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Allegato B
Seduta n. 113 del 21/2/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per le politiche europee, per sapere - premesso che:
il quotidiano Libero di martedì c.m., ha pubblicato una «lettera aperta» da parte della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa e rivolta agli artigiani e ai piccoli imprenditori, nella quale evidenzia una molteplicità di aspetti distorsivi per il settore dell'energia;
attualmente gli installatori e i manutentori degli impianti termici, il cui numero in Italia è di 200 mila imprenditori, con 800 mila addetti, si occupano degli impianti delle abitazioni (sia quelle autonome che condominiali) assumendosene la responsabilità sotto gli aspetti legati alla sicurezza, la qualità e il risparmio;
nella filiera le predette figure professionali, sono precedute da imprese quali: Enel, Italgas, Acea, Aem, che distribuiscono l'energia che alimenta i suddetti impianti, il cui intento consiste nella puntualità della fornitura elettrica, auspicando la soddisfazione del servizio per l'utente finale;
risulta peraltro evidente che il business delle suddette imprese, si fonda sulla quantità di combustibile erogato, che stride con l'obiettivo del «risparmio energetico» a cui è attento il manutentore per conto dell'utente finale e che risponde ad
un importante traguardo nell'ambito del più ampio ed importante problema energetico attualmente all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale;
in considerazione delle suesposte premesse, risulta altresì evidente che attualmente chi fornisce energia elettrica non può gestire gli stessi impianti, così come il comma 34, dell'articolo 1 della legge 239 del 2004 il cosiddetto «decreto Marzano» stabilisce, la cui medesima disposizione, tra l'altro, nella scorsa legislatura fu approvata anche dall'opposizione;
l'attuale Governo Prodi, secondo quanto riportato dall'articolo in premessa, sembra intenzionato a sopprimere il predetto comma 34, in quanto l'Unione europea lo riterrebbe lesivo delle norme stabilite a livello comunitario e della libera concorrenza;
il medesimo articolo, precisa che in realtà da parte dell'Unione europea è stato chiesto soltanto un chiarimento sulla norma in questione, che ripropone invece un problema attualmente irrisolto per l'Italia ovvero: in questo settore le liberalizzazioni sarebbero già avvenute, ma non si sono risolte, come l'Europa pensa, aprendo il mercato della fornitura di energia a tutti gli interessati, ma bensì lasciandolo nelle mani del settore pubblico -:
se le notizie descritte dall'articolo riportato in premessa, secondo cui il Governo sembra intenzionato ad assumere iniziative per sopprimere il comma 34 dell'articolo 1 della legge 239 del 2004, corrispondano al vero;
se non ritengano, in caso affermativo, che la soppressione della norma in questione estenda la situazione di oligopolio esistente anche a tutta l'attività di installazione e di manutenzione degli impianti, seguendo pertanto una direzione opposta rispetto a quella della libera concorrenza promossa e sostenuta dall'Unione europea, contravvenendo fra l'altro, alle intenzioni di tutto il Parlamento, che si era espresso in una direzione opposta solo pochi anni fa;
se non ritengano altresì opportuno, modificare il suddetto comma 34, a condizione che venga eliminata l'attuale situazione distorsiva di oligopolio esistente, consentendo per il nostro Paese l'applicazione di una autentica economia di libero mercato che modifichi le persistenti e negative condizioni oligopolistiche.
(2-00383)
«Marinello, Romele, Pili, Misuraca».
Interrogazioni a risposta scritta:
FOTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nel corso della XIV legislatura, il Ministro delle attività produttive ed il Ministro per l'innovazione e le tecnologie, coerentemente con i prevalenti orientamenti espressi in sede comunitaria, avevano predisposto un piano organico di iniziative volte a promuovere l'innovazione nelle piccole e medie imprese, denominato Piano per l'Innovazione Digitale nelle imprese;
tra le misure di carattere economico finanziario, specifiche norme legislative (Legge 388/2000; Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 marzo 2001; Legge 273/2002) erano indirizzate al venture capital, tant'è che gli articoli 103-106 della Legge 388 del 2000 prevedevano uno stanziamento di 227 milioni di euro -:
se detti fondi siano stati interamente utilizzati o, diversamente, quali iniziative abbia assunto o intenda assumere per favorire l'utilizzo degli stessi.
