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Allegato B
Seduta n. 109 del 14/2/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:
La VIII Commissione,
premesso che:
il cambiamento climatico, causato in gran parte dalle attività antropiche, è in atto e le previsioni dell'Intergovernmental panel on climate change (IPCC) nel Fourth Assessment Report «Climate change 2007» portano alla conclusione che, per attenuare gli impatti futuri, è necessaria una rapida e drastica modificazione delle politiche energetiche mondiali;
lo «Stern Review: The Economics of Climate Change» dell'ottobre 2006 indica molto più conveniente ed efficace agire subito e in maniera vigorosa al fine di mitigare gli effetti del cambiamento climatico piuttosto che non agire;
la Commissione europea nella Comunicazione «Limiting Global Climate Change to 2o Celsius: The way ahead for 2020 and beyond» (COM(2007) 2) del gennaio 2007 ha posto una serie di proposte e opzioni per contrastare il cambiamento climatico e mantenerne gli effetti entro un livello gestibile;
la Commissione europea nella Comunicazione «An energy policy for Europe» (COM(2007) 1) del gennaio 2007 ha posto una serie di misure per istituire una nuova politica energetica per l'Europa finalizzata a combattere i cambiamenti climatici e a rafforzare la sicurezza energetica e la competitività dell'UE;
la legge 1o giugno 2002, n. 120 «Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11 dicembre 1997» impone all'Italia il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 6,5 per cento rispetto al 1990;
allo stato attuale l'Italia risulta aver accumulato una distanza dall'obiettivo del Protocollo di Kyoto pari a circa il 20 per cento delle emissioni di gas serra rispetto al 1990;
la direttiva 93/76/CEE del Consiglio del 13 settembre 1993 «intesa a limitare le emissioni di biossido di carbonio migliorando l'efficienza energetica» all'articolo 4 definisce chiaramente che «Gli Stati membri stabiliscono ed attuano programmi atti a permettere nel settore pubblico il finanziamento degli investimenti di efficienza energetica tramite terzi»;
la Commissione europea nel documento «Fare di più con meno. Libro verde sull'efficienza energetica» del 2005 pone come obiettivo raggiungibile ed economicamente efficace il risparmio del 20 per cento del proprio consumo di energia primaria;
la direttiva 2006/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, «concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE del Consiglio» al considerando numero 22, tra gli altri, pone che «il ricorso al finanziamento tramite terzi è una pratica innovativa che dovrebbe essere promossa»; e, inoltre, all'articolo 4 stabilisce che «gli Stati membri adottano e mirano a conseguire un obiettivo nazionale indicativo globale di risparmio energetico pari al 9 per cento per il 2016»;
la Commissione Europea nell'«Action Plan for Energy Efficiency: Realising the Potential» dell'ottobre 2006 prevede che «anche se molte misure nel campo dell'efficienza energetica hanno un ottimo rapporto costi-efficacia e periodi di ammortamento molto brevi, altre non vengono adottate a causa di problemi di finanziamento, non da ultimo nelle piccole e medie imprese. Per agevolare il finanziamento delle misure in materia di efficienza energetica, da un lato, e migliorare l'impatto sull'efficienza energetica dei segnali di prezzo, dall'altro, la Commissione cercherà di individuare e rimuovere i
residui ostacoli giuridici nelle legislazioni nazionali che frenano l'uso: i) delle società che offrono soluzioni di efficienza energetica (le cosiddette società di servizi energetici o ESCO), ii) dei risparmi garantiti e condivisi, iii) del finanziamento tramite terzi e iv) dei contratti di prestazione energetica. Sarà ampliato il ricorso a fondi di rotazione e centri di coordinamento locali»;
la Commissione europea sempre nell'«Action Plan for Energy Efficiency: Realising the Potential» dell'ottobre 2006 sancisce, inoltre, che «grazie a una serie di iniziative specifiche nel 2007 e 2008 la Commissione inviterà il settore bancario a offrire formule di finanziamento destinate specificamente alle PMI e alle società di servizi energetici e finalizzate all'adozione delle misure di risparmio energetico individuate da audit energetici.»;
lo strumento che può fare veramente da volano per lo sviluppo dell'intero settore dell'efficienza energetica e, quindi, insieme alle altre misure, contrastare il cambiamento, climatico in atto è il finanziamento tramite terzi;
secondo la direttiva 93/76/CEE, «per Finanziamento Tramite Terzi s'intende la fornitura globale dei servizi di diagnosi, installazione, gestione, manutenzione e finanziamento di un investimento finalizzato al miglioramento dell'efficienza energetica secondo modalità per le quali il recupero del costo di questi servizi è in funzione, in tutto o in parte, del livello di risparmio energetico»;
