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Allegato B
Seduta n. 109 del 14/2/2007
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SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
CANNAVÒ e DIOGUARDI. - Al Ministro della salute, al Ministro della solidarietà sociale, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
le prestazioni psicoterapiche hanno carattere specialistico e sono utilizzate, dietro prescrizione, da una vasta utenza eterogenea per età e condizione socio-economica. Le prescrizioni vengono effettuate in base alla legge 104/92 e prevedono la presa in carico di minori e adulti in situazione di handicap e delle loro famiglie, attraverso interventi multidisciplinari tra i quali è contemplato quello psicologico;
molti centri di riabilitazione convenzionati, così come le ASL, si sono orientati su offerte di impiego caratterizzate da una condizione di precarietà;
tale situazione è particolarmente grave in Campania dove le prestazioni psicoterapiche sono effettuate in base alla legge regionale 11/1984 e nei centri di riabilitazione convenzionati sono centinaia gli psicoterapeuti che lavorano come consulenti esterni a prestazione mentre nelle ASL il rapporto di lavoro prevede spesso l'inquadramento dirigenziale a tempo determinato (otto mesi) senza possibilità di proroga all'incarico;
la massiccia utilizzazione di modalità di impiego precarie ha negli anni inciso su due bisogni fondamentali: il diritto alla cura degli utenti, che nella psicoterapia non si risolve in una semplice somministrazione della prestazione bensì nel rapporto di continuità con l'operatore che la eroga; e, in seconda istanza, il diritto al lavoro di una categoria professionale altamente specializzata;
in particolare la Regione Campania ha emesso una circolare con la quale si invitano i distretti sanitari della ASL Na 1 a chiudere entro il 31 dicembre 2006 tutte le psicoterapie in convenzione con i centri di riabilitazione. In termini numerici, questa circolare va a ledere il diritto al lavoro di circa 300 psicologi psicoterapeuti e va a ledere il diritto alla cura psicoterapica di circa 4200 utenti (bambini, coppie, famiglie);
la chiusura di una prestazione sanitaria quale quella della psicoterapia, è possibile solo quando è concordata con il paziente nel rispetto delle sue esigenze emotive. La circolare della ASL, invece, determina una chiusura del trattamento imposta istituzionalmente. Chiusura che si profila, secondo il codice deontologico, come una vera e propria interruzione del percorso psicoterapico che danneggia i pazienti sul piano emotivo-relazionale e ne amplifica i rischi comportamentali con esiti imprevedibili;
questa considerazione è confermata da una ulteriore circolare emessa dall'ASL Na 1 in data 15 dicembre 2006, anche in seguito alla mobilitazione degli operatori riuniti nel «Comitato di lotta in difesa della psicoterapia», in cui il direttore del dipartimento di Riabilitazione spiega che «considerando la presenza di minori affetti da disturbi mentali attualmente a rischio di danni alla salute a causa di una brusca interruzione delle terapie psicoterapiche, si indica la necessità di autorizzare le sole proroghe dei relativi trattamenti, dando continuità alla terapia finora erogata, previa prescrizione del neuropsichiatra infantile del Distretto che certifichi lo stato di gravità della patologia e la necessità di non interrompere il rapporto del minore con lo psicoterapeuta che lo assiste»;
nonostante tali disposizioni, a partire dal 1o gennaio 2007 sono state avviate le prime dimissioni amministrative dei trattamenti dei bambini e delle loro famiglie, senza che nessun parere clinico sia stato espresso a favore di tale provvedimento, né da medici prescrittori delle AA.SS.LL. né dagli psicologi psicoterapeuti;
