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Allegato B
Seduta n. 119 del 5/3/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:
Le Commissioni V e XIV,
considerata la bozza di Quadro Strategico Nazionale (QSN) per la politica regionale di sviluppo 2007-2013, depositata dal Ministro per lo sviluppo economico Bersani, nel corso dell'audizione presso le Commissioni riunite V e XIV della Camera, lo scorso 23 gennaio;
tenuto conto che il Quadro Strategico Nazionale ha il compito di fornire indirizzi strategici ed operativi per assicurare, da un lato, la coerenza dell'aiuto strutturale con gli orientamenti strategici in materia di coesione, ci cui alla decisione 2006/702/CE, e, dall'altro, identificare il legame tra le priorità comunitarie o le priorità nazionali e regionali;
rilevato che, secondo quanto riferito nel corso della medesima audizione dal Ministro Bersani, il Governo ha sottoposto nello scorso mese di dicembre 2006 una prima bozza di Quadro Strategico Nazionale alla Commissione europea;
sottolineato che la bozza non è stata in alcun modo sottoposta all'attenzione delle Camere prima della trasmissione alla Commissione europea, nonostante l'audizione del Ministro fosse stata sollecitata su richiesta dell'opposizione in numerose circostanze;
considerato che in tal modo è stato significativamente ridotto il margine di intervento del Parlamento su scelte strategiche fondamentali per la politica di sviluppo e sostegno alle aree sottoutilizzato del Paese nei prossimi anni;
rilevato che la bozza di QSN non terrebbe altresì conto dei rilievi mossi da alcune regioni nella fase di predisposizione, prospettando una violazione del principio partenariale di cui al paragrafo 2 dell'articolo 11 del regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/06;
osservato che l'impostazione del QSN, sotto numerosi profili, non appare pienamente coerente con gli Orientamenti Strategici Comunitari in materia di coesione e che numerose critiche e richieste di modifica ed integrazione del QSN sarebbero già state indirizzate al Governo dalla Commissione europea;
tenuto conto che il QSN identifica quattro macro obiettivi e ben dieci priorità tematiche che non sembrano rispondere ad un disegno strategico organico e coerente e prefigurano il rischio di una dispersione delle risorse tra una molteplicità di interventi a scarso valore aggiunto;
considerata, in particolare, l'esistenza di numerose sovrapposizioni tra ambiti di intervento e priorità in particolare per quanto attiene al tema della ricerca e a quello della società dell'informazione, ciascuno dei quali è ricondotto a quattro diverse priorità;
tenuto conto, in particolare, che nel QSN le priorità di intervento sono improntate da un approccio generale che non tiene adeguatamente conto delle differenziazioni esistenti a livello di singola regione, contrastando così con gli Orientamenti Strategici Comunitari in base ai quali la politica di coesione deve avere la «capacità di adeguarsi alle particolari esigenze e caratteristiche delle specifiche sfide e opportunità dei contesti territoriali»;
rilevato, inoltre, che tale approccio riduce indebitamente il margine di autonomia e di iniziativa nell'ambito degli specifici Programmi Operativi Regionali;
considerato che il QSN propone di affiancare ai Programmi Operativi Regionali sei Programmi Operativi Nazionali o due Programmi Operativi Interregionali, i quali, ad eccezione di uno fanno riferimento all'obiettivo Convergenza o sono
pertanto finanziati con risorse che vengono sottratte alle regioni rientranti in tale obiettivo;
osservato che i PO nazionali proposti non sono adeguatamente giustificati sulla base di criteri espliciti ed oggettivi e in relazione alla strategia complessiva;
tenuto altresì conto che la previsione dei due Programmi operativi interregionali non appare giustificata, in quanto essi intervengono uno in un settore di rilievo e competenza nazionale (Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico) e l'altro (Attrattori culturali, naturali e turismo) in settori di esclusiva competenza regionale quali cultura, natura, turismo;
