medesimo provvedimento è stato disposto per il Monastero di S. Maria del Mare, sempre a Marinasco, e per la vicina Pieve medioevale;
a seguito dei dissesti rilevati il Comune della Spezia ha interessato il Dipartimento di Protezione Civile che ha effettuato sopralluoghi e valutazioni con i suoi organi tecnici;
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 dicembre 2001, è stato dichiarato lo stato di emergenza riferito alla località Marinasco nel territorio del Comune della Spezia;
il 10 aprile 2002 l'amministrazione comunale della Spezia ha trasmesso alla
Presidenza del Consiglio dei ministri ed al Dipartimento della protezione civile, Ufficio Interventi strutturali ed opere di emergenza, Servizio Dissesti Idrogeologici, un'articolata e precisa relazione ed ha richiesto un finanziamento per il consolidamento dei versanti e per il risarcimento dei danni arrecati alla strutture pubbliche e private. Per quanto attiene alle infrastrutture pubbliche ed al cimitero frazionale di Marinasco, è stato stimato un costo presunto di ripristino pari ad euro 1.500.000. Per quanto attiene ai danni subiti dai privati, sulla base delle ottantanove schede presentate e delle richieste formulate, è stato stimato un importo di euro 12.606.593. Inoltre, i privati proprietari dei terreni non più edificabili, perché classificati dalla Regione Liguria in zona a rischio R4, hanno indicato i danni conseguenti alla svalutazione del terreno in un importo complessivo pari ad euro 1.529.800;
con ordinanza n. 3223 del 25 giugno 2002, l'allora Prefetto della Spezia Dottor Piscopo è stato nominato Commissario delegato per il superamento dello stato di emergenza derivante dal dissesto idrogeologico della località Marinasco;
il Commissario delegato ha quindi provveduto, tra l'altro, ad affidare l'incarico per la redazione del progetto di consolidamento dei versanti della località Marinasco. Tale progetto è stato poi approvato ed i conseguenti lavori sono stati suddivisi in due lotti. Il secondo lotto dei lavori è stato a sua volta suddiviso in tre distinti stralci;
ad oggi sono state finanziate dal Dipartimento di Protezione civile, opere per un importo complessivo pari a circa 13 milioni di euro che comprendono il primo lotto dei lavori e il primo e secondo stralcio del secondo lotto;
detti lavori sono stati appaltati e si prevede il loro completamento entro il mese di giugno 2007;
non è quindi stato stanziato alcun contributo per i danni subiti dalle proprietà pubbliche e private;
sulla causa dei dissesti, l'Amministrazione Comunale della Spezia presume che gli scavi del sottosuolo, effettuati per la realizzazione della galleria, abbiano intersecato linee di debolezza all'interno dell'ammasso roccioso (faglie o altri motivi tettonici a carattere deformativo) o superfici di scorrimento preesistenti e quindi che ne abbiano provocato la riattivazione. Esisterebbe quindi, per il Comune della Spezia, una relazione di causa-effetto tra i lavori per la realizzazione della galleria ed i dissesti rilevati sul terreno e sui fabbricati;
l'A.N.A.S, sostiene invece di aver effettuato tutte le indagini geologiche ed adottato tutte le cautele che lo stato dei luoghi e la situazione geologica esigevano per l'esecuzione dei lavori in perfetta regola d'arte, declinando conseguentemente ogni e qualsiasi responsabilità in ordine al dissesto rappresentato, a carico di rappresentanti e dirigenti di ANAS e dell'ATI, appaltatrice dei lavori, è stato attivato un procedimento per i reati di cui agli articoli 113 e 449 c.p. e articolo 1 comma 2 e, legge 2 febbraio 1974 n. 64;
il Comune della Spezia si è costituito parte civile nel predetto procedimento;
il giudice dell'udienza preliminare, nella seduta del 1o aprile 2005, ha assolto tutti gli imputati dal reato di disastro ambientale e dal reato di non avere adempiuto alle norme in materia di indagini geologiche e geotecniche;
la sentenza è stata depositata il 21 aprile 2005 e in data 19 maggio 2005 è stato proposto appello dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Genova;
il Comune della Spezia ha interessato il Governo - con richieste inoltrate all'allora Ministro Onorevole Pietro Lunardi e all'Onorevole Ministro Antonio Di Pietro e all'Onorevole Claudio Scajola, a suo tempo Ministro dell'interno e della protezione civile - e l'ANAS, per verificare la possibilità di una definizione in sede amministrativa e stragiudiziale della causa che
permettesse di garantire un contributo ai danneggiati, tenendo in debito conto di eventuali precedenti situazioni di instabilità dei versanti sui quali insistono gli immobili interessati dai dissesti -:
se e come il Governo intenda operare per favorire una soluzione della vicenda nei termini suggeriti dal Comune della Spezia.
(5-00712)
ADOLFO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nel settembre 2006 la conferenza intergovernativa italo-francese ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione del nuovo tunnel di Tenda e l'ammodernamento di quello già esistente;
in data 24 novembre 2006 a Lucca, l'Italia e la Francia hanno siglato un insieme di documenti tra cui alcuni concernenti la continuazione dei progetti dell'opera in questione;
la delegazione italiana ha, però, richiesto il rinvio della firma sui progetti relativi al finanziamento dell'opera, subordinandone i relativi impegni a seguito dell'entrata in vigore della legge di Bilancio dello Stato per il 2007;
risulta che i fondi previsti dalla legge Finanziaria 2007 da destinare all'opera hanno subito una decurtazione di circa 12 milioni di euro, diluendone la spesa da 60 a 48 milioni di euro, aumentando così le criticità e i timori per l'effettiva realizzazione;
il collegamento previsto rappresenta un grande passo in avanti per il miglioramento dei collegamenti Italia-Francia e con l'intero nord Europa e assume, inoltre, un'importanza considerevole per l'economia delle zone interessate al progetto -:
se non ritiene opportuno attivarsi per verificare l'effettivo stato della situazione e assumere tutti gli atti in suo potere per far fronte alla risoluzione della problematica in questione.