secondo la Direttiva 32/2006/CE, il Finanziamento Tramite Terzi è uno strumento finanziario, sotto forma di «accordo contrattuale che comprende un terzo - oltre al fornitore di energia e al beneficiario della misura di miglioramento dell'efficienza energetica - che fornisce i capitali per tale misura e addebita al beneficiario un canone pari a una parte del risparmio energetico conseguito avvalendosi della misura stessa. Il terzo può essere o no una ESCo»;
le Società di servizi energetici (ESCo) effettuano l'intervento, grazie alle risorse anticipate dal sistema bancario, e si accordano con l'utente finale (che non paga niente) su quanta parte del risparmio economico ottenuto debba servire a ripagare l'investimento, definendo così il piano di rimborso. Alla fine del periodo di rimborso, l'utente finale diventa titolare dell'intervento e usufruisce in pieno dei risparmi derivanti;
gran parte delle emissioni in atmosfera è causata dalle utenze pubbliche;
i meccanismi normativi e regolamentari di gestione degli appalti pubblici sono farraginosi e troppo lenti rispetto all'emergenza climatica che stiamo vivendo,
impegna il Governo:
individuare, al fine di promuovere gli investimenti nel settore dell'efficienza energetica attraverso il meccanismo del Finanziamento Tramite Terzi, all'interno del Fondo di rotazione previsto al comma 1110 della Legge Finanziaria 2007, una quota adeguata a sostegno di un fondo di garanzia per gli interventi effettuati dagli operatori del settore quali quelli previsti dalle normative europee (Società di servizi energetici (ESCo) e Piccole e Medie Imprese);
individuare, all'interno dell'attuale legislazione sugli appalti pubblici, adeguati procedimenti normativi finalizzati ad accelerare gli interventi di efficienza energetica nel settore pubblico.
(7-00124) «Mariani».
La X Commissione,
premesso che:
i Parchi scientifici e tecnologici (PST), nella varietà di tipologia strutturale, di indirizzo e di obiettivi, si configurano come sistemi organizzati sul territorio, costituiti in forma di consorzio, società consortile o società per azioni, con partecipazione
maggioritaria di privati, dotati di strutture per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, nonché di strutture gestionali idonee a facilitare il trasferimento di tecnologia e di capacità manageriali alle organizzazioni negli stessi localizzate, ed in grado di migliorare l'integrazione con università e centri di ricerca e di promuovere l'alta formazione e la crescita di iniziative imprenditoriali, specie nell'ambito delle piccole e medie imprese, prevalentemente sui processi e prodotti ad elevato contenuto tecnologico e, comunque, interessanti il sistema economico produttivo locale;
le prime esperienze di PST nel nostro Paese risalgono alla fine degli anni sessanta come creazione di aree di raccordo tra università, enti pubblici ed aziende private;
l'origine dei PST sul territorio nazionale risale tuttavia agli anni ottanta e da quel momento la volontà di creare strutture simili si è andata sempre più diffondendo nelle diverse aree del Paese;
i processi di creazione e sviluppo dei PTS in Italia non hanno però seguito un percorso lineare e di lungo termine come all'estero dove alla base del successo dei PTS c'è stato l'ancoraggio al territorio di uno stretto legame collaborativo tra ricerca scientifica universitaria e produzione industriale, nonché l'accumulazione di nuovo sviluppo qualificato attraverso l'attrazione dall'esterno di risorse umane e imprese;
tra le cause che hanno ostacolato in Italia uno sviluppo virtuoso dei PTS si possono individuare il ritardo di circa venti anni con cui il fenomeno è partito rispetto alle migliori esperienze nazionali, la difficoltà dell'università italiana alla collaborazione con le imprese e allo sfruttamento economico dell'attività di ricerca, la scarsità di leadership industriali e la prevalenza della piccola e media impresa, così come la quasi assenza di politiche pubbliche di orientamento dei PTS;
nella seduta del 29 marzo 1990 il CIPE ha approvato l'aggiornamento del programma triennale di sviluppo del Mezzogiorno 1990-92 che prevedeva l'avvio del progetto strategico «parchi tecnologici» caratterizzati come strumenti delle politiche di sviluppo centrate sulla diffusione dell'innovazione;
in data 7 dicembre 1990 è stata approvata, tra il Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, il Ministro del bilancio e della programmazione economica e il Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, un'intesa di programma per lo sviluppo e la programmazione di Parchi scientifici e tecnologici nelle aree meridionali, con un fondo di circa 1.100 miliardi di lire;
al relativo bando hanno risposto numerose organizzazioni meridionali per un totale di richieste di finanziamento per circa sette volte la disponibilità;