considerato, con specifico riferimento alla ricerca, che, pur essendo fondamentale il legame con attività di ricerca industriale, trasferimento tecnologico e sviluppo precompetitivo svolte in collaborazione con le imprese, deve trovare adeguato sostegno da parte dei fondi strutturali il potenziamento delle strutture pubbliche di ricerca;
osservato sempre con riguardo agli interventi a sostegno della ricerca e dell'innovazione che il QSN non indica criteri chiari in merito alla articolazione e alla distinzione delle competenze delle Autorità centrali e delle Regioni, con conseguente rischio di incertezza e complessità delle procedure nonché di inefficienza degli interventi;
rilevato che, con riferimento alla Priorità 7 - Competitività dei sistemi produttivi e occupazione - che il QSN prospetta obiettivi eterogenei che si sovrappongono ad altre priorità specifiche, non riconducibili ad una strategia chiara e sinergica con gli interventi previsti per le altre priorità;
considerata la scarsa chiarezza delle indicazioni fornite in merito alla rivisitazione degli incentivi a favore delle imprese, in particolare per quanto attiene alle nuove forme degli aiuti e la mancata indicazione delle attribuzioni delle Regioni o dello Stato;
tenuto conto dell'insufficiente attenzione dedicata al tema dell'accesso al credito, in particolare agli interventi relativi al funzionamento dei consorzi fidi e alla diffusione degli strumenti del venture capital,
impegnano il Governo:
a) riferire alle Camere in merito alle modifiche apportate al QSN prima dell'avvio formale del negoziato con la Commissione europea e a tenerle costantemente aggiornate per tutta la durata del negoziato;
b) ad apportare celermente al QSN le modifiche ed integrazioni appropriate, richieste da Parlamento, Istituzioni europee e regioni, anche in considerazione del fatto che la predisposizione dei PO, regionali, nazionali, interregionali è già in fase avanzata e ha assunto un'impostazione che ricalca gli orientamenti del QSN e dunque dovrà essere sottoposta, pertanto, allo stesso genere di modifiche ed integrazioni;
c) ad individuare un numero più ridotto o organico di priorità tematiche, evitando il rischio di sovrapposizioni e duplicazioni;
d) ad eliminare, in particolare, le sovrapposizioni relative al tema della ricerca, della società dell'informazione e dell'attrazione degli investimenti;
e) ad assicurare, nella revisione del QSN, un ancoraggio delle priorità alle effettive condizioni dei diversi territori, in coerenza con quanto previsto dagli Orientamenti strategici comunitari;
f) a limitare gli interventi centrali, riservati a programmi nazionali, a questioni di effettivo ed obiettivo rilievo nazionale, segnatamente quelle attinenti alla sicurezza e legalità e alla ricerca di base;
g) a sopprimere la previsione dei programmi interregionali, riconducendone l'oggetto ai programmi nazionali, per quanto attiene alle energie rinnovabili, e a quelli regionali, per quanto concerne cultura e turismo;
h) ad inserire nel QSN indicazioni più puntuali ed articolate in merito agli incentivi a favore delle imprese, in particolare per quanto attiene alle nuove forme degli aiuti e la mancata indicazione delle attribuzioni delle Regioni e dello Stato;
i) ad adoperarsi perché sia garantito un adeguato sostegno da parte dei fondi strutturali al potenziamento delle strutture pubbliche di ricerca;
j) ad inserire nel QSN, in relazione al tema dell'accesso al credito, interventi di sostegno ed incentivazione alla crescita dimensionale degli attuali Consorzi Fidi da realizzarsi primariamente attraverso operazioni di fusione e consolidamento nonché mediante l'adeguamento delle competenze e delle risorse umane coinvolte.
(7-00134)
«Giudice, Pili, Alberto Giorgetti, Leone, D'Alia, Fallica, Fitto, Romano, Cicu, Oliva, Reina, Angelino Alfano, Rao, Misuraca, Neri, Lazzari, Lo Monte».
