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Allegato B
Seduta n. 110 del 15/2/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
BRUSCO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
la «piaga» dei ritardi di pagamento delle Amministrazioni pubbliche, più volte denunziata anche in sede comunitaria, non affligge solo lo Stato o la Sanità, ma colpisce anche in ambito locale qualora gli enti si costituiscano in stazioni appaltanti con fondi propri;
inspiegabilmente, nonostante si tratti di fondi già nel bilancio degli enti locali, anche la semplice emissione di un mandato di pagamento per la liquidazione degli stati di avanzamento avviene spesso, ed in particolare nel Meridione, in tempi esageratamente lunghi;
è appena il caso di osservare che i continui anticipi di cassa delle imprese ne minano la solidità economica, ne compromettono la competitività e ne azzerano la credibilità nei confronti dei suoi danti causa; in sostanza molte imprese sono al limite della sopravvivenza e molte sono defunte nonostante fossero sane;
quel che è più doloroso è l'atteggiamento a volte di superiorità e di sufficienza nei riguardi degli aventi diritto quando richiedono ciò che ad essi è dovuto; peraltro mentre per i debiti dello Stato si è costituito un Fondo apposito presso la Cassa depositi e prestiti, per quel che riguarda gli enti territoriali ci si deve affidare a complesse e lente azioni di rivalsa, essendo stata soppressa la possibilità di pignoramento dei beni mobili dell'amministrazione inadempiente -:
se non intenda estendere la possibilità di usufruire del Fondo per i debiti di fornitura delle pubbliche amministrazioni, costituito presso la Cassa depositi e prestiti, anche ai debiti degli enti territoriali, eventualmente rivalendosi sui trasferimenti a loro favore;
se non ritenga opportuno invitare gli enti territoriali ad onorare per tempo i debiti e i contratti da essi sottoscritti, qualora essi siano già iscritti a bilancio e assumere iniziative normative per individuare le opportune sanzioni per gli inadempienti.
(4-02599)
STRADELLA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con comunicato n. 19 del 13 dicembre 2006 protocollo n. 89602, il Direttore centrale per le risorse umane dell'Agenzia del territorio emanava interpello per il conferimento di incarichi dirigenziali, tra i quali venivano individuate le posizioni di Direttore Ufficio provinciale di Verbania, Direttore Ufficio provinciale di Vercelli, Responsabile settore servizi all'utenza, Ufficio provinciale di Alessandria;
con nota 18 gennaio 2007 protocollo n. 4571, la suddetta direzione centrale comunicava a diversi partecipanti al sopraccitato interpello l'esclusione dallo stesso in quanto il riscontro effettuato, pur avendo evidenziato le significative esperienze maturate ed il livello professionale raggiunto non ha consentito di individuare il livello di convergenza necessario per assegnare il relativo incarico;
nel caso emblematico dell'Ufficio provinciale di Alessandria come sottolineato da una presa di posizione dell'organizzazione sindacale di categoria, esiste una palese ed oggettiva inferiorità di titoli, qualifiche funzionali e, soprattutto, esperienze professionali del vincitore di tale procedura;
il Governo ha più volte proclamato come assolutamente necessaria una valutazione di tipo meritocratico nella individuazione della nuova dirigenza;
anche i due casi in premessa denunciano le stesse anomalie procedurali riscontrate ad Alessandria -:
quali provvedimenti si intenda assumere per correggere provvedimenti che appaiono non solo ingiusti e penalizzanti per i funzionari esclusi ma addirittura irrispettosi delle norme di buona e corretta gestione delle risorse umane.
(4-02605)
SCHIETROMA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
voci ricorrenti ipotizzano la chiusura del Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone;
tale ipotesi sarebbe davvero deprecabile in quanto le ragioni della permanenza dell'ufficio su indicato sono più che fondate;
infatti la provincia di Frosinone, che è al 39o posto per estensione territoriale su 109 province italiane, conta ben 91 Comuni ed una popolazione di circa 500.000 abitanti, il che, tra l'altro, vuol dire altrettante strutture scolastiche di istruzione materna, elementare e media e quindi, in proporzione, una notevole presenza di scuole secondarie di secondo grado;
di conseguenza il Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone, avendo competenza anche su tutti gli operatori delle predette strutture, nel suo insieme amministra ben 14.000 partite di spesa fissa;
inoltre, il citato Dipartimento provvede al pagamento di circa 8.100 tra pensioni di guerra e tabellari privilegiate, un numero che, per quantità, pone l'ufficio di Frosinone tra i primi dieci in Italia;
ed ancora, tale numero elevato di pensioni, legato alle note drammatiche vicende dell'ultimo conflitto mondiale, ha notevole influenza anche su un altro compito che il Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone deve svolgere, e cioè quello relativo alla Commissione medica che esamina le domande di reversibilità delle pensioni di guerra, tenendo presente che solo nell'anno 2006 sono state valutate ben trecento reversibilità;
per di più, la predetta Commissione medica esamina anche le cause di invalidità per servizio di tutti i dipendenti pubblici (sia quelli dei settore statale che quelli degli enti locali), anch'esse in gran numero se si pensi che soltanto nel 2006 sono state valutate circa seicento cause di servizio;
infine va valutato che, in caso di accorpamento della Direzione provinciale del Tesoro di Frosinone agli uffici di Roma o di Latina, le persone ultrasettantenni interessate alle pratiche di cui sopra sarebbero esposte a gravosi disagi -:
se tali voci, relative all'ipotesi di chiusura del Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone, abbiano un effettivo fondamento; ed in caso di risposta affermativa, se il Governo intenda intervenire prontamente per scongiurare un evento veramente dannoso per la popolazione della provincia di Frosinone e profondamente iniquo, considerate le ragioni esposte nella premessa della presente interrogazione.
