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Allegato B
Seduta n. 115 del 26/2/2007
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DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
DEIANA e COGODI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nel 1972 venne stipulato un accordo tra il governo degli Stati Uniti e quello italiano, presieduto da Giulio Andreotti, con il quale si è dato il consenso a fare di Santo Stefano (Sardegna) un punto di approdo di una nave arsenale e di alcuni sommergibili a propulsione nucleare della marina militare statunitense nell'ambito del sistema di difesa Nato. I termini dell'accordo non sono mai stati resi noti;
nei vari anni si sono succedute molte proteste da parte delle popolazioni locali, proteste che hanno coinvolto anche i rappresentanti istituzionali dell'isola. La ragione di tali proteste risiedeva nella considerazione che tale servitù comportava enormi problemi sia ambientali che di salute;
in particolare negli ultimi anni il Presidente della regione Sardegna Soru ha più volte richiesto di porre termine a tale presenza militare;
lo scorso gennaio il vicecomandante Biery, durante un incontro con le maestranze italiane, ha ufficializzato che il 18 febbraio 2008 la marina militare Usa lascerà definitivamente la base americana di Santo Stefano;
da notizie di stampa si apprende la Marina Italiana vorrebbe tenere per se un «pezzo» di Arsenale (molo Carbone e Cala Camiciotto) e addirittura le strutture di Santo Stefano;
in particolare tra le notizie riportate dalla stampa vi sono anche affermazioni dell'Ammiraglio di squadra Paolo La Rosa che nella sua audizione del 13 dicembre scorso davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati parlando del deposito di Guardia del Moro ha affermato «il valore strategico del deposito per la forza armata risiede nel fatto che esso è l'unico, tra tutti quelli in uso, in grado di rispondere pienamente a tutti i requisiti operativi logistici...»;
a confermare la presenza militare nell'isola di Santo Stefano, sempre secondo notizie di stampa, ci sarebbe un decreto del Ministro della Difesa già
pronto che permetterebbe alla Marina di allargarsi fino alla base Usa che è in procinto di essere smantellata;
nel territorio in questione, anche secondo i dati forniti dallo stesso Ministero della Difesa, il peso delle servitù militari è il più alto del resto del nostro Paese;
è evidente che tale progetto pregiudicherebbe qualunque possibilità di progettare una riconversione economica della Maddalena -:
se corrispondano al vero le notizie diffusa dalla stampa;
quali siano le motivazioni su cui si fondano le «ragioni di interesse strategico», avanzate della marina militare italiana, che hanno portato a privilegiare nella scelta questo territorio;
se il Ministro non ritenga, alla luce delle considerazioni in premessa e alla luce degli interessi ad una diversa valorizzazione delle risorse naturali dell'isola avanzate dai cittadini, urgente e necessario cercare soluzioni alternative per soddisfare le esigenze di difesa.
(4-02721)