La XIII Commissione,
premesso che:
la grave problematica sanitaria legata al comparto bufalino, soprattutto in specifiche aree della Regione Campania, impone una attenta e profonda riflessione con l'adozione di specifiche misure atte a risolverla in via definitiva;
le motivazioni che impongono la scelta di adottare misure in grado di risolvere definitivamente il problema delle epizoozie nel settore bufalino si possono enunciare essenzialmente in due:
1) si tratta dell'unico comparto dell'agro Alimentare Campano e di altre importanti aree centromeridionali, in grado di assicurare soddisfazioni economiche all'intera filiera ed all'economia di un vasto territorio;
2) rappresenta uno dei pochi settori zootecnici che può ancora espandersi, ma solo a condizione di mettere in atto azioni compatibili con l'ambiente ed in genere con il territorio;
si deve evidenziare ad ogni modo che siamo in presenza di un sistema produttivo caratterizzato da una estrema vulnerabilità in quanto poggia, al momento, solo sulla caseificazione e la commercializzazione del prodotto principe: la Mozzarella di bufala Campana;
è doveroso impegnarsi, sia dal punto di vista politico, sia amministrativo, affinché in futuro si sviluppino anche altri percorsi produttivi di ambito bufalino, progettando programmi di azioni e di sostegno che puntino soprattutto alla valorizzazione e alla commercializzazione della carne; al miglioramento della genetica; all'individuazione di produzioni alternative alla mozzarella, soprattutto per la migliore valorizzazione del latte nel periodo invernale;
purtroppo si devono anche segnalare nuove minacce per il comparto zootecnico bufalino Campano. Da alcuni anni, infatti, in altre aree in cui l'agricoltura ha assunto livelli di professionalizzazione spesso anche incompatibili con gli equilibri economici ed ambientali dei rispettivi territori rurali, si sono formati grossi interessi economici intorno a nuovi settori strategici che attualmente stanno operando per «trasferire» altrove la produzione e la trasformazione delle produzioni di origine bufalina ed addirittura sembrerebbero già esistere studi ed interventi anche autorevoli che vorrebbero far risalire origini e storia di questo caratteristico patrimonio allevatoriale ad altre realtà;
le difficoltà esposte invitano a predisporre misure urgenti e straordinarie che per essere realizzate richiederanno l'impegno di tutti i soggetti coinvolti nel comparto: allevatori (Organizzazioni Professionali, Associazione Allevatori, Associazione Nazionale di specie), Organi Istituzionali (Assessorati Regionali e Provinciali competenti), Consorzio di tutela della
Mozzarella di bufala Campana DOP, trasformatori e indotto (distribuzione), autorità ispettive e di polizia, anche con competenze sanitarie e zootecniche;
l'integrazione dei diversi soggetti è da ritenersi fondamentale per raggiungere l'obiettivo e non attivare interventi tampone non in grado di dare un futuro certo al comparto. La questione deve essere affrontata in maniera globale a partire dai reflui fino ad arrivare alla verifica delle derrate alimentari a garanzia del consumatore;
lo strumento da adottare per raggiungere i risultati auspicati deve consistere necessariamente in uno specifico piano di eradicazione e di risanamento sanitario, e dovrà essere l'occasione per affrontare tutte le questioni sul tappeto assicurando alle aziende effettività di sviluppo e di competitività;
tale piano, per avere successo, deve inderogabilmente prevedere misure ed interventi efficaci per il rispetto della sanità pubblica, ma anche per la salvaguardia della sopravvivenza delle aziende e del patrimonio zootecnico bufalino, allo scopo ponendo al centro delle attenzioni l'allevatore, garantendogli un futuro certo anche se sarà costretto ad attraversare un periodo di «sofferenza» economica, purtroppo inevitabile;
per assicurare l'effettiva attuabilità di un piano siffatto, bisognerà in primo luogo garantire agli allevatori partecipanti che le azioni messe in campo interesseranno tutti e non saranno lasciate sacche incontrollate di focolai delle malattie, nocivi per le aziende che intendono risanarsi e pericolosi per il futuro dell'intero settore;
nell'ambito del piano di risanamento dovranno essere attivati tutti quegli interventi in grado di limitare il danno legato alla mancata produzione del latte per un periodo più o meno lungo;
infatti non sarà sufficiente il solo incentivo all'abbattimento visto che i danni riguarderanno due ulteriori aspetti, ossia la mancata produzione e lo scarso reperimento di capi da sostituire;
pertanto le misure dovranno interessare:
1) gli indennizzi all'atto dell'abbattimento;
2) gli indennizzi legati alla mancata produzione;
3) gli incentivi volti a creare centri di ripopolamento e di crescita per la sostituzione dei capi abbattuti;
emerge l'esigenza di un piano di intervento complessivo, da parte del Governo, che, mediante le amministrazioni competenti, permetta di conseguire i seguenti obiettivi:
1) migliorare l'identificazione dei capi con adozione dei boli ruminali;
2) assicurare dei controlli sierologici in tempi certi;
3) separare i capi infetti nel più breve tempo possibile e il loro successivo abbattimento in base alle disposizioni di legge;
4) controllare il latte che arriva ai caseifici che producono Mozzarella di Bufala Campana;