la salute mentale resta un aspetto rimosso a livello sociale, ma anche sanitario, laddove è immediatamente associata al disturbo psichiatrico da riabilitare. Ma la salute non è solo questo. La psicoterapia è un trattamento fondante il benessere e rientra in ciò che oggi è identificabile con la smaterializzazione dei bisogni che fortunatamente non attengono solo al possedere o all'apparire, ma soprattutto all'essere. Per questo rientra nelle prerogative di un moderno Stato che voglia avere cura dei propri cittadini e cittadine, in particolare dei bambini;
la realtà dei numeri ci dice altro: in Italia esistono 3 psicologi ogni 100 mila abitanti contro una media europea di 23, il numero di assistenti sociali è di 6 ogni 100 mila abitanti contro una media europea di 75, il numero di psichiatri è di 9,8 ogni 100 mila abitanti contro una media europea di 12, il numero di infermieri è di
33 ogni 100 mila abitanti contro una media europea di 49 (dati dell'Organizzazione mondiale della sanità);
lo Stato, ai sensi della lettera m), secondo comma, articolo 117 della Costituzione ha potestà legislativa esclusiva sulla «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale», mentre il terzo comma del citato articolo costituzionale inserisce la «tutela della salute» nelle materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni -:
se non ritenga, per quanto di propria competenza, di dover promuovere un tavolo istituzionale con la Regione Campania al fine di favorire la proroga dei trattamenti come l'unica soluzione nell'immediato per garantire una situazione di cura di un accertato disagio psichico;
se non ritenga giunto il momento di una adeguata legislazione al fine di prevenire e curare il disagio psichico in Italia anche riconoscendo il lavoro svolto per anni nei servizi sanitari convenzionati e pubblici e farlo uscire da una condizione di precarietà.
(4-02592)
ALESSANDRI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto diffuso dagli organi di stampa, i NAS di Bologna, nell'ambito di un'indagine su un presunto traffico di organi e di trapianti di organi clandestini, avrebbero recentemente scoperto a Reggio un caso di approvvigionamento illecito di costosissimi farmaci antirigetto a danno del SSN;
responsabile di questa truffa sarebbe l'egiziano 53enne Mustafa Elmelegy Darwesh, che per sei anni sarebbe riuscito ad ottenere dal SSN quantità assolutamente ingenti di farmaci immunodepressori, falsificando ricette, utilizzando ricettari rubati e cambiando reiteratamente il medico di famiglia al fine di evitare possibili sospetti;
gli accertamenti amministrativi svolti dall'ASL competente previa segnalazione dei NAS confermano che, tra il 1996 e il 2001, l'operazione sarebbe costata allo Stato circa 40mila euro;
i magistrati inquirenti ed i funzionari dell'ASL territorialmente competente han no ventilato più ipotesi al fine di giustificare tale approvvigionamento straordinario di farmaci antirigetto, che per la sua entità non potrebbe in alcun modo essere ricondotto alle esigenze personali della figlia del sig. Darwesh, che in passato aveva subito un trapianto di cornee;
in particolare, l'ipotesi più plausibile sembra essere quella dell'impiego dei farmaci antirigetto nell'ambito di trapianti clandestini di organi;
la presunta truffa diffusa dalla stampa testimonia la permanenza di persistenti lacune nel sistema di controllo sulle prescrizioni effettuate a carico del SSN, soprattutto per farmaci costosi come quelli immunodepressori;
lo stesso riferimento a presunti traffici di organi impone l'adozione di strumenti eccezionali di controllo e sorveglianza, al fine di evitare che interventi così invasivi continuino ad essere erogati in strutture non autorizzate e che alla loro realizzazione sia abbinato un commercio clandestino di organi particolarmente pericoloso per la sicurezza degli stessi cittadini -:
quali provvedimenti il Ministro della salute intenda adottare al fine di evitare che in futuro si perpetuino analoghi illeciti nelle prescrizioni a carico del SSN;
quali provvedimenti il Ministro della salute intenda adottare al fine di ridurre il rischio di traffici di organi e trapianti clandestini e promuovere conseguentemente più elevati livelli di sicurezza per i cittadini.
(4-02594)