(4-02669)
D'AGRÒ. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
una recente sentenza del Tar Lazio, che ha accolto un ricorso presentato da una società emittente di buoni pasto, rende di fatto nullo in alcuni punti il decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri del 18 novembre 2005 che aveva messo ordine nel settore dopo forti agitazioni da parte degli esercenti contro l'elevato costo delle commissioni, culminate con lo sciopero dei ticket;
il decreto impugnato aveva stabilito i requisiti delle società di emissione e degli esercizi che forniscono il servizio di mensa, le caratteristiche dei buoni, i parametri per l'aggiudicazione delle gare;
il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato dalla società Repas Lunch Coupon nei punti in cui si contestavano alcuni requisiti ritenuti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri necessari per poter partecipare alle gare di aggiudicazione dei servizi di buoni pasto;
in dettaglio, il Tar del Lazio ha ritenuto «irragionevoli, eccessivamente penalizzanti e sproporzionate» le prescrizioni del decreto che imponevano alle società emittenti di avere un capitale sociale minimo di 750.000 euro e di far revisionare il proprio bilancio ad una società iscritta al registro del Ministero della giustizia (praticamente lo stesso controllo contabile riservato alle società quotate);
i giudici amministrativi hanno altresì giudicato illegittime le norme sulla nullità dei contratti e sui termini di pagamento dei buoni pasto da parte delle società emittenti, le procedure di aggiudicazione del servizio sostitutivo di mensa e i rapporti tra le società di emissione e gli esercizi convenzionati;
la decisione del Tar ha praticamente azzerato il provvedimento, ripristinando di fatto la situazione di mercato precedente alla normativa, che aveva provocato in tutta Italia forti proteste da parte degli esercenti contro meccanismi giudicati non remunerativi quali gli sconti eccessivi e le modalità contrattuali;
il settore dei buoni pasto ha un fatturato di 2,5 miliardi di euro l'anno, convenziona 100.000 pubblici esercizi e garantisce pasti sostitutivi a 2,5 milioni di lavoratori;
la Fipe-Confcommercio ha proclamato lo stato di agitazione del settore, promuovendo in ogni sede territoriale le azioni di mobilitazione più adeguate;
tra le altre misure decise dalla Fipe vi sono il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, la richiesta di sospensiva degli effetti della deliberazione del giudice amministrativo, la rescissione dei contratti di convenzione con tassi di sconto eccessivi;
la Fipe teme che con questa sentenza del Tar si creerebbe un vuoto legislativo all'interno del quale si potrebbero insinuare società emettitrici di buoni pasto poco serie e scarsamente affidabili (il cui capitale potrà essere di soli 10.000 euro) che potrebbero modificare a loro piacimento le condizioni contrattuali e produrre danni per tutti;
inoltre, l'annullamento delle norme contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relative all'obbligo di revisione dei bilanci delle società emittenti da parte di società iscritte al registro del Ministero della giustizia determinerebbe il fatto che questi siano controllati da collegi sindacali nominati dalle stesse società emittenti con il rischio che non si avrebbero riscontri di veridicità;
gli associati dell'Anseb (Associazione Nazionale Società Emettitrici di Buoni Pasto) hanno deciso di continuare ad applicare la normativa del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in attesa degli esiti giudiziari del ricorso al Consiglio di Stato e di richiedere la sospensione della gara Consip -:
se si intenda intervenire rapidamente per regolamentare con un nuovo provvedimento i rapporti tra esercenti pubblici e società di emissione di buoni pasto al fine di evitare il ritorno ad un mercato privo di regole ed il venir meno degli obiettivi che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 novembre 2005 si era
posto e che si stavano lentamente conseguendo, ossia l'efficienza e la trasparenza del mercato, la libera ed effettiva concorrenza del settore dei buoni pasto ed un servizio efficiente ai consumatori.