con deliberazione del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica del 25 marzo 1994 è stato approvato il programma di intervento per realizzare una rete di Parchi scientifici e tecnologici nel Mezzogiorno nell'ambito della legge n. 46 del 1982 e contestualmente sono stati impegnati circa 450 miliardi di lire per il finanziamento di progetti di ricerca, innovazione e formazione a favore di 13 PST del Centro Sud, in cui erano escluse le realizzazioni di infrastrutture immobiliari (solo nel 1996 sono però stati erogati i finanziamenti dei primi progetti selezionati ed approvati);
da quella data non si registrano ulteriori significative iniziative legislative a livello nazionale in relazione alla disciplina e al finanziamento dei PST;
parallelamente al percorso ministeriale attivato nel Mezzogiorno, negli anni novanta sono sorte, in maniera autonoma e con l'apporto di capitali pubblici e privati locali, altre iniziative di PTS nel Centro Nord d'Italia adottando modelli organizzativi ed operativi differenziati che rispecchiano le diversità dei territori in cui sono sorti;
è opinione condivisa da parte dei responsabili dei PTS italiani che il carattere di straordinarietà del programma di intervento nei parchi del Mezzogiorno, la sua gestione e i modesti risultati raggiunti dalla sua attuazione hanno scoraggiato la proposta di politiche nazionali più stabili e strutturate a favore del sistema dei PST;
negli ultimi anni il nostro Paese ha dedicato alla ricerca e sviluppo risorse sensibilmente inferiori alla media europea;
le aree industriali italiane presentano una sostanziale carenza di strutture relative alla ricerca scientifica e tecnologica, specie nei settori a più elevata innovatività;
è ampiamente dimostrato dai Paesi che investono maggiormente in ricerca scientifica che l'innovazione radicale, la quale determina maggiore incremento di competitività delle imprese, dipende in maniera più consistente dall'apporto scientifico e tecnologico della ricerca e da una forte azione di trasferimento tecnologico da settori esterni all'impresa;
diventa pertanto preziosa la presenza sul territorio di soggetti «innovatori-integratori», quali i PST, che pur essendo radicati in uno specifico contesto tecnico-culturale sappiano trovare il miglior punto di intersezione tra l'identificazione della domanda da parte dell'impresa di servizi a sostegno dell'innovazione e l'individuazione di processi di trasferimento di tecnologie più appropriate;
tra i fattori che influiscono negativamente sulle potenzialità di crescita competitiva del nostro sistema produttivo un aspetto rilevante è attribuibile alla microdimensione dell'impresa, da cui consegue la difficoltà di carattere economico, culturale e funzionale ad utilizzare elementi di sviluppo tecnologico in grado di produrre un'evoluzione innovativa del sistema di impresa, del processo e del prodotto;
tra i fattori che contribuiscono ad accrescerne la competitività si collocano invece forme di decentramento nelle produzioni, internazionalizzazione delle imprese, forte capacità di assorbimento di know-how tecnologico ed organizzativo, capacità di innovazione di prodotto, di processo e di organizzazione,
impegna il Governo:
a promuovere la creazione e lo sviluppo di Parchi scientifici e tecnologici come soggetti capaci di gestire e coordinare le attività di ricerca ed alta formazione, facilitare l'integrazione tra domanda ed offerta di know-how sulla base di una preventiva analisi dei bisogni delle imprese, incentivare l'aggregazione di competenze scientifiche e tecnologiche, favorire il trasferimento tecnologico al sistema produttivo, specie alle piccole e medie industrie, sviluppare le sinergie tra soggetti pubblici e privati, università, enti di ricerca, imprese e consorzi industriali;
a rifinanziare i PST già esistenti, come indicati nella deliberazione del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica del 25 marzo 1994, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'11 agosto 1994, n. 187;
a definire un quadro programmatico di politiche e interventi a sostegno della ricerca e dell'innovazione tecnologica al fine di rafforzare le basi dell'industria italiana e renderla più competitiva sul mercato internazionale;
ad ottimizzare le applicazioni di servizio delle innovazioni conseguite nei settori di specifico rilievo sociale e pubblico (difesa del territorio e monitoraggio ambientale, miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione, protezione delle popolazioni, prevenzione di rischi e calamità, prevenzione e diagnosi precoce nella salute umana);
a sostenere, anche con l'attribuzione di finanziamenti pubblici mirati, i progetti di divulgazione scientifica predisposti dai PST;
ad attivarsi perché sia avviata l'attività di formazione degli «operatori di
parco», figure professionali con competenze interdisciplinari volte alla gestione dei PST, di cui era già previsto il finanziamento nel I Programma di intervento dei PST nelle aree meridionali (deliberazione MURST n. 225 del 25 marzo 1994).
(7-00123) «Formisano».