(5-00713)
MISITI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il 3 luglio 2006, il territorio e la città di Vibo Valentia sono stati colpiti da una violenta alluvione che ha provocato la morte di quattro persone;
tre delle vittime si trovavano a percorrere la strada statale n. 18 nel tratto tra Vibo Valentia centro e la frazione Longobardi Posta;
tale tratto di strada, a causa della mancanza di idonei ed indispensabili sistemi di smaltimento delle acque, si è trasformato in un vero e proprio torrente, provocando smottamenti nelle curve a gomito esistenti e trascinamento di piante e di altro materiale solido;
le scarse risorse finanziarie messe a disposizione dallo Stato non hanno consentito il completamento degli interventi necessari ad eliminare i danni conseguenti all'evento alluvionale;
nonostante le ripetute richieste del sindaco di Vibo Valentia alle autorità competenti, la strada statale n. 18, nella tratta colpita, si trova sostanzialmente nelle stesse condizioni determinate dalla suddetta alluvione -:
quali urgenti iniziative il Ministro intenda intraprendere, tramite l'ANAS, per mettere in sicurezza la tratta citata di strada statale n. 18, affinché simili disastri non debbano più ripetersi in futuro.
(5-00714)
RAMPELLI e FOTI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nella XIV Legislatura, in risposta all'interrogazione 5-05175, in merito all'affidamento dell'incarico di progettazione della variante di Piacenza alla strada statale n. 9, con un nuovo ponte sul fiume Po e l'interconnessione con l'autostrada A1, il rappresentante del Governo affermava che l'Anas avrebbe avviato a breve la predisposizione del progetto preliminare tramite
i propri uffici interni, anziché mediante l'affidamento a progettisti esterni, a seguito di una scelta gestionale mirata a contenere i costi ed i tempi di elaborazione, precisando, inoltre, che la gara per l'affidamento della progettazione definitiva era stata annullata -:
se gli uffici dell'Anas abbiano effettivamente attivato la progettazione di cui sopra e se la realizzazione dell'opera in questione sia ricompresa nei piani triennali d'investimento della detta società.
(5-00715)
Interrogazione a risposta scritta:
STUCCHI. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con ordinanza sindacale del 29 giugno 2006 viene chiuso al traffico in data 30 giugno 2006 il cavalcavia denominato n. 164, sito nel comune di Osio Sopra (Bergamo) in via Papa Giovanni XXII, per procedere ai lavori di ampliamento dell'autostrada A4, che sarebbero dovuti terminare entro novembre 2006;
contestualmente viene predisposta da parte dell'impresa esecutrice dei lavori «Pavimental», presumibilmente in accordo con la P.L. di Osio Sopra (Bergamo), una segnaletica stradale di cantiere, la quale di fatto devia tutto il traffico da via Papa Giovanni XXII sede di numerose attività commerciali, in altre direzioni, isolando di fatto gli esercizi menzionati;
nei mesi successivi alla chiusura del cavalcavia i lavori procedono molto lentamente, tanto che i commercianti allarmati chiedono udienza al Sindaco, il quale li accoglie in data 5 settembre 2006;
durante l'incontro gli stessi espongono le proprie preoccupazioni, proponendo soluzioni pubblicitarie alternative, utili a ridurre le perdite economiche e in data 11 settembre 2006 illustrano la situazione alla Giunta comunale, chiedendo di sollecitare alla Società autostrade l'ultimazione dei lavori;
ad ottobre 2006 viene varato il nuovo cavalcavia, ma subito dopo i lavori si fermano per cause sconosciute ai commercianti, che a fine ottobre invitano l'Amministrazione comunale a dare spiegazioni e a fornire una data ufficiale di ultimazione lavori;
a metà novembre 2006, dopo numerosi solleciti, viene installato un cartellone poco leggibile con l'indicazione delle attività commerciali presenti lungo la via, ma la viabilità rimane la stessa e i benefici intangibili;
in data 20 novembre 2007 la società SPEA, incaricata della progettazione dell'opera a firma del Direttore dei Lavori, comunica al Comune di Osio Sopra che i lavori saranno ultimati entro gennaio 2007;
in data 1o dicembre 2006 nell'incontro tra società Autostrade, il comune, i commercianti ed i rappresentanti di categoria, vengono spiegate le cause dei ritardi, confermando l'ultimazione dell'opera entro il 30 gennaio 2007, salvo eventi eccezionali;
in data 30 gennaio 2007 il notiziario locale annuncia che in seguito ad un incontro tra l'amministrazione di Osio Sopra e la società Autostrade tenutosi, presso l'ufficio del Prefetto di Bergamo, il cavalcavia n. 164 sarà ultimato entro la fine di febbraio -:
se non ritengano di verificare i fatti, in modo da assicurare che la riapertura del cavalcavia avvenga effettivamente entro febbraio 2007;
se intendano intervenire presso la Società Autostrade al fine di far erogare un adeguato rimborso per i danni economici subiti dai commercianti, almeno per il periodo in cui i lavori sono stati protratti.
(4-02560)