(4-02676)
HOLZMANN. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
è opportuno distinguere le peculiari funzioni del Ruolo degli Agenti e rappresentanti di Commercio, in quanto mentre medici, avvocati e professionisti in genere, ricevono la necessaria formazione professionale attraverso corsi di studio (normalmente si tratta di corsi di laurea), e non dal fatto di essere iscritti ad un albo, nel caso degli agenti di commercio l'iscrizione al Ruolo può essere effettuata solo attraverso un apposito corso professionale, qualora non si sia in possesso di titoli di studio abilitanti o di una esperienza di vendita mirata;
appare quindi evidente che il Ruolo non si limita alla certificazione del possesso di qualità abilitanti per l'esercizio dell'attività di agenzia, ma è esso stesso strumento di formazione necessaria per lo svolgimento della suddetta attività di agenzia;
il Ruolo assicura inoltre che gli agenti di commercio non siano gravati da precedenti penali, garantendo in questo modo che le aziende mandanti, e la clientela, compresi i consumatori finali, abbiano rapporti solo con persone di specchiata moralità;
nel caso venga abolito il Ruolo agenti si darebbe origine ad una situazione di assoluta incertezza, sia per quanto riguarda la professionalità degli operatori commerciali, sia per quanto riguarda la moralità degli stessi;
a questo fine si ritiene assolutamente insufficiente la previsione di una autocertificazione, dal momento che nulla può essere più efficace per la tutela dei terzi, inclusi i consumatori finali, delle verifiche preventive attualmente svolte dalle Camere di Commercio -:
se il Governo intenda chiarire se intende assumere iniziative per cancellare il Ruolo degli Agenti e Rappresentanti di commercio.
(4-02679)
PISICCHIO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'impatto derivante dall'uso degli autoveicoli nelle zone urbane ha prodotto uno dei più grandi problemi ambientali e in prospettiva oggetto di ulteriore aggravamento, a motivo del fatto che l'aumento dei veicoli a benzina e gasolio è esponenziale;
il petrolio con i suoi derivati altamente inquinanti, oltre ad essere la risorsa base per i trasporti (circa il 97 per cento), notoriamente rappresenta una fonte energetica che si esaurirà entro 40-50 anni;
il bioetanolo rappresenta uno dei pochi carburanti alternativi disponibili a breve termine in quantità considerevoli, essendo un alcool ottenuto tramite il processo di fermentazione dei prodotti agricoli ricchi di carboidrati e zuccheri quali i cereali, le colture zuccherine, la frutta, le vinacce e le patate;
il bioetanolo, che non presenta rilevanti problemi di impatto ambientale, consente la sostituzione dei carburanti tradizionali e riduce la dipendenza dall'import di petrolio, come è stato già sperimentato con successo in Brasile, negli Usa e in alcuni paesi europei come la Svezia e la Germania;
studi approfonditi e prove sperimentali hanno dimostrato che nuove colture ottimizzate, come il sorgo-zuccherino, coltivabile nell'Europa meridionale, permetterebbero di abbassare il costo di produzione del bioetanolo a circa 250 euro/t, a fronte del costo di produzione di 350/450 euro/tep dei prodotti raffinati del petrolio;
la direttiva europea sui biocombustibili (2003/EC) si è posta l'obiettivo di ottenere nell'immediato un contributo minimo del 5,75 per cento dai biocombustibili per il settore dei trasporti e si propone di raggiungere il 20 per cento entro il 2020 (Green Paper);
l'attivazione di un programma volto a incentivare la produzione di biocombustibile liquido porterebbe, tra gli altri vantaggi, anche quello della creazione di numerosi posti di lavoro -:
quali urgenti e concrete azioni il Governo intenda intraprendere per favorire l'ingresso dei biocombustibili nel sistema dei trasporti italiano.
(4-02682)
SGOBIO e SOFFRITTI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
i rappresentanti della proprietà della cartiera San Cesareo, nel corso di un incontro che si è tenuto lo scorso 12 febbraio, hanno annunciato alle rappresentanze sindacali l'intenzione di cessare l'attività entro fine marzo;
nel corso del citato incontro la proprietà ha rifiutato qualsiasi proposta alternativa alla chiusura dello stabilimento, presentata dalle Organizzazioni sindacali, quale la cessione dell'azienda che permetterebbe il proseguimento della produzione ed il mantenimento dei posti di lavoro;
l'operazione di dismissione dell'azienda comporterebbe il licenziamento di circa 42 lavoratori effettivi, oltre che la cessazione di un'attività che in questi anni ha rappresentato una delle realtà più produttive ed antiche del territorio modenese -:
se siano a conoscenza della situazione venutasi a creare nello stabilimento di San Cesareo;
quali iniziative intende intraprendere per salvaguardare la realtà produttiva della cartiera in oggetto, scongiurare la chiusura dello stabilimento e preservare i relativi posti di lavoro.
(4-02688)