(4-02612)
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
ai sensi dell'articolo 20, comma 2 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, il Segretario Generale della Camera di Commercio è nominato con decreto del Ministro delle Attività Produttive, su designazione della Giunta camerale, tra gli iscritti in un apposito elenco istituito presso il Ministero stesso, formato e gestito secondo le disposizioni dell'articolo 20 della legge n. 580 del 1993 e del decreto ministeriale 19 giugno 1995 n. 422;
il regolamento recante norme di attuazione dell'articolo 20 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, concernenti criteri e le modalità per l'iscrizione nell'elenco dei Segretari Generali delle Camere di Commercio, all'articolo 6, comma 1, e all'articolo 7, comma 1 e 2, individua i requisiti per l'iscrizione;
il dottor Fedele Adamo è stato inquadrato nella qualifica di dirigente della CCIAA con decorrenza l'aprile 2000;
il 15 novembre 2000, con verbale n. 16 della Giunta Camerale e con determina di Giunta n. 145 del 15 novembre 2000, il dottor Fedele Adamo veniva designato Segretario Generale;
il normale dibattito ed il continuo confronto tra sindacato e amministrazione camerale, si è notevolmente esasperato da quando Segretario Generale dell'Ente è divenuto proprio il dottor Fedele Adamo;
il sindacato ha denunciato e attaccato aspramente le procedure adottate dall'amministrazione camerale per l'assunzione di un autista e di alcuni ausiliari, così come ha contestato il cambio di profilo repentinamente avvenuto a personale appena assunto su pubblico concorso;
il sindacato ha denunciato alla Corte dei Conti la transazione operata dal dottor Fedele Adamo a favore di soli tre dipendenti, di cui due, strana coincidenza, sono stati difesi dal suo collega di studio (infatti all'epoca delle vertenze Adamo lavorava in part-time perchè impegnato in uno studio legale con l'avvocato Oreste Via), a fronte delle tante richieste transattive pervenute;
la Camera di Commercio di Cosenza è stata commissariata con atto formale della Giunta regionale, a causa di contrasti insanabili tra le varie categorie rappresentanti il mondo del lavoro e delle imprese;
l'Ente ha istituito quattro aziende speciali (Multilab, PromoCosenza, Innova, Agrisistema);
da una relazione degli ispettori del ministero dell'economia e finanze, è emersa «la necessità» di una attenta valutazione circa l'utilità del mantenimento dell'attuale organizzazione che non consente una effettiva autonomia dell'azienda rispetto alla camera;
i dati raccolti dagli ispettori camerali dimostrano che la citata azienda ha un indice di autofinanziamento pari al 4 per cento e le risorse autonomamente acquisite non coprono i costi di gestione;
quasi il 90 per cento delle risorse delle quattro aziende speciali proviene dal bilancio della Camera di Commercio di Cosenza e nel corso del 2005 le quattro
aziende speciali hanno usufruito di quasi il 40 per cento della totalità dei fondi camerali;
il direttore amministrativo delle aziende speciali risulta essere il Segretario Generale della Camera di Commercio, cioè lo stesso che dovrebbe vigilare sul corretto operato delle aziende speciali;
non è accettabile tale spreco di risorse finanziarie già certificato nel luglio scorso dagli ispettori del ministero dell'economia e delle finanze -:
se il dottor Fedele Adamo fosse in possesso dei requisiti previsti dagli articoli 6 e 7 del decreto ministeriale n. 422 del 1995 nei tre anni precedenti l'iscrizione nell'elenco;
se e quali iniziative, con urgenza, intenda intraprendere per verificare che la nomina del dottor Fedele Adamo sia legittima, perchè prodotta da organi camerali decaduti, ai sensi della legge regionale n. 12 del 2005;
se, nel caso in cui dovesse risultare vero e comprovato quanto in premessa, quali atti conseguenti intenda mettere in atto nei confronti del dottor Fedele Adamo, attuale Segretario Generale della Camera di Commercio di Cosenza.
(4-02624)