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Allegato B
Seduta n. 111 del 19/2/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta scritta:
FABRIS. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie apparse sulla stampa nazionale sarebbe stata avviata una ispezione della Covip, ovverosia la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, in quanto si sarebbe registrato un ammanco di oltre 40 milioni di euro dal patrimonio della Cassa Ibi, un fondo pensione preesistente alla riforma del 1993, appartenente al (Gruppo Intesa - Sanpaolo);
in particolare, detta ispezione è stata decisa dal presidente della Covip, Luigi Scilìa, a seguito di quanto riportato dal quotidiano Sole-24ore in merito alla scoperta compiuta dagli organi di vertice del citato fondo durante lo svolgimento della procedura di adeguamento ai criteri di gestione imposti dall'autorità di vigilanza per accogliere il Tfr dei dipendenti dell'ex Ibi (Istituto bancario italiano, inglobato
nel 1991 nella Cariplo e successivamente in Banca Intesa), secondo quanto previsto dalla Riforma sui fondi pensione varata durante la precedente legislatura dall'onorevole Roberto Maroni, all'epoca Ministro del lavoro e delle politiche sociali;
attualmente gli organismi competenti stanno provvedendo a chiarire le ragioni di un tale ammanco, verificando in particolare la possibile presenza di operazioni finanziarie errate ovvero la distrazione dolosa dei fondi stessi;
i circa mille iscritti al fondo, costituitisi in comitato, hanno annunciato l'intenzione di rivolgersi alla magistratura per chiedere l'immediata soddisfazione del danno subito;
il fondo in questione non è nuovo a strategie finanziarie fallimentari dal momento che nel 2003 i gestori della cassa decisero di investire 1,4 milioni di euro in azioni Parmalat a crisi già esplosa e alla vigilia del default della Parmalat stessa;
dopo il calo del 47,43 per cento nel primo giorno le azioni del gruppo continuarono a scendere fino all'esclusione dal Mib30, giorno in cui i gestori della cassa decisero di vendere le azioni, ricavando solo 363 mila euro, motivando quelle scelte come una scommessa sul possibile rimbalzo del titolo;
in quella occasione l'organo di vigilanza impose alla Cassa Ibi la dotazione di una gestione professionale, di puntuali criteri contabili, oltre la redazione continua del Giornale del Fondo, che registra ogni operazione compiuta e movimento compiuto a livello finanziario;
la situazione descritta dalla presente interrogazione colpisce direttamente gli interessi e la posizione giuridica ed economica di migliaia di famiglie correntiste che per l'ennesima volta nella storia della finanza pubblica e privata italiana rischiano di pagare lo scotto derivante dalla gestione malsana dei loro contributi -:
se non intenda adottare iniziative, anche normative, per tutelare tutte le famiglie colpite dai fatti denunciati nel presente atto di sindacato ispettivo e quali provvedimenti urgenti intenda adottare per evitare il futuro ripetersi di simili situazioni.
(4-02647)