5) garantire l'azione di un adeguato numero di Veterinari in grado di assistere l'Allevatore nella complessa fase del risanamento, che prevede in particolare la verifica dei dati, il controllo dell'ambiente, l'allontanamento dei capi infetti, l'isolamento e la vaccinazione (territorialmente eventualmente decisa e autorizzata) dei capi sani, la possibilità di allontanamento dei capi sani sotto vincolo sanitario in aree vicine o in aziende appositamente allestite e con equivalenti situazioni sanitarie;
6) valutare la possibilità di rivedere l'articolazione del Piano straordinario attualmente in vigore, in merito all'utilizzazione della vaccinazione con RB 51, estendendola anche alle aziende indenni
ed ufficialmente indenni in aree di particolare rischio ed eventualmente imporne il ricorso per tutti gli allevamenti non indenni;
sempre nell'ambito delle finalità del piano, bisognerebbe prevedere la necessità di porre in grado le aziende agricole ed alimentari di rispettare tutte le norme applicabili in materia di sanità, sicurezza sul lavoro e tutela ambientale, anche promuovendo una diversa utilizzazione dei reflui, di quelle sullo spandimento dei liquami, soprattutto promuovendo una diversa utilizzazione dei reflui a fini energetici;
dal punto di vista normativo, a supporto del piano, dovranno essere individuate norme regolamentari, eccezionalmente legislative, atte a garantire una copertura di base del reddito degli allevatori che vedranno ridurre la consistenza della propria mandria;
compatibilmente con le norme comunitarie applicabili in materia, in tale contesto bisognerebbe cercare di favorire la sostituzione dei capi infetti, anche se nel tempo, con rimonta sana aziendale vista la generale scarsità di capi bufalini e l'alto costo del relativo acquisto;
in opportuno tavolo di concertazione tra parti ministeriali e parti regionali, dovranno anche essere valutate le conseguenze economiche di un risanamento sanitario su un comparto complesso come quello bufalino, in quanto queste richiedono l'adozione di interventi volti a sorreggere il reddito degli operatori e che in questo caso potrebbero trovare giustificazione dalla Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo del 9 marzo 2005 «relativa alla gestione delle crisi nel settore agricolo» [SEC(2005) 320] in cui è espressamente previsto che tali azioni possono essere finanziate utilizzando un punto percentuale della modulazione del Piano di Sviluppo Rurale;
in caso di necessità, analogamente a quanto avvenuto per le recenti crisi sanitarie ed economiche occorse al comparto avicolo e a quello del tabacco, si dovranno prevedere specifici ammortizzatori sociali, nel solco di quelli che ultimamente sono stati attivati per il settore agricolo e per i lavoratori a tempo determinato, oltre che tutti gli interventi di dilazione e sospensione degli oneri contabili e contributivi, tra cui le cambiali agrarie, i mutui, i prestiti e le altre forme di credito agrario, nonchè i contributi previdenziali,
impegna il Governo:
a rivolgere una specifica e urgente attenzione alla questione del risanamento sanitario del comparto zootecnico bufalino campano, in tal senso favorendo l'attuazione di un piano di eradicazione e di sviluppo che corrisponda alle caratteristiche ed alle finalità del piano indicato in premessa;
a predisporre, nell'ambito dell'attuazione dell'ordinanza ministeriale 14 novembre 2006, concernente misure straordinarie per il controllo della tubercolosi, brucellosi bovina e bufalina, brucellosi ovi-caprina, leucomi enzootica bovina e bufalina in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, misure di intervento per il risanamento degli allevamenti bufalini Campani, come allo scopo anche previsto dalla legge finanziaria per il 2007, con particolare riferimento a quelli della provincia di Caserta, che siano in grado anche di preservare la continuità e la capacità produttiva delle aziende coinvolte, di non mettere a rischio il patrimonio zootecnico bufalino campano, in tal senso prevedendo, previa verifica di compatibilità con le decisioni che a tale riguardo sono assunte dalle competenti istituzioni sanitarie nazionali ed europee, operazioni di abbattimento programmate nel tempo e che salvaguardino i capi appena nati e le bufale prossime al parto, nonché di proteggere la genetica fino ad ora acquisita, in tal senso, attivando sotto stretto controllo sanitario, una attenta separazione dei capi sani da quelli infetti, in modo da ridurre il rischio di diffusione della malattia, e
recuperando la rimonta dei capi non negativi al fine di contenere il danno economico al comparto;
a predisporre misure e iniziative normative conformi all'ordinamento comunitario in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo, volte alla concessione di indennizzi per gli allevatori bufalini che subiscono perdite di reddito e di competitività in conseguenza delle misure di abbattimento e di restrizione sanitaria connesse all'ordinanza del 14 novembre 2006, nonché agevolazioni fiscali e contributive per far fronte alla mancanza di liquidità che deriverà dall'applicazione della stessa ordinanza;
a realizzare misure di sostegno per lo sviluppo dell'intera filiera casearia bufalina e per quella della carne di bufalo, assicurando uno specifico intervento per il consolidamento e la competitività della Mozzarella di bufala Campana DOP.
(7-00135